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Caro bollette, i consigli utili per risparmiare

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

rincari di questi mesi, aggravati dalla drammatica situazione ucraina, dimostrano ancora una volta quanto sia diventato necessario cercare di risparmiare in bolletta.

Servono interventi quotidiani volti ad evitare la stangata dei costi, ma anche a contribuire a diventare meno dipendenti, come Paese, dalle importazioni di gas dall’estero e contemporaneamente dare maggior impulso alla necessaria (e non più rinviabile) transizione ecologica.

Qui alcuni consigli utili sui comportamenti da adottare per risparmiare in bolletta:

1. monitorare i consumi leggendo periodicamente la lettera del proprio contatore e comparandola con  quella indicata in fattura e modificare le nostre abitudini per diventare più efficienti.
2. Imparare a confrontare le diverse offerte presenti sul mercato che meglio possono adattarsi alle nostre esigenze diffidando di promesse di risparmi eccessivi
3. Ridurre i consumi utilizzando apparecchiature moderne ed a risparmio energetico (lampadine a led, piani a induzione, pompe di calore, ecc). Mentre per il gas utilizzare al meglio il proprio impianto di riscaldamento per evitare consumi eccessivi e dispersioni.
4. Riqualificare, ove sia possibile, le nostre abitazioni o i locali ove si svolge la propria attività lavorativa come, ad esempio, la sostituzione della caldaia, l’installazione di pannelli solari, l’isolamento termico di muri e infissi, l’utilizzo di soluzioni moderne come le pompe di calore.

L’uso corretto degli elettrodomestici che siano questi moderni o no è fondamentale al fine di ridurre i consumi. Dei piccoli comportamenti virtuosi per un risparmio efficiente.

Lo scaldacqua elettrico è l’elettrodomestico che divora più corrente. Il 20% della bolletta dipende, infatti, dall’acqua calda. Ridurre la temperatura del termostato a 40-45°C durante l’estate e 55°C in inverno può limitare il consumo oltre ad eseguire una manutenzione periodica dell’impianto.

Altro elemento di consumo che ai nostri occhi potrebbe essere quasi invisibile è la spia luminosa dello Stand-by presente nelle TV, computer, registratori ecc.. Per la comodità di poter accendere il televisore con il telecomando ci siamo abituati a lasciarlo sempre in stand-by. Il consumo d’elettricità è basso, ma eliminando tutte le luci delle spie (tv, computer, videoregistratori …) si risparmia il 10-11%, pari a circa 80 euro all’anno a famiglia (ai prezzi attuali e considerando il consumatore domestico tipo come definito dall’ARERA).

Si calcola che il 55 % del consumo energetico della Tv abbia luogo nella modalità stand-by. Inoltre, si usura maggiormente il televisore e si corre il rischio che, lasciandolo in tensione, possa implodere, provocando un incendio. Inoltre, Impostare la corretta temperatura del riscaldamento e gestire le ore di accensione dell’impianto è fondamentale: 19/20 gradi al massimo sono sufficienti a garantire il comfort necessario e rispetto a temperature più alte ogni grado in meno consente un risparmio di gas.

Tenere sempre acceso il riscaldamento è uno spreco enorme, soprattutto se la nostra casa è mediamente efficiente. È importante, invece, impostare le ore di accensione quando effettivamente ci troviamo in casa, spegnere o impostare al minimo la temperatura quando siamo fuori casa.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Bonus facciate: ecco come poter usufruire il 90% anche nel 2022

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

La Manovra ha confermato che il bonus facciate resterà valido anche per tutto il 2022 con una novità importante: fino al 31 dicembre 2021 ci sarà la possibilità di recuperare fino al 90% delle spese sostenute per effettuare lavori di riqualificazione dell’involucro esterno degli edifici esistenti, a prescindere dalla categoria catastale di appartenenza.

Dal 1° gennaio 2022, invece, l’aliquota è passata al 60%. Per beneficiare della detrazione del 90% delle spese in dichiarazione dei redditi andavano eseguiti i bonifici entro il 31 dicembre 2021.

Bonus facciate al 90% anche nel 2022.

Tuttavia quel 30% di differenza fra le due aliquote non è del tutto perso: la possibilità di ottenere ancora l’agevolazione completa c’è, a condizione che entro il 31 dicembre 2021 risulti pagato il 10% della fattura emessa dall’impresa per i lavori eseguiti. Vediamo nel dettaglio.

