CRONACA- Pagina 11

Rapina alle Poste: individuato uno degli autori

I Carabinieri  di Torino hanno individuato uno degli autori della rapina all’ufficio postale di Caselle, avvenuta lo scorso 16 gennaio. È un 44enne del luogo che è stato indagato a piede libero per rapina aggravata in concorso. Secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbe una delle due persone che sono entrate nelle Poste  a volto coperto e armate di pistola e coltello a serramanico. Bottino, meno di duemila euro.

Il termovalorizzatore del Gerbido ha aperto le porte all’ente nazionale Sordi

Il termovalorizzatore del Gerbido ha accolto una numerosa delegazione dell’ente Nazionale Sordi (ENS) di Torino, confermando la sua vocazione all’inclusività e all’apertura di tutti i tipi di pubblici.

La visita, resa possibile grazie al supporto di un interprete LIS, ha coinvolto oltre cinquanta partecipanti che hanno potuto seguire l’intero percorso, dalla presentazione introduttiva al sopralluogo negli spazi degli impianti in modo chiaro e partecipato. L’esperienza è stata arricchita da materiali visivi e infografiche che hanno facilitato la comprensione del processo di termovalorizzazione.

TRM si conferma così un punto di riferimento per la trasparenza e il dialogo con il territorio, offrendo visite su misura per scuole, enti, associazioni, con particolare attenzione però alle esigenze di ogni interlocutore. A testimoniarlo anche i numeri. Nel solo 2024 l’impianto ha infatti ospitato circa 2900 persone per visite didattiche a scuole di ogni ordine e grado, associazioni, professionisti, stakelholder territoriali.

 

Mara Martellotta

Dove sono gli scrutatori?

L’approssimarsi dei referendum del prossimo mese di giugno (e delle elezioni amministrative in alcuni Comuni) ripropone l’annoso problema delle defezioni di quanti vengano incaricati di svolgere la funzione di scrutatori (e Presidenti) nei seggi elettorali.

Vi sono appositi elenchi, nei quali ci si può iscrivere ma che vengono solitamente alimentati in autonomia dai Comuni, ai quali si attinge poi per formare gli equipaggi dei vari seggi.

Soprattutto negli ultimi anni si assiste al fenomeno dell’astensionismo (o dell’assenteismo, se preferite) mettendo così a rischio la formazione delle singole sezioni; malattie improvvise e assenze ingiustificate obbligano il Ministero dell’Interno a correre ai ripari reclutando in fretta i sostituti necessari, anche precettando dipendenti comunali.

Facciamo un passo indietro: negli anni 80, quando cominciai a votare, gli scrutatori erano designati dai vari partiti cosicché ogni partito, se non altro per vigilare che non venissero lesi i propri interessi, proponeva il numero necessario di componenti.

Successivamente vennero istituiti gli elenchi comunali, nei quali potevano iscriversi tutti i cittadini dai 18 anni in su.

Qualche anno fa, almeno a Torino, la precedenza nell’incarico di scrutatore venne data ai disoccupati pensando in tal modo, l’Amministrazione, di risolvere un minimo i problemi economici dei designati.

Fu l’inizio della fine: defezioni enormi, abbandoni durante le operazioni di voto misero in luce la difficoltà di coniugare senso civico, possibilità di guadagno e organizzazione di un diritto-dovere.

Vedremo quest’anno come andrà: certamente si nota, ogni giorno di più, la mancanza di senso civico e di voler partecipare, anche in un aspetto collaterale al voto, alla vita politica del Paese.

Vigilare sul corretto svolgimento del voto e, soprattutto, sullo spoglio delle schede significa garantire al Paese il rispetto della volontà degli elettori; io fin dal 1981 (appena diciottenne, in concomitanza col primo voto) ho sempre prestato servizio come scrutatore tranne durante il servizio militare, quando non mi chiamarono e con la riforma dei disoccupati descritta sopra. Ora si assiste ad una diserzione di massa, inspiegabile da qualsiasi parte la si guardi.

