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Dal 29 ottobre torna Luci d’Artista, primo appuntamento del cartellone Contemporary Art 2021

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LUCI D’ARTISTA XXIV EDIZIONE 29 OTTOBRE 2021 – 9 GENNAIO 2022

www.contemporarytorinopiemonte.it 

Dal 29 ottobre torna Luci d’Artista, primo appuntamento del cartellone Contemporary Art 2021 e, per l’occasione, Torino si trasformerà nuovamente in un museo a cielo aperto offrendo al pubblico la possibilità di ammirare le installazioni progettate per il territorio grazie al contributo di artisti di fama internazionale.

Sono 25 le opere luminose fruibili in questa edizione14 allestite nel Centro città e 11 nelle altre Circoscrizioni.

L’iniziativa, promossa dalla Citta di Torino, è realizzata in cooperazione con la Fondazione Teatro Regio Torino, la sponsorizzazione tecnica di IREN S.p.A., il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT. Novità di quest’anno la partnership con Fondazione Torino Musei. L’Ente collaborerà con il Comune nella gestione del Public Program e nella realizzazione della quarta edizione del progetto Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea, oltre a contribuire all’elaborazione di strategie per lo sviluppo e per la valorizzazione delle opere luminose del ‘Museo a cielo aperto’ dalla prossima edizione 2022-2023.

Nata nel 1998 come esposizione di installazioni d’arte contemporanea realizzate con la luce en plein air nello spazio urbano, dal 2018 Luci d’Artista si è arricchita di un percorso educativo-culturale che favorisce l’incontro tra il pubblico e le opere.

Le ‘Luci’ che illumineranno la città nella XXIV edizione sono:

‘Cosmometrie’ di Mario Airò in piazza Carignano, schemi simbolici e geometrici proiettati sulla pavimentazione urbana; ‘Vele di Natale’ di Vasco Are in piazza Foroni, zona mercato rionale (Circoscrizione 6); ‘Ancora una volta’ realizzata con materiali ecosostenibili e fonti luminose a basso consumo energetico dall’artista piemontese Valerio Berruti in via Monferrato (Circoscrizione 8); ‘Tappeto Volante’ di Daniel Buren in piazza Palazzo di Città, centinaia di cavi d’acciaio paralleli reggono una ‘scacchiera’ di lanterne cubiche basata su colori primari, il bianco il rosso e il blu (gli stessi della bandiera francese). L’opera sarà fruibile a partire dal 12 novembre 2021 per consentire il termine dei lavori di ristrutturazione degli edifici che si affacciano sulla piazza.

‘Volo su…’ di Francesco Casorati, un filo rosso in flex-neon sostenuto da sagome geometriche di uccelli fiabeschi nell’area pedonale di via Di Nanni (Circoscrizione 3); ‘Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime’ di Nicola De Maria, lampioni tramutati in fiori luminosi in piazza Carlina; ‘Giardino Barocco Verticale’ di Richi Ferrero, leggere emissioni luminose che restituiscono alla memoria il segno caratteristico delle aree comuni di un giardino ormai scomparso in via Alfieri 6 – The Number 6 (antico Palazzo Valperga Galleani); ‘L’energia che unisce si espande nel blu’ di Marco Gastini, un intrigo di simboli e segni grafici di colore blu e rosso che si incontrano sul soffitto nella Galleria Umberto I; ‘Planetario’ di Carmelo Giammello, globi illuminati di varie dimensioni collegati da sottili tubi al neon e circondati da un pulviscolo di piccole luci in via Roma; ‘Migrazione (Climate Change)’ di Piero Gilardi, 12 sagome di pellicani applicate a una rete sospesa verticalmente che si illuminano e si spengono gradualmente, seguendo un algoritmo di controllo nella Galleria San Federico; le panchine ‘Illuminated Benches’ di Jeppe Hein in piazza Risorgimento (Circoscrizione  4); ‘Piccoli Spiriti Blu’ di Rebecca Horn al Monte dei Cappuccini (Circoscrizione 8); ‘Cultura=Capitale’ di Alfredo Jaar in piazza Carlo Alberto, un’equazione luminosa cultura=capitale che è un invito a pensare alla creatività e al sapere condivisi da tutti i cittadini come al vero patrimonio di un Paese; ‘Doppio passaggio (Torino)’ di Josep Kosuth sul ponte Vittorio Emanuele I, due brani tratti dai testi di Friedrich Nietzsche e Italo Calvino; ‘Luì e l’arte di andare nel bosco’ di Luigi Mainolfi, la narrazione di una fiaba che si estende come una sequenza di frasi luminose in via Lagrange; Il volo dei numeri’ di Mario Merz sulla cupola Mole Antonelliana, segnale luminoso dato dal valore simbolico della sequenza della serie di Fibonacci dove ogni numero è la somma dei due precedenti; ‘Concerto di Parole’ di Mario Molinari in piazza Polonia (Circoscrizione  8) opera in via di allestimento; ‘Vento Solare’ di Luigi Nervo in piazzetta Mollino, una grande sagoma luminosa legata alla cosmologia fantastica; ‘L’amore non fa rumore’ di Luca Pannoli in piazza Eugenio Montale (Circoscrizione  5); Palomar’ di Giulio Paolini in via Po, un antico atlante astronomico costellato da pianeti inscritti in forme geometriche che culmina nella profilo di un acrobata in equilibrio su un cerchio; Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto  in piazza della Repubblica – facciate mercato coperto Antica Tettoria dell’Orologio (Circoscrizione 7); My noon’ del tedesco Tobias Rehberger, un grande orologio luminoso che scandisce le ore in formato binario, posizionato nel cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila, in via Germonio 12 (Circoscrizione 3); ‘Ice Cream Light’ della berlinese di adozione Vanessa Safavi in piazza Livio Bianco (Circoscrizione 2); ‘Noi’ di Luigi Stoisa, figure rosse che si intrecciano in via Garibaldi; ‘Luce Fontana Ruota’ di Gilberto Zorio, una stella rotante che evoca un mulino collocata nel laghetto di Italia ’61 in corso Unità d’Italia (Circoscrizione 8).

CERIMONIA DI INAUGURAZIONE

L’inaugurazione di Luci d’Artista 2021 si terrà venerdì 29 ottobre, alle ore 18.30, nel Gran Salone dei Ricevimenti di Palazzo Madama in piazza Castello alla presenza delle autorità cittadine, degli sponsor, dei sostenitori e dei partner che collaborano alla realizzazione della manifestazione. Inoltre, in collegamento con le Circoscrizioni 2, 3, 4 e 6, saranno presentate le iniziative educative-culturali previste nel programma del progetto “Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea”, parte del ‘public program’ di Luci d’Artista, intitolato quest’anno ‘TrasformAzioni’. Alla 19.30 circa con la presenza del Sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo, si accenderanno tutte le Luci d’Artista.

L’inaugurazione potrà essere seguita anche in streaming, al seguente link: https://luci2021.streamvision.it      

ALTRE LUCI

L’ALBERO DEL PAV di Piero Gilardi

Parco Arte Vivente, via Giordano Bruno 31

In tutte le culture umane, nello spazio e nel tempo, la figura dell’albero rappresenta un tramite simbolico tra la terra e il cielo. Oggi, più laicamente, l’albero e le foreste sono viste come lo snodo cruciale della vita dei sistemi ecologici, del continuo scambio vitale tra la terra e la generativa energia del sole.

α-CROMACTIVE di Migliore+Servetto Architects  Grattacielo Intesa Sanpaolo, corso Inghilterra 3

L’installazione luminosa site specific, realizzata da Migliore+Servetto Architects per il grattacielo Intesa Sanpaolo, è un’opera dinamica, un’onda di colore sensibile ai mutamenti della luce. Come frame in stop motion, una sequenza di scaglie luminose genera un organismo pulsante, perfettamente inserito nella natura della serra bioclimatica, un vortice iridescente che respira e vibra in sintonia col vento e con l’ambiente che la accoglie, plasmandosi alla luce naturale e trasformandosi nel buio.

SINTESI 59 di Armando Testa

piazza XVIII dicembre (Stazione di Porta Susa)

Sintesi ’59 una sfera e una mezza sfera di acciaio nero, di circa 5 metri di altezza, ricorda a Torino Armando Testa che è stato uno dei più grandi creativi italiani, protagonista della cultura visiva contemporanea e creatore di simboli entrati a far parte del nostro immaginario collettivo. L’artista ha esplorato molteplici linguaggi riuscendo a creare capolavori senza tempo, la cui modernità è oggi fonte di ispirazione per gli artisti contemporanei. SINTESI ’59 è il raggiungimento perfetto della scultura minimalista nata alla fine degli anni Cinquanta.

Progetto di illuminazione a cura di IREN SPA.

