Ci sono volute due pattuglie di Carabinieri della Compagnia di Cossato per bloccare un individuo seminudo che girava per strada nel Biellese. Brandiva un martello con il quale si colpiva ripetutamente le gambe.L’uomo, torinese, era sanguinante ed in evidente stato di agitazione, continuava a martellarsi e a urlare frasi sconnesse. Ben quattro Carabinieri hanno dovuto ricorrere all’utilizzo dello spray al peperoncino per permettere al medico presente di somministrare un sedativo ed effettuare una prima medicazione. L’uomo è stato portato all’Ospedale di Ponderano. Si tratta di un cinquantenne recatisi nel Biellese per una trattativa immobiliare.
“Il fascismo degli antifascisti”
Radicali: Sede Torinese vandalizzata per ritorsione contro le bandiere portate in corteo.
“Non bastava essere stati accerchiati, spintonati, insultati per l’intera durata della manifestazione e aver dovuto discutere animatamente perché ci fosse consentito di prendere parte al corteo da chi non aveva il diritto di vietarcelo, adesso la nostra sede è anche stata vandalizzata da chi si definisce orgogliosamente antifascista, ma che, i metodi fascisti di ritorsione contro chi la pensa diversamente, non ha alcun problema a utilizzarli”. Lo dichiarano il Consigliere Comunale di +Europa e Radicali Italiani, Silvio Viale, insieme ai coordinatori dell’associazione Radicale Adelaide Aglietta, Andrea Turi, Daniele Degiorgis e Patrizia De Grazia.
“Ieri sera, al corteo del 25 Aprile, abbiamo marciato sventolando le bandiere Ucraine, dell’Unione Europea e della NATO. Nel cuore della nostra Europa, c’è una nuova resistenza, ci sono dei nuovi partigiani che una mattina di due mesi fa, si sono svegliati e hanno trovato l’invasor. Un invasore il cui obiettivo non è il Donbass, o l’Ucraina, ma l’Europa intera, il suo modello democratico, i suoi valori, le regole del suo stato di diritto. In altre parole: tutti noi. Chi in Ucraina combatte contro Putin, anche a costo della propria vita, per liberarsi e liberarci da quell’invasore, è a tutti gli effetti un partigiano. Sventolare la bandiera dell’Ucraina, insieme a quelle dell’Unione Europea e della NATO (due ombrelli che, anche nelle loro imperfezioni, ci rendono più forti di fronte a quell’invasore), significa difendere i valori dell’antifascismo nel presente del mondo in cui viviamo. Porre sullo stesso piano NATO e Putin è folle. Anche grazie all’Alleanza Atlantica è stato possibile un processo di democratizzazione, al riparo dalle mire imperialiste del dittatore russo. La guerra in Ucraina ha un nome e un cognome: Vladimir Putin. La NATO non ha svolto alcun ruolo, se non quello di provare in tutti i modi ad aiutare l’Ucraina a difendersi e a difenderci. Avevamo il diritto di partecipare con quelle bandiere era un corteo pubblico. Il pensiero unico, l’intimidazione, la censura, le ritorsioni, non sono strumenti democratici. Ricordano qualcos’altro. Qualcosa che un 25 Aprile fummo in grado di sconfiggere, ma che durante questo 25 Aprile è tornato a manifestarsi contro di noi in modo agghiacciante. L’antifascismo non è una bandiera, ma un metodo. Un metodo che ieri e questa notte è stato schiacciato dalla violenza degli antifascisti”.
Oggi, a Roma il convegno organizzato da Radicali Italiani, dal titolo “25 aprile anche per l’Ucraina”, visibile al link:
https://www.facebook.com/events/929650184370241Qui invece, il link per firmare l’appello Putin all’Aja:
https://radicali.it/putin-allaja/
Ieri bandiere della Nato e del Pd bruciate al corteo del 25 Aprile, a Torino
Invece la scorsa notte una sede del Partito Democratico, in via Oropa, e quella dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta in via san Dalmazzo sono state imbrattate con scritte in vernice rossa ”servi della Nato e della guerra”.
