Secondo l’autopsia la bambina morta precipitando dal balcone sarebbe caduta troppo avanti rispetto alle ringhiere del ballatoio, perché sia scivolata dalle mani del patrigno (come lui sostiene), ora in carcere. L’ipotesi è che la bimba sarebbe dunque stata lanciata. La madre della piccola Fatima lo accusa di averlo fatto volutamente, dopo una lite. Dalla procura viene contestato il dolo eventuale per il comportamento dell’uomo che avrebbe accettato il rischio di mettere in pericolo la bambina. Se la piccola fosse scivolata dalle mani sarebbe caduta in modo verticale, invece risulterebbe caduta troppo al centro del cortile.
Uomo uccide la moglie malata e si toglie la vita
EDILIZIA SANITARIA, L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «INNOVIAMO E RIORGANIZZIAMO LA RETE OSPEDALIERA»
«Con l’approvazione della programmazione di indirizzo strategico generale per la realizzazione di sei nuovi ospedali a Torino, Ivrea, Vercelli, Savigliano, Alessandria e Cuneo, la Regione Piemonte compie un altro importante passo verso il potenziamento e la modernizzazione delle strutture sanitarie sul territorio. Dopo l’avvio del cantiere del Parco della Salute di Torino e l’imminente bando per la costruzione della nuova Città della Salute e della Scienza di Novara, si delineano nuovi orizzonti organici e razionali di organizzazione della rete sanitaria sul territorio regionale per livelli di competenza e azioni di ammodernamento infrastrutturale. Sono grato al Consiglio regionale che ha sostenuto con ferma convinzione e determinazione questo nuovo piano di investimenti in edilizia sanitaria da quasi un miliardo e 300 milioni di euro».
Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, commenta l’approvazione, da parte del Consiglio regionale, della prima programmazione di indirizzo di carattere strategico generale di investimenti in edilizia sanitaria per la realizzazione di sei nuovi presidi ospedalieri in Piemonte.
«La necessità per la Regione di innovare e riorganizzare la rete ospedaliera piemontese – continua l’assessore Icardi – nasce non solo dall’esigenza di un miglioramento degli aspetti gestionali e strutturali risultati critici, ma anche a seguito della eccezionale sollecitazione ai servizi sanitari nazionale e regionali che si é dovuta fronteggiare a causa della pandemia. Con questo piano andiamo ad intervenire su realtà del patrimonio sanitario piemontese che hanno evidenziato condizioni e stato d’uso obsoleti e generato rilevanti costi di gestione e di manutenzione, con l’obiettivo di migliorare l’umanizzazione dei servizi sotto il profilo della qualità delle strutture, delle relazioni con il cittadino/paziente, dell’efficacia delle prestazioni e della competenza professionale. Il sistema sanitario sta affrontando una profonda trasformazione rivolta non solo all’innovazione del modello organizzativo ed alla tecnologia, ma soprattutto ad una rivisitazione del rapporto servizi-paziente, con conseguenze sui diversi livelli del sistema stesso, istituzionale, professionale, gestionale e sociale. Una rivoluzione che il Piemonte sta affrontando in modo complementare sia sul fronte degli ospedali che su quello dell’assistenza primaria sul territorio».
Sul piano finanziario, gli interventi sono valutabili dall’Inail nell’ambito dei propri piani triennali di investimento, ma resta aperta la possibilità di attivare altre tipologie e forme di finanziamento.
Di seguito la tabella dettagliata del piano.
Presidi ospedalieri di nuova realizzazione
AZIENDA | IPOTESI PRESIDIO SOSTITUITO | DESCRIZIONE INTERVENTO | COMUNE | SUPERFICIE (mq) |
IMPORTO INTERVENTI |
|
ASL Città di Torino | Ospedali Maria Vittoria e Amedeo di Savoia | L’intervento consiste nella realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero-DEA di I livello |
Torino | circa 60.000 | 185.000.000,00 | |
ASL TO4 | Ospedale di Ivrea |
L’intervento consiste nella realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero-DEA di I livello |
Ambito Eporediese |
circa 46.000 | 140.000.000,00 | |
ASL VC | Ospedale S. Andrea di Vercelli | L’intervento consiste nella realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero -DEA di I livello |
Vercelli | circa 50.000 | 155.000.000,00 | |
ASL CN1 | Ospedali Savigliano, Saluzzo, Fossano |
L’intervento consiste nella realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero-DEA di I livello |
Ambito Saviglianese |
circa 63.000 | 195.000.000,00 | |
AO SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo | Ospedale S.S. Antonio e Biagio |
L’intervento consiste nella realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero -DEA di II livello |
Alessandria | circa 98.000 | 300.000.000,00 | |
AO S.Croce e Carle di Cuneo | Ospedali S.Croce e Carle di Cuneo |
L’intervento consiste nella realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero -DEA di II livello |
Cuneo | circa 102.000 | 310.000.000,00 | |
Totale | 1.285.000.000,00 |
Investita muore dopo tre giorni in ospedale
Una donna di 80 anni è deceduta all’ospedale di Rivoli nella notte del 13 gennaio a causa delle conseguenze di un incidente stradale avvenuto a Giaveno lunedì 10. Una Fiat Panda l’aveva investita verso mezzogiorno nei pressi della sua abitazione. Alla guida dell’auto che viaggiava in direzione di Cumiana, un 47enne di Giaveno che si è fermato per prestare soccorso. Stava viaggiando in direzione di Cumiana. Gli accertamenti sono affidati alla polizia municipale, per verificare se la donna ha attraversato la strada sulle strisce pedonali o meno.
