Coronavirus- Pagina 93

A Givoletto mascherine per tutti gli abitanti

Mentre la Protezione civile non riesce a soddisfare tutte le richieste

L’Italia abituata a fare da sè si è mobilitata nell’emergenza. Un esempio viene da Givoletto. Grazie a una generosa donazione, tutti i 4 mila abitanti del Comune di Givoletto (Torino) avranno una mascherina lavabile e riutilizzabile per proteggersi dal Coronavirus Covid 19. “Un’azienda di Grugliasco, la Diastar – spiega il sindaco, Azzurrra Mulatero –  ci ha fatto un grande regalo. Mi sento il sindaco più fortunato d’Italia ed esprimo immensa gratitudine per l’imprenditore che ha voluto farci questo dono, che mi permette di proteggere tutta la popolazione in questi difficilissimi momenti”

Le prime mille mascherine sono già arrivate, altre mille arrivano oggi e giovedì parte la distribuzione da parte dei consiglieri comunali e dei volontari che andranno casa per casa. Entro mercoledì della prossima settimana tutto il quantitativo di mascherine sarà consegnato al Comune di Givoletto, che completerà così la distribuzione. “Ero molto preoccupata – aggiunge il sindaco – perché la Protezione Civile annullava i nostri ordini. Fino ad ora ci aveva mandato 50 mascherine per 4 mila abitanti. Dopo questa donazione ho detto all’Unione dei Comuni della nostra zona che rinuncio alle 250 mascherine che ci avrebbero mandato. Inoltre, domanderò ai cittadini di non prendere in consegna la loro mascherina se non ne hanno bisogno e se ci saranno delle rimanenze le darò alla Croce Rossa”.

La Diastar fino a pochi giorni fa era specializzata in frese per il settore dentale e orafo, ma con grande prontezza ha riconvertito parte della produzione per far fronte all’emergenza Covid 19. Fra l’altro, si tratta di dispositivi sanitari particolarmente efficaci, perché dotati di una speciale membrana interna di particelle d’argento che permette una potente azione biocida. I manager della DG hanno preso questa decisione sulla base dell’esperienza maturata negli anni scorsi nella produzione di abbigliamento per uso odontoiatrico, che utilizzava un tessuto di nuova generazione antibatterico, idrorepellente, impermeabile, ionizzante, termoregolante, lavabile a 40° e autoclavabile.  L’attuale capacità produttiva dell’azienda è di 2.500 mascherine al giorno.

In ospedale per il coronavirus lo salvano da tumore

Per la prima volta è stata asportata una massa tumorale che ostruiva quasi completamente la trachea ed i bronchi in un paziente COVID positivo con un intervento non invasivo in broncoscopia rigida e supporto ECMO, grazie alle équipes di Pneumologia e di Rianimazione dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino

Lunedì scorso si è presentato al Pronto soccorso dell’ospedale di Ciriè un giovane paziente che presentava un gravissimo quadro di insufficienza respiratoria, in COVID positività, che ha richiesto l’intubazione in urgenza. Stante la difficoltà connessa al supporto ventilatorio, il paziente è stato trasferito presso l’ospedale Giovanni Bosco, dove è stato evidenziato come alla base delle difficoltà ventilatorie vi era una massa di quasi 2 cm. che ostruiva quasi completamente la trachea (90 – 95%) e che impediva, nei fatti, la ventilazione meccanica necessaria per il trattamento dell’insufficienza respiratoria COVID – correlata. 

È stata quindi allestita un’équipe rianimatoria, coordinata dal dottor Sergio Livigni dell’ospedale Giovanni Bosco in collaborazione con lo staff della Città della Salute di Torino, che ha provveduto a connettere il paziente alla circolazione extracorporea (ECMO) ed a trasferire il paziente presso la Rianimazione di riferimento dell’ospedale Molinette, diretta dal professor Luca Brazzi.
Confermato il sospetto diagnostico, per salvare la vita del giovane paziente, si è proceduto all’esecuzione, in urgenza, di una manovra di disostruzione della trachea e dei bronchi coinvolti dalla malattia, con l’utilizzo di broncoscopia rigida, mentre la circolazione extracorporea garantiva idoneo supporto all’insufficienza respiratoria determinata dall’infezione da COVID.

