ARTE- Pagina 145

Se un grande Museo apre le porte al rap

Succede a Torino negli spazi del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano


Nel Museo di storia patria più importante d’Italia risuonano le note della musica “rap”. Nulla di strano. Anche i Musei più carichi di storia possono e devono vivere le suggestioni, il fascino e le emozioni dettate dai tempi. Attraverso la cultura e l’arte in tutte le sue epoche. E in tutte le sue forme. Compresa la musica che oggi batte le note più amate dalle nuove generazioni. Parte di qui l’insolita (ma non dunque così strana) “alleanza” fra il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino e il noto rapper italiano (fra gli emergenti di maggior talento) Ghali. Al secolo Ghali Amdouni, milanese di nascita (ma origini tunisine), classe ’93, il giovane Ghali ha infatti girato proprio qui (grazie alla collaborazione fra il Museo e la “Film Commission Torino Piemonte”) le prime sequenze del videoclip di “Barcellona”, uscito nei giorni scorsi e terzo brano del suo secondo album, dalle sonorità hip hop, dal titolo “DNA”. Fascinosi set del “film” (il videoclip ha infatti un sapore decisamente cinematografico), girato sotto la regia di Giulio Rosati, sono dunque la facciata ottocentesca con le ampie balconate che affacciano su piazza Carlo Alberto, i Saloni del Museo, la meravigliosa Camera dei deputati del Parlamento Subalpino e la monumentale Aula del primo Parlamento Italiano. Lo stesso Ghali compare nelle scene girate all’interno del Museo, in “Sala Codici”, nelle vesti del narratore intento a scrivere su una pergamena una storia d’amore atipica e travolgente con al centro due giovani. E come i due protagonisti indossa delle grandi ali che sembrano contrastare con lo sfondo, ma che invece rappresentano la magia di sentirsi unici e speciali in mezzo a tutti e tutto. Proprio come angeli. Le riprese sono state realizzate lo scorso 15 settembre e sono durate un’intera giornata. Vi ha partecipato anche una squadra di stuntman per girare la scena dell’angelo che si affaccia dalla balaustra di Palazzo Carignano. Una scena che ha lasciato senza fiato le tante persone che transitavano dalla piazza. “Ci fa davvero piacere – ha dichiarato il direttore Ferruccio Martinotti– che il nostro Museo particolarmente attento al pubblico giovanile abbia accolto un artista sensibile e impegnato come Ghali . Un incontro che può solo arricchire chi si lascerà incuriosire e attrarre dal messaggio che ne deriva: non esiste la separazione tra cultura alta e cultura bassa. Esistono diverse forme di espressione che possono e devono dialogare fra loro”.
Il nuovo video di “Barcellona” è disponibile sul canale You Tube dell’artista:

https://www.youtube.com/c/TroupeChannelGhali/featured

g. m.

 

Artissima in versione unplugged

La tradizionale kermesse dell’Oval  è stata costretta al  cambio di format.

Questa edizione di Artissima si svolgerà infatti in versione Unplugged.

Una formula resasi necessaria a causa della pandemia,  dilatata nei tempi e negli spazi, che fa convivere esposizioni fisiche realizzate con Fondazione Torino Musei e progetti digitali.

 

Artissima è pronta a svelare la sua nuova forma. Un modello Unplugged dilatato nei tempi e negli spazi, che riunisce esposizioni fisiche e progetti digitali: una versione acustica della fiera che focalizza la propria attenzione sullo strumento (le opere) e la voce (le gallerie).

Nella sua veste fisica, Artissima presenterà tre progetti espositivi nei musei della Fondazione Torino Musei (GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica e MAO Museo d’Arte Orientale) dal 7 novembre 2020 al 9 gennaio 2021. Le mostre, accomunate dal tema Stasi Frenetica e a cura di Ilaria Bonacossa, ospiteranno i lavori di molte delle gallerie selezionate per questa edizione della fiera.

Nella sua veste digitale, Artissima lancerà due progetti virtuali. Da un lato Artissima XYZ, un’inedita piattaforma cross-mediale dedicata alle sezioni curate: Present Future curata da Ilaria Gianni e Fernanda Brenner, Back to the Future curata da Lorenzo Giusti e Mouna Mekouar e Disegni curata da Letizia Ragaglia e Bettina Steinbrügge (online dal 3 novembre al 9 dicembre 2020). Dall’altro il catalogo online, per esplorare gallerie, artisti e opere delle sezioni Main SectionNew EntriesDialogue/ MonologueArt Spaces & Editions (online dal 5 novembre al 9 dicembre 2020).

Novembre rappresenterà ancora una volta – grazie anche alla sinergia fra la fiera e le istituzioni culturali e artistiche del territorio – un’occasione per conoscere e ammirare l’arte contemporanea nelle sue infinite forme.

La natura autunnale nelle tavole di Demarchi

La natura autunnale si nasconde dietro aforismi che l’artista torinese Roberto Demarchi è riuscito a cogliere con grande maestria nelle sue opere

Aforismi della natura autunnale. Tali sono quelli che ha realizzato  l’artista torinese Roberto Demarchi e che è possibile godere nella mostra visitabile dall‘otto ottobre scorso nel suo spazio espositivo torinese, in corso Rosselli 11. L’esposizione comprende ventitré opere realizzate dall’artista, da lui definite aforismid‘autunno”, in cui l‘immagine pittorica non ha soltanto una valenza ornamentale e decorativa, ma una portata di carattere simbolico e spirituale.

“La natura che si nasconde. Aforismi d’autunno” ne costituisce il felice titolo, che si richiama al pensiero del filosofo Eraclito che affermava che “È  proprio della natura nascondersi“.

 

Secondo il celebre pensatore di Efeso – afferma l’artista Roberto Demarchi –  la natura, ovvero la Physis, non comprendeva soltanto il concetto che comunemente intendiamo oggi, ma inglobava un significato molto più ampio, quello di Arke’ , il principio dal quale tutto deriva e che tutto comanda, e che si nasconde allo sguardo visibile dell’uomo, capace di percepire soltanto la realtà fenomenica e apparente. L‘autunno, tra tutte le stagioni dell’anno, è quella nella quale la natura, spogliandosi dei fenomeni, vale a dire delle apparenze generative della primavera e dell’estate, pare volercisvelare la sua essenza e verità, prima che giunga la coltre bianca del silenzioso inverno, capace nuovamente di nasconderla“.

