La mostra Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro proposta a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino da metà luglio a inizio ottobre 2023, ha richiamato oltre 30.000 visitatori che si sono immersi nei lavori di un’autrice che è stata definita, come scrisse John Szarkowski, “per scelta un’osservatrice sociale e per istinto un’artista”. Tanti sono stati gli spunti di riflessione su temi attualissimi come la crisi climatica, le migrazioni e le discriminazioni che la mostra, e il seguitissimo programma di incontri, hanno offerto ai visitatori sempre attenti e curiosi, insieme alle esplorazioni sulla rappresentazione visiva della contemporaneità proposti nella mostra in Project Room FUTURES 2023: nuove narrative.
E dal 19 ottobre 2023, CAMERA si presenterà al suo pubblico con due grandi mostre e in una nuova veste, risultato dell’importante progetto di rinnovamento architettonico degli ultimi mesi, unito alla creazione di un innovativo, e unico in Italia,percorso visivo-tattile dedicato alla storia della fotografia.
Protagonista a Torino sarà la grande antologica dedicata a uno dei maestri assoluti della fotografia del XX secolo,André Kertész, nelle Sale espositive di CAMERA, con oltre centocinquanta immagini che ripercorrono l’intero percorso creativo del fotografo, mentre, in Project Room prenderà vita la collettiva Nuova Generazione. Sguardi contemporanei sugli Archivi Alinari dove quattro giovani artiste e artisti si confrontano con gli Archivi Alinari come fondamentali giacimenti di storie da reinterpretare e riproporre. A queste due mostre si affiancherà una grande novità: l’esposizione multimediale permanente La storia della fotografianelle tue mani, nella Manica Lunga. Una proposta originale di CAMERA, la prima in Italia per tipologia e concezione: una lunga time-line costruita attraverso immagini, testi, materiali video, nata dalla volontà di consentire a tutte e tutti, anche alle persone cieche o ipovedenti, di fruire dei testi, delle immagini e dei contenuti digitali.

Momenti che esprimono fascino e curiosità quelli dei pranzi dei sovrani sebbene raramente trattati dagli artisti. Di qui la grande ricerca dei curatori, per portare alla luce le occasioni pubbliche come quelle private delle teste coronate, non trascurando le rappresentazioni simboliche, le allegorie che racchiudono momenti e personaggi lontani nel tempo: in mostra, di anonimo fiammingo del finire del XVI secolo, “Il pranzo degli Asburgo”, proveniente da Varsavia, ovvero tre generazioni d’Asburgo, succedutesi sul trono delle Fiandre tra il ‘500 e il ‘600, Carlo V e Filippo II al centro della scena, a servirli i governatori di quei paesi, con un probabile Emanuele Filiberto ossequioso nei confronti del potente imperatore. Tra il pubblico (per i numerosi ospiti ammessi) e il privato altalena il “Banchetto offerto da Clemente IX a Cristina di Svezia il 9 dicembre 1668”, tramandatoci in grafica da Pierre-Paul Sevin, dove il pontefice occupa, davanti a una tavola riccamente imbandita, una posizione sopraelevata rispetto a quella della regina, in evidente segno di sudditanza e di rispetto, due silenziosi mondi chiusi in sé, se si pensa, ci dicono le cronache, che soltanto alla fine del pranzo venne offerta una poltrona a Cristina, accanto a Clemente, perché potesse avere con lui qualche attimo di conversazione.
(usato tra le corti come doni, in special modo quella sabauda), tele commissionate dal granduca Cosimo III a Bartolomeo Bimbi per il suo casino della Topaia; e le immagini delle bevande esotiche, il caffè, la cioccolata e il tè, frutto degli ampi commerci della Compagnia delle Indie che hanno il potere, tra l’altro, di dare il via ai tanti servizi in pregiata porcellana, magari con i decori cinesi e giapponesi che verranno in seguito imitati dalle manifatture europee. Gioiello di queste sale “Un tè a Evian”, opera di Ludwig Guttenbrunn del 1787, proprietà di una nobildonna inglese che l’ha volentieri ceduta per la mostra e quindi esposta per la prima volta al pubblico: il quadro a olio, di non rilevanti dimensioni (43,2 x 57,8 cm), racconta il rito pomeridiano del tè all’interno della sala di una residenza nobiliare sul lago di Ginevra. Carlo Emanuele, principe di Piemonte, e la consorte Maria Clotilde di Borbone sono ospiti di due dame inglesi: un momento assai privato in cui il sovrano non disdegna di servire amabilmente la bevanda alla sua dolce metà.