 

Si tratta del primo caso al mondo in cui tale procedura sia stata eseguita in paziente COVID positivo con tutte le difficoltà correlate alla necessità di ridurre la diffusione dell’infezione nell’ambiente e tra gli operatori. L’intervento non invasivo è stato eseguito venerdì scorso, in regime di sicurezza per gli operatori, presso la Rianimazione universitaria, da parte del dottor Paolo Solidoro broncoscopista della Pneumologia universitaria delle Molinette (diretta dal professor Carlo Albera del Dipartimento Cardiotoracico e Vascolare, diretto dal professor Mauro Rinaldi), con la supervisione del dottor Rosario Urbino coadiuvato dall’équipe anestesiologica formata da Chiara Bonetto e da Ivo Verderosa e dagli infermieri professionali Barbara Picco e Mario Viale. L’intervento ha avuto successo liberando le vie aeree dalla massa, così permettendo la sospensione della circolazione extracorporea e l’inizio del progressivo svezzamento dalla ventilazione.

 

Tutto ciò è stato reso possibile dalla collaborazione in rete di più ospedali del Piemonte coinvolti e dalla professionalità delle équipes mediche ed infermieristiche che hanno partecipato ad ogni singolo passo in un momento di massima emergenza nazionale legata al COVID-19.

 

“Ora d’aria” per i bimbi, sì o no?

La richiesta era arrivata proprio ieri alla sindaca Chiara Appendino da un nutrito gruppo di mamme torinesi. Chiedevano alla prima cittadina la possibilità, nonostante il lockdown da coronavirus, di poter far prendere una boccata d’aria ai propri bambini

La sindaca ha prontamente risposto sui social che il Comune non poteva fare altro che seguire le direttive nazionali.

Poi, in serata, è giunta la notizia dell’ordinanza del ministero dell’Interno, che consente ad un genitore alla volta di accompagnare a passeggio per breve tempo e non troppo lontano i propri bimbi.  Più nel dettaglio, ecco cosa dice la circolare: per quanto riguarda gli spostamenti di persone fisiche è da intendersi consentito, ad un solo genitore, camminare con i propri figli minori in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto, purché in prossimità della propria abitazione. Il nuovo provvedimento ha suscitato perplessità da parte di chi teme una maggiore diffusione dei contagi, ma anche il sollievo di tanti genitori che non ce la facevano più a tenere i figli “segregati” nelle proprie abitazioni. In queste ore si capirà se e come i papà e le mamme di Torino sapranno seguire alla lettera le indicazioni ministeriali per l'”ora d’aria” dei bambini. E, oggi pomeriggio, arriva il parere della Regione: “Si prosegue con  la linea del rigore:  continuiamo a restare a casa. Nessun allentamento delle misure di contenimento in Piemonte”

E’ la linea del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, dopo l’ apertura da parte del Governo alle  brevi passeggiate genitore-figlio. “Nella nostra regione continuano a valere le regole più restrittive Bisogna continuare a stare a casa. Solo così vinceremo la battaglia”, prosegue il governatore.

A prevalere deve essere in ogni caso il buonsenso. Così come il cane può essere portato fuori per  i bisogni fisiologici attorno alla propria casa, è ovvio che sarà anche possibile per un genitore single  uscire con il figlio, se non ha nessuno a cui lasciarlo.  Ma non sono concesse, nemmeno  ai genitori,  vere e proprie passeggiate con i bambini.

Covid-19, nuove misure di protezione nelle residenze per anziani

È stato firmato da Unità di Crisi, Regione Piemonte, Prefetture piemontesi, Province e Città metropolitana di Torino, il Protocollo d’intesa per “ulteriori misure di contenimento Covid 19 e indicazioni operative sull’assistenza territoriale e nelle strutture assistenziali e socio sanitarie, ivi comprese le RSA”

La necessità di un Protocollo contenente le linee guida specifiche per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus nelle RSA si rende necessaria a causa della situazione di vulnerabilità degli ospiti delle Residenze Sanitarie Assistenziali, particolarmente esposti al rischio di complicanze conseguenti all’infezione da COVID 19 a causa dell’età avanzata.