A chi presti servizio come scrutatore (o segretario) viene riconosciuto un compenso di 120 euro per 2 giornate di lavoro; nel caso si svolgano anche elezioni amministrative il compenso è notevolmente superiore. Se consideriamo, dunque, l’aspetto economico rinunciare a tale possibilità significa rinunciare a permettersi una cena per due, un week end da solo o un libro di testo universitario.

Se, guardando all’aspetto civico, pensiamo che è dovere di ognuno di noi garantire la democrazia, il regolare svolgimento delle elezioni, e svolgere incarichi amministrativi allora, a maggior ragione, non si comprende il perché di tale defezione di massa.

E’ vero che l’assenteismo ai seggi si osserva tanto tra gli elettori quanto fra i componenti dei seggi e, dunque, pare essere un fenomeno sociale ancora da studiare; di certo è che occorre arginare, se non sia possibile risolverlo, il fenomeno.

Perché continuiamo a usare schede cartacee e matite, anziché consultare un monitor e apporre una scelta digitale? Sarebbe sufficiente avere due sistemi separati, uno che verifichi se l’elettore ha titolo per votare e l’altro che raccolga il voto, non connessi tra di loro per evitare di abbinare l’elettore al suo voto, con sistemi che ormai qualsiasi azienda informatica può realizzare.

Così facendo si potrebbero unire due sezioni rendendo sufficienti 3-4 componenti, anziché 10, ed il problema sarebbe arginato.

Siamo sicuri di voler risolvere la questione? A chi non conviene?

Sergio Motta

Amici di Lazzaro: no al codice ATECO per “servizi sessuali a pagamento”

Caro direttore,

come associazione Amici di Lazzaro di Torino, che da 25 anni lotta contro la tratta di esseri umani e la liberazione di centinaia di donne vittime della prostituzione per sfruttamento ma anche per fragilità e disperazione riteniamo che l‘introduzione di un codice ATECO per i presunti “servizi sessuali a pagamento”, anche se formalmente motivata dall’esigenza di allinearsi ai codici europei, rappresenti un segnale culturale profondamente sbagliato e inaccettabile.

Tale codice non è applicabile in Italia, poiché il favoreggiamento della prostituzione continua a essere un reato. Tuttavia, il solo fatto che la prostituzione venga classificata come attività economica legittima all’interno di un sistema di codici ufficiali costituisce già di per sé una forma di normalizzazione di uno sfruttamento inaccettabile. La prostituzione non è un lavoro e non può essere equiparata ad esso.

Trasformarla in un’attività “registrabile” equivale a riconoscerla come lavoro, ignorandone le radici di disuguaglianza, violenza e marginalizzazione. Le persone che si prostituiscono – nella stragrande maggioranza dei casi donne – sono spesso vittime di fragilità economiche, sociali o personali. Definire questa realtà come un “servizio” è offensivo e pericoloso.

Il riconoscimento fiscale attraverso un codice ATECO:

  • contraddice i valori costituzionali e i principi di tutela della dignità umana;
  • legittima un immaginario che banalizza la compravendita del sesso, incentivando la domanda da parte dei clienti (quasi esclusivamente uomini);
  • ostacola la lotta alla tratta, offrendo una parvenza di legalità allo sfruttamento;
  • compromette il ruolo dello Stato come garante della giustizia e dei diritti, in particolare quelli delle donne.

Chiediamo al Governo di intervenire con chiarezza e responsabilità, revocando o ridefinendo questo codice, dissociandolo esplicitamente da qualsiasi forma di riconoscimento o accettazione della prostituzione come attività lavorativa.

L’unico intervento normativo sensato è quello che:

  • riduce la domanda, punendo i clienti;
  • persegue chi sfrutta o favorisce la prostituzione;
  • offre alternative concrete a chi ne è coinvolto.

