ARTE- Pagina 101

Alla Cavallerizza Paratissima Circus anima l’Art Week di Torino

Dal 2 al 6 novembre 2022 nei suggestivi spazi del Complesso della Cavallerizza, Paratissima dà vita all’annuale appuntamento con l’Art Week di Torino. Il tema che animerà la diciottesima edizione della manifestazione fieristica è Paratissima Circus.

Il rapporto fra il circo e la città di Torino ha radici lontane, dalla seconda metà del Cinquecento. Non è un caso, quindi, che Paratissima, la più esplosiva kermesse torinese dell’Arte Contemporanea, dedichi quest’anno la propria edizione a una delle forme espressive più antiche del mondo. Attitudine poetica che si deve fra le altre cose all’originaria vocazione degli spazi della Cavallerizza Reale, Accademia deputata dal Duca Carlo Emanuele all’educazione dei paggi di corte all’arte equestre, Teatro nell’aulico maneggio progettato da Benedetto Alfieri nel 1763 delle evoluzioni ed esercizi a cavallo descritti minuziosamente disegnati nel trattato “Il Cavallerizzo” di Claudio Da Corte di Pavia con il frontespizio che recita: “Nel qual si tratta della natura de Cavalli, delle Razze, del modo di governarli, domarli & frenarli, e di tutto quello che a’ Cavalli et a’ buon Cavallerizzo s’appartiene”.
La manifestazione si configura così come una grande festa di contenuti artistici ed espositivi.

Quest’anno la curatela delle tre mostre principali di Paratissima è stata affidata a Rosanna Accordino e Flavia Rovetta. Le due giovani curatrici emergenti si sono distinte nelle precedenti edizioni del corso NICE, dimostrando sensibilità e intuizione, fondamentali per mettersi in gioco nel grande circo dell’arte contemporanea. Il loro lavoro ha innescato sinergie sorprendenti tra i diversi progetti, che si sono a poco a poco rivelati parte di una trama comune, volta a svelare le imprevedibili opportunità che si celano nella complessità.

I numeri di questa edizione:
9 mostre curate, 5 gallerie d’arte, 9 Progetti Speciali, 3 Guest Projects, Open Studio di residenze e atelier d’artista, Live Performances, talk e laboratori, in una cornice di più di 8.000 mq espositivi.

Le Exhibitions si diramano tra il primo e il secondo piano dell’Artiglieria nel complesso della Cavallerizza.

Al primo piano le mostre di Paratissima curate da Rosanna Accordino e Flavia Rovetta, si articolano in tre esposizioni con una selezione di 104 artisti emergenti:
Antifragilità: l’apologia dell’errore a cura di Rosanna Accordino
Jəune! Un gioco da ragazzi a cura di Flavia Rovetta
Unpredictable coordinata da Rosanna Accordino e Flavia Rovetta.

Al piano superiore, si conferma sotto l’egida di Paratissima, la IX edizione di Nice & Fair – Contemporary Visions dove protagonisti sono i 13 curatori che nel 2022 hanno frequentato il Master in pratiche curatoriali NICE – New Independent Curatorial Experience, con la direzione didattica e artistica di Francesca Canfora.
La stretta collaborazione tra i talenti emergenti, curatori ed artisti, dà vita a sei progetti espositivi volti a indagare tematiche e argomenti di stringente attualità:


A chance for Change a cura di Massimiliano Bastardo e Lucia Sonza
Si sta come d’autunno a cura di  Antonello Caravelli e Irene Fontana
I talk to the trees a cura di Lavinia Paolini e Serena Scaramucci
Ad Verbum. Dal segno al senso a cura di Gaia Ferrini e Francesca Pietropaolo
Limen. Diversamente reale a cura di Sveva Scaglione, Simone Sensi e Giorgia Bianco
Savoir-faire. L’immortale fascino dell’analogico a cura di Federica Tomatis e Ksenia Yarosh

Al terzo piano gli studi d’artista, residenze e atelier di Paratissima Factory sono straordinariamente aperti al pubblico, offrendo ai visitatori l’opportunità di scoprire il processo creativo di un’opera d’arte e instaurare un momento di reciproco dialogo e scambio con gli artisti. Nei giorni della manifestazione 14 open studio e 9 appuntamenti con gli artisti.

Contemporaneamente, negli storici e suggestivi spazi delle ex-scuderie, G@P la sezione di Paratissima dedicata alle gallerie d’arte con una selezione su scala nazionale:
ADA | Carlotta Mastroianni  – Artisti presentati: TRE ICS (Emiliano Soccodato) | Chad Kouri | UGO (Enrico Rossi)
Artequadri – Artisti presentati: Feliciana More | Paolo Brugiolo | Paolo Fumagalli | Lorenzo Bicci
bArt Gallery – Artisti presentati: Jacopo Di Cera
RoccaVintage – Artisti presentati: Carlo Mollino | Irene Gittarelli | Enzo Pertusio | Daniele Fazio | Enzo Isaia | Ben Vine
Galleria Wikiarte – Artisti presentati: Mario Esposito | Andrea Sangalli |  Rubens Fogacci | Mr Fog |  Marco Lodola |  Diederik Van Apple | Sugo | Francesco Musante | Nicola Pica

Nei dislocati spazi espositivi, Paratissima ospita 9 Special Projects e 3 Guest Projects, creando mirate connessioni e sinergie attraverso progetti artistici su invito. Tra loro artisti di diverse origini ed elementi, che con i loro sguardi visionari creano nuovi complementi tra arte, fotografia, musica, danza e nuove tecnologie:

Special Projects:

