AMBIENTE- Pagina 73

Veicoli green per le Poste anche a Torino

Anche in provincia di Torino Poste Italiane punta sulla sostenibilità e aumenta il numero dei mezzi in grado di conciliare l’efficienza nel servizio di recapito con le politiche green.

Da oggi anche in provincia di Torino sono operativi 363 veicoli a basse emissioni che si aggiungono ai 154 tricicli e quadricicli elettrici già presenti sul territorio per la consegna dei pacchi e della corrispondenza.

La nuova fornitura è composta da veicoli a quattro ruote, tra macchine e furgoni allestiti con propulsori endotermici di ultima generazione: metano, motorizzazioni ibride e full electric.

Grazie a questi nuovi mezzi, da oggi anche sul territorio Torino la posta viaggia completamente “green” durante tutto il processo di recapito. I veicoli prima di entrare a far parte della flotta di Poste Italiane sono stati modificati e resi funzionali alle esigenze del servizio postale; ad esempio, in alcune macchine, il sedile passeggero è dotato di un particolare allestimento per l’alloggiamento delle cassette o di particolari scaffalature per il trasporto dei pacchi. Altri ancora hanno accessori ad hoc per la mission di Poste Italiane, come il sistema Keyless Entry&Start per il riconoscimento a distanza del conducente. Grazie a questa tecnologia, le portiere e il portellone si sbloccano automaticamente, facilitando il lavoro degli operatori.

Il rinnovo della flotta aziendale in ottica sostenibile è uno degli obiettivi del piano industriale ’24 SI’ dell’Azienda guidata dall’Amministratore Delegato Matteo Del Fante, e proseguirà per tutto il 2022. Al momento sono 13 mila i veicoli green che Poste ha messo su strada, per arrivare nel 2024 ad un totale di 17.000.

Con i nuovi mezzi elettrici, dunque, la mobilità dell’Azienda è sempre più sostenibile, in linea con l’ESG – Environmental Social and Governance, il piano d’azione in materia di sostenibilità ambientale e sociale del Gruppo.

Lo stambecco prim’attore al Forte di Bard

Re salva Re. Arriva il “25° Gran Paradiso Film Festival”

Fino al 9 ottobre

Bard (Aosta)

Re salva Re. Pochi sanno, infatti, che a salvare dal pericolo di estinzione la specie dell’animale simbolo, ufficialmente riconosciuto come il Re del “Gran Paradiso”, sua maestà lo Stambecco, fu proprio un altro Re, nientemeno che Re Vittorio Emanuele II che, nel 1856, fece proteggere gli ultimi esemplari (quando ormai, per la caccia smodata e senza regole dell’uomo se ne contavano solo poche centinaia nelle Alpi italiane e francesi) in una riserva privata in Valsavaranche dove, per suo ordine, un gruppo speciale di guardacaccia li proteggeva da altri cacciatori.

Da allora la Capra ibex (suo nome scientifico), le cui origini ci portano indietro nel tempo fino al “Paleolitico”, a 100mila anni fa, quando lo stambecco viveva in tutte le regioni rocciose dell’Europa centrale (come testimoniano ancora oggi le pitture rupestri rinvenute nelle grotte di Lascaux in Francia), il magnifico animale ha ripreso nuova vita diventando veramente il Re incontrastato del “Parco Nazionale del Gran Paradiso”. A celebrarne la forza, l’agilità e l’eleganza è oggi (e fino al 9 ottobre) il valdostano “Forte di Bard” che, ospitando il progetto espositivo del “25° Gran Paradiso Film Festival”, “GPFF in mostra – Il Gran Paradiso e il suo Re” ( ideato da “Fondation Gran Paradis” e co-prodotto dall’“Associazione Forte di Bard” con la collaborazione del “Parco Nazionale Gran Paradiso”) ne traccia un sorprendente doppio ritratto attraverso gli scatti del fotografo romano Giorgio Marcoaldi – tratti dal volume “Il Re, lo stambecco del Parco Nazionale del Gran Paradiso” – e le immagini cinematografiche dei registi francesi Anne ed Erik Lapied, in cui “si racconta una storia di equilibrio fra uomo e natura e di reciproca salvezza, nel primo Parco Nazionale d’Italia”.