La prostituzione non è un lavoro: è una ferita sociale. Legalizzarla o normalizzarla rappresenta una resa culturale, giuridica e politica.

Paolo Botti
presidente Ass. Amici di Lazzaro Odv
www.amicidilazzaro.it

A Volpiano nasce “Autonomo e Connesso”

 Per favorire l’autonomia delle persone con disabilità in una abitazione confiscata alla mafia

Un immobile confiscato alla criminalità organizzata è pronto a ospitare un cohousing per persone con disabilità. Si tratta dell’abitazione di via Trento 12 a Volpiano. Nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Missione 5 “Inclusione e Coesione”, Componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”, è stato avviato sul territorio dell’Unione dei Comuni Nord Est Torino (Unione NET) il progetto “Autonomo e Connesso”, finanziato attraverso l’investimento 1.2 “Percorsi di autonomia per persone con disabilità” in partnership con la Cooperativa sociale Il Màrgine e in collaborazione con il Comune.

Il progetto “Autonomo e Connesso” mira a favorire percorsi personalizzati di autonomia e inclusione sociale per persone con disabilità lieve, attraverso la co-progettazione del progetto di vita, l’accompagnamento verso soluzioni abitative condivise e il rafforzamento delle competenze personali, relazionali e digitali.

Tra le principali azioni previste:

·        la co-costruzione del progetto individuale con il coinvolgimento attivo di famiglie, operatori e professionisti;

·        il potenziamento delle autonomie domestiche e personali;

·        il supporto psicologico alle famiglie;

·        l’attivazione di percorsi di vita indipendente in appartamenti dedicati nei Comuni di Volpiano e Settimo Torinese;

·        il sostegno all’inserimento lavorativo e lo sviluppo di competenze digitali, anche attraverso strumenti di domotica.

Il progetto, di durata pluriennale, si avvale della collaborazione di un’équipe multidisciplinare composta da educatori, assistenti sociali, psicologi e altri professionisti del settore socio-sanitario. Sono inoltre previsti laboratori, attività sul territorio e momenti di confronto strutturati con famiglie e comunità. L’obiettivo è creare condizioni favorevoli per un’autonomia crescente delle persone coinvolte, attraverso un approccio integrato che valorizzi le competenze individuali e promuova l’inclusione sociale.

Per maggiori informazioni sul progetto è possibile rivolgersi agli uffici dell’Unione dei Comuni o alla Cooperativa sociale Il Màrgine, partner operativo dell’iniziativa.

La Brigata ebraica e la liberazione. Il contributo degli ebrei nella Resistenza, ottant’anni dopo

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A cura di: Fondazione di studi storici Gaetano Salvemini, Associazione ItaliaIsraele di Torino, Centro Studi Nazionale Brigata Ebraica. Con la collaborazione di: Associazione Camis de Fonseca, FNISM – Federazione Nazionale Insegnanti, Consolato Polacco di Torino, Comunità ebraica di Torino

In mostra: dal 15 aprile al 4 maggio | Associazione Camis De Fonseca (Via
Pietro Micca, 15 scala A – 1 piano – Torino), tutti i giorni dalle ore 17:00 alle ore
20:00, chiusura domenica 20 e lunedì 21 aprile

Aperture speciali per visite scuole professori e associazioni scrivere a: info@fondazionecdf.it e lorenzo.cabulliese@fondazionesalvemini.com

Il 25 aprile 2025 si celebreranno gli ottant’anni dalla Liberazione. In occasione di un
anniversario tra i più significativi della storia del nostro Paese, la Fondazione di studi
storici Gaetano Salvemini, Associazione Italia-Israele di Torino, Centro Studi Nazionale
Brigata Ebraica, con la collaborazione di Associazione Camis de Fonseca, FNISM –
Federazione Nazionale Insegnanti, Consolato Polacco di Torino, Comunità ebraica di
Torino intendono fornire uno sguardo di approfondimento a una delle pagine meno
conosciute e più ripudiate della storia della Resistenza: il contributo della popolazione
ebraica nella lotta al nazifascismo.

