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Cinque mostre, oltre 141 mila visitatori e profili social in crescita: il 2020 dei Musei Reali

Crescono la partecipazione digitale e il desiderio di riscoprire, anche da casa, le bellezze culturali del nostro territorio. Al termine di un anno difficile, segnato dalla sospensione temporanea degli accessi agli spazi museali a causa dell’emergenza Covid-19 e da un inevitabile calo della presenza fisica, i Musei Reali di Torino chiudono il 2020 con uno sguardo di speranza verso i prossimi 12 mesi.

 

Ingressi

In 194 giorni di apertura gli ingressi sono stati 141.943, concentrati nei primi due mesi dell’anno e nel periodo estivo, fino alla nuova interruzione imposta del DPCM del 3 novembre. Torinesi e turisti sono tornati ad ammirare e vivere uno dei luoghi simbolo della città, arricchito da un’ampia offerta di esposizioni temporanee, visite guidate e attività all’aperto nel rinnovato Giardino Ducale, restituito al pubblico a fine giugno alla conclusione dei lavori di recupero e rifunzionalizzazione. Tra suggestioni mediorientali e street art, capolavori rinascimentali e fotografie glamour, sono cinque le mostre inaugurate tra settembre e ottobreIncensum. Nella terra dell’Oman al Museo di Antichità, Capa in color nelle Sale Chiablese e, in Galleria Sabauda, TOward2030. What are you doing?, Beyond Walls. Oltre i muri e Sulle tracce di Raffaello nelle collezioni sabaude. Ottima accoglienza per l’esposizione monografica dedicata alle immagini a colori realizzate dal grande fotoreporter Robert Capa tra gli Anni ‘40 e ‘50, che ha richiamato, in soli 35 giorni di apertura 13.882 visitatori. Per riavvicinare il pubblico, sempre nel rispetto delle norme per evitare la diffusione del contagio, i Musei Reali hanno inoltre creato e promosso percorsi e attività speciali come lezioni di yoga e disegno, sviluppate insieme a Coopculture, oltre a iniziative serali come in occasione della Notte di San Lorenzo e della riapertura dei Giardini Reali, registrando 5.408 ingressi.

 

Canali digitali

Lo spostamento sui canali digitali di parte delle attività ha rafforzato la condivisione con la community online: tutti i profili hanno registrato un notevole incremento – +55,6% su Instagram, +21,3% su Twitter e +16% su Facebook – sulla scia dell’introduzione di nuove rubriche, appuntamenti speciali e webinar dedicati ad appassionati, famiglie, studenti e ricercatori. Tra le iniziative più apprezzate, #MRTfriends, ogni giovedì, che ha permesso di sviluppare la rete con i musei del territorio piemontese (Pinacoteca Albertina di Torino, Castello di Masino, Castello di Rivoli, Fondazione Torino Musei, Archivio di Stato di Torino e Direzione Regionale Musei Piemonte del MiBACT), e #MRTkids, ogni venerdì, con giochi per bimbi e genitori da svolgere a casa, pubblicati sulla pagina dei Servizi Educativi dei Musei Reali e sul sito del MiBACT. Dagli scatti dei grandi maestri al reportage fotografico su temi d’attualità, Autunno della fotografia. Torino 2020 è stata poi l’occasione per confrontarsi e fare rete con altre importanti realtà come CAMERA, Fondazione Torino Musei, Museo Ettore Fico e La Venaria Reale. Buona partecipazione anche ai webinar proposti dai curatori dei Musei Reali, con i quali si è parlato dei Sustainable Development Goals fissati dall’ONU nell’Agenda 2030 in relazione alle collezioni, del mestiere dell’archeologo, di reperti di origine animale, della storia dell’incenso e del Natale attraverso opere d’arte e tradizioni.

Durante il primo lockdown l’esperienza di visita è stata ampliata su Youtube e Instagram con il lancio della serie Closed in. I Musei visti da dentro, e con il lancio della piattaforma èreale, realizzata in collaborazione con MyBossWas e fruibile dal sito web dei Musei Reali, un inedito palinsesto di approfondimenti tematici che accompagnano i visitatori, da casa, alla scoperta delle stanze del Palazzo Reale e all’interno della Cappella della Sindone, tra i disegni di Leonardo in Biblioteca Reale e i dipinti custoditi in Galleria Sabauda, svelando i retroscena dei restauri, degli allestimenti museali e della cura del patrimonio, attività che non si sono mai fermate – così come i cantieri – durante i periodi di confinamento e chiusura al pubblico.

Per fruire del percorso museale dei Musei Reali e di approfondimenti sulle collezioni, anche a distanza, è stata realizzata l’App ufficiale multilingua MRT in collaborazione con CoopCulture per accompagnare il visitatore prima, durante e dopo la visita. A marzo è stato pubblicato sul sito dei Musei Reali il catalogo online, con oltre 15.000 immagini a colori e in bianco e nero, in continuo aggiornamento per rendere disponibili elenchi bibliografici e contenuti digitalizzati.