Come ha ribadito l’Agenzia delle Entrate, la detrazione resta confermata al 90% delle spese documentate, sostenute nel 2020 e nel 2021.

In altre parole, chi ha versato entro il 31 dicembre un acconto del 10% all’impresa incaricata dei lavori — ottenendo lo sconto in fattura, o ha ceduto il credito, ad esempio a una banca – può ottenere l’agevolazione nella misura in vigore per il 2021, ovvero rimborso fino al 90% delle spese sostenute. A una condizione: che il condominio abbia ottenuto entro il 31 dicembre scorso l’asseverazione e il visto di conformità. Al mancare di queste condizioni si potrà chiedere il bonus solo con le regole del 2022 e quindi con beneficio ridotto al 60%.

E’ dunque necessario che il condominio abbia ottenuto entro il 31 dicembre scorso l’asseverazione e il visto di conformità, passaggi discriminanti per datare il bonus. in questa ipotesi si può cercare un’altra banca e compiere l’operazione entro il prossimo 16 marzo, ultima data utile per la comunicazione alle Entrate.Attenzione: qualora l’impresa cui si sono affidati gli interventi sia inadempiente e non porti a termine i lavori, il bonus verrà perso.

Peraltro il decreto Sostegni ter ha cambiato alcune regole anche relativamente al Superbonus 110%, col rischio di perdere tutto (anche a lavori iniziati).

L’obiettivo è quello di limitare le frodi e i casi di elusione del Fisco, ha di fatto confermato la linea dura del Governo contro i “furbetti” del Superbonus, ovvero quelli che sfruttando un sistema di fatture fittizie e lavori mai eseguiti cedevano crediti ad altre aziende e sconti per acquisti mai effettuati. Qui tutte le novità relative al Superbonus 110%

Bonus mobilità, a chi spetta e come richiederlo

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Sono pronte le regole per fruire del nuovo bonus mobilità sostenibile, il credito d’imposta fino a 750 euro per l’acquisto di biciclette, monopattini elettrici, e-bike. Lo sconto fiscale riguarda anche gli abbonamenti al servizio pubblico oppure ai servizi di car sharing.

Diversamente dal bonus bici dello scorso anno, il nuovo bonus mobilità non è più uno sconto diretto nell’acquisto di un mezzo green, ma una riduzione da portare nella dichiarazione dei redditi non successiva al periodo d’imposta 2022. 

Sarà quindi un rimborso retroattivo, perché valido solamente per coloro che hanno comprato una e-bike o un monopattino nel periodo compreso tra il 31 agosto 2020 e il 31 dicembre 2020.

Il bonus consiste in un credito d’imposta nella misura massima di 750 euro, riconosciuto a chi ha sostenuto spese per l’acquisto di biciclette, monopattini elettrici, e-bike, abbonamenti al trasporto pubblico, servizi di mobilità elettrica in condivisione (sharing) o sostenibile nel periodo compreso tra il primo agosto 2020 e il 31 dicembre 2020.

L’agevolazione ha un limite complessivo di spesa di 5 milioni di euro. L’accesso allo sconto potrà avvenire solo nel caso in cui sia stata effettuata la rottamazione contestuale di un veicolo di categoria M1 (automobili), intestato da almeno 12 mesi allo stesso soggetto intestatario del nuovo mezzo oppure a uno dei familiari con esso conviventi. La validità dell’agevolazione è inoltre estesa anche all’acquisto di abbonamenti per il trasporto pubblico e di servizi di mobilità elettrica in condivisione (car e bike-sharing).

Per fruire del bonus mobilità occorrerà comunicare alle Entrate, dal 13 aprile al 13 maggio 2022, l’ammontare delle spese sostenute e il credito d’imposta richiesto inviando il modello approvato utilizzando il servizio web disponibile nell’area riservata del sito o i canali telematici dell’Agenzia.

Nel modello bisognerà indicare le spese sostenute e il credito d’imposta richiesto, che potrà essere erogato al 100% solo se le richieste saranno inferiori ai 5 milioni di euro stanziati dal Governo.

In caso contrario, sarà resa nota la percentuale spettante a ciascun soggetto richiedente.

Consumatori, Polliotto (Unc): “Caro conto corrente, i consigli per scegliere risparmiando”

I suggerimenti della Presidente di Unc Piemonte per contenere il costo annuo dei propri rapporti bancari.