TV ORCHESTRA –  Artista in mostra: Davide Boosta Dileo
GROUND CONTROL – A cura di Laura Tota. Progetto allestitivo: Ciulicchio – Francesco A. Convertini – Quattrocci con PensieriCorrenti Festival. Artisti in mostra: Pasquale Fanelli, Luca Marianaccio, Maria Mavropoulou, Franziska Ostermann, Luke Saxon
THE BRIGHT SIDE OF THE MOON – A cura di Hermes Mangialardo e Laura Tota. Artista in mostra: Hermes Mangialardo con Antonio Mangialardo
MATTEO MAURO. UNA RETROSPETTIVA – MADELEINE LENTA – A cura di Elisa Barbero con TotalConnect, Paratissima e Compagnia dei Caraibi. Artista in mostra: Matteo Mauro
PIEDI PER TERRA, TESTA FRA LE NUVOLE –  con Archistart Studio e Paratissima. Progetto artistico: Ciulicchio – Francesco A. Convertini
I MIEI SOGNI BALLANO VERSO LA LIBERTÀ – A cura di: Chiara Badde e Lara Spagnolli. Artista in mostra: Bahar Heidarzade
TORINO CREATIVA PER PARATISSIMA – A cura di: Stefania Dubla e Roberto Mastroianni con Torino Creativa. Artisti in mostra: Chiara Boscaini e Cristina Materassi, Lorenzo Gnata.
AL-BATIN / THE-HIDDEN – A cura di: Laura Davì. Artista in mostra: Valeria Gradizzi
GRAND ENSEMBLE – Artista in mostra: Germain Ortolani

Guest Projects:

RITRATTI FOTOGRAFICI STAMPATI di Davide Bonaiti
CIRCUS – THE ART PARADE di MODERNKUB
UN MOSTRO? PUSSA VIA di Bianco Tangerine e Nebulosa del Granchio

Ad integrare i numerosi contenuti espositivi, Paratissima Circus Live, il fitto panel di incontri, talk e performances realizzati con il contributo di Compagnia dei Caraibi e in collaborazione con Bauhaus Paratissima.
Più di trenta appuntamenti per il palinsesto di Paratissima Circus Live che si divideranno tra Spazio Arena e Sala Talk. Arte, ecologia, tecnologia, architettura, attualità, musica, occulto come protagonisti sul palco, restituendo e ampliando lo sguardo su uno scenario a tutto tondo nell’arte. Clicca qui per tutti gli appuntamenti di Paratissima Circus Live.

Spazio ai giovanissimi con Paratissima Kids, attività laboratoriali con artisti rivolte a scuole e famiglie.

REALITY di NONE Collective
Durante Paratissima, in continuità con il programma di Spazio alle Arti che ha già ospitato nella Manica e nella Corte del Mosca della Cavallerizza i progetti installativi di Anonima Luci/Katonic Silentio e Daniel Gonzalez, sarà presente l’opera immersiva Reality di NONE Collective nella quale i visitatori vengono invitati a sdraiarsi sotto due grandi schermi sospesi che sembrano quasi schiacciarli. Venerdì 4 novembre, ore 19.00, la live performance Against Nature completa l’installazione con una tempesta di suono e immagini, un’entropia sonora in cui si mescolano letture (Fisher,Harari, Rovelli tra gli altri), discorsi di autori celebri (Bernie Sanders, Greta, Assange), estratti di assemblee di Simposio (camping artivista organizzato dagli NONE Collective) e internet spazzatura. I visuals conducono in un mondo bipolare, incantatore e impulsivo, ipnotico e disturbante.

Per maggiori informazioni: www.paratissima.it/paratissima-circus
Ticket online: https://bit.ly/TicketParatissimaCircus

Il mondo pittorico di Dora Maar, che Picasso tentò di cancellare

Alla Galleria Pirra, unartista da riscoprire

Cammino sola dentro un paesaggio. È bel tempo. Ma il sole non c’è. Non c’è lo scandire delle ore. Da molto non c’è più un amico, qualcuno che passi. Io cammino sola. Io parlo da sola.Il suo nome era Henriette Theodora Markovitch, era nata a Parigi nel 1907 da un architetto croato e da madre francese. Dal mondo verrà ricordata come Dora Maar, la musa e lamante di Picasso, per lui sarà sempre La donna che piange, lei darà il suo volto nella figura che sorregge la lanterna al centro di Guernica.

Si incontrarono per la prima volta a Parigi nel 1935, sul set di un film di Jean Renoir, lei aveva 28 anni e lartista 54, lei se ne stava seduta ad un tavolino, sulla terrazza dei Deux Magots, a Saint-Germain-des-Près, giocando con un coltellino a colpire lo spazio tra un dito e laltro delle mani, non fermandosi nemmeno davanti a qualche piccola ferita e a qualche goccia di sangue. Davanti agli occhi incuriositi di Paul Éluard che li stava presentando, Picasso le richiese i guanti insanguinati: li esporrà su una mensola del proprio appartamento. E poi iniziò una relazione, che durerà nove anni, fatta di venerazione per la bellezza di Dora ma soprattutto di umiliazioni, di gelosie, di sopraffazioni, di uno sguardo pronto a considerarla sempre lincarnazione stessa del dolore. Dietro la spinta, lobbligo, di Picasso, Dora abbandonò la fotografia in cui eccelleva – tra i Venti e i Trenta si era affermata con ritratti e pubblicità, ammirava le avanguardie, aveva incontrato Henri Cartier-Bresson, aveva frequentato i surrealisti, Bataille, Breton, Man Ray, aveva dato un nuovo corso alle sue immagini, tra collage, sovrapposizioni, solarizzazioni, fotomontaggi – per entrare nel mondo della pittura, dove certo non era in grado di competere con il genio.


Nella Parigi occupata dai tedeschi Picasso si congeda (aveva da qualche mese incontrato la giovane Fran
çoise Gilot: Tutti pensarono che mi sarei suicidata dopo che Picasso mi aveva lasciata, ma non lo feci per non dargli questa soddisfazione.), in maniera definitiva, le lascia come regalo daddio un disegno di trentanni prima, con alcune nature morte e una casa in Provenza: per Dora significa entrare in una profonda depressione, il ricovero in una clinica psichiatrica, il calvario dei numerosi elettroshock, le cure di Jacques Lacan, lisolamento e la rinuncia a esporre, lontana da tutti e da tutto, dividendosi tra Parigi e la campagna provenzale, dove alterna pittura e spiritualità, una reclusione volontaria sino a spegnersi novantenne in una casa di riposo. Era solita ripetere: Io non sono stata lamante di Picasso. Lui era soltanto il mio padrone.