LUCE IN CATTEDRA/POLITO IN LIGHT – team studentesco

Castello del Valentino, Corte d’Onore, viale Pier Andrea Mattioli 39

Un esempio originale di come coniugare la tecnologia con l’espressione artistica per focalizzare l’attenzione sul tema dell’uso della luce nel contesto urbano. Progettata con il LAMSA Laboratorio di Analisi e Modellazione dei Sistemi Ambientali del Politecnico di Torino. Info:lamsa@polito.it ; pagina Facebook politoinlight; www.lamsa.polito.it.

A cura di IREN SPA.

MONUMENTO ‘1706’ DI LUIGI NERVO – nuovo allestimento luminoso

Incrocio tra le vie Pianezza e Foglizzo

L’opera inaugurata nel 2006, in occasione della celebrazione del tricentenario dell’assedio francese di Torino, è definita dall’artista: “un vibrare di forme che si manifesta come materia in formazione, che scaturisce e germoglia dalle crepe della terra, diventa prima numero e poi cifra-simbolo capace di evocare e raccontare, nella sequenza: materia-cifra-storia” quest’anno avrà un nuovo allestimento luminoso.

Progetto di illuminazione a cura di IREN SPA

ANATOMIA UMANA DI SALVATORE ASTORE

Corso Galileo Ferraris, (Mastio della Cittadella – fronte via Cernaia)

Installazione artistica SITE SPECIFIC a carattere permanente, in occasione del quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci.

L’ALBERO ORIZZONTALE DI PIAZZA MONTALE

Dicembre – gennaio 2022

Un progetto partecipato realizzato dal Tavolo Vallette in collaborazione con la Casa di Quartiere e le Officine Caos della Circoscrizione 5 e IREN S.p.A.

IL PRESEPIO DI EMANUELE LUZZATI

Parco del Valentino, Borgo Medievale

Dall’8 dicembre al 9 gennaio 2022

Il simbolo della tradizione natalizia cristiana, rappresentato dai personaggi creati dal celebre illustratore e scenografo Emanuele Luzzati, ritorna nella piazza del Melograno del Borgo Medioevale.

COLLABORAZIONI

LUCI D’ARTISTA / SUONI D’ARTISTA / C0C (CZEROC)

C0C (CZEROC), ‘The Festival As A Performance’, progetto di C2C – Club To Club Festival – a Torino dal 4 al 7 novembre 2021 – in sinergia con Luci d’Artista. Si tratta di un programma speciale diffuso nel quartiere di Porta Palazzo: i totem posizionati nell’area di piazza della Repubblica restituiranno, tramite la scansione di un QR code, l’ascolto di una sonorizzazione ispirata alla piazza e ai suoi movimenti. Le installazioni sonore dialogheranno con le opere luminose collocate nel quartiere di Porta Palazzo – ‘L’energia che unisce si espande nel blu’ di Marco Gastini e ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto – in un itinerario visivo e acustico che da un totem all’altro offrirà la completa fruizione della composizione musicale.

PROGETTI INTERNAZIONALI

LE LUCI IN ALTRE CITTÀ

PRESTITO ALLA CITTA’ DE L’AVANA (Cuba)

16 costellazioni* del Planetario \ CARMELO GIAMMELLO

Calle del Casco Histórico Galiano (anticamente Avenida Italia)

*Le costellazioni date in prestito dal 2019 – rinnovato sino a giugno 2022 – fanno parte di un precedente allestimento dell’opera Planetario di Carmelo Giammello, restaurato per l’occasione grazie a una sponsorizzazione tecnica di IREN S.p.A.

PROGETTO EUROPEO

‘LIGHT ART IN PUBLIC SPACES / LAIPS’

La rete mondiale LUCI, di cui Torino è co-fondatrice e parte attiva, in partenariato con le Città di TorinoLyon (F) e Oulu (FI) ha ottenuto il finanziamento dall’Unione Europea con il bando Creative Europe per il progetto LAIPS, che si svolgerà nel periodo 2021-2023.

Questo progetto mira a rafforzare le capacità delle città nel campo delle installazioni permanenti di arte luminosa negli spazi pubblici attraverso lo scambio delle migliori pratiche, la promozione della cooperazione transnazionale tra le città e l’utilizzo di strumenti digitali innovativi.

I partner lavoreranno all’interno del Light & Art Lab, una piattaforma per visitare le reciproche installazioni e scambiarsi informazioni su pratiche di luce e arte e rafforzare le capacità operative degli operatori creativi locali, inclusi funzionari della città, personale tecnico e artisti.

Per promuovere e rendere più accessibile a un pubblico più ampio le opere d’arte luminosa permanenti presenti nelle diverse città partner, è prevista la creazione di una nuova App Light & Art per smartphone, che sarà presentata nell’evento di chiusura che si realizzerà a Torino nel 2023.

Dall’8 al 10 novembre 2021 si realizzerà a Torino il primo working group.

www.luciassociation.org 

PUBLIC PROGRAM DI LUCI D’ARTISTA

Dal 2018 la Città di Torino, attraverso il progetto Incontri Illuminanti con l’Arte Contemporanea, ha avviato un ‘public program’ di Luci d’Artista per collegare le opere luminose e le poetiche dei loro autori con un programma di iniziative connesse alla presenza delle installazioni nei diversi contesti urbani.

Le ‘Luci’ allestite nello spazio pubblico sono facilmente accessibili e costituiscono un’ottima opportunità per avvicinare i cittadini ai contenuti e ai linguaggi dell’arte contemporanea.

Nella XXIV edizione, nonostante le criticità che si sono create in relazione all’emergenza COVID-19, il Public Program di Luci d’Artista rinnova e rafforza la sua presenza sul territorio cittadino, da quest’anno grazie anche alla collaborazione avviata con la Fondazione Torino Musei. Si prevede la realizzazione di iniziative rivolte a pubblici differenti collegate con la presenza delle Luci nei diversi contesti urbani individuati.                                                                                                                                                                                                                                                                      

PROGETTO INCONTRI ILLUMINANTI CON L’ARTE CONTEMPORANEA

autunno 2021 – primavera 2022

La parte più significativa del ‘public program’ è costituita dal progetto ‘Incontri illuminanti con l’Arte Contemporanea’. Anche quest’anno la mostra en plein air è accompagnata da interventi educativo-culturali che favoriscono l’incontro tra il pubblico e le poetiche degli artisti autori delle installazioni luminose, con l’obiettivo di valorizzarle e creare attesa e curiosità.

Gli Incontri Illuminanti hanno la finalità di promuovere occasioni di dibattito, realizzare interventi educativi e formativi, attraverso il coinvolgimento attivo dei partecipanti nei laboratori offerti gratuitamente agli studenti e agli insegnati delle scuole del territorio e ai cittadini delle differenti età. Le proposte scaturiscono dalla ricerca effettuata da ogni singolo dipartimento educativo coinvolto nel progetto.

Il Progetto, promosso dalla Città di Torino, da quest’anno è realizzato in collaborazione con Fondazione Torino Musei e la cooperazione con i dipartimenti educazione di GAM – Galleria Civica Arte Moderna e ContemporaneaPAV – Parco Arte Vivente – Centro sperimentale d’arte contemporaneaFondazione Merz e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. In questa edizione sono previsti quattro interventi, che si realizzano nelle Circoscrizioni 2, 3, 4 e 6.

Dopo la riflessione sul contributo dell’arte nella ricerca di ‘Nuovi Equilibri’, che ha orientato il lavoro della scorsa edizione, quest’anno il Progetto esplorerà – come contenuto trasversale ai diversi interventi territoriali – il tema TrasformAzioni: come l’arte contemporanea e l’azione culturale possono generare, promuovere e accompagnare i cambiamenti.

LE AZIONI DEGLI INCONTRI ILLUMINANTI

SGUARDI APERTI

Opera luminosa: Vele di Natale di Vasco Are

Circoscrizione 6

Il Dipartimento Educazione della GAM propone un percorso dal titolo “Sguardi Aperti”, che si articola in una serie di appuntamenti con diversi enti attivi nel territorio della Circoscrizione 6 e con l’Istituto Comprensivo Gabelli – Pestalozzi. L’iniziativa nasce dalla possibilità che l’opera dell’artista Vasco Are, inserita in un particolare contesto urbano, quello del mercato rionale di piazza Foroni, venga vissuta da commercianti, abitanti e passanti nel suo pieno valore artistico e sociale. In collaborazione con i Bagni pubblici di via Aglièl’Hub culturale di via Baltea 3, il Flashback Lab a cura di Maria Chiara Guerra, alcune delle Case Bottega di cui Barriera in divenire coordinato da Cristina Pistoletto, come il collettivo Ventunesimo, i musicisti Pietra Tonale e l’Assiciazione La Scimmia in Tasca.