Ricordano gli organizzatori: “Nel 2022 la Valle d’Aosta celebra la concomitanza di due ricorrenze dal forte valore simbolico: il 100° anniversario dell’istituzione del ‘Parco Nazionale Gran Paradiso’ e la 25^ edizione del ‘Gran Paradiso Film Festival’ (principale evento culturale dell’area del Gran Paradiso), che, iniziata l’11 luglio scorso, si terrà fino al 6 agosto nelle tre valli valdostane dell’area protetta e la cui sezione ‘GPFF in mostra’ sarà visitabile per tutta l’estate al ‘Forte di Bard’, con uno ‘spin off’ nel Gran Paradiso”. Il progetto espositivo (inaugurato il 16 luglio scorso, alla presenza degli stessi Giorgio Marcoaldi e Anne ed Erik Lapied, insigniti nell’occasione del titolo di “Grand Paradiso Ambassador”) “si snoda attraverso la storia, i luoghi, le caratteristiche ed il valore simbolico dello stambecco alpino, offrendo ai visitatori vari spunti e suggestioni per avvicinarsi alla realtà unica del Gran Paradiso”. Sempre sabato scorso, 16 luglio, è stato anche proiettato il film “Le Temps d’une Vie” di Anne, Erik e Véronique Lapied, la cui trama ruota intorno alla vita di uno stambecco, con straordinarie riprese girate all’interno dell’area protetta. La pellicola verrà ancora proiettata all’interno dell’Auditorium dell’“Opera Mortai” del Forte, in altre tre date: sabato 13 agosto, sabato 3 settembre e sabato 8 ottobre, alleore 16.

Lo “spin off” della mostra “Il Gran Paradiso e il suo Re” é invece allestito outdoor nelle stesse date presso il “Villaggio Minatori” di Cogne, sede di “Fondation Grand Paradis”, ed espone una diversa selezione di scatti di Giorgio Marcoaldi, sempre dedicati alla Capra ibex, che riportano il progetto nei luoghi che racconta. Lo “spin off” sarà visitabile gratuitamente ogni giorno a qualsiasi ora.

Maggiori informazioni sono disponibili sui siti: www.gpff.it  e www.fortedibard.it

g.m.

Nelle foto:

–       Giorgio Marcoaldi: “Stambecco”

–       Giorgio Marcoaldi

–       Anne ed Erik Lapied

In viaggio Goletta dei Laghi con la seconda edizione del Forum Acque di Legambiente

Forum Acque 2022, tutelare e gestire la risorsa idrica di fronte alla siccità

 

A Verbania per porre le basi di un sistema idrico integrato e sostenibile

 

È partita Goletta dei Laghi in Piemonte, con la prima tappa sul Lago Maggiore. Ad avviare la campagna di Legambiente dedicata alla tutela dei bacini lacustri italiani, si è tenuto nella cornice di Verbania il Forum Acque organizzato da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.

La seconda edizione del Forum giunge in un momento in cui l’acqua appare sempre più come una risorsa tanto insostituibile quanto fragile. A inizio luglio, infatti, il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza in relazione al deficit idrico in diverse Regioni – tra le quali il Piemonte – una chiara conseguenza della crisi climatica che impatta nostri territori in modo tangibile.

L’evento dedicato alla valorizzazione, sensibilizzazione e analisi della risorsa idrica è stato ospitato dall’Hotel Majestic di Verbania, struttura a cui è stato assegnato il riconoscimento di Ambassador di Legambiente Turismo per l’impegno nella realizzazione di prodotti e servizi turistici sostenibili e attenti all’ambiente.

A dare il via al Forum Acque, moderato dalla Direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta Alice De Marco, sono stati i saluti istituzionali delle amministrazioni locali e regionali; sono intervenuti Matteo Marnati, Assessore all’Ambiente, Energia e Innovazione della Regione Piemonte, e Giorgio Comoli, Assessore all’Ambiente del Comune di Verbania. Spazio poi agli interventi di Angelo Robotto, Direttore di ARPA Piemonte, Mariangela Nieddu, General Manager del Grand Hotel Majestic, e Giorgio Prino, Direttore di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, che ha introdotto i temi del Forum.

“Proteggere e valorizzare un bene come l’acqua è una delle grandi sfide che non possiamo perdere. Siamo costretti ad essere resilienti e ad adattarci ad un ecosistema che, sempre più fragile, sarà in una crisi ormai cronica”, dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente e Valle d’Aosta. “Le nostre campagne come il Big Jump, Goletta dei Laghi e Carovana dei Ghiacciai ci aiutano a puntare i riflettori sulla risorsa idrica, per pungolare non solo l’attenzione pubblica, ma soprattutto i decisori politici. Bisogna rivedere gli usi e i consumi dell’acqua, mettendo in discussione schemi consolidati non più sostenibili, ripristinando l’equilibrio tra uomo e ambiente”

La prima parte della mattinata è stata dedicata al problema delle microplastiche nei corpi idrici piemontesi, presentando il percorso di networking che Legambiente sta strutturando insieme ad Arpa, ENEA e CNR. Sono intervenute Arianna Nicola, collaboratrice tecnico-professionale di Arpa Piemonte, Maria Sighicelli, ricercatrice di ENEA, e Silvia Galafassi, ricercatrice di CNR IRSA – Istituto di Ricerca sulle Acque sede di Verbania.