Interessante la mostra che, con il titolo Dora Maar. Oltre Picasso, sta proponendo la Galleria Pirra (corso Vittorio Emanuele 82), dove le opere rappresentate mettono in luce quella natura che fu la sua fonte dispirazione principale, paesaggi che, dopo una ricercata illustrazione, virano completamente verso lastrazione, verso un mondo rarefatto in cui la donna che piange cerca un rifugio di serenità. Le opere si fanno essenza poetica, il tutto si riveste di quella poesia che Dora ha sempre frequentato e che intimamente fa parte del suo percorso artistico. Gli ultimi quarantanni di vita sono il tempo in cui indagare, sperimentare, esplorare, formulando studi preparatori e schizzi, nellimmediatezza dello svolgimento. Ogni cosa è costruita sulla scia di una passione che non è mai venuta meno, una passione e una personalità che un uomo aveva cercato di cancellare in ogni sua forma.

Elio Rabbione

Nelle immagini: Dora Maar fotografata da Man Ray, ancora Dora e Pablo Picasso colti dallobiettivo di Man Ray; opere di Dora Maar.

The Others 2022, al via la settimana dell’arte a Torino

La rassegna sulle nuove sperimentazioni artistiche e sulle contaminazioni tra artisti diversi per età e provenienza

 

Ritorna, nella settimana dell’arte torinese, la rassegna in cui sperimentazione e arte si integrano perfettamente, dal titolo “The Others Art Fair”, in programma dal 3 al 6 novembre prossimi nel Padiglione 3 di Torino Esposizioni.

Lo scopo della rassegna è quello di portare a Torino un dibattito sempre più inclusivo nel variegato mondo dell’arte, stimolando e approfondendo il confronto tra artisti appartenenti a diversegenerazioni e di differenti provenienze, all’insegna di una coraggiosa contaminazione dei linguaggi.

The Others 2022 è espressione di un mondo in continuo cambiamento; si tratta di una fiera fondata da Roberto Casiraghi insieme a Paola Rampini, che conferisce una forma concreta attraverso la costruzione di un nuovo spazio espositivo molto originale, un display a forma di labirinto.

La manifestazione rappresenta anche un importante spunto di riflessione sulla relazione umana con le nuove tecnologie, sul potere del linguaggio e sulle nuove sperimentazioni artistiche.

Le realtà coinvolte in The Others sono oltre Sessanta tra spazi “no profit”, gallerie e “artist run space”. I lavori di artisti affermati si affiancheranno alle tendenze dei nuovi talenti.

MARA MARTELLOTTA

 

Orari

3-4 novembre dalle 16 alle 23

5 novembre dalle 11 alle 23

6 novembre dalle 11 alle 20.

Torino Esposizioni, Padiglione 3

Via Francesco Petrarca 39/b, Torino

Binario 1 OGR Torino. La personale di Arthur Jafa dal 4 novembre al 15 gennaio

Se siete appassionati di arte totale oppure semplicemente curiosi di contaminazioni artistiche questa può essere una ghiotta occasione.

Sarà presentata infatti a Torino, dal 4 novembre 2022 al 15 gennaio 2023, alle OGR, “RHAMESJAFACOSEYJAFADRAYTON”, la prima personale dedicata all’artista e regista statunitense Arthur Jafa.
La mostra è concepita dall’artista per gli spazi del Binario 1 come un’unica grande installazione e riunisce alcuni dei lavori più recenti dell’artista, mai esposti prima in Italia.
L’arte di Arthur Jafa rappresenta: film, manufatti ed happenings che sfidano ogni categorizzazione in una ricerca sulla Black culture negli Stati Uniti.
Un’intensità e complessità senza precedenti realizzata in oltre tre decenni di opere multidisciplinari.
In passato è stato presente alla 58^ Biennale di Venezia (2019), con l’opera “The White Album” ed è stato premiato con il Leone d’oro come miglior artista.
<<Una domanda ricorrente guida la sua pratica artistica: come possono i media, gli oggetti, le immagini statiche e quelle in movimento trasmettere la potenza, la bellezza e l’alienazione proprie della Black music statunitense? >>
Un’indagine alla quale allude anche il titolo della mostra, citando i nomi di tre chitarre elettriche: Arthur Rhames (1957–1989), Pete Cosey (1943–2012), Ronny Drayton (1953–2020).
Commissionato e prodotto da OGR Torino in collaborazione con Serpentine, curato da Claude Adjil e Judith Waldmann con Hans Ulrich Obrist, il progetto nasce da un’idea di Amira Gad ed è parte del tour della mostra di Jafa “A Series of Utterly Improbable, Yet Extraordinary Renditions”.
A evidenziare la relazione con la musica e la contaminazione tra differenti discipline e media proprie della pratica di Arthur Jafa, in occasione dell’inaugurazione, il 4 novembre alle ore 22.30, il pianista e compositore jazz Jason Moran, la violoncellista e compositrice Okkyung Lee e il bassista Melvin Gibbs si esibiranno insieme, nel Duomo di OGR Torino, per una serata ideata dall’artista.

Tommaso Lo Russo

OPENING: venerdì 4 novembre, ore 18 – 22
PERFORMANCE MUSICALE con Jason Moran, Melvin Gibbs e Okkyung Lee:
venerdì 4 novembre, ore 22.30 – 00.30 (ingresso libero, fino al raggiungimento della capienza massima)
4 novembre 2022 – 15 gennaio 2023
OGR Torino – Binario 1 – INGRESSO GRATUITO | giovedì e venerdì, ore 18 – 22, sabato e domenica, ore 10 – 20

Flashback, l’arte nella quotidianità

La decima edizione di Flashback, con ‘he.art’, introduce nuovi modi di appassionare all’arte, riqualificando il Borgo Crimea

 

Flashback Art Fair è  giunta alla sua decima edizione e quest’anno,  intitolata “he.art”, si tiene per la prima volta negli spazi di Flashback Habitat in corso Giovanni Lanza 75, a Torino.