«Fatima non è caduta. Lui l’ha lanciata dal balcone. Stavamo discutendo, prima l’ha scaraventata a terra, poi l’ha buttata giù».
Questa la testimonianza della mamma della piccola Fatima Skika, morta a tre anni il 13 gennaio, caduta da un balcone di un edificio in via Milano, rilasciata agli inquirenti. La donna, che in passato avrebbe subito maltrattamenti dall’ex compagno, si sarebbe confessata con una poliziotta. Immediatamente dopo la tragedia, dopo aver saputo che la sua bambina era morta, non aveva rilasciato dichiarazioni complete e lucide. Potrebbe ora avere trovato la forza di parlare, superata la prima fase di shock.
IL 22 GENNAIO OPEN DAY PER LA FASCIA 5-11 ANNI
Orario extra per l’hub vaccinale del Valentino che, a partire dal 22 gennaio, il sabato raddoppierà la sua apertura per somministrare nella giornata oltre 3 mila vaccini grazie all’impegno della Città della Salute di Torino, che gestisce la struttura in collaborazione con l’Asl Città di Torino.
Saranno 2.400 le convocazioni: dalle 8 alle 15 riservate alle dosi per gli over12, mentre dalle 15.30 alle 21 l’hub aprirà alle vaccinazioni pediatriche dei bambini tra i 5 e gli 11 anni di tutta la regione con uno speciale Open day da 1.000 posti a cui potranno aderire (prenotando a partire da mercoledì 19 gennaio alle ore 9 sul portale www.IlPiemontetivaccina.it) i bambini a cui non è stata somministrata alcuna dose e che non hanno già un appuntamento o che hanno la convocazione dopo almeno una settimana (ovvero non prima del 26 gennaio). Il vaccino somministrato sarà quello pediatrico di Pfizer.
I bambini dovranno essere accompagnati da un genitore/tutore munito di autocertificazione di responsabilità genitoriale (il modulo si può scaricare sul portale al momento della prenotazione) e consenso alla vaccinazione.
Ad oggi in Piemonte sulla platea di 246 mila bambini tra i 5 e gli 11 anni le adesioni sono state circa 72 mila.
Hanno provato a vendere diversa refurtiva su siti specializzati, ma sono stati scoperti da una delle vittime.
I carabinieri della Compagnia Torino Mirafiori hanno denunciato tre studenti minorenni di 15 anni, abitanti a Torino, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di furto aggravato commesso nella notte tra il 19 e il 20 ottobre 2021 all’Istituto “Primo Levi” di Torino. Quella notte, i ladri portarono via diversi computer. Nell’ambito medesima attività investigativa, i militari dell’Arma hanno denunciato uno dei tre minori per un altro furto commesso il 19 dicembre scorso in un capannone edile di Torino.
Durante la perquisizione nella cantina di uno degli indagati, ma nella disponibilità di tutti, i carabinieri hanno trovato numerosi computer rubati, alcuni relativi al furto alla scuola e strumenti edili di precisione.
“Dopo la completa ricostruzione del ponte Daz Itreit, la messa in sicurezza e ricostruzione della passerella del Rio Pomerol lato ponte s.r. 23, adesso è stato ultimato un altro lavoro. Si tratta della strada di collegamento fondo valle Grand Puy in corrispondenza del ponte di Pomerol. Il primo lotto, inerente il rinforzo del ponte esistente, è costato oltre 55 mila euro. Al contempo, è stato ultimato anche il secondo lotto, per una cifra complessiva di oltre 78 mila euro.
Lavori che si sono resi necessari per l’usura provocata dal tempo. Investimenti che, comunque sia, richiederanno ancora altre ingenti somme per mettere in sicurezza altri ponti che gravitano sul territorio di Pragelato e che sono già stati individuati dai tecnici comunali. Lavori che, come ovvio, inizieranno la prossima primavera”.
Così Paola Borra, Assessore area manutentiva Pragelato.
- Medicina di genere: le Asl piemontesi hanno individuato un referente aziendale che se ne occupi. È emerso in Regione, Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, che ha audito alcuni rappresentanti delle Università degli Studi di Torino e del Piemonte Orientale e i referenti regionali sulla medicina di genere.
