AMBIENTE- Pagina 81

Snam e Sagat insieme per la prima fuel cell hydrogen-ready in Italia nell’Aeroporto di Torino

Prende avvio un altro progetto del Torino Green Airport

 

SAGAT SpA, Società di Gestione dell’Aeroporto di Torino, e il gruppo Snam, attraverso la controllata Renovit specializzata in soluzioni di efficienza energetica, hanno sottoscritto un term sheet per la realizzazione di un sistema di fuel cell hydrogen-ready in assetto cogenerativo da 1,2 MW di potenza presso l’Aeroporto di Torino.

La cella a combustibile, studiata e sviluppata dalla Business Unit Hydrogen di Snam in partnership con la società americana Fuel Cell Energy, è la prima di questa tipologia e di queste dimensioni in Italia in grado di essere alimentata con percentuali variabili di idrogeno in blending con gas naturale per la generazione combinata di energia elettrica e termica. La fuel cell sarà installata presso lo scalo di Torino, primo in Italia ad implementare una soluzione di questo genere, nel secondo trimestre del 2023.

“L’idrogeno – ha dichiarato Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam – avrà un ruolo chiave nel perseguimento dell’obiettivo delle zero emissioni nette in molteplici settori, incluse le infrastrutture aeroportuali e portuali. Con questo accordo, forniamo all’aeroporto di Torino una soluzione energetica efficace e innovativa in grado di abbattere da subito le emissioni e di integrare quantitativi crescenti di idrogeno per il raggiungimento della neutralità carbonica”.

L’implementazione di questa soluzione – ha commentato Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport – rappresenta il progetto di punta del nostro programma di sostenibilità Torino Green Airport, annunciato a luglio scorso e che raggruppa tutte le iniziative di sostenibilità dello scalo, volte alla riduzione dei consumi e delle emissioni ambientali, confermando il nostro impegno concreto in questa direzione. In Snam abbiamo trovato il partner giusto per la realizzazione di un progetto innovativo, che concorre da subito alla creazione della domanda di energia pulita come l’idrogeno e altri vettori gassosi da fonte rinnovabile certificata, passaggio fondamentale per avviare concretamente la transizione energetica del Paese. Tale progetto, inoltre, ci permetterà di anticipare il nostro obiettivo di azzeramento delle emissioni rispetto al 2050”.

Il sistema di fuel cell è in grado di produrre fino a 1,2 MWh di energia elettrica e 840 kWh di calore ogni ora e potrà essere alimentato con idrogeno miscelato, fino al 40% in volume, con gas naturale. Rispetto alla cogenerazione tradizionale, l’utilizzo della fuel cell alimentata a gas naturale garantisce il sostanziale annullamento delle emissioni di particolato e un risparmio di emissioni di CO2 pari a 1.630 tonnellate all’anno, equivalenti a 1 milione di viaggi in auto sulla tratta Torino centro-aeroporto. L’alimentazione della fuel cell tramite idrogeno e biometano consente l’ulteriore abbattimento di emissioni climalteranti.

La soluzione di cogenerazione proposta dal gruppo Snam è stata selezionata a valle di una procedura indetta da SAGAT nello scorso mese di aprile e consentirà all’Aeroporto di Torino di autoprodurre energia elettrica, termica e frigorifera a parziale copertura dei propri fabbisogni energetici, attualmente pari a 17.000 MWh per l’energia elettrica e 8.714 MWh per l’energia termica. Implementare una fuel cell hydrogen-ready permetterà così allo scalo di aderire ai più elevati standard di efficienza e sostenibilità ambientale, in linea con il proprio obiettivo di dare la massima accelerazione alla riduzione delle emissioni nette prima del 2050. Già oggi il 100% dell’energia elettrica fornita all’Aeroporto di Torino è proveniente da fonti rinnovabili certificate ed il progetto consentirà fin da subito di migliorarne ulteriormente l’efficienza energetica.

Il valore del contratto oggetto di affidamento ammonterà a circa 14 milioni di euro.

