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Quando il turismo è accessibile la via Francigena è di tutti. Il bilancio del progetto regionale due anni dopo

Mappati 150 luoghi lungo 36 chilometri, tre nuove aree sosta e 20 chiese rese accessibili tra Valle di Susa e Canavese.

Attivati 16 tirocini per l’inclusione

Dopo due anni di lavoro, si è concluso il progetto «Via Francigena For All», una delle iniziative più significative presentate nel 2022 dalla Regione Piemonte in occasione di un bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con un budget complessivo di 1,6 milioni di euro, il progetto ha reso accessibile a tutti, in particolare a persone con disabilità, parte dell’iconico cammino della Via Francigena, riconosciuto come itinerario culturale dal Consiglio d’Europa, con l’obiettivo di abbattere le barriere architettoniche e culturali, rendendo il Cammino un’esperienza il più inclusiva possibile.

Il focus del progetto riguarda i tratti dell’itinerario Canavesano, tra Ivrea e Viverone, e la variante della Valle di Susa, tra Villar Focchiardo e Avigliana, coinvolgendo tutto il territorio limitrofo e la sua offerta turistica culturale, naturalistica, sportiva ed enogastronomica. Una grande opportunità per Comuni e filiere locali, che si candidano a diventare eccellenze del turismo in chiave sociale.

Capofila è la Regione Piemonte, attraverso la Direzione regionale Coordinamento Politiche e Fondi Europei – Turismo e Sport, con i partner di progetto Agenzia di promozione e di accoglienza turistica locale Turismo Torino e Provincia e Regione Ecclesiastica Piemonte con la Consulta Regionale per i beni ecclesiastici del Piemonte e Valle d’Aosta e il supporto di Visit Piemonte. Sono coinvolti nella realizzazione progettuale enti e associazioni che fanno parte del tavolo regionale per il Turismo Accessibile, in particolare Unione Italiana Ciechi e Ente Nazionale Sordi e Strutture regionali degli Assessorati con deleghe alle politiche sociali e lavoro; a cui si aggiungono Agenzia Piemonte LavoroClub Alpino Italiano – Montagna TerapiaASL TO – Centro Regionale Autismo, CPD-Consulta per le persone in difficoltàAmministrazioni locali e Associazione Via Francigena di Sigerico di Ivrea.

 

“Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti dal progetto biennale di Regione Piemonte ‘Via Francigena for all’ in risposta al bando ministeriale per il finanziamento di interventi sul turismo accessibile e inclusivo per le persone con disabilità” – dichiara Marina Chiarelli assessore al Turismo, Cultura, Sport, Politiche giovanili e Pari opportunità della Regione Piemonte“È stato fatto un lavoro con le comunità locali collocate sul percorso del cammino storico morenico canavesano e valsusino sia a livello infrastrutturale, sia sociale, per valorizzare l’autenticità del territorio e renderlo ancora più accogliente. Le barriere architettoniche e socioculturali che ostacolano l’inclusione sono state abbattute attraverso una progettazione inclusiva e un lavoro condiviso tra istituzioni e associazioni. Le prime con degli interventi di adeguamento strutturale e di facilitazione alla fruibilità del percorso, le altre con azioni educative e informative. Grazie a questo lavoro il territorio interessato potrà definirsi turisticamente ‘for all’. A concludere il progetto sarà la camminata inclusiva in Val di Susa di domani 7 settembre alla quale ci aspettiamo la partecipazione di molte persone”.

 

“Non è un caso che accessibilità faccia rima con inclusività perché ritengo che garantire servizi qualificati sulla disabilità sia un indicatore di civiltà. Ed è proprio quello che è accaduto con «Via Francigena for all», virtuoso progetto che ci ha permesso di attivare – tramite Agenzia Piemonte Lavoro – ben sedici tirocini. Il Piemonte ha bisogno di un’accoglienza qualificata, con la consapevolezza che un turismo sostenibile sia anche in grado di generare lavoro e opportunità occupazionali di qualità” ha dichiarato Elena Chiorinovicepresidente e assessore al Lavoro della Regione Piemonte.

 

“La Via Francigena è un patrimonio di storia e spiritualità impresso nell’identità profonda e sacra della Valsusa. Con questo progetto diventa anche accessibile alle persone con disabilità, abbattendo le barriere che fino ad ora le escludevano. Sull’antico cammino dei pellegrini creiamo un turismo moderno e accessibile, che permetta un ulteriore rilancio del territorio grazie all’attrattività internazionale che la giusta sensibilità sociale garantisce al giorno d’oggi”. Dichiarazione assessore regionale alle Politiche Sociali Maurizio Marrone.

Studio e analisi approfondita dell’accessibilità

Un aspetto di grande rilievo riguarda l’analisi approfondita dell’accessibilità, in particolare dei due tratti oggetto del progetto (in futuro dell’intero percorso francigeno piemontese), condotta da esperti del CAI e dell’Associazione Europea Vie Francigene – Francigena Service: lavoro che potrà agevolare la comunicazione turistica e diventare un vero e proprio ‘manuale’  per  futuri interventi per migliorare l’accessibilità sul territorio. La traccia GPX e gli itinerari completi sono disponibili sul sito di visitpiemonte.com

 

Mappatura e Miglioramento dell’Accessibilità

Uno dei principali risultati è stata la mappatura di 150 luoghi chiave, strutture ricettive, uffici turistici, servizi e punti di interesse storico-culturale. Per ciascuna struttura sono state definite indicazioni operative per migliorarne l’accessibilità, grazie al lavoro congiunto di Turismo Torino e Provincia e della CPD-Consulta per le Persone con Disabilità. Azione che ha permesso di creare un quadro chiaro delle esigenze di accessibilità lungo il percorso

Mezzi Fuoristrada e Formazione

Per rendere accessibili anche i tratti più disagevoli del cammino, sono stati acquistati ausili fuoristrada (tipo Joëlette) progettati per accompagnare persone con ridotte capacità motorie. La Regione Piemonte, in collaborazione con il Club Alpino Italiano (CAI), ha inoltre organizzato sessioni di formazione per la conduzione di questi ausili, garantendo che il personale fosse adeguatamente preparato per assistere i visitatori lungo i percorsi.

