Torino, 25 gennaio. Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio finalizzati alla verifica del rispetto delle normative anticovid disposti dal Comando Provinciale, i carabinieri hanno sanzionato il titolare di un locale e 12 avventori per aver cenato nell’esercizio commerciale in violazione dei divieti imposti per contenere la diffusione della pandemia.
Il fatto è accaduto a Chieri, nell’hinterland torinese, dove i militari della locale Compagnia sono intervenuti presso un Bar del luogo, in cui era stata segnalata la presenza di alcuni avventori che stavano cenando. In effetti, all’atto del controllo, all’interno del locale vi erano 12 persone sedute ai tavoli che stavano consumando la cena, nonostante dopo le 18 siano consentiti esclusivamente la consegna a domicilio e l’asporto. Per questo motivo, come disciplinato dalle norme anticovid, si è proceduto a sanzionare amministrativamente proprietario e avventori ed il locale verrà chiuso per 5 giorni.
Controlli antidroga dei carabinieri, 6 arresti
E oltre 1 kg di stupefacente sequestrato in 24 ore
I carabinieri, nell’ambito di specifici servizi di controllo del territorio finalizzati al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti disposti dal Comando Provinciale, hanno arrestato nelle ultime 24 ore altri due corrieri, dopo quelli fermati il 20 gennaio scorso a Susa con 6,6 kg. di cocaina, e 4 pusher.
In particolare a Rivarolo Canavese, nell’hinterland torinese, i militari della Stazione di San Giorgio (TO) hanno bloccato due autotrasportatori di 21 anni, di Volpiano (TO), trovati in possesso di 1 kg di droga. I due sono stati controllati mentre erano alla guida di un furgone su cui è stata rinvenuta una busta contenente 500 grammi di marijuana. Una successiva perquisizione nel magazzino in uso ai fermati ha permesso di trovare un’altra busta con all’interno ulteriori 500 grammi della medesima sostanza.
A Nichelino, sempre nell’hinterland torinese, è finito in manette un 37enne del luogo, che è stato sorpreso in strada mentre consegnava dello stupefacente a un ragazzo. Alla vista dei carabinieri della locale Tenenza, ha tentato di ingoiare due dosi di crack ma è stato bloccato in tempo e la droga è stata sequestrata. Il cliente ha ammesso di aver acquistato le dosi al prezzo di 50 euro l’una.
A Torino, in via Garessio, i carabinieri della Compagnia San Carlo hanno arrestato un cittadino senegalese, in Italia senza fissa dimora, subito dopo aver venduto una dose di cocaina a un uomo. Sono stati sequestrati anche 285 euro in contanti, che si ritiene siano provento dell’attività illecita.
Nel quartiere San Salvario, stessa sorte è toccata a un ventottenne del Ciad fermato subito dopo aver venduto due dosi di cocaina a un altro acquirente. Nelle tasche del pusher i carabinieri hanno trovato altre 12 dosi della stessa sostanza, per un totale di oltre 10 grammi, e circa 400 euro in contanti.
Sempre a Torino, in corso Regina Margherita, è stato arrestato un senegalese, senza fissa dimora, bloccato, anche in questo caso, subito dopo aver ceduto una dose di cocaina a un acquirente.
Tutti i clienti dei pusher sono stati segnalati alla Prefettura quali assuntori di droga.
I carabinieri arrestano due corrieri della droga
Torino. Controlli antidroga dei carabinieri, arrestati due corrieri e sequestrati 6,6 kg di cocaina nascosti nel cruscotto di un’autovettura
I carabinieri, nell’ambito di specifici servizi di controllo del territorio finalizzati al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti disposti dal Comando Provinciale, hanno arrestato due corrieri e sequestrato 6,5 kg di cocaina.
Il fatto è successo a Susa, nell’hinterland torinese, dove i militari della locale Compagnia hanno sottoposto a controllo due uomini che si stavano allontanando velocemente con le loro vetture dal parcheggio di corso Inghilterra, dopo che si erano scambiati un pacco sospetto.
Sono stati bloccati a bordo delle rispettive automobili e identificati in due cittadini albanesi, residenti rispettivamente nel milanese e a Susa. Nella vettura dell’uomo che vive a Susa è stato rinvenuto il pacco che si erano poco prima scambiati, all’interno del quale era contenuta cocaina del peso di 1,1 kg.
Nella vettura del corriere milanese i carabinieri sono stati invece attirati dal cruscotto, che sembrava non ben fissato. Infatti al suo interno, tra l’autoradio e il volante, era ricavato un vano in cui erano stati occultati 5,5 kg di cocaina suddivisa in 3 panetti da 1 kg e 5 panetti da 500 grammi.
Nella giornata di ieri, all’esito di articolate indagini sotto la direzione della Procura della Repubblica di Torino, i militari del N.A.S. di Torino hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di 3 misure cautelari personali (provvedimenti restrittivi agli arresti domiciliari) emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino e a 38 decreti di perquisizione locale e personale.
L’operazione – convenzionalmente denominata “Davide & Golia” e scattata all’alba di ieri – si è sviluppata nell’ambito delle province di Alessandria, Arezzo, Avellino, Brescia, Catania, Cuneo, Frosinone, Imperia, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Salerno, Torino, Vercelli e Verona, con epicentro principale nel pinerolese, e ha interessato, per la collaborazione in fase esecutiva, tutti i N.A.S. competenti per i rispettivi territori e i locali Comandi Provinciali dell’Arma territoriale, ha consentito di disarticolare un consolidato sistema finalizzato al traffico di sostanze dopanti e anabolizzanti, anche a effetto stupefacente, operativo in tutto il territorio nazionale e con legami commerciali anche all’estero.