L’iniziativa è parte della strategia di Snam nello sviluppo di tecnologie e soluzioni integrate per la transizione energetica, in particolare l’efficienza energetica e l’idrogeno, in grado di favorire la decarbonizzazione dell’industria e dell’intero sistema economico.

Con questa soluzione Torino Airport conferma la centralità dell’impegno assunto verso la sostenibilità per il proprio sviluppo e per quello di tutta l’industria: l’obiettivo del settore aeroportuale di azzerare le proprie emissioni può infatti essere raggiunto solo grazie a strategie di collaborazione, che consentano una condivisione dei traguardi raggiunti e un’innovazione costante, in un’ottica di crescita mai per questo semplicisticamente competitiva. Oggi tutti i principali operatori aeroportuali e vettori aerei sono fortemente impegnati ad introdurre impianti ed aeromobili di ultima generazione che stanno contribuendo a ridurre rumore, emissioni e consumi

Smog, e’ tornato il semaforo verde

Con le rilevazioni odierne di Arpa Piemonte, il semaforo anti smog nel torinese torna verde

Da giovedì 30  finisce così il blocco dei veicoli diesel fino agli Euro 5.

Il provvedimento coinvolge  i 33 comuni dell’agglomerato di Torino, compresa la città. Da oggi  e fino al giorno della nuova rilevazione rimangono  in vigore solo le limitazioni permanenti: fermi per tutto il giorno (compresi i giorni festivi) gli autoveicoli Euro 0 e Euro 1 (tutte le alimentazioni: benzina, diesel, metano, gpl) per il trasporto persone o merci, per benzina e diesel il divieto è esteso agli Euro 2. Circolazione vietata anche per ciclomotori e motocicli Euro 0 e Euro 1 (divieto dalle 0 alle 24 di tutti i giorni) e per i veicoli diesel Euro 3 e Euro 4, per il trasporto di persone o merci, per i quali lo stop è in vigore dal lunedì al venerdì con orario dalle 8 alle 19.

 

Si ricorda che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con relative limitazioni al traffico veicolare, verranno comunicate nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10.

L’elenco completo delle misure antismog, delle esenzioni e dei percorsi stradali esclusi dai blocchi sono disponibili alla pagina: www.comune.torino.it/emergenzaambiental

2022 Anno dello Sviluppo sostenibile della Montagna

ASSEMBLEA GENERALE DELL’ONU DICHIARA IL 2022 ANNO INTERNAZIONALE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA MONTAGNA. UNCEM: UNA GRANDE NOTIZIA A VENT’ANNI DAL 2002. CELEBREREMO 70 ANNI DI UNCEM IN UN ANNO SPECIALE

Il 2022 sarà l'”Anno internazionale dello Sviluppo sostenibile della Montagna”. Lo ha stabilito  l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Una notizia e una scelta importantissime, secondo Uncem. L’Anno internazionale cade esattamente a vent’anni dal precedente, il 2002. Il 2022 sarà peraltro anche quello dei 70 anni di Uncem. Che dunque celebrerà il “compleanno” in un anno speciale.

“L’ONU – si legge nella nota ufficiale diffusa – inviterà tutti gli Stati membri, il sistema delle Nazioni Unite, altre organizzazioni internazionali e regionali e le parti interessate, tra cui la società civile, il settore privato e il mondo accademico, a osservare l’Anno al fine di aumentare la consapevolezza delle problematiche connesse”. Il rappresentante del Kirghizistan, introducendo la Risoluzione in materia, ha affermato che le montagne sono l’habitat di specie uniche di flora e fauna e che i paesi di montagna costituiscono tipi unici di ecosistemi e i problemi che devono affrontare a causa del cambiamento climatico sono specifici. Pertanto, l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici, così come lo sviluppo sostenibile in questi paesi, richiedono l’attuazione di una serie speciale di misure che rispondano alle loro esigenze. La Risoluzione invita tutti gli Stati membri e le organizzazioni internazionali e regionali e altre parti interessate a osservare l’Anno internazionale per aumentare la consapevolezza dell’importanza dello sviluppo sostenibile della montagna. La proclamazione dell’Anno internazionale dello sviluppo sostenibile delle montagne non solo riconosce la necessità di preservare il sistema di supporto vitale globale indispensabile per la sopravvivenza dell’ecosistema globale, ma fornisce anche una solida base per ulteriori lavori sostanziali sullo sviluppo della montagna, avendo così un vero significato globale per il futuro dell’umanità, ha detto.

