CRONACA- Pagina 1325

Il giallo dell’uomo assassinato con una coltellata nell’occhio: al vaglio la posizione del fratello

28 giugno AGGIORNAMENTO / Era in Veneto Carlo Pellegrini, fratello 48enne di Enrico Pellegrini, il cui corpo senza vita  è stato trovato ieri nella cantina di un condominio  di Torino con un coltello conficcato in un occhio.

 


27 giugno / I carabinieri di Torino nel pomeriggio hanno rinvenuto nella cantina di una abitazione del centro città in via Princìpi D’Acaja, il cadavere di un uomo

È stato colpito mortalmente con un coltello al capo.

Sono in corso accertamenti tecnici scientifici sulla scena del crimine da parte dei militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dell’Arma del capoluogo piemontese.

Tav, ennesima notte di tensione al cantiere

Nuova notte di scontri in Valle di Susa

Un gruppo di No Tav oltranzisti del movimento, hanno lanciato petardi e fuochi d’artificio contro il cantiere della Torino-Lione di Chiomonte. La polizia ha  risposto con lanci di lacrimogeni.

La droga era nascosta nella moka

Arrestato cittadino ruandese

Personale del Comm.to San Donato ha notato lo scorso lunedì pomeriggio un cittadino straniero vestito in modo particolarmente distinto uscire da un portone di via Lancia. Il soggetto, alla vista dell’autovettura di Polizia, ha tentato di non mostrare il volto e si allontanava, ma gli agenti hanno tenuto d’occhio i suoi spostamenti: dopo qualche minuto lo vedevano avvicinare  una donna dall’aspetto trasandato che, dopo aver brevemente colloquiato con lui, si allontanava in direzione centro città. Sospettando che lo stesso avesse potuto cederla della sostanza stupefacente, i poliziotti lo sottoponevano a controllo; ma al loro avvicinarsi, l’uomo, un cittadino ruandese di 31 anni, deglutiva visibilmente qualcosa che aveva nel cavo orale. Alla richiesta se abitasse nel condominio di via Lancia da cui era stato visto uscire poco prima, il trentunenne rispondeva che in  quello stabile vivevano dei suoi amici e che lui fosse un senza fissa dimora; ma l’aspetto particolarmente curato della sua persona faceva intuire agli agenti che stesse mentendo. Recuperato un mazzo di chiavi durante la perquisizione personale, gli agenti riuscivano a risalire a  un appartamento all’ultimo piano del palazzo di via Lancia, dove effettivamente vive. La perquisizione dell’alloggio dava esito positivo: in cucina, all’interno di una moka da caffè, erano nascosti 8 involucri termosaldati contenenti cocaina; dentro al forno, erano contenuti un bilancino di precisione e materiale vario utile al confezionamento delle dosi. Nel cassetto di un mobile della cucina, la somma di denaro contante di 3500€. Infine, una sessantina di grammi di sostanza da taglio faceva bella mostra di sé su alcune mensole. Per il trentunenne è scattato l’arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nonché la denuncia per violazione della Legge sull’immigrazione e per ricettazione di alcuni telefoni, in merito ai quali lo stesso non è stato in grado di giustificare il possesso.

Arrestato pusher con oltre 13 mila euro

Fermato nel quartiere Barriera Milano

Gli agenti del Commissariato Centro, nel corso di un’operazione di polizia, hanno arrestato un cittadino senegalese di 24 anni e sequestrato 13000 euro in contanti.

I poliziotti sono intervenuti in due appartamenti del quartiere Barriera di Milano. Nel primo alloggio, in via Malone gli agenti hanno fermato il cittadino senegalese trovandolo in possesso di 38 involucri contenenti crack, oltre denaro superiore ai 550 euro. In un secondo appartamento nella disponibilità del ventiquattrenne, in questo caso ubicato in via Monte Rosa, gli agenti hanno trovato 12600 euro in contanti. Nell’alloggio era presente un altro cittadino senegalese che come il suo connazionale è risultato irregolare su Territorio Nazionale. Entrambi sono stati deferiti all’A.G. per la violazione delle norme sull’immigrazione.

Torino e Piemonte: quali traiettorie per lo sviluppo sostenibile?

Se ne è discusso in un webinar organizzato da Regione, Arpa e Ires

Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile, posizionamento del Piemonte per quanto riguarda gli indicatori per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, Relazione dello Stato dell’Ambiente, redatta da Arpa Piemonte, e Relazione socioeconomica formulata dai ricercatori di Ires alla luce delle prospettive dell’uscita dall’emergenza sanitaria:  questi i temi al centro del primo webinar che si è svolto nei giorni scorsi –  “Traiettorie di sviluppo sostenibile: dati, scenari e idee per un nuovo Piemonte” – organizzato da Regione Piemonte in collaborazione con IRES e ARPA Piemonte.

