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Gli appuntamenti alla Fondazione Torino Musei

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

27 maggio – 2 giugno 2022

 

VENERDI 27 MAGGIO

 

Venerdì 27 maggio ore 15

FANTASMI DI GUERRIERI DALLA STORIA DEGLI HEIKE AL TEATRO NŌ

MAO – conferenza del ciclo “Spiriti, demoni e soprannaturale nella cultura giapponese”

A cura di Roberta Strippoli (Università degli studi di Napoli L’Orientale)

Ciclo di conferenze complementari e di approfondimento all’attività didattica del corso di letteratura giapponese per gli studenti e le studentesse del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, ma aperte anche alla cittadinanza, ospitato dal MAO Museo di Arte Orientale, dedicate ai temi del soprannaturale, del fantastico e ai kaidan (le storie di fantasmi), che hanno particolare rilevanza nel contesto della letteratura premoderna.

Inizialmente composta e recitata da cantastorie girovaghi, la Storia degli Heike narra, in modo romanticizzato, i momenti principali della guerra tra due clan militari, terminata nel 1185. Nel conflitto persero la vita numerosi guerrieri, soprattutto dalla parte del clan sconfitto, gli Heike. Ispirato da quest’opera, il teatro nō (14mo secolo) mette in scena i fantasmi di alcuni guerrieri morti in battaglia, dando a questi guerrieri la possibilità di raccontare un’ultima volta le loro vicende e placare i loro spiriti vendicativi.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

 

Venerdì 27 maggio ore 16.30

BENESSERE, BELLEZZA E LUSSO A POMPEI

Palazzo Madama – visita guidata alla mostra Invito a Pompei

La visita proposta è un interessante percorso che, descrivendo i numerosi oggetti esposti, si inoltra nel mondo della bellezza e della cura della persona, descrivendo usi e costumi della Pompei di I secolo d.C.

Le terme e le palestre erano luoghi di normale frequentazione e socialità. Gli abiti e i monili di ricco valore erano indossati con attenta raffinatezza. La mostra presenta pezzi di fine oreficeria: anelli, bracciali e collane in oro provenienti da diversi siti dell’area vesuviana. Le cronache del tempo raccontano con puntualità quanto facessero parte del corredo personale. Le donne indossavano bracciali, cavigliere e orecchini, intersecavano pietre preziose fra i capelli per valorizzare le già ricercate acconciature, perfette per delineare lo status sociale di appartenenza. Incensi, unguenti e raffinati profumi riempivano preziosi contenitori, custodendo gradevoli fragranze.

Un racconto di lusso e di abitudini da scoprire guidati, per leggere la mostra con uno sguardo diverso e particolare.

Costo: € 6 a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta

Info e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

SABATO 28 MAGGIO

 

Sabato 28 maggio ore 16.30

PROIEZIONE E INCONTRO CON I REGISTI RITU SARIN E TENZING SONAM

MAO – proiezione e talk nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto

THE REINCARNATION OF KHENSUR RINPOCHE, 1991, 62 minuti

Choenzey è un monaco di 47 anni che vive in un monastero tibetano nel sud dell’India. Il suo maestro spirituale, Khensur Rinpoche, è morto da quattro anni e, secondo la credenza tibetana, presto si reincarnerà. È però responsabilità di Choenzey, in quanto suo discepolo più stretto, trovare la reincarnazione e prendersene cura. Il film segue la ricerca di Choenzey e la sua scoperta di un bambino di 4 anni birichino ma simpatico, riconosciuto dal Dalai Lama e dall’Oracolo di Stato tibetano come la sua reincarnazione. Senza sentimentalismi, il film coglie il commovente rapporto che si sviluppa tra l’ex discepolo e il suo giovane maestro.

THE THREAD OF KARMA, 2007, 50 minuti

Sedici anni dopo The reincarnation of Khensur Rinpoche, i registi tornano a fare visita alla reincarnazione nel monastero di Drepung, nel sud dell’India. Il film offre uno sguardo intimo sulla vita di un giovane lama che aspira a essere all’altezza della reputazione della sua precedente incarnazione. Esplora anche la sua commovente relazione con le due persone a lui più vicine, il suo assistente e il suo maestro spirituale, entrambi legati a lui nella sua vita precedente. Concentrandosi su questi legami, il film dipinge un toccante ritratto dei Rinpoche, anche se demistifica la tradizione buddhista tibetana della reincarnazione.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.

 

DOMENICA 29 MAGGIO

 

Domenica 29 maggio ore 10 – 18

LE PIANTE DEL PRINCIPE. VITA, ARTE E MESTIERI NEL GIARDINO DI LUDOVICO DI SAVOIA–ACAIA

Palazzo Madama – evento in giardino con l’Associazione Culturale Speculum Historiae

 

Il Giardino Botanico Medievale di Palazzo Madama diventa per una domenica teatro di tableau vivant a cura dei figuranti storici dell’Associazione Culturale Speculum Historiae.

