CRONACA- Pagina 1312

Le lezioni del fallimento occidentale in Afghanistan

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LETTERE AL GIORNALE


Caro direttore, seguo le vicende afghane da quasi trentanni, dapprima come ricercatore e giornalista e poi, più da vicino come practitioner di varie organizzazioni internazionali attive in Asia centrale.

Se sono stato anchio colto alla sprovvista dalla rapidità del crollo del regime di Kabul a Ferragosto, non ho mai avuto dubbi che questo sarebbe stato lesito finale della sciagurata invasione lanciata dagli USA nel 2001. Ricordiamo alcuni punti fondamentali. Durante lintervento sovietico in Afghanistan(1979-1989), gli USA hanno armato ed addestrato bande di fondamentalisti islamici provocando lesplosione deljihad (e del traffico deroina) a livello mondiale. Dopo che il paese sprofondò nel caos in seguito all’abbandono sovietico, sempre gli USA approvarono la presa del potere da parte dei talebani. Quando, in maniera a tuttoggi inspiegata in modo razionale, avvenne lattacco dell11 settembre, Washington decise dinvadere il paese senza uno straccio di prova che riconducesse i terroristi al regime dei Talebani.

Quella in cui gli europei sono stati coinvolti per ventanni è stata dunque una guerra d’aggressione senza alcuna base legale. Tale guerra gli americani lhannocondotta sulla pelle degli altri (lAlleanza delle minoranze afghane del Nord) o seppellendo le posizioni nemiche di bombe, ogni volta falciando decine di innocenti.

Gli americani si sono quindi ingegnati a mettere al potere una serie di dipendenti delle loro multinazionali, completamente scollati dalla realtà del paese. In parallelo, con lentusiastico sostegno dei vassalli europei, si è cercato di imporre in un paese di comunità agricole tradizionali il modello occidentale di stampo anglo-americano. In tal modo, gli occidentali hanno ripetuto lerrore sovietico, solosostituendo il liberismo al marxismo. Peggio che prima, la stragrande maggioranza degli afghani (non i dipendenti delle ONG mostrati dalle TV italiane) ha accolto con ripugnanza un modello di modernità che anche da noi sempre di più si rivela come fondamentalmente marcio, basato comè sulla mercificazione di ogni valore, la competizione quale regola onnipresente, un femminismo puritano anglosassone che crea odio verso gli uomini, pornografia di massa venduta come liberazione. Per non parlare degli eccessi LGTB, che suscitano orrore in tutte le società ad est della linea Varsavia-Istanbul.

Anche trascendendo dallavversione delle masse per gli pseudovalori occidentali, il tentativo di applicarli in Afghanistan nasceva morto nel momento in cui non si prevedevano sforzi per la costruzione di unarchitettura statale ed economica efficace per il nuovo protettorato. I sovietici questo lo fecero ed in effetti il regime da essi lasciato a Kabul riuscì a reggersi da solo per sette anni (19891996).

Sotto gli americani, nella corruzione regnante di governanti senza scrupoli al soldo dello straniero, le masse si sono riallineate ai rappresentati del vecchio ordine che per inciso avevano anche bloccato il narcotraffico, ridivenuto imperante durante loccupazione.

Per anni Washington e le sue ignave ancelle europee (i soli a credere nella retorica dei diritti umani) hanno cercato di corrompere quanta più gente possibile per portare qualcuno dalla loro parte. Costoro li abbiamo visti accalcarsi dietro gli aerei allaeroporto di Kabul.

Per noi europei la cosa più indicata da fare di fronte a questo disastro sarebbe di trarne le debite conseguenze e scuotersi da un torpore che ci porterà solo nuove tragedie.

Ventanni fa scrissi che l’Afghanistan, dopo essere stato la tomba del potere sovietico, annunciava l’inizio della fine dell’egemonia anglosassone sulla scena internazionale. Sottolineo anglosassone invitando chi legge a finirla con la retorica dellOccidente, che è solo unasovrastruttura ideologica per il dominio anglo-americano sul resto dellEuropa. Le immagini che arrivano da Kabul servano a riflettere sul fatto che strutture come la NATO non contribuiscono più a creare sicurezza ma producono al contrario linstabilità (basta guardare alla Libia) in cui lItalia è oggi immersa. I paladini dell“Occidente smettano di stracciarsi le vesti per le mogli dei funzionari defenestrati di Kabul ed inizino invece a concentrarsi sulla situazione delle donne saudite, martoriate da un regime a cui ilsistema a cui loro si vantano d’appartenere fornisce ogni genere di supporto. Traiamo dalla tragedia dellAfghanistan le giuste lezioni: se vogliamo evitare nuovi disastri per il futuro, dobbiamo tornare padroni del nostro destino. Anche perché, data la nuova guerra fredda che USA e Gran Bretagna alimentano contro la Russia, la principale potenza nucleare, i prossimi cataclismi causati dal vassallaggio atlantico saranno sempre più vicini a noi e potrebbero rivelarsi fatali.