Durante la seconda metà del Forum sono stati affrontati temi di scottante attualità: la siccità che da mesi colpisce il Piemonte e la conseguente necessità di adottare pratiche virtuose per gestire le risorse idriche. Sono intervenuti al riguardo Vanda Bonardo, Responsabile di Legambiente Alpi, e Angelo Robotto, Direttore di ARPA Piemonte, che ha inquadrato il problema degli oltre tre mesi senza precipitazioni significative sul territorio regionale all’interno del più ampio quadro della crisi climatica. Ora che i suoi segni hanno un impatto sulle vite quotidiane delle persone diventa fondamentale gestire in modo sostenibile le acque: su questo si sono concentrati gli interventi di Daniele Barbone, Amministratore Delegato di Acqua Novara VCO, e Roberto Ronco, Direttore Generale dell’Autorità d’Ambito Idrico Torinese ATO 3.

La siccità sta mettendo a dura prova anche il settore agricolo piemontese. A trattare il binomio acqua-cibo sono intervenuti Franco Parola, responsabile provinciale del settore ambiente di Coldiretti, e, a seguire, Maura Tuninetti, Ricercatrice in Ingegneria Ambientale del Dipartimento di per l’Ambiente, il Territorio e le Infrastrutture del Politecnico di Torino, che ha presentato il progetto Water to Food, con il quale si punta ad ottimizzare l’impiego delle risorse idriche nel sistema alimentare globale nell’ottica della sicurezza alimentare.

L’intervento di Pietro Volta, ricercatore CNR IRSA, ha portato l’attenzione sulla tutela della biodiversità ittica. A concludere la mattinata, l’ingegnere Matteo Cerruti di Navigazione Laghi ha affrontato il tema del turismo sostenibile sui bacini lacustri.

Il Forum Acque si è svolto con il supporto del Gran Hotel Majestic di Verbania e il patrocinio del Comune di Verbania, delle Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola e della Regione Piemonte; media partner dell’evento è Italia che Cambia.

“L’Adieu des glaciers” in mostra al valdostano “Forte di Bard”

Il “Gran Paradiso”, al centro della ricerca fotografica e scientifica 

Fino al 13 novembre

Bard (Aosta)

Il titolo suona ancor più cupo a pochi giorni dalla tragedia della Marmolada. “L’Adieu des glaciers” (“L’Addio dei ghiacciai”) è un progetto iniziato dal “Forte di Bard” nel 2020, un viaggio iconografico e scientifico fra i Ghiacciai dei principali Quattromila della Vallée per raccontare e documentare in modo chiaro le loro preoccupanti (mai troppo!) trasformazioni. L’iniziativa si articola nell’arco di quattro anni ed ha come obiettivo, grazie al supporto di numerosi enti ed istituzioni, un approfondito lavoro di studio attorno al Monte Rosa, al Cervino, al Gran Paradiso e al Monte Bianco. Dopo avere esplorato, negli anni precedenti, il Rosa e il Cervino, nel 2022 il viaggio continua nella sua terza tappa ed è interamente concentrato sul Gran Paradiso, nell’anno, fra l’altro, in cui si celebrano i cento anni dall’istituzione del “Parco Nazionale”. Orbene i dati scientifici raccolti, insieme a un “paradiso” fotografico per lo più inedito e tendenzialmente storico-analogico (raccolto presso archivi pubblici, associazioni e privati in ambito valdostano, nonché presso il “Comitato Glaciologico Italiano”, la GAM e il Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” di Torino) li troviamo allestiti e raccolti nella mostra “Il Gran Paradiso: ricerca fotografica e scientifica”, ospitata al “Forte di Bard” fino al prossimo 13 novembre. Curata da Enrico Peyrot (fotografo e storico della Fotografia) e da Michele Freppaz (docente al “Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari” dell’Università di Torino), la rassegna propone un viaggio didattico e di forte suggestione visiva all’interno della vasta area glaciale e periglaciale compresa tra le Valli di Cogne, Valsavarenche, Valle di Rhêmes, Valgrisenche, Valle Soana e Valle Orco. E i dati di cui dà computo devono decisamente preoccupare e farci riflettere, rispetto agli effetti del surriscaldamento globale dei ghiacciai che rispondono all’ alterazione del clima arretrando e perdendo volume, fenomeni assolutamente percepibili ad occhio nudo, con i confronti fotografici e grazie alle preziose serie storiche (quasi trentennali) di misure prese sul terreno. “Sorvegliato speciale” per quanto riguarda il “Parco del Gran Paradiso” è il Ghiacciaio del “Grand Etrèt”, che dal 1999 ha perso per fusione uno spessore medio di 22 metri di ghiaccio, vedendone dimezzata la superficie. Non migliori le condizioni del Ghiacciaio “Ciardoney”, la cui “fronte” (secondo il monitoraggio compiuto dal 1986 dalla “Società Meteorologica Italiana”) si è ritirata di circa 350 metri dall’ ’86 e di 500 metri dal ’71. Altri ghiacciai oggetto di studio ad opera dell’“ARPA Valle d’Aosta” sono il “Timorion” e il “Rutor”, anch’essi interessati da uno stato di generale, progressiva e intensa riduzione della massa glaciale.