Se un conto corrente bancario costa in media 90,2 euro l’anno, quelli online – ossia rivolti ai consumatori che intendono svolgere operazioni prevalentemente attraverso internet – costano solo 21,4 euro e rispetto al 2019 sono calati di 1,2 euro. Il divario, che si attesta poco sotto i 70 euro, deriva principalmente da una struttura tariffaria più conveniente, piuttosto che dalla diversa composizione del paniere di servizi fruiti”. Lo rileva l’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente dal 2010 del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 la prima è più antica associazione consumeristica italiana.

Per quanto riguarda invece ai conti correnti bancari tradizionale,La crescita delle spese fisse approfondisce la Presidente di Unc Piemonte è per lo più attribuibile sempre ai canoni di base. Le spese variabili si sono invece ridotte per effetto della diminuzione delle persone che si sono recate allo sportello durante la pandemia. Se invece il numero delle operazioni effettuate fosse rimasto costante, l’aumento di spesa sarebbe stato pari a quasi 2 euro l’anno.

Per poi concludere: “Esistono alcuni brevi ma oculati consigli per limitare al massimo i costi per le commissioni. Vista la relazione di Bankitalia, la prima cosa da fare è quindi quella di usufruire il più possibile dei canali online per qualsiasi esigenza.Un’altra accortezza da mettere in pratica è quella di domiciliare le bollette, senza più ricevere plichi di carta inutile tramite posta. Poi bisogna prelevare denaro sempre tramite bancomat (non carta di credito) ed è necessario farlo sempre presso gli erogatori appartenenti al proprio istituto di credito per non incorrere nelle spese di commissione. Infine non bisogna mai sforare il tetto che si è concordato con la propria banca ed evitare così di andare a debito.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Consumatori, Polliotto (Unc): “Truffe assicurative, come affidarsi a operatori in regola”

I consigli della Presidente di Unc Piemonte per evitare spiacevoli raggiri fuori e dentro il web.

Nel 2021 l’Ivass ha scoperto 219 siti irregolari che distribuivano polizze assicurative false. “Un numero più che considerevole, reso ancor più significativo dal fatto che non corrisponde ai siti chiusi ma ai siti irregolari individuati, e questo perché all’Ivass non è ancora stato dato un potere autonomo di oscurare e chiudere i siti fake senza dover ricorrere alla Magistratura”. Lo rileva l’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente dal 2010 del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 la prima è più antica associazione consumeristica italiana.

Ecco dunque una serie di utili suggerimenti per destreggiarsi al meglio, e in maggior sicurezza, nella ricerca della migliore offerta assicurativa automobilistica per le proprie esigenze: Controllare, prima del pagamento del premio – prosegue la Presidente di Unc Piemonte – che i preventivi e i contratti siano riferibili a imprese e intermediari regolarmente autorizzati, consultando sul sito www.ivass.it. Verificare gli elenchi delle imprese italiane ed estere ammesse ad operare in Italia. E’ bene consultare anche il Registro unico degli intermediari assicurativi (RUI) e l’Elenco degli intermediari dell’Unione Europea come pure l’elenco degli avvisi relativi ai Casi di contraffazioneSocietà non autorizzate e Siti internet non conformi alla disciplina sull’intermediazione”.

Per poi riprendere: “E’ altresì bene sapere che i pagamenti dei premi effettuati a favore di carte di credito ricaricabili o prepagate sono irregolari, così come i pagamenti a persone o società, non iscritte negli elenchi sopra indicati. Mentre, per quanto concerne le cautele sul web, i siti internet o i profili social degli intermediari italiani che svolgono attività on-line devono sempre indicare: i dati identificativi dell’intermediario; l’indirizzo della sede, il recapito telefonico, il numero di fax e l’indirizzo di posta elettronica certificata; il numero e la data di iscrizione al Registro unico degli intermediari assicurativi nonché l’indicazione che l’intermediario è soggetto al controllo dell’Ivass. I siti o i profili Facebook (o di altri social network) che non contengono le informazioni sopra riportate non sono conformi alla disciplina in tema di intermediazione assicurativa ed espongono il consumatore al rischio di stipulare polizze contraffatte”, conclude il noto legale.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Scadenze fiscali di febbraio 2022, ecco il riepilogo