Il “Protocollo RSA” intende perciò assicurare la prosecuzione delle attività nelle strutture, incluso il reperimento del personale di ambito sociosanitario di supporto, nel rispetto delle misure precauzionali di contenimento del rischio, garantendo ai pazienti la continuità dell’assistenza nelle condizioni di massima sicurezza e al personale di operare al minor livello di rischio possibile.

«Quanto al controllo della situazione sanitaria – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, accanto al monitoraggio continuo e capillare già realizzato nelle RSA piemontesi e al recente rilascio della Piattaforma Covid 19 per verificare lo stato di salute dei cittadini positivi (in quarantena e guariti), la Regione Piemonte valuterà la possibilità di un programma di graduale monitoraggio sierologico del personale e degli ospiti delle strutture, attingendo ai 300 mila test sierologici acquistati dalla Regione che saranno seguiti dai tamponi nei casi necessari».

Particolare attenzione viene posta anche al personale. Il Protocollo favorisce infatti il reperimento e la temporanea sostituzione del personale socio-sanitario da parte delle RSA, attingendo dalle graduatorie sanitarie. Sarà inoltre possibile rinforzare il personale di supporto, dedicato all’igiene dei pazienti e degli ambienti, aprendo anche agli operatori che stiano frequentando un corso per operatori socio assistenziali, che siano badanti formate, o badanti di esperienza non professionali.

«Ho lavorato in sinergia con la Presidenza e con il collega Luigi Icardi, per questo protocollo d’intesa – sottolinea l’assessore regionale alle Politiche sociali, Chiara Caucino –. Era necessario realizzare un percorso condiviso con tutte le Istituzioni piemontesi, per offrire risposte immediate ed efficaci in questo momento di grave emergenza. È uno sforzo che abbiamo fatto per aiutare le persone fragili, i nostri nonni, i nostri genitori, gli anziani che si trovano nelle strutture e gli operatori che combattono in prima linea, con l’auspicio di poter uscire al più presto da questa crisi sanitaria che ha coinvolto non solo la nostra Regione ma l’intero Paese».

Sempre per il personale, sono previste ulteriori misure sul fronte del contenimento del contagio oltre a quelle già in vigore: gli operatori in quarantena potranno infatti essere ricollocati all’interno di strutture di ricovero alternative (es. alberghi) situate nelle vicinanze.

La gestione di un ampio numero di strutture, di ospiti e di personale ha inoltre richiesto l’istituzione di una Cabina di Regia da parte delle Province piemontesi, d’intesa con le Prefetture, in cui siano rappresentati tutti gli attori delle RSA piemontesi: associazioni datoriali, Ordini professionali e Organizzazioni sindacali rappresentanti gli operatori, associazioni di pazienti e familiari maggiormente rappresentative, associazioni di rappresentanza degli Enti locali, nonché un rappresentante degli Enti gestori e dell’ASL di competenza. È inoltre prevista la presenza di una rappresentanza delle RSA piemontesi nell’attuale struttura dell’Unità di Crisi al fine di favorire azioni comuni e condivise.

Tamponi in ambulatorio o in auto ai convalescenti

L’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, individua una nuova modalità di gestione dei pazienti covid in convalescenza

«Convocheremo i pazienti clinicamente guariti e in convalescenza – dice Icardi – per eseguire il test di conferma virologica della guarigione in ambulatori appositamente predisposti, per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori».

«In questo modo – osserva l’assessore Icardi –, si tratta di velocizzare e aumentare le prestazioni di esecuzione dei tamponi rino-faringei, alleggerendo il carico di lavoro degli operatori sanitari che altrimenti dovrebbero recarsi a domicilio dei pazienti. Il servizio non riguarda tutti, ma solo i pazienti clinicamente guariti e in isolamento domiciliare che debbano accedere ai tamponi di controllo per tornare in piena attività. Queste persone saranno convocate dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della loro Azienda sanitaria locale e verranno informate sulle modalità da seguire. Verrà chiesto loro di recarsi, muniti di mascherina, in appositi ambulatori o camper, mentre, in altri casi, potrebbero ricevere la prestazione rimanendo a bordo della propria automobile, secondo la modalità “drive-through”. Tutto ciò, con un notevole risparmio di tempo, energie e utilizzo di dispositivi di protezione individuale da parte degli operatori sanitari, oltre che a vantaggio di una migliore razionalizzazione del servizio».

