E anche quest’anno siamo arrivati al consueto appuntamento sull’arte nella capitale sabauda: Artissima.


Venerdì 1 novembre si presenta la Tait Gallery di via San Quintino 1, durante l’art Week di Torino, in una mostra a cura di Matteo Scavetta, l’artista Andrea Marchesini. Dalle ore 20.30 le opere dell’artista vicentino saranno accompagnate da open bar e dj set.
L’artista è lo Sciamano dispensatore di ordine, e sottraendo e scavando fa luce verso il pensiero puro che si materializza sulla tela attraverso l’assemblaggio di diversi tessuti e materiali. Come testimonianza di reminiscenze, il pensiero si compone su uno sfondo neutro, luminoso e determinato da campiture decise, vivendo lo spazio in cui l’idea pure si palesa e si ripropone all’artista e a noi, spettatori di questa trasmutazione. Marchesini è un mediatore di pensieri puri, insaziabile esploratore alla ricerca della miglior rappresentazione della propria visione dell’Io e delle sue sfaccettature. Il tessuto, in ogni opera dell’artista, è selezionato e applicato, adagiato sulla preparazione pittorica, protagonista del processo mentale che estrapola i dolori e i desideri di rinascita. Le sue materie sono la testimonianza della rinascita dell’individuo, cucire e incollare sono azioni simbolo del cambiamento, una mutazione di stato e di dimensione, riflessione di come il tempo lenisca il dolore e crei, modelli, smussi, amplifichi, diminuisca, attivi e inevitabilmente modifichi. La matrice rimane e il resto evolve. Marchesini accetta questa condizione, la rende a noi palese, ci fa capire che non è uno sbaglio accettare e lo scendere a patti di non essere più ciò che si è stati; la bellezza sta nell’essere puri, chiari, le nostre azioni devono essere il suono dei nostri segni interiori. I damaschi, le stoffe preziose, le passamanerie, le ruvide tele sono la traslazione di questi codici sommersi, i nostri sogni realizzati, quelli ancora da realizzare, le nostre paure e gioie da far esplodere l’universo della vita. Marchesini rappresenta la vita cristallizzandola nei quattro bordi della sua tela, lo sfondo monocromatico ci ricorda di quanto sia importante focalizzare e non perdere mai di vista la forza del pensiero, l’importanza del ricostruire per sentire dal profondo la vita e il suo sapore.
Marchesini nasce nel dicembre del 1973, compie studi scientifici e umanistici, mostrando un interesse per la cultura europea soprattutto in campo artistico. Perfezione le sue conoscenze in città come Londra, Dublino, Barcellona e Roma. Nel corso della sua attività artistica ha esposto a Venezia, Verona, Vicenza, Padova, Milano, Torino, Roma, Bologna, Madrid, Firenze, Seul, Amburgo, Stoccarda e ai Magazzini del Sale alla 57esima Biennale di Venezia. Nella sua pittura emergono tratti espressionistici, la cui forza segnica richiama la formazione sui modelli del passato. L’energia comunicativa esplode nell’alternanza e sovrapposizioni coloristiche dove i tracciati interiori si impongono sull’esteriorità della pittura, attraverso la sintesi sostanziale del gesto energico. Pittura ed emozione gestuale, forte e decisa, predisposta ad affascinare lo sguardo dello spettatore.
Mara Martellotta
La mostra dal titolo “Paesaggio” rende omaggio a Franco Montanari a cui si deve l’importante collezione di stampe e dipinti giapponesi raccolti con fiuto di intenditore d’arte e gusto di esperto collezionista durante il 1953-54, periodo in cui si trovava a Tokyo come ambasciatore.
Il fondo, considerato il quarto per valore in Italia, lasciato in eredità al museo di Moncalvo, permette una visione del cosiddetto “mondo fluttuante” fuggevole e transitorio ossia tutto quanto appartiene alla natura, dai boschi alle montagne, dai fiumi alle cascate, dai laghi agli stagni rivelatori non solo di armoniosa bellezza ma anche di rappresentazione dei Kumi, divinità che dimorano nei luoghi sacri che, secondo il shintoismo, sono simbolo di purificazione.

Immergendosi nella natura ci si appropria della sua forza vitale, come bene intuì un simbolista quale Vincent Van Gogh nell’asserire poeticamente che l’artista giapponese, davanti ad un filo d’erba, si sente egli stesso fiore come anch’egli sentì nell’immedesimarsi nell’iris bianco dipinto in un suo quadro famoso.