“he.art” nasce dall’elaborazione di “heart/cuore” e “art/Arte”. Come il cuore pulsa per inviare il sangue fino alla periferia del corpo, allo stesso modo da sempre l’arte in Flashback opera in modo capillare nelle periferie, sotto forma di opere, luoghi e persone. Proprio da questo concetto è nata l’immagine guida sulla base dell’opera di Alessandro Bulgini.

Identificando l’arte quale motore del cambiamento, il tema, scelto in “Opera viva”, ha rappresentato un’ispirazione naturale per individuare le direzioni di tutte le iniziative previste, a partire dalla scelta delle opere ai talk, dalle mostre fino ai laboratori didattici.

Con questa edizione prosegue la riflessione intrapresa nel 2021 sul “fare fiera” in modo differente, lontano dalle manifestazioni maggiori e tradizionali.

Gli espositori italiani e internazionali selezionati per rappresentare il cuore della Fiera sono affiancati da un importante programma che prende il via dalla sezione “Exhibition”, capace di offrire ai visitatori tre differenti mostre di artisti internazionali.

La prima si intitola “Barriera di Milano, il Manifesto”, a cura di Jòn Gnarr; la seconda “Cuba introspettiva”, curata da Giacomo Zaza e la terza intitolata “La natura e la sua gemella” a cura di Michela Casavola.

I tre progetti sono stati creati nell’ottica in cui l’arte rappresenti un dispositivo di pensiero, uno strumento sociale e uno stimolo di nutrimento per l’anima.

“Declinazioni” è, invece, il titolo di Talk, curati da Alessandro Stillo, che si tengono nella Lounge al terzo piano  e nascono dall’associazione  di un pronome personale abbinato a “art”, creando un legame con il tema proposto.

“Quest’anno  Flashback taglia un importante traguardo – spiega Stefania Porridge, direttrice della manifestazione insieme a Ginevra Pucci – Come ogni anno i nostri galleristi si sono impegnati presentando delle opere di grande qualità e il loro entusiasmo è  sempre più travolgente. Non vedo l’ora di aprire le porte della nostra nuova casa e accogliere il pubblico tra le tante opere e capolavori che presentiamo”.

“Dell’arte storicizzata sono affascinata dal tema della cura – spiega la direttrice Ginevra Pucci – che ritorna sempre rispetto a tutti i temi trattati da Flashback. Il fatto che un’opera sia arrivata fino a noi e che tante persone se ne siano prese cura rappresenta qualcosa di straordinario. Oltre al valore artistico in sé,  vi è  anche l’idea che qualcuno abbia pensato che potesse valerne la pena. Vuol dire che, per tanti secoli, quell’opera ha avuto un significato e continua ad averne”.

Sono duemila le opere presentate quest’anno dalle gallerie espositive, con tematiche che spaziano dalla natura, a volte onirica, a volte crudele, al sacro e al profano. Alla natura sono dedicati gli acquerelli  settecenteschi  di Giovanni Antonio Bottione, presentati dalla Galleria Alessandra Di Castro Antichità,  che riportano il pubblico dentro il Regio orto botanico di Torino. Tra sacro e profano figura l’opera “L’odalisca” di Francesco Hayez,  appartenente alla galleria Carlo Orsi, uno dei pochi quadri realizzati dall’artista, di carattere profano appartenente alla cosiddetta fase orientalistica, fino alla Madonna di Antonio Giolfino.

Sacro e profano, reale e simbolico si ritrovano anche  nelle opere di Hermann Nitsch, portate dalla Galleria Umberto Benappi.

Flashback propone anche al visitatore  un programma ricco di mostre, laboratori didattici e progetti ‘site-specific’, che si pongono come un ponte verso il futuro di Flashback Habitat.

I visitatori saranno, infatti, accolti dall’installazione olfattiva dal titolo ‘Roots pipeline” di Francesca Casale, che invita a connettersi attraverso nuovi e forti legami con il luogo circostante, attingendo alla storia che contraddistingue l’edificio.

Fino al 15 dicembre prossimo, all’interno degli spazi di Flashback, saranno aperte al pubblico tre mostre che coinvolgono artisti internazionali. “Opera viva Barriera di Milano, il Manifesto” rappresenta un progetto ideato da Alessandro Bulgini, che riprende il lavoro in città nel corso del 2022. Le scale che collegano i diversi piani del palazzo presentano le immagini di sette artisti islandesi selezionati dal curatore Jón Gnarr.

“Cuba introspettiva” rappresenta il progetto espositivo curato da Giacomo Zaza, che occupa le stanze del terzo piano e propone l’esplorazione delle pratiche intermediali da Cuba, stimolando un approfondimento sulla videoarte monocanale.

“La natura e la sua gemella. Davide Bertuccio- Camilla Migliani” è il titolo del percorso fotografico dei due artisti realizzato in Benin e Mozambico e curato da Michela Casavola. Il progetto vede il coinvolgimento di “WeWorld”, Ong impegnata a garantire i diritti di donne e bambini in ventisette paesi del mondo.

Altrettanto articolata è la proposta che Flashback ha ideato per gli studenti e le famiglie, dal titolo “Linfa vitale”, curato da Maria Chiara Guerra; dopo l’esplorazione del parco e la visita alle gallerie, ciascun partecipante dovrà immaginare e denominare una nuova forma di vita fatta di commistioni tra arte e natura.

Il progetto “Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee” dà anche il nome alla nuova sede delle attività dell’Associazione Flashback, per la direzione artistica di Alessandro Bulgini.

Scopo di questa Associazione è quello di fare entrare l’arte nella quotidianità e innescare un processo di riqualificazione urbana in Borgo Crimea, con l’obiettivo di rigenerare più di ventimila mq di spazio, attualmente in disuso, e dato in concessione all’Associazione, immerso in un’ampia area verde.

MARA MARTELLOTTA

Beyond the Collection, Tiepolo x Starling

Pinacoteca Agnelli presenta la seconda edizione di Beyond the Collection intitolata Tiepolo x Starling dal 2 novembre 2022 al 5 febbraio 2023.
Con il progetto espositivo Beyond the Collection la Pinacoteca Agnelli parte ogni volta da un’opera diversa della sua collezione. L’opera viene messa in dialogo con altri capolavori in prestito da prestigiose istituzioni nazionali e internazionali.