Mara Martellotta 

 

Corso Rosselli 11.

Prenotazioni al 3480928218

Mail rb.demarchi@gmail.com

Al Museo del Risorgimento cinque incontri per raccontare la fotografia

“TRANSMISSIONS people – to – people”  Al Museo del Risorgimento di Torino, cinque incontri per  raccontare la mostra fotografica di Tiziana e Gianni Baldizzone

Da martedì 13 ottobre a martedì 1 dicembre, ore 18

 

Saluzzese, classe ’56. Negli anni ’70 fu lo sciatore più giovane della mitica “Valanga azzurra”, nonché il più forte slalomista italiano di quella compagine dopo Gustav Thoni, Piero Gros e Fausto Radici. Dodici podi, oltre cinquanta piazzamenti nei primi dieci, rimase competitivo fino ai trent’anni. Oggi fa il giornalista sportivo e dal ’93, dopo una parentesi a Telemontecarlo, lo sci  lo racconta – con lo stesso entusiasmo che sfoderava e trasmetteva sulle piste – commentando per la Rai le gare di sci alpino, affiancando prima Furio Focolari, poi Carlo Gobbo e quindi Davide Labate. Sarà proprio lui, Paolo De Chiesa a dare il via, martedì prossimo 13 ottobre, alle 18, al ciclo di “Incontri”organizzati dal Museo Nazionale del Risorgimento Italiano in piazza Carlo Alberto 8 a Torino, nell’ambito della mostra fotografica, a firma di Tiziana e Gianni Baldizzone, dal titolo “TRANSMISSIONS people – to – people” e ospitata nel Corridoio Monumentale della Camera italiana fino al 6 gennaio 2021. Cinque incontri, spalmati nell’arco di tre mesi, su argomenti strettamente connessi al tema della mostra che attraverso 60 scatti, in grande formato a colori e in bianco e nero, racconta la trasmissione – di generazione in generazione – di millenari “saperi”, magnificamente documentati attraverso l’obiettivo fotografico in viaggi entusiasmanti (durati dal 2010 al 2018) dall’Asia all’Africa all’Europa, Italia compresa e lo stesso Piemonte. Negli incontri si parlerà di sport, con De Chiesa per l’appunto (“Dalla Valanga azzurra al microfono: raccontare e trasmettere una passione”), e del suo essere scuola importante, attraverso cui trasmettere ai giovani i segreti  di un “mestiere” o di un gioco che mestiere può diventare,indubbiamente appassionante ma anche capace di regalare dal maestro all’allievo regole importanti di vita. Valide sempre. Anche a giochi finiti. E poi, ancora, siparlerà di ambiente e paesaggio, di psicologia e di managerialità e delle tante storie di donne e uomini raccontate dalle immagini esposte dei due artisti.

“TRANSMISSIONS people – to – people, 8 anni di ricerca sul campo. Le storie  dietro le fotografie”, è infatti il titolo e il tema del secondo appuntamento, programmato per martedì 27 ottobre (ore 18), con i fotografi Tiziana e Gianni Baldizzone, autori della mostra, che parleranno delle storie che sono andati a cercare e di quelle di cui sono stati testimoni; di comesono nate e sono state composte alcune delle fotografie del progetto. I due (compagni di vita e di lavoro) mostreranno anche reportages e fotografie inedite con l’intervento di Tiziana Bonomo, curatore della mostra.

Martedì 10 novembre (ore 18), sarà la volta di Consolata Beraudo di Pralormo (“Di generazione in generazione. Conservazione e innovazione nella tutela dell’ambiente e del paesaggio”) che racconterà di come conservare l’esistente senza stravolgerlo, attraverso progetti innovativi, rispettosi dei valori tradizionali ma proiettati verso il futuro.

Remigia Spagnolo, psicologa del lavoro e fondatrice di “Professional Dreamers Project” incontrera’, poi,martedì 24 novembre (ore 18), i due Baldizzone in un incontro sul tema del “Trasmettere il ‘sogno professionale’. L’occhio del fotografo incontra lo sguardo dello psicologo”. Fotografia e psicologia a confronto. Bella sfida!

E infine, martedì 1 dicembre (ore 18), si chiuderà con “Saper fare, saper vivere, saper essere. La trasmissione della managerialità: illusione o realtà?”. Altro argomento bello tosto. Di scena, Luigi Francone, top manager da oltre cinquant’anni, prima in Fiat e poi in altre aziende, italiane ed estere.

La partecipazione agli “Incontri” è gratuita. E’ necessario prenotarsi al numero 011/5621147. Tutti gli appuntamenti saranno trasmessi in diretta sulla pagina facebook.com/MuseoRisorgimentoTorino.

Gianni Milani

Nelle foto
– Paolo De Chiesa
– Tiziana e Gianni Baldizzone
– Tiziana e Gianni Baldizzone: “Atelier Grandi Complicazioni Vacheron Constantin”, Svizzera, 2014

 

Sotto i portici ecco i percorsi creativi

Si è inaugurato ieri, in via Po, nel tratto da via Rossini a via Sant’Ottavio, “Spazio Portici – Percorsi Creativi”, un progetto di Città di Torino, Fondazione Contrada Torino Onlus e Torino Creativa, realizzato con il sostegno di Iren e Lavazza.

L’obiettivo è avviare degli spazi di espressione artistica sotto i portici della città di Torino valorizzando la creatività giovanile.

Lungo i 12 chilometri di portici, partendo da via Po, si svilupperanno nel tempo installazioni, esposizioni, mostre temporanee e happening artistici al fine di creare un percorso visivo itinerante che contribuirà a dare nuova vita alle arcate.

Spazio Portici – Percorsi Creativi oltre a essere una nuova dimensione di espressione artistica é anche una proiezione del futuro dell’arte, integrata con gli spazi urbani in modo non convenzionale.