Soprattutto furono gli impressionisti a rimanere affascinati da quest’arte delicata ed elegante affine al loro sentire nel cogliere l’attimo fuggente prima che si dissolva, a cominciare da Claude Monet che creò il proprio giardino identico a quello giapponese con ponticelli, stagni e ninfee e tappezzò le pareti della sua casa con stampe che, dopo l’apertura nel 1854 dei rapporti commerciali tra Giappone e occidente, circolavano in Francia.
In mostra sono esposte diverse opere che rappresentano il Monte Fuji, luogo di culto dedicato al sole e alla dea Amaterasutanto trattato da Hokusai e Hiroshige.

Lo troviamo protagonista ne “Il monte Fuji e le nere colline” a “inchiostro su seta”, di Kawabata Gyokusetsu, bellissimo paesaggio che evidenzia la bianca purezza del monte sovrastante gli scuri e grigi colli.
Allo stesso modo il kakemono del XVII secolo “Paesaggio innevato del monte Fuji” di Kano Masunobu rappresenta la sacrale purezza del monte che sorge, come apparizione, presso un tempio circondato di fiori.
Così pure si coglie il senso di purificazione nel dipinto “Monaco che contempla il Fuji” di scuola Kano di ispirazione cinese.
Come non pensare alla stessa venerazione di Paul Cezanne per la montagna Saint Victoire dipinta ossessivamente una cinquantina di volte, in un solo anno, quale luogo dell’anima che dona serenità.
“Il ponte Nihon di Edo” di Utagawa Kunisada, autore dei famosi dipinti delle cascate di Saga, ci ricorda la suggestione esercitata sulle Japoneseries di Van Gogh e di Gauguin che in Polinesia si era portato stampe giapponesi da cui trarre ispirazione.
Tante le delicate scene notturne come “Dama con lanterna sotto la luna” di Utagawa Hiroshige, in bianco-nero con due pennellate rosse a vivacizzare il pallido chiarore lunare ed i fiori bianchi creando un’atmosfera intima.
“Volpe bianca sotto la luna”, kakemono della scuola UedaKochu, è invece legato alla simbologia beneaugurante in quanto l’animale è il messaggero di Hinari, dio shintoista della fertilità e dell’agricoltura.
Legato al simbolismo anche il dipinto “Jurojin e cervo sotto un pino” di Maeda Chodo che ritrae il vecchio saggio appoggiato ad un pino tra i bambù e un cervo che alludono alla longevità.
Sintetico il raffinatissimo Kakemono del XX secolo “Le tre foglie rosse” di Ikegami Shuho che rende magistralmente, purnell’essenzialità, l’idea della tradizione Momijigari ossia la caccia delle foglie rosse nel visitare i luoghi in cui gli aceri cambiano colore nell’autunno.
Con significati meno profondi ma intriganti, le due xilografie “Salendo sulla scala in giardino” e “Caccia alle lucciole presso lo stagno” da originali di Suzuki Harunobu, appartenenti al genere popolare di scenette quotidiane richieste dalle masse urbane.
Più impegnativo e sottilmente filosofico l’emakimono del XVII secolo di Kano Tan’yu “Paesaggio hatsuboku”, a inchiostro su seta, che presenta ben sette paesaggi distinti tra spazi vuoti, legato al minimalismo dei monaci Chan, genere allora ritenuto eccentrico e minore poiché astratto ma in seguito rivalutato, durante il periodo Edo dai giapponesi che ne capirono lo spirito ispiratore del buddismo con la consapevolezza che la realtà è illusione.
Tutto ciò ha portato ad un percorso di illuminazione che coinvolge anche l’artista nella sua creazione ed è evidente, a distanza di secoli, come le avanguardie dell’astrattismo e dell’espressionismo astratto moderno e contemporaneo siano strettamente legate a queste precedenti ispirazioni.