Il commento di Silvio Viale, esponente dei Radicali Italiani e consigliere comunale di maggioranza nel gruppo Lista Civica per Torino: “I pacifisti nostalgici del Patto di Varsavia hanno le mani insanguinate del popolo ucraino: non perdono occasione per confermarlo. E piaccia o non piaccia i nuovi partigiani sono gli Ucraini e i nuovi nazi-fasci sono i Russi. E in Italia noi difendiamo i valori di libertà anche per loro, quelli che fossilizzati nella storia ci odiano da quarant’anni”.
Nella notte fra sabato e domenica, personale della Polizia di Stato ha coordinato un servizio straordinario interforze disposto con ordinanza del Questore nelle zone del centro cittadino maggiormente interessate dalla movida, in particolare nell’area di Piazza Santa Giulia, San Salvario, Piazza Vittorio Veneto e via Matteo Pescatore.
Complessivamente sono stati controllati 25 esercizi commerciali e un centinaio di persone. Nel corso dell’attività sono state diverse le sanzioni. In via Rossini un locale è stato sanzionato per la vendita di alcolici oltre l’orario consentito, un secondo in piazza Santa Giulia per la violazione di diverse norme amministrative. Due sanzioni anche in via Matteo Pescatore per violazione del regolamento di polizia urbana.
Scontro sulla tangenziale, due feriti
Sulla tangenziale di Torino, nel comune di Rivoli, sull’interscambio direzione nord-Milano nelle scorse ore si sono scontrate due auto.
Feriti lievemente i conducenti, trasportati in codice verde all’ospedale di Rivoli.
Il personale Ativa è intervenuto con la polizia stradale per i rilievi e per sbloccare il traffico.
Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo ha detto che “Il 25 aprile è sempre stata una data molto sentita dai torinesi, legata alla carne viva delle famiglie dei tanti partigiani che hanno lottato e dato la vita per una libertà mai scontata. Ma quest’anno la giornata ha un valore in più di riflessione, perché ci chiede ancora una volta da che parte stare”.
Il primo cittadino ha aggiunto: “per quanto sta accadendo in Ucraina è difficile trovare una posizione esente da controindicazioni, tutti vogliamo la pace, e non è facile trovare le strade giuste per arrivarci. Per questo vedo nel 25 aprile una grande opportunità di riflessione sulla nostra storia e di unione sui nostri valori fondanti”.
In occasione di tre ricorrenze dal profondo valore civico, il 25 aprile (anniversario della Liberazione), il 2 giugno (festa della Repubblica italiana) e il 4 novembre (giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate), cinque istituzioni pubbliche che hanno sede in edifici storici torinesi aprono le loro porte per offrire un percorso insolito, nel cuore della città.
L’evento è promosso dalla Città di Torino – Presidenza del Consiglio comunale e dalla Prefettura di Torino, con la collaborazione della Città metropolitana di Torino, di Turismo Torino e Provincia, dei Musei Reali e dell’Archivio di Stato di Torino.
L’itinerario ha inizio a Palazzo Civico, storica sede del municipio cittadino, inserita nel nucleo originario della Torino di fondazione romana. Il percorso di visita, la cui partenza è prevista dal Cortile d’Onore del Palazzo stesso, di impianto tipicamente barocco, si snoderà attraverso le sue Sale Auliche: lo Scalone d’Onore seicentesco, la neoclassica Sala dei Marmi e il suo loggiato, la Sala delle Congregazioni, la splendida Sala Rossa, cuore della vita amministrativa torinese, per concludersi presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale che, eccezionalmente, aprirà le sue porte ai visitatori.
Percorse le vie che collegano il Palazzo di Città con Piazza Castello, si raggiungono i Musei Reali per la visita nelle sale di rappresentanza di Palazzo Reale, centro di comando della dinastia sabauda e prima reggia dell’Italia unita. Si sale al piano nobile attraverso lo Scalone d’Onore, commissionato dal re Vittorio Emanuele II all’architetto Domenico Ferri nel 1861, all’indomani dell’Unità d’Italia, quando per i Savoia si prospettava un ruolo nazionale con Torino capitale del nuovo regno. È un’architettura di gusto eclettico, con una decorazione ispirata a modelli barocchi. Si entra nel grande salone delle Guardie Svizzere, si attraversano numerose sale fastose tra cui quella del trono per giungere nella Galleria Beaumont, che prende il nome dal pittore di corte incaricato di dipingerne la volta. Qui ha sede l’Armeria Reale, che accoglie la raccolta dinastica di armi e armature antiche. Aperta al pubblico nel 1837 è una delle istituzioni culturali che Carlo Alberto promuove insieme alla quadreria di Palazzo Madama, futura Galleria Sabauda, l’Accademia Albertina e la Biblioteca Reale. Al termine lo scalone alfieriano che collega gli appartamenti reali con le costruzioni destinate alle Segreterie di Stato, agli Archivi di Corte e al Teatro.