Nel mese di novembre, durante il secondo lockdown, la sentita partecipazione di oltre 330 donatori alla raccolta fondi digitale Il Grande Assente, coordinata dai Musei Reali con i giovani Talenti per il fundraising della Fondazione CRT e il Rotary Club Torino Palazzo Reale, ha permesso di centrare un obiettivo ambizioso: grazie al sostegno di cittadini affezionati e di Borsa Italiana, in meno di un mese sono stati raccolti oltre 15.000 Euro per restaurare il grande dipinto di Tommaso Gazzarrini, Amedeo VI presenta a Urbano V il patriarca di Costantinopoli (1848) e completare così la serie di tele a soggetto storico commissionate dal re Carlo Alberto per essere esposte nella Galleria della Sindone.

 

“La sfida che ci attende per il 2021 è rendere accessibili, anche virtualmente, nuovi contenuti capaci di moltiplicare le opportunità di conoscenza e di esperienza – dichiara Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali di Torino -. L’emergenza che abbiamo vissuto negli ultimi 12 mesi ha evidenziato la necessità di offrire al pubblico proposte culturali inedite, misurate sulle attuali esigenze di fruizione e di sostenibilità, e sviluppate anche in collaborazione con altre realtà del territorio e nazionali, perché uniti saremo più resilienti”.

Foto Daniele Bottallo

Colors. Alla ricerca del colore fra musica e arte

Dall’8 gennaio al 5 giugno 2021  Anche quest’anno, per il terzo anno consecutivo, Fondazione Torino Musei, OFT – Orchestra Filarmonica di Torino e Abbonamento Musei propongono il progetto di collaborazione che avvicina il pubblico dell’arte a quello della musica e viceversa.

Ogni venerdì e ogni sabato precedente i concerti del martedì, i musei organizzano una visita guidata che si ispira alla tematica – COLORS – proposta dall’Orchestra Filarmonica, in un curioso e stimolante intreccio di linguaggi artistici e suggestioni provenienti da ambiti culturali differenti. Proprio il concetto di colore è il fil rouge che unisce i nove concerti della stagione 2021 della prestigiosa Orchestra Filarmonica di Torino e il ciclo di visite a essi ispirato proposto a rotazione dai tre musei cittadiniGAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, MAO Museo d’Arte Orientale e Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica.

 

Così come per i concerti proposti dalla Filarmonica che, se nei giorni di programmazione le sale e i teatri non fossero aperti al pubblico a causa dalle norme anti Covid-19 saranno trasmessi in streaming, allo stesso modo i percorsi guidati saranno offerti in duplice forma: solo in digitale se il museo è chiuso oppure in digitale e presenza se il museo è aperto. In questo modo saranno disponibili tre appuntamenti per ogni concerto.

 

L’iniziativa è su progetto dei Dipartimenti Educazione della Fondazione Torino Musei e di Abbonamento Musei.
Le visite sono condotte da Theatrum Sabaudiae.

 

Visite guidate a pagamento:

Venerdì precedente ore 21.00 percorso in digitale. Costo 8€ intero; 7€ ridotto (abbonati OFT e possessori di Abbonamento Musei)

Sabato precedente ore 16.00 percorso in presenza. Costo 5€ tariffa unica (attivato solo se il museo è aperto) + biglietto di ingresso al museo secondo regolamento

Sabato precedente ore 18.30 percorso in digitale Costo 8€ intero; 7€ ridotto (abbonati OFT e possessori di Abbonamento Musei)

 

Info e prenotazioni: tel 011 5211788, oppure scrivendo a info@arteintorino.com
Acquisto on-linehttps://www.arteintorino.com/2-visite-guidate-torino/162-connessioni-d-arte.html
Le visite saranno attivate a raggiungimento di un numero minimo di partecipanti

Maggiori info su

www.oft.it

www.fondazionetorinomusei.it

www.abbonamentomusei.it

https://www.arteintorino.com/

 

PRIMO APPUNTAMENTO:

Venerdì 8 gennaio ore 21.00 (percorso in digitale)

Sabato 9 gennaio ore 18.30  (percorso in digitale)

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea

RED. Energia, vitalità e passione nell’arte

Il primo appuntamento musicale dell’Orchestra Filarmonica di Torino s’intitola Red. Il colore rosso non passa inosservato ed esprime una pluralità di significati, che andremo a indagare attraverso un percorso tra le opere della rinnovata collezione del Novecento. Il rosso come passione, sperimentazione, violenza, sensualità sarà dunque esaminato nelle sue tonalità e gradazioni attraverso esempi importanti tra i quali la Ragazza Rossa di Amedeo Modigliani, Le basier di Francis Picabia, Apocalisse di Scipione o l’insolito omaggio di Pino Pascali alla cantante afroamericana Billie Holiday.