Silvia De Francia dell’Università di Torino ha spiegato che “la medicina di genere è la medicina che cura la persona e non la malattia, con un approccio alla cura di taglio multidisciplinare per comprendere i meccanismi attraverso cui le differenze di sesso e di genere agiscono sullo stato di salute, sull’insorgenza e sul decorso di numerose malattie e sulla risposta ai farmaci”. “Non si tratta – ha aggiunto – di prendere in considerazione il genere maschile o femminile, ma il genere: costruzione poliedrica che include ruolo sociale, comportamenti, valori, attitudini, fattori legati all’ambiente e le interazioni che essi hanno con i fattori biologici”.
Un problema che affonda le proprie radici nel passato ma che è stato normato di recente, se si pensa che la medicina di genere nasce nel 1995 con la Conferenza di Pechino, nel 2016 il Ministero della Salute italiano emana la normativa sul genere come determinante della salute e nel 2019 viene approvato il Piano per la diffusione della medicina di genere.
“Il Piano per la diffusione della medicina di genere – ha osservato Gianluca Aimaretti dell’Università del Piemonte orientale – rappresenta una rivoluzione che le Università stanno in parte cominciando ad affrontare, anche se l’interdisciplinarietà è ancora scarsamente praticata. Si continua ancora troppo ad occuparsi del paziente ‘in generale’ anziché differenziando le terapie in base al genere”.
Musso ed Elsa Basili, referenti del Tavolo regionale, hanno spiegato che nel 2019 la pandemia ha in parte ostacolato un’adeguata programmazione ma nel 2020 la medicina generale è stata confermata tra gli obiettivi formativi prioritari per le Aziende sanitarie regionali ed è stata effettuata una raccolta dati: “Una ricerca – ha sottolineato Musso – che ha consentito di fotografare una realtà ricca e articolata”.
Con la deliberazione della Giunta 17-4075 del novembre scorso, la Regione Piemonte ha recepito il Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere e dato il via all’istituzione del Gruppo tecnico regionale che dovrà predisporre e proporre alla Giunta il piano per la sua applicazione e diffusione.
Rispondendo a Domenico Rossi – intervenuto per il Pd con Monica Canalis e Diego Sarno – Di Francia ha spiegato che “proprio perché diverse malattie cambiano per incidenza da regione a regione, il Piano regionale per la medicina di genere potrà far fronte alle criticità specifiche presenti in Piemonte”.
A Marco Grimaldi (Luv), Musso ha risposto che “le Case di comunità sono, per definizione, aperte alla comunità e dovranno prevedere al proprio interno aree per l’interazione e l’integrazione sociosanitaria”.
Di Francia – infine – ha convenuto con Sarah Disabato (M5s) e Sara Zambaia (Lega) sulla necessità di tenere in maggiore considerazione, sia a livello di studio e comunicazione dei dati, per esempio per quanto riguarda la pandemia, sia a livello di ricerca, le variabili e le eventuali criticità legate al genere.
Domenica mattina gli agenti del Comando Territoriale di Porta Palazzo della Polizia Municipale, durante un servizio di controllo sulle attività commerciali e sul rispetto delle normative per il contenimento della pandemia, hanno sanzionato due locali per violazione delle norme anti covid, delle norme igienico sanitarie e di conservazione degli alimenti.
Si tratta di due esercizi di somministrazione ubicati rispettivamente in piazza della Repubblica e via Milano. Entrambi avevano i pavimenti sporchi e i ripiani impolverati, mentre le attrezzature presentavano residui di cibo.
La titolare dell’esercizio di via Milano, un donna di nazionalità cinese, è stata denunciata ai sensi dell’articolo 5 lett. b della legge 283/1962 per cattivo stato di conservazione degli alimenti. All’interno dei congelatori a pozzetto ubicati nel sotterraneo del locale, gli agenti hanno trovato la pasta tipica cinese (ravioli con ripieno di carne) appoggiata su vassoi privi di involucro e di qualsiasi copertura di protezione da potenziali contaminazioni.
I congelatori avevano le pareti ricoperte da un consistente spessore di ghiaccio che in alcuni punti entrava in contatto con gli alimenti. I ‘civich’ hanno dunque posto sotto sequestro giudiziario circa 31 chilogrammi di pasta fresca affidandola in custodia alla titolare. La stessa è stata anche sanzionata per aver permesso al proprio dipendente di accedere al luogo di lavoro senza essere in possesso del green pass. Anche il dipendente è stato sanzionato e il totale delle sanzioni ammonta a 1.100 euro.
La titolare dell’esercizio di piazza della Repubblica, oltre alla sanzione per carenze igienico sanitarie, è stata anche multata per inosservanza delle linee guida delle normativa Covid–19, in quanto all’esterno del locale vi era un assembramento. Il totale delle sanzioni per lei ammonta a circa 1.400 euro.