La famosa opera di Giambattista Tiepolo Alabardiere in un paesaggio conservata in Pinacoteca Agnelli diventa punto di partenza per il progetto espositivo di Simon Starling negli spazi della collezione.

L’artista concettuale inglese immagina di ricongiungere la tela alla sua parte mancante. Attraverso fotografia, scultura e installazione, Starling rilegge la narrazione del quadro del Tiepolo e identifica nel taglio della tela una metafora con la storia del contesto e della collezione che la ospita. Il progetto, che ora trova svolgimento nel luogo che lo ha simbolicamente originato, si arricchisce anche grazie alla presenza di altre opere del Tiepolo in prestito da collezioni internazionali, che offrono a Starling nuove chiavi di interpretazione nella lettura dell’Alabardiere in un paesaggio.

Contatti
Via Nizza, 230/103, 10126, Torino (TO)

“Manifesti del Futurismo mondiale”,  Ugo Pozzo alla galleria Malinpensa by La Telaccia

informazione promozionale 


Dal 22 novembre presso la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia, la personale di Ugo Pozzo (1900 – 1981), aperta fino al 3 dicembre e curata da Monia Malinpensa e Alessandra Gandiglio.

Ugo Pozzo nasce a Torino il 5 luglio 1900, iniziando a esporre a partire dal 1919 i primi quadri futuristi con Tullio Alpinolo Bracci e Luigi Colombo (Fillia). Si tratta di mostre quasi clandestine, che hanno avuto luogo in scantinati, circoli e sale da ballo di periferia. Nel 1922 i suoi dipinti sono stati esposti alla prima Esposizione Nazionale della Caricatura al Garden Club di Torino, dove erano presenti, quali caricaturisti, artisti di grande reputazione. Il 5 marzo 1923 Ugo Pozzo fonda con Fillia e Bracci il gruppo futurista di Torino, iniziando da quel momento un’attiva e costante partecipazione alle più importanti rassegne di arte futurista dell’epoca, sia italiane sia internazionali. Nel 1927, dopo dure lotte e accese polemiche, Pozzo e gli amici futuristi conquistarono una sala alla Quadriennale della Promotrice di Torino, in cui si terrà la più grande e completa mostra futurista dell’epoca, preludio alle successive partecipazioni alla Biennale di Venezia.
Nel 1930 partecipa alla XVII edizione della Esposizione Internazionale Biennale d’Arte della città di Venezia, esponendovi il dipinto “Charlot”, mostra alla quale è ancora presente alla XIX edizione del 1934 con “Voli sulla città nuova”, alla XXI del 1938 con “Aeropittura” e alla XXIII del 1952 con “Aeropittura”, “Aeropittura di intercettatore Fiat G 50”. Nel 1935 espone alla seconda edizione della mostra Quadriennale di Arte Nazionale al Palazzo delle Esposizioni di Roma, con il dipinto “Balilla”, ancora presente alla terza edizione del 1939 con “Aeropittura di ali legionarie” e “Aeropittura di cielo spagnolo”.


Il talento di Ugo Pozzo trova espressione non solo nel campo della pittura ma anche della scultura, della caricatura, della grafica pubblicitaria e editoriale, dell’arredamento, del cinema d’animazione e della ideazione e produzione dei giocattoli in legno. Tra il 1931 e il 1932 soggiornò e lavorò a Parigi dove, grazie all’aiuto di Prampolini, si impegnò come disegnatore e vignettista presso le Edizioni Montparnasse e alcune testate giornalistiche.
Coadiutore e collaboratore stretto di Fillia, prima, e poi suo sostituto alla direzione e conduzione del gruppo, Ugo Pozzo risponde ai valori del movimento futurista torinese, quale una figura di primo piano. Tra i suoi componenti è risultato l’uomo più dotato e di maggior talento con Fillia.
Fillia – Pozzo risulta una coppia davvero singolare, che ricorda, per non poche affinità, l’altra più nota di Boccioni – Balla del Futurismo del 1910.
Nel 1940 Filippo Tommaso Marinetti lo definisce in un ritratto appassionato sul Meridiano di Roma come un “ingegnoso mondializzatore di Torino”. Nel secondo dopoguerra, esauritasi la stagione futurista, Pozzo continuò a sviluppare la propria ricerca pittorica in solitudine, passando attraverso esperimenti informali, fino al recupero e all’interpretazione dello stile personale che aveva caratterizzato le sue opere futuriste.
A partire dagli anni Sessanta riprende, con notevole costanza, l’attività espositiva, tenendo diverse personali a Torino, Milano, Roma, Genova e Venezia, fino alla morte avvenuta a Torino nel 1981.
Il suo carattere schivo e modesto, la scarsa circolazione delle opere nel dopoguerra e alcune incomprensibili dimenticanze da parte della critica hanno contribuito ad offuscarne la memoria, impedendo il giusto collocamento e il pieno riconoscimento nel contesto del cosiddetto Secondo Futurismo.

Mara Martellotta

 

Manifesti del Futurismo mondiale
Ugo Pozzo
Orario: 10:30 / 12:30 – 16:00 / 19:00 (chiuso lunedì e festivi)
Corso Inghilterra 51, Torino
info@latelaccia.it

 

Dopo il successo della X edizione, The Others Art Fair torna dal 3 al 6 Novembre

Nel Padiglione 3 di Torino Esposizioni: in città un dibattito sempre più inclusivo nel mondo dell’arte, in un confronto tra artisti di generazioni e provenienze differenti, all’insegna della sperimentazione dei linguaggi. 

 

Oltre sessanta le realtà coinvolte tra gallerie,  spazi non profit e artist run space che proporranno il lavoro di artisti affermati e giovani talenti, da sempre fulcro della manifestazione e trend-setter capaci di anticipare e influenzare il futuro. Ma non solo, perché anche quest’anno non mancheranno le collaborazioni con alcuni dei più importanti festival della città, un fitto programma musicale e, grande novità di questa XI edizione, anche la partecipazione della Fondazione Quadriennale di Roma, per scoprire l’arte contemporanea in tutte le sue diverse essenze.