La giornata è interamente dedicata al Medioevo: il giardino sarà popolato da personaggi in abito storico medievale, che accompagneranno i visitatori in un viaggio indietro nel tempo, sino ai primi anni del 1400, approfondendo temi di salute, alimentazione e tecniche artigianali del passato.

Guide naturaliste illustreranno ai partecipanti le diverse specie di piante e fiori presenti nel giardino: durante l’itinerario si incontreranno i figuranti in abiti storici che parleranno di erbe tintorie, medicina medievale, alimentazione nobile e contadina dei primi anni del XV secolo. Sarà, inoltre, l’occasione per riscoprire la vita quotidiana nel Piemonte medievale tra corti, città e campagne, gli strumenti e le tecniche utilizzati all’epoca per svolgere diversi mestieri come quello del tintore, del cacciatore e del cuoco in un percorso tematico attraverso i vari ambienti del giardino medievale: l’orto, il bosco, il frutteto e il Giardino del Principe.

Ai bambini più piccoli è dedicato un percorso kids. Ogni partecipante riceverà uno zainetto in cui potrà raccogliere “piccoli ma preziosi regali” dai personaggi del passato con “istruzioni per l’uso”.

Costo: 5 € biglietto di ingresso al giardino; 10 € biglietto di ingresso al giardino + museo e giardini 10.00 (gratuito possessori di Abbonamento Musei)

Itinerari guidati

ore 10.15, 11.30, 12.30, 14.00, 17.00

costo: 10 €

Percorso kids (bambini dai 5 ai 10 anni)

ore 15.30

costo: 15 € a bambino (comprende visita guidata e materiale didattico); 10 € adulti accompagnatori

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

LUNEDI 30 MAGGIO

 

Lunedì 30 maggio ore 16.45

HIC SUNT LEONES. INSEGUIRE LE PREDE SULLE PARETI DELLE CASE POMPEIANE

Palazzo Madama – conferenza con Diego Elia, Veronica Bellacicco – Dipartimento di Studi Storici, Università di Torino

Dalle pericolose cacce popolate da belve feroci  ̶  leoni, tigri, lupi e orsi  ̶  alle più semplici battute di caccia al cervo: le residenze pompeiane evocano mondi fantastici ed esotici in un continuo gioco di rimandi con lo spazio reale dei fastosi giardini. All’hortus privato si contrappone così la natura selvaggia. Un viaggio attraverso affascinanti immagini, tra le più amate a Pompei, permetterà di affrontare il significato di questi affreschi, tra schemi compositivi, elementi iconografici, valori simbolici.

La conferenza fa parte del ciclo legato alla mostra Invito a Pompei, in corso a Palazzo Madama fino al 29 agosto.

Prossimi appuntamenti

Lunedì 6/06

Da Pompei a Rio de Janeiro (e ritorno): il viaggio di Iside

  1. Cardinali, A. Scarcella – Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”

Lunedì 20/06

Scrivere sui muri a Pompei: pareti fragili e messaggi immortali

  1. Giorcelli – Dipartimento di Studi Storici, Università di Torino

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: 011 4429629 madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

MERCOLEDI 1 GIUGNO

 

Mercoledì 1 giugno ore 18.30

PERFORMANCE DI HATIS NOIT PER IL GRANDE VUOTO

MAO – performance nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto

Interpretazione vocale trascendentale.

Cantante giapponese originaria dell’Hokkaido, Hatis Noit è fortemente influenzata dal Gagaku (musica classica giapponese), come anche da diversi stili operistici, dai canti bulgari e gregoriani, nonché da musica d’avanguardia e pop. All’età di 16 anni, durante un viaggio in Nepal verso il luogo di nascita del Buddha, si rese conto che cantare era la sua vocazione. Durante il soggiorno in un tempio, Hatis Noit sentì una monaca cantare, il suono la commosse così intensamente che si rese immediatamente conto del potere viscerale della voce umana: uno strumento primordiale e istintivo che ci collega all’essenza stessa dell’umanità, della natura e del nostro universo.

Il nome Hatis Noit è tratto dal folklore giapponese e significa lo stelo del fiore di loto. Nella tradizione giapponese il loto rappresenta il mondo dei vivi, mentre la sua radice è il mondo degli spiriti; Hatis Noit è quindi ciò che collega i due.

Prenotazione obbligatoria. I biglietti sono disponibili in museo e comprendono l’ingresso in mostra.

Biglietto singolo: 15 € | Abbonamento per 5 concerti: 60 € (40 € per possessori Abbonamento Musei).

Ridotto studenti: 10 € | Abbonamento studenti per 5 concerti: 40 €.