Fontana dei Mesi, dicembre. Fetonte e il domani

Gli uomini fin dall’inizio dei tempi tra le altre cose si sono anche sempre
domandati a proposito del Sole, per molti secoli anche più di quelli che
sarebbero bastati per far cambiare idea a chiunque fosse assennato, hanno
tenuto per una certa credenza cioè che fosse il Sole a girare intorno alla Terra
e non viceversa come oggi è noto e come è stato a lungo raccontato si
pensava che il Sole fosse attaccato al carro di una certa divinità che un po’
come Babbo Natale con le renne- era solito trasportare in giro per il cielo la
palla infuocata durante il dì.

Questa divinità era ben conosciuta con il nome
di Elio e aveva sempre fatto bene il suo tragitto da est a ovest conducendo i
cavalli sul percorso, un arco, ben studiato perché nel momento di massimo
calore il Sole fosse nel punto più alto quindi più distante e senza scordare di
riporlo ad ovest oltre l’orizzonte ogni sera al calar delle ore. Il fatto è che
questo Elio ebbe un figlio da una certa Climene a cui fu dato il nome Fetonte
(per intendere piccolo Elio). Il ragazzo prese in un giorno sfortunato le redini
del carro del padre volendo dimostrare di essere suo figlio e si mise a guidarlo
senza permesso e senza sapienza. Fu una vera e propria bravata, nella
mitologia si legge che nelle sue intenzioni vi era dimostrare agli amici di
essere veramente figlio del dio del Sole e si sottolinea la forte cafonaggine e
maleducazione degli amici che non gli credevano e lo sbeffeggiavano.
Dunque successe che Fetonte prese le redini e dato comando di salpare si
sentì male, ebbe paura, vertigini, strizzoni di pancia, chissà.

D’altra parte
aveva niente meno che il Sole attaccato al carro e il mondo sotto o meglio
d’improvviso si rese conto di avere il vuoto sotto, volava alto nel cielo, ma
spaventato non reggeva bene la guida dei cavalli così il carro e l’astro
infuocato andavano fuori rotta ora su ora giù incendiando dove si avvicinava
e seminando scompiglio tra gli uomini come mai si era visto. Elio pietoso
inviò una saetta sul carro. I cavalli tornarono silenziosi nelle stalle una volta
sciolti dai finimenti, così com’erano potremmo persino immaginarli a muso
chino i quattro cavalli di Elio i magnifici, amatissimi, velocissimi e molto
vivaci Eòo, Etone, Flegone, Piroide al passo e al galoppo rientrare nella stalla
di Elio, intuendo che qualcosa andava storto quel giorno. Fetonte il piccolo
Elio, il figlio di Elio dio del Sole, morì nel cadere dal carro, cascando nel
fiume allora Eridano oggi Po e non ebbe mai più a rialzarsi. Come accade
troppo spesso ancora oggi le burle finiscono in guai e poi talvolta purtroppo
in tragedie e poi guardando indietro purtroppo non resta che volgersi al
futuro. Così avevo promesso di parlarvi di Fetonte nella scorsa uscita in cui si
parlava della serena statua di novembre delle statue allegorie dei quattro fiumi,
del Realismo e del Verismo e di come il corpo e il volto sono espressione
delle emozioni. Avevo promesso perché tra le altre cose si dice anche che fu
lì dove sorge la Fontana dei Mesi che cadde il carro anche se poi pare che la
città di Ferrara un tempo alla foce dell’Eridano sia il luogo dove Fetonte si
schiantò, alcuni certo ricorderanno la domanda rivolta a Ferrara da Giosuè
Carducci nella sua ode.

“[…] terre pensose in torvo aëre greve,/su cui perenne aleggia il
mito e cova/leggende e canta a i secoli querele,/ditemi dove/ rovescio, il crin spiovendogli,
dal sole/ mal carreggiato (e candide tendea/al mareggiante Eridano le braccia)/ cadde
Fetonte/ ardendo, come per sereno cielo/stella volante che di lume un solco/traesi dietro:
chiamano, ed in alto/miran le genti.//Ov’è che prone su ’l fratel piangendo
l’Eliadi suore lacrimâr l’elettro,
e crebber pioppe, sibilando a’ venti/sciolte le chiome?”.

Nella parte qui citata il poeta
Giosuè Carducci si riferisce in ultimo anche alla parte del mito di Fetonte che
riguarda il dolore delle sorelle del ragazzo dette le Eliadi trasformate in pioppi
per pietà del molto dolore che provavano (sarebbero dunque i pioppi sulle
sponde del Po) e le cui lacrime furono così inaudite da divenire di pietra
fulgida e scintillante. La statua di dicembre della Fontana dei Mesi al parco del
Valentino attende i visitatori con la forza di chi conoscendo qualcosa, agisce
di conseguenza, scegliendo di voltare le spalle ai fatti, forte della propria
autonomia intellettuale, deciso alla non-violenza e pronto ad un in qualche
modo nuovo inizio in compagnia di sé stessi.