 “Le aree recentemente deglacializzate rivestono un’importante rilevanza scientifica – sottolineano i curatori – costituendo dei veri e propri laboratori per lo studio dei processi legati all’evoluzione dei suoli e alla colonizzazione della vegetazione, senza dimenticare la formazione di nuovi laghi, come quello di ‘Grand Croux’, monitorato dai tecnici della ‘Fondazione Montagna Sicura’”. Risultanze scientifiche e momenti di intensa arte fotografica (stampe originali e fine art): la mostra si snoda seguendo un percorso a doppia interpretazione, in perfetto equilibrio e lucida convivenza fra “creazioni formalmente contemplative della natura accanto a fotografie scientifico-documentali realizzate nell’ambito dello studio e della gestione del ricco patrimonio naturale”. A corollario della rassegna verranno programmate conferenze di approfondimento sul territorio.

Gianni Milani

“L’Adieu des glaciers: ricerca fotografica e scientifica”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II 85, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 13 novembre

Orari: mart. e ven. 10/18; sab. – dom. e festivi 10/19. Lun. chiuso. Ad agosto aperto anche al lunedì.

Nelle foto:

–       Vittorio Sella: “Cogne, Valnontey, sul ghiacciaio Dzasset”, aristotipo/carta, 1894

–       Renzo Videsott: “Cogne, Valnontey, studioso tedesco e la moglie in zona Lauson”, gelatina sali d’argento/carta, 1957

–       Annibal Ottino: “Cogne, prati di Sant’Orso”, lastra al collodio umido, fine anni ’60, primi ’70 dell’Ottocento

Presentato il Piano di Decarbonizzazione del Politecnico

CARBON NEUTRALITY: AL VIA AL POLITECNICO DI TORINO LE AZIONI PER RIDURRE LE EMISSIONI

 

Presentato il Piano di Decarbonizzazione dell’Ateneo torinese: un percorso per arrivare all’ambizioso traguardo di azzeramento delle emissioni in anticipo di 10 anni

rispetto agli impegni “Net Zero” presi a livello internazionale, con l’avvio di azioni immediate e concrete nel breve periodo e un piano pluriennale per l’abbattimento delle

emissioni di CO2 dirette e indirette

 

Il Politecnico di Torino raggiungerà la neutralità carbonica (“carbon neutrality”) entro il 2040. Questo è l’obiettivo ambizioso fissato dal Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo.

In una recente seduta del CdA è stato infatti presentato il primo inventario delle emissioni di Ateneo e l’avvio del Piano di Decarbonizzazione. Ad oggi si stima che siano almeno 10mila le tonnellate di CO2 prodotte dal Politecnico per quanto riguarda le emissioni dirette e indirette relative ai consumi elettrici e termici (che rappresentano quasi l’80% del totale), e per la mobilità del personale (quasi il 10%).

Il percorso per arrivare all’ambizioso traguardo di azzeramento delle emissioni anticipato di 10 anni rispetto agli impegni “Net Zero” presi a livello internazionale, rappresenta una sfida importante per l’Ateneo, che richiede l’avvio di azioni immediate e concrete nel breve periodo e un piano pluriennale per l’abbattimento delle emissioni di CO2 dirette e indirette.

Il CdA ha approvato il percorso proposto dal Green Team di Ateneo, che prevede un primo ambito di azioni di attuazione immediata (ad esempio: implementazione del fotovoltaico, installazione di luci a LED e sostituzione degli infissi) nonché un più articolato piano di azioni volto a migliorare la conoscenza dei consumi e dei fattori di produzione della COper poter intervenire in modo mirato.