Infrastrutture e Segnaletica Accessibili

Un ulteriore passo avanti verso l’accessibilità è stato compiuto con la realizzazione di tre aree di sosta accessibili nei comuni di Villar Focchiardo, Avigliana e Bollengo. In ciascuno dei comuni attraversati sono stati installati 13 pannelli visivo-tattili, con contenuti in Braille, per le disabilità visive, e QR-code con il racconto della località in lingua italiana, inglese, francese e LIS, per le disabilità uditive.

 

Valorizzazione dei Siti Culturali con «Chiese a Porte Aperte»

Sono stati valorizzati 20 nuovi siti sacri, resi accessibili tramite l’App «Chiese a porte aperte», grazie alla quale i visitatori possono accedere a questi luoghi con un sistema di apertura automatizzata. Ogni sito è stato oggetto di una ricerca storico-artistica approfondita, con la curatela di testi e storyboard in tre lingue. Sono stati implementati servizi di videosorveglianza, nuovi sistemi di illuminazione e allestimenti, installati pannelli multisensoriali e resi disponibili contenuti audio e video nella lingua dei segni, nonché materiali scaricabili per la preparazione della visita. Lavoro realizzato in collaborazione con la Regione Ecclesiastica e la Consulta per i Beni Culturali e l’Edilizia di Culto del Piemonte e Valle d’Aosta.

Tra i luoghi di maggiore rilevanza: la Cripta della Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Cattedrale con la Tomba di McCarthy e la Chiesa di San Nicola da Tolentino di Ivrea; la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Bollengo, la Chiesa di San Rocco di Montalto Dora e molte altre chiese e cappelle dislocate lungo il percorso nelle aree morenico- canavesana e in Valle di Susa, garantendo un’esperienza di visita completa e inclusiva.

Inclusione Lavorativa

Infine, il progetto Via Francigena For All ha avuto un impatto significativo anche dal punto di vista sociale, promuovendo l’inclusione lavorativa. Sono stati infatti attivati 16 tirocini extracurriculari a soggetti iscritti al collocamento mirato, favorendo la loro integrazione nel mondo del lavoro e la loro partecipazione attiva alla società.

Monitoraggio dei consumi per la scuola Falcone – Borsellino

 

Prosegue la pianificazione dei lavori di efficientamento energetico e manutenzione impiantistica sugli immobili di proprietà della Città di Torino.

La Giunta comunale ha approvato  su proposta dell’assessora alle Politiche per l’Ambiente e l’Energia Chiara Foglietta, due delibere con i progetti definitivi presentati da Iren Smart Solutions.

“I lavori approvati oggi in Giunta – commenta l’assessora Chiara Foglietta – contribuiranno a rendere gli edifici più efficienti dal punto di vista dei consumi, risparmiando su quelli attuali in termini sia elettrici che termici, e da quello della sostenibilità ambientale, in coerenza con la sfida e l’impegno di Torino nel diminuire le emissioni entro il 2030 e fare di Torino una città a impatto climatico zero”.

Un programma vasto e articolato su 7 anni quello dell’efficientamento degli immobili comunali che, sottoscritto nel 2022 tra Città di Torino e il concessionario Iren, prevede lavori su circa 800 immobili entro la fine del 2029.

Gli interventi riguardano in particolare la scuola media inferiore Falcone-Borsellino di via Gubbio 47 e comprendono l’isolamento del solaio sottotetto, la realizzazione del cappotto esterno su pareti perimetrali, la sostituzione dei serramenti con infissi in PVC basso emissivi, per le finestre, e con infissi in alluminio a TT, per le porte-finestre, l’installazione di un nuovo sistema Building management system per l’ottimizzazione dei consumi energetici dell’edificio.

Il costo previsto per i lavori è di 1 milione e 800mila euro, importo che sarà a carico di Iren Smart Solutions mediante l’utilizzo dello strumento di finanza di progetto, come previsto dal contratto di concessione stipulato con la Città.

Le seconda delibera, per una spesa di 850mila euro, riguarda interventi per la manutenzione straordinaria degli impianti termici e trattamento aria in diversi edifici della Città di Torino, necessari al loro mantenimento in efficienza e sicurezza e per far fronte a guasti non prevedibili urgenti e indifferibili.

 

TORINO CLICK

Foto scuola Falcone – Borsellino © Museo Torino

Nuove piste ciclabili: 10 milioni dalla Regione

Collegno

Approvata la graduatoria che si inserisce nel Piano regionale della Mobilità ciclistica, finanziato con 40 milioni

La Regione Piemonte ha approvato la graduatoria per l’assegnazione di 10 milioni di euro a quattro nuovi percorsi ciclabili. Il finanziamento fa parte di un totale di 40 milioni di euro di fondi europei, destinati alla realizzazione di interventi strategici, come previsto dal Piano regionale della Mobilità ciclistica. Le risorse consentiranno di realizzare 30 nuovi chilometri di percorsi ciclabili, connessi ad altri 80 già esistenti, contribuendo a un ulteriore potenziamento della rete ciclistica piemontese, sempre più in linea con gli standard nordeuropei.