TUTTI I GUSTI DELL’ARTE

Opera luminosa: Ice Cream Light di Vanessa Safavi

Circoscrizione 2

La sezione Attività Educative del PAV propone un percorso dal titolo “Tutti i gusti dell’arte. Il nutrimento del desiderio di bello e buono” che si realizzerà in collaborazione con diversi enti attivi nel territorio della Circoscrizione 2: in particolare con le realtà associative aderenti al ‘Tavolo Tecnico Case Popolari’, la Fondazione Cascina Roccafranca, il liceo scientifico Majorana, il liceo artistico Cottini e gli istituti scolastici del territorio. Il programma ha come riferimento l’opera luminosa, ludica e stimolante, Ice Cream Light di Vanessa Safavi, installata in piazza Dante Livio Bianco, nelle vicinanze di una vasta area verde. Come la visione di numerosi gusti che offre il bancone di una gelateriaIce Cream Light propone una varietà di sguardi mossi dal desiderio che alludono al tempo libero dell’infanzia trascorsa in spazi liberi e di gioco.

IT’S PINK O’CLOCK

Opera luminosa: My Noon di Tobias Rehberger

Circoscrizione 3

In continuità con l’intervento realizzato nella scorsa edizione il Dipartimento Educazione della Fondazione Merz propone un percorso dal titolo “It’s pink o’clock”, rinnovando la collaborazione con l’Istituto Comprensivo M. L. King/ M. Mila e con il coinvolgimento dei diversi enti attivi nel territorio della Circoscrizione 3. L’intervento prevede attività di laboratorio per le classi della scuola elementare e media ispirati, anche quest’anno, dalla presenza dell’opera My Noon di Tobias Rehberger situata nel cortile della stessa scuola (in via Germonio 12). L’installazione luminosa sarà indagata come opera capace di modificare la nostra percezione spaziale attraverso la presenza di linee, geometrie, colori e la costruzione, attraverso di essi, di nuovi codici.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         

MARE DI LUCE

Opera luminosa: Illuminated benches di Jeppe Hein

Circoscrizione 4

Sotto le sedute, che connotano l’opera Illuminated benches di Jeppe Hein in piazza Risorgimento, il colore si espande come materia liquida evocatrice del mare di luce. Un’opera d’arte inclusiva pensata per accogliere comodamente gli spettatori, in un ambiente luminoso, suggestivo e colorato.

Il percorso proposto dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, prevede azioni in situ, oltre che attività nelle scuole e presso il Museo, anche di carattere performativo, per enfatizzare l’aspetto magico del fascio luminoso, nell’interazione tra colore, spazio e presenza delle persone. L’azione è realizzata in modo condiviso con Stalker Teatro –  Officine Caos; in collaborazione con il MAU – Museo d’Arte Urbana di Torino e con diversi enti attivi nel territorio della Circoscrizione 4 e in cooperazione con il Gruppo Abele (Genitori & Figli), il liceo classico musicale Cavour, il liceo scientifico Cattaneo e l’Istituto Comprensivo Nigra.

LUCI D’ARTISTA CITY TOUR  

Visita Torino in una luce straordinaria con un tour della città davvero speciale.

Accompagnato da una guida turistica si potranno ammirare dall’alto le installazioni più celebri della XXIV edizione di Luci d’Artista durante un emozionante tour di un’ora con il bus panoramico City Sightseeing® Torino. Tour a bordo di un autobus panoramico con guida turistica (in lingua italiana, inglese e francese).

Quando: sabato 13 e domenica 14, sabato 20 e domenica 21 novembre e ogni sabato e domenica dal 4 dicembre 2021 al 2 gennaio 2022 + i giorni 8, 10, 31 dicembre 2021 e 6 gennaio 2022.

Partenza: ore 17.30* (piazza Castello/via Po)

*13, 14, 20, 21 novembre + 8, 18, 25 e 26 dicembre + 1 gennaio anche ore 19.00

Durata: max 1 ora – Tariffa intero: € 16,00 – Tariffa ridotto (5-15 anni): € 8,00

Bambini under 5: Free  

Info e prenotazioni:  www.city-sightseeing.it/it/tour-luci-dartista/ – infotorino@city-sightseeing.it

Tel: +39 011 19464500

ELENCO LUCI D’ARTISTA

  1. Cosmometrie – Mario AIRÒ – piazza Carignano
  2. Vele di Natale – Vasco ARE – piazza Foroni, zona mercato rionale (Circoscrizione 6)
  3. Ancora una volta – Valerio BERRUTI – via Monferrato (Circoscrizione 8)
  4. Tappeto Volante – Daniel BUREN – piazza Palazzo di Città – l’opera sarà fruibile  a partire dal 12 novembre 2021
  5. Volo su… – Francesco CASORATI – area pedonale di via Di Nanni (Circoscrizione 3)
  6. Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime – Nicola DE MARIA – piazza Carlina – Opera permanente in via sperimentale
  7. Il Giardino Barocco Verticale – Richi FERRERO – via Alfieri 6 – The Number 6 (antico Palazzo Valperga Galleani) Opera privata permanente
  8. L’energia che unisce si espande nel blu – Marco GASTINI – Galleria Umberto I – Opera permanente
  9. Planetario – Carmelo GIAMMELLO – via Roma
  10. Migrazione (Climate Change) – Piero GILARDI  Galleria San Federico
  11. Illuminated Benches –  Jeppe HEIN  piazza Risorgimento  Opera permanente in via sperimentale (Circoscrizione 4)
  12. Piccoli spiriti blu – Rebecca HORN – Monte dei Cappuccini – Opera permanente (Circoscrizione 8)
  13. Cultura=Capitale – Alfredo JAAR – piazza Carlo Alberto – Opera permanente
  14. Doppio passaggio (Torino) – Joseph KOSUTH – ponte Vittorio Emanuele I – Opera permanente
  15. Luì e l’arte di andare nel bosco – Luigi MAINOLFI – via Lagrange
  16. Il volo dei numeri – Mario MERZ – Mole Antonelliana – Opera permanente
  17. Concerto di Parole – Mario MOLINARI – opera permanente in via di allestimento – in prossimità dell’Ospedale Regina Margherita – piazza Polonia, all’altezza dell’uscita del sottopasso di corso Spezia (Circoscrizione 8)
  18.  Vento Solare – Luigi NERVO – piazzetta Mollino
  19. L’amore non fa rumore – Luca PANNOLI – piazza Eugenio Montale (Circoscrizione 5)
  20.  Palomar – Giulio PAOLINI – via Po
  21.  Amare le differenze – Michelangelo PISTOLETTO – piazza della Repubblica – Opera permanente (Circoscrizione 7)
  22. My noon – Tobias REHBERGER – Borgata Lesna – cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila, via Germonio 12 (Circoscrizione 3)
  23. Ice Cream Light – Vanessa SAFAVI – piazza Livio Bianco (Circoscrizione 2)
  24. Noi – Luigi STOISA – via Garibaldi
  25. Luce Fontana Ruota – Gilberto ZORIO – Laghetto Italia ’61 – Opera permanente (Circoscrizione 8)

La piccola umanità di Carlo D’Oria

A Palazzo Madama, sino al 12 dicembre

Carlo D’Oria, scultore torinese, con una formazione artistica presso l’Accademia Albertina di Belle Arti, lavorando su differenti materiali – il ferro, il marmo, la pietra, l’acciaio o la terracotta -, da anni ha posto il nucleo della sua produzione sul concetto di umanità, sulla fragilità dell’uomo, sulla sua unicità come pure sulla moltitudine, in una cifra stilistica ormai ben riconoscibile. Riducendo allo spasimo la forma, procede per linee, per percorsi lineari attraverso l’essenzialità, costruisce un nuovo universo popolato di forme minime (le lunghe processioni dei suoi “omini”), prosciugate, rimpicciolite, rese prive di ogni elemento superfluo: ma forme vitali, che richiedono una pronta riflessione a chi le guarda, specchio di una umanità confusa, dolente e schiacciata dal peso della società.

Nell’ambito di Art Site Fest 2021, D’Oria presenta (sino al 12 dicembre) in cima allo scalone d’ingresso di Palazzo Madama, “Sentinelle”, con l’apporto critico del direttore artistico Domenico Maria Papa. Affidandosi alla “prossimità”, a quel fattore umano, insostituibile e irrinunciabile, che per troppi mesi ci è stato negato. Ovvero quel bisogno di legami, di vicinanza, di abbracci, di contatti fisici che unisce gli individui, che li fa crescere, che li spinge all’ottimismo, che coinvolge altresì il progredire della cultura. Sagome, a riprodurre prepotentemente figure umane, linee ritmate che pur non toccandosi formano allo stesso tempo un tutt’uno nello spazio e nella sontuosità dei marmi inventati da Juvarra. Sentinelle che stanno ad esprimere il dovere che l’uomo ha ad essere vigile su quanto ci lega uno all’altro, un insieme che, con forme altezze curvature diverse – D’Oria guarda nella propria estrema modernità, in questo oggi ridotto a linee e a pura essenzialità, al passato e cita per certi “atteggiamenti” della sua opera il “Pensatore” di Rodin -, paiono stare lì, tutte insieme, per discutere su qualcosa da fare. Forme che spingono a pensare, ad agire, a progredire, quindi ancora una volta a sottolineare il senso forte di comunità.