Ad introdurre i lavori del seminario il vicepresidente della Regione, Fabio Carosso che ha ricordato come occorra “avere visioni a lungo termine soprattutto ascoltando i giovani”.

“Lo sviluppo sostenibile è uno degli obiettivi più grandi che Europa, Italia e il Piemonte si sono dati. Noi abbiamo già gettato le basi, la strada è segnata, sappiamo quali sono gli obiettivi da raggiungere fino al primo giro di boa del 2030 – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – Questa è una fase storica molto importante, arriveranno miliardi di euro e noi dovremo essere pronti a questa sfida. Sono convinto che avremo un nuovo boom economico grazie agli investimenti in ambito ambientale e digitale. Prioritario sarà investire su trasferimento tecnologico, perché con la ricerca e l’innovazione riusciremo a costruire un futuro sostenibile per le nuove generazioni. La sfida vincente sarà realizzare il connubio armonico tra ambiente e sviluppo economico”.

La Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile è stata illustrata da Stefania Crotta, Direttore regionale Ambiente, Energia e Territorio che ha sottolineato come si tratta “di una strategia che si articola sulle tre dimensioni, ambientale, economica e sociale, che muovendo dagli obiettivi di Agenda 2030, ha l’ambizione di guardare al futuro, alle nuove generazioni che rischiano di non avere le stesse opportunità di sviluppo di cui noi abbiamo goduto. La nostra missione è territorializzare la strategia in funzione dei bisogni dei nostri attori locali”.

“Dobbiamo cercare di disegnare un nuovo futuro per i nostri giovani perché è a loro che vogliamo guardare e fare del Piemonte una regione dove sia bello vivere e lavorare – ha sottolineato Paola Casagrande, Direttore regionale Coordinamento Politiche e Fondi Europei – L’obiettivo è un Piemonte più connesso, più inclusivo, più verde, con un quadro sfidante e complesso. Per definire la concentrazione sulle priorità strategiche abbiamo bisogno di tre elementi: coordinare le diverse politiche, ascoltare il territorio, attuare la programmazione strategica”.

“La sinergia che abbiamo portato avanti con Regione Piemonte in un periodo complicato come la pandemia – ha sottolineato il direttore generale di Arpa Piemonte, Angelo Robotto – ha fatto sì che Arpa fosse di supporto del sistema Regione sia con prodotti come il gel igienizzante e l’analisi dei tamponi molecolari, sia soprattutto con nuovi studi e metodiche per la virologia ambientale, nuove frontiere da affrontare e studiare. Con nuove metodiche cerchiamo il virus Sars-Cov- 2 nell’aria, nell’acqua e nelle acque reflue. E potremo portare avanti la conoscenza ambientale anche sulle varie matrici e i vari parametri ancora di più con la revisione della legge dell’Agenzia in discussione in Consiglio Regionale che prevede l’ampliamento alla ricerca tra le competenze di Arpa”.

Michele Rosboch, Presidente di Ires Piemonte ha evidenziato l’importanza di un percorso verso la sostenibilità che coinvolge le comunità e i territori nelle diverse dimensioni ambientali, economiche, sociali e culturali mentre i ricercatori Ires, Fiorenzo Ferlaino e Cristina Bargero, hanno illustrato alcuni aspetti tratti dalla Relazione annuale 2021.

Fiorenzo Ferlaino ha introdotto il tema degli indicatori di sostenibilità e del posizionamento del Piemonte: “Lo sviluppo della green economy, in cui gli indicatori occupazionali e di crescita sono positivi da anni, – ha evidenziato Ferlaino – è l’occasione per rilanciare il Piemonte”.

“Le prospettive del 2021, – ha sottolineato Cristina Bargero – in linea anche con le previsioni della Commissione europea relativa ai settori industriali, evidenziano segnali di ripresa in particolare per l’automotive. Ad aver inciso sulla flessione del PIL è stata in particolare la contrazione dei consumi delle famiglie che hanno adottato da un atteggiamento più prudente connesso alle aspettative ancora incerte per il futuro”.

L’incontro è stato anche l’occasione per un confronto con i principali stakeholder della Strategia regionale del mondo dell’Università e della Ricerca, delle Fondazioni bancarie, dell’Industria, della Cultura, dei Servizi, del Terzo Settore.