Le indagini sono state avviate nel 2019 a seguito di un sequestro di farmaci anabolizzanti (steroidi a base di oxandrolone, stanozololo e metenolone) rinvenuti in possesso di un soggetto gravitante nel mondo del culturismo, impiegati dallo stesso in funzione di alcuni concorsi agonistici del settore.
Il GIP, condividendo l’impianto investigativo delineato dalla Procura di Torino che ha diretto i militari del NAS, ha ritenuto sussistenti nei confronti dei 3 principali indagati – figure cardine del traffico illecito – i reati ipotizzati di “utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti” ed “esercizio abusivo della professione medica”.
A seguito delle perquisizioni eseguite dai militari, sono state denunciate, in stato di libertà, altre 12 persone per possesso di sostanze non commercializzabili sul territorio nazionale, per detenzione di stupefacenti (nandrolone) e per averne fatto uso in funzione di gare agonistiche.
Dall’inizio dell’attività d’indagine sono complessivamente 26 le persone indagate a vario titolo per i medesimi reati ma anche per aver commercializzato tali sostanze e per aver esercitato senza averne titolo la professione medica prescrivendo programmi alimentari e terapie mediche a numerosi atleti.
Nel dettaglio, le complesse investigazioni, condotte mediante tradizionali servizi di pedinamento, intercettazioni telefoniche ed ambientali, analisi delle movimentazioni finanziarie, hanno consentito di ricostruire il modus operandi degli indagati rilevando che le sostanze dopanti, una volta illecitamente importate dall’estero in Italia, venivano commercializzate su tutto il territorio nazionale attraverso ignari corrieri all’interno di plichi anonimi o recanti intestatari fittizi, per essere poi destinate a sportivi e atleti che le assumevano per migliorare le proprie prestazioni in occasione delle gare agonistiche di livello sia nazionale che internazionale, cui partecipavano dopo aver seguito il “metodo” di preparazione fisica prescritto dai principali indagati, leader dei rispettivi “team”.
Ingenti le sostanze sottoposte a sequestro nel corso delle indagini e nell’ambito dell’operazione odierna:
– 58 confezioni;
– 210 fiale;
– 1722 compresse;
– 13 blister;
– 51 dispositivi per l’inoculamento,
tutte particolarmente dannose per la salute – sia sotto il profilo medico per la capacità di alterare i regolari processi biologici dell’organismo, sia sotto il profilo psicologico – e dal cui commercio è stato quantificato un ricavo netto di circa 15.000 euro annui per ciascuno dei tre soggetti sottoposti agli arresti domiciliari.
Torino, 20 gennaio. I carabinieri hanno arrestato un 56enne, residente a Chieri, per maltrattamenti in famiglia.
Ieri sera l’uomo è rincasato ubriaco e, senza alcun motivo, ha iniziato ad aggredire verbalmente e fisicamente la moglie, lanciando vestiti e mobili dal balcone dell’abitazione. La donna l’ha supplicato di smettere ma lui le ha urlato contro frasi offensive e minacce di morte, prima di colpirla con un calcio al costato. A questo punto la vittima è riuscita a rifugiarsi a casa della vicina che ha chiamato il 112.
All’arrivo dei militari della Compagnia di Chieri, l’uomo ha tentato di aggredirli ma è stato immediatamente immobilizzato.
La signora è stata medicata in ospedale e, subito dopo, in sede di denuncia, ha raccontato di essere in balia del marito violento da due anni e di essere stata costretta più volte a dormire in cantina per punizione e a chiedere l’elemosina per poter portare un pasto a casa.
Anche Torino, come tutto il territorio nazionale sarà zona ‘rossa’ nelle giornate del 31 dicembre, 1-2-3 e 5-6 gennaio: saranno consentiti solo spostamenti per salute, lavoro e necessità;
chiudono negozi, bar e ristoranti (salvo per asporto sino alle 22, e consegna a domicilio senza restrizioni); rimangono aperti supermercati, negozi beni alimentari e prima necessità, farmacie e parafarmacie, edicole, tabaccherie, lavanderie, parrucchieri e barbieri.
Il 4 gennaio saranno in vigore le limitazioni come zona ‘arancione’.
Dal 21 dicembre al 6 gennaio sono vietati gli spostamenti tra regioni, anche per raggiungere le seconde case fuori regione. Permane inoltre il divieto di spostamenti tra le 22 e le 5 (salvo i casi di necessità, salute, lavoro, da dichiarare).
Uccide la compagna, fugge e si spara alla tempia
A casa della compagna a Carmagnola le spara e poi scappa.
In base ai primi accertamenti dei carabinieri, un pensionato di 71 anni, avrebbe ucciso con un colpo di pistola la compagna di 68 anni. I carabinieri di Carmagnola hanno trovato il corpo senza vita della donna. L’omicida è tornato nella propria abitazione di Bagnolo, ha chiamto il figlio confessando il delitto e si è sparato un colpo di pistola alla testa.
Padre e figlio dentisti abusivi
Padre e figlio esercitavano la professione di dentisti ma non avevano titolo per farlo
Lavoravano in uno studio abusivo a Venaria Reale. Tre persone sono state denunciate dai carabinieri: i due odontotecnici che avevano allestito nella loro abitazione il laboratorio e anche una terza persona, un odontoiatra non iscritto all’albo. Nei locali messi sotto sequestro non erano rispettate le norme anti-Covid.