Elettra ellie Nicodemi

Buon Natale dagli angeli di santa Sofia

Risplendono i cherubini a sei ali sui pennacchi della cupola, sopra la testa dei fedeli musulmani in preghiera dopo il ritorno del tempio al culto islamico. Sono i quattro angeli serafini di Santa Sofia a Istanbul che da mille anni vegliano sul Corno d’Oro, gli angeli biblici più vicini a Dio, secondo la tradizione cristiana, i guardiani del Paradiso, coloro che mantengono acceso il fuoco divino e risiedono nel Cielo supremo.

Sfidando gli anatemi del sultano neo-ottomano e attenti a non mettersi troppo in mostra, quattro mosaici di figure angeliche dalle sei ali escono allo scoperto sperando di non venir nascosti da inconcepibili tendoni. Hanno ancora la forza di ribellarsi e di urlare la loro rabbia nei confronti di un potere sempre più autoritario che cancella tutto ciò che ricorda il cristianesimo. Sembra quasi fatto apposta, sembra uno sgarbo nei confronti delle autorità turche che l’estate scorsa hanno deciso di riconvertire in moschea l’ex basilica cristiana nella città sul Bosforo e coprire con tende e teloni le immagini sacre. Ma i nostri angeli non ci stanno, sono più forti del sultano, si sono scrollati di dosso la calce che li ricopriva e sono venuti alla luce per sbalordire il mondo intero.
“Noi ci siamo e resistiamo, “caro” presidente”! Insomma, la Divina Sapienza continua a stupire. Nascosto dai tempi del sultano ottomano Abdulmecid I è emerso di recente nell’ex chiesa un altro angelo serafino per testimoniare il glorioso passato della chiesa più affascinante del mondo. Durante i lavori di restauro dell’edificio religioso i decoratori hanno rinvenuto un angelo con sei ali, grandi come “vele di bastimento”, scrive il De Amicis. Nella cattedrale di Giustiniano, diventata in seguito moschea e poi museo, i primi serafini erano riapparsi dieci anni fa al termine di un lungo intervento di restauro che riscoprì i colori delle ali e i volti degli angeli. Erano nascosti sotto cinque strati di calce. Mancava il viso di un serafino, quello riapparso di recente, rimasto coperto per 160 anni. Furono i fratelli Fossati, due architetti ticinesi, gli ultimi a vederlo.
A metà Ottocento avevano restaurato l’ex basilica bizantina, come richiesto dal sultano, ma poco dopo quel volto fu subito ricoperto perchè le immagini sacre cristiane dovevano essere nascoste per non urtare la sensibilità dei musulmani. Fortunatamente non scomparvero del tutto. I Fossati fecero il miracolo riproducendo in tempo gli angeli con disegni e acquerelli che rimasero per decenni negli archivi imperiali insieme ai bozzetti di tutti gli altri mosaici. Dalla sommità della cupola i quattro serafini vigilano da sempre su milioni di turisti che ogni anno visitano Santa Sofia. I turisti oggi sono scomparsi per vari motivi ma gli angeli sono tornati, forse per fare un dispiacere a Erdogan. Dalla moschea di Aya Sofya, il San Pietro della Roma d’Oriente, i serafini, pronti a spiccare il volo, augurano un sereno Natale.
Filippo Re

Abbonamento Musei, torna “Disegniamo l’arte”

Da lunedì 21 dicembre torna Disegniamo l’arte, il tradizionale appuntamento di Abbonamento Musei pensato per i più piccoli affinché, durante questo periodo di festività, insieme alle loro famiglie possano passare qualche ora di spensieratezza e insieme scoprire i musei del territorio.

 

Anche questa edizione si svolge online: ai giovani partecipanti è richiesto di disegnare le opere, gli spazi e le architetture lasciandosi ispirare dalle immagini che verranno pubblicate sulla pagina Facebook di Abbonamento Musei, reinterpretando le bellezze del patrimonio culturale e artistico di Piemonte e Valle d’Aosta secondo la loro fantasia. Per partecipare c’è tempo fino al 31 dicembre, basta postare le proprie opere su Facebook, taggando Abbonamento Musei e usando l’hashtag #disegniamolarte. Sarà possibile votare il proprio disegno preferito con un like fino a mezzanotte del primo gennaio e il giorno successivo verranno annunciati i vincitori. In palio per i primi  due classificati un set da disegno; tutte le opere inviate verranno raccolte in una gallery.

 

Il disegno di un agrifoglio riprodotto in ogni suo dettaglio proposto dal Giardino Botanico di ReaL’ultima neve al lago Chécruit dipinta dal pittore alpinista Angelo Abrate e custodita nella chiesa di San Lorenzo ad Aosta, il suggestivo Zoo in cielo del Planetario di Torino Infini.TO: sono 70 i musei e le realtà culturali del Piemonte e della Valle d’Aosta che hanno aderito all’iniziativa inviando dipinti e opere d’arte di ogni genere, attraverso cui poter incuriosire e stimolare la creatività dei bambini.