“È una grande notizia per tutti, per tutti gli Stati – evidenzia Marco Bussone, Presidente Uncem – Alla proposta del Kirghizistan nella Risoluzione ha lavorato intensamente l’Italia. E voglio ringraziare in modo speciale Rosa Laura Romeo, alla guida della Mountain Partnership della FAO, della quale Uncem fa parte, che ha agito con un’azione diplomatica importantissima per raggiungere la votazione della Risoluzione all’Assemblea ONU. Nel 2022 potremo avviare una serie di iniziative e analisi, politiche e opportunità a caratura internazionale. Con tutti gli Stati che faranno la loro parte. Italia ed Europa sono certo guideranno il percorso e i processi. Uncem farà la sua parte nel settantesimo di fondazione, che abbiamo aperto con l’Assemblea nazionale che si conclude oggi”.

Smog: diesel euro5, blocco confermato fino a mercoledì 29

Non migliora la qualità dell’aria e restano confermate fino a mercoledì 29 dicembre le misure anti smog.

In base alle nuove rilevazioni, Arpa Piemonte ha confermato il semaforo rosso che prevede il blocco per veicoli diesel, sia auto che vetture commerciali, fino alla categoria Euro 5, dalle 8 alle 19.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con relative limitazioni al traffico veicolare, verranno comunicate nelle giornate di mercoledì, venerdì e lunedì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10.

L’elenco completo delle misure antismog, delle esenzioni e dei percorsi stradali esclusi dai blocchi sono disponibili alla pagina: www.comune.torino.it/emergenzaambie

Gruppo Marazzato in crescita a difesa dell’ambiente

Gruppo Marazzato L’impresa fondata nel 1952 da Lucillo Marazzato oggi conta 284 dipendenti, 8 sedi, mezzi di ultima generazione e un fatturato 2021 che si attesta a quota 57,5 milioni di euro.

Gruppo Marazzato cresce, e diventa grande impresa. L’azienda leader italiana nelle soluzioni per l’ambiente, inclusi servizi ecologici, bonifiche e gestione della filiera dei rifiuti industriali, nata come ditta individuale nel dopoguerra il 17 Maggio 1952 e via via evolutasi sino a diventare solida PMI, oggi conta più di 280 dipendenti, 8 sedi e un parco mezzi d’opera costantemente aggiornato.

È con queste solide premesse che l’azienda si appresta nel 2022 a tagliare l’ambito traguardo dei settant’anni. Negli ultimi cinque anni, la realtà fondata dall’indimenticato Lucillo Marazzato ha raggiunto obiettivi importanti, a cominciare dal fatturato, che dai 33 milioni del 2016 ha toccato quota 57,5 milioni di euro.

Un grande balzo in avanti trainato principalmente da due grandi direttrici: quella della divisione bonifiche, passata dai 3,5 milioni di euro del 2016 ai circa 20 del 2021, e quella della piattaforma polifunzionale di Azzurra Srl, società del Gruppo che gestisce l’impianto di stoccaggio e smaltimento solidi e liquidi.

La struttura di Villastellone, nel torinese, è passata infatti da un volume lordo di 6 milioni nel 2018 ai 9,5 milioni del 2019 per proseguire la propria ascesa anche nell’ultimo biennio, con la messa a regime del ‘Centro Ricerca e Sviluppo’ grazie anche ad azzeccate partnership con realtà di primo piano quali il Politecnico di Torino.