Gli ebrei sono stati soggetti nel periodo della Seconda guerra mondiale a una
persecuzione e a uno sterminio sistematico senza precedenti, universalmente
riconosciuto, studiato e approfondito, entrato nei libri di storia dalle scuole elementari
ai corsi universitari. Ciò che invece per anni è stato spesso omesso e dimenticato è il
ruolo della Brigata Ebraica nella lotta di Resistenza e il suo valore nella Liberazione
dell’Italia dal nazifascismo.

Nel novembre 1944 sbarcò a Taranto, fra le truppe destinate alla VIII armata inglese,
una brigata di volontari composta da circa 5.000 uomini con un sorprendente vessillo.
Il vessillo era sconosciuto, ma su di esso vi era un simbolo che tutti avevano già visto:
la stella gialla a sei punte del popolo ebraico. I soldati erano tutti ebrei.

Molti dei volontari della Brigata Ebraica provenivano infatti dalla Palestina del Mandato
Britannico, l’antica Terra di Israele, altri dall’Europa, altri ancora dal Canada, Sud Africa
e Australia. Gli ebrei arruolati nell’esercito britannico in Palestina erano assai più
numerosi: circa 30.000, tuttavia, la Brigata Ebraica fu l’unica a combattere il
nazifascismo sotto una bandiera propria.

Il progetto prevede l’esposizione della mostra “La Brigata Ebraica e la Liberazione”
dal Centro Studi della Brigata Ebraica di Milano e una serie di eventi ad essa correlati
nelle date di apertura dell’esposizione. Inoltre, è prevista una formazione docenti
accreditata sul ruolo delle minoranze religiose nel processo di Liberazione: nello
specifico sugli ebrei e sui valdesi, con l’invito a tutti gli istituti scolastici e i docenti a
portare in visita le proprie classi all’installazione.

Attività:
– Formazione docenti: “Le minoranze religiose nella lotta di Liberazione”
14 aprile 2025 h 16:00 | Liceo Einstein | “I valdesi nella Resistenza” con Bruna
Peyrot

28 aprile 2025 h 16:00 | Polo del ‘900 | “Gli ebrei nella Resistenza” con Stefano
Scaletta

Al fine di fornire uno strumento didattico a tutto tondo, sarà inoltre prevista una
formazione docenti accreditata attraverso la FNISM per la durata di due incontri
da due ore ciascuno sul ruolo delle minoranze religiose nella Resistenza. Nello
specifico verrà approfondito il ruolo dei valdesi grazie al contributo della storica
Bruna Peyrot e quello degli ebrei e della Brigata Ebraica grazie al contributo dello
studioso Stefano Scaletta.

– Proiezione del film “In our own hands” (Soli nelle nostre mani), martedì 15
aprile ore 18:00 Presso l’associazione Camis De Fonseca (Via Pietro Micca, 15
scala A – 1 piano – Torino), durata di 1 ora e 20 minuti con sottotitoli in italiano; a
cura del Museo della Comunità ebraica di Trieste Carlo e Vera Wagner. La
storia nascosta della Brigata Ebraica durante la Seconda Guerra Mondiale; regia
di Chuck Olin

– Presentazione libro “La Brigata ebraica tra guerra e salvataggio dei
sopravvissuti alla Shoah (1939-1947)” di Stefano Scaletta martedì 22 aprile ore
17:30 Presso l’associazione Camis De Fonseca (Via Pietro Micca, 15 scala A – 1
piano – Torino). Dialogheranno con l’autore: Davide Riccardo Romano, Silvio
Zamorani e Stefano Magni

– Proiezione del film “Freedom is not a gift from heaven” (La libertà non piove
dal cielo) venerdì 25 Aprile ore 18:00 Presso l’associazione Camis De Fonseca
(Via Pietro Micca, 15 scala A – 1 piano – Torino), durata 1 ora con sottotitoli in
italiano, con Simon Wiesenthal 1994; regia di Willy Lindwer