 

Tentato furto di bici a Porta Nuova

Un 50enne, italiano, è stato arrestato per tentato furto aggravato dalla Polizia Ferroviaria nella stazione di Torino Porta Nuova. I poliziotti sono intervenuti nel piazzale esterno dello scalo, a seguito della segnalazione da parte dei militari dell’Esercito Italiano, di un uomo che stava rubando una bicicletta. Il 50enne è stato colto sul fatto intento a recidere con una tenaglia il cavetto d’acciaio con cui il mezzo era assicurato alla rastrelliera. Accompagnato negli Uffici della Polfer per ulteriori accertamenti, l’uomo è risultato avere a carico precedenti di polizia per reati specifici, tra cui il furto di numerose bici. Arrestato, è in carcere.

Covid, il bollettino di sabato 26 giugno

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 18.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 37 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 4 dopo test antigenico), pari allo 0,2% di 23.753 tamponi eseguiti, di cui 19.403 antigenici. Dei 37 nuovi casi, gli asintomatici sono 19 (51,4%).

I casi sono così ripartiti: 13 screening, 18 contatti di caso, 6 con indagine in corso; per ambito:1 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 2 scolastico, 34 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 366.846 così suddivisi su base provinciale: 29.577 Alessandria, 17.490 Asti, 11.526 Biella, 52.934 Cuneo, 28.258 Novara, 196.350 Torino, 13.736 Vercelli, 12.979 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.501 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.495 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 17 (+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 180 (- 15 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 907.

I tamponi diagnostici finora processati sono 5.377.472 (+23.753 rispetto a ieri), di cui 1.755.331 risultati negativi.

I DECESSI RIMANGONO 11.694

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.

Il totale è quindi di 11.694 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.454 Cuneo, 943 Novara, 5.588 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

353.914 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 354.048 (+134 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.921 Alessandria, 16.744 Asti, 11.023 Biella, 51.381 Cuneo, 27.244 Novara, 190.141 Torino, 13.155 Vercelli, 12.590 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.436 extraregione e 2.413 in fase di definizione.

Prevenire il rigetto dei trapianti di cuore con un semplice prelievo La scoperta alle Molinette

Il trapianto di cuore è una terapia avanzata per pazienti con gravi malattie cardiache.

La più pericolosa complicazione è rappresentata dal rigetto, vale a dire la risposta immunitaria del ricevente che riconosce come estraneo l’organo trapiantato. Almeno un paziente su tre rischia di avere un episodio di rigetto acuto durante il primo anno. Per questo ogni trapianto viene monitorato con attenzione, al fine di cogliere i primi segni di rigetto, ed eventualmente iniziare una terapia mirata.

Nel caso dei trapianti cardiaci, dove il rigetto è la complicanza più temibile, il metodo standard consiste nella cosiddetta “biopsia endomiocardica”, che consente, attraverso una sonda inserita nei vasi che arrivano al cuore, di raccogliere un frustolo del muscolo cardiaco, che viene esaminato al microscopio per evidenziare le alterazioni tipiche del rigetto. È intuitivo che questa indagine, ripetuta ad intervalli regolari dopo il trapianto, risulta invasiva, complessa e non esente da rischi.  

Uno studio tutto torinese, realizzato presso la Città della Salute di Torino ed appena pubblicato sulla più prestigiosa rivista scientifica internazionale di trapianto, il Journal of Heart and Lung Transplantation, ha aperto la strada ad una nuova metodica per riconoscere il rigetto, più semplice e veloce ed altrettanto sensibile. Si tratta dell’analisi del DNA del donatore che circola libero nel sangue del ricevente. È il frutto della collaborazione di 3 strutture dell’ospedale Molinette di Torino: il Centro Trapianti di cuore (diretto dal professor Mauro Rinaldi), il Servizio di Anatomia patologica (diretto dal professor Mauro Papotti) ed il Servizio di Immunogenetica (diretto dal professor Antonio Amoroso).

Il DNA non si trova soltanto dentro le cellule, ma può essere presente in piccoli frammenti anche nel sangue. Lo studio del DNA libero circolante fetale nel sangue materno ha già trovato da tempo applicazioni nella diagnosi prenatale non invasiva di malattie genetiche fetali” – spiega Silvia Deaglio, genetista dell’Università di Torino e medico del Servizio di Immunogenetica e Biologia dei Trapianti dell’ospedale Molinette. “Sviluppi importanti si sono avuti anche in campo oncologico, analizzando il DNA circolante originato dalle cellule tumorali – la cosiddetta biopsia liquida. Nella nostra ricerca abbiamo applicato le tecnologie di analisi del DNA libero circolante alla medicina dei trapianti, dimostrando che l’aumento del DNA derivato dall’organo trapiantato nel sangue del ricevente è un biomarcatore specifico di rigetto. Il suo aumento è infatti correlato al danno delle cellule del trapianto, causato dalla risposta immunitaria del rigetto”.