Giuliana Romano Bussola
Due giorni di arte, moda, design, musica e letteratura
Venerdì 1 e sabato 2 novembre, in concomitanza con il weekend dell’arte, la galleria Umberto I, ex ospedale di via della Basilica, a Torino, ospiterà per il secondo anno consecutivo la rassegna d’arte Umbertissima. Si tratta di due lunghe serate organizzate da JK’s Gallery e Cristinai & Co, dedicate ad arte, fotografia e design, moda, talk, musica classica, elettronica e jazz. Venerdì prenderà il via la rassegna alle 18 con le mostre “I Love You, Fuck You! Dedicated to…”, “Gallery friends”, “Galerie des Refusès”, “Gallery Face”, set fotografico e shooting di Gianni Oliva e Michele Rubino, “Fai un salto in galleria”, fotografie di Michele d’Ottavio. Alle 19.30, alla JK’s Gallery si aprirà uno spazio dedicato ai libri, che avrà un appuntamento importante alle 21 con “Boom del bookparty-quando la lettura diventa gesto sociale” con Abracabook. Sabato 2 novembre, alle 19.30, al fianco delle presentazioni librarie, ci saranno le performance di moda, che vedono in scaletta Cristina Pistoletto Parade, “Instant Collage Composition”, performance dell’artista, danzatrice, creatrice di moda Samanta Lai, in collaborazione con Belfiore Danza Contemporanea. L’atmosfera di Umbertissima sarà accompagnata da una colonna sonora composta da musicisti Jazz di musica classica e di set di Franco B.E. Non mancherà l’arte anche sotto forma di luci d’artista, in quanto la galleria accoglie la luce d’artista di Marco Gastini dal titolo “L’energia che unisce si espande nel blu”.
Mara Martellotta
Foto: Museo Torino
Dal 31 ottobre al 3 novembre a Torino ritorna Artissima, insieme a un incredibile numero di eventi che ruotano attorno alle arti contemporanee. Per districarsi tra tanti appuntamenti servono un paio di scarpe comode e la guida che stiamo per fornirvi.
Il via lo hanno dato le Luci d’Artista inaugurate e accese il 25 ottobre. Ma è questa settimana che l’intera città si trasforma in un’unica esposizione d’arte antica, moderna e contemporanea. Se Milano ha la settimana della moda, Torino detta legge con quella dell’arte. La città si popola di fiere, eventi, performance e party. Come muoversi tra una fiera e l’altra? Proviamo a fare un recap di tutto ciò che è possibile visitare in città.
Luci d’Artista
Ve ne abbiamo già parlato qui, le luminarie natalizie si giungono alla 27° edizione e si arricchiscono di nuove installazioni, come quella di Piazza Vittorio o sulla facciata del Mauto. Prendete l’elenco che vi abbiamo fornito e divertitevi a scoprirle tutte con il naso all’insù. E non dimenticate di mandarci le vostre foto!

Artissima
Dall’1 al 3 Novembre l’Oval ospita Artissima, l’unica fiera d’arte contemporanea d’Italia che ormai è ben nota anche a livello internazionale. Giunta alla sua trentunesima edizione, Artissima 2024, sotto la direzione di Luigi Fassi, è caratterizzata da iniziative specifiche a conferma della sua unicità nel panorama culturale europeo e della sua capacità di attrarre gallerie, artisti, collezionisti e curatori tra i più interessanti a livello internazionale, con la promessa di una fiera sperimentale e di ricerca. Le principali sezioni positive sono quattro – Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions – a cui si affiancano altre tre sezioni curate – Present Future, Back to the Future e Disegni – che sono ospitate anche sulla piattaforma digitale Artissima Voice Over. L’edizione 2024 di Artissima vede complessivamente la partecipazione di 189 gallerie italiane e internazionali, di cui 66 presentano progetti monografici.
Flashback
Dal 31 ottobre al 3 novembre 2024, Flashback Art Fair torna con la sua dodicesima edizione negli spazi di Flashback Habitat – Ecosistema per le Culture Contemporanee in corso Giovanni Lanza 75 a Torino. Uno spazio di 20.000 metri quadri in cui la villa storica e i padiglioni che un tempo hanno ospitato il brefotrofio della provincia, immersi nel grande parco ai piedi della collina di Torino, si sono trasformati nell’abbraccio fra natura, arte e vita, passata e presente. Imperdibile, oltre a Flashback, il percorso espositivo che racconta il brefotrofio dove vi consigliamo una sosta muniti di fazzoletti perché la commozione è dietro ogni storia narrata.