Molteplici i risultati conseguiti nel 2021 dall’impresa contraddistinta dal marchio con l’elefantino dal naso all’insù, a cominciare dal ‘Best Managed Companies’ assegnatole per la seconda volta dalla nota agenzia di rating internazionale ‘Deloitte’ tra le primarie e più solide realtà industriali italiane, e il ‘Premio Industria Felix’ che ne certifica ulteriormente l’efficienza nellagestione.

L’incremento del personale si è diviso equamente tra operativi e tecnici, al fine di aumentare le risorse umane atte a proseguire nella strada della crescita costante e sostenibile che contraddistingue il nostro asset e la modalità con cui siamo abituati a fare impresa. Guardiamo al nuovo anno e al 70° Anniversario ormai alle porte con gratitudine al passato per il percorso sin qui compiuto per aprirci in modo solido e fiducioso al nuovo mondo che avanza impegnandoci sempre più in formazione, cultura d’impresa, innovazione e divulgazione grazie ai benefici della tecnologia Blockchain applicata alla filiera del rifiuto”, chiosano i fratelli Alberto, Davide e Luca Marazzato, terza generazione di imprenditori alla guida dell’azienda di famiglia dopo il nonno Lucillo e il padre Carlo, oggi il più grande collezionista europeo di mezzi storici pesanti del Novecento con oltre 250 esemplari perfettamente restaurati.

Riqualificazione fiumi e laghi, al via il bando 2022

Quasi tre milioni di euro dalla Regione per ridurre i rischi idraulici e preservare lo stato ecologico di fiumi e laghi piemontesi. Il presidente Cirio e l’assessore all’Ambiente Marnati: “Interventi fondamentali per affrontare le criticità e prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici”

Per il quinto anno consecutivo la Regione stanzia fondi per riqualificare fiumi e laghi del Piemonte: dal 2018 ad oggi sono stati erogati circa 9 milioni di euro per realizzare 46 interventi tra i quali figurano, ad esempio, l’adeguamento di opere idrauliche con dispositivi per la risalita della fauna ittica, la gestione conservativa della vegetazione perifluviale, il recupero di aree umide come risorgive, rami laterali e lanche, che hanno interessato 3 laghi, 30 corsi d’acqua e un canale di particolare valore naturalistico. Un’attenzione sempre più crescente quella della Regione che di anno in anno ha destinato a questo specifico capitolo somme via via più cospicue passando da poco più di 1 milione e 300mila euro, messi a bando nel 2018, ai 2 milioni e 900mila euro stanziati per il bando 2022. Solo con il bando del 2021 sono stati finanziati 13 progetti, per un totale di 2 milioni 871mila euro, che hanno coinvolto 30 Comuni, una Provincia (quella di Asti) e 3 Parchi.

“Le azioni di riqualificazione fluviale e lacuale – commentano il presidente della Regione, Alberto Cirio e l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – si inseriscono tra gli strumenti di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici e sono uno strumento di attuazione del Piano di Tutela delle Acque recentemente approvato dal Consiglio regionale in revisione e in aggiornamento alla precedente versione datata 2007. Si tratta di interventi fondamentali per affrontare le criticità di fiumi e laghi e per prevenire quanto sta accadendo, anche nella nostra regione, per effetto dei cambiamenti climatici”.

Obiettivi degli interventi sono quelli di ridurre l’inquinamento dei nutrienti di origine agricola, migliorare la continuità longitudinale, come ad esempio con la realizzazione di passaggi per pesci o la demolizione di dighe; migliorare le condizioni idromorfologiche e adottare misure per aumentare l’efficienza idrica.

Beneficiari dei finanziamenti Comuni, in forma singola o associata, Province, Città Metropolitana, gli Enti gestori delle aree naturali protette e dei siti della rete Natura 2000.

Le domande dovranno essere presentate entro le ore 12 del 5 maggio 2022.

Gli uffici regionali sono a disposizione per ogni informazione e per orientare le amministrazioni che intendono proporre la candidatura.