In particolare, vengono assegnati al Comune di Cuneo 2,1 milioni di euro per la realizzazione della ciclabile tra Cuneo e Cervasca (10 km), al Comune di Vercelli 2,9 milioni di euro per la ciclovia Caresanablot – Vercelli FS – Area Industriale Pip (12 km). Altri 3 milioni sono assegnati al Comune di Bra per la ciclovia di collegamento tra Bra, Roreto di Cherasco e Pollenzo (4 km) e 2,3 milioni al Comune di Collegno per la ciclabile Rivoli – Collegno – Grugliasco (4 km).

«Abbiamo, per la prima volta, utilizzato il Fondo europeo dello sviluppo regionale (Fesr) e messo in campo risorse, impensabili fin a pochi anni fa, che ci consentiranno davvero di dotare il nostro territorio di una fitta rete ciclabile, nella convinzione che la mobilità ciclistica sia pulita, efficace, sostenibile, oltre che un volano di sviluppo e attrazione turistica», dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Gabusi.

Il bando, rivolto ai Comuni, è l’ultimo tassello che completa il quadro delle risorse stanziate a valere sul Fesr per l’implementazione del Piano regionale della mobilità ciclistica – di 40 milioni complessivi – che nei mesi scorsi ha individuato i 3 itinerari d’interesse regionale: Residenze sabaude, territorio Unesco dei paesaggi vitivinicoli e Lago Maggiore, finanziati con 10 milioni di euro ciascuno.

‘uBroker Spa’ presenta il suo primo Bilancio di Sostenibilità

 

La multiutility company piemontese tra i leader del settore luce e gas sempre più in prima linea nell’attenzione riservata a impatto ambientale e sociale.

 

uBroker Spa’, azienda leader nel settore dell’energia, luce e gas, è lieta di annunciare la pubblicazione del suo primo Bilancio di Sostenibilità.

Un documento importante, redatto grazie al supporto di EY, che rappresenta un punto di svolta nel percorso del Gruppo verso un futuro sempre più responsabile e green.

Come sottolineato dal Presidente di ‘uBroker’, Cristiano Bilucaglia: “Crediamo fermamente che la sostenibilità sia un fattore chiave per il successo a lungo termine. Per questo motivo, abbiamo lavorato con dedizione per integrare pratiche sostenibili in ogni aspetto della nostra attività: dalla gestione delle risorse alla produzione, dal benessere dei nostri dipendenti all’impatto che i nostri servizi hanno sulla società e sull’ambiente“.

La roadmap verso la sostenibilità

Il Report di Sostenibilità di uBroker presenta un’analisi dettagliata delle iniziative intraprese dall’azienda per ridurre il proprio impatto ambientale e sociale.

Tra i risultati più significativi figurano certificazioni di eccellenza: ‘uBroker’ ha ottenuto e mantiene le certificazioni ISO 14001, 45001 e 9001, a testimonianza del proprio impegno per la qualità, la sicurezza e la tutela dell’ambiente. Incluso un team dedicato alla sostenibilità, dall’azienda istituito al fine di coordinare e supervisionare le principali attività in questo ambito, garantendo un approccio strutturato e coerente.

Altrettanto consistenti e strategici gli investimenti nelle persone: ‘uBroker’ ha sostenuto programmi di formazione e sviluppo per i propri dipendenti, assicurando che abbiano le competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro e contribuire attivamente alla transizione verso un’economia sostenibile. Vi sono poi le soluzioni energetiche sostenibili: l’azienda sta sviluppando un pacchetto di servizi di fornitura totalmente sostenibile, offrendo ai propri clienti l’opportunità di scegliere energia proveniente da fonti rinnovabili e ridurre così la propria impronta ecologica.

Al centro, inoltre, la customer satisfaction: ‘uBroker’ si impegna a migliorare costantemente la soddisfazione dei propri clienti, proponendo soluzioni innovative e personalizzate per ottimizzare i consumi energetici e ridurre i costi.

A chiudere un cerchio virtuoso anche solidarietà e responsabilità sociale: l’impresa sostiene associazioni del terzo settore che sviluppano programmi solidaristici a favore di minori, dimostrando un forte senso di responsabilità sociale.

Insieme per un futuro più sostenibile

Questo è solo l’inizio di un lungo percorso“, afferma Cristiano Bilucaglia. “Siamo consapevoli che molto resta da fare, ma siamo fiduciosi che, con il sostegno e la collaborazione di tutti, dipendenti e stakeholders, continueremo a fare progressi significativi verso la realizzazione di una strategia di sostenibilità efficace e di lungo termine.

La sofferenza dei ghiacciai, Torino una delle province più colpite dagli eventi meteo estremi dell’arco alpino

Legambiente e CIG: “Crisi climatica ed eventi meteo estremi minacciano montagna e ghiacciai.  Da inizio anno a luglio sulle regioni dell’arco alpino ben 101 eventi meteo estremi. 

Sul versante sud del Monte Rosa, la seconda vetta più alta delle Alpi, il ghiacciaio di Flua è estinto. Non c’è più. Se nella metà dell’800 la sua superficie era di circa 80 ettari, ossia grande quanto 112 campi di calcio, oggi il ghiacciaio di Flua è solo un mare di rocce e detriti. Qua e là si intravedono piccoli cumuli di neve frutto delle ultime nevicate tardive della primavera 2024. A causa delle alte temperature che caratterizzano la crisi climatica in atto è questo il destino a cui i ghiacciai alpini con quote massime al di sotto dei 3500 metri andranno incontro dal 2050 in avanti; tra questi ci saranno anche il ghiacciaio dell’Adamello e quello della Marmolada.