La galleria a cielo aperto è voluta fortemente dall’assessorato ai Diritti, Giovani e Creatività della Città di Torino. L’assessore Marco Alessandro Giusta infatti dichiara:

“Una città che vuole crescere collabora e mette insieme in modo sinergico l’amministrazione pubblica, soggetti privati, giovani professionisti, commercianti, fondazioni e altri stakeholders del territorio, creando nuove reti sociali, connessioni tra centro e periferia,  immaginando ambiti di sviluppo. Spazio Portici nasce da questa visione d’insieme e porta con sé un valore più ampio. Non è una semplice galleria ma un progetto di trasformazione urbana che valorizza la professione creativa e che mette al centro i giovani e le giovani, la loro visione del mondo, i temi ambientali e sociali che affrontano. I portici sono, oggi come nel passato, teatro di scritte, messaggi politici, amorosi, che rappresentano forme di espressività, manifestazione di conflitti e di protesta. Sono convinto dell’importanza di uscire dalla retorica del decoro e affrontare il tema dello spontaneismo valorizzandone la componente artistica e dandole la possibilità di avere spazi di  espressione riconosciuti, anche a vantaggio del commercio e del turismo. L’arte è frattura, è visione, è libertà. Ce lo ha dimostrato Saype la scorsa settimana con la sua opera. Così come Toward 2030, Beyond Walls, Campus Diffuso, ToNite, Casa Bottega, progetti realizzati in partenariato pubblico privato, Spazio Portici è un tassello importante che riconosce la creatività giovanile e le politiche destinate ai giovani come elementi imprescindibili di sviluppo, costruendo percorsi di crescita e di scambio con il resto del mondo, creando occasioni di incontro tra i soggetti della cultura e dell’arte torinese e i giovani professionisti, offrendo alla cittadinanza la capacità di (ri)lettura del quotidiano che l’arte e lo spettacolo nello spazio pubblico rappresentano e, ultimo, ma non ultimo, riconoscendo le professionalità e il lavoro delle e degli artisti a servizio della valorizzazione della città, delle comunità che la abitano e del turismo. Circa un anno fa, su richiesta della Sindaca, la Fondazione Contrada Torino, insieme all’associazione Commercianti di via Po, ha ideato e progettato un piano straordinario in tre fasi per il recupero dei portici. Straordinario in quanto la pulizia e il mantenimento dei portici sono normalmente a carico dei proprietari degli stabili. La spinta propulsiva, caratterizzata dal recupero della bellezza dei portici e nell’allestimento di questa galleria a cielo aperto, è stata sostenuta da Iren e Lavazza, e vuole diventare un modello da applicare anche agli altri portici torinesi, a iniziare da via Nizza, via Sacchi e via Cernaia già coinvolte nel processo. Sono quindi felice di inaugurare oggi una nuova galleria pubblica cittadina, Spazio Portici, dove il contemporaneo, l’arte e la creatività giovanile trovano la loro collocazione all’interno di uno spazio di bellezza storica.”

 

Il progetto è organizzato e gestito da Fondazione Contrada Torino, già impegnata da molti anni nella valorizzazione dei portici della città e che ha da poco coordinato la pulizia di via Po, via Nizza, via Sacchi e via Cernaia.

Parte oggi una nuova ed entusiasmante sfida per valorizzare i portici di Torino. Portare l’arte sotto i 12 chilometri di arcate che costituiscono uno dei patrimoni culturali più rilevanti della città – Dichiara Germano Tagliasacchi, Direttore della Fondazione Contrada Torino Onlus – . Nella logica prosecuzione delle varie attività condotte in dieci anni dalla Fondazione Contrada Torino sul tema della conservazione dei beni culturali e dell’arte pubblica si materializza, con ‘Spazio Portici – percorsi creativi’, una proficua congiunzione di intenti. Promuovere un uso insolito di questa galleria urbana, unica in Italia, grazie alla creatività di giovani talenti e con essa sostenere , in un momento così delicato, lo spazio pubblico e le sue funzioni principali: la socialità, l’inclusione, la trasmissione di saperi, il miglioramento della percezione della qualità urbana. Inizia un itinerario che porterà nel tempo,  nei diversi contesti porticati, suggestioni artistiche che dovranno aumentare l’attrattività dei singoli percorsi a vantaggio dell’intero sistema. Il prologo è particolarmente interessante in quanto la comunità degli urban artists si presenta alla collettività con una modalità differente rispetto alle loro performance nello spazio pubblico. Interventi che hanno contribuito a rendere Torino una delle capitali europee della street art. Questa caratteristica pone in evidenza il loro impegno a sostenere concetti e attitudini a pieno diritto ricomprese nelle migliori espressioni delle arti visive contemporanee e, non ultimo, a marcare la evidente differenza corrente tra spontaneismo e professionalità.

Torino da più decenni è interessata allo sviluppo della cultura del graffiti-writing e alla sua evoluzione che segue varie declinazioni. Ne sono esempio le numerose opere, sparse sui muri della città, di artisti nazionali e internazionali. È proprio per questo che Spazio Portici – Percorsi Creativi inaugurerà con la dirompente creatività degli urban artists, torinesi e italiani, coordinati dalla curatela di Roberto Mastroianni, Critico d’arte e Curatore, in collaborazione con le associazioni culturali torinesi “Il Cerchio e le Gocce” e “Monkeys Evolution” che si sono occupate della selezione degli artisti.