Fabrizio Vielmini
analista Vision & Global Trends(https://vision-gt.eu)

In quattro cercano di rubare una cagnolina di razza ma lei scappa

Stava passeggiando al guinzaglio del suo padrone in tarda serata a Nichelino quando un gruppo di quattro ragazzi ha iniziato a circondarli. Il padrone della cagnolina è riuscito a far scappare i malintenzionati. Ma nel parapiglia il cane, uno staffordshire bull terrier, è scappato. Il proprietario è convinto che i ragazzi volessero rubare la cagnolina, essendo questa di razza e molto costosa. L’uomo ha fatto denuncia ai carabinieri. La buona notizia è che la piccola amica a quattro zampe è stata ritrovata la mattina dopo sana e salva a qualche centinaio di metri da dove era fuggita.

Eurovision 2022, anche la Mole a sostegno della candidatura torinese

Nelle sere del 19, 20 e 21 agosto il logo animato ideato per la candidatura di Torino all’Eurovision 2022 sarà proiettato sulla Mole Antonelliana.

Sarà quindi l’occasione di svelare l’immagine guida con cui Torino si candida alla 66ª edizione dell’annuale concorso canoro, che il prossimo anno si svolgerà in Italia.

Un’immagine che, in modo semplice e sintetico, mette assieme i tre temi portanti della candidatura torinese: inclusione, innovazione e sostenibilità.

L’illuminazione, realizzata grazie a IREN, sarà visibile dalle ore 21.00 fino alle ore 1.00

L’eredità del “santo ateo” Gino Strada

Sabato a partire dalle 16 in via Santa Croce 19, a Milano, sede di Emergency, verrà allestita la camera ardente di Gino Strada.

Chi vorrà potrà dare l’ultimo saluto all’urna contenente le ceneri giunte dalla Francia, dove Strada è morto venerdì scorso, mentre era in vacanza con la moglie Simonetta. Emergency ha deciso di commemorare il proprio fondatore sabato e domenica (10-22) e lunedi (10-14). Siamo certi che saranno presenti anche molti torinesi e piemontesi. Anche sul nostro territorio – questo giornale  ne da’ sempre conto attraverso comunicati stampa e articoli – l’Ong di Strada è infatti molto attiva. Emergency dal 1994 ha seguito le storie di oltre 11,5 milioni di persone. Soltanto in Afghanistan, paese tornato tragicamente d’attualità, gestisce 3 ospedali e una cinquantina di postazioni di primo soccorso i cui medici   e infermieri hanno deciso di rimanere: ecco, è questo lo “stile” che il fondatore ha sempre abbracciato nel suo agire. Mai abbandonare chi è in pericolo. Per tale ragione abbiamo nei giorni scorsi scritto che Strada è una sorta di “santo laico” o “santo ateo”, perché ateo egli si professava. Controverso come tutti i grandi personaggi, amato o detestato, lascia però a tutti indistintamente  una sua eredità civile e morale. L’eredità dei fatti, che consiste nell’aver salvato un’infinità di vite umane. Un lascito universale che non scomparirà con lui, ma vivrà in futuro grazie al coraggioso lavoro delle donne e degli uomini di Emergency.

Il Torinese

PS:  In accordo con l’autore, prof. Pier Franco Quaglieni, dopo le segnalazioni di un lettore che ci evidenziava possibili inesattezze in relazione all’appartenenza di Gino Strada, negli anni 70, al movimento studentesco,  abbiamo deciso di rimuovere dopo alcune ore dalla pubblicazione l’articolo “Non va dimenticato anche il giovane Gino Strada”, in attesa di verificare la rispondenza di quanto scritto alla realtà dei fatti.

Il bollettino Covid di mercoledì 18 agosto

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 305 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 2dopo test antigenico), pari al 2,2 % di 13.757 tamponi eseguiti, di cui 8.917 antigenici. Dei 305 nuovi casi, gli asintomatici sono 184 (60,3 %).

I casi sono così ripartiti: 45 screening, 189 contatti di caso, 71 con indagine in corso; 8 Rsa/Strutture Socio-Assistenziali; 2 importati ( dall’estero).