 

È questo il cuore pulsante di The Others 2022, un intreccio di punti di vista diversi ed espressione di un mondo in costante cambiamento a cui la fiera – fondata da Roberto Casiraghi con Paola Rampini – dà forma concreta attraverso la costruzione di un nuovo spazio espositivo e originale: un display a forma di labirinto. Un archetipo di complessità e smarrimento ma anche metafora di sfida e astrazione dal mondo, in cui ogni progetto proposto risulta centrale e non periferico.

 

«La scelta del labirinto non deriva soltanto dalla voglia di sperimentazione rispetto alla classica struttura a griglia – commenta Lorenzo Bruni, direttore artistico della fiera – ma soprattutto dal fatto che l’anima di The Others è quella di una piattaforma democratica. Di conseguenza punta a creare un percorso di visita in cui non esiste una posizione svantaggiata rispetto ad un’altra. Creare un display a labirinto vuol dire fuoriuscire dalla logica di inizio e fine di un percorso, per facilitare il concetto dello stare, del condividere, del vivere un’esperienza. L’idea del labirinto, in questo caso, non rimanda al tema del perdersi, bensì all’idea di ritrovarsi in una nuova comunità che si spera non termini con la fine della fiera ma porti a realizzare nuove connessioni». In una società confusa ma implacabile, l’arte mostra la via e il visitatore viene così preso per mano e condotto verso una nuova consapevolezza.

 

Un’edizione, dunque, all’insegna del crossover tra linguaggi e generazioni artistiche differenti, messa a punto da un comitato curatoriale caratterizzato da un’identità fortemente interdisciplinare e, ancora una volta, al femminile. Quest’anno, infatti, il board curatoriale è composto da Daniela Grabosch, artista tedesca attiva a Vienna particolarmente attenta alla cultura performativa, da Lydia Pribisova, curatrice alla Kunstalle di Bratislava e redattrice per l’edizione dell’est Europa di Flash Art, e da Marta Orsola Sironi, impegnata sia nella programmazione di co_atto, spazio non profit a Milano, sia in progetti nomadici  che indagano la stretta relazione tra giustizia ambientale e sociale e il femminismo intersezionale.

 

Sarà inoltre presentato il programma di web television, già sperimentato nell’edizione passata, con la volontà di dar voce ai protagonisti della cultura contemporanea. Il programma ha infatti l’obiettivo di presentare The Others come piattaforma culturale capace di indagare le nuove e molteplici forme espressive della creatività, realizzando un palinsesto legato alla trasmissione del sapere. Artisti, curatori, critici, collezionisti, intellettuali, giovani audaci del mondo contemporaneo si confronteranno in brevi conversazioni di circa 20 minuti, aperte al pubblico, trasmesse sui canali social e sul canale Youtube di The Others.

 

The Others si riconferma dunque come una piattaforma di incontro e di scambio di esperienze, in merito a quelle che sono le priorità attuali del sistema dell’arte, distinguendosi per la sua vocazione provocatoria, eccentrica e internazionale capace di catalizzare e sprigionare ogni anno nuova  energia creativa.

 

 

I FILONI DI THE OTHERS ART FAIR 2022

 

Giunta alla sua undicesima edizione, The Others 2022 Art Fair rafforza la sua identità internazionale portando sotto la Mole oltre sessanta espositori provenienti da Albania, Austria, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Paesi Bassi, Perù, Slovacchia e Svizzera, solo per citarne alcuni.   

 

Fil rouge dell’undicesima edizione è il focus sul dialogo intergenerazionale, un’esplorazione affrontata da molti dei progetti che verranno esposti in fiera. A cominciare da quello proposto dalla Galleria Podbielski che, riscoprendo l’archivio del fotografo Augusto Cantamessa, mette in relazione gli scatti del noto autore torinese, tra i maestri della fotografia italiana, con quelli di Giulia Agostini, giovane fotografa emergente.

 

Inoltre, come ormai da tradizione, è centrale la riflessione sui temi d’attualità, a partire dalla relazione tra uomo e nuove tecnologie, fulcro della ricerca condotta dall’artista di origine ucraina Ira Lupu (presentata dalla galleria londinese Darling Pearls & Co.) che accende i riflettori sul rapporto paradossale tra intimità e distanza, connessione e disconnessione, corpo fisico e corpo elettronico raccontato attraverso le esperienze di un gruppo di lavoratrici del sesso online ucraine.

 

Senza dimenticare, inoltre, di porre l’accento sulla performance e la sperimentazione artistica, come  accade ad esempio con il duo curatoriale Tino & Kramer che presenta il lavoro di Ambrosia, artista e performer italiana attiva su temi quali genere, identità, religione e tradizioni: “Rivisitando l’opera “Alfabeto poetico monumentale” di Tomaso Binga con l’aggiunta del tacco a spillo newtoniano, Ambrosia insieme allo sguardo attento e accurato di Paoli De Luca rimette in questione gli attuali modelli estetici, sociali e culturali attraverso cui il corpo di una persona transgender è abitualmente rappresentato ed esposto nel sistema patriarcale e neocapitalista. Il corpo diviene così lettera, linguaggio, parola, assumendo la dignità della scrittura e del messaggio.

 

Largo spazio anche all’indagine su femminilità, bellezza, potere e linguaggio, a cui è dedicato tra gli altri anche il lavoro presentato dalla galleria Bloc Art con il lavoro di 4 giovani artiste peruviane che attraverso tecniche artistiche legate alla tradizione (ceramica, tessile, performance e fotografia) raccontano l’universo femminile contemporaneo.

 

E, ancora, il rapporto tra Oriente e Occidente, fulcro del progetto proposto dall’AAIE Center for Contemporary Art sulla fusione tra classico e contemporaneo, grazie al lavoro di quattro artisti asiatici emergenti che riflettono sul legame tra presente e passato, e su come la contemporaneità interagisca con la storia, diventando un tutt’uno.