Nel ventennale del progetto ‘MurArte’ e nel decennale di ‘PicTurin- Mural Art Festival’, che hanno permesso a Torino di diventare – prima tra le città italiane ed europee – un laboratorio di istituzionalizzazione del Graffiti-Writing e una delle capitali europee della Street Art e della Urban Art, si dà vita alla prima galleria a cielo aperto di arte e creatività urbana: ‘Spazio Portici – Percorsi Creativi’. All’interno di un contesto architettonico e culturale tra i più rilevanti del tessuto metropolitano,  trova collocazione una sequenza di banner, sui quali una restituzione fotografica di opere di Street Artist e muralisti torinesi e italiani viene esposta in una mostra temporanea dal carattere museale – Spiega Roberto Mastroianni, Critico d’arte e Curatore del percorso espositivo – . Torino è attraversata da una galleria a cielo aperto di ‘pezzi’ che rappresentano la Graffiti-Street-Urban Art nella sua evoluzione da fenomeno contro-culturale a espressione globalizzata dell’arte contemporanea. Se le molte opere site specific sparse per la città, prodotte da quelli che una volta erano i ‘terribili kids’ del graffitismo e che oggi sono artisti o designer di rilevanza internazionale, rappresentano un’esposizione che ha preso forma attraverso processi di istituzionalizzazione (‘MurArte’), festival internazionali (‘PicTurin’) o progetti di comunicazione sociale realizzati in sinergia tra enti pubblici o privati (ex. ‘Toward2030. What are you doing?’), ‘Spazio Portici – Percorsi creativi’ rappresenta invece il luogo i cui linguaggi nascono nella strada, incarnando creatività giovanile e metropolitana, per diventare autonome opere d’arte. Questa mostra temporanea mette infatti in scena una selezione di lavori, realizzati dalle tre crew storiche (Truly-Urban Artist, Monkeys Evolution e Il cerchio e le gocce) e da alcuni loro compagni di strada che operano in altri contesti urbani. Nello stesso tempo dialoga con altre due Temporary Exhibition (‘TOward2030’ e ‘Beyond Walls’) ospitate negli spazi dei Musei Reali Torino e con l’opera site specific di Land-Street Art di Saype nei giardini della Porta Palatina. Stili, linguaggi, forme e colori delle immagini collocate sulla parte superiore delle arcate rapiscono lo sguardo, costringendo il passante a soffermarsi su una parte di questo immaginario urbano, ormai diventato estetica diffusa, spingendolo a rintracciare nella continuità e nella ricorrenza di stilemi e codici un’aria di famiglia caratteristica di ‘una scuola torinese’ dell’Urban Art nata nella strada, nutrita dalla contro-cultura e oggi diventata parte integrante del nostro immaginario globale.

 

Il progetto, a partire da via Po, avvia un percorso che, grazie ai prossimi contributi delle arti visive e performative, animerà progressivamente i portici di via Nizza, via Sacchi per estendersi a tutti i 12 km di portici della città di Torino.

 

Gli artisti che per primi vedranno le loro opere allestite in questa nuova galleria a cielo aperto sono: 108, Abel, Andrea Casciu, Aris, Bans, Br1, Camilla Falsini, Corn79, CT, Diego Federico,  Droufla, Encs, Fabio Petani, Geometric Bang, Giorgio Bartocci, Howlers, Kiki Skipi, Livio Ninni, Luca Font, Mach505, Mauro149, Moneyless, Mr Fijodor, Nice and the fox, Ninja1, Rems182, Sea Creative, Shekoo, Supe, Truly design Crew, Vesod, Viola Gesmundo, Wasp, Wat, Wens, Wubik.

 

Dagli urban artists in poi le arcate non rimarranno vuote. Le opere diventeranno itineranti e al loro posto verranno presentati altri percorsi creativi: artisti dell’Accademia Albertina, designers e grafici come i protagonisti di Graphic Days o delle settimane del Design.

 

Un’epoca e una società dentro le immagini di Carlo Bossoli

Sino al 31 gennaio prossimo, nelle sale della Fondazione Accorsi – Ometto

Un lungo secolo, che scavalca i tempi abituali. L’Ottocento. Dagli ultimi fuochi della Rivoluzione francese sino ad arrivare alla fine del primo Grande Conflitto, l’abbandono cruento dell’Ancien Régime per spingersi incontro ad un secolo nuovo e pericoloso.

Al centro le guerre d’Indipendenza, il colonialismo e le sue piaghe, l’importanza sempre maggiore della borghesia che va sostituendosi alla nobiltà, i decenni delle grandi quanto affascinanti esplorazioni, le guerre che ridisegnano gli atlanti, le scoperte messe in campo per dare un volto nuovo alla società. Non ultima la costruzione delle ferrovie, che cambiano il paesaggio e indicano un nuovo modo di viaggiare: le più antiche – la Napoli/Portici o la Milano/Monza – messe al servizio delle corti, la Torino/Genova del 1845 costruita per lo sviluppo del trasporto delle merci. Un secolo importante. Che necessita di un testimone importante, capace di farlo rivivere anche agli occhi di noi moderni, che mostri – quasi cantore di “una vita in diretta”, preciso e raffinato cronista del suo tempo – le azioni e i mutamenti che gli sono corsi attraverso.

Cronache dall’Ottocento ovvero La vita moderna nelle opere di Carlo Bossoli e nelle fotografie del suo tempo s’intitola la mostra che la Fondazione Accorsi-Ometto presenta sino al 31 gennaio 2021, fortemente voluta dal direttore Luca Mana, curata da Sergio Rebora con la collaborazione di Daniela Giordi per la sezione fotografica. Con prestiti privati e pubblici (Museo del Risorgimento e Galleria d’Arte moderna di Torino, Archivio di Stato di Torino, il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, il Museo del Risorgimento di Milano e i Musei Civici di Varese), sono presenti cinquanta dipinti di Bossoli (paesaggi, scorci cittadini, opere celebrative, immagini della Storia catturate quasi in istantanea) e 40 fotografie di maestri italiani e stranieri, appropriandosi la fotografia della giusta attenzione, “non più arte ma storia”, inconfutabile specchio di una società, di una vita che cambia verso la modernità, che abbraccia la città e la campagna, che testimonia il progresso e le distruzioni di una guerra, che corre in simultanea con l’azione descritta.