Il totale dei casi positivi diventa quindi 373.680 così suddivisi su base provinciale: 30.445 Alessandria, 17.678 Asti, 11.735 Biella, 53.806 Cuneo, 29.107 Novara, 199.413 Torino, 13.991 Vercelli, 13.351 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.542 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.612 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 14 (+ 2 rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 136 ( rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.242

I tamponi diagnostici finora processati sono 6.201.019 (+ 13.757 rispetto a ieri), di cui 1.963.445 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.706

Un decesso (nessuno oggi) di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.

Il totale è quindi 11.70deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.567 Alessandria, 713 Asti, 433 Biella, 1.454 Cuneo, 944 Novara, 5.594 Torino, 527 Vercelli, 374 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

358.582 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 358.582(+ 278 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 28.527 Alessandria, 16.884 Asti, 11.160 Biella, 52.002 Cuneo, 27.848 Novara, 192.143 Torino, 13.318 Vercelli, 12.816 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.451 extraregione e 2.433 in fase di definizione.

Una multa “sgradevole” all’automobilista in carrozzella

LETTERE AL GIORNALE

Caro direttore,  sono una persona disabile in sedia a rotelle che guida l’auto.

Ho sostato  con me a bordo in corso Giulio Cesare per circa un minuto, ho dovuto chiamare non potendo scendere dall’auto il signore del negozio a me di fronte:  sono passati i vigili e mi hanno fatto la multa senza fermarsi. Ieri mi arriva la raccomandata della multa e oggi mi sono recato dai vigili di via Bologna, ho spiegato il tutto e non hanno avuto un minimo di buonsenso, ho dovuto pagare la multa. Uscendo dal comando dei vigili non funzionava più il montacarichi… a quel punto mi hanno preso in braccio per farmi fare gli scalini. Ho compreso il loro disagio ma loro non il mio.

Cristian Dionisi

Arrestati per tentato omicidio gli aggressori del giovane picchiato e ridotto in stato di incoscienza

La  Squadra Mobile della Questura di Torino ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto, due giovani torinesi, gravemente indiziati di tentato omicidio ai danni del ventisettenne L.C.

Quest’ultimo, soccorso in stato d’incoscienza in corso Racconigi durante la notte precedente, era stato in un primo momento trasportato all’Ospedale Martini; poche ore dopo, a seguito dell’aggravarsi della situazione clinica, era stato trasferito presso l’ospedale “San Giovanni Bosco” e giudicato in prognosi riservata.

Veniva quindi avviata una serrata attività investigativa nel corso della quale si riusciva a ricostruire l’evento ed individuare i responsabili della violenta aggressione.

In particolare, la vittima e i due fermati, dopo aver trascorso la serata in un locale della zona, alla chiusura, si erano spostati verso corso Racconigi, dove iniziavano un’accesa discussione, per futili motivi, culminata con la brutale aggressione a L.C..

Attraverso l’acquisizione delle immagini registrate dai sistemi di video sorveglianza e dalle dichiarazione di un testimone, che aveva assistito all’aggressione e aveva prontamente allertato i soccorsi, sono stati individuati gli autori della violenta lite.  

Presso i loro domicili, venivano eseguite delle perquisizioni domiciliari, all’esito delle quali venivano sequestrati i capi di abbigliamento utilizzati la sera prima durante l’aggressione, così come perfettamente descritti dal testimone.

Gli stessi venivano quindi rintracciati e sottoposti al fermo di indiziato di delitto per il reato di tentato omicidio.

All’esito dell’interrogatorio dei PP.MM. gli stessi ricostruivano il violento episodio, circoscrivendo nel dettaglio l’azione violenta.

Lunedì 16 agosto 2021, il G.I.P. ha convalidato i provvedimenti di fermo disponendo le misure cautelari della custodia in carcere per V.G. e degli arresti domiciliari per E.T..

La morte di Gino Strada, generoso e visionario “santo laico”

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

E’ morto Gino Strada, medico fondatore di Emergency, a soli 73 anni. E’ una notizia che colpisce tutti perché Strada è stato un generoso, direi quasi un visionario, potremmo anche definirlo un santo laico che ha gettato la sua vita  al servizio degli altri  con furore (la parola non è fuori posto), come solo i santi, e neppure tutti, sanno fare.