Smog alle stelle: tutti i diesel fermi eccetto gli Euro 6

Arpa, Agenzia regionale per l’ambiente ha confermato il livello Rosso del semaforo antismog per Torino e i 32 comuni contigui. Attivo anche il livello arancione con blocco  fino agli Euro diesel 4 per i comuni delle zone definite dal Protocollo operativo per l’attuazione delle misure urgenti antismog: sono 43 centri tra pianura e collina e i sette capoluoghi di provincia piemontesi.
Restano in vigore le misure dei giorni scorsi: sino a lunedì 27 dicembre – anche  Natale e Santo Stefano – non possono viaggiare  i veicoli diesel fino a Euro 5 compresi quelli con dispositivo Move In, ovvero circoleranno solo gli Euro diesel 6. Lunedì poi saranno ricontrollati i livelli di Pm10 e dai risultati si deciderà se proseguire o meno con i blocchi.

Il Politecnico inventa il  labirinto che imprigiona il rumore

Pannelli antirumore a struttura labirintica inventati da sei studenti dell’Alta Scuola Politecnica dei Politecnici di Milano e di Torino

 Pannelli antirumore basati su metamateriali “labirintici” in grado di assorbire le onde sonore trasmesse nell’ambiente. Questa nuova tecnologia, progettata da sei studenti dell’Alta Scuola Politecnica (ASP), il programma internazionale riservato ai migliori studenti del Politecnico di Milano e del Politecnico di Torino, promette un’importante attenuazione del rumore, ottenuta grazie alla struttura interna dei pannelli. Tali strutture, definite “metamateriali” perché superano le potenzialità dei materiali convenzionali, hanno dalle proprietà acustiche innovative. Le loro prestazioni non sono dovute ai componenti con cui sono prodotti, ma alla loro forma geometrica labirintica, riproducibile facilmente. I settori di applicazione sono vari, dall’edilizia all’automotive, fino agli impieghi domestici.

Leonardo Bettini, Venus Hasanuzzaman Kamrul, Emanuele Musso, Fabio Nistri, Davide Piciucco e Matteo Zemello sono i sei studenti dell’ASP che hanno ideato il pannello. Le strutture labirintiche presenti all’interno fanno riflettere più volte l’onda acustica, che lentamente si riduce fino ad auto cancellarsi. È come se il rumore acustico si “perdesse” all’interno del labirinto. Queste strutture sono in grado di smorzare più tipologie di rumore: dai suoni a media frequenza, tipici del parlato e di alcuni strumenti musicali, fino a quelli a bassa frequenza, causati dai motori.

Il lavoro ha dimostrato che i metamateriali labirintici hanno un elevato potenziale, in quanto la loro struttura leggera, poco ingombrante e fabbricata al 100% tramite la stampa 3D, rende possibile la costruzione di prodotti acustici con plastiche di scarto, senza compromettere le performance del pannello, ma riuscendo ad abbattere i costi finali. Un possibile settore d’impiego potrebbe essere quello dell’aeronautica. L’applicazione del pannello nella fusoliera di un aereo consentirebbe sia di isolare i passeggeri all’interno dal rumore esterno, sia di ridurre l’inquinamento acustico ambientale provocato dal velivolo.

Il progetto è stato testato e validato al Dipartimento Energia-DENERG “Galileo Ferraris” del Politecnico di Torino, con il supporto dei professori Federico Bosia, Louena Shtrepi e Antonio Gliozzi. Inoltre è stato coinvolto come partner industriale Phononic Vibes, impresa nata nel 2018 come spin-off del Politecnico di Milano. Il progetto proseguirà nell’ambito del percorso di ricerca europeo FET – Boheme, coordinato dall’Università di Trento e in cui sono coinvolti tra gli altri, il Politecnico di Torino, l’Imperial College di Londra e il Politecnico Federale di Zurigo (ETH).