 

L’iniziativa Disegniamo l’arte si inserisce nell’ambito di AMplify, l’informazione di Abbonamento Musei nato per conoscere da vicino le istituzioni culturali tra novità, consigli utili e cose belle. Un nuovo canale di informazione tramite il sito, la newsletter e i social, con novità, approfondimenti, collaborazioni, notizie inedite: un racconto vivace e periodico a favore degli abbonati e, insieme, di tutte le persone che hanno voglia di informarsi e scoprire il mondo delle istituzioni culturali e delle loro proposte.

Dall’inizio di dicembre, attraverso una serie di appuntamenti in diretta Instagram, la direttrice di Abbonamento Musei Simona Ricci, conversa con alcuni dei direttori delle istituzioni del circuito. Dialoghi dedicati alle progettualità in corso e future, nonostante e anche a causa della chiusura: una sorta di viaggio alla scoperta di quanto un museo possa e debba essere un “cantiere”, in continuo aggiornamento. Per i primi mesi del 2021, i protagonisti saranno gli abbonati con AM ambassador: a loro, tramite una call to action, verrà chiesto di scrivere e raccontare delle esperienze dirette, piccoli racconti di percezione e meraviglia all’interno dei musei. Le rubriche si alterneranno nei contenuti e nei format perché la cultura possa essere raccontata a tutti: dai grandi ai piccoli, dagli esperti ai curiosi.

 

La tessera di Abbonamento Musei è in vendita con la possibilità per tutti di acquistare un abbonamento e attivarlo più avanti, non rinunciando a un regalo tanto speciale, con la garanzia della proroga di validità automatica nel caso la chiusura dei musei si prolungasse. Per ogni acquisto o rinnovo è previsto il 25% di sconto sulla seconda card.

 

Informazioni sempre aggiornate e dettagli sul sito: www.abbonamentomusei.it

 

 

Abbonamento Musei è la carta all you can visit che dà libero accesso all’offerta culturale di un’intera regione, ogni volta che lo si desidera, 365 giorni l’anno: un’iniziativa unica in Italia, con oltre 450 realtà, fra musei, residenze reali, castelli, giardini e fortezze diffuse sul territorio a beneficio degli abbonati, veri e propri ambasciatori del cultural lifestyle, che mette al centro la cultura e la socialità che la cultura porta con sé.

Nato a Torino e in Piemonte nel 1995 e curato dall’Associazione omonima, in più di vent’anni Abbonamento Musei ha raggiunto un grandissimo successo commerciale e di popolarità, coinvolgendo più di 300mila abbonati: il numero degli ingressi l’anno, che nel 2019 ha superato (complessivamente) quota 1.000.000, racconta più di ogni altro dato l’efficacia e la funzione sociale del progetto.

Grazie a oltre due decenni di iniziative, ampliamento dell’offerta e promozioni dedicate, si è riusciti a trasformare il rapporto tra pubblico e musei, con benefici evidenti in termini di risorse economiche rilevanti da reinvestire nella cultura e opportunità di visibilità e coinvolgimento anche dei musei più piccoli o particolari.

Un modello di successo da replicare, che dal 2015 è stato riproposto a Milano e in Lombardia e dal 2019 in Valle d’Aosta, sempre a cura dall’Associazione Abbonamento Musei.

La tessera Abbonamento Musei è considerata dagli utenti e dagli addetti ai lavori lo strumento migliore per accedere ai circuiti museali e stimolare l’esplorazione del territorio con gite fuori porta e visite, per vivere a 360° un’intera regione.

 

Opera Viva Barriera di Milano, Luisa Turuani: Ma non è questo il giorno (2020)

Flashback, l’arte è tutta contemporanea presenta:  The flashback special project Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto

Luisa Turuani
Ma non è questo il giorno (2020)

Inaugurazione in diretta Facebook (@flashbackfair)
Mercoledì 16 dicembre, ore 18.30

Mercoledì 16 dicembre alle ore 18.30 in diretta Facebook  @flashbackfair – da piazza Bottesini a Torino si inaugura l’ottavo manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d’arte Flashback: Ma non è questo il giorno (2020) di Luisa Turuani.

Il tema della fiera Flashback è Ludens, ispirato al racconto di fantascienza La variante dell’Unicorno di Roger Zelazny e all’opera di Johan Huizinga: il gioco inteso dunque come fondamento della vita umana e della creatività, come approccio fondamentale per la ricostruzione continua del mondo e come attività sacra.

Quest’anno il progetto Opera Viva Barriera di Milano, che solitamente terminava con la fine della fiera in presenza al Pala Alpitour, si è esteso nel tempo – grazie al sostegno delle istituzioni pubbliche e private torinesi – con altre due opere, quella di Gianmarco Cugusi presentata il 25 novembre e quella di Luisa Turuani, che si sono classificate subito dopo i due vincitori della open call (Noura Tafeche e Luigi Presicce) nella valutazione della giuria.