 

A scattare questa fotografia è Carovana dei ghiacciai 2024, la campagna nazionale di Legambiente in collaborazione con CIPRA Italia e con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, che per la sua terza tappa è arrivata in Piemonte sul Monte Rosa per osservare quel che resta del ghiacciaio di Flua. Qui il ghiacciaio è solo un lontano ricordo. A dominare, insieme a detriti e rocce, è un lungo cordone morenico, mentre il vuoto del ghiacciaio inizia ad essere “colonizzato” da piante, insetti, ecc… che costituiscono nuovi ecosistemi in evoluzione. Ma sul versante sud del Monte Rosa, anche i ghiacciai limitrofi al Flua, ovvero il ghiacciaio delle Piode e il Sesia-Vigne non se la passano bene. Dagli anni ‘8o il ghiacciaio delle Piode e il Sesia-Vigna (ramo orientale) sono arretrati di oltre 600 metri lineari, con una risalita della quota minima frontale di oltre 100 metri. 

 

A pesare sullo stato di salute dei ghiacciai è la crisi climatica: le alte temperature che la caratterizzano, non solo mettono in sofferenza quelli al di sotto dei 3500 metri, ma anche i ghiacciai posti nelle zone più alte.  Con lo zero termico a quote sempre più elevate, viene meno l’accumulo di neve e si registra una perdita di massa glaciale. Negli ultimi anni, si verifica una fusione pluricentrimetrica del ghiaccio anche a quote intorno ai 3500 m s.l.m.. Preoccupa anche l’aumento degli eventi meteo estremi in quota: ben 101 quelli registrati nelle regioni dell’arco alpino in questi primi sette mesi del 2024 (da gennaio a luglio) dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente. Erano 87 nel 2023 e 70 nel 2022 (sempre nello stesso periodo). Lombardia, Veneto e Piemonte le regioni più colpite in questi primi mesi del 2024, rispettivamente con 40, 27 e 13 eventi estremi. Tra le province più in sofferenza, quelle di Torino (9), Brescia, Milano e Vicenza (7), Genova e Udine (6), Mantova, Varese e Verona (5).

 

Eventi meteo estremi sul Monte Rosa: Anche il versante sud del Monte Rosa è stato colpito il 29-30 giugno 2024 da una violenta precipitazione piovosa, lo stesso evento che ha colpito la Valpelline (seconda tappa di Carovana dei ghiacciai 2024) ed altre località di Valle d’Aosta e Piemonte. In particolare, lungo il tragitto della terza tappa, i partecipanti alla Carovana dei Ghiacciai hanno verificato numerosi effetti al suolo causati dall’evento piovoso sulla viabilità e sulle infrastrutture, così come hanno apprezzato gli interventi di ripristino dei sentieri che hanno reso possibile l’accesso alle zone glaciali. Restano comunque ben visibili i detriti e i fenomeni di erosione lungo gli alvei dei torrenti. L’escursione in quota si è caratterizzata anche per il tradizionale saluto al ghiacciaio con la performance “Verso nulla” del musicista Martin Mayes che, suonando il suo corno alpino, ha reso omaggio ai ghiacciai del Monte Rosa.

 

I dati sui ghiacciai del Monte Rosa, versante sud, sono stati presentati oggi in conferenza stampa a Torino dove sono intervenuti: Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente CIPRA Italia, Cristina Prandi, Università di Torino vicerettrice alla ricerca, Marco Giardino, Vicepresidente Comitato Glaciologico Italiano, Università di Torino, Marta Chiarle, CNR IRPI – Comitato Glaciologico Italiano, Alessio Salandin, Arpa Piemonte, Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle D’Aosta e Luca Morino, artista e musicista. Obiettivo di Carovana dei ghiacciai 2024 – giunta alla quinta edizione e con partner sostenitori FRoSTA, Sammontana, FPZ, partner tecnico Ephoto, media partner La Nuova Ecologia e L’Altra Montagna – è il monitoraggio dello stato di salute dei ghiacciai alpini, in Italia e anche oltre confine.

 

“Il ghiacciaio di Flua – dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di CIPRA Italia – ci mette davanti ad una triste e tremenda realtà, la morte dei ghiacciai che si avvicina sempre di più. Da una parte ghiacciai che si estinguono, dopo una lunga agonia, a causa della crisi climatica che avanza, dall’altra parte anche la consapevolezza che il vuoto dei ghiacciai verrà colmato da nuovi ecosistemi. Di fronte a questa realtà e quella che abbiamo visto sul Flua, con Carovana dei ghiacciai torniamo a ribadire l’importanza di mettere in campo politiche di mitigazione e adattamento, senza dimenticare che l’altra grande sfida sarà quella di tutelare e proteggere i nuovi ecosistemi che si stanno formando ad alta quota, come conseguenza alla fusione ed estinzione dei ghiacciai”.

 

“La fusione dei ghiacciai e gli eventi meteorologici estremi generano lungo le pendici del Monte Rosa una serie di effetti a cascata – dichiara Marco Giardino, vice presidente del Comitato Glaciologico e professore dell’Università di Torino – che vanno rilevati e monitorati costantemente e che non possono essere sottovalutati. “Cascate” di ghiaccio dalle cime più elevate, cascate di acqua che si originano dalla fusione glaciale, cascate di detrito che queste acque veicolano verso il basso durante gli eventi piovosi più intensi, cascate di blocchi che staccandosi per frana dalle pareti rocciose ricoprono in parte i ghiacciai. Abbiamo potuto riconoscere ciascuno di questi fenomeni salendo in quota, osservando il versante sud del Monte Rosa, con i ghiacciai delle Piode, di Sesia-Vigne, e il ghiacciaio di Flua che il Comitato Glaciologico Italiano monitora sin dal 1927. La conoscenza scientifica degli ambienti d’alta montagna permette di accrescere la consapevolezza sul cambiamento climatico e di affrontarne gli effetti con maggiore preparazione.