Proveniva da una famiglia di origine svizzera Carlo Bossoli, era nato a Lugano nel 1815 e solo cinque anni dopo aveva seguito il padre trasferitosi a Odessa, nella Russia dei Romanov, curioso e pronto di lì a pochi anni ad accrescere una formazione artistica, da autodidatta, che l’avrebbe presto visto vedutista, scenografo e autore di “cosmorami” panoramici. Poi il ritorno nel Canton Ticino, il decennale soggiorno milanese all’interno del quale visse gli eventi delle Cinque Giornate e fu onorato altresì delle numerose commissioni delle famiglie aristocratiche: e infine, nel 1853, l’arrivo a Torino. Dove trovò quella corte sabauda che gli avrebbe conferito la patente di “pittore reale di storia”, con l’incarico di raffigurare tra l’altro i luoghi delle ferrovie inaugurate in Piemonte in quegli anni, dipinti da cui fu tratta la celebre serie di litografie intitolata Views on the railway between Turin and Genoa, pubblicata a Londra, ancora nel ’53. E dove progettò la propria casa, un’abitazione con un giardino privato e uno studio dentro cui lavorare, un esempio di stile moresco andato perduto nelle proprie fisionomie (lo si può ammirare in un’opera dello stesso Bossoli del 1868 presente in mostra): ma il palazzo s’affaccia ancora oggi sul Lungo Po Diaz, sopra i Murazzi, all’altezza di via Giolitti. Morì nel 1884: e nel lungo periodo in cui operò, percorse le strade di Russia, Inghilterra, Scozia, Irlanda, Spagna e Marocco, testimoniando gli avvenimenti storici e privati che oggi queste “cronache” ci rendono.

Suddivise in cinque sezioni, un raffinato percorso che guarda alla storia e all’arte, concepito dall’allestimento di Diego Giachello, attento all’interno delle sale all’impiego dei colori e alla loro morbidezza, in pieno accordo con le opere esposte. I centri urbani disseminati lungo lo stivale, il capolavoro del Duomo palermitano e della sua piazza (del 1871) e il Canal Grande a Venezia e il torinese palazzo Coardi di Carpeneto con il suo atrio elegante e animato di personaggi, come le vaste piazze della Capitale sabauda divise tra divertimento e attività lavorative: accanto le prove fotografiche, a confronto, un allinearsi di tinte ambrate a restituirci la Torino lontana più di un secolo e mezzo fa. Le tempere su carta di Bossoli abbracciano poi i differenti momenti storici, la prima e la seconda Guerra d’Indipendenza come la difesa della Repubblica Romana del ’49, Vittorio Emanuele II a Palestro o mentre scende con i suoi ministri lo scalone di palazzo Madama in occasione dell’apertura della Quinta Legislatura, le scuderie juvariane di Venaria, felicemente riscoperte di recente, in un susseguirsi di ombre tra cavalli e stalli, colori, particolari, frammenti vivissimi, o ancora la guerra di Crimea, alla metà degli anni Cinquanta, fotografata in un primo tempo a opera di Roger Fenton, al seguito dell’esercito britannico, e poi da James Robertson (sua la Postazione d’artiglieria) e Felice Beato, due veri e propri reporter di guerra.

Il capitolo delle ferrovie testimonia l’ammodernamento del paese e soprattutto il primato dello stato sabaudo; come un’attenzione a sé merita l’esotismo, con il Bazar del 1847, l’interno del caffè di Galata e l’ampio panorama di Istanbul (l’antica Costantinopoli) del 1878 con i suoi minareti, i gruppi di personaggi nei loro abiti, le case ed i palazzi, tutti schierati come su di un palcoscenico, ben visibili in primo piano mentre le montagne e l’azzurro del cielo si perdono impalpabili in lontananza; e ancora il Marocco e l’Egitto, cui molti guardavano con curiosità, quasi un paese da sogno, tra l’antico (le immagini con le rovine di Karnak) e il moderno, all’indomani dei lavori dello stretto e del successo dell’Aida verdiana. L’ultima sezione considera, ancora in uno stretto rapporto tra tempere e materiali fotografici, le molteplici vedute di ville e giardini storici, il piacere di vivere in campagna, i luoghi della tranquillità e del piacere fuori delle città, quasi al loro riparo (il secolo precedente aveva conosciuto al riguardo le opere di Magnasco e di Bellotto), morbidi capolavori che ci raccontano tra gli altri della Villa Giulia a Bellagio, una vera e propria testimonianza per i proprietari, il ricordo di gite in barca, di passeggiate nel parco, di feste notturne o di ricevimenti pomeridiani, la descrizione esatta e ancora una volta immediata dei riti mondani di una società di cui Bossoli era testimone. Chi visiterà la mostra si soffermi davanti ai minuscoli schermi su cui scorrono “leggerissime” clip, della durata di un minuto circa, chiaramente in un canonico bianco e nero, montaggi curiosi, mobili testimonianze di un’epoca che ha ancora molto da dirci: a movimentare una mostra che qualcuno ha temuto per un attimo che fosse “noiosa”. Se ne volete scoprire l’alto tasso di vitalità, non mancate.

Elio Rabbione

 

 

Le immagini

Carlo Bossoli, “Veduta del Duomo di Palermo”, 1871, tempera su carta applicata su tela, 59 x 89 cm, coll privata, courtesy Galleria Aversa, Torino

Carlo Bossoli, “Veduta della scuderia grande di Venaria Reale”, 1853, tempera su carta applicata su tela, 55 x 77 cm, coll privata

James Robertson, “Crimea. Postazione di artiglieria al termine della battaglia”, 1856, carta salata, 259 x 200 mm, coll Marco Antonetto

Antonio Beato, Egitto, Luxor-Karnack, veduta degli obelischi nel tempio di Amon-Ra”, circa 1870, stampa all’albumina, 275 x 212 mm, coll Marco Antonetto

Carlo Bossoli, “Veduta di Istanbul”, 1878, olio su cartone, 46,5 x 76,5 cm, coll privata

Morsi di creatività

Morsi Editore è un officina editoriale indipendente di fumetti, graphic journalism e progetti creativi distribuiti online e ad eventi dedicati.


Morsi Editore nasce dalla voglia e competenza di Giulia Pavani di unire realtà artistiche e culturali del territorio torinese per creare progetti appartenenti al mondo dell’editoria militante offrendo uno sguardo radicale su politica, cultura e società attraverso mezzi di comunicazione artistica.