Comunità che ben si riconosce in “Ingranaggi” del 2010, opera posta all’interno del Giardino Botanico Medievale del castello, l’uomo e l’umanità tutta come parte di un meccanismo, in una continua marcia, pronti a riaffermare con forza che “se non riusciamo a far comunità resteremo sempre delle individualità e diventeremo degli ingranaggi in disuso, dei rottami pronti a essere distrutti”.

“Sentinelle” non è il solo intervento pensato da D’Oria per Art Site Fest. Per la Palazzina di Caccia di Stupinigi ha progettato “Titani”, dove i possenti protagonisti tentano di trovare un equilibrio e un dialogo con l’architettura settecentesca; e davvero interessante sarà ritrovarsi di fronte a quanto l’artista inventerà nella seconda metà di novembre all’interno dell’area archeologica della Basilica paleocristiana, posta alla base della Nuvola Lavazza.

Elio Rabbione

Nelle prime due immagini “Sentinelle”, nelle altre due “Ingranaggi”

Arte a Rivoli sul magico bus elettrico

Arte e letteratura si sposano perfettamente nel viaggio ideato dall’Museo di Arte Contemporanea del Castello di Rivoli sul Magico Bus Elettrico

 

Il castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea presenta il Magico Bus Elettrico, un progetto assolutamente innovativo che nasce da un’idea di Giuseppe Ricuperati, curato da Giulia Colletti e coordinato da Roberta Aghemo. La corsa inaugurale è  stataeffettuata il 25 settembre scorso e proseguirà  fino a dicembre 2021 per un sabato al mese.

Il programma culturale  si svolgerà  a bordo  di una navetta elettrica durante un percorso della durata di 40 minuti che da Torino raggiungerà Rivoli.

Dopo il successo del viaggio inaugurale, il Magico Bus Elettrico sabato 23 ottobre prossimo ritorna alla presenza di quattro protagonisti della cultura e dell’arte torinese, quali lo scrittore Giuseppe Recuperati,  il traduttore e autore Mario Capello e gli artisti Alice Visentin e Guglielmo Castelli. Quest’ultimo  propone un progetto partecipativo all’insegna del Cadavre Exquis di stampo surrealista, mentre l’artista Alice Visentin creerà  una performance musicale a bordo, coinvolgendo musicisti delle valli alpine piemontesi.

Mario Capello  leggerà  pagine tratte dal libro di Lovecraft, appena pubblicato da Einaudi. Gli interventi saranno introdotti dal direttore del castello di Rivoli, Carolyn Christov-Bagargiev. Il progetto intende facilitare il dialogo tra la letteratura e gli artisti e le mostre ospitate dal Museo, coinvolgendo in ogni viaggio un ospite fisico appartenente al mondo letterario.

Il progetto si sviluppa attraverso il vetro-glass dei finestrini della navetta, un elemento che apparentemente pare dividere ma che, al contempo, grazie alla sua trasparenza, offre una lettura assolutamente inaspettata della città di Torino.

Per l’occasione, IVECO BUS fornirà  un IVECO E WAY Full Electric, un veicolo completamente green con impianti di sicurezza e alimentazione di nuova generazione. Il Magico Bus Elettrico che connette Torino a Rivoli  è  stato appositamente decorato dall’artista Claudia Comte per ospitare l’iniziativa, promossa anche da  Arriva, Enel X e con il supporto concettuale di Faust.

Sabato 23 ottobre il ritrovo dei partecipanti è previsto alle 13.30presso la libreria Internazionale Luxemburg, in via Cesare Battisti a Torino per poi proseguire a piedi verso piazza Castello, dove partirà  la navetta.

Tra gli scrittori invitati ai prossimi appuntamenti  si segnalano Marco Belpoliti, Igiaba Scego, Chiara Valerio e altri. Tra gli artisti e personaggi del mondo dell’arte invitati a partecipare agli appuntamenti figurano anche Marzia Migliora e Agnieszka  Kurant.

Per partecipare agli appuntamenti  è  necessario provvedere all’acquisto del biglietto, del costo di 15 euro, sul sito www.castellodirivoli.org

Mara Martellotta 

Alla Gam il suono profondo e misterioso delle aurore boreali

“Alessandro Sciaraffa. Sinfonia”

Dal 21 ottobre al 9 gennaio 2022

Creatività da vendere. E per chi di creatività – ma anche di ingegno e curiosità  per i misteri più impercettibili della natura – ne ha da vendere,  sono tanti e spesso inattesi o volutamente casuali i percorsi messi a disposizione dai giochi intriganti dell’arte contemporanea. E’ il caso di Alessandro Sciaraffa (torinese, classe ’76), una laurea in Architettura al Politecnico di Torino e una “specializzazione” davvero interessante nella cosiddetta sound art, lo studio delle onde sonore e dei fenomeni invisibili della natura, rappresentati con l’aiuto della tecnologia. Esempio concreto e lampante è la sua “Sinfonia”, installazione immersiva e partecipativa, a cura della storica dell’arte Sara d’Alessandro Manozzo, esposta, fino al 9 gennaio, negli spazi della Sala 1 della GAM di Torino. L’opera è composta da un gong, da un sistema sonoro e da una proiezione video su uno schermo specchiante inseriti dentro uno spazio buio a unire due dei temi fondamentali nell’opera di Sciaraffa: il suono primitivo del gong e l’osservazione delle aurore boreali. Chiodo fisso dell’artista torinese sono infatti i fenomeni invisibili della natura, che lui sviscera attraverso l’uso di tecnologie sperimentali che prevedono, spesso, il coinvolgimento del pubblico. E il risultato, di grande suggestione misterica, è dunque la presenza simbiotica di suono, tecnologia e natura. Così come già in “Aurora”, opera presentata sempre alla GAM in occasione di “Luci d’Artista”, anche “Sinfonia” esplora e rende tangibile la luce scintillante, con le infinite sfumature di colori e forme, e il suono inudibile generato dall’aurora boreale, catturato attraverso apparecchiature capaci di captare le basse frequenze. In questo caso suono e luce sono attivati dal visitatore che interagisce con il gong. “Ci sarà – raccontava lo stesso Sciaraffa in fase di progettazione dell’opera – il suono delle aurore boreali, che inizieranno a scoppiettare, a luccicare. Tu potrai stare a guardare questi bagliori di luce, come dei grandi dipinti che scorrono in uno spazio tempo, per poi farli esplodere con il gong”. L’opera è quindi dedicata ai suoni delle “profondità naturali”, dagli aural chorus alle vibrazioni fisiche e archetipiche del gong “intrecciando cultura, eventi naturali, onde sonore e tecnologia per offrire un’esperienza che conduce il visitatore in un viaggio immaginifico attraverso realtà fisiche sconosciute”.

Il progetto di Sciaraffa, scelto da “Fondazione Torino Musei – GAM”, ha vinto il bando “Italian Council” (IX edizione, 2020), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della “Direzione Generale Creatività Contemporanea” del “Ministero della Cultura”, che prevede il finanziamento di progetti culturali finalizzati alla promozione, produzione, conoscenza, diffusione della creazione contemporanea italiana in Italia e all’estero nel campo delle arti visive. Destinata alla collezione permanente della GAM“Sinfonia” è esposta per la prima volta negli spazi del Museo e si trasferirà in primavera (4 marzo – 22 aprile 2022)  nelle sale della “Fondazione e Galleria TSE Art Destination”, a Nur-Sultan, una delle realtà più dinamiche nel panorama artistico contemporaneo del Kazakhstan: rafforzerà così la relazione fra la città di Torino e la capitale kazaka, in occasione delle celebrazioni dei trent’anni di relazioni diplomatiche tra i due paesi.

Durante il periodo di esposizione alla GAM di Torino, sono previsti alcuni eventi legati all’approfondimento di elettroacustica e sound art.

g.m.

“Alessandro Sciaraffa. Sinfonia”

GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea”, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Fino al 9 gennaio 2022

Orari: mart. merc. ven. sab. e dom. 10/18; giov. 13/21. Lunedì chiusi

Photo: Alessandro Muner

Silto Experience: fermati, osserva, pensa

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Spazio Lancia 23 ottobre – 14 novembre Open day 22 ottobre 10 – 21 Vernissage ore 19

 

Cos’è Silto Experience: fermati, osserva, pensa

Silto Experience: fermati, osserva, pensa” è la prima mostra personale di Silto, al secolo Carlo Siletto, che sarà visitabile dal 23 ottobre al 14 novembre 2021, con ingresso gratuito dal mercoledì alla domenica (orari su www.spaziolancia.it), nei rinnovati spazi espositivi di Palazzo Lancia, in via Vincenzo Lancia a Torino.