 

“Come Ateneo e come società stiamo affrontando un processo di profonda trasformazione tecnologica, ambientale e sociale, i cui effetti anche critici sono già visibili a tutti e coinvolgono tutte le generazioni, superando ormai le frontiere nazionali – sottolinea Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino – Il Politecnico, ormai da molti anni attore di rilievo internazionale su tutte le più avanzate frontiere tecnologiche, intende anticipare e accompagnare questa nuova transizione attraverso un percorso aperto e condiviso, che metterà a disposizione anche della società e delle comunità territoriali le proprie competenze tecniche. Riteniamo infatti che le persone siano l’elemento essenziale per una nuova transizione sostenibile, e quindi riteniamo indispensabile affrontare questa sfida in modo corale, valorizzando le capacità tecniche e le soluzioni creative e innovative che emergeranno da un ascolto attivo e continuo. Proprio per questo, nei prossimi mesi saranno lanciate delle “call for ideas”, aperte alla comunità accademica ed ai nostri stakeholder, attraverso cui raccoglieremo proposte e spunti di azione innovativi per contribuire al rafforzamento del nuovo Piano di decarbonizzazione. Questo percorso ci consentirà inoltre di consolidare il legame con le comunità interna ed esterna, coinvolgendo e creando valore non solo per il nostro Ateneo ma per tutto il contesto territoriale.”

“In questi anni, come Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile abbiamo lavorato ad un protocollo di rilevazione delle emissioni per le università che è risultato un’ottima base di partenza per la costruzione del nostro cruscotto delle emissioni – spiega Patrizia Lombardi, Vice Rettrice per Campus e Comunità Sostenibili e coordinatrice del Green Team del Politecnico di Torino – Su questa base di informazioni l’Ateneo può prendere decisioni consapevoli e mettere a punto azioni mirate per raggiungere la neutralità carbonica e, allo stesso tempo, supportare il difficile percorso verso la neutralità climatica della Città di Torino che è una delle 100 ‘Mission Cities’, in ambito europeo, diventando hub di sperimentazione e innovazione in ambito climatico.”

Pieno sostegno all’iniziativa anche da parte del Direttore Generale del Politecnico di Torino, Vincenzo Tedesco che aggiunge: “Il percorso che ci accingiamo a intraprendere avrà un impatto su tutte le strutture tecnico-amministrative dell’Ateneo, chiamate a collaborare affinché tutti i filoni di attività dei prossimi anni convergano verso il comune obiettivo di decarbonizzazione”.

Siccità, in campo anche Intesa Sanpaolo: arrivano 100 milioni di euro a sostegno delle imprese agricole

• Finanziamenti dedicati con rimborso rateali o in unica scadenza per il risparmio delle
risorse idriche
• Iter semplificato e veloce per poter accedere al credito nel più breve tempo possibile
• Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto le prime
regioni ad accedervi ma sarà possibile estendere il plafond anche ad altre aree

– Intesa Sanpaolo ha stanziato un plafond di 100 milioni di euro a
sostegno delle piccole e medie aziende agricole che stanno subendo i danni causati dalla
siccità. La banca vuole così dare un sostegno immediato e dedicato al fine di rispondere nel più
breve tempo possibile alla situazione di emergenza venutasi a creare in Italia e in particolar
modo nei territori delle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e
Veneto.

E’ prevista la possibilità di richiedere finanziamenti a breve termine con rimborso in un’unica
soluzione (per capitale ed interessi) alla scadenza oppure con rimborsi rateali aventi periodicità
regolare, e a medio-lungo termine, finalizzati al risparmio dell’acqua e in generale alla
ottimizzazione delle risorse idriche. Sarà possibile attivare queste soluzioni con iter semplificati
e veloci al fine di poter accedervi nel minor tempo possibile.

Nel caso in cui lo stato di emergenza si ampliasse ad altre regioni, Intesa Sanpaolo estenderà il
proprio sostegno alle aziende interessate.

Intesa Sanpaolo mette a disposizione tutte le proprie filiali sul territorio per fornire prontamente
informazioni e assistenza, in particolare attraverso la rete dedicata della Divisione Agribusiness
presente nelle aree a maggior vocazione agricola con 250 punti operativi e oltre 1.000
professionisti.