– Presentazione del libro di Ugo Rosenberg “Tutto iniziò da quel finestrino. La
storia di Kurt Rosenberg” (edizionicroce 2024), lunedì 28 Aprile ore 18:00
presso l’associazione Camis De Fonseca (Via Pietro Micca, 15 scala A – 1 piano –
Torino), dialoga con l’autore Ulrico Leiss de Leimburg, Console Onorario della
Repubblica di Polonia a Torino che mostrerà anche il breve documentario
storico “Dalla Polonia in Israele. I soldati ebrei dell’Armata di Anders”, prodotto
dal Consolato Polacco in Italia.

– Mostra “La Brigata Ebraica e la Liberazione”
La mostra prevede una serie di dodici pannelli esplicativi sul contributo degli
ebrei nella Seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra e sulla storia
della Brigata Ebraica. A completare l’esposizione, due teche con materiale
originale e due manichini con riproduzione di divise.

La mostra sarà inaugurata martedì 15 aprile alle ore 13:00 sino alle ore
20:00 presso gli spazi dell’Associazione Camis De Fonseca, con aperitivo. E’
prevista un’anticipazione dell’inaugurazione riservata ai giornalisti alle ore
11:00 del medesimo giorno.

Interverranno: Marco Brunazzi (presidente Fondazione Salvemini), Laura Camis
De Fonseca (presidente Associazione Camis De Fonseca), Dario Disegni
(presidente Comunità Ebraica di Torino), Davide Riccardo Romano (direttore
Centro studi Brigata Ebraica), Stefano Scaletta (curatore della mostra), Marco
Carlo Zanetti (presidente Associazione Italia Israele di Torino).
È prevista una conferenza stampa di presentazione della mostra riservata ai
giornalisti alle ore 12:00 del medesimo giorno, con la presenza del
curatore Stefano Scaletta.

Alberto Fabris nuovo segretario generale della Cisl Medici Piemonte

Alberto Fabris, 58 anni, chirurgo oncologo presso la Città della Salute e della Scienza di Torino, è il nuovo segretario generale della Cisl Medici Piemonte. L’ha eletto il Consiglio generale della Federazione al termine del congresso che si è svolto nella serata di venerdì 11 aprile 2025 nella sede Cisl Piemonte di via Sant’Anselmo 11, a Torino. Fabris succede a Mariasusetta Grosso che ha guidato la federazione negli ultimi anni. Ad affiancare Fabris in segreteria regionale saranno Paola Anna Silvaplana e Claudia Di Santo. All’assise regionale hanno preso parte il reggente della Cisl Medici nazionale e segretario confederale, Ignazio Ganga, e il segretario generale Cisl Piemonte, Luca Caretti. Fabris, che si è laureato in Medicina e Chirurgia presso la facoltà di Medicina dell’Università di Torino nel 1991, è padre di 4 figli e sin dagli esordi ha svolto attività sindacale nella sua azienda ospedaliera. Fino a qualche settimana fa ha ricoperto il ruolo di segretario generale della Cisl Medici Torino-Canavese. Impegnato nel mondo del volontariato, pratica l’apnea e il kayak ed ama i viaggi in camper. “La parola chiave – ha detto Fabris dopo la sua elezione – è ‘insieme’. Solo così potremo lavorare con profitto e sinergia nel difficile e complicato ambito del sistema socio-sanitario regionale, continuando a confrontarci sulle questioni di merito e sui problemi del personale medico e della dirigenza sanitaria all’interno di tutte le strutture della nostra regione”.