 

 

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

 

Street art per ricordare Battiato

A un anno dalla scomparsa del Maestro Franco Battiato, lo street artist John Sale, lo ricorda con la frase estrapolata da una sua celebre canzone – e in un istante ritorna la voglia di vivere a un’altra velocità-. La poesia, la filosofia e la musica delle sue canzoni, ci parlano di mondi, spazi, e dimensioni altre nelle quali il Maestro continuerà a vibrare.

 Giovanni Saldì: Torino portici di Piazza castello lato Galleria Subalpina

“A regola d’arte”, i percorsi artistici di Ezio Gribaudo e Silvio Vigliaturo

Sino al 24 luglio, nella piazza Santa Croce di Avigliana

 

Ezio Gribaudo, classe 1929, studi a Brera e al Politecnico torinese, viaggi a Parigi (nel 1947), a Mosca (nel 1950) e a Bucarest nel 1953, nello stesso anno la prima personale alla Saletta Cristallo a Torino e sei anni dopo la prima grande mostra alla Bussola. L’inizio di un lungo percorso artistico e professionale, in veste di editore d’arte, che lo vede negli anni collaborare con artisti quali Chagall, de Chirico, Fontana, Peggy Guggenheim, Mirò e Moore. Nella seconda metà degli anni Settanta, organizza alla GAM di Torino una mostra della Peggy Guggenheim Collection e con Jean Dubuffet dà vita alla Promotrice alla mostra-spettacolo “Coucou Bazar”. Con i “Logogrifi” ha vinto il premio per la grafica alla XXXIII Biennale di Venezia (1966). Tra gli altri riconoscimenti: la IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma (1965), la IX Biennale di San Paolo in Brasile (1967), il Premio Pannunzio (2003), il Premio Tigullio (2009) e l’IIC – Istituto Italiano di Cultura -) Lifetime Achievement Award (2016); è stato inoltre insignito della Medaglia d’oro dei Benemeriti della Cultura, consegnata dal presidente Carlo Azeglio Ciampi nel 2003. Nello stesso anno è insignito della Medaglia d’Oro della Città di Torino, nel 2005 è nominato presidente dell’Accademia Albertina, di cui diviene Accademico onorario nel 2008. Per l’occasione è presentata una retrospettiva del Maestro.

Silvio Vigliaturo, nato ad Acri, in Calabria, nel 1949, si trasferisce a Chieri giovanissimo, dove tuttora vive e lavora. Le prime esposizioni, nel 1977, con la partecipazione al Padiglione Italia della 54a Biennale veneziana, sino alla personale nel 2012 nelle sale del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, in un percorso artistico di costante evoluzione, tra il dipinto e l’uso del vetro, tra l’acciaio e la terracotta. Nel 2006, Vigliaturo riceve la nomina di testimonial artistico dei XX Giochi olimpici invernali di Torino e nel giugno dello stesso anno la Città di Acri gli dedica il Museo arte contemporanea Acri che ospita una collezione permanente con più di duecento delle sue opere; nel 2010 la Regione Calabria lo invita quale testimonial all’Expo Shanghai mentre nel 2013 prende parte alla mostra Contemporary glass sculpture dell’Orlando Museum of Art.

“Due rappresentanti di quella grande energia artistica che ha caratterizzato fin dagli anni Sessanta una nuova fecondità estetica”, due linguaggi artistici differenti, due strade di successo in campo italiano come internazionale, due personalità che sempre hanno guardato al loro mondo con passione e una buona dose di ironia, soprattutto con invidiabile creatività, immergendosi appieno nel mare magnum della più spericolata e felice sperimentazione. Negli spazi della ex Chiesa di Santa Croce e della galleria “Arte per Voi”, nella piazza Conte Rosso, il Comune di Avigliana – con il patrocinio della Regione Piemonte e della stessa Città – li riunisce (sino al 24 luglio, orario di apertura sabato e domenica dalle 16 alle 22) in una vetrina modernissima di “pitture, sculture in vetro e installazioni”.

Il tutto pensato e disposto “A regola d’arte”, come suona il titolo della mostra curata da Donatella Avanzo, che sottolinea: “La mostra nasce dall’idea di suscitare un sentimento di solidarietà con la cittadinanza dopo due lunghissimi anni che ci hanno visti colpiti nei nostri legami più profondi, isolandoci gli uni dagli altri e interrompendo di fatto il nostro modo di vivere. Come segno d’unione  con la città di Avigliana abbiamo pensato ad una mostra che non occupi solo spazi espositivi interni, quali una chiesa e una galleria, ma che si estenda quasi in un abbraccio alla bellissima piazza medievale Conte Rosso che fu, già nel XIII secolo, centro organizzativo nonché sede di mercati e fiere.” In questo indovinato allargarsi di emozioni alcuni degli edifici che si affacciano sulla piazza diverranno, con le prime luci della sera, “tableaux vivants” attraverso spettacolari proiezioni – curate dalla locale società Proietta srl – delle opere dei due maestri. Il catalogo della mostra è a cura de “Gli Ori – Editori Contemporanei” di Pistoia.