 

Sensibilizzazione della collettività su vari aspetti, focalizzazione sull’attualità per cercare un punto d’incontro tra le arti visive e la società moderna per rivolgere lo sguardo verso la disobbedienza creativa mista all’innovazione e alla sperimentazione sono tra gli obiettivi dell’officina indipendente.

Grazie alla collaborazione con autori e artisti Morsi Editore crea prodotti cartacei che affrontano con la narrativa e il disegno approfondimenti di critica sociale.

 

Per ogni info e approfondimento:
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Mail: morsi.editore@gmail.com

Un ottobre di cultura ai Musei Reali

Aperture, visite straordinarie e mostre  A ottobre, un ricco programma di iniziative straordinarie permetterà di riscoprire e approfondire le collezioni dei Musei Reali, anche attraverso visite e attività speciali per adulti e ragazzi.

 

Aperture straordinarie

 

Tutti i giovedì di ottobre, dalle ore 21, il pubblico potrà partecipare alle visite guidate “Una gita a…”. Un interessante itinerario alla scoperta degli oggetti e dei siti archeologici più particolari al Museo di Antichità.

Giovedì 8 ottobre si inizia con Una gita a Industria: viaggio sul Po in età romana con Elisa Panero, curatore delle collezioni archeologiche dei Musei Reali, tra i tesori della città fluviale sacra alla dea Iside. Il percorso, della durata di circa un’ora, è visitabile in gruppi composti al massimo da 8 persone ciascuno, al costo di 5 euro oltre al biglietto di ingresso ai Musei Reali. Giovedì 8 ottobre, il Museo di Antichità e i Giardini Reali rimarranno aperti eccezionalmente dalle 19.30 alle 23.30, al costo di 5 Euro comprendente anche l’ingresso alla mostra Incēnsum.

 

Sabato 10 ottobre, dalle ore 19.30 alle ore 23.30, Palazzo Reale  la visita speciale “Tutto in una notte. Ingresso con biglietto speciale da 10 Euro, ridotto a 2 Euro dai 18 ai 25 anni, gratuito sotto i 18 a

 

Domenica 11 ottobre, dalle 10.15 alle 17.15, sarà l’occasione per visitare anche la Biblioteca Reale grazie all’iniziativa Domenica di Carta, promossa a livello nazionale dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Nel Salone monumentale sarà allestito un breve percorso espositivo, La cura di carta, dedicato al tema della cura nelle collezioni della Biblioteca e verrà esposto anche un prezioso ricettario manoscritto della fine del XIV secolo, riccamente miniato, che tramanda antiche ricette per trattare molte malattie. I visitatori riceveranno una breve brochure di presentazione della Biblioteca e delle opere esposte. L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria almeno 24 ore prima all’indirizzo: mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it. L’accesso è consentito in gruppi da 10 persone ogni ora, dalle 10.15 alle 17.15. A quanti non dovessero trovare posto nell’orario prescelto, sarà proposto un orario alternativo, fino ad esaurimento dei posti disponibili. La mascherina protettiva è obbligatoria e dovrà essere indossata per tutto il tempo di permanenza in Biblioteca. Per la registrazione anagrafica dovrà essere compilato il modulo alla pagina https://www.museireali.beniculturali.it/scheda-di-registrazione-anagrafica-biblioteca-reale/.

 

Visite speciali

 

Sabato 10 e domenica 11 ottobre alle ore 15 l’itinerario Benvenuto a Palazzo! è visitabile con le guide di CoopCulture, alla scoperta delle sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale, con l’Armeria e la Galleria della Sindone, per scorgere il restauro “a vista” dell’altare della Cappella. Il percorso, della durata di circa un’ora, è visitabile in gruppi composti al massimo da 8 persone ciascuno, al costo di 7 euro oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali. Per una visita individuale, è possibile scaricare MRT, l’app ufficiale dei Musei Reali, comprendente l’audioguida completa con oltre 35 ascolti oppure acquistare al Museum Shop la nuova guida a stampa I Musei Reali di Torino pubblicata da Allemandi Editore e realizzata in collaborazione con CoopCulture.

 

Sabato 10 e domenica 11 ottobre il percorso prosegue nelle Cucine Reali al piano interrato di Palazzo Reale e nell’Appartamento della Regina Elena, a piano terreno, alle ore 10-11-12 e 15-16-17. Le visite, della durata di un’ora, sono condotte dai volontari dell’Associazione “Amici di Palazzo Reale”. Il biglietto è acquistabile in cassa il giorno stesso al costo di 7 euro.

 

 

Attività ai Giardini Reali

 

Sabato 10 ottobre, alle ore 10, in una cornice del tutto eccezionale come quella dei Giardini Reali, sarà possibile praticare yoga con una lezione all’aria aperta della durata di un’ora. Un’occasione unica per riscoprire sé stessi, riconnettendosi con la terra e l’ambiente circostante. In caso di maltempo la lezione sarà svolta nella Sala da Ballo del secondo piano di Palazzo Reale. L’attività si terrà i primi 4 sabato di ottobre al costo di 15 euro, abbonamento di quattro lezioni 50 euro. Ultimo appuntamento sabato 24 ottobre. Per prenotazioni e informazioni, 011 19560449 o info.torino@coopculture.it.

 

 

Le mostre

 

Capa in color

Nelle Sale Chiablese, fino al 31 gennaio 2021, si potrà visitare Capa in color, la mostra monografica dedicata al fotografo di fama mondiale Robert Capa, nata da un progetto di Cynthia Young, curatrice della collezione al Centro Internazionale di Fotografia di New York. La mostra, che presenta oltre 150 immagini a colori, lettere personali e appunti dalle riviste su cui furono pubblicate, intende illustrare il particolare approccio dell’autore verso i nuovi mezzi fotografici e la sua straordinaria capacità di integrare il colore nei lavori da fotoreporter, realizzati tra gli Anni ‘40 e ‘50 del Novecento. L’esposizione è aperta dal martedì al venerdì dalle 10 alle 19, il sabato e la domenica dalle 10 alle 21 (ultimo ingresso un’ora prima della chiusura). I biglietti possono essere acquistati in cassa oppure online sul sito www.capaincolor.it. Prenotazioni e informazioni al numero 338 1691652 o via e-mail info@capaincolor.it.