Flashback Art Fair, nel 2024 titola il suo dodicesimo capitolo “Equilibrium?” proponendo una riflessione sull’idea di equilibrio, comunemente associata a stabilità e armonia, ma qui posta sotto una luce critica. La fiera, da sempre attenta alla contemporaneità, ci domanda se un equilibrio sia sempre giusto e auspicabile, o se nasconda repressioni e disuguaglianze, sociali, economiche, geopolitiche. L’edizione 2024 esplora questa tensione attraverso importanti opere selezionate accompagnate da talk e incontri. Capolavori di ogni tempo si incontrano nei corridoi e nei tre piani dove il pubblico potrà ricercare il proprio percorso fra bellezza e senso. Flashback Art Fair si propone non di dare risposte, ma di aprire uno spazio di dialogo, rendendo visibile la fragilità del concetto stesso di equilibrio.
The Others
Dal 31 ottobre al 3 novembre, arriva anche The Others che quest’anno trova casa presso l’Ilo in Via Maestri del Lavoro 10. Potremmo definire The Others come la fiera delle gallerie outsider, quelle che amano fare scelte decisamente inusuali, provocatorie, estreme. Le curatele sono affidante a team di giovanissimi, così come lo è la comunicazione. Il risultato è spesso fatto di scelte insolite da odiare o amare. Si potrebbe dire che The Others è allo stesso tempo fiera espositiva e terreno creativo in divenire.
Paratissima
Dal 31 ottobre al 3 Novembre, presso la Palazzina Uffici dell’ex Snos di Corso Mortara 24, si svolge Paratissima che celebra vent’anni di viaggio nel mondo dell’arte contemporanea. Paratissima VENTI è il punto d’incontro tra passato e futuro, un’occasione per riflettere sulle correnti che hanno plasmato la nostra storia, ma anche un’opportunità per sperimentare nuove prospettive. E dunque ecco in mostra 350 artisti, con opere che spaziano dalle arti visive alle nuove forme di espressione digitale.
Share Festival
All’interno di Paratissima, dunque sempre presso lo Snos di Corso Mortara 24, si annida Share Festival. Share Festival, appuntamento di riferimento per l’arte e la cultura digitale a Torino, celebra la sua diciottesima edizione con il tema ALL-Natural, un evento che esplorerà in maniera creativa il dialogo tra ambiente e nuove tecnologie. Dal 30 ottobre al 3 novembre 2024, sotto la direzione di Bruce Sterling, il festival offrirà un ricco programma di esposizioni, dibattiti e opere innovative in cui natura e tecnologia si fondono, trasformando Torino in un laboratorio creativo all’avanguardia.
Diffusissima
Si tratta del fuorisalone della Torino Art Week, una serie di eventi itineranti che coinvolgono sia location al chiuso sia piazze e vie. La Kermesse prevede incontri, djset e performance in giro per la città. Ecco gli appuntamenti:
31 ottobre: DIFFUSISSIMA Roadshow presso Offine S “DIFFUSISSIMA meets Paratissima” con la Diffusissima Room presso Paratissima negli spazi di corso Mortara. L’artista russa MARA esporrà nello spazio curato dalla direttrice artistica di Artàporter Alyona Kosareva.
1 novembre: DIFFUSISSIMA Roadshow presso il Centro Commerciale Lingotto, lato via Fenoglietti.
2 novembre: DIFFUSISSIMA Roadshow in Barriera di Milano, piazza Teresa Noce (zona Open Incet)
3 novembre: chiusura DIFFUSISSIMA Roadshow in piazza Solferino.
Umbertissima
Neonata nel panorama delle -issime e giunta alla sua seconda edizione, venerdi 1 e sabato 2 novembre, in Galleria Umberto I c’è Umbertissima, rassegna d’arte, fotografia, moda con talk, musica dal vivo e dj set. Ad organizzare la Kermesse nella suggestiva galleria a ridosso del mercato di Porta Palazzo, sono la JK’s Gallery e Cristiani&Co. Dietro questo evento c’è il curatore Ivano Bedendi che più che un evento che gira intorno alle arti, ha voluto dare vita a una due giorni di festa che coinvolge le arti a 360°. Imperdibile la parade organizzata da Cristina Pistoletto che vedrà sfilare persone con indosso i suoi cappotti.

La Notte delle Arti Contemporanee
Il 2 novembre le gallerie d’arte osserveranno un orario serale e notturno. E all’evento aderiscono anche GAM e MAO. Per l’occasione, i due musei propongono l’ingresso alle collezioni permanenti alla tariffa speciale di 1€ dalle ore 18 fino alle ore 23. Aggiungendo 1€ si potranno anche visitare le mostre temporanee in corso (Mary Heilmann e Maria Morganti alla GAM, Rabbit Inhabits the Moon al MAO). La mostra Berthe Morisot. Pittrice impressionista con display di Stefano Arienti si può visitare alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea con tariffa ridotta di 5€.