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Come ogni mese, l’Agenzia delle Entrate riassume le scadenze fiscali sul proprio sito ufficiale. Ecco quali sono quelle relative a febbraio 2022, dai benefici del Superbonus all’Iva: tutte le voci più importanti e le tempistiche relative.
Entro il 15 febbraio si deve procedere con l’emissione e la registrazione delle fatture differite relative a beni consegnati o spediti nel mese solare precedente (gennaio 2022) e risultanti da documento di trasporto o da altro documento idoneo a identificare i soggetti tra i quali è effettuata l’operazione.
Nella stessa data è prevista l’emissione e la registrazione delle fatture riferite alle prestazioni di servizi individuabili attraverso idonea documentazione effettuate nel mese solare precedente (gennaio 2022).
Il 16 febbraio sono previsti la liquidazione e il versamento dell’Iva relativa al mese precedente (gennaio 2022): è possibile effettuare il pagamento attraverso il Modello F24 con modalità telematiche, direttamente oppure tramite intermediario.
Sempre il 16 febbraio, i datori di lavori sono tenuti al versamento delle ritenute Irpef sui redditi di lavoro dipendente e assimilati corrisposti nel mese precedente (gennaio 2022). Inoltre, devono occuparsi del versamento delle ritenute effettuate sui redditi da lavoro autonomo corrisposti nel mese di dicembre 2021.
Nello stesso giorno, mercoledì 16 febbraio, si dovrà adempiere a tutti i versamenti dell’imposta sulle transazioni finanziarie, istituita dalla legge 228/2012 e dovuta sulle operazioni su strumenti finanziari derivati e su valori mobiliari effettuate nel mese precedente (gennaio 2022).
Di seguito invece quelle cui adempiere al 28 del mese: Ecco le principali: pagamento, in unica soluzione, dell’imposta di bollo relativa alle fatture elettroniche emesse nel quarto trimestre dell’anno 2021 (ottobre, novembre e dicembre).
È possibile pagare sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate; primo versamento del 2022 per chi ha aderito al piano di rateizzazione previsto dal decreto Rottamazione ter: per mantenere il beneficio è necessario saldare la rata entro il 28 febbraio, anche se sono comunque ammessi 5 giorni di tolleranza; chi è titolare di una partita IVA a regime forfettario, e solo chi è iscritto alle categorie INPS di artigiani e commercianti, può richiedere la riduzione contributiva del 35%.
La domanda può essere presentata tramite l’apposita funzione nel cassetto contributivo.

 

Consumatori, Polliotto (Unc): “Prodotti difettosi e garanzie, tutte le novità”

La Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori illustra i cambiamenti intercorsi dal 1° gennaio 2022.