 

Testimonianza di Giuseppe De Matteis: In occasione della tappa piemontese di Carovana dei ghiacciai 2024, Legambiente pubblica la video testimonianza di Giuseppe De Matteis, professore emerito universitario del Politecnico di Torino e socio fondatore di Dislivelli di cui è stato presidente. Dematteis, secondo testimonial di Carovana dei ghiacciai 2024, sottolinea nel video che “dalla montagna proviene la quasi totalità dell’acqua di cui città e pianure hanno bisogno per vivere e svolgere attività produttive. A questo patrimonio appartengono anche i ghiacciai. Il loro progressivo regresso non deve passare inosservato. Stiamo perdendo una risorsa vitale”.

 

Prossime tappe Carovana dei ghiacciai 2024: Dopo la tappa in Francia, Valle D’Aosta e Piemonte, Carovana dei ghiacciai arriverà in Lombardia dal 28 al 31 agosto per monitorare lo stato di salute del ghiacciaio Fellaria. Poi si sposterà Friuli-Slovenia (31 agosto- 5 settembre) per monitorare i ghiacciai delle Alpi Giulie, e in Veneto (dal 5-9 settembre) dove l’osservato speciale sarà il ghiacciaio della Marmolada. Anche quest’anno saranno tanti i temi che Carovana dei ghiacciai 2024 porterà in primo piano: dagli effetti della crisi climatica e degli eventi meteo estremi in montagna alla tutela della biodiversità, dalle politiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici alle buone pratiche di sviluppo sostenibile al documentario sull’agonia dei ghiacciai alpini, realizzato da Carovana dei ghiacciai E non mancheranno testimonial d’eccezione provenienti dal mondo della cultura, della musica, del mondo accademico, dell’arte, pronti a sostenere il viaggio di Carovana dei ghiacciai.

 

In soccorso dei giganti bianchi, una firma per i ghiacciai: Con Carovana dei ghiacciai 2024 Legambiente invita tutti a firmare la petizione on line “Una firma per i ghiacciai” per chiedere al Governo azioni concrete partendo dall’attuazione di 7 interventi indicati nel Manifesto per una governance dei Ghiacciai e salvare il nostro ecosistema. Una petizione che l’associazione ambientalista ha lanciato a settembre. Per firmare basta andare sulla landing page https://attivati.legambiente.it/firmaperighiacciai – attiva sul sito di Legambiente

 

Il fotovoltaico cresce in Piemonte

 

Lombardia, Veneto, Lazio e Piemonte sono le regioni d’Italia che si sono distinte per maggior numero di installazioni.

 Il settore fotovoltaico continua la sua crescita in tutta Italia. Nell’ottava edizione del Barometro del Fotovoltaico di Elmec Solar – l’azienda di Brunello che si occupa di installare e manutenere impianti fotovoltaici residenziali e industriali – emergono risultati che superano le aspettative. A marzo 2024 sono oltre 1 milione e mezzo, più precisamente 1.684.316, gli impianti installati in tutto il Paese, 360.198 in più dell’anno scorso, pari a un incremento del 27%.

A un’analisi più dettagliata emerge che le città sul podio per il maggior numero di impianti installati si confermano essere Roma, Brescia e Padova, ma non solo. L’incremento di nuovi impianti a Roma è stato di +15.435, quintuplicando (+485 %) il risultato dell’anno precedente; lo stesso vale per Brescia (12552 impianti, +325% sul 2023) e Padova (11363 impianti, +365% sul 2023), che hanno quadruplicato gli impianti installati l’anno precedente.

“I risultati ottenuti nell’ultimo anno dimostrano che l’Italia sta facendo notevoli progressi nella transizione energetica, in particolare nell’adozione del fotovoltaico. Gli italiani hanno capito che, anche senza il bonus del 110%, l’energia solare è un investimento che offre significativi risparmi economici e garantisce indipendenza dalla variabilità dei prezzi dell’energia elettrica. Questa consapevolezza è evidente dal fatto che in tutte le regioni l’adozione del fotovoltaico non è stata una semplice moda degli ultimi due anni, ma una scelta consapevole e ponderata per privati e aziende”afferma Alessandro Villa, amministratore delegato di Elmec Solar e membro del consiglio di Italia Solare e di Confindustria Varese.

Secondo la rielaborazione da parte di Elmec Solar dei dati pubblicati da Italia Solare, le 10 province d’Italia più “virtuose” sono rispettivamente: Roma con +15435 nuovi impianti; Brescia con +12552; Padova con +11363 nuovi impianti; Milano con +9534 nuovi impianti; Torino con +9451 nuovi impianti; Bergamo con +8587 nuovi impianti; Udine con +8511 nuovi impianti; Bari con +8038 nuovi impianti; Verona con +7889 nuovi impianti e Venezia con +7886 nuovi impianti.
Complessivamente, al netto del maggior numero di installazioni realizzate nei primi tre mesi del 2024, la provincia d’Italia che conta più impianti solari a marzo 2024 è Roma (66322) seguita rispettivamente da Brescia (58531), Padova (52531), Treviso (48730), Torino (44169), Vicenza (42910), Milano (39905), Venezia (39505), Bergamo (39412) e Verona (37706).

Interessante notare che, ponderano il numero di impianti per numero di abitanti, la provincia di Treviso rileva addirittura la presenza di un impianto ogni due persone (0,580), seguita dalla provincia di Cuneo (0,448) e da quella di Pordenone (0,407).

Di seguito la classifica delle 10 province italiane che hanno installato il maggior numero di impianti fotovoltaici nei primi tre mesi del 2024.