 

e.rb.

 

Nelle immagini: Ezio Gribaudo, “Brontosauro”, cm 140 x 100, tecnica mista e flami, 1993; Ezio Gribaudo, “Pinocchio e i frutti”, cm 150 x 150, tecnica mista e collage, 2014; Silvio Vigliaturo, “L’inganno”, cm 62 x 37, scultura in vetro, 2020; Silvio Vigliaturo, “Pinocchio”, cm 247 x 50, scultura in vetro, 2019.

L’Accademia Albertina e Torino tra Eclettismo e Liberty: eventi fino a giugno

Visite guidate tematiche dedicate alla mostra

“DISEGNARE LA CITTÀ. L’Accademia Albertina e Torino tra Eclettismo e Liberty”

Un calendario di eventi per singoli visitatori curati dalla Biblioteca dell’Accademia Albertina

Fino a Giugno 2022

Gli Archivi della Biblioteca dell’Accademia Albertina si apriranno solo per voi, per approfondire la mostra “Disegnare la città” e le figure dei Grandi Artisti che tra Otto e Novecento frequentarono le nostre aule, cambiando per sempre il volto della nostra città ed imponendo il loro stile con grande capacità d’innovazione. Scopriremo quella Torino “disegnata” dai celebri maestri della nostra Accademia, come Giulio Casanova, virtuoso interprete dell’Arte Nuova e protagonista indiscusso della mostra. Ogni mese un nuovo racconto, per portarvi sulle “Vie del Tempo”!

Il mese di Maggio sarà dedicato alla Donna nell’Arte e ai Grandi Maestri dell’Albertina.

“Indigeno – Archivio di Pluralità” Arte urbana, a Torino, per aiutare il recupero del tessuto cittadino

Da sabato 21 maggio, ore 17

Ha per titolo “Indigeno – Archivio di Pluralità” l’installazione urbana ideata dall’artista monzese Arianna Arcara, co-fondatrice del Collettivo Fotografico “CESURA” e dell’omonima casa editrice, concentrata in particolare sulla fotografia documentaria e i suoi più variegati approcci al sociale. Mostra open air , composta da una trentina di immagini, disposte lungo tutta la via Pallavicino (in Borgo Aurora) a Torino, la rassegna verrà inaugurata sabato 21 maggio, alle ore 17, all’interno del programma di attività “INDIGENO” coordinato dal laboratorio multidisciplinare “Off Topic”, con la curatela di Giangavino Pazzola per “CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia”, e costituisce una delle tante azioni di “attivazione di comunità e rigenerazione urbana” organizzate dal “Centro di protagonismo giovanile Torino Youth Centre/Off Topic”, primo beneficiario del bando “ToNite” per il miglioramento della vivibilità e sicurezza del Lungo Dora, lanciato dal Comune di Torino. “ INDIGENO” vuole costruire – dicono i responsabili – una comunità partecipata e solidale attraverso un percorso di arte urbana, mirando alla comprensione e alla consapevolezza di tutte le diversità socio culturali che compongono il quartiere in cui convivono Off Topic, il complesso di case popolari di via Farini e il Campus Einaudi. L’arte, quindi, diventa uno strumento, per favorire la creazione di nuove relazioni, ma anche la riqualificazione e lo sviluppo dell’area”.

Indicazione e istruzione d’uso per nuovi modi di abitare e vivere la zona. E proprio in questo trova la sua identità e la sua ragion d’essere la mostra dell’Arcara, in programma fino al 16 ottobre prossimo e in cui si racconta uno spaccato, sia pure parziale, della storia passata, presente e futura di un quartiere “tanto centrale sulla mappa della città quanto sconosciuto”.

Fil rouge del progetto espositivo sono i ritratti realizzati dall’Arcara agli attuali abitanti dell’area collocata alle spalle degli ex-gasometri ai quali si aggiungono due sezioni fantasiose che documentano e, allo stesso tempo, anticipano le numerose trasformazioni urbane delle zone limitrofe alla Dora. Introdotti dall’artista al processo creativo, con interviste e workshop orientati ad una sorta di riscrittura della storia della comunità, gli abitanti non solo sono infatti diventati protagonisti delle fotografie, ma sono anche stati coinvolti in un processo di “co-creazione” del percorso espositivo.

Da una parte, infatti, Arianna Arcara ha avviato con loro un percorso di raccolta di immagini d’archivio del territorio per recuperarne storie e memorie mentre, dall’altra, ne ha armato la fantasia coinvolgendoli in un tentativo di immaginazione del futuro. Ciò  che ne deriva, a livello artistico e sociale, è una finestra aperta su una piccola porzione di città rappresentata “in un contesto vivace, plurale e coeso”.   “La fotografa – commenta Giangavino Pazzola – ha ritratto gli abitanti durante il periodo di residenza trascorso in via Pallavicino e nei caseggiati limitrofi, coinvolgendoli in prima persona in un processo di storytelling collettivo con l’obiettivo di ricostruire, documentare e immaginare la storia del quartiere. 