L’esposizione si propone come percorso esperienziale e interattivo ed è composta da 30 opere, riduttivo chiamarli semplicemente “quadri”, definibili come oggetti d’arte, a metà tra pittura e scultura, poesia e comunicazione.

Silto, ingegnere entrato nel mondo dell’arte solo da qualche anno, si propone con essi di stimolare gli spettatori attraverso un viaggio cui tutti sono invitati, dai professionisti agli amanti dell’arte, fino ai non addetti ai lavori, agli adulti e ai bambini.  Legno, tela, specchi, plexiglas, ma anche video emozionali e trailer di presentazione delle opere esposte, sono la materia di cui si nutre la mostra; ed è attraverso di essa che l’essere umano, calato nelle contraddizioni e nelle storture della società moderna, torna a essere assoluto protagonista.

 

“Silto Experience: fermati, osserva, pensa” si fonda sul principio di interattività. La reciprocità tra artista e visitatore non si manifesterà solo nella realtà aumentata dei Qr Code, grazie ai quali si potranno ottenere numerose spiegazioni supplementari sui propri device, e nella possibilità di “creare” la propria opera d’arte con l’ausilio di un software, per poi vederla crescere, realizzarsi fisicamente e diventare un’unica grande opera collettiva esposta, con una sorpresa aggiunta dall’artista, a fine mostra. Lo scambio si manifesterà piuttosto nel dialogo mentale con cui Silto conta di stimolare le persone a «pensare e ad ascoltarsi». Una dinamica possibile grazie a una presentazione innovativa e diretta, di semplice comprensione, che si avvarrà di numerose forme comunicative: come la musica, il video e l’affabulazione, tese a stimolare l’anima artistica spesso sopita in ognuno di noi. Inoltre, ogni installazione sarà coadiuvata dalla presenza “virtuale” dell’artista che tramite video dedicati descriveranno concepimento, messaggio e modalità di preparazione dei lavori.

 

Chi è Silto

«Sono nato a Torino da una famiglia di valori antichi ma dalla mentalità moderna e questa apparente contraddizione mi ha sempre accompagnato e guidato». Si presenta così Carlo Siletto, in arte Silto, ingegnere nonché artista, inusuale e poliedrico. Ammette di sentirsi «un po’ un intruso nel mondo dell’arte», cui si è avvicinato pienamente solo nel 2017 «quando -afferma- ho sentito l’esigenza di iniziare un dialogo diverso con me stesso e con il mondo che mi circonda, lasciando che la mia anima razionale e quell’espressiva si fondessero, senza per questo rinunciare alla mia piena espressività».

È da questa presa di coscienza che Silto ha cominciato a condividere con gli altri le sue opere. Le definisce «frutto dell’ingegneria dell’immaginazione; non è ingegneria, non è arte, non è comunicazione ma forse un po’ di tutte tre le cose insieme». Poi precisa che la sua arte non pretende di parlare di politica, di attualità, di sé o di altri: «Il mio mondo creativo –sottolinea- non è realtà, né “solo” pittura; provo piuttosto a raccontare dell’uomo, dell’umanità, della sua razionalità e dei suoi sentimenti calati nella società contemporanea». Un’arte che affonda le sue radici nel suo lavoro di ingegnere, immerso per anni nei grammi di flusso, nella ricerca statistica e nel codice binario: «Elementi che mi hanno spinto a esplorare altre vie espressive che non fossero risposte sempre semplici, nette, monocromatiche».

Non è un caso che l’artista confessi di aver sempre vissuto «a cavallo due linee: quella del sognatore e quella del metodico; quella poetica e quella pragmatica». Entrambe sono state supportate da una formazione scientifica, ma anche dalla scrittura di poesie, dell’ascolto di tanta musica e dalle frequentazioni di amici fidati che hanno addolcito i suoi anni impegnativi al politecnico.

Dov’è Silto Experience: fermati, osserva, pensa

La mostra “Silto Experience: fermati, osserva, pensa” è anche il pretesto per riscoprire uno degli edifici più iconici della città, sede perfetta per una mostra che si affida anche alla dialettica tra arte e tecnologia. Palazzo Lancia, grattacielo commissionato dall’industriale Gianni Lancia ed edificato tra il 1954 e il 1957 su progetto di Nino Rosani con la collaborazione dello Studio Giò Ponti, è stato recentemente riportato all’antico splendore grazie alla Bentley SOA, azienda attiva nel settore della qualificazione delle imprese che operano nel mercato degli appalti pubblici.

L’edificio a ponte di 17 piani situato nel cuore di Borgo San Paolo, simbolo architettonico delle aspettative industriali all’alba del miracolo economico, ha messo a disposizione del pubblico il suo primo piano, uno spazio a pianta libera con una doppia, affascinante vista sulla città. Oggi lo Spazio Lancia, definito «avanguardistico spazio espositivo aperto a ospitare la progettualità creativa torinese facendo dialogare il presente con il proprio passato», si apre alla cultura nelle sue diverse espressioni, come arte, musica e design.

Si anima Palazzo Madama con la mostra dedicata all’artista borgognone Antoine de Lonhy

Una nuova mostra anima un’importante sede espositiva di grande interesse a Torino, Palazzo Madama, che ospita il Museo Civico d’Arte Antica, a partire dal 7 ottobre scorso fino al 9 gennaio 2022. Si tratta dell’esposizione dedicata alla figura di Antoine de Lonhy, un artista poliedrico che fu non solo pittore, ma anche scultore, maestro di vetrate, autore di disegni di ricami, riuscendo a illustrarne l’impatto fondamentale nell’ambito del rinnovamento del panorama figurativo in Piemonte nella seconda metà del Quattrocento.

La mostra, che ha avuto anche una sezione ospitata dal 10 luglio al 10 ottobre scorso al Museo Diocesano di Susa, vuole evidenziare i viaggi, gli spostamenti e la carriera itinerante attraverso l’Europa di un artista capace di riunire, nelle sue opere, influssi e elementi provenienti dalla Borgogna, dalla Provenza, dalla Catalogna e dalla Savoia.
La scelta della sede espositiva valsusina, precedente a Palazzo Madama, è stata motivata dal profondo legame che questo artista di origine borgognona ebbe con la valle di Susa.
Originario di Autun in Borgogna, Antoine de Lohny eseguì molte opere nel corso dei suoi numerosi viaggi, dalla Francia alla Spagna, fino all’Italia, in Piemonte in particolare, opere in cui si può cogliere la sintesi dei fermenti dell’arte a lui contemporanea. Nei suoi dipinti la cultura fiamminga di Van Eyck e Rogier van de Weyden convive in una sintesi perfetta con le linee pittoriche dell’arte savoiarda e mediterranea. Viaggiando dalla natia Borgogna alla Provenza, dalla Spagna alla Savoia, fu proprio qui che Antoine de Lonhy mise radici lavorando senza sosta per la corte sabauda, per chiese, conventi e collezionisti privati, oltre che nobili.
Antoine de Lohny, facendo tesoro della lezione proveniente dal realismo nordico e catalano, rappresenta nelle sue opere un Dio vicino. Un esempio di questo senso del sacro “affettuoso e concreto” è rappresentato dalla “Trinità”, opera in cui l’iconografia canonica diffusa in Italia viene a cedere il passo ad una rappresentazione di Dio Padre che sostiene il corpo del Figlio morto mentre, di fianco, è rilevante la presenza di una figura di un angelo piangente, di grande impatto emotivo.
Un altro contesto in cui questo artista si specializzo’ è stato quello della tecnica della pittura delle vetrate. Fu chiamato, infatti, a lavorare prima a Tolosa, poi a Barcellona e, infine, anche in provincia di Torino, ad Avigliana, dove svolse una lunga attività che lo portò a eseguire codici miniati e pitture, oltre a disegni per ricami. A Tolosa l’artista arrivò poco dopo il 1454 e, protetto dall’arcivescovo locale Bernard de Rosier, lavorò a vetrate, miniature, pale d’altare, affreschi quali quelli frammentari per la chiesa di Notre Dame de la Dalbade di Tolosa. Di questi affreschi ne sono un esempio i frammenti esposti a Palazzo Madama inerenti il ciclo sulle “Storie di Santa Caterina”, presenti insieme a splendidi fogli di messale e allo splendido “Polittico della Vergine, Sant’Agostino e San Nicola da Tolentino”, realizzato nel 1461-1462 per l’abbazia agostiniana Domus Dei a Mirailles, vicino a Barcellona, e giunto da diverse sedi spagnole.
Antoine de Lohny era già noto in passato con l’appellativo di “Maestro della Trinità di Torino” o, nell’ambito dei codici miniati, come il “Maestro delle Ore di Saluzzo”, entrando in contatto, prima del 1450, con il cancelliere del duca di Borgogna, Nicolas Rolin, uno dei più celebri mecenati del tempo. Per lui eseguì delle vetrate istoriate, mentre a Tolosa, nella Francia Meridionale, realizzò un ciclo di affreschi, decorando anche diversi codici liturgici.
Dell’opera di questo artista rimane una preziosa testimonianza nella grande vetrata eseguita per la chiesa di Santa Maria del Mar a Barcellona, città che ha costituito la terza sosta da parte dell’artista, negli anni 1460-1462. Qui il maestro continuò la sua polivalente attività, dando proprio un saggio di estremo valore nel dipingere le vetrate del rosone della basilica, per il quale scelse vetri colorati, azzurri in particolare, sia in Italia sia in Germania.
L’esposizione vanta la curatela di Simone Baiocco e Simonetta Castronovo per quanto riguarda la sezione di Torino e di Vittorio Natali per quella di Susa e fa parte di un progetto nato nell’ambito del Reseau europeen des musees d’art medieval, una rete di musei fondata nel 2011 allo scopo di promuovere iniziative, oltre che studi, inerenti il patrimonio artistico piemontese, aostano, svizzero e dell’antica Savoia.