CLASSIFICA PROVINCIA Incremento da dicembre 2023 a marzo 2024 Numero totale di impianti a marzo 2024
1 Roma + 15435 66322
2 Brescia + 12552 58531
3 Padova + 11363 52531
4 Milano + 9534 39905
5 Torino + 9451 44169
6 Bergamo + 8587 39421
7 Udine + 8511 33918
8 Bari + 8038 30693
9 Verona + 7889 37706
10 Venezia + 7886 39505

 

Miradolo, visita al parco: piante utili, piante dannose, una questione di percezione

Prolungato il calendario di caccia al cinghiale

Caccia e peste suina, l’assessore Bongioanni: «,approvata la fascia di 500 metri per gli agricoltori e permesso nei prelievi selettivi l’uso di visori notturni»

Con due delibere approvate  nell’ultima Giunta prima della pausa estiva su proposta dell’Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca e Parchi Paolo Bongioanni, la Regione Piemonte ha approvato due importanti misure per la gestione della caccia al cinghiale e un ancora più pressante contenimento della specie responsabile della Psa, la Peste suina africana.

Spiega Bongioanni: «La prima deliberafortemente voluta dalle associazioni agricole, riguarda il contenimento del cinghiale nel contrasto sanitario alla Psa e autorizza i proprietari e conduttori di un fondo rurale di effettuare abbattimenti di cinghiali anche in un raggio di 500 metri oltre i confini del proprio appezzamento, anche avvalendosi dei soggetti autorizzati e appositamente incaricati dalle amministrazioni competenti. La seconda delibera prolunga di un mese il calendario venatorio in Piemonte, permettendo ai cacciatori la battuta al cinghiale ininterrottamente per quattro mesi dal 15 settembre al 15 gennaio anziché – com’è stato finora – in un periodo di tre mesi scelto fra il 15 settembre e il 15 dicembre o dal 2 novembre al 30 gennaio. Si incrementa quindi in modo considerevole la possibilità di procedere alla caccia al cinghiale, riducendone il numero e di conseguenza la pressione sulle colture agricole, senza naturalmente dimenticare che l’attività venatoria nelle aree indenni dalla Psa comporta anche una riduzione dei possibili contatti fra il selvatico sano e quello affetto dal virus».

La norma recepisce la modifica introdotta a livello nazionale dalla nuova legge sull’agricoltura, la 101 del 14 luglio 2024 (la cosiddetta “Legge Lollobrigida”). Altra importante novità introdotta dalla legge 101 e recepita in questa delibera è che, nelle azioni di prelievo selettivo del cinghiale, gli operatori potranno ora avvalersi di dispositivi di puntamento, anche digitale, per la visione notturna.

Commenta Bongioanni: «Questi due provvedimenti vanno a rafforzare e rendere ancora più efficace e armonico il contributo dei diversi soggetti coinvolti a 360° nell’opera di contenimento della specie cinghiale e nella lotta alla diffusione della Psa: cacciatori, Polizia provinciale, guardiaparco, agricoltori, Gruppi Operativi Territoriali. Una lotta nella quale contiamo a breve di poter aggiungere anche il contributo dei militari e le altre misure su cui ci siamo confrontati nei giorni scorsi con il dottor Giovanni Filippini, prima fra tutti la nascita di un coordinamento delle Regioni coinvolte dalla pandemia».

Una terza delibera, sempre approvata dalla Giunta il 9 agosto su proposta dell’Assessore Bongioanni, permette infine per la stagione venatoria 2024-25 nuove immissioni, in deroga alla legge regionale 5 del 2018, di capi di specie cacciabilifagianopernice rossa, lepre e starna. È una richiesta venuta dagli Ambiti Territoriali Caccia e dai Comprensori Alpini per sostenere il ripopolamento naturale e l’autoriproduzione della fauna in territorio libero attraverso l’immissione di capi provenienti da allevamenti autorizzati.

A Palazzo Madama: CHANGE! Ieri, oggi, domani. Il Po

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino presenta una mostra che, insieme a un amplissimo progetto territoriale, intende approfondire il tema della crisi climatica, offrendo una visione sinottica dei cambiamenti millenari lungo il percorso del fiume Po, paradigma di quanto sta avvenendo su scala mondiale.

 

Il progetto nasce in dialogo con l’Assessorato alla Cura della città, Verde Pubblico e sponde fluviali della Città di Torino e dalla collaborazione tra Palazzo Madama e fondamentali partner nazionali, da sempre impegnati sui temi della conservazione e tutela ambientale, in primis l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ABDPO) e l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (A.I.Po) insieme alle Riserve della Biosfera del Po, oggi unite nella Riserva MaB UNESCO Po Grande. Accanto a essi gli interpreti torinesi, dal Politecnico di Torino all’Università degli Studi di Torino, allo European Research Institute che quotidianamente portano avanti la ricerca e lo studio del Po e dell’acqua in generale da prospettive disciplinari diverse, e con la media partnership di Rai Radio3.

 

Affrontando i temi essenziali del cambiamento climatico in un’esposizione che intesse un racconto visivo tutto sviluppato nell’interazione tra grande pittura e fotografia, illustrazione e infografica capaci di narrare il paesaggio italiano nella sua complessità e articolazione, dalle Alpi al mare, il progetto espositivo punta l’attenzione sul tema dell’acqua e in particolare sul nostro Grande Fiume, che da millenni determina il paesaggio e la vita della popolazione, è via di comunicazione ma anche supporto essenziale per le attività agricole e industriali, ed esplora le conseguenze e analizza le potenziali soluzioni messe in atto sul territorio dai diversi enti di ricerca e di tutela del Po.

652 chilometri di lunghezza, 141 affluenti, quasi 87.000 chilometri quadrati di bacino idrografico, 19.850.000 di abitanti, il 37% della produzione agricola italiana, il 55% dell’industria zootecnica nazionale: il Po e il bacino padano, dove si produce il 40% del PIL nazionale, costituiscono una delle aree con la più alta concentrazione di popolazione, industrie e attività commerciali a livello europeo.