 

I PROGETTI COLLATERALI

 

L’XI edizione di The Others conferma ancora la sua identità multidisciplinare e aggregante anche nell’Area Garden del Padiglione 3 di Torino Esposizioni, proponendo una programmazione musicale ricercata e d’avanguardia, una selezione di prelibatezze culinarie e i drink del magazzino più alternativo di Torino.

 

The Others Sound, il programma musicale curato per il secondo anno da TUM animerà infatti gli spazi esterni della fiera fino a tarda notte, da giovedì 3 novembre fino a domenica 6 novembre. Quattro appuntamenti che vedranno in consolle dj e artisti di fama nazionale e internazionale, tra i nomi più interessanti del momento, per un viaggio dall’elettronica al jazz che intende trasformare la rassegna in un crossover tra tutte le espressioni della creatività. Un lungo weekend per immergersi nel mondo dell’arte lasciandosi travolgere anche dalle infinite sperimentazioni del sound più contemporaneo.

 

Prosegue, inoltre, la sinergia tra The Others Art Fair e alcuni fra i più importanti festival della Città di Torino con l’obiettivo di dare nuova linfa alle collaborazioni già instaurate con il territorio e valorizzare le realtà emergenti, per condividere storie, idee e progetti. Parteciperanno alla fiera il Festival delle Colline Torinesi, il Torino Graphic Days, il Festival Piedicavallo, lo Share Festival e il Torino Fringe Festival.

 

Fuori dai confini regionali, presente quest’anno a Torino Esposizioni anche l’istituzione italiana per la promozione dell’arte contemporanea: la Fondazione Quadriennale di Roma sarà a The Others a esporre le sue attività di ricerca e promozione dell’arte italiana nel biennio 2022-2024. Ad attenderci, modalità inedite come l’intervento on site di Marco Raparelli che nel giorno di apertura della fiera realizzerà live un wall drawing descrittivo della complessa articolazione delle attività avviate.

 

Il programma si arricchisce così di una serie di appuntamenti ed eventi collaterali che fanno eco alla filosofia della fiera come luogo d’incontro, di scambio di esperienze, contatti e progetti.  

 

Numerosi anche i premi che verranno assegnati nei giorni della manifestazione, tra questi le acquisizioni da parte di Behnood Foundation, Zenato Academy e la Residenza d’Artista del Fondo Piero D’Amore. In particolare, The Others insieme al partner “Operæ” (www.operae.art) annunciano l’istituzione della prima edizione del “Premio Operæ” per l’Arte Contemporanea con l’obiettivo di acquisire un’opera da inserire nella nascente “Collezione Operæ”.

 

L’identità di The Others, factory e piattaforma dedicata all’arte emergente, palcoscenico internazionale dove si amplifica il dibattito critico tra realtà diverse, si riflette infine anche nella Call for Curators promossa per il secondo anno consecutivo con l’obiettivo di incoraggiare la ricerca curatoriale e offrire a 3 giovani curatori meritevoli under 30 (o collettivi curatoriali) la possibilità di presentare un Progetto Curatoriale per The Others 2022. I vincitori riceveranno un premio in denaro e l’opportunità di presentare il proprio progetto in una vetrina di particolare pregio durante la settimana dell’Arte torinese, gli spazi espositivi con i quali collaboreranno beneficeranno di uno stand gratuito.

Ad aggiudicarsi il bando sono stati tre diversi progetti internazionali proposti da Lena Peyrard (Parigi – Francia), Eladio Aguilera Hermoso (Siviglia – Spagna) e Louisa Behr (Colonia – Germania) che indagano rispettivamente il rapporto dell’uomo con la natura, la rappresentazione nel mondo digitale contemporaneo, la stregoneria moderna come forma di sovversione emancipatrice e rappresentazione della pratica femminista.

ELENCO DEGLI ESPOSITORI

 

A-SPACE Rheinfelden (CH)

A.MORE GALLERY Milano

AAIE CENTER FOR CONTEMPORARY ART Roma

GLI ACROBATI Torino

AD GALLERY Firenze

BLOC ART Lima (PE)

ASSOCIAZIONE ARTISTICA DOCKS TORINO DORA Torino

BLU: GALLERY Modra (SK)

CANDY SNAKE Milano

CHRYSALID GALLERY Rotterdam (NL)

CRAG – CHIONO REISOVA ART GALLERY Torino

CURVA PURA Roma

DARLING PEARLS & Co London (UK)

DEBATIK CENTER OF CONTEMPORARY ART Tirana (AL)

DES BAINS GALLERY London (UK)

DOT.CONTEMPORARY Bratislava (SK)

DR FAKE CABINET Torino

ESH GALLERY Milano

FABBRICA EOS Milano

FANG ARTE Torino

FEBO E DAFNE Torino

FORME IN BILICO Torino

GAGLIARDI E DOMKE, Torino

ASSOCIAZIONE CULTURALE GALFER20 Torino

HOAST Vienna (AU)

KUNSTHALLE GRAZ Graz (AU)

LAMB Venezia

LATTE PROJECT SPACE Ravenna

STUDIO LA LINEA VERTICALE Bologna

LUSVARDI ART Milano

MANCASPAZIO Nuoro

MOUCHES VOLANTES Colonia (DE)

NASTUPISTE 1-12 Topoľčany (SK)

NOT4 Torino

OPEN ART HOUSE Ivrea

PAOLA SOSIO CONTEMPORARY MILANO Milano

PODBIELSKI CONTEMPORARY Milano

POLYSÉMIE Marseille (FR)

RAW MESSINA Roma

RED LAB GALLERY Milano / Lecce

GALLERIA RUBIN ARTE CONTEMPORANEA Milano

RUNDGANG.IO Berlin (DE)

SACCA GALLERY Ragusa

SAN SEBASTIANO CONTEMPORARY Siracusa

SOQUADRO Ragusa

STAYONBOARD ART GALLERY Milano

STEREO EXCHANGE København (DK)

GALLERIA STUDIO LEGALE Caserta

SYSTEMA GALLERY Osaka (JP)

TINO & KRAMER London (UK)

UNIQUE CONTEMPORARY Torino

VGO ASSOCIATES Grasse (FR) Firenze

VISIONQUEST 4ROSSO Genova

VUNU GALLERY Košice (SK)

WIDMERTHEODORIDIS Zurich (CH) Athens (GR)

YOUNGVOLCANO Palermo

Le stanze chiuse del re. La Palazzina di Caccia di Stupinigi apre le porte dei suoi spazi segreti

5-6 novembre 2022  “Le stanze chiuse del re” è il nome della visita guidata straordinaria, in programma sabato 5 e domenica 6 novembre, all’appartamento di Ponente di Carlo Felice con le sue particolari decorazioni a tema marino. Opposto allo speculare appartamento di Levante, l’appartamento in attesa di restauro è l’insieme delle stanze appartenute al Re Carlo Felice e alla duchessa Cristina di Borbone.