Compagni DiStanza, 6 eventi social di Iren luce gas e servizi

 Terranno compagnia al popolo del web. 6 incontri durante i quali ospiti d’eccezione parleranno delle grandi passioni degli italiani

Il cibo, le relazioni affettive, la musica, l’ambiente, il cinema e lo sport. Saranno questi i temi di 6 appuntamenti tematici che Iren luce gas e servizi trasmetterà in diretta sui propri canali Facebook, @irenlucegas, e Instagram @irenlucegaseservizi. A parlarne saranno coppie d’eccezione: Cristina Chiabotto e Davide Scabin, Veronica Ruggieri con Fabrizio Quattrini e Paola Turci, Gianluca Gazzoli e Luca Mercalli, Nicolo De Vitis con Nicoletta Romanoff e Claudio Marchisio.

È questo il modo in cui il Gruppo Energetico converte in eventi digitali una stagione fitta di appuntamenti inizialmente previsti sui territori. Ed è anche il modo in cui l’azienda vuole essere vicina agli italiani che in questo momento vivono una situazione inaspettata e difficile. E così si realizza anche un’occasione in più per farci compagnia e non rinunciare ad un momento di intrattenimento pur nella consapevolezza della situazione che tutti stiamo vivendo.

“Compagni DiStanza – dichiara Gianluca Bufo amministratore delegato di Iren Mercato – è una serie di eventi digitali realizzata da Iren luce gas e servizi e fortemente voluta da tutto il Gruppo. Quello stesso Gruppo che continua a garantire nei territori storici l’erogazione di servizi indispensabili per chiunque e lo fa con l’impegno straordinario di tutti i dipendenti. Con Compagni DiStanza vogliamo aggiungere ancora qualcosa: intrattenere gli italiani, entrando come amici in alcune delle case che abbiamo contribuito a illuminare e riscaldare”.

Calendario
1 Aprile ore 18.30: Cristina Chiabotto e Davide Scabin in Live dalla Cucina
3 Aprile ore 18.30: Veronica Ruggeri e Fabrizio Quattrini in Quarantena di Coppia
5 Aprile ore 18.30: Veronica Ruggeri e Paola Turci in Happy Hour Musicale
7 Aprile ore 18.30: Gianluca Gazzoli e Luca Mercalli in l’Ambiente dagli Ambienti di Casa
9 Aprile ore 18.30: Nicolò De Devitiis e Nicoletta Romanoff in Ciack, Motore, Azione
11 Aprile ore 18.30: Nicolò De Devitiis e Claudio Marchisio in Un Calciatore in Salotto.

Iren è una delle più importanti e dinamiche multiutility del panorama italiano e opera nei settori dell’energia elettrica, del gas, dell’energia termica per teleriscaldamento, della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali, e dei servizi tecnologici. È primo operatore nazionale nel teleriscaldamento per volumetria allacciata, terzo nel settore idrico per metri cubi gestiti e nei servizi ambientali per quantità di rifiuti trattati, quinto nel settore gas per vendita a clienti finali, quinto nell’energia elettrica per elettricità venduta. Iren è un produttore energetico eco-friendly per circa l’87% della propria produzione. Alla capogruppo Iren fanno capo le attività strategiche, amministrative, di sviluppo, coordinamento e controllo, mentre quattro società presidiano le attività per linea di business. Di queste Iren Mercato (denominazione commerciale Iren luce gas e servizi) è attiva nell’approvvigionamento e nella vendita di energia elettrica, gas e calore per teleriscaldamento e nella proposta di soluzioni complete ed evolute per la mobilità elettrica e la smart home.

Cronache della peste. Evasione

Non così. Non costretto. Per il carcerato non cambia se piove o se brilla il sole. Vorrebbe, sempre e comunque, evadere. Soprattutto se sente come ingiusta la segregazione.