Pav
Il Pav, Parco di Arte Vivente, è un centro sperimentale di arte contemporanea concepito da Piero Gilardi e diretto da Enrico Bonante. Il centro, sito in Via Giordano Bruno 31, ormai un’istituzione ben inserita nel circuito dell’arte contemporanea, inaugura, in occasione di Artissima la prima mostra personale in Italia dell’artista Adriàn Balseca, curata da Marco Scotini. La mostra si intitola Cambio de Fuerza
OGR
Giovedi 31 ottobre, al Binario 1 delle Officine Grandi Riparazioni inaugura la mostra di Cyprien Gaillard Retinal Rivalry a cura di Samuele Piazza. La mostra di Gaillard continua nei giorni successivi, con possibilità di fare una visita guidata gratuita, sia sabato 2 sia domenica 3 novembre alle h. 18. Giovedi 31 ottobre e domenica 3 novembre, a partire dalle 21.30, la Sala Fucine sarà inondata dalla musica del C2C Festival. Si balla fino alle 3 di notte!
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Chiudiamo, e non a caso, con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la cui fondatrice Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, è stata una figura chiave nella concezione e realizzazione di Artissima. Iniziò tutto 31 anni fa dalla voglia di dare alla città una fiera d’arte. Oggi, l’intera città diventa un’immensa fiera d’arte. E allora non si può non fare sosta in Via Modane 16 dove venerdi 31 ottobre inaugura Silent Studio, la mostra di Mark Manders. Non ci resta che augurarvi: buona Art Week.
Lori Barozzino
Alla Promotrice di Belle Arti la mostra – evento visitabile sino al 3 Novembre
Quando il parco torinese del Valentino, unico per fascino e bellezza, si tinge dei colori e dell’incanto dell’autunno, la prestigiosa e storica Palazzina Promotrice di Belle Arti, di cui è presidente Giovanni Prelle Forneris, apre i suoi battenti all’ importante mostra d’arte ed antiquariato APART – Art and Antiques Fair, che come ogni anno è l’apripista che introduce nella settimana torinese dedicata alle arti.

Giunta quest’anno alla sua ottava edizione, questa mostra prima per importanza nel mondo dell’antiquariato in Piemonte, visitabile dal 30 Ottobre al 3 Novembre, è diventata ormai un appuntamento molto atteso dagli operatori del settore e da un pubblico fedele, appassionato ed attento. Sono quaranta gli espositori che con le opere in mostra accompagnano il visitatore in un viaggio nell’arte attraverso i secoli in un accattivante percorso tra epoche e luoghi che dialogano tra loro con una varietà di stili che interessano i tre grandi continenti, Europa, Asia, America.

Sono tutte interessanti le offerte che vanno dall’archeologia al design contemporaneo con proposte che raccontano di terre e di culture diverse tra loro ma pur sempre compatibili se vissute attraverso il vocabolario dell’arte che parla una lingua che tutti conoscono, quello della bellezza. Per poter offrire al visitatore ed al mondo dei collezionisti una garanzia che sia anche sinonimo di certezza e di correttezza di attribuzioni, come per ogni edizione passata, l’Associazione Piemontese Antiquari che organizza l’evento, si avvale della presenza e del grande lavoro del Comitato scientifico della F.I.M.A, Federazione Italiana Mercanti d’Arte di cui è presidente Fabrizio Pedrazzini, con un gruppo di esperti che esaminano ogni singola opera presente in mostra, assicurandone e garantendone l’autenticità. Il “vetting” delle opere esposte sottolinea il grande impegno degli organizzatori aderenti all’A.P.A. di cui è presidente il gallerista Aldo Ajassa in collaborazione con ASCOM Confcommercio Torino e Provincia, sotto la presidenza di Maria Luisa Coppa, con il Patrocinio della Città di Torino e della Regione Piemonte.

Nelle sale dei due piani della Palazzina l’offerta si sviluppa tra quadri importanti quali il “ Ritratto della signora Martinez de Hoz ”di Giovanni Boldini dei primi anni del 900, il “ Ritratto di Margherita de’ Medici Farnese “ di Justus Sustermans databile al 1639, lo stupendo liberty delle lampade di Emile Gallè, un interessante arazzo norvegese di metà Ottocento, sino a collezioni di tappeti, pregevoli mobili d’epoca, gioielli antichi ma anche soggetti più attuali quali i rari manifesti cinematografici degli anni 30 e 40 sul tema dei film di Sherlock Holmes. Nel salone centrale, come per ogni edizione, campeggia un’opera che si può definire l’ospite dell’anno.