Mara Martellotta

Cuneo Provincia Futura

Grande mostra di “luci a cielo aperto” firmata CRC

Venerdì 22 ottobre a Cuneo/Sabato 23 ad Alba, Bra e Mondovì

Cuneo

Il titolo guarda lontano. E lo fa in modo ambizioso. Coniugando insieme speranza e futuro. “Cuneo Provincia Futura” è “la più grande mostra a cielo aperto” dedicata alle sfide del futuro e composta da dieci videoinstallazioni luminose e sonore – uniche suggestive e singolari – organizzata a Cuneo (venerdì 22 ottobre) ad Alba, a Bra e a Mondovì (sabato 23 ottobre) dalla “Fondazione CRC”. La regia e la realizzazione portano la firma di Alessandro Marrazzo, fra i nostri più prestigiosi esperti di show designingVenerdì 22, dopo l’inaugurazione ufficiale a Cuneo dell’evento espositivo in piazzetta del Grano (via Roma, a lato del Municipio) alle ore 19, saranno accese in sequenza le installazioni del capoluogo provinciale: si inizierà dalle due di via Roma (ore 19,30 e 20) per passare poi in piazza Virginio (ore 20,30), al Complesso di Santa Croce (ore 21), in piazza Europa (ore 21,30) e in piazza Galimberti (ore 22). Sabato 23 alle ore 19 verranno accese anche le installazioni di Mondovì (rione Piazza), alle 20.30 quella di Bra (piazza Caduti della Libertà) e alle 21.30 quelle di Alba (piazza Risorgimento e piazza Ferrero). Le proiezioni luminose saranno attive e fruibili liberamente dal giovedì alla domenica dalle ore 19 alle 22,30, nel periodo dal 23 ottobre al 21 novembre. Per maggiori informazioni telefonare allo 0171/452711 o scrivere a info@fondazionecrc.it.

“Ho cominciato a pensare al progetto di ‘Cuneo Provincia Futura’ – afferma Alessandro Marrazzo – nei giorni di inquietante irrealtà che hanno caratterizzato il 2020. Ripensare il futuro era il tema sul quale volevo coinvolgere il pubblico. Volevo rendere quelle facciate, quelle strade, quelle piazze protagoniste di una nuova vita: per questo la luce e tutte le tecnologie più all’avanguardia sono le protagoniste di questa mostra ed è così che ho realizzato le dieci installazioni come una grande orchestra, in cui gli strumenti musicali sono diventati luci, videoproiezioni, laser, scenografie, suoni”. E aggiunge Ezio Raviola, vicepresidente della “Fondazione CRC”: “I temi al centro delle 10 installazioni, le modalità e i luoghi scelti sono connessi alle attività della Fondazione e alle tre sfide individuate dal nostro Piano Pluriennale 2021-24: +Sostenibilità, +Comunità, +Competenze”.

Cuneo le videoinstallazioni saranno sei. Sulla facciata di Palazzo Vitale, sede della “Fondazione CRC” in via Roma, verrà indagato il rapporto tra uomo, macchine e natura grazie a un cucciolo di robot, protagonista di videoproiezioni dinamiche in grado di muoversi liberamente nello spazio ed emblema di una presenza sempre più massiccia delle macchine nella nostra vita quotidiana. L’asse di via Roma, con un fulcro nella piazzetta del Grano, sarà trasformato in un fiume in piena per riflettere sulle conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai e dell’innalzamento degli oceani. In piazza Virginio si ragionerà sulla conquista dell’immortalità, sogno ricorrente del genere umano incarnato da ologrammi tridimensionali sospesi nel vuoto tra luci al neon e specchi d’acqua vera. Nel cortile del Complesso di Santa Croce, una porzione di foresta pluviale ricreata in un caleidoscopico cubo porterà a ragionare sulla deforestazione, mentre in piazza Galimberti un monumentale laser mapping affronterà il tema dell’intelligenza artificiale e della quarta rivoluzione industriale. In piazza Europa le videoproiezioni, realizzate con una tecnica dinamica pressoché sconosciuta in Italia, saranno dedicate alla natura e alle specie in via di estinzione.

Ad Alba le videoinstallazioni saranno due. In piazza Risorgimento il tema è quello delle arti, prerogativa della creatività umana la cui esclusività è oggi messa in dubbio dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale mentre in piazza Ferrero verrà proposta una riflessione sul futuro con un’installazione monumentale nella quale un bambino guarda la parola “Futuro” scritta di luce, cercando senza successo di toccarla.

La facciata di Palazzo Garrone farà invece da supporto alla videoinstallazione di Bra, in piazza Caduti della Libertà, e sarà dedicata al tema delle conquiste spaziali, da Galileo a Marte.

Mondovì la videoinstallazione sarà collocata sulle pareti della Torre Civica del Belvedere, nel rione Piazza, e sarà dedicata al tema del tempo, sviluppato con un’illusoria videoproiezione 3D per indagarne segreti e meccanismi. Un poetico racconto visivo sul rapporto che da sempre l’uomo ha avuto con la misurazione e la percezione del tempo.

g.m.

Nelle foto

–         “La quarta rivoluzione industriale”, piazza Galimberti, Cuneo

–         “ArtEficiale”, piazza Risorgimento, Alba

–         “Verso Marte, da Galileo alle nuove conquiste spaziali”, Palazzo Garrone, Bra

–         “Un futuro lungo 10.000 anni”, Torre Civica del Belvedere, Mondovì

I capolavori della Classicità di Fabio Viale si rivestono dei tatuaggi di oggi

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Sino al 9 gennaio, in Piazzetta e all’interno di Palazzo Reale

 

Tra la cancellata dei Dioscuri e la facciata del Castellamonte, si respira a Torino, in Piazzetta Reale – e si respirerà sino al 9 gennaio prossimo -, un’inattesa atmosfera condivisa tra classicismo e contemporaneità. Il mondo antico intriso della provocazione di oggi. Fabio Viale, cuneese di nascita, uno degli artisti più interessanti e acclamati del panorama odierno dell’arte – personale al Glyptothek Museum di Monaco di Baviera, la partecipazione al Padiglione Venezia della Biennale 2019, l’esposizione al Pushkin Museum di Mosca e “Truly”, mostra diffusa nei luoghi simbolo della città di Pietrasanta nell’estate 2020: ad accrescerne il successo, ci penserà l’anno prossimo la città di Arezzo che gli metterà a disposizione strade e piazze perché le riempia delle sue opere -, presenta con “In Between” un suggestivo percorso marmoreo, con la collaborazione della Galleria Poggiali e con la cura di Filippo Masino e Roberto Mastroianni, percorso che si amplia in altri luoghi all’interno del vasto complesso di Palazzo Reale.

“Reinterpretare in chiave contemporanea le forme e i temi dell’arte classica”, ovvero creare e ri-creare certi capolavori dell’antichità, dalle opere dell’Ellenismo a quelle di Michelangelo e Canova, con una “forza” nuova, un effetto straniante, un segno personale come è il tatuaggio oggi. Le immagini, i capolavori come da sempre li abbiamo davanti agli occhi, i canoni della bellezza e della perfezione, “magicamente alterati” (quanti penseranno “sporcati”?) in una immersione di contemporaneo, fatta di ricerca e di tecnologia. “Attraverso le chiavi della meraviglia, del virtuosismo tecnico e della reinterpretazione creativa – dichiara Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali -, l’arte di Fabio Viale ci spinge a guardare con occhi nuovi ai capolavori di scultura che popolano i nostri musei e il nostro immaginario: un arco teso tra passato e futuro, fra tradizione e sperimentazione presente, un omaggio alle multiformi potenzialità del patrimonio culturale e un invito a conoscerlo e a sfidarlo senza pregiudizi”.