Evadere… Lenzuola legate alla finestra, stile Banda Bassotti…facendoti portare fuori chiuso in un sacco, stile Conte di Montecristo…. Fuga in auto a mano armata, forzando i blocchi, stile Bonny & Clyde… ma sono solo fantasie. E poi, mica c’è una Bonnie…

… continua su Electomag:

Cronache della peste. Evasione

Coronavirus: in Piemonte 127 pazienti guariti e 257 in via di guarigione. In tutto 854 morti

Il comunicato della Regione Piemonte: CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 19.00

CENTOVENTISETTE  PAZIENTI GUARITI, 257 IN VIA DI GUARIGIONE

Questo pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è salito a 127 (+39 rispetto a ieri), cosi suddiviso su base provinciale: 10 in provincia di Alessandria, 10 in provincia di Asti, 6 in provincia di Biella, 15 in provincia di Cuneo, 8 in provincia di Novara, 59 in provincia di Torino, 13 in provincia di Vercelli, 3 nel Verbano-Cusio-Ossola, 3  provenienti da altre regioni.

Altri 257 sono “in via di guarigione”, cioè risultati negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e attendono ora l’esito del secondo.

CINQUANTANOVE  DECESSI, COMPLESSIVAMENTE 854 MORTI

Sono 59 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati stasera dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 14 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Asti, 5 in provincia di Cuneo, 4 in provincia di Novara, 32 in provincia di Torino, 1 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 proveniente da fuori regione,

Il totale complessivo è ora di 854 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 170 ad Alessandria, 37 ad Asti, 69 a Biella, 58 a Cuneo, 108 a Novara, 303 a Torino, 46 a Vercelli, 48 nel Verbano-Cusio-Ossola, 15 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

SITUAZIONE CONTAGI

Sono 9.418  le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 1.347 in provincia di Alessandria, 438 in provincia di Asti, 494 in provincia di Biella, 751 in provincia di Cuneo, 797 in provincia di Novara, 4.512 in provincia di Torino, 473 in provincia di Vercelli, 393 nel Verbano-Cusio-Ossola, 87 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 126 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 458.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 28.918, di cui 16.628 risultati negativi.

Coronavirus, il dibattito a Palazzo Lascaris

Richiesta al Governo di poteri straordinari per rilanciare l’economia piemontese; mantenere le misure di contenimento anche dopo il 3 aprile; garantire risorse a tutti per poter almeno fare la spesa. Queste alcune delle priorità Illustrate oggi dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio nelle comunicazioni sull’emergenza Coronavirus in Consiglio regionale, nuovamente riunito in videoconferenza.

Agli interventi di Cirio e dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi, è seguito un lungo e articolato dibattito che ha coinvolto i rappresentanti di tutti i gruppi.

“Stiamo mettendo un impegno assoluto nell’affrontare l’emergenza – ha aggiunto Cirio – lo dimostra il numero dei letti di terapia intensiva: eravamo i penultimi in Italia come percentuale sugli abitanti, un retaggio storico della nostra sanità. Erano 287, adesso sono 565”.

Icardi ha riferito che “per i tamponi abbiamo 13 laboratori in grado di analizzarli, con una potenzialità di 4 mila al giorno: ma sono necessari i reagenti e la possibilità di riuscire a raccoglierli. Convocheremo i pazienti clinicamente guariti e in convalescenza per eseguire il test di conferma virologica della guarigione in ambulatori appositamente predisposti, per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori”.

Mauro Salizzoni (Pd) ha ricordato le informazioni internazionali sui test che si stanno effettuando, le app telefoniche per il controllo dei pazienti e gli scenari post isolamento. Oggi l’Italia fa 30mila test al giorno, bisogna dare priorità alle Rsa e agli operatori. Si faccia attenzione, ha detto Salizzoni, al colpo di coda dell’epidemia, previsto per fine estate. Le scuole dovrebbero riaprire tre settimane dopo la fine del contagio.

Marco Grimaldi (Luv) ha sottolineato la necessita di test per fermare il contagio. È importante, ha spiegato, capire se i posti di terapia intensiva verranno occupati nelle prossime ore, ma anche la disponibilità delle Ogr o del Maria Adelaide. Inoltre bisogna progettare l’attesa dal punto di vista economico.