Nasce a Torino, con Green Pea Building, l’edificio del futuro per gli uomini del futuro

Nasce a Torino, con Green Pea Building, l’edificio del futuro per gli uomini del futuro

Intesa tra Regione e Cai per attività in ambiente naturale

Valorizzare e promuovere il patrimonio naturale, culturale e paesaggistico delle montagne e sviluppare forme eco-compatibili di gestione e di sviluppo del turismo montano, compreso l’utilizzo delle tecnologie digitali, sono gli obiettivi che si pone il protocollo d’intesa stipulato tra Regione Piemonte e Gruppo regionale Piemonte del Club Alpino Italiano.

Il documento, valido tre anni, è stato presentato  dal Vicepresidente e Assessore alla Montagna della Regione Piemonte e dal Presidente e dal Vicepresidente del Gruppo regionale Piemonte del CAI.

Il Vicepresidente della Regione ha potuto così annunciare la continuazione di una collaborazione consolidata da alcuni anni, che permetterà alle persone che vogliono praticare la montagna di percorrere sentieri sempre curati e di essere consigliate sull’utilizzo di un corretto equipaggiamento. Ha inoltre affermato che questa Amministrazione ritiene il miglioramento dell’economia dei territori montani fondamentale per lo sviluppo dell’intero Piemonte e che la pandemia ha insegnato che il ripopolamento della montagna necessita della disponibilità di servizi adeguati.

Presidente e vicepresidente del Gruppo regionale Piemonte del CAI hanno sottolineato l’importanza che riveste questo nuovo accordo con la Regione, in cui credono molto, ed hanno garantito l’impegno dei propri associati per rendere sempre più accessibili e sicuri i percorsi escursionistici nella Regione e per adeguare i rifugi CAI anche alle nuove esigenze dettate dai cambiamenti climatici in atto.

Cosa prevede il protocollo

Regione e CAI si impegnano a favorire la frequentazione della montagna nel rispetto di adeguate condizioni di sicurezza, ad assicurare la tutela dell’ambiente montano, a promuovere la Carta etica della Montagna tramite azioni volte a valorizzare l’economia locale secondo una frequentazione turistica sostenibile e socialmente inclusiva che presenti percorsi innovativi di fruizione capaci di coinvolgere anche le le famiglie, i bambini e le persone con difficoltà.

Per ottenere questi risultati sono previsti diversi interventi:

* adeguamento normativo e miglioramento della qualità dell’offerta dei rifugi alpini ed escursionistici di proprietà del CAI;

* verifica delle caratteristiche, della frequentazione e della ricettività dei percorsi, delle vie ferrate e dei siti di arrampicata inseriti nella rete escursionistica regionale, con particolare attenzione alla Grande Traversata delle Alpi, alla Via Francigena e agli itinerari storico-devozionali;

* manutenzione dei sentieri e ripristino della segnaletica direzionale e di richiamo della rete sentieristica di rilevanza regionale e della Grande Traversata delle Alpi, nel rispetto delle priorità e delle indicazioni stabilite dalla Regione Piemonte;

* formazione degli operatori per la manutenzione dei sentieri;

* condivisione di azioni di divulgazione, comunicazione e promozione dell’offerta turistica e di promozione culturale della montagna piemontese nel rispetto del patrimonio ambientale, storico e culturale in coerenza con gli obiettivi della Carta Etica, anche con l’organizzazione di specifiche iniziative di sensibilizzazione dei giovani.

Le risorse necessarie verranno reperite dalle fonti di finanziamento regionali, nazionali e comunitarie.

Le attività previste dal protocollo saranno coordinate da una cabina di regia composta da quattro persone, due nominate dalla Regione e due dal CAI.

Siccità, oltre 200 interventi finanziati in Piemonte

 

Quasi 6,8 milioni di euro per opere di somma urgenza e più di 800 mila euro per trasportare acqua con le autobotti

 

Con l’accoglimento della richiesta dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri, sono in arrivo in Piemonte 7,6 milioni di euro per intervenire sull’emergenza idrica che da settimane sta mettendo a dura prova il territorio. In particolare, quasi 6,8 milioni di euro sono destinati a 102 interventi di somma urgenza e più di 800 mila euro vengono utilizzati per 142 interventi di trasporto dell’acqua con le autobotti.

«Si tratta di un primo stanziamento per le somme urgenze che ci sono state segnalate dai territori più colpiti. Abbiamo però trasmesso a Roma una ricognizione più approfondita di interventi meno urgenti, ma che riteniamo comunque necessari per prevenire il ripetersi in futuro di situazioni come questa e ci auguriamo che anche su queste altre opere possa arrivare al più presto un sostegno – commentano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, coordinatore delle attività del tavolo per l’emergenza idrica e l’assessore alla Protezione Civile Marco Gabusi –. Siamo in presenza di un’emergenza in cui la rapidità degli interventi è determinante. Siamo perciò soddisfatti della velocità con cui il governo ha risposto alle nostre richieste stanziando subito una prima tranche di risorse da destinare alle somme urgenze. Questo è il primo passo di un percorso più strutturale che dobbiamo però fare tutti con rapidità se vogliamo dare un vero aiuto ai territori che maggiormente stanno soffrendo in questo momento».