Il Palazzo delle Segreterie, oggi Prefettura, era destinato ad accogliere le funzioni amministrative. Il primo progetto si deve ad Amedeo di Castellamonte ed è contenuto nelle tavole del Theatrum Sabaudiae (1682). Il cantiere fu però interrotto poco dopo l’avvio delle fondazioni, per essere ripreso soltanto nel 1731 da Filippo Juvarra. Il famoso architetto, incaricato da Vittorio Amedeo II, aggiorna il progetto adeguandolo alla nuova funzione dell’edificio, destinato ad accogliere le Segreterie, che costituivano il vertice dell’apparato centrale di governo del sovrano. Nel 1738, due anni dopo la scomparsa di Juvarra, il nuovo architetto regio Benedetto Alfieri assume la direzione della fabbrica, lavorando in continuità col suo predecessore.
La destinazione ministeriale, amministrativa del palazzo rimane tale anche durante la dominazione francese, cosi come durante la restaurazione e nell’epopea risorgimentale. Dopo l’Unità d’Italia e il trasferimento della capitale nazionale a Firenze, nel 1866, il Palazzo delle Segreterie diviene sede della Prefettura di Torino.
La Galleria, ideata da Juvarra ma realizzata da Benedetto Alfieri tra il 1738 e il 1756, è un lungo ambiente di raccordo tra la Galleria Beaumont e gli Archivi di Corte, affacciata sui Giardini Reali. La decorazione della volta risale alla stagione del rinnovamento dei reali palazzi voluto da Carlo Alberto.
Dalla Galleria si passa all’aula del Consiglio della Città metropolitana di Torino, già Provincia di Torino. Nel 1864 Torino non è più capitale. Gli intendenti delle Segreterie vengono sostituiti dai Prefetti ai quali viene collegato un consiglio provinciale. L’ampia sala dedicata alle riunioni del consiglio, con le sue decorazioni, è un’interessante espressione dei modelli eclettici propri del periodo umbertino, ispirati alla tradizione pittorica e architettonica italiana.
Dall’aula metropolitana si giunge all’Archivio di Stato le cui sale furono ideate ancora una volta da Juvarra per conservare i documenti dell’Archivio di Corte, tuttora custoditi nelle «guardarobe» che circondano le stanze. Originariamente i Regi Archivi erano uno dei luoghi più segreti dello Stato sabaudo: potevano accedervi solo il re, i suoi ministri e gli archivisti.
L’itinerario attraverso i palazzi delle istituzioni si conclude con la visita della preziosa Biblioteca antica dell’Archivio e termina con lo scalone juvarriano, antica via di accesso e di uscita dalle sale dell’Archivio di Corte.
Modalità di visita
I gruppi saranno accompagnati nella visita dai volontari delle istituzioni coinvolte, insieme agli studenti dell’Istituto Norberto Bobbio di Carignano impegnati in un progetto di alternanza scuola-lavoro. L’ingresso è gratuito esclusivamente su prenotazione. Per l’accesso in Prefettura è necessario esibire un documento di identità.
Informazioni e Prenotazioni: www.turismotorino.org/visite_palazzi_istituzioni
Turno A: partenza da Palazzo Civico ore 14.00; partenza da Palazzo Reale 16.00
Turno B: partenza da Palazzo Civico ore 14.25; partenza da Palazzo Reale 16.15
Turno C: partenza da Palazzo Civico ore 14.50; partenza da Palazzo Reale 16.30
Turno D: partenza da Palazzo Civico ore 15.15; partenza da Palazzo Reale 16.45
Massimo 25 persone per gruppo.