Gli spazi vennero ampliati sotto la direzione di Benedetto Alfieri nel XVIII secolo per accogliere le stanze di Vittorio Emanuele, duca d’Aosta e figlio di re Vittorio Amedeo III. L’appartamento si apre all’ingresso con un atrio contraddistinto da due statue in marmo dei fratelli Collino rappresentanti rispettivamente Meleagro e Atalanta. Le due anticamere successive sono contraddistinte da una decorazione della seconda metà del XVIII secolo ascrivibili alla scuola del Cignaroli con scene di caccia e di vita agreste. Tutte le sovraporte degli ambienti raffiguranti Marine, datate 1755, sono riconducibili alla maniera di Francesco Antoniani. Nelle camere da letto i lampadari in vetro di Murano con bracci a cornucopie, risalgono alla fine del XVIII secolo così come i letti intagliati e laccati. I camini di tutto l’appartamento sono in marmo di Valdieri, il pavimento in seminato alla veneziana.

La visita rientra nel programma di Passepartout, le visite guidate straordinarie alla (ri)scoperta degli spazi segreti, normalmente chiusi al pubblico, della Palazzina di Caccia di Stupinigi. L’appartamento di Ponente, gli ambienti della servitù e la cupola juvarriana sono gli spazi della corte, in alcuni casi aperti per la prima volta ai visitatori, che raccontano la storia della Palazzina nelle sue diverse fasi abitative e il progetto architettonico alla base della sua costruzione.

 

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Le stanze chiuse del re – Visita all’appartamento di Ponente

Sabato 5 novembre, ore 10.30, 12, 14.30 e 16

Domenica 6 novembre, ore 10.30, 12, 14.30 e 16

Durata: un’ora circa.

Prossimi appuntamenti: 12 novembre

Costo del biglietto: 17 euro.

Per partecipare alle visite guidate è obbligatoria la prenotazione.

Prenotazione obbligatoria al numero: 011 6200633, dal martedì al venerdì 10-17,30, entro il venerdì precedente la visita.

www.ordinemauriziano.it

130 foto di Doisneau in mostra a Camera

Aperta dall’11 ottobre, presso Camera, una mostra dedicata al maestro del fotogiornalismo e della cosiddetta fotografia umanista, Robert Doisneau

 

E’ aperta  Camera, Centro Italiano per la fotografia, in via delle Rosine 18, una mostra particolarmente significativa, dedicata a uno dei più importanti maestri del Novecento, Robert Doisneau, comprendente 130 immagini provenienti dell’Atelier Robert Doisneau.

A partire da una delle fotografie più conosciute al mondo, lo scatto del bacio di una giovane coppia indifferente alla folla dei passanti e al traffico della place de l’Hotel de Ville di Parigi, l’esposizione esplora l’opera di un celeberrimo fotografo quale è Doisneau, che si può considerare, insieme a Henri Cartier Bresson, uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese, oltre che del fotogiornalismo di strada.

Il suo obiettivo è espressione di uno sguardo ironico e al tempo stesso empatico, attraverso il quale Doisneau cattura la vita quotidiana di uomini, donne e bambini di Parigi e della sua banlieue, riportandone le emozioni dei gesti e delle situazioni in cui sono impegnati.

Le immagini esposte testimoniano lo stile dell’artista, in grado di mescolare curiosità e fantasia, ma anche capace di mostrare una intensa libertà di espressione, che reinterpreta le logiche del surrealismo in chiave ironica.

Robert Doisneau nasce il 14 aprile 1912 a Gentilly, un sobborgo di Parigi, e risulta uno dei maggiori esponenti della corrente cosiddetta “umanista” della fotografia.

Nel corso della sua vita lavora con Renault e Vogue, ma la sua vera vocazione è quella di fotografare la vita  reale, quella per strada, cogliendo in modo esemplare l’anima di Parigi e dei parigini.

I suoi scatti narrano frammenti di vita legati agli innamorati, ai bistrot, agli atelier, ai bambini che giocano in strada e alle vecchie professioni.

La  sua è una poetica per immagini, una narrazione di storie e sentimenti per mostrare un mondo nel quale egli si sarebbe sentito bene, in cui le persone sarebbero state gentili e egli avrebbe ritrovato la tenerezza che sperava di ricevere.

Le fotografie di Robert Doisneau risultano una prova che questo mondo ha la possibilità di esistere. Nelle sue fotografie la tenerezza si fonde, infatti, con discrezione, con un registro ironico.

Egli ci tramanda l’immagine della Parigi del dopoguerra, fissata nell’immaginario collettivo e, appunto, tra le sue fotografie è impossibile non riconoscere quella forse più celebre, che è  “Il bacio davanti all’Hotel De Ville”, scattata nel 1950, mentre stava realizzando un servizio fotografico per la rivista Life. La identità  dei due giovani sarebbero rimaste sconosciute fino al 1992, quando Denis e Jean-Louis Lavergne denunciarono l’artista, affermando di essere stati ritratti senza il loro consenso.

Francois  Bornet uscì allo scoperto, dimostrando di essere lei la ragazza della fotografia e mostrando la copia autografata della stampa realizzata da Doisneau, che vendette per 155 mila euro.

A curare la mostra, che è promossa da Silvana Editoriale e Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, è Gabriel Bauret.

MARA MARTELLOTTA