L’opera di Luisa Turuani è parte di una “performance a tempo variabile”: il gelato si scioglie lentamente, cola lungo il braccio, i colori si mescolano e si sovrappongono. Il riferimento alla Statua della Libertà rimanda a un’idea di liberazione, mentre l’evento dello ‘scioglimento’ segnala una sorta di paralisi ironica, di tragedia che non si innesca e che continuamente si ripiega su sé stessa. Si genera così una tensione sottile tra dramma e ironia, tra azione e inazione.

Quella di Turuani è un’immagine sul tempo e fatta di tempo, sullo scorrere del tempo e sul suo fermarsi, sul suo cristallizzarsi: il tempo come durata ma anche come attimo, come sospensione metafisica, come immagine fissa che comprende e non contiene un’azione, un protrarsi.

Come scrive l’autrice nella sua presentazione del manifesto: “L’azione si rivolge a un vicolo cieco, nessuno verrà, ma nel caso in cui qualcuno dovesse arrivare non vorrebbe essere lì. Nulla accade se non l’evidenza del tempo che passa, la gloriosa maestà del piacere di essere ora.”

Luisa Turuani (Milano, 1992) vive e lavora a Milano. Dopo aver studiato scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, Luisa Turuani indaga la natura umana per mezzo dei desideri che l’uomo investe sugli oggetti. Recenti mostre personali e collettive includono: Domani Qui Oggi, Palazzo delle Esposizioni, Roma; Artagon Live, Parigi, 2019; GQ-Passion for the path of art, Cardi Gallery, Milano, 2019; BienNoLo, Milano, 2019; UKYA City Take Over, Nottingham, 2019; Non sto più nella pelle, Brescia, 2019; Vanno e vengono dalle mie mani, riss(e), Varese, 2018; Tirarsi fuori, P420 Gallery, Bologna, 2017, Artagon III, Parigi, 2017. Ha partecipato a numerosi premi: nel 2019 è tra i vincitori del Premio AccadeMibact, del Premio O.R.A. ed è finalista del Premio Laguna; lo stesso anno vince il Premio Combat per la sezione video. Nel 2018 vince il Premio Nocivelli ed è finalista al Premio Fabbri e al Premio Arteam.

Alla scoperta del Cimitero Monumentale in diretta streaming tra fede e arte

Un evento esclusivo in cui a guidarci, in diretta streaming, saranno alcuni esponenti delle diverse Comunità religiose di Torino.

Il Cimitero Monumentale di Torino racchiude un prestigioso patrimonio storico – artistico e,
come molti altri siti analoghi, rientra tra le mete turistiche degli amanti dell’arte e della storia.
Gli Altri culti è il titolo con cui vogliamo proporvi una serie di appuntamenti online alla scoperta
dei riti acattolici, delle sepolture di interesse artistico e dei personaggi di rilievo presenti.
Un evento esclusivo in cui a guidarci, in diretta streaming, saranno alcuni esponenti delle diverse
Comunità religiose di Torino.

 

Domenica 13 dicembre ore 18.00
Conoscere il Cimitero evangelico del Monumentale di Torino
Il cimitero evangelico, già denominato acattolico, è memoria della storia dolorosa del popolo
valdese e della sua discriminazione in materia di fede cristiana.
Non è però solo questo perché raccoglie anche la presenza di stranieri di religione riformata
trasferiti a Torino o per aprire fabbriche e laboratori, o di militari in servizio presso la corte
Sabauda.
Tra le sepolture che andremo ad illustrare anche la presenza di alcuni militari britannici morti a
Torino per una epidemia.

Prenotazione obbligatoria al 011.5211788 – info@arteintorino.com
Costo: 5€ a partecipante; 8€ per l’acquisto di due appuntamenti.

Pagamento anticipato obbligatorio tramite Paypal o bonifico bancario
Coloro che parteciperanno alle visite guidate online potranno usufruire di uno sconto per le nostre
visite in presenza svolte al Cimitero Monumentale.

L’appuntamento sarà annullato in caso di mancato raggiungimento del numero minimo.
Diretta streaming attraverso piattaforma Gotomeeting.