«Ora auspichiamo che con altrettanta rapidità il Governo accolga anche la richiesta della stato di calamità per l’agricoltura – aggiunge l’assessore alla Agricoltura Marco Protopapa – indispensabile sia per ristorare i nostri agricoltori di fronte ai danni causati da questa prolungata siccità, ma anche per attivare gli investimenti necessari per una futura nuova gestione dell’acqua».

Gli interventi riguardano le interconnessioni di rete, la sostituzione o il potenziamento di pompe, le opere di progettazione per il potenziamento di sorgenti o di sostituzione della rete idrica e il ripristino di pozzi già esistenti e abbandonati, ovvero opere che servono per evitare il picco di criticità dei mesi estivi. Sono inclusi anche gli interventi di distribuzione di risorse idriche con autobotti nei Comuni che ne hanno dichiarato la necessità.

In particolare, alla provincia di Alessandria sono destinati 95.000 euro per due interventi con autobotti.
Alla provincia di Biella vanno quasi 111.000 euro per 19 interventi: circa 42.000 euro sono destinati alle autobotti e 69.000 alle somme urgenze.
In provincia di Cuneo arrivano quasi 3,3 milioni di euro per 34 interventi quasi interamente in somma urgenza.
Alla provincia di Novara sono destinati oltre 1,7 milioni di euro per 22 interventi, di cui 68.000 per le autobotti e il resto per opere di somma urgenza.
In provincia di Torino sono in arrivo oltre 209.000 euro per 23 interventi, di cui 155.000 euro vanno alle somme urgenze e 54.000 per le autobotti.
In provincia di Vercelli vanno circa 17.000 per 7 interventi, la maggior parte dei quali per interventi con autobotti per un importo di 12.000 euro e la rimanente parte per le somme urgenze.
Per il Verbano Cusio Ossola sono stati stanziati oltre 2,1 milioni per 65 interventi: quasi 1,6 milioni sono destinati agli interventi di somma urgenza e oltre 540.000 euro alle autobotti.

Presentato il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica per un Piemonte più connesso, sicuro,  sano e competitivo

Il Piemonte punta a diventare la prima Regione in Europa per chilometri ciclabili attrezzati. Per farlo la Regione Piemonte mette in campo 40 milioni di euro di fondi europei per attuare il Piano Regionale della Mobilità Ciclisticapresentato oggi a Torino alla presenza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, degli assessori ai Trasporti Marco Gabusi, al Turismo Vittoria Poggio e all’Ambiente Matteo Marnati, dei rappresentanti dell’ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani e della FIAB Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, oltre al partner italo-olandese Decisio, che ha collaborato alla stesura del Piano.

Frutto di due anni di intenso lavoro, il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica rappresenta lo strumento di pianificazione e programmazione di settore che la Regione predispone e approva con cadenza triennale per conseguire le finalità della legge e in coerenza con il Piano Nazionale della Mobilità Ciclistica.

«Il Piemonte punta a diventare la prima regione in Europa per piste ciclabili attrezzate e questo Piano ci aiuterà a raggiungere l’obiettivo – ha detto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Investiremo più di 40 milioni di euro, attraverso i fondi europei del Fesr, per dotare il nostro territorio di infrastrutture adeguate, perché la bici è una risorsa strategica non solo per la mobilità ecologica ma anche per il turismo. E i turisti, come i cittadini, devono potersi muovere con facilità e in sicurezza lungo percorsi ciclabili adatti e strutturati.

Il Piemonte si posiziona tra le prime Regioni in Italia ad aver assunto una propria governance integrata per lo sviluppo di una rete ciclabile. Grazie a questo Piano la Regione traccia la via per un Piemonte in cui la bici sia una scelta sicura, piacevole e vantaggiosa per sempre più persone, al pari degli altri mezzi di trasporto. I Piemontesi amano andare in bici e dal 2001 l’utilizzo è cresciuto quasi spontaneamente del 35%, ma siamo ancora indietro rispetto ai modelli europei. Oggi il 3,5% degli spostamenti avviene in bicicletta: grazie all’applicazione di questo Piano da parte degli Enti Locali a cui si rivolge arriveremo all’8% nel 2030 e al 17% nel 2050.