ASP

L’Alta Scuola Politecnica (ASP) è un percorso biennale di eccellenza, parallelo alla Laurea Magistrale, avviato nell’autunno del 2004 dai Politecnici di Milano e di Torino. Ogni anno ASP seleziona, sulla base di merito e capacità individuali, 150 giovani di talento (90 al Politecnico di Milano e 60 al Politecnico di Torino) tra gli studenti che hanno terminato il percorso di laurea triennale nei tempi previsti, e che si iscrivono a un corso di Laurea Magistrale del Politecnico di Milano o di Torino. Gli studenti ASP formano una community proveniente da circa 20 paesi diversi; più di un terzo di loro sono donne. La lingua ufficiale di ASP è l’inglese.

Acque, la preoccupazione degli ambientalisti

LE NUOVE PROPOSTE DI NORME SUL “DEFLUSSO ECOLOGICO” PREOCCUPANO LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

“C’E’ IL RISCHIO CONCRETO CHE CON IL NUOVO “DEFLUSSO ECOLOGICO” I FIUMI SI RITROVINO CON SEMPRE MENO ACQUA”

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Pro Natura Piemonte e Cipra Italia (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi) lanciano l’allarme sulle nuove regole per il Deflusso Ecologico nei fiumi proposto dalla Regione Piemonte con il rischio che questo provvedimento venga emulato da altre Regioni

In questi giorni la Regione Piemonte sostituirà, con una modifica al regolamento, il Deflusso Minimo Vitale con il nuovo Deflusso Ecologico: le associazioni ambientaliste si attendevano un incremento dei rilasci ma hanno constatato, purtroppo, che dietro al termine “Deflusso Ecologico” si è consumata l’ennesima operazione di “greenwashing”, l’ecologia di facciata.

Infatti esaminando nei dettagli la proposta regionale è emerso che i rilasci complessivi su base annua, e in particolare nei mesi ove vi sono le condizioni di magra, saranno inferiori al Deflusso Minimo Vitale attualmente vigente. 

Le associazioni: “la proposta della Regione Piemonte venga attentamente valutata dagli enti scientifici deputati e dagli organismi comunitari responsabili della tutela dei corsi d’acqua naturali.”

Riceviamo e pubblichiamo

Gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire sempre più pesantemente, “le stagioni non sono più come quelle di una volta”, o piove troppo o piove troppo poco, ma nonpiove mai come vorremmo.La guerra per l’acqua, soprattutto per i grandi utilizzi irrigui ed idroelettrici, si fa sempre più intensa, senza esclusione di colpi anche se condotta sottotraccia. Tutti ne vorrebbero di più ma c’è n’è sempre di meno. I consorzi di bonifica pubblicano foto come quella che segue dei fiumi in secca attribuendo tutte le colpe alla siccità, mentre il problema principale sono spesso gli eccessi nei prelievi e il mancato rilascio di un idoneo deflusso.

A farne le spese è la qualità dei nostri fiumi e torrenti sottoposti a sempre più elevate pressioni: l’inquinamento, l’evoluzione climatica, i prelievi.

Per salvaguardare e migliorare la qualità fluviale dei corpi idrici l’Unione Europea ha definito nel 2000 la Direttiva Quadro Acque. Tra le varie misure disposte e che tutti gli stati membri devono introdurre per regolamentare le derivazioni vi sono il “Deflusso Ecologico” e una valutazione preventiva dei possibili impatti di una derivazione di acqua sulcorpo idrico (procedura meglio nota con il nome di “Direttiva Derivazioni”).

Il “Deflusso Ecologico” è la quantità di acqua che deve essere lasciata nel fiume o torrente da ogni derivazione per consentire il raggiungimento degli obiettivi ecologici e di qualità fluviale. Il Deflusso Ecologico è, in sostanza, un rilascio ADEGUATO di portate in alveoe sostituisce il precedente criterio fondato su un rilascio MINIMO Vitale.

Il passaggio da un deflusso MINIMO ad un deflusso ADEGUATO, al Deflusso Ecologico si rende necessario perché purtroppo in moltissimi tratti dei torrenti e fiumi del Piemonte (quasi il 50% sul totale) non sono raggiunti gli obiettivi di qualità e si rende dunque necessario un incremento dei rilasci, il MINIMO non è sufficiente a raggiungere questi obiettivi.