Questo incredibile sviluppo è stato reso possibile grazie alla storica stabilità e abbondanza della portata delle acque del maggior fiume d’Italia, che provengono da innumerevoli fonti e processi naturali diversificati – sorgenti montane, fusione nivale, ghiacciai, grandi laghi e risorgive di pianura – ma che negli ultimi decenni hanno visto un significativo mutamento, portando a un fenomeno di crisi che si sta verificando ovunque a livello globale.

Proprio per le sue peculiarità e per il suo portato di memoria, di stratificazione storica e di paesaggi, il Po – romano e pagano, bizantino e longobardo, feudale e delle signorie, delle campagne e delle città, romantico, agricolo, industriale, turistico e cinematografico – è capace di restituire in maniera emblematica e chiaramente percepibile la crisi climatica e i suoi effetti: la fisionomia del pianeta sta cambiando più rapidamente di quanto abbia fatto negli ultimi millenni ed è ormai dimostrato il ruolo che gli esseri umani hanno esercitato in questo processo.

La mostra Change! ha l’obiettivo di descrivere questi cambiamenti, offrendo occasioni di riflessione sulla crisi e sui possibili scenari di adattamento ad essa, ma anche di esortare all’azione e alla presa di coscienza: è tempo di agire.

Dal forte impatto scenografico ed emotivo, grazie al progetto allestitivo di Emilio Alberti e Mauro Zocchetta, la mostra si apre con una formidabile installazione capace di proiettare al paesaggio di dieci milioni di anni or sono, poi narrato tramite il mondo dei fossili, stupefacenti cartografie storiche, infografiche e illustrazioni originali realizzate da Jacopo Rosati, avviando un racconto sulla nascita, storia ed evoluzione del Bacino Padano prima e del Po a seguire, con un focus sui cambiamenti caratterizzati da un andamento secolare e da un’improvvisa accelerazione durante l’Antropocene, la nostra era.

La seconda sezione illustra la vita naturale e il lavoro umano nell’area del bacino del Po attraverso fotografie e dipinti di grandi artisti in parte provenienti dalle collezioni dei Musei Civici di Torino, così da sottolineare l’eccezionalità non solo del patrimonio della GAM e di Palazzo Madama, ma anche i fondi storici dell’Archivio Fotografico: olii, acquerelli, acqueforti e tempere di Giovanni Michele Graneri, Jean Louis Daudet, Giuseppe Pietro Bagetti, Antonio Fontanesi, Carlo Pittara, Giuseppe Pellizza da Volpedo e altri grandi artisti saranno accostati a fotografie di maestri quali Vittorio Sella, Mario Gabinio, Riccardo Moncalvo, Franco Fontana, Mimmo Jodice e Bruna Biamino, per restituire frammenti di vita quotidiana, tradizioni, le attività e le relazioni delle persone che vivono lungo le sponde del fiume Po, oltre che tratteggiare i paesaggi padani attraverso i secoli.

All’Antropocene è dedicata invece la terza sezione. Attorno al 1950 l’emissione di grandi quantitativi di gas serra inverte il processo di neoglaciazione, generando una fase di riscaldamento climatico a matrice antropica, che è quanto l’attuale siccità del Po racconta: la diminuzione della sua portata, causata dall’assottigliamento dei ghiacciai alpini, causa una diminuzione dell’acqua che arriva al Delta.

Il racconto per immagini operato da Mondoserie.it è un esempio cristallino del modo in cui l’uomo ha in origine guardato alla Terra e di come questo sguardo sia diventato progressivamente meno lungimirante, fino a perdere di vista l’orizzonte complessivo che però ora si palesa con eventi dirompenti.

Le secche del Po sono il sintomo locale di un problema planetario, quello della riduzione dei ghiacciai e delle calotte polari, raccontato in mostra attraverso immagini satellitari che mostrano la mappa del bacino idrografico del Po, con le centinaia di venature azzurre che scendono dalle vallate alpine e appenniniche per poi riunirsi e dare forma, nella pianura padana, alla grande traccia blu del Po che sfocia nell’Adriatico. Un reticolo idrografico che appare come un insieme di “vasi sanguigni” che assicurano al territorio la linfa vitale dell’elemento acqueo, necessario per la sopravvivenza stessa del mondo vegetale e animale, e che, negli ultimi anni, ha subito mutamenti radicali: in alcuni periodi dell’anno il grande letto del fiume è ridotto a cumuli di ghiaia e sabbia, colonizzato da cespugli e giovani piante, gli affluenti sono in secca e il delicato ecosistema del Delta è messo a rischio dalla risalita del cuneo salino.

La siccità italiana è però un caso unico, perché deriva da uno dei tanti paradossi che caratterizzano il nostro Paese: nonostante l’Italia sia il quinto in Europa per quantità di precipitazioni dopo Croazia, Irlanda, Austria e Slovenia, siamo quello che immagazzina meno acqua in assoluto, poiché non riusciamo a stoccarla.

Di fronte a questo scenario è necessario immaginare soluzioni nuove: la mitigazione e l’adattamento devono prevedere non solo azioni che contribuiscano a ridurre la vulnerabilità degli esseri umani agli impatti attuali (o previsti) dei cambiamenti climatici, come i fenomeni meteorologici estremi e l’innalzamento del livello del mare, ma anche nuovi protocolli agricoli che garantiscano la sicurezza alimentare e suppliscano alla perdita di biodiversità, nonché la produzione e l’approvvigionamento di energia da fonti alternative a quelle esistenti, ponendo nuove basi per una più equilibrata relazione fra uomo e natura.