Il valore dell’operazione di Arcara risiede dunque, non solo nel forte impatto estetico delle sue immagini in spazio pubblico, ma anche nella capacità di usare il mezzo fotografico per instaurare relazioni e processi di inclusione tra fotografia e quotidiano, rivelando l’aspetto più prettamente politico del suo modo di guardare”. E proprio in quest’ottica di “rigenerazione urbana” si inseriscono anche altri importanti tasselli del mosaico ricostruttivo prefissosi dal Progetto “INDIGENO”.

Due per tutti. Il progetto di “Arte Urbana” a cura de “Il Cerchio e le Gocce”, con interventi di pittura murale che saranno realizzati sulle pareti della residenza universitaria “Olimpia”, sui temi dell’inclusività, dell’uguaglianza e dell’equità sociale e il  “Festival dei Cortili”, a cura di “Cubo Teatro”, che darà  il via, per tutti i week-end dell’estate, a partire da giugno e fino al 4 settembre, a un dialogo multi-etnico tra i cortili del complesso di via Farini e il cortile di “Off Topic”, attraverso rappresentazioni teatrali e musicali che partono da racconti, storie e aneddoti raccolti dagli stessi abitanti della zona.

Per ulteriori info e dettagli sulla programmazione: “Off Topic”, via Pallavicino 35, Torino; tel. 011/0601768 o www.offtopictorino.it

Gianni Milani

Nelle foto di Arianna Arcara: “Cortili”, “Magatte”, “Suor Stefania” e “Fiorenzo”

Gallerie d’Italia, primi giorni ad ingresso gratuito nel nuovo museo di Torino

  • Prenotazioni  sul sito www.gallerieditalia.com

  • In piazza San Carlo cinque piani dedicati alla fotografia e al Barocco piemontese

  • 18 maggio ore 17.30 incontro con Paolo Pellegrin e Mario Calabresi

 Dal 17 maggio, primo giorno di apertura delle “Gallerie d’Italia – Torino”, in Piazza San Carlo e fino al 22 maggio le visite al museo con i suoi diecimila metri quadri di percorso espositivo saranno a ingresso gratuito previa prenotazione sul sito www.gallerieditalia.com. L’orario di apertura del Museo sarà da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30 (la biglietteria chiude alle 18,00), il mercoledì apertura fino alle 22.30 (la biglietteria chiude alle 21.00), lunedì chiuso.

Appuntamento di eccezione mercoledì 18 maggio alle 18.30 quando si svolgerà un incontro tra lo scrittore e giornalista Mario Calabresi e il fotografo Paolo Pellegrin che racconterà la mostra “La fragile meraviglia, un viaggio nella natura che cambia” (prenotazione consigliata all’indirizzo serviziculturali@civita.art, ingresso fino a esaurimento posti).  Sarà un dialogo sul “più grande conflitto del nostro tempo: il cambiamento climatico” attraverso gli scatti del grande fotografo in viaggio negli angoli più estremi del nostro pianeta per raccontare il mistero di una natura in trasformazione. L’appuntamento porterà nel dietro le quinte della missione fotografica, rivelando la storia di un uomo che non si rifugia nella natura come antidoto all’orrore e come unica strada per recuperare fiducia nel mondo, ma che indaga sul futuro del pianeta partendo dalle sue fragilità.

La mostra “La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia” di Paolo Pellegrin che inaugura il museo è un reportage fotografico d’autore dedicato al tema del cambiamento climatico con la curatela di Walter Guadagnini e il contributo di Mario Calabresi. Il lavoro rappresenta una committenza originale che ha visto impegnato il fotografo in Paesi come Namibia, Islanda, Costa Rica, Italia per fornire una personale lettura per immagini del rapporto tra l’uomo e il suo ambiente naturale, tema cruciale della contemporaneità.

In mostra a Palazzo Turinetti inoltre la mostra “Dalla guerra alla luna. 1945-1969. Sguardi dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo”. La mostra documenta il miracolo economico fino alla più grande conquista dell’uomo moderno, lo sbarco sulla luna con una selezione di immagini storiche dell’Archivio curata da Giovanna Calvenzi e Aldo Grasso. L’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, che conta sette milioni di scatti realizzati dagli anni Trenta agli anni Novanta da una delle principali agenzie di fotogiornalismo italiane, avrà sede permanente in alcuni spazi del museo.

Al piano nobile del Palazzo il percorso museale curato da Fernando Mazzocca, Alessandro Morandotti e Gelsomina Spione: nove grandi tele di proprietà della Banca realizzate nella seconda metà del Seicento per decorare l’antico Oratorio della Compagnia di San Paolo, oggi distrutto, oltre a dipinti, sculture, arazzi, arredi dal XIV al XVIII secolo.