Una scenografia nuova, un colloquio in piena luce con le architetture circostanti, una parte della mostra immediatamente fruibile da torinesi e turisti. Sono “Kouros”, il potente e tragico “Laocoonte” che si specchia nel confratello dei Musei Vaticani, “Torso Belvedere”, “Venus” e “Souvenir David”. Nel Salone delle Guardie Svizzere, all’interno del Palazzo, “Amore e Psiche”, opera inedita, riecheggia il capolavoro neoclassico di Canova e vi imprime il momento che stiamo vivendo con una riflessione, profonda e drammatica, attraverso la tatuatura del corpo femminile con i motivi nuziali delle spose mediorientali, la disperazione della condizione della donna, l’asservimento, la cultura negata, gli insegnamenti nascosti. Un progetto che era nato alcuni mesi con intenti diversi: “Avevo immaginato dei meravigliosi tatuaggi giapponesi – confessa lo scultore – ma alla luce dei recenti fatti in Afghanistan ho sentito che il mio progetto doveva cambiare radicalmente per provare invece a gettare un ponte culturale tra Occidente e Medioriente”.

Nella Cappella della Sindone, Fabio Viale, non credente, ha voluto deporre “Souvenir Pietà (Cristo)” del 2006, metterlo al centro dell’architettura del Guarini e di fronte ad una delle più importanti e misteriose icone del Cristianesimo, solo, inerme nella tragedia della morte, privato dell’abbraccio della Madre. Nell’Armeria Reale, tra lance alabarde ed elmi, trova spazio “Lorica”, ovvero la riscrittura di una parte di un’armatura antica, in marmo rosa, a cui Viale ha dato vita attraverso una scansione tridimensionale ad alta risoluzione del corpo di Fedez, sì il rapper: lorica, grazie a piccole cinghie, perfettamente indossabile e Fedez, in un giorno non ancora precisato, entro la fine della mostra scenderà a Torino per la mitica prova. I fan sono avvisati.

Nel dicembre prossimo, infine, prenderà forma una seconda tappa della mostra all’interno delle nuove sale delle Antichità Reali, dedicata alla serie delle finzioni dei materiali: il marmo diventa legno, plastica, gomma, polistirolo, carta, si tramuta in copertoni delle auto o cassette della frutta. Un confronto/ossimoro tra la statuaria greco-romana raccolta dai Savoia e le sperimentazioni che hanno consolidato la fama di Fabio Viale a livello globale.

 

Elio Rabbione

 

Photo Credits: Nicolo Campo / DB Studio

 

Nelle immagini: “Laocoonte” 2020, marmo bianco e pigmenti;

“Amore e Psiche”, 2021, marmo bianco e pigmenti;

“Venus”, 2021, marmo bianco e pigmenti;

“Lorica”, 2021, marmo rosa e pigmenti

Mario Giansone all’Hub Vaccinale Castello di Moncalieri dell’ASL Città di Torino

Dopo la mostra di Eugenio Bolley, lHub Vaccinale Castello di Moncalieri dell’ASL Città di Torino, vede l’allestimento delle opere grafiche e pittoriche di Mario Giansone dedicate al jazz e alle donne.


L’
iniziativa rientra nel progetto “Operarte. Farmaco emozionale”, che la direzione artistica di Banca Patrimoni Sella & C. propone da più di 2 anni, rispondendo ai principi dellOMS che nel suo report del 2019 ha riconosciuto limportanza dellarte a beneficio dei luoghi di cura.

Come farmaco emozionale” l’arte viene somministrata attraverso la magia delle forme e dei colori, perché capace di far vibrare le corde della nostra sensibilità, ed è necessario sia per il personale sanitario, che lo assumeal di fuori dal contesto professionale, sia per i pazienti per i quali è fonte di distrazione e sollievo.

Il progetto Operarte. Farmaco emozionale, curato dalla dott.ssa Daniela Magnetti, direttrice artistica di Banca Patrimoni Sella & C., nasce dalla collaborazione tra Banca Patrimoni Sella & C. e la ASL Città di Torino nel marzo del 2020, con la presentazione, allinterno del Covid Hospital OGR dellASL Città di Torino, di un quadro al mese. Durante la pandemia la collaborazione si è estesa con il coinvolgimento di nuovi spazi espositivi: il D.I.R.M.E.I. (Dipartimento Interaziendale di Malattie ed Emergenze Infettive), il Centro Vaccinale del Castello di Moncalieri e la Sala di Attesa del Pronto Soccorso dellOspedale Martini, dove sono state allestite mostre di Francesco Tabusso, Eugenio Bolley e Carlo Gloria.

Le sale di attesa delle aree sanitarie diventano dunque uno spazio di vera accoglienza, utile sia al personale che ci lavora, sia alle persone che vi si recano per necessità che trascorrono il tempo obbligato del lavoro e dellattesa, circondati da arte e bellezza.

 

“L’allestimento di vere e proprie mostre allinterno dei luoghi di curasostiene Daniela Magnetti è un’operazione che soddisfa pienamente sia gli operatori sanitari che i cittadini, perché arricchisce non solo esteticamente, ma anche spiritualmente le persone che frequentano e vivono questi spazi con differenti scopi.

Un modo diverso di fare culturaafferma Federico Sella, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca Patrimoni Sella & C. che sostiene fattivamente il valore del patrimonio artistico, rendendolo fruibile in contesti che in teoria non gli sono propri, ma che sono certamente utili”.

L’Hub Vaccinale Castello di Moncalieri è un gioiello messo a disposizione dallArma dei Carabinieri, che grazie a Banca Patrimoni Sella è stato arricchito di una mostra di grande valore artisticosottolinea Carlo Picco, Direttore Generale dell’ASLCittà di Torino – I cittadini possono così ritrovare, allinterno del Centro Vaccinale, anche un momento di riflessione per osservare una mostra darte di grande valore. LHub Vaccinale raggruppa quindi tutte le componenti: il fascino del Castello di Moncalieri, lefficienza organizzativa dellattività sanitaria e la bellezza delle opere d’arte”. 

Dalle Ande al Monferrato

DALLE ANDE AL PIEMONTE ED ALLA VALCERRINA IL CAMMINO ARTISTICO ED UMANO DI MONO CARRASCO

In Valcerrina vive un artista di caratura internazionale, la cui vita è da sola un poema, che ha sviluppato nel corso degli anni un forte legame con il Monferrato ed il Piemonte, pur essendo nato a migliaia di chilometri.

Eduardo ‘Mono’ Carrasco è il nome clandestino e provvisorio – ma tutto ormai lo chiamano così – di Hector Carrasco, nato a Santiago del Cile nel 1954, grafico, muralista, promotore culturale della ‘Brigada Ramona Parra’, vive in Italia dal 1974 anno in cui vi giunse come rifugiato politico dopo il golpe militare che rovesciò il governo democraticamente eletto di Salvador Allende per portare al potere Augusto Pinochet.

Operatore culturale, curatore di mostre tematiche e realizzatore di progetti per grandi eventi come fiere di settore e mostre multimediali, nel Luglio del 2004 l’Ambasciata del Cile a Roma gli conferisce la Medaglia Pablo Neruda, onorificenza governativa promossa dalla Fundación Pablo Neruda.

Ha anche scritto alcuni libri: Il ragazzo che colorava i muri, Edizioni Punto Rosso, Milano, 1998; Il sogno dipinto, Hobby&Works, 2003; Cile, 11 settembre, 2003. Franco Angeli Editore, Milano; Inti Illimani, Storia e mito, Ricordi di un muralista, Il Margine, Trento, 2010.

Attualmente vive a Cantavenna, frazione di Gabiano Monferrato, dalla quale si gode un’ottima vista panoramica sulla Valle del Po ed il ‘mare a quadretti’ delle risaie del Vercellese. E proprio qui, nella sala polifunzionale, ha proposto in una interessante mostra personale il suo percorso ‘Dalle Ande al Monferrato’, quasi un percorso a ritroso del racconto ‘Dagli Appennini alle Ande’ di deamicisiana memoria.

Lo abbiamo incontrato in quell’occasione e ne è nata una lunga chiacchierata, ricca di spunti su un’arte ed fatti storici che, pur avvenuti ‘alla fine del mondo’ ebbero una notevole eco in Europa e, particolarmente, in Italia.

Lei è considerato uno dei fondatori dell’arte dei murales che contraddistinse un particolare periodo della storia cilena ….