Oggi si corre ‘La Mezza di Torino’, previste modifiche viabili

Domenica 13 Aprile si svolgerà la manifestazione sportiva denominata ‘La Mezza di Torino’, gara podistica di tipo competitivo sulla distanza di 21 km, all’interno della quale si svolge anche la gara sulla distanza di 10 km denominata ‘La Dieci di Torino’. La Mezza effettuerà due giri del percorso mentre la Dieci un solo giro. La gara partirà alle ore 08.30 dal tratto di via Po compreso tra piazza Castello e via San Francesco da Paola.

Il percorso (21 km – 2 giri; 10 km, 1 giro)
Partenza da via Po angolo via Bogino, poi piazza Vittorio Veneto (centrale), lungo Po Diaz, corso Cairoli (pista ciclabile area Garibaldi), Ponte Umberto I, corso Moncalieri (semi carreggiata ovest lato fiume), Ponte Isabella, rotonda Dante (lato nord/est), corso Sclopis, via Petrarca, corso Massimo D’Azeglio (carreggiata laterale est), sottopasso Lanza (carreggiata est) corso Dogliotti (uscita sottopasso, carreggiata est), piazza Polonia, corso Dogliotti (carreggiata ovest), sottopasso Lanza (carreggiata ovest), corso Massimo D’Azeglio (carreggiata est), corso Vittorio Emanuele II (carreggiata centrale), corso Cairoli (carreggiata principale), lungo Po Diaz, piazza Vittorio Veneto (perimetrale sud), via Principe Amedeo, via Accademia Albertina, via Po (inizio secondo giro),  piazza Vittorio Veneto (centrale), lungo Po Diaz, corso Cairoli (pista ciclabile area Garibaldi), Ponte Umberto I, corso Moncalieri (semi carreggiata ovest), Ponte Isabella, rotonda Dante (lato sud/est), corso Galileo Galilei (semi carreggiata est), corso Galileo Galilei (semi carreggiata ovest), Rotonda Dante (lato sud/ovest), corso Dante (semi carreggiata sud), corso Dante (semi carreggiata nord), Rotonda Dante (lato nord/ovest), corso Sclopis, via Petrarca, corso Massimo D’Azeglio (carreggiata laterale est), sottopasso Lanza (carreggiata est) corso Dogliotti (uscita sottopasso, carreggiata est), piazza Polonia, corso Dogliotti (carreggiata ovest), sottopasso Lanza (carreggiata ovest), corso Massimo D’Azeglio (carreggiata est), corso Vittorio Emanuele II (carreggiata centrale), corso Cairoli (carreggiata principale), lungo Po Diaz, piazza Vittorio Veneto (perimetrale sud), via Principe Amedeo, via Accademia Albertina, via Po (arrivo, termine gara).

Chiusure stradali
Dalle ore 7.50 alle ore 11.30 circa, l’area interessata dal percorso sarà soggetta a chiusure o modifiche viabili. L’intero tracciato di gara sarà interdetto alla circolazione veicolare dalle ore 7.50 fino a cessate esigenze. Via Po, nel tratto tra piazza Castello e via San Francesco da Paola sarà chiusa per tutta la durata della manifestazione compresi i periodi di allestimento e disallestimento e comunque tra le ore 04.00 e le 15.00.

Via Battisti (da via Bogino), via Carlo Alberto (da via Battisti) e via Virginio (da via Verdi) saranno chiuse dalle 07.50 alle 11.30 e comunque sino al transito del fine corsa all’arrivo.

Principali chiusure viabili: corso Cairoli (carreggiata est), corso Moncalieri in direzione Moncalieri, corso Dante nel tratto corso Massimo D’Azeglio-Ponte Isabella, tutto corso Galileo Galilei (ma sarà garantita l’uscita dal parcheggio sotterraneo), Sottopasso Lanza ambo le direzioni, corso Massimo D’Azeglio carreggiata est e laterale est (direzione nord), corso Vittorio Emanuele II (tratto D’Azeglio-ponte Umberto I). Lungo Po Cadorna sarà coinvolto in alcune fasi di chiusura, indicativamente sino alle 08.45. Corso Massimo D’Azeglio carreggiata laterale est, tratto ponte Balbis – corso Dante: chiuso dalle 07.50 alle 10.45 circa (da corso Bramante – ponte Balbis).