Progetto a cura di Theatrum Sabaudiae Torino
Con il supporto di AFC Torino SpA – Ufficio Eventi e Valorizzazione cimiteri Torino
Introduzione a cura di Emanuela Moroni Guida e Accompagnatrice turistica.
https://www.arteintorino.com/2-visite-guidate-torino/162-connessioni-d-arte.html

I tarocchi di Serena Zanardo

Il progetto, nato oltre un anno fa da un’idea della pittrice Serena Zanardo e sviluppato in
collaborazione con Luigi Castagna (titolare della galleria “ Arte per Voi” di Avigliana), consistente nella realizzazione di due mazzi di tarocchi artistici (ciascuno corredato da un libretto di ‘suggerimenti’ per gli addetti ai lavori), è stato finalmente portato a termine.
Scrive tra l’altro il critico Carlo Burdet a proposito delle opere: “Che i tarocchi siano stati interpretati
come le pagine di un libro in via di ‘assemblaggio’ è vero, perché è così che, cambiandone sul
tavolo l’ordine, varia anche l’interpretazione di chi li legge. Che si possa fare questo da proposte
completamente diverse dagli stilemi classici, Serena Zanardo lo prova con una certa sicurezza
almeno queste due volte. Nascono così le carte delle Stagioni e quelle della Rinascita.
I tarocchi della Rinascita trovano nelle farfalle le figure emblematiche del loro essere mentre quelli delle Stagioni offrono a volte in dettagli figurativi quasi zoomati le loro suggestioni.
Per il resto anche i Tarocchi di Serena Zanardo si basano sullo stesso numero di quelli classici dei
quali osano tradurre le figure emblematiche con immagini mai prima d’ora raccontate. Così, come
tra le figure fantasiose di una ‘Scuola di Samba’ del Carnevale di Rio de Janeiro, allora, anche i
delicati sfumati di queste tessere cromatiche trovano la loro vitalità… ma non sarà facile per chi,
gettate sul tavolo le carte, dovrà interpretare gli accordi e le assonanze loro, non perdersi tra le
suggestioni visive alle quali l’artista induce con la sua creatività, pur se non ha esitato a intitolare e
dare la descrizione di ogni pezzo. Quelli perciò rimangono lì, delicati e forse un po’ ambigui, a
ritrattare per l’artista attimi di osservazione da riferire ai suoi lettori con il fascino di una prima
lettura…” I due mazzi “ Tarocchi della Rinascita” e “Tarocchi delle Stagioni”, realizzati da Serena Zanardo sono composti ciascuno di 78 carte (22 Arcani Maggiori e 56 Arcani Minori), sono stati pubblicati in lingua italiana e in lingua inglese dalla Casa Editrice “LAlbero” e sono ora disponibili per la visione e l’acquisto.
.
Per informazioni e/o acquisti visitate i siti web:
·
https://artepervoi.it
·
https://shop.edizionilalbero.it/it/10-carte divinatorie
.
oppure inviate un’e-mail a:
·
lcastagna@artepervoi.it
·
serealain@gmail.com

L’anima della metropoli nelle opere di Daniela Borla

“L’anima della città dialoga con una spiritualità propria”.

In mostra alla galleria d’arte Malinpensa by Telaccia alcune opere dell’artista Daniela Borla, dedicate alla metropoli contemporanea

Le città contemporanee e il loro rapporto con l’uomo rappresenta un tema tanto più d’attualità in questi tempi in cui le persone si sono dovute confrontare con una spesso forzata vita di stampo cittadino. La città e la sua anima, in continuo dialogo con l’animo umano, costituisce il fil rouge della personale che all’artista Daniela Borla dedica la galleria d’arte torinese Malinpensa  by la  Telaccia, in corso Inghilterra 51, fino al 10 dicembre prossimo.

L’artista eporediese ha da sempre coltivato la passione per la pittura parallelamente a quella per la ceramica. I soggetti delle sue opere sono, soprattutto, di carattere urbanistico e evidenziano l’uomo come costruttore del suo ambiente. Si tratta di metropoli,cantieri, porti, in cui è immediata la percezione della presenza dell’uomo e della sua fatica, pur senza mai raffigurare il soggetto umano. Sono opere di chiara evidenza narrativa e capaci di svilupparsi all’interno dei confini di un linguaggio pittorico autonomo, che risulta scandito da un’attenzione particolare resa al mondo spirituale e al valore dell’esistenza umana.

I lavori pittorici di Daniela Borla dimostrano un virtuosismo tecnico unito ad una forte resa cromatica, all’interno di una capacità sicura di sintesi, che si lega sempre ad un simbolismoricco di valenze formali. L’artista dimostra, nelle sue opere, unraffinato grado di elaborazione nella stesura materica dell’acrilico, su tela di canapa. Si possono, così, ammirare vedute urbane in cui emerge il tratto figurativo moderno, accompagnato da fantasia e innovazione, sempre in una cornice molto attenta ai valori sociali ed umani.

La materia dei suoi quadri non è mai ferma, ma sempre in movimento, e l’artista, attraverso la tematica scelta, la città,affronta il cuore della natura umana e dei suoi valori e disvalori, dei suoi aspetti positivi e delle sue contraddizioni. Lo sguardo di Daniela Borla nei confronti della realtà, che traduce sulla tela, appare disincantato e al tempo stesso sincero, privo di alcun compiacimento, realista e capace di aprire ad una esperienza pittorica di arricchimento per il fruitore delle sue opere.