È possibile anche prenotare percorsi e laboratori destinati alle scuole ed ideati da CoopCulture: le attività, con un occhio attento alle connessioni tra la straordinaria mostra e le collezioni dei Musei Reali, si svolgono dal martedì al sabato nella fascia oraria 9.30-10 per un accesso a mostra chiusa e in tutta sicurezza per le classi. Prenotazioni e informazioni al numero 338 1691652 o via e-mail info@capaincolor.it

 

Beyond Walls – Oltre i muri

Dopo il Champ de Mars di Parigi, le tappe di Andorra, Ginevra, Berlino, Ouagadougou e Yamoussoukro, l’artista franco-svizzero Saype ha scelto Torino come settimo sito della sua monumentale opera di Land Art ecologica dedicata alla fratellanza universale e alle connessioni tra uomini e culture. Una gigantesca catena di mani intrecciate è comparsa sui prati del giardino della Porta Palatina, dipinta con pigmenti eco-compatibili appositamente brevettati. Un messaggio di solidarietà e di fratellanza per un’opera che unisce idealmente Torino al resto del mondo. In parallelo, i Musei Reali si sono fatti sostenitori del progetto grazie alla volontà di connettere il patrimonio delle arti classiche alle espressioni artistiche contemporanee, contribuendo a realizzare uno dei più importanti interventi artistici su scala globale degli ultimi anni. Il progetto è un percorso che comprende anche la prima mostra personale dell’artista franco-svizzero al primo piano della Galleria Sabauda. Beyond Walls. Torino 2020 ricostruisce poetica, carriera e tecnica dei “Foot Murales” che hanno reso celebre Saype in tutto il mondo e sarà visitabile fino al 17 gennaio 2021 con il biglietto ordinario del museo.

Incēnsum

“Incēnsum”, l’esposizione, organizzata in collaborazione con l’Associazione culturale Per Fumum, illustra con opere che si datano a partire dal III millennio a.C., il percorso delle Vie dell’Incenso. Le fonti antiche riportano l’itinerario compiuto dalle lacrime del deserto, il frankincenso o olibano, prodotto principalmente in Oman e Yemen, che dall’antica Arabia Felix risaliva verso le terre dei Nabatei, giungendo fino al Mediterraneo, attraversando Israele o spingendosi fino ad Alessandria d’Egitto. Questo è da sempre legato alla creazione di pregiate essenze profumate che verranno ricreate lungo il percorso. La mostra conta sui prestiti del National Museum di Mascate (Sultanato dell’Oman), del Museo Egizio e del Museo d’Arte Orientale di Torino, del Museo delle Civiltà di Roma, del Museo Etnoarcheologico Castiglioni di Varese. L’esposizione, aperta fino al 10 gennaio 2021, è visitabile ogni venerdì dalle 10 alle 13, sabato e domenica dalle 14 alle 17 con ingresso compreso nel biglietto dei Musei Reali.

 

TOward2030. What are you doing?

Fino al 17 gennaio il pubblico potrà visitare l’esposizione dedicata al progetto TOward2030. What are you doing? Ideato da Lavazza e dalla Città di Torino per diffondere la cultura della sostenibilità attraverso il linguaggio della street art, il progetto ha previsto la realizzazione di 18 opere murali ispirate ai Sustainable Development Goals elaborati dall’ONU, 17 obiettivi di sviluppo sostenibile più il Goal Zero, pensato da Lavazza per divulgare gli obiettivi stessi. La mostra, curata da Roberto Mastroianni e Filippo Masino, presenta nello Spazio Confronti della Galleria Sabauda fotografie e filmati degli artisti al lavoro, mentre nel Boschetto dei Giardini Reali sono riproposti gli scatti delle 18 opere d’arte urbana presenti a Torino, oltre ai lavori di alcuni artisti dei collettivi Il Cerchio e le Gocce, Monkeys Evolution e Truly Design, realizzati durante il live painting inaugurale con il coordinamento di MurArte Torino.

 

“Argenti preziosi” a Palazzo Madama

In mostra  “opere degli argentieri piemontesi” da inizio Settecento a fine Ottocento. Dal 2 luglio al 15 novembre

“Assaggiatore d’argento”. Mestiere improbabile o, quanto meno, bizzarro? Assolutamente, no! Niente di più concreto e impegnativo, ai tempi dell’antica corte sabauda. Di tal mestiere – mestiere di Stato !– se ne ha infatti contezza (per chi ancora ne avesse ignorato l’esistenza) in apertura della mostra“Argenti preziosi”, curata da Clelia Arnaldi di Balme e allestita (nell’ambito del progetto della Regione Piemonte “L’essenziale è Barocco”), in “Sala Atelier” di Palazzo Madama dal 2 luglio al 15 novembre.