In questi giorni la Regione Piemonte adotterà, con una modifica al regolamento che disciplina il Deflusso Minimo Vitale, il nuovo Deflusso Ecologico: le associazioni ambientaliste si attendevano un incremento dei rilasci ma hanno constatato, purtroppo, che dietro al termine “Deflusso Ecologico” si è consumata l’ennesima operazione di “greenwashing”, l’ecologia di facciata.

Infatti, esaminando nei dettagli la proposta regionale è emerso che i rilasci complessivi su base annua, e in particolare nei mesi ove vi sono le condizioni di magra, saranno inferiori al Deflusso MinimoVitale attualmente vigente. 

La regione Piemonte ha aggiunto e combinato tra loro alcuni fattori correttivi che dovrebbero tenere conto della naturalità (N) della fruibilità (F) della qualità (Q) e della  modulazione delle portate (T) conseguendo, in termini di portate rilasciate,un risultato inferiore a quanto oggi è disciplinato sia con il DMV, con la Modulazione di Tipo A  (un incremento del DMV tra il 10 e il 20%) ed anche con il fattore correttivo discrezionalmente applicabile per la tutela dell’ambiente idrico (fattore adottato anche con valori superiori a 2).

La verifica condotta ha portato a valutare, nei cinque diversi settori geografici identificati dalla regione, rilasci inferiori anche del 70-80% su base annua con punte del -40% nei mesi di magra. Si riporta, ad esempio la comparazione tra i valori di portata del nuovo Deflusso Ecologico e il DMV vigente per il gruppo B; nel grafico l’attuale DMV è rappresentato in verde scuro, il DE proposto in rosso e la portata naturale in blu:

 

Una modifica francamente incomprensibile ed inaccettabile, che va in direzione opposta alle esigenza di tutela fluviale.

Per queste ragioni le Associazioni Ambientaliste chiedono che la proposta della Regione Piemonte venga attentamente valutata dagli enti scientifici deputati e dagli organismi comunitari responsabili della tutela dei corsi d’acqua naturali. Chiedono che la stessa proposta venga abrogata o almeno modificata nell’ottica di prevedere un valore del Deflusso Ecologico rispettoso delle indicazioni fornite dalla UE e recepite dal Ministero con il Decreto Direttoriale DD/STA n.30/2017 e dalla Delibera n. 4/2017 dell’Autorità per il Bacino del Po.

 

Capsule di alluminio riciclate: 61 tonnellate, grazie al progetto Nespresso, Cial e Amiat

OLTRE 61 TONNELLATE DI CAPSULE IN ALLUMINIO RICICLATE A TORINO NEL PRIMO SEMESTRE 2021 GRAZIE AL PROGETTO DI RECUPERO E RICICLO DI NESPRESSO CON CIAL E AMIAT GRUPPO IREN.

 

Grazie al programma “Da Chicco a Chicco” di Nespresso sviluppato con CIAL, Utilitalia e CIC, e in collaborazione con Amiat Gruppo Iren, le capsule di caffè in alluminio esauste diventano nuovamente alluminio e riso. Dati in crescita nel 2021.

 

 Crescono a Torino l’impegno e i risultati di Nespresso nell’ambito del progetto di economia circolare per il recupero e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio sul territorio italiano grazie alla collaborazione con Amiat Gruppo Iren e CiAl. Ancora una volta, infatti, risultati in crescita per il programma “Da Chicco a Chicco”, che – nel primo semestre del 2021 – ha permesso di recuperare oltre 61 tonnellate di capsule in alluminiosegnando una crescita del +29% – equivalente a oltre 13 tonnellate di capsule esauste – rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un successo che si somma ai positivi risultati conseguiti in tutta Italia e che hanno permesso di raggiungere, nel primo semestre 2021, 800 tonnellate di capsule in alluminio recuperate da Nespresso. Si tratta del 29% in più – equivalente a oltre 177 tonnellate di capsule esauste – rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e in aumento rispetto al primo semestre 2019, quando le tonnellate di capsule raccolte sono state 715.