Mara Martellotta 

 

Alla scoperta del museo che non c’è

Esposti per la prima volta insieme, 70 capolavori della collezione De Fornaris inaugurano il nuovo Museo Virtuale della Fondazione

In quasi quarant’anni di attività nel mondo dell’arte, la Fondazione De Fornaris non ha mai potuto disporre di un proprio museo “fisico”, nel quale esporre in modo permanente la sua ricca collezione.

Nasce da qui l’ambizione di progettare da zero “Il Museo che non c’è”: un innovativo museo virtuale che presenta,
valorizza e rende accessibili a tutti le opere più preziose della Fondazione. Uno dei pochissimi esempi al
mondo di museo non presente nella realtà, ma progettato appositamente per essere visitato e apprezzato
solo sul web.

La collezione De Fornaris vanta migliaia tra dipinti, sculture, installazioni e raccolte di grafica, con capolavori
di autori di primissimo piano dall’Ottocento a oggi: da Hayez a Morbelli e Pellizza da Volpedo, da de Chirico a
Morandi e Casorati, da Burri a Carol Rama e Paolini, fino a Merz, Pistoletto e Penone. Per statuto le opere
vengono date in comodato gratuito alla GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino,
che le espone a rotazione e solo per periodi limitati. La Fondazione De Fornaris, presieduta da Piergiorgio Re,
avrà ora un proprio museo: il progetto ha subito un’accelerazione e acquisito maggiore rilevanza durante il
periodo di lockdown, che ha mutato gli scenari mondiali anche per quanto riguarda le realtà museali.

Il Museo Virtuale De Fornaris è stato realizzato da Infinity Reply, società del Gruppo Reply specializzata nella
progettazione e sviluppo di contenuti e applicazioni 3D interattive, con l’utilizzo di tecnologie 3D di ultima
generazione. Grazie a queste, si è ricreata, in un contesto museale che richiama l’architettura della GAM,
un’esperienza di visita il più simile possibile a quella reale. Le opere del museo virtuale sono presentate con
criteri scientifici a cura di Riccardo Passoni, direttore della GAM e presidente della Commissione Artistica
della Fondazione De Fornaris.

“Oggi le nuove tecnologie sono sempre più al servizio dell’arte. Per noi rappresenta quindi un grande motivo
di orgoglio inaugurare un innovativo museo virtuale, “Il Museo che non c’è”, grazie al quale la Fondazione De
Fornaris potrà presentare la sua prestigiosa collezione al mondo – dichiara il presidente Piergiorgio Re – Si
permetterà così a studiosi e appassionati di scoprire anche da remoto i suoi capolavori grazie all’utilizzo del
3D e della realtà virtuale”.

Sono 6 le sale visitabili dagli utenti, che possono accedere al Museo attraverso un vero e proprio atrio e
ammirare anche le opere poste all’esterno dell’edificio, come In limine di Giuseppe Penone. La Sala 1 è un
omaggio al mecenate, artista e collezionista Ettore De Fornaris e racchiude una serie di opere a lui
appartenute, tra cui Novembre di Antonio Fontanesi. La Sala 2 è dedicata all’Ottocento e ai primissimi anni
del Novecento e comprende opere come L’Angelo Annunziatore di Francesco Hayez e L’Amore nella vita di

Giuseppe Pellizza Da Volpedo. La Sala 3 si concentra sui protagonisti dell’arte italiana della prima metà del
Novecento e avvia il percorso con una serie di ritratti femminili pre-futuristi di Balla e Boccioni.

Nella Sala 4 si vedono esempi significativi della pittura torinese tra le due guerre, con dipinti di pittori come
Felice Casorati, Carlo Levi e Francesco Menzio. La Sala 5 presenta 11 opere dei maggiori artisti del
Novecento, tra cui Bianco di Alberto Burri e Natura Morta di Giorgio Morandi. La Sala 6 è stata infine ideata
per dare risalto a momenti salienti dell’arte contemporanea, dal 1960 a oggi: dal concettuale Giulio Paolini,
allo sperimentatore Aldo Mondino, agli esponenti dell’arte analitica Marco Gastini e Giorgio Griffa.

Tutti i dipinti sono visibili in alta definizione e le sculture esplorabili a 360 gradi: ogni opera è descritta nei
dettagli e alcune di esse sono dotate di hotspot che forniscono approfondimenti sui singoli particolari
dell’opera stessa. “Il Museo che non c’è” non è una costruzione statica: potrà infatti essere implementato in
futuro con nuove sale per ospitare altre parti della collezione.

Si accede al “Museo che non c’è” attraverso il sito della Fondazione De Fornaris
www.fondazionedefornaris.org, oppure scaricando l’App “Museo Virtuale De Fornaris” dall’App Store o da
Google Play. È anche possibile esplorare il museo scaricando l’applicazione di Oculus dal sito della
Fondazione per vivere un’emozionante esperienza immersiva in 3D, attraverso il visore per la realtà virtuale
Oculus Rift