Intesa Sanpaolo apre al pubblico dall’11 settembre al 7 ottobre 2025 nella sua sede della Gallerie d’Italia, a Torino, la nuova mostra intitolata “ Erik Kessels. Un’immagine”, ultima opera dell’artista visivo olandese Erik Kessels che realizzerà un’installazione multimediale composta da oltre 60 mila immagini provenienti dall’archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo. Le fotografie saranno tutte cucite e trasformate per formare un’unica immagine in continuo movimento grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, da cui emerge un ritratto fluido dell’Italia i cui volti di persone, immagini di cronaca, di guerra, di lavoratori, di politica, di sport, di frammenti storici si compenetrano nello spazio l’una nell’altra.
La sala immersiva delle Gallerie d’Italia torinesi si trasformerà in un teatro visivo e strumentale, interrotto in cui il nostro presente, il passato, il mondo, la vita emergono attraverso una colonna sonora in cui il mistico e l’elettronico si alternano e si dissolvono.
Un tema musicale sarà realizzato appositamente dall’inglese Robin Rimbaud, in arte Scanner, e dall’italiano Stefano Pilia, musicisti elettronici d’avanguardia.
In questa originale esperienza visiva e sonora a 360 gradi, il pubblico verrà sorpreso dal contenuto mutevole e dalla possibilità di immergersi in un archivio umano proiettato in gigantografia.
Mara Martellotta
Promossa dal “Lions Club Santa Margherita Ligure – Portofino” e dal “Comune di Santa Margherita Ligure”, l’attuale mostra nella cinquecentesca Fortezza Sanmargheritese ha un titolo decisamente curioso, se si pensa che in sé quel titolo, fatto di cinque ben calcolate parole, ne racchiude altri due riferiti ad opere che sono al centro del percorso scenico e concettuale della stessa rassegna. “Parole Parole. Prove di Speranza”. Partiamo proprio da quel “Prove di speranza”. Tre parole folgoranti pensate a dar voce (al centro del grande Salone a piano terra), nella loro simbolica asserzione ad un’installazione “performativa” – riferita al “Giubileo della Speranza” di Papa Francesco – che non credo di sbagliare nell’indicare come vero fulcro centrale della rassegna. In legno di pallet, catramina e olio (estremamente attuale nel riferimento all’atroce crudeltà dei tempi di guerra che oggi paralizzano il mondo) l’opera ci offre la tragica visione di due poderose, sbrecciate “Porte Sante” che, al loro aprirsi, non possono che restituirci sgomento, cumuli di macerie, frammenti di antichi simboli di fede, bianchi sudari di morte e oceani di lacrime di donne, uomini, bambini (quanti bambini!) per i quali la vita è stata solo, o quasi, guerra.

Torino 