Accessibilità
Il percorso è interamente accessibile a persone con disabilità motoria che facciano uso di carrozzina manuale, grazie all’impiego di un montascale cingolato (manovrato da personale dedicato) nello scalone di collegamento tra Armeria Reale e Prefettura. Coloro che utilizzano una carrozzina elettrica possono eventualmente servirsi della carrozzina manuale in dotazione ai Musei Reali. Per coloro che non volessero fare il percorso con la carrozzina e/o con il montascale cingolato, sarà possibile entrare direttamente nella Prefettura, saltando i Musei Reali, che potranno essere visitati in altra data.
Un 41enne italiano ha rubato articoli alimentari per un valore di 250 euro al supermercato In’s di Nichelino.
Non aveva documenti di riconoscimento ma è stato identificato dai carabinieri.
L’uomo era inoltre oggetto di ordine di carcerazione del tribunale di sorveglianza ed è stato recluso nel carcere Torino.
A Torino insieme alle proiezioni dei vincitori del concorso Fare Memoria
Lunedì 25 aprile 2022 | ore 16:30
Torino – Museo Diffuso della Resistenza
Proiezione opere vincitrici concorso Fare Memoria e proiezione del film “Il partigiano Carlo. Ricordi resistenti di un maestro del cinema” (omaggio a Carlo Lizzani) di Roberto Leggio.
Ingresso gratuito – www.valsusafilmfest.it
Lunedì 25 aprile Il Valsusa Filmfest si sposta Torino dove, alle ore 16:30 al Museo Diffuso della Resistenza di Torino – Polo del ‘900 e in collaborazione con le sezioni ANPI della Valle di Susa verranno presentati il film “Il partigiano Carlo. Ricordi resistenti di un maestro del cinema”, un bellissimo omaggio a Carlo Lizzani ad opera di Roberto Leggio, oltre al filmato vincitore e il filmato che ha ottenuto la menzione speciale nella sezione di concorso Fare Memoria.
“Il partigiano Carlo – Ricordi resistenti di un maestro del cinema”
Prodotto da Roberto leggio e Jakub Zielinsky
Con Carlo Lizzani e Mario Fiorentini
Scritto da Roberto Leggio
Immagini e montaggio di Jakub Zielinski
Musiche di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni
Sinossi: A settanta anni dalla fine della Liberazione, Carlo Lizzani racconta della sua attività di partigiano durante l’occupazione di Roma. Un omaggio, diverso ad un grande maestro del cinema attraverso i ricordi suoi e quelli dell’amico Mario Fiorentini, partigiano gappista, che svela la loro settantennale amicizia, divisa tra lotta politica, arte, cultura e cinema.
L’opera vincitrice della sezione di concorso Fare Memoria è “La vera storia della partita di nascondino più grande del mondo” dei registi Paolo Bonfadini, Irene Cotroneo e Davide Morando (durata 10’ 42”; Anno 2021)
Sinossi: Un breve conto alla rovescia e si parte: a Serravalle Langhe inizia la settantaseiesima edizione della partita di nascondino più¹ grande del mondo. Edo, il Cercatore di quest’anno, deve trovare ognuno dei 300 abitanti del paese. 299, in realtà: l’ultimo concorrente sfuggito al Cercatore sarà il vincitore della Nocciola d’Oro. La competizione, che ha fruttato a Serravalle ben due Guinness World Record, è particolarmente sentita da tutta la comunità e rappresenta un’avventurosa occasione per spezzare la quotidianità e trascorrere qualche giorno lontano dalla routine. Grazie al suo tradizionale legame con la Storia, il nascondino di Serravalle Langhe è al contempo una preziosa occasione per riflettere e fare memoria: attraverso il gioco, la comunità ricorda le vicende della Resistenza partigiana, che tanto ha caratterizzato i comuni dell’Alta Langa durante la Seconda Guerra Mondiale.
Motivazione della giuria
per il messaggio universale saputo dare con leggerezza nonostante la serietà della tematica; per la capacità evocativa che rende il filmato coinvolgente. Coinvolgente grazie alla partecipazione corale dell’intera comunità del piccolo paese della Langhe dove è ambientata la storia.
La menzione speciale della sezione Fare Memoria è stata destinata a “Il nostro fiume” dei registi di Isabella Valenti, Chiara Maccagni e alunni (Durata15’ 00”, anno 2021).