Vivian Maier, la mostra inedita a Palazzo Reale

Immaginatevi una donna qualunque, in una città con milioni di persone entrare velocemente in un grande atrio, di quelli nobiliari.

E’ una villetta bifamiliare- all’americana- con il giardino e i giochi dei bambini perfettamente immacolati. Indossa una divisa bianca, lunga fino a sotto al ginocchio. Alla vita un grembiule corto e ben stirato. Ha appena ottenuto un incarico presso la famiglia Gensburg, a Chicago. Quella donna ha sempre con sé una Rolleiflex, una sorta di reflex studiata per i fotografi professionisti. La conserva gelosamente e quando può la usa per immortalare ciò che solo i suoi occhi riescono a vedere. Quella donna, non è una governante qualunque: è Vivian Maier, ad oggi riconosciuta in tutto il mondo come una delle più grandi esponenti della Street Photography americana nonché come una delle più grandi testimoni del suo tempo.

A questo straordinario personaggio, la cui arte è rimasta sconosciuta fino al 2007, è dedicata la mostra fotografica inedita sita presso le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino in esposizione fino al 26 giugno.

Oltre 250 scatti focalizzati sui temi ricorrenti nella produzione della fotografa americana: le strada dei quartieri popolari degli Stati Uniti, gli sguardi, i gesti, le espressioni, i bambini e il tentativo di dare una visione differente e realistica sulla vita che animava i quartieri popolari degli USA e dell’ Europa.

A scoprire la sua arte- in modo del tutto casuale- fu John Maloof, che acquistò all’ingrosso una scatola di oggetti. Tra questi vi erano centinaia di negativi e rullini non sviluppati: erano le fotografie della Maier.

Da quel momento Maloof iniziò l’opera di sviluppo e digitalizzazione delle stesse che lo portarono all’allestimento della prima mostra a Chicago intitolata “Finding Vivian Maier”.

Successivamente si dedicò alla produzione di un documentario- basato sulla ricostruzione della vita dell’artista- dal medesimo titolo. Da quel momento, le più importanti gallerie e retrospettive mondiali, iniziarono ad ospitare le opere della fotografa la quale fu in grado di suscitare, ovunque, il medesimo entusiasmo.

L’enigma dei volti, la semplicità dei gesti, gli sguardi talvolta persi e sognanti, altre volte disperati e pieni angoscia dei bambini catturano lo spettatore riportandolo direttamente nell’America di quei tempi.

L’attualità della sua fotografia sta nell’intrinseca capacità di narrare con intensità un’epoca passata, con un’attenzione particolare rivolta al quotidiano raccontato in modo mai banale. Vivian tradisce nei suoi scatti una certa affinità con i poveri e gli emarginati della società vicini a lei nella lotta alla sopravvivenza. A tal proposito dice “nella mia vita ho fotografato personaggi famosi, ma mi interessavano le persone più umili. Uomini e donne che non avrebbero mai avuto l’occasione di realizzare il sogno americano. Io sentivo che le loro vite valevano quanto quelle delle celebrità. Con i loro ritratti potevo raccontare gli aspetti meno conosciuti e brillanti della società moderna”.

Particolarmente caro alla Maier fu anche il tema dell’autoritratto, tecnica che l’avrebbe poi resa un’icona pop dei più moderni selfie. Lei stessa preferiva questa tipologia di scatti per dare sfogo alla sua necessità di autodeterminazione e al bisogno di “trovare un posto nel mondo”, dettato dalla sua profonda solitudine e dall’assenza di stabili legami familiari ed intimi.

Ci piace immaginare Vivian come una donna moderna, indipendente e dotata di uno straordinario talento che ha intimamente tenuto celato per tutta la sua vita, ma sempre attenta a guardare la realtà e le persone che la circondavano. Perchè, come riporta in una delle sue rare interviste ”suppongo che nulla duri per sempre. Dobbiamo fare spazio ad altre persone. È una ruota. Sali, vai fino in fondo. E qualcun altro ha la stessa opportunità di arrivare alla fine. E così via. E qualcun altro prende il suo posto”.

Valeria Rombolà

Foto di Andrea Barchi

Al Salone del Libro si celebra Marcel Proust

A partire dal 19 maggio tornerà il consueto, attesissimo appuntamento con il Salone del Libro, giunto quest’anno alla sua XXXIV edizione. Questo 2022 vuole essere l’anno della vera rinascita, dopo l’annullamento del 2020 e l’edizione autunnale del 2021. Tante le ricorrenze importanti, su tutte il centenario della morte di Marcel Proust. E proprio al grande autore francese è dedicata la nuova mongolfiera dell’artista torinese Antonella Staltari, che sarà esposta presso lo stand della Libreria Internazionale Luxemburg ( padiglione 1, stand B43).
Appuntamento allora per tutti gli appassionati al Salone del Libro, dal 19 al 23 maggio 2022, con l’auspicio che un bel volo in mongolfiera ci aiuti a riscoprire pienamente la magia dei libri e della cultura, per un evento che da oltre trent’anni porta la nostra Torino sotto i riflettori del mondo intero.