Lì, infatti, s’apprende che già nel lontano 1476 a parlare di “assaggiatore d’argento” era un’antica normativa piemontese, successivamente ripresa e ufficializzata nel 1677 da Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, la seconda Madama Reale, madre dell’editto che ufficialmente istituì – nell’ambito delle attività dell’Università degli Orafi e Argentieri di Torino – proprio la figura (“assaggiatore”) del funzionario statale incaricato del compito assai importante di certificare con un marchio il titolo della lega, ossia la quantità di argento presente nel metallo con cui veniva realizzato ogni oggetto che usciva in allora dalle botteghe cittadine. Di quella Torino che fra inizi Settecento e per tutto l’Ottocento vantò una tradizione di maestri argentieri di assoluta eccellenza ed originalità. A darne prova è proprio la suggestiva mostra di Palazzo Madama che in esposizione vede autentiche mirabilia, selezionate dalle collezioni dello stesso Palazzo juvarriano. In una ricca panoramica che cavalca due secoli d’arte e di storia, si va così dalla comune “argenteria da tavola” (con posate, zuppiere, cioccolattiere, teiere, zuccheriere e quant’altro accanto alle piemontesissime “paiole” o tazze da puerpera dove le donne erano solite sorseggiare il primo brodo dopo il parto) agli “oggetti da arredo” più preziosi, fino agli “argenti destinati al culto”, come un “Reliquiario di San Maurizio” (1740 ca.) – che nel corso del restauro per la mostra ha rivelato la presenza del punzone con San Rocco da riferire a Giovanni Francesco Paroletto, membro di una delle più importanti famiglie di argentieri sabaudi – e il “Calice” di Giovanni Battista Boucheron, realizzato nel 1789 in memoria di Carlo Emanuele III, accanto ad alcuni “argenti ebraici” come un bel piatto per la cena durante le celebrazioni della Pasqua ebraica (Seder) e un calice per la benedizione sul vino recitata nel giorno del riposo (Kiddush). Di Giovanni Battista Boucheron (Torino, 1742 – 1815) la rassegna presenta anche grandiosi “disegni preparatori” alle opere in argento insieme a raffinati “Ritratti” degli argentieri della sua famiglia, autentica culla di generazioni di importanti maestri orfèvres. Vera chicca della mostra, la “Mazza cerimoniale” della Città di Torino, restaurata ed esposta al pubblico per la prima volta. Realizzata in argento sbalzato e cesellato, fra il 1814 ed il 1824, la Mazza veniva portata a mano dall’usciere comunale nelle occasioni ufficiali e riprende i tre progetti della prima Mazza civica eseguita da Francesco Ladatte nel 1769, con tanto di testa taurina e corona, sostituita nel 1849 da quella “turrita”, opera dell’argentiere di corte Carlo Balbino. A proseguire l’iter espositivo, sono le “armi” d’epoca con preziose decorazioni in argento, una serie di “monete” che ripercorrono la storia del Ducato di Savoia e una scelta accurata di disegni di Lorenzo Lavy (Torino, 1720 – 1789), fra i più apprezzati incisori di monete e medaglie della settecentesca Zecca torinese. In chiusura, alcune tavole dell’“Encyclopedie”, una selezione di “bastoni da passeggio” con il pomo d’argento (autentica sciccheria per gli elegantoni del tempo) e un curioso nucleo di “dorini” della seconda metà dell’Ottocento, ornamenti da acconciatura e spilloni in argento lavorato a filigrana, che madame e madamin piemontesi amavano vezzosamente appuntarsi fra trecce e capelli ai dì di festa.

Gianni Milani

“Argenti preziosi”
Palazzo Madama – Sala Atelier, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 o www.palazzamadamatorino.it
Fino al 15 novembre
Orari: gov. e ven. 13/20; sab. e dom. 10/19

 

Nelle foto

– Giovanni Damodé: “Paiola”, 1740-1750 ca.
– Argentiere piemontese: “Reliquiario di san Maurizio”, argento sbalzato, cesellato e inciso, 1740 ca.
– Giovanni Battista Boucheron: “Calice”, argento cesellato e inciso, argento dorato, 1789
– Manifattura torinese (Luigi Schenone): “Carabina monocanna”, 1857
– “Bastoni da passeggio”

“Consapevolezza”, Rosetta Vercellotti allo Spazio Mouv

Giovedì 8 ottobre 2020 si inaugura presso lo Spazio Mouv di Torino la mostra Personale di Rosetta Vercellotti, artista torinese esponente della pittura astratta e informale, dal titolo “Consapevolezza”.

Brevi cenni critici

Le sciabolate di colore esprimono la qualità di una pittura sempre e comunque legata a momenti di sofferte passioni, al trascendentale, alla forza insinuante delle emozioni, che appaiono quali aspetti e luoghi d’incontri e di incommensurabili silenzi.   Angelo Mistrangelo

Disposte lungo la Galleria, le opere di Rosetta hanno sottolineato il vivace gusto cromatico di quest’artista, gusto che non vuole essere mero esercizio di tecnica, bensì ricerca metafisica. E l’aura sacra del Santuario
ben si è incontrata con l’arte di tale donna, una donna che fa della propria ispirazione un’esperienza di
vita. Il colore nelle mani di questa pittrice diventa materia viva, risultandone specchio riflettente: è l’umore
vitale di Rosetta che diventa gioco di cromia, in una sorta di coinvolgimento emozionale.  Claudia Ghiraldello

Sono rimasto affascinato da questi percorsi di vita, dallo stile con cui hanno preso forma, capace di rendere gradevole la lettura e di suscitare riflessioni e pensieri sulla realtà dell’esistenza, sui sentimenti degli esseri umani, sul nostro essere al mondo. La vita non è mai un cammino facile e scontato, ma piuttosto un percorso ad ostacoli che ognuno di noi è chiamato a superare con tutta la sua forza e il suo coraggio interiore.  Padre Antonio Menegon

 

ROSETTA VERCELLOTTI
Rosetta Vercellotti, torinese di adozione, ha iniziato a dipingere nel 1977.
Ha esposto in varie mostre personali e collettive in Italia ed all’estero. Tra l’altro è stata presente
alla Promotrice delle Belle Arti di Torino dal 1991 a tutt’oggi e al Circolo Ufficiali di Presidio di Torino
nel 1993. Nel 2016 ha esposto nella Galleria Gastaldi del Santuario di Graglia. Ha ricevuto numerosi premi. È risultata prima classificata per lo stile al Premio internazionale “Trastevere” nel 1996
e prima classificata per la pittura astratta al Premio “Ripetta” di Roma nel 1997.
Angelo Mistrangelo nel 2015 ha firmato per lei la monografia “Rosetta Vercellotti il mondo dell’inconscio”, monografia che è presente nelle biblioteche del Metropolitan Museum of Art e del Guggenheim Museum di New York.
Nel 2018 Claudia Ghiraldello ha pubblicato il volume “Rosetta Vercellotti, la donna e le opere”,
monografia completa di raccolta della produzione dell’artista degli ultimi anni.

 

SPAZIO MOUV
VIA SILVIO PELLICO 3 – Torino
Info: 011 6693880
info@mouv.it
www.spaziomouv.it