Ponti chiusi
– Ponte Vittorio Emanuele I: chiuso in direzione Gran Madre dalle 07.50 alle 08.45 circa; sarà aperto da San Maurizio verso la Gran Madre dalle 08.45 circa;
– Ponte Umberto I, chiuso dalle ore 07.50 alle 11.00;
– Ponte Isabella (con rotonda Dante, Corso Galileo Galilei e corso Dante), chiuso in entrambe le direzioni dalle 07.50 alle 10.45.

Sottopassi chiusi
Il sottopasso Lanza è percorso di gara per entrambi i giri; chiusura dalle 07.50 sino a cessate esigenze.

Ponti aperti
Ponte Sassi;
Ponte Regina Margherita;
Ponte Vittorio Emanuele I (da Gran Madre in direzione centro);
Ponte Balbis.

Assi viabili aperti
piazza Castello resterà sempre aperta; divieto di ingresso in via Po;
via Verdi sarà percorribile sino a via Rossini con obbligo di svolta a sinistra – verso corso San Maurizio;
ponte Sassi;
corso Regina Margherita e ponte Regina;
corso Casale e piazza Gran Madre
corso Moncalieri, tratto Gran Madre – Fiume, ambo le direzioni;
corso Moncalieri, tratto Fiume – ponte Isabella, aperto  in direzione nord;
corso San Maurizio e via Napione;
via Giolitti e via Cavour;
corso Cairoli, solo carreggiata laterale Ovest;
corso Vittorio Emanuele II, eccetto tratto D’Azeglio – Cairoli;
corso Bramante e ponte Balbis;
corso Massimo D’Azeglio, solo in direzione sud nel tratto Vittorio Emanuele – Bramante;
corso Unità d’Italia (tutto) e corso Dogliotti (solo in superficie).

Divieti di sosta
Lungo tutto il percorso sarà in vigore il divieto di sosta con rimozione forzata dei veicoli, compresi i velocipedi, i veicoli elettrici e quelli riferibili alla mobilità sostenibile (monopattini e assimilabili), dalle 00.30 di domenica 13 aprile, fino al termine della manifestazione (ore 11.30).

Parcheggi sotterranei
Vittorio Veneto – L’accesso e l’uscita del parcheggio su entrambi i lati della piazza saranno chiusi dalle 07.00 alle 12.00.

Aree Taxi
Saranno sospese le seguenti aree adibite allo stazionamento dei taxi:
Vittorio Veneto – dalle 07.00 alle 11.30 di domenica 13 aprile;
viale Virgilio–dalle 07.00 alle 11.30 di domenica 13 aprile.

Trasporti pubblici
I percorsi di alcuni mezzi di trasporto pubblico transitanti nell’area interessata dalla manifestazione subiranno deviazioni. Per dettagli sulle linee deviate, visionare il sito internet di GTT https://www.gtt.to.it/cms/ alla pagina https://www.gtt.to.it/cms/avvisi-e-informazioni-di-servizio/11856-la-mezza-e-la-dieci-di-torino-domenica-13-aprile-2025-variazioni-linee

Divieto bottiglie e contenitori idonei all’offesa
Dalle ore 07.00 alle 12.00 di domenica 13 aprile e sino a cessate esigenze, sarà vietata la vendita per asporto, la cessione a qualsiasi titolo, il consumo e la detenzione in luogo pubblico di cibi e bevande contenuti in contenitori in vetro e/o metallo che possano essere impropriamente utilizzati costituendo pericolo per la pubblica incolumità nell’intera area di via Po e di piazza Vittorio Veneto (ORDS 84).