Sarà compito della Regione Piemonte governare la transizione verso una mobilità sostenibile e ciclabile attraverso un approccio multidisciplinare e con una governance efficace in grado di sostenere funzioni di programmazione, attuazione, valutazione e coordinamento per diffondere la cultura della mobilità ciclistica e migliorare i processi decisionali.

Le azioni principali della Regione Piemonte consistono nell’individuare la rete che ricade nel suo territorio, nel definire gli indirizzi relativi alla predisposizione delle reti ciclabili in ambito urbano ed extraurbano, nell’individuare il sistema delle aree di sosta e le azioni per promuovere l’intermodalità, nel prevedere la realizzazione di azioni di comunicazione, educazione e formazione.

 

«Per usare una figura del ciclismo la Regione Piemonte vuole essere un gregario per portare alla vittoria tutto il modo che gira intorno alla bicicletta, che va dalla mobilità alle attività produttive, dalla quotidianità al benessere – evidenzia l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi -. Abbiamo ormai capito tutti che non basta una striscia colorata sull’asfalto per definire uno spazio ciclabile: per questo motivo abbiamo finanziato con fondi regionali studi e progetti in quattro capoluoghi di provincia e ora, con questo piano strategico siamo al fianco dei Sindaci per rendere i territori davvero fruibili per le due ruote.Il 57% dei pendolari si sposta per meno di 5 km e la distanza media percorsa all’interno dei Comuni è di 1.2 km per spostamento: questi sono elementi perfetti per muoversi in bicicletta e noi vogliamo rendere la bici il miglior mezzo di trasporto per questo tipo di spostamenti. Ma guardiamo con attenzione anche ai percorsi più lunghi: come evidenzia bene il Piano, sarà essenziale favorire l’intermodalità e l’estensione del servizio. Saremo perciò molto attenti a sviluppare gli interventi necessari sempre in collaborazione con gli Enti Locali». Gli ambiti d’intervento sono stati individuati utilizzando i criteri guida quali il collegamento da e verso le principali stazioni ferroviarie, il rango urbano all’interno del sistema della mobilità del quadrante e la presenza di rilevanti flussi di pendolarismo, il collegamento di bacini territoriali omogenei di almeno 30.000 abitanti e 10.000 addetti e la presenza di attrattori di rilievo come Università, poli sanitari, poli logistici, ecc.

 

«Con il nuovo piano regionale della mobilità ciclistica – commenta l’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio -, il Piemonte ambisce a scalare ulteriormente la classifica nazionale dei luoghi più attrezzati per la qualità dei percorsi urbani ed extra urbani, ma anche per l’offerta e la qualità dei servizi che secondo le indagini più recenti lo collocano tra i più ricercati. Si inserisce in questo novero il Gran Tour Unesco in Bicicletta, un progetto realizzato da VistPiemonte percorribile già oggi lungo i siti Patrimonio dell’Unesco, un anello di 600 chilometri che consente di andare alla scoperta di località uniche al mondo in modo «slow», tra capolavori artistici e naturali».

 

«Dobbiamo passare dai power point del Piano Regionale della Mobilità Ciclistica ai progetti veri e propri – sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati –. Certamente i fondi e il Piano sono essenziali, ma non bastano: dobbiamo fare un importante percorso culturale che richiede un grande lavoro, è necessario convincere il cuore delle persone. Non abbiamo alternative: se non facciamo questo percorso avremo sempre più problemi, come stiamo vedendo purtroppo con le emergenze climatiche. La cosa più importante è la consapevolezza che bisogna spingere velocemente sulla diffusione di una mobilità sempre più sostenibile».

 

Il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica definisce gli indirizzi per l’aggiornamento della pianificazione degli Enti locali con norme tecniche e linee guida guardando alle migliori pratiche europee per l’attuazione della rete ciclabile di interesse regionale con l’obiettivo di favorire ed incentivare approcci sostenibili negli spostamenti sistematici quotidiani e del tempo libero.

 

Tra gli obiettivi strategici del Piano la sicurezza è al primo posto ponendo come punto d’arrivo l’eliminazione degli incidenti mortali entro il 2050. Parallelamente punta a ridurre l’inattività fisica e la sedentarietà del -15%.

 

Numerose, infatti, sono le chiavi di lettura che valorizzano il PRMC: Sicurezza e salute, Confort ed attrattività, Accessibilità, Percorribilità e velocità, Coerenza e coesione, Competitività e sviluppo economico. L’impegno di Regione Piemonte è quello di sostenere coerentemente il livello quali-quantitativo, i progressi generati del sistema trasportistico e la direzione verso la quale il sistema di mobilità sta evolvendo.