Nella seconda metà degli anni Sessanta c’era la guerra in Vietnam e in tutto il mondo gli studenti facevano manifestazioni contro questa guerra. Anche in Cile ci fu una marcia che toccava ogni piccolo paese e coinvolgeva diversi tipi di artisti come ballerini, poeti, cantanti. E c’era un gruppo di sette ragazzi e ragazze che dipingeva sui muri e sulle pietre la parola d’ordine ‘No alla guerra in Vietnam’. Questo è stato l’inizio del muralismo cileno, nato anche per sostenere la campagna elettorale di Salvador Allende. Siamo diventati novanta gruppi che riempivano le strade con la parola ‘Allende’ ed il numero ‘3’ che era quello che lo contraddistingueva sulla scheda per le presidenziali.

La domanda a questo punto è d’obbligo: ha conosciuto Allende ?

L’ho visto durante il suo mandato presidenziale ma l’avevo conosciuto prima perché era amico della mia famiglia. L’ho visto 4/5 volte a casa della mia famiglia. Un parente aveva creato l’Istituto del teatro universitario studentesco cileno.

Come ricorda il presidente Allende ?

Era una persona dotata di un carisma incredibile, irradiava allegria, sapienza, trattava tutte le persone da uguali. In precedenza era stato ministro della salute di Pedro Aguirre Serda e aveva fatto proprio il motto ‘Gobernar es educar’.

Ma torniamo a voi giovani che ne sosteneste la canddatura …..

Dopo le elezioni ‘l’esercito’ di giovani che eravamo si è domandato “E adesso cosa facciamo ?”. Così abbiamo iniziato a realizzare dipinti sui muri con disegni. In Cile, però, non c’era nessuna tradizione muralistica come in Messico, anche perché gli Arancanas, i nostri antenati erano un popolo guerriero e noi eravamo lontani dall’avere un precedente nelle bellezze dell’arta Inca o Azteca.

A quel punto che soluzione avete cercato ?

Abbiamo ‘rubato’ tecniche, simbologie. La nostra idea era quella di fare disegni che potessero essere dipinti da tutti. Di qui la decisione di prendere spunto da artisti che non usassero colori piatti, il nero aveva due utilizzi (colore che viene dato alla fine dell’opera, serve per coprire eventuali imprecisioni e a dare una dimensione all’opera).

I vostri lavori servivano a veicolare un messaggio politico ?

Nei tre anni di Governo Allende i dipinti non sempre avevano una simbologia politica. Molti servivano a dare un altro volto a quartieri marginali. Ad esempio c’era un campo giochi per bambini e vicino vennero fatti dei disegni colorati che si politico non avevano niente. Nessuno negli anni ha mai fatto il conto di quanti murales vennero realizzati.

Eravate riuniti in brigadas. Perché ?

I gruppi erano chiamati brigadas ma erano formati da ragazzi. La Brigadas Ramona Parra era così chiamata perché intitolata in onore di una ragazzadi 18 anni che nel 1947 venne ucciso dalla polizia durante uno sciopero generale.

Cosa è rimasto di questi murales ?

Tutto quanto è stato dipinto, tutta quell’arte di strada è stata totalmente cancellata, c’è pochissima documentazione fotografica. E’ rimasto solo il murales di un grande pittore Roberto Sebastian Matta. Lui, che viveva a Roma, essendo progressista, aveva scritto ad Allende offrendosi di realizzare un murales e Allende diede il suo assenso a che l’opera venisse realizzata in un quartiere periferico, molto povero, ‘La Granja’, nella piscina comunale. Successivamente con la dittatura venne coperto complessivamente da 16 mani di pittura. Il caso volle che uno dei ragazzi che faceva in bagno di quella piscina diventasse sindaco e attraverso l’intervento di restauratori si potesse riportarlo alla luce e recuperarlo con un lavoro veramente certosino. Sono andato a vederlo con la mia compagna ed è stato recuperato all’85% . Intorno a quel murale, poi, è stata eretta la ‘Casa della cultura, dove una decina di anni fa ho tenuto una conferenza.

Ma veniamo ad un giorno cruciale per il Cile, l’11 settembre 1973, il giorno del colpo di stato militare, il ‘Golpe’. Come lo ha vissuto ?

Frequentavo il penultimo anno dell’Istituto superiore di Commercio e studiavo vendita e pubblicità. Al mattino c’era lezione di ginnastica, mi stavo cambiano e uno dei custodi mi ha detto: “Vai a casa, c’è il colpo di stato”. Nessuno, però, in quel momento poteva immaginarsi la dimensione di quanto stava accadendo, di quello che sarebbe accaduto. Per strade vedevi i militari e ti chiedevi chi era a favore e chi era contro. Sono andato alla sede della gioventù comunista del Cile. Lì mi hanno detto di andare verso Sud e sono partito a bordo di una Fiat 600 con i fogli degli iscritti, raggiungendo un quartiere periferico dove sono stato per alcuni giorni.

Dunque non è entrato subito in clandestinità sino a giungere all’espatrio ?

Mi sono reso conto che poteva diventare una mattanza soltanto nel giugno dell’anno successivo, il 1974. In un primo momento non ho avuto grossi problemi, ho fatto l’ultimo anno di scuola in un altro istituto. A giugno, sono entrato in clandestinità e questa fu la mia fortuna. Ero andato al cinema a vedere ‘Il fascino discreto della borghesia’ di Bunuel con una mia cugina che accompagnai a casa sua. Qui venni raggiunto da una telefonata  di mio padre che mi disse di non tornare. Nei mesi che seguirono conobbi tutte le case e tutte le classi sociali del Cile e, attraverso una organizzazione di solidarietà la Chiesa cilena prese contatto con l’Ambasciata italiana in Cile. Vennero create le condizioni perché saltassi letteralmente il muro. L’ho rivisto dopo 40 anni e mi sono chiesto: ma come ho fatto a saltarlo ? Di là però c’era la libertà. Poi mi vennero forniti i documenti e venni portato in aeroporto. Sono arrivato a Roma con un volo che è passato da Lima, New York e Francoforte. Sulla clandestinità vorrei aggiungere ancora che è una condizione terribile perché “Tu sei un essere umano inutile e dipendi economicamente dagli altri”.

Quando è tornato in Cile ?

Dopo il plebiscito del 1988.

Prima parlava del Partito Comunista Cileno. Ma è vera l’impressione che il segretario Luis Corvalan fosse più concreto, meno idealista di Allende nel portare avanti il programma di Unidad Popular ?

Corvalan, una delle sue figlie dipingeva con me. Era di origini contadine, un insegnante, persona molto a modo. Il Partito Comunista del Cile non frenava sul programma, ha sempre seguito il programma ed Allende sino all’ultimo giorno. Piuttosto si può davvero dire che Allende è nato troppo in anticipo. Lui parlava di una via pacifica al socialismo diversa dalla rivoluzione cubana. Ed è andato a toccare gli interessi della borghesia cilena che ha un potere economico immenso.

Come è stata la sua vita in Italia ?

Sono stato a Bologna, ho lavorato come operaro – rotativista alla Rusconi Editore, nei laboratori che effettuavano i rivestimenti per la Fiera di Milano quando era nella sua precedente collocazione in zona San Siro. E ho sempre continuato a fare murales in Italia, in Europa, in America Latina.

Adesso è cittadino italiano ?

Si. La cittadinanza l’ho presa tardi, anche se vivo qui da moltissimi anni. Ho aspettato che finisse la dittatura della giunta militare e dieci anni sono diventato cittadino italiano con la consegna dell’attestazione al Comune di Torino, dove vivevo. Poi, per varie ragioni ho scoperto Cantavenna, Gabiano e la Valcerrina, dove ho messo radici.

A proposito di rapporti tra Monferrato ed Ande, che rapporto ha con gli Inti Illimani ?

Sono rappresentante in Italia del gruppo musicale Inti Illimani Histórico. Nel 2022 torneranno in Italia, in particolare in Sardegna.

Per loro ha realizzato qualcosa ?

Ho contribuito con il disegno e parte della colorazione, insieme ad altri, alla copertina del loro quarto album, ‘Hacia la libertad’.

Ha conosciuto Victor Jara uno dei massimi esponenti della nueva cancion chilena, ucciso durante il Golpe ?

Victor lo conoscevo perché andava a mangiare dove c’era la sede della Brigada Ramona Parra. Era un uomo alto, gentile, di grande disponibilità verso gli altri.  Veniva preso in giro perché aveva sempre delle pulsantiere. SI pensava fosse un vezzo, invece era perché soffriva di reumatismi e le portava in lana cruda, ed anche in rame, perché eliminavano l’umidità.

Qual è il filo conduttore della mostra ‘Dalle Ande al Monferrato’ ?

Il connubio tra i due territori, le viti ed il vino, le montagne, i fiori. In Valcerrina ho anche realizzato alcuni pannelli che sono nel salone polifunzionale di Gabiano ed un murales a Mombello Monferrato.

Segno di un legame ormai fortissimo tra un artista di notevole caratura internazionale, la Valcerrina ed il Piemonte.

Massimo Iaretti