Sinistra ecologista: “Inaccettabile episodio incendio clochard”

Ciò che è accaduto stanotte in Piazza Risorgimento, pone ancora una volta la luce su una tematica importante, seppur complessa, per la nostra Città: la responsabilità verso le situazioni di povertà.
Ad oggi, le dinamiche dell’accaduto non sono ancora state chiarite, ma se il lavoro delle autorità preposte dovesse dimostrare la dolosità dell’origine dell’incendio  si tratterebbe di  un gesto gravissimo.
<< La persona che ha rischiato di essere coinvolta nell’incendio di Piazza Risorgimento ci è nota e la sua presenza, così come quella della seconda che ogni tanto si ricovera in piazza, è da noi monitorata costantemente – dichiara Alberto Re, presidente della Circoscrizione 4, che continua – Si tratta di persone innocue e che pur vivendo per strada non hanno mai generato problemi di ordine pubblico e che cercano di vivere rispettando i luoghi e le persone del quartiere>>.
Sara Diena, capogruppo in comune di Sinistra Ecologista aggiunge: << è inaccettabile che ci siano persone e forze politiche che strumentalizzano questi terribili episodi per diffondere odio e paura nei confronti di chi non ha il privilegio (perché dire diritto sarebbe una bugia) di avere un tetto sopra alla testa >>
Come Sinistra Ecologista, continueremo a vigilare affinché non vengano pregiudicate   incolumità e dignità delle persone senza dimora. Senza dimenticare, che è necessario continuare un lavoro culturale di ricucitura del tessuto sociale e di supporto alle fragilità che non metta gli ultimi contro i penultimi.
SINISTRA ECOLOGISTA

Scolmatore Chiusa di San Michele, il sindaco Cantore: “Un successo la manifestazione”

Esprimo la mia soddisfazione e quella dellAmministrazione comunale per la riuscita della manifestazione di questa mattina IL CANALE SCOLMATORE DI CHIUSA DI SAN MICHELE DEVE ESSERE COMPLETATO!.

Riuscita per due motivi: il primo per la partecipazione di numerosi cittadini  e del Presidente dellUnione Montana Valle di Susa Pacifico Banchieri insieme a diversi Sindaci; il secondo perché ha già sortito un effetto: il Vicesindaco della Città Metropolitana Jacopo Suppo ci ha comunicato che RFI, proprio in questi giorni,ha formalizzato un parere non ostativo condizionato ad un incontro tecnico che avverrà prossimamente e che ANAS ha comunicato di aver preso in carico la pratica e che la risposta arriverà nei prossimi mesi.

E evidente che questa iniziativa di protesta civile organizzata dalla nostra Amministrazione insieme al Comune di Vaie con il Sindaco Enzo Merini unitamente al lavoro di questi ultimi mesi inizia a produrre i primi effetti, speriamo non si fermino li e si giunga presto al completamento dellopera. Se così non fosse a luglio convocheremo un Consiglio Comunale aperto congiunto convocando RFI e ANAS.

E importante ricordare che il completamento del Canale scolmatore che consiste  nella realizzazione dello scarico in Dora del bacino di laminazione situato tra il Comune di Chiusa di San Michele e il comune di Vaie, è fermo ormai da diverso tempocausa ritardi burocratici da parte di RFI e ANAS nel dare il parere preventivo e il nulla osta per lattraversamento delle loro sediviarie.

A oggi lo scarico delle acque che dai rii della montagna si riversano nel bacino per essere poi dirottati in Dora non è completato e il Comune di Chiusa di San Michele rischia il suo allagamento se si dovessero verificare eventi alluvionali.

Non si può più aspettare, la sicurezza dei Cittadini e dell’abitato deve essere garantita nel più breve tempo possibile.

Desidero ringraziare il Vicesindaco Suppo che dai primi giorni del mio insediamento da Sindaco ha condiviso con me la gravità della situazione e lurgenza, dimostrando attenzione, disponibilità e operatività nel dare un impulso alla soluzione dei ritardi burocratici.

Riccardo Cantore

Sindaco Chiusa di San Michele