A Torino, è possibile riconsegnare le capsule esauste presso la Boutique Nespresso di via Roma 27, il punto N-Point all’interno di Mediaworld di Corso Giulio Cesare, all’interno della Recruiting Booth Area 12 di strada Altessano 141, presso la Boutique di Grugliasco e i punti N-Point all’interno dei negozi Mediaworld di Beinasco e Moncalieri. Per conoscere tutti i punti di raccolta in Italia visitare il sito: https://www.nespresso.com/it/it/storeLocator

Come previsto dalla convenzione con Cial siglata nel marzo 2012, Amiat Gruppo Iren si occupa della raccolta delle capsule conferite dai consumatori presso i punti vendita di Nespresso sul territorio torinese; quanto raccolto viene quindi portato presso uno dei Centri di Raccolta Amiat ed avviato al recupero dal Consorzio.

Un progetto, “Da Chicco a Chicco”, grazie al quale Nespresso ha dato vita al primo sistema in Italia per il recupero e il riciclo delle capsule esauste in alluminio, dando allo stesso tempo ai consumatori l’opportunità di prendere parte a un virtuoso processo di economia circolare.

Nato nel 2011 grazie a una convenzione – rinnovata a gennaio 2018 – con CIAL (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio), Utilitalia e CIC (Consorzio Italiano Compostatori), “Da Chicco a Chicco” rappresenta uno degli impegni di Nespresso in Italia per la creazione di una tazzina di caffè ad impatto positivo. Il programma, su cui Nespresso ha investito a partire dal 2011 oltre 6 milioni di euro, consente infatti ai consumatori di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nell’apposita area recycling presente all’interno delle Boutique Nespresso o in alcune isole ecologiche distribuite sul territorio nazionale, per un totale di 128 punti di raccolta in 73 città italiane. Una volta raccolte dalle aziende di gestione del servizio di raccolta differenziata, poi, le capsule esauste vengono inviate per la lavorazione ed il recupero presso un impianto in provincia di Brescia, dove l’alluminio viene separato dal caffè.

A seguito della separazione dei due materiali, l’alluminio viene destinato alle fonderie per avviare il processo di riciclo che lo trasformerà in nuovi oggetti, mentre il caffè viene destinato a un impianto di compostaggio per la sua trasformazione in compost, che viene successivamente ceduto a una risaia in provincia di Novara. Il riso prodotto grazie a questo concime naturale viene poi riacquistato da Nespresso e infine donato a Banco Alimentare della Lombardia, a cui finora sono state donate oltre 3 milioni e mezzo di porzioni di riso, a cui si aggiungono le oltre 220.000 offerte a Banco Alimentare del Lazio. Una dimostrazione che riciclare una capsula Nespresso significa non solo fare del bene all’ambiente, ma anche trasformare un chicco di caffè in un chicco di riso per chi ne ha più bisogno.

Quest’anno, inoltre, Nespresso ha aggiunto un altro tassello al suo impegno per il recupero e il riciclo delle capsule esauste, fondando in partnership con illycaffè la prima “Alleanza per il riciclo delle capsule in alluminio”, per far fronte comune e rendere ancora più semplice e accessibile, da parte dei consumatori, la raccolta delle capsule di caffè usate in alluminio sul territorio italiano. La nuova Alleanza consente infatti di riportare le capsule di caffè in alluminio esauste di Nespresso e illy indifferentemente nei punti vendita commerciali di entrambi i brand – in totale, oltre 140 punti di raccolta in Italia – con l’obiettivo di raggiungere le oltre 1.500 tonnellate di capsule esauste in alluminio recuperate entro la fine del 2021 per oltre 100 tonnellate di alluminio da rimettere in circolo e un ulteriore incremento del +5% nel 2022.