Le immagini di Adaptation.it invitano a riscoprire la capacità di correggere i propri errori, di mitigarli appunto, e la possibilità per l’uomo di esplorare nuove soluzioni dando spazio alla sua incredibile abilità nell’adattarsi a situazioni nuove, impreviste e spesso anche sfavorevoli, sfruttando inventiva, tradizione e semplice buon senso.

La mostra Change! si inserisce in un più ampio progetto che Palazzo Madama dedica per tutto il 2024 ai temi dei diritti dei popoli e dell’autodeterminazione, del clima e dell’Europa e rappresenta l’acme di una riflessione avviata ad aprile con la Planet Week insieme alla World Bank in occasione del G7 Clima, Energia e Ambiente e sviluppata attraverso la mostra Max Pinckers. State of Emergency e che vedrà attivarsi una esposizione collaterale Memorie d’acqua. Parole e immagini a cura dell’Atlante Linguistico Italiano; cicli di conferenze e convegni internazionali organizzati dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, dall’Assessorato alla Cura della città, Verde Pubblico e sponde fluviali della Città di Torino, insieme a un fitto programma di attività, workshop, laboratori e giornate a tariffa ridotta che coinvolgeranno l’intera cittadinanza, nella riscoperta e protezione della grande arteria d’acqua.

La mostra, curata da Tiziana CasertaAnna La Ferla e Giovanni C.F. Villa, sarà accompagnata da un catalogo, edito da Silvana Editoriale, con contributi – fra gli altri – di studiosi dell’Università degli Studi di Torino, dell’Università degli Studi di Bergamo, del Politecnico di Torino, del Politecnico di Milano, dell’ENEA, di Slow Food, di Adaptation.it e di Mondoserie.it

 

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

Sala Senato

Piazza Castello – Torino

 

27 giugno 2024 – 13 gennaio 2025

 

INFO UTILI:

 

SEDE ESPOSITIVA E DATE Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica. Piazza Castello, Torino

27 giugno 2024 – 13 gennaio 2025

ORARI Lunedì e da mercoledì a domenica: 10 – 18. Martedì chiuso
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
BIGLIETTI intero € 12,00 | ridotto € 10,00

Gratuito Abbonamento Musei e Torino+Piemonte card

INFORMAZIONI palazzomadama@fondazionetorinomusei.it   – t. 011 4433501                 www.palazzomadamatorino.it

 

A settembre World Plogging Championship 

Correre raccogliendo i rifiuti abbandonati che si incontrano lungo il percorso, facendo incetta di residui del cosiddetto fenomeno del “littering”, ovvero la dispersione nell’ambiente di piccoli (e a volte grandi) rifiuti. Si tratta del plogging, una disciplina che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede tra gli appassionati di running e trail running e che l’istituzione del World Plogging Championship ha trasformato in una vera e propria competizione internazionale, con atleti provenienti da ogni parte del mondo.

PH Stefano Jeantet – World Plogging Championship

La quarta edizione del World Plogging Championship si terrà dal 27 al 29 settembre 2024 nei boschi della Val Gandino, nella media Val Seriana in provincia di Bergamo. La tradizionale cerimonia di inaugurazione, in programma venerdì 27 settembre, sarà seguita dal briefing pre-gara in cui si sveleranno gli ultimi dettagli sul territorio destinato alla sfida. Il giorno successivo, sabato 28, gli atleti che avranno superato le prove di qualifica nel corso dell’anno 2024 si confronteranno in una competizione di trail plogging della durata massima di sei ore sui sentieri della Val Gandino.

 

È l’algoritmo che decide il mondiale

Una notte per fare il conteggio di quanti e quali rifiuti gli atleti avranno raccolto, a cui sommare la distanza e il dislivello di percorrenza: tutti i dati verranno elaborati da un collaudato algoritmo che decreterà il campione e la campionessa mondiali di plogging 2024. A mettere in palio il titolo iridato saranno l’italiana Elena Canuto e lo spagnolo Manuel Jesús Ortega García, che vinsero il mondiale lo scorso anno a Genova, edizione (con oltre 80 atleti in rappresentanza di 16 nazioni) passata alla storia perché i plogger in gara hanno recuperato un totale di 3.000 kg di rifiuti abbandonati, di cui il 71% è stato differenziato e avviato al riciclo. La domenica 29 settembre non si terranno solo le premiazioni, ma in programma c’è anche la prima edizione della gara di Urban Plogging che si svolgerà a Bergamo.

PH Stefano Jeantet – World Plogging Championship

 

PH Stefano Jeantet – World Plogging Championship

«Sempre più praticanti in giro per il mondo animano il popolo del plogging! Non più solo attivisti attenti alle tematiche ambientali, ma anche veri e propri atleti pronti a sfidarsi a colpi di chilometri e affondi sulle gambe! È per questo che, oltre alle gare qualificanti, vogliamo promuovere sempre più la possibilità di qualificarsi attraverso una virtual challenge, così che atleti e appassionati  plogger da tutto il mondo possano confrontarsi e aspirare a staccare  il biglietto per le finali dei campionati mondiali. Una cosa è certa: più concorrenti si sfidano con le qualificazioni più il mondo sarà pulito!»,  Roberto Cavallo, ideatore e direttore di gara del World Plogging Championship.

 

Per informazioni aggiuntive e per scoprire tutti gli aggiornamenti, si può consultare il sito ufficiale www.worldploggingchampionship.com e i profili social Facebook e Instagram.

Il Campionato Mondiale di Plogging è organizzato dal Comitato Internazionale di Plogging, composto da AICA – Associazione Internazionale per le Comunicazione AmbientaleERICA soc. coop.ACEA Pinerolese IndustrialeErik Ahlström – PloggaCarlo Degiovanni – Podistica Valle Infernotto e Sandro Fioravanti – RAI Sport.