Grazie alla collaborazione con la Galleria Lunetta 11 è presente un dipinto di grandi dimensioni del giovane artista Ismaele Nones che nelle sue opere si avvale di suggestioni catturate dal vasto mondo della letteratura, della storia dell’arte tra sacro e profano, con soggetti sempre essenziali e quasi geometrici destrutturando le barriere tra passato e presente e legando forme antiche a concetti moderni.

“ In questa lettura – sono parole dell’artista – nascono i miei lavori con l’intenzione di lasciare libere le emozioni di chi li osserva “. Anche per questa edizione è stato istituito un contest fotografico aperto ai giovani studenti dei corsi di fotografia in collaborazione con l’Istituto Europeo di Design IED e con il quotidiano La Repubblica. Nutrito e di grande interesse il calendario di incontri quotidiani dedicati al vasto mondo dell’arte e dell’antiquariato con la presenza di studiosi e storici d’arte in collaborazione con il Museo Egizio.

Duemila anni di storia presenti quindi in un viaggio tra cultura e bellezza che puntualmente ogni anno il visitatore sa di poter incontrare in questo evento d’eccellenza che coniuga il lavoro e l’impegno svolto nell’arco dell’anno dagli antiquari presenti al fascino ed all’accoglienza di un angolo unico di Torino, ricco di storia e sempre di grande impatto.
Patrizia Foresto
Apertura straordinaria fino alle 23 e ingresso a 1€dalle 18 alle 23. La biglietteria chiude alle 22
GAM e MAO aderiscono alla Notte delle Arti Contemporaneein programma per sabato 2 novembre 2024 e, per l’occasione,propongono l’ingresso alle collezioni permanenti alla tariffa speciale di 1€ dalle ore 18 fino alle ore 23. Aggiungendo 1€ si potranno anche visitare le mostre temporanee in corso (Mary Heilmann e Maria Morganti alla GAM, Rabbit Inhabits the Moon al MAO).
La mostra Berthe Morisot. Pittrice impressionista con display di Stefano Arienti si può visitare alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea con tariffa ridotta di 5€.
Cosa si può visitare
Alla GAM
Ingresso alla tariffa speciale di 1€ per il nuovo allestimento delle collezioni permanenti e il Deposito Vivente; aggiungendo 1€ si potrà accedere anche alle mostre temporanee Mery Heilmann e Maria Morganti.
Ingresso ridotto a 5€ per la mostra Berthe Morisot. Pittrice impressionista.
Al MAO
Accesso con biglietto unico a 1€ alle gallerie delle collezionipermanenti, alla presentazione del progetto Declinazioni Contemporanee, che porta al MAO le installazioni site specific di Qiu Zhijie e Charwei Tsai e la luce d’artista di Patrick Tuttofuoco, e alla performance Things that Death Cannot Destroy, dell’artista Linda Fregni Nagler.
Per prendere parte alla performance, che sarà ripetuta alle 18.45, 19.45 e 20.45, è obbligatoria la prenotazione all’indirizzo internmao@fondazionetorinomusei.it.
Aggiungendo 1€ si potrà visitare anche la mostra temporanea Rabbit Inhabits the Moon. L’arte di Nam June Paik allo specchio del tempo, recentemente inaugurata, dedicata all’opera dell’artista coreano Nam June Paik in dialogo con artisti contemporanei e antichi manufatti coreani.
Dal 1 al 3 novembre la Gipsoteca torinese Mondazzi ospiterà l’urban artist Etnik e sarà teatro di “Un/classic/, l’ultima innovativa mostra di Etnik. Questa esposizione, nata dalla collaborazione con Square 23 Gallery, galleria con la quale l’artista lavora da anni) si configura come un’operazione espositiva di rottura, un esperimento che decostruisce il concetto stesso di esposizione scultorea, collocandosi al confine tra classico e contemporaneo.
Inserita nel contesto di una gipsoteca, simbolo della tradizione scultorea classica, la mostra crea un ponte tra passato e presente, mettendo in dialogo forme e materiali classici con l’estetica urbana contemporanea di Etnik. Le sue opere nascono da una sintesi tra texture e geometrie urbane, risultato di oltre trent’anni di carriera pittorica.
