AMBIENTE- Pagina 60

Mobilità e trasporti: firmato protocollo tra Regione e sindacati

Condividere iniziative e intenti su mobilità e trasporti. Questo l’obiettivo del protocollo sottoscritto  in conferenza stampa, tra l’assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Opere Pubbliche Marco Gabusi e i rappresentanti delle tre sigle sindacali, rappresentati dai rispettivi segretari regionali Stefania Pugliese per la CGIL, Luca Caretti per la CISL e Chiara Maffè per la UIL.

«Abbiamo ritenuto fondamentale creare un tavolo di confronto con le rappresentanza sindacali su questo particolare tema – ha sottolineato l’assessore – Grazie al PNRR e alla programmazione europe la nostra Regione sta riuscendo a pianificare molti importanti interventi su infrastrutture e trasporti e ancora se ne possono programmare. Il confronto constante con chi tutti i giorni è a contatto e tutela i lavoratore è essenziale per comprendere come meglio investire i fondi e gestire le programmazione».

In Italia, come in Piemonte, il sistema dei trasporti e della logistica ha avuto un ruolo decisivo durante il periodo pandemico e rappresenta un elemento centrale per realizzare la ripresa, lo sviluppo ed il futuro dell’economia e dell’occupazione nel paese, anche in relazione alla realizzazione dei progetti previsti dal PNRR.

«È oggi più che mai necessario incrementare efficienza, velocità commerciale e capacità dei trasporti, con altissima attenzione sul piano della compatibilità ambientaleha spiegato Gabusi sottolineando gli obiettivi del Protocollo – Per farloè necessario un piano organico, di medio termine, che abbia tre ingredienti essenziali: infrastrutture e politiche di sistema, assetto industriale adeguato del settore, valorizzazione del lavoro».

Elementi senza i quali è imprescindibile raggiungere gli obiettivi dell’agenda europea per il 2030 e 2050.

Un protocollo fortemente voluto dalle organizzazioni sindacali regionali di CGIL, CISL e UIL che, hanno affermato in sede di conferenza stampa: «E’ l’inizio di un confronto importante sugli investimenti del PNRR in un settore così strategico per la nostra Regione, come quello dei trasporti. Riteniamo fondamentale un dialogo costruttivo e propositivo per migliorare l’erogazione dei servizi ai cittadini, ai lavoratori e alle imprese».

‘Marazzato’: “Cresciamo anche grazie a Ecomondo”

L’azienda leader nelle soluzioni per il pianeta esprime viva soddisfazione per la partecipazione alla Fiera ambientale di riferimento europea.

Esprime viva soddisfazione il Gruppo Marazzato’, 70 anni compiuti nel 2022, tra i grandi protagonisti della passata edizione, ai primi di novembre scorso, di ‘Ecomondo’, Fiera ambientale dedicata al green e all’ecosostenibilità di riferimento in Europa.

Al nuovo stand realizzato appositamente per l’occasione si è riversata un’ampia platea di pubblico, fra giornalisti, addetti ai lavori, tecnici e imprenditori del settore, approfondendo così più da vicino e in dettaglio l’ampia gamma di soluzioni offerte da un’impresa che ha saputo innovarsi e diversificare per crescere pur restando fedele a sé stessa, e ai valori che l’hanno resa celebre: lavoro, coraggio, successo.

Punta di diamante in termini di richiamo fra le proposte riminesi di ‘Marazzato’ l’importante convegno intitolato “