Ritorna Opera Viva, il Manifesto: curatore il visionario artista ed ex sindaco islandese Jon Gnarr

Primo appuntamento: “What  has  Happened?” (2022) del famoso fumettista Hugleikur Dagsson

 

Inaugurazione in presenza > Mercoledì 18 maggio, alle ore 18.30

Torino, Barriera di Milano, Piazza Bottesini

 

 

L’ottava edizione di Opera Viva, il Manifesto, che anticipa la fiera d’arte Flashback di novembre, guarda lontano e arriva fino alle coste dell’Islanda con la sensibilità e lo sguardo del visionario artista islandese Jon Gnarrnuovo curatore del progetto artistico ideato da Alessandro Bulgini che, dal 2015, ha portato in Barriera di Milano a Torino più di 40 artisti, italiani e stranieri, interpreti dello spazio pubblico di 6×3 metri in piazza Bottesini.

La scelta di un nuovo curatore per Opera Viva, il Manifesto nasce dalla volontà – sottolinea l’ideatore del progetto artistico Alessandro Bulgini – di lavorare ad un’edizione che insistesse sull’importanza di fornire soluzioni alternative alla nostra incapacità di risolvere i conflitti e che sottolineasse l’importanza del ruolo degli artisti nella società.

Attore, scrittore, comico e drammaturgo, autodefinitosi anarco-surrealista, Gnarr, nel 2009, ha sentito la necessità di mettersi a disposizione degli altri creando un nuovo partito politico Besti flokkurinn (dall’islandese: Il Partito Migliore) nel quale ha coinvolto tantissimi artisti islandesi nella convinzione che solo l’arte possa, in determinate occasioni, fornire un reale spunto per il cambiamento. Sorprendentemente, la lista di Jón Gnarr ha vinto le elezioni comunali di Reykjavík così dal 2010 al 2014 Gnarr è stato Sindaco della capitale dell’Islanda.

Sulla base di queste premesse, per Opera Viva, il Manifesto, Gnarr, attraverso il coinvolgimento di altri 6 artisti islandesi, ha lavorato per creare un capolavoro corale, come per il Partito Migliore, fornendo una visione pluralistica e unica grazie alla capacità visionaria della comunità di artisti coinvolti. Tutti, ognuno con le proprie peculiarità, collaborano per creare un organismo complesso, un’idea che Gnarr definisce “A new hope”.

Una nuova visione, quindi, – continua Bulgini – per uno spazio pubblico che, da otto anni, si propone di connettere, con opere diverse mese per mese, l’arte e la vita nello scorrere della sua quotidianità, e per il quale è stato scelto come nuovo curatore Gnarr che per primo ha legato indissolubilmente la propria arte alla vita.

Il primo artista con il quale parte Opera Viva, il Manifesto è un famoso fumettista islandese Hugleikur Dagsson, dall’umorismo urticante, più feroce di South Park, più scorretto di Borat, e conosciuto in Italia per il libro “Cazzo Ridi?”, una sorta di meraviglioso esorcismo contro le insidie del perbenismo e del politically correct. Il manifesto di Dagsson, che viene inaugurato mercoledì 18 maggio alle ore 18.30 in piazza Bottesini, non ha bisogno di ulteriori parole a commento perché possiede una chiarezza e immediatezza schiaccianti con il suo fondo giallo, i suoi tratti semplici e le sue tre parole: “What  has  Happened?”

Questo disegno –  commenta l’artista –  è qualcosa a cui ho pensato quando mi sono reso conto di essere diventato, dal nulla, un uomo di mezza età. Mi sono sempre sentito come se avessi vent’anni, ma poi ne ho compiuti quaranta e poi cinquanta e non me ne sono nemmeno accorto. La vita è la cosa più lunga che puoi sperimentare, ma è anche breve da morire. Dovremmo godercela finchè possiamo e, allo stesso tempo, non pensarci troppo. Questa è la condizione umana.