Negli ultimi venti anni ha applicato e affiancato a questo percorso un’esplorazione scultorea e installativa raramente esibita.
‘Un/classic’ rappresenta una delle prime mostre di sola scultura nel mondo dell’arte urbana, offrendo una sinergia perfetta tra le opere classiche custodite nella gipsoteca e le creazioni innovative di Etnik.
L’artista con questa mostra offre una riflessione critica e visivamente potente sul mondo contemporaneo, in cui classico ed urbano si fondono in una nuova e originale visione estetica, creando sinergia attraverso l’incontro inedito dei due mondi del passato e del presente. L’inaugurazione si terrà il 1 novembre alle ore 18 e sarà arricchita dalla performance live del collettivo Pso e dal video mapping di Luca Torakiki. Capaci di trasformare lo spazio espositivo in un’esperienza sensitiva multisensoriale.
Etnik è un artista italiano di origini svedesi, noto a livello internazionale per i suoi murales su larga scala. Nasce negli anni Novanta come writer e ha evoluto il suo stile sviluppando un linguaggio personale che combina architetture urbano e geometrie astratte. Il tema del dualismo, centrale nella sua produzione, mette in relazione l’ambiente urbano e gli elementi naturali, riflettendo il precario equilibrio tra questi due mondi. Le sue opere scultoree, cosiccome i suoi murales, si presentano come un’analisi critica della città e dei suoi contrasti, offrendo una doppia chiave di lettura che varia in base all’osservatore. La sua arte, sia su tela, sia scultorea, su larga scala, si distingue per la sua continua ricerca di nuove forme di espressione, senza mai abbandonare le sue radici urbane.
Gipsoteca Mondazzi, via Orvieto 20/A
Orari:1 novembre dalle 18 alle 21, 2 e 3 novembre dalle 16 alle 20
Mara Martellotta
Oltre Torino. Storie, miti, leggende del torinese dimenticato.
Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce.
Il fil rouge di questa serie di articoli su Torino vuole essere l’acqua. L’acqua in tutte le sue accezioni e con i suoi significati altri, l’acqua come elemento essenziale per la sopravvivenza del pianeta e di tutto l’ecosistema ma anche come simbolo di purificazione e come immagine magico-esoterica.
1. Torino e i suoi fiumi
2. La Fontana dei Dodici Mesi tra mito e storia
3. La Fontana Angelica tra bellezza e magia
4. La Fontana dell’Aiuola Balbo e il Risorgimento
5. La Fontana Nereide e l’antichità ritrovata
6. La Fontana del Monumento al Traforo del Frejus: angeli o diavoli?
7. La Fontana Luminosa di Italia ’61 in ricordo dell’Unità d’Italia
8. La Fontana del Parco della Tesoriera e il suo fantasma
9. La Fontana Igloo: Mario Merz interpreta l’acqua
10. Il Toret piccolo, verde simbolo di Torino

Basta poco per far sì che la gente si ritrovi a chiacchierare, che i ragazzi riscoprano il piacere di uscire e stare insieme, basta veramente un nonnulla per trasformare un anonimo luogo ombroso in una zona di piacevole ristoro. É sufficiente, ad esempio, un po’ d’acqua zampillante e po’ di luce al neon, ed ecco realizzata la magia: il degrado pian piano si dissolve e tornano le risate e le chiacchiere del fresco della sera. La fontana conosciuta come la Fontana di Italia ’61 era proprio questo: una bella scusa per disincentivare il decadimento di una zona cittadina e lavorare per ricostruire un bell’ambiente sia a livello urbano che per le condizioni di vita dei cittadini di quel luogo specifico. Si può dire che la Fontana abbia ben svolto il suo ruolo, anche se a singhiozzi: essa infatti per un po’ di tempo è riuscita ad allontanare spacciatori e tossicodipendenti e a richiamare a ségiovani e anziani che non volevano starsene a casa da soli, nonostante il freddo pungente dell’aria di Torino nei tristi mesi invernali. Per assurdo, anche ora che è di nuovo sprofondata nella dimenticanza, essa svolge il suo antico ruolo: è un memento a quello che accade quando la città non esercita il suo compito di accoglienza e protezione nei confronti dei cittadini, e cioètestimonia il decadimento e il buio della notte che sovrastano le risate dei passanti, che hanno addirittura timore di passare di lì. Tracciamo allora un po’ di storia di questa particolare Fontana di Italia ’61 e del suo contesto.