Prodotti difettosi e garanzie, ecco le novità di legge. Al via una normativa che riscrive le regole del gioco per i produttori, per i quali è sempre consigliabile una verifica giuridico-legale preventiva dei propri formulari contrattuali al fine di renderli il più possibile adempienti e sicuri anche per chi fa impresa, in special modo per le PMI. “A partire dal 1° gennaio 2022 è entrato in vigore il decreto legislativo 170/2021 che modifica gli articoli da 128 a 135 del Codice del Consumo (e introduce gli articoli da 135bis a 135septies), in attuazione alla direttiva europea n. 2019/771 sulla vendita di beni che si applica a tutti contratti conclusi successivamente al 1° gennaio 2022”, esordisce Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima, più antica e autorevole associazione consumeristica italiana.
La riforma interessa oltre a quelli di vendita, anche altri contratti a tal fine equiparati (permuta, somministrazione, appalto, opera, fornitura di beni da fabbricare o produrre), indipendentemente dal fatto che la stipulazione del contratto avvenga fisicamente nei negozi, a distanza oppure online. Sono beni oggetto di vendita anche acqua, gas, energia elettrica in un volume o in una quantità determinata, beni mobili materiali anche da assemblare, animali vivi e infine anche oggetti usati.
“Quando si procede a un acquisto, il primo passo consiste nel verificare se sussistono i requisiti individuati dalla legge per considerare un bene conforme al contratto. Qualora manchi anche uno solo di questi elementi, infatti, il consumatore può attivare le garanzie. A proposito di dichiarazioni pubbliche la nuova normativa ha previsto degli obblighi rafforzati per il venditore. Il venditore è sempre vincolato a ciò che dichiara pubblicamente ossia rivolgendosi a un numero di persone indeterminato e ampio, salvo il caso in cui dimostri che non conosceva la dichiarazione o non avrebbe potuto conoscerla usando l’ordinaria diligenza”, approfondisce il legale. “Se un bene non soddisfa i requisiti previsti dalla legge – prosegue – il venditore deve specificamente informare il consumatore delle caratteristiche particolari del bene e, solo se il consumatore le accetta espressamente e separatamente, allora il venditore è esente da responsabilità. Il venditore è responsabile nei confronti del consumatore di qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene che si manifesti entro due anni dalla consegna”.
Le regole in esame valgono anche per i contratti che hanno a oggetto beni contenenti elementi o servizi digitali. Se invece il difetto di conformità dovesse derivare dalla condotta di un’altra persona diversa dal venditore finale che è parte della catena contrattuale distributiva, il consumatore potrà rivolgersi comunque al venditore. Sarà poi quest’ultimo ad agire eventualmente in regresso nei confronti delle persone effettivamente responsabili nella catena commerciale.
In caso di prodotti difettosi, il consumatore ha diritto “Alla sostituzione o alla riparazione del bene. La scelta è libera e alternativa purché il rimedio preferito non sia impossibile o eccessivamente oneroso per il venditore. La riparazione o la sostituzione devono avvenire senza spese per il consumatore, entro un congruo lasso di tempo e senza arrecare notevoli inconvenienti. Oppure alla riduzione proporzionale del prezzo o alla risoluzione del contratto. Questi rimedi cosiddetti “secondari” possono essere attivati solo nel caso in cui il venditore non abbia effettuato la riparazione o la sostituzione del bene (o si sia rifiutato); persista il difetto di conformità nonostante l’intervento del venditore; il difetto sia grave; oppure il venditore non possa procedere entro un periodo di tempo ragionevole o senza inconvenienti per il consumatore. Si ricorda che, in caso di difetto di conformità, il consumatore può rifiutarsi di eseguire il pagamento fino a quando il venditore non abbia adempiuto ai relativi obblighi, così come previsto dal Codice Civile”, precisa Patrizia Polliotto. “Questi rimedi a disposizione del consumatore si estendono anche ai casi in cui il bene venduto non possa essere utilizzato o il suo uso è parzialmente limitato a causa della violazione di diritti dei terzi di proprietà intellettuale. È infatti il venditore ad essere responsabile per aver messo a disposizione della clientela beni su cui altri soggetti esercitano dei diritti, che sono incompatibili con i diritti dei futuri acquirenti”, precisa la Presidente di UNC Piemonte.
La nuova legge ha previsto degli obblighi più severi per il venditore o il produttore che offrono una garanzia convenzionale ulteriore e aggiuntiva rispetto a quella legale. “Infatti – conclude l’Avvocato Polliotto – se le condizioni stabilite nella dichiarazione di garanzia sono meno vantaggiose di quelle che sono state promesse in pubblicità, la garanzia vincola il venditore secondo le modalità pubblicizzate.  La dichiarazione di garanzia convenzionale deve essere fornita al consumatore non oltre il momento della consegna della merce, su supporto durevole e redatta in un linguaggio semplice e comprensibile”.
Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Bonus mobili ed elettrodomestici, tutte le novità

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Confermato anche per il 2022 (e fino al 2024) il cd. bonus mobili ed elettrodomestici. La prima novità riguardante il bonus mobili ed elettrodomestici è quella relativa alla proroga: chi, infatti, non ha ancora usufruito dello sconto potrà farlo nel 2022 (ma anche nel 2023 e nel 2024).

L’agevolazione è stata estesa, come già accennato sopra, per altri tre anni, confermando gli stessi requisiti validi fino al 31 dicembre 2021.

Va ricordato, a tal proposito, che il bonus mobili ed elettrodomestici è una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A o superiore per i forni e lavasciuga), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. La detrazione va calcolata su un importo massimo di 10 mila euro, comprensivo delle eventuali spese di trasporto e montaggio, e deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo.

Potrà continuare a beneficiare della detrazione chi acquista mobili ed elettrodomestici nuovi nel 2021 e ha realizzato interventi di ristrutturazione edilizia a partire dal 1° gennaio 2020.Per avere l’agevolazione è indispensabile, quindi, realizzare una ristrutturazione edilizia, sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali.

La detrazione spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio, oppure quando i mobili e i grandi elettrodomestici sono destinati ad arredare l’immobile ma l’intervento cui è collegato l’acquisto viene effettuato su una pertinenza dell’immobile stesso, anche se accatastata autonomamente.