Sinossi: Tre parole chiave: “Resistenza”, “Memoria”, “Solidarietà “, per definire l’anima di questo luogo. Alfonsine si racconta con gli occhi dei ragazzi, attraverso la letteratura, la storia e le impronte indelebili che la seconda guerra mondiale ha lasciato sul territorio, lo spirito di solidarietà che è nato durante la ricostruzione del paese in macerie e continua ancora oggi, il Fiume che recupera la memoria collettiva e intraprende un percorso di rinascita passando il testimone di generazione in generazione, senza soluzione di continuità.
Motivazione della giuria
Per aver saputo unire generazioni differenti in un’unica narrazione di memoria e territorio.
IL XXVI VALSUSA FILMFEST
Il Valsusa Filmfest è un festival itinerante che nel corso degli anni è diventato un importante presidio culturale per il territorio – grazie al coinvolgimento di scuole, associazioni, cooperative e tante singole persone – con l’obiettivo di promuovere cultura e di dare ampio spazio alle nuove generazioni e ad eventi che aiutino a riflettere e a cogliere i cambiamenti sociali, culturali e politici della contemporaneità.
In coerenza con la sua storia e i suoi valori di riferimento, ritenendo che l’essenza di una manifestazione culturale sia data principalmente dalla sua capacità di creare condivisione, socialità, vicinanza, senso di comunità e appartenenza tra tutte le persone coinvolte – organizzatori e pubblico insieme – il tema portante scelto per questa edizione è quello delle COMUNITA’, intese come “modello da seguire per restituirci la capacità di pensare a un modo differente di convivere, per riabituarci a sognare un altro mondo possibile” [cit. Carlo Petrini] o come “grande antidoto agli individualismi che caratterizzano il nostro tempo, a quella tendenza diffusa oggi in Occidente a concepirsi e a vivere in solitudine” [cit. Papa Francesco].
Negli eventi in programma tra il 29 aprile e il 7 maggio sono in programma altre proiezioni delle opere selezionate nella sezione de concorso cinematografico “Fare Memoria”, presentazioni fuori concorso di film di Nicolò Bongiorno, Daniele Gaglianone e Gabriele Vacis, con la presenza dei registi, e proiezioni di film sul tema della montagna per la rassegna Cinema in Verticale.
L’educazione civica e il suo insegnamento
Un importante convegno di Apidge all’Istituto Cena di Ivrea
L’educazione civica ed il suo insegnamento sono stati al centro di un interessante convegno che si è svolto giovedì pomeriggio all’Istituto di istruzione superiore ‘Cena’ di Ivrea organizzato in collaborazione con Apidge – Associazione professionale insegnanti discipline giuridiche ed economiche.
I lavori sono stati introdotti da Elisabetta Rizzo, coordinatore per il Canavese e la Valle d’Aosta dell’associazione e hanno visto gli interventi del provveditore agli Studi della di Cuneo, Maria Teresa Furci, del sovrintendente agli Studi della Regione Valle d’Aosta, Marina Fey, cui è seguita la presentazione del libro Salus Civitatis. La necessità dell’insegnamento delle materie del Diritto e dell’Economia Politica nella scuola italiana contemporanea di Michele Corradi, docente al centro di formazione professionale ‘Bertazzoni’ di Suzzara.
Il dirigente scolastico Enrico Bruno, dirigente dell’Istituto Cena, nell’introdurre i lavori ha evidenziato come sin dall’inizio del dibattito è stato un sostenitore dell’introduzione dell’educazione civica sottolineando che ‘è un bene che se ne occupino gli insegnanti che provengono dall’area giuridico –economica”. Elisabetta Rizzo ha evidenziato la collaborazione tra Apidge e l’Istituto Cena per aprire un confronto anche con le altre realtà scolastiche del territorio. Il presidente nazionale di Apidge Ezio Sina ha sottolineato il fatto che ‘diritto, economia politica ed educazione civica entrano nella società ed arricchiscono il bagaglio degli studenti’ ricordando che educazione civica è ‘una materia innovativa, ma nell’innovazione occorre essere chiari, semplici, precisi, perché i destinatari sono gli studenti’.
Massimo Iaretti