Italia ’61 è il quartiere situato nella circoscrizione 8 che ospitòExpo 1961 (Esposizione Internazionale del Lavoro-Torino 1961) anche conosciuta appunto come Italia ’61, svoltasi a Torino per celebrare il primo centenario dell’Unità d’Italia.
Il grande evento diviene occasione per mettere in luce il progresso raggiunto dalla città industriale subalpina, con la realizzazione di edifici di straordinaria qualità architettonica.
Il luogo prescelto dal comune per l’allestimento degli eventi èl’area compresa tra il Po e Via Ventimiglia, lungo Corso Unitàd’Italia. Le architetture espositive realizzate per l’evento e l’organizzazione stessa delle celebrazioni, puntano a diffondere un’immagine patinata del progresso tecnico raggiunto dalla grande città industriale: cantieri conclusi in tempi rapidissimi, impiego di tecnologie avanzate, organizzazione scientifica del lavoro. In edifici appositamente costruiti, durante il mandato dell’allora sindaco di Torino Amedeo Peyron, si svolgono i tre eventi principali curati dal comitato nazionale “Italia ’61”presieduto dal politico, economista, accademico Giuseppe Pella: la Mostra Storica, a cura di Augusto Cavallari Murat, la Mostra delle Regioni, curata da Mario Soldati, e l’Esposizione Internazionale del Lavoro, patrocinata dal parigino Bureau International des Expositions. Gli eventi collaterali sono a cura del comitato “Torino ’61” che, tramite l’omonima Società per Azioni, finanzia le manifestazioni. Il piano urbanistico del comprensorio è affidato all’architetto Nello Renacco, che articola intorno alla radiale per Moncalieri due palazzi per esposizioni: il Palazzo del Lavoro, degli ingegneri Pier Luigi Nervi, Antonio Nervi, Mario Nervi con Gino Covre; il Palazzo a Vela, dell’architetto Annibale Rigotti e degli ingegneri Giorgio Rigotti, Franco Levi e Silvio Bizzarri, una Fontana Luminosa, la Monorotaia, l’Ovovia verso Cavoretto e la Circarama Disney, (non più esistenti), oltre a un complesso di padiglioni lungo il Po.
Dopo il grande evento, tuttavia, piano piano, alcuni edifici per mancanza di fondi vennero abbandonati a sé stessi, alcuni sono stati dimenticati, come la Fontana Luminosa, che è rimasta spenta per moltissimo tempo.
Finalmente le Olimpiadi Invernali di Torino del 2006 la riaccendono e, dopo decenni di abbandono e di degrado, essa ritorna all’originale splendore grazie ai lavori di ristrutturazione della città in vista del grande evento sportivo. In questi anni la Fontana ritrova il suo massimo fulgore specie la sera e nelle ore notturne, quando mille giochi di luci colorate la rendono splendida e spettacolare. Ma anche questa volta il brusio dei festeggiamenti dura meno di quanto sperato e tutto di nuovo si spegne e amaramente tace.
Alessia Cagnotto
Inaugurazione della mostra d’arte collettiva in occasione dei 60 anni della cioccolateria artigiana Guido Gobino
Giunge alla sua fase finale il progetto culturale GugArt3, promosso da Guido Gobino in occasione del sessantesimo anniversario della Cioccolateria artigiana.
Dopo la performance live dei musicisti e la presentazione dei racconti dei giovani scrittori al Salone del Libro, mercoledì 30 ottobre sarà la volta degli artisti visivi, cge esporranno le proprie opere in una mostra dedicata. L’appuntamento è alle ore 17.30 in via Modena 62, nei pressi della fabbrica di Cioccolato, per l’inaugurazione della mostra d’arte collettiva. Protagoniste saranno le opere realizzate da Marta Ciolkowska, Lorenzo Gnata e Chiara Nicoletti che verranno valutate da Marinella Senatore, artista multidisciplinare formatasi nel campo della musica, delle belle arti e del cinema. Ogni artista ha reinterpretato in modo personale l’esperienza vissuta durante la settimana di residenza.
L’accesso all’inaugurazione è libero previa registrazione al link https://tinyurl.com/2s43bpx7
La mostra sarà visitabile fino a sabato 2 novembre tutti i giorni, dalle 16.30 alle 19.30
Mara Martellotta