Inoltre, per ottenere il bonus è necessario che la data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione preceda quella in cui si acquistano i beni. Non è fondamentale, invece, che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per l’arredo dell’immobile.

Quando è stato introdotto, il bonus mobili ed elettrodomestici riconosceva uno sconto Irpef entro il limite massimo di 10 mila euro. Nel 2021 il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione è stato elevato a 16 mila euro, per poi tornare a 10 mila euro nel 2022. Tra le principali novità delle Legge di Bilancio, infatti, vi è il ricalcolo degli importi massimi di spesa.

Nello specifico, indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione, è possibile fruire di una detrazione del 50% calcolata su un importo massimo di 10 mila euro, riferito, complessivamente, alle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.

Il limite dei 10 mila euro scenderà poi a 5mila euro nel 2023 e nel 2024, ma riguarderà sempre la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Quindi, il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto più volte al beneficio.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.itcompilando l’apposito format.

Assegno unico, come fare domanda

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Dal 1° gennaio 2022 è finalmente possibile presentare la domanda per l’Assegno unico e universale tramite il servizio online dell’INPS.

Si tratta di un sostegno economico dato alle famiglie che sostituisce il premio nascita (bonus mamma domani), l’assegno di natalità (bonus bebè), gli ANF e le detrazioni per i figli a carico al di sotto dei 21 anni.

Si chiama “unico” perché semplifica e potenzia gli interventi a favore della genitorialità e della natalità, e “universale” perché è garantito a tutte le famiglie con figli a carico residenti e domiciliate in Italia.

L’Assegno unico e universale spetta ai nuclei familiari in cui ricorrono le seguenti condizioni:

per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza; per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni che: frequenti un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea; svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui; sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego; svolga il servizio civile universale; per ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.

La domanda deve essere presentata da uno dei due genitori esercenti la responsabilità genitoriale.

L’importo dell’Assegno unico è determinato secondo il valore ISEE. Per questo motivo l’ISEE, valido e corretto, serve per fare la domanda, anche se non è obbligatorio. E’ possibile presentare la domanda anche senza ISEE ma in questo caso si accederà solo all’importo minimo previsto per l’Assegno unico. Sarà comunque possibile inviare l’ISEE successivamente ed avere accesso all’importo specifico e previsto per il proprio nucleo familiare.  E’ possibile inviare l’ISEE entro il 30 giugno 2022 con il riconoscimento retroattivo degli importi spettanti a decorrere dal mese di marzo.

L’Assegno unico per i figli a carico, poiché è una misura “universale”, può essere comunque richiesto anche in assenza di ISEE o con ISEE superiore alla soglia di euro 40mila. In questo caso però saranno corrisposti gli importi minimi dell’assegno previsti dalla normativa.

L’Assegno unico non concorre inoltre alla formazione del reddito complessivo imponibile ai fini IRPEF.

L’importo dell’Assegno unico e universale viene determinato in base all’ISEE eventualmente presentato del nucleo familiare del figlio beneficiario, tenuto conto dell’età dei figli a carico e di numerosi altri elementi.

Più precisamente, è prevista: una quota variabile modulata in modo progressivo: si va da un massimo di 175 euro per ciascun figlio minore con ISEE fino a 15mila euro, a un minimo di 50 euro per ciascun figlio minore in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 40mila euro. Gli importi dovuti per ciascun figlio possono essere maggiorati nelle ipotesi di nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo), madri di età inferiore a 21 anni, nuclei con 4 o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro, figli affetti da disabilità.

Vi è poi una quota a titolo di maggiorazioni per compensare l’eventuale perdita economica subita dal nucleo familiare, se l’importo dell’assegno dovesse risultare inferiore a quello che deriva dalla somma dei valori teorici dell’assegno al nucleo familiare (componente familiare) e delle detrazioni fiscali medie (componente fiscale), che si sarebbero percepite nel regime precedente la riforma.

L’importo riconosciuto sarà corrisposto in via ordinaria sulle coordinate IBAN intestate al richiedente o tramite bonifico domiciliato.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.itcompilando l’apposito format.

Canone Rai ed esenzione 2022, chi la deve richiedere

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Canone Rai, le esenzioni del 2021 non valgono più: chi ne ha diritto deve presentare apposita domanda per non pagare la tassa sulla tv. Il canone Rai verrà eliminato definitivamente dalla bolletta della luce a partire dal 2023. Per quest’anno continueremo dunque a pagare i 90 euro annui del canone nella bolletta elettrica. Chi ha diritto all’esenzione, dovrà fare una nuova richiesta entro il 31 gennaio dell’anno di riferimento per un esonero completo per tutto l’anno.