L’assessore Matteo Marnati, ha spiegato come il Piemonte si stia attrezzando per produrre i reagenti. Nelle tre Università del Piemonte si sta lavorando alacremente. “Da lunedì potremmo avere la produzione di massa a prezzi molto più bassi di quelli che si trovano sul mercato. Se il virus dovesse mutare c’è uno studio informativo che riesce a sensibilizzare il test. Quando avremo i reagenti li forniremo ai laboratori che lo chiederanno. Riusciremo a farlo in autonomia. Domani ci sarà il test preliminare da lunedì inizia la produzione senza limiti.

Nel rispondere alle varie sollecitazioni, Icardi si è detto d’accordo con le considerazioni di Salizzoni e ha aggiunto che “il ritorno alla normalità dovrà tener conto del rischio che il virus riparta”.

Alberto Preioni (Lega) è intervenuto spiegando che contro il Coronavirus il Piemonte sta facendo tantissimo, “ma è lasciato da solo a causa di un governo debole e inadeguato. I materiali arrivano con il contagocce e di bassa qualità, come le mascherine. È necessaria anche una battaglia forte con l’Europa”.

Per Silvio Magliano (Moderati) è assurdo che oggi chi dona possa detrarre solo il 30 per cento delle somme. Bisognerebbe poter detrarre il 100 per cento, da un lato sarebbe giusto, dall’altro aiuterebbe le raccolte fondi che grazie alla generosità degli italiani già stanno andando bene. Bisogna poi abbassare l’Iva sulle mascherine dal 22 al 4 per cento”.

Maurizio Marrone (Fdi) ha fatto i complimenti al presidente e all’assessore per il raddoppio dei posti di terapia intensiva. Ha spiegato come sia importante seguire il modello coreano, con la predisposizione di molti tamponi e tracciatura degli asintomatici. In questo senso anche il Veneto è un esempio virtuoso. Ora anche il Piemonte può mettersi al passo: ogni giorno di ritardo nell’effettuare gli esami con tamponi è un giorno perso.

Francesca Frediani (M5s) ha chiarito come sia importante puntare sull’assistenza a domicilio per evitare che i malati peggiorino e carichino le strutture sanitarie. È anche fondamentale la comunicazione tra i vari soggetti: la piattaforma è molto positiva per chi vi accede, “ma trovo sbagliato che i medici di base ne siano esclusi”. Per il dopo emergenza, è impensabile tornare subito alla normalità che conoscevamo: dobbiamo pensare adesso a come cambiare la società

Paolo Ruzzula (Fi) ha chiarito che le risorse più importanti possono arrivare soltanto dal Governo: quelle della Regione sono insufficienti per risolvere la crisi che ci sarà, anche se si tratta di fondi consistenti. “Qualche errore inevitabilmente è stato fatto, dove si può ripensiamo quanto si sta realizzando e facciamo qualche doverosa riflessione per salvaguardare i servizi che abbiamo”.

L’assessore all’Istruzione Elena Chiorino ha riferito “la difficoltà, comune a tutte le Regioni, per non essere ancora riusciti a interloquire con ministro Azzolina nonostante numerose richieste. Non abbiamo linee guida chiare dal ministero e diventa difficile concordare e mettere in campo azioni che siano complementari con quelle del Ministero”.

L’assessore Fabrizio Ricca ha spiegato che il decreto salva italia non ha stanziato fondi per sport e forze ordine. La Giunta del Piemonte invece intende stanziare – e proporre al Consiglio di votare – 4 milioni per coprire i costi dell’amministrazione ordinaria delle società sportive e 500mila euro per pagare gli straordinari alle forze di pubblica sicurezza per il presidio del territorio

Mario Giaccone (Monviso) ha rilevato difficoltà di comunicazione tra maggioranza ed opposizione. “I fatti – ha spiegato – hanno dimostrato l’importanza della presenza dell’opposizione sul tema Coronavirus. Sull’utilizzo dei tamponi il nostro lavoro è stato utile, una critica costruttiva che è stata presa in considerazione”.