Questo studio, eseguito su circa 30 riceventi di trapianto di cuore, ha consentito di dimostrare come un semplice prelievo di sangue, al posto della più complessa biopsia endomiocardica, consente di riconoscere in maniera veloce ed affidabile la presenza del rigetto nei nostri pazienti e di avviare precocemente le terapie per combatterlo”, spiega Massimo Boffini, cardiochirurgo del Centro di Trapianto cardiaco universitario delle Molinette.  Nel caso dei trapianti, come per ogni disciplina medica, la diagnosi precoce permette di avviare tempestivamente ed in maniera più efficace la giusta terapia.”

Questo studio è stato frutto del lavoro congiunto di molti ricercatori” – ricorda Monica Sorbini, primo autore dello studio e dottoranda presso il Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino. “Dai chirurghi che hanno seguito i pazienti a chi come la sottoscritta che lavora in laboratorio sui campioni biologici raccolti è stato un lavoro emozionante e gratificante, perché ha permesso a chi lavora in laboratorio di fare avanzare ulteriormente le conoscenze a favore di questi pazienti che trovano nel trapianto un’altra vita grazie al dono di un organo”.  

Commenta infine il professor Antonio Amoroso: “In Italia la Città della Salute di Torino non è solo il riferimento delle attività cliniche collegate alla medicina dei trapianti, risultando il primo ospedale per numero di trapianti eseguiti ogni anno, ma anche delle attività di ricerca ed innovazione in questo settore. Tutto questo anche per offrire sempre cure migliori ed innovative ai nostri pazienti”.

Landini a Torino: “Chiediamo la proroga del blocco dei licenziamenti”

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“Questo è il momento di unire non di dividere e non è il momento di ulteriori fratture sociali”.

Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini da piazza castello a Torino, dove si tiene  una delle tre manifestazioni nazionali a difesa del mondo del lavoro.

Presenti molto lavoratori, anche gli operai della ex Embraco. Landini ha chiesto la proroga del blocco dei licenziamenti.   “Ripartiamo, insieme.

Con il lavoro, la coesione e la giustizia sociale per l’Italia di domani” è lo slogan delle manifestazioni unitarie di Cgil, Cisl, Uil.

(foto  Facebook Cgil Piemonte)

Il governatore Cirio vaccinato nell’hub di Verduno

Ieri il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha ricevuto la prima dose di vaccinopresso l’hub dell’ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno (CN): “Dopo aver lavorato tanti mesi perché la vaccinazione fosse in ordine di fragilità, finalmente è arrivato anche il mio turno, un turno che ha rispettato il fatto che io sia stato malato e sia guarito nel 2020. Oggi per me è un momento importante come uomo, come padre e come cittadino. I vaccini sono scienza e la scienza è quella che da sempre salva la vita delle persone”.

Il presidente si è presentato all’ospedale di Verduno indossando la maglietta del Dirmei, il Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive: “Ho voluto indossare questa maglietta perché il Dirmei si occupa da quasi un anno e mezzo dell’emergenza Covid. Dietro questo simbolo ci sono tante donne, tanti uomini che lavorano, che non hanno fatto i sabati e le domeniche, che ancora adesso stanno facendo orari complicati per garantire la maggior capacità vaccinale del Piemonte. Un segno di riconoscenza verso tutti gli operatori del nostro sistema sanitario che ci stanno permettendo di essere un Piemonte che veleggia verso la sicurezza e che punta per la fine dell’estate alla cosiddetta immunità di gregge, cioè la possibilità di ripartire senza più doversi fermare. L’immunità di gregge a fine agosto è anche il motivo per cui ieri ho voluto essere a Roma dal generale Figliuolo, dal quale ho avuto come sempre parole di rassicurazione e di apprezzamento, come dal presidente Mattarella per quello che le Regioni e il Piemonte stanno facendo”.

Sul fatto che da lunedì si potranno togliere le mascherine all’aperto, il presidente Cirio ha voluto evidenziare che “questo non vuol dire abbassare il livello di attenzione, ma tornare ad una maggiore libertà, che dobbiamo vivere sempre con responsabilità e, soprattutto, vaccinandoci. Il nostro dovere, ed è il motivo per cui sono orgoglioso di essere il presidente della Regione Piemonte, è di vaccinare il più possibile e il più in fretta possibile. E questo il Piemonte lo sta facendo bene. Siamo una delle regioni maggiormente forti, maggiormente performanti: siamo vicini a 3 milioni e mezzo di dosi somministrate, con un target che si attesta in media su 37-38 mila vaccinazioni al giorno, che supera l’obiettivo della struttura commissariale, proprio perché vogliamo mettere in sicurezza il Piemonte entro la fine di agosto”.