Il prof. Pier Franco Quaglieni

Ha praticato la medicina non per affermarsi professionalmente, ma per dedicarsi a chi si trova in difficoltà. Pochi medici hanno fatto la sua scelta che merita ammirazione e rispetto  non solo perché ogni morto e’  “bello“ come diceva Tolstoj. Strada ha scelto sempre di soccorrere gente disperata , soprattutto vittime di guerra. Il suo era un impegno umanitario e politico che si è realizzato a livello mondiale. Chi scrive è anni luce da molte delle sue idee che non ha mai ritenuto di poter condividere. La stessa idea di Ong  in generale mi suscita riserve e spesso dissento  per ciò che riguarda  in particolare gli sbarchi in Italia. Ma non posso non rispettare un uomo generoso che si è speso con passione per gli altri. Gli sarebbe spettato il Nobel. Se consideriamo che lo ebbe un giullare come Dario Fo che fu anche repubblichino di Salo’ oltre che sostenitore dei terroristi rossi, il Nobel per la pace lo avrebbe meritato a pieno titolo un uomo serio e concreto (la concretezza tipicamente lombarda di chi era nato a Sesto San Giovanni) che non ha fatto ridere il pubblico, ma si è impegnato a salvare  seriamente vite umane. E’ morto proprio quando il suo immenso lavoro in Afghanistan sta per essere distrutto dai talebani . Uno sfregio alla sua memoria. Nessuno – al di là delle divisioni politiche – può non inginocchiarsi di fronte alla sua salma . Mi

irritava  quando lo ascoltavo ospite di Fazio (che non tollero), ma la sua opera umanitaria parla per lui e dice che è stato un grande. Con linguaggio antico lo definirei un benefattore dell’umanità. Mi infastidiscono gli elogi dei politici nei suoi confronti a partire dal sindaco di Milano. Credo che Strada meriti la sobrietà che ha sempre saputo  dimostrare. La strumentalizzazione politica della sua vita appare fuori posto. Strada ha costruito ospedali, chi parla di lui e si gloria della sua amicizia, sa quasi soltanto fare delle chiacchiere  spesso inutili e quasi sempre inconcludenti.

Ricoverati Covid: nove su undici in terapia intensiva e oltre il 70% degli ordinari non sono vaccinati

Degli 11 ricoverati nei reparti di terapia intensiva negli ospedali del Piemonte, 9 sono pazienti non vaccinati, mentre gli altri due sono vaccinati ma presentano “un quadro clinico serio per patologie pregresse”. E’ quanto comunica la Regione.

Su 127 ricoveri in terapia ordinaria oltre il 70% riguarda pazienti non vaccinati.

La Regione Piemonte comunica inoltre che il 10% dei ricoverati attuali in terapia ordinaria “rischia un aggravamento del proprio quadro clinico con passaggio in terapia intensiva, e in questo caso si tratta di pazienti tutti non vaccinati”

La mutua sanitaria Cesare Pozzo ricorda Gino Strada

 Nei valori condivisi di solidarietà e aiuto reciproco

Una relazione, quella tra la Mutua sanitaria Cesare Pozzo e Emergency, culminata
nel 2004, in un’importante donazione a favore della nota organizzazione
umanitaria da parte del Fondo di Solidarietà “Giuseppe De Lorenzo” istituito da
CesarePozzo.

La Mutua sanitaria Cesare Pozzo si unisce al dolore per la scomparsa di
Gino Strada. Un uomo che con il suo lavoro e la sua voce ha portato all’attenzione crisi e ingiustizie
dimenticate, ha difeso la dignità di ogni singolo uomo riconoscendo il diritto alle cure e alla salute
a prescindere dalle possibilità e condizioni del singolo.

Oltre a condividere gli stessi valori fondanti di solidarietà e aiuto reciproco, la relazione tra la
Mutua sanitaria Cesare Pozzo e Emergency ha visto, nel 2004, il concretizzarsi di un’importante
donazione a favore della nota organizzazione umanitaria, da parte del Fondo di Solidarietà
intestato a Giuseppe De Lorenzo e istituito nel 1994 da Cesare Pozzo per aiutare le associazioni
umanitarie impegnate in programmi di sviluppo o emergenziali.

“La scomparsa di Gino Strada rappresenta un’importante perdita per tutto il mondo umanitario e
solidaristico – commenta Andrea Giuseppe Tiberti, Presidente nazionale della Mutua sanitaria
Cesare Pozzo – Con il suo operato il fondatore di Emergency ci ha insegnato a difendere gli uomini
e la loro dignità indistintamente, in qualsiasi luogo e tempo. Ci ha trasmesso l’importanza del
prendersi cura di ogni singolo individuo e soprattutto di quelli considerati ultimi. Valori condivisi
anche dall’agire della nostra Mutua che pone sempre al centro l’inclusione e l’aiuto reciproco”.

La Mutua sanitaria Cesare Pozzo si unisce, dunque, al dolore della famiglia e del team di
Emergency che hanno ora il compito di continuare a far vivere il loro fondatore, Gino Strada, nelle
opere di aiuto in Italia e all’estero, portando così avanti il suo esempio.