A Saluzzo è tempo di Antiquariato…e non solo

Ritorna alla “Castiglia” la nuova edizione della “Mostra”, fra le più importanti a livello internazionale. Ricca agenda di appuntamenti per il fine settimana

Da venerdì 13 a domenica 22 maggio

Saluzzo (Cuneo)

“Saluzzo sarebbe il luogo ideale per l’università dell’Antiquariato”. Bella idea. E forse neppure così difficile da realizzare. Basterebbe volerlo! Come s’usa dire. In tutti i casi, ci spera proprio Franco Brancaccio, infaticabile e saggio antiquario saluzzese, cui si deve la curatela, per il quarto anno consecutivo, della “Mostra Nazionale dell’Antiquariato”, promossa dalla “Fondazione Amleto Bertoni”, giunta alla sua 45^ edizione e che si terrà da venerdì 13 a domenica 22 maggio prossimi, a “La Castiglia” (residenza privilegiata e fortificata dei marchesi di Saluzzo dal 1175 al 1548) in Salita del Castello (piazza Castello, 1). L’intento postosi, ancora una volta, dal curatore quello di “raccontare storie di antiquari e oggetti pregiati e antichi proseguendo, e anzi rilanciando, la scia del successo che la storica manifestazione saluzzese, anno dopo anno, ha saputo ottenere”. Fra le poche manifestazioni nazionali che è riuscita a realizzarsi sempre nonostante il periodo pandemico, la rassegna dedica e non a caso, quest’anno, un particolare pensiero alle gallerie bergamasche (presente in mostra la prestigiosa “Caravaggi”), le cui opere più preziose hanno potuto trovare un solido approdo proprio nell’antica capitale del Marchesato. Fra le meraviglie che il pubblico potrà ammirare (sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 20, gli altri giorni dalle ore 15 alle ore 20) una “Madonna con Bambino” opera pre-riascimentale del Maestro senese, allievo di Jacopo della Quercia, Francesco di Valdambrino Domenico (1363 – 1435), una coppia di “Angioletti barocchi” di ambito berniniano, sorretti da basi a forma di nuvole, intagliati e dorati (XVI-XVII secolo), un “Comò piemontese” a “demilune” Luigi XVI, in legno finemente intagliato laccato e dorato. Ma la grande novità e vera chicca di questa 45^ edizione è l’“Antiquariato da giardino”, visitabile in uno spazio ricreato nel bellissimo cortile della “Castiglia”, realizzato e curato (con oggetti in pietra, marmo e ferro battuto) dall’architetto paesaggista Paolo Pejrone. Un nome una garanzia! In mostra, fra le varie opere, un “pozzo in marmo statuario” del 1480 circa ed una “fontana genovese in marmo bianco” del 1500.

Non meno interessante, sempre a Saluzzo, il programma del fine settimana. Sabato 14 maggio, dopo tre giorni di ricerche e lavoro, si concluderà la sfida fra il “Liceo Soleri Bertoni” e l’ “Istituto Denina” a colpi di design e costruzione, progettazione e realizzazione, pensando al territorio e al commercio diffuso: una proposta “Distretto del Commercio Terre del Monviso” teso a costruire un ponte tra progetti di territorio e studenti, chiedendo ai giovanissimi di realizzare uno studio e un prototipo di “elementi identitari” per vetrine ed esterni.

Sempre sabato 14 maggio, per tutto il giorno, nei giardini della Scuola “APM-Alto Perfezionamento Musicale” sita nell’antico “Monastero dell’Annunziata” si terrà “RI-USARE PER FAR SUONARE”: un intero weekend per giocare e divertirsi con installazioni sonore realizzate con oggetti riciclati e materiali naturali. Due stravaganti artisti/musicisti riempiranno i cortili della Scuola con le loro creazioni più

originali per far suonare e divertire adulti e bambini.

Da non dimenticare infine che, fino a domenica 22 maggio, sarà possibile visitare la “27^ Mostra di Arte Contemporanea di Saluzzo” per la prima volta “Powered by PARATISSIMA”. L’esteso progetto espositivo, a cura di Francesca Canfora, si articola nelle ampie sale del “Quartiere – Ex Caserma Musso” (piazza Montebello, 1) e coinvolge circa una trentina di artisti, impegnati nell’interpretare il tema del “Ri-abitare” attraverso le più varie tecniche e linguaggi espressivi. A fianco dei talenti emergenti più giovani, espongono artisti più noti e dal curriculum espositivo di lungo corso, tra cui Domenico BorrelliCarlo DoriaEnrico Iuliano e Walter Visentin“Il Cerchio e le Gocce” e  Davide “Boosta” Di Leo, che per l’occasione “ri-abiteranno” gli spazi del Quartiere con grandi sculture e installazioni di dimensione ambientale. Sempre nell’ambito della collaborazione con “Paratissima” il “Chiostro della Chiesa di San Giovanni” ospita Animal Soul” di Simone Benedetto, mostra in cui si racconta come la scultura possa animare e ri-abitare uno

spazio, reinterpretando poeticamente lo spirito di un luogo.

Per ulteriori infowww.startsaluzzo.it

g.m.

 

Nelle foto:

–       La Castiglia, Saluzzo

–       Francesco di Valdambrino Domenico: “Madonna con Bambino”, 1400 ca.

–        “Ri-usare per far suonare”