L’esenzione del canone RAI è regolata da precise disposizioni consultabili sul sito dell’Agenzia delle Entrate. In particolare, per evitare l’addebito diretto in bolletta, i contribuenti titolari di un’utenza elettrica ad uso residenziale possono dichiarare che non è presente alcuna televisione, propria o di un componente della famiglia anagrafica, in nessuna delle abitazioni in cui è attiva l’utenza elettrica a loro intestata. Per farlo, basta scaricare a questo indirizzo Schede – Canone TV – Dichiarazione sostitutiva – Agenzia delle Entrate (agenziaentrate.gov.it) il modulo per la dichiarazione sostitutiva compilato nelle sue parti e sottoscritto dovrà essere inviato utilizzando una delle seguenti modalità:  tramite l’applicazione web presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate,  attraverso gli intermediari abilitati, per posta elettronica certificata all’indirizzo cp22.canonetv@postacertificata.rai.it, entro gli stessi termini previsti dal provvedimento del Direttore dell’Agenzia per le altre modalità di invio (plico raccomandato senza busta o invio telematico) purché la dichiarazione stessa sia sottoscritta mediante firma digitale, coerentemente con quanto previsto dagli articoli 48 e 65 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell’Amministrazione Digitale), o in alternativa  in forma cartacea, mediante spedizione a mezzo del servizio postale all’Ufficio Canone TV – c.p.22 Torino – per plico raccomandato senza busta unitamente a copia fronte e retro di un valido documento di riconoscimento. Chi dovesse decidere di inviare la dichiarazione sostitutiva a mezzo del servizio postale si consiglia di conservare sempre una copia della dichiarazione inviata e della ricevuta di invio e di avvenuta ricezione.

Viepiù, con lo stesso modello, i contribuenti titolari di un’utenza elettrica per uso domestico residenziale possono certificare la non detenzione, in nessuna delle abitazioni dove è attivata l’utenza elettrica ad essi intestata, di un ulteriore apparecchio televisivo oltre a quello per cui è stata precedentemente presentata una denunzia di cessazione dell’abbonamento televisivo per suggellamento, da parte del titolare o dei loro familiari.

Il modello può essere utilizzato anche da un erede per dichiarare che nell’abitazione in cui l’utenza elettrica è ancora temporaneamente intestata a un soggetto deceduto, non è presente alcun apparecchio TV.

L’istanza (da ripresentarsi ogni anno) va inviata: dal 1° febbraio 2022 al 30 giugno 2022 esonera dall’obbligo del pagamento del canone per il secondo semestre dello stesso anno;dal 1° luglio 2022 al 31 gennaio 2023 esonero dall’obbligo del pagamento per l’intera annualità 2023.

Possono, previa richiesta, ottenere l’esonero dal pagamento del canone Rai 2022 coloro che hanno compiuto 75 anni e: non convivono con altri soggetti, diversi dal coniuge o dal soggetto unito civilmente, titolari di reddito proprio, eccezion fatta per collaboratori domestici, colf e badanti; possiedono un reddito annuo (considerando anche quello del coniuge o del soggetto unito civilmente) non superiore a 8 mila euro.

Ai fini dell’agevolazione rileva il reddito registrato nell’anno precedente quello in cui si intende fruire dell’esonero, imponibile ai fini fiscali e risultante dalla dichiarazione dei redditi. Ad esempio redditi relativi al periodo di imposta 2021 per accedere all’esonero nel 2022.

Una volta inviata la dichiarazione non sarà necessario trasmetterla per le annualità successive, a patto che il contribuente mantenga i requisiti di spettanza.

Sono esentati dal pagamento del canone tv, per effetto di convenzioni internazionali: gli agenti diplomatici, ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione di Vienna del 18 aprile 1961; i funzionari o gli impiegati consolari, ai sensi dell’articolo 49 della Convenzione di Vienna del 24 aprile 1963; i funzionari di organizzazioni internazionali, esenti in base allo specifico accordo di sede applicabile; i militari di cittadinanza non italiana o il personale civile non residente in Italia di cittadinanza non italiana appartenenti alle forze NATO di stanza in Italia, ai sensi dell’articolo 10 della Convenzione di Londra del 19 giugno 1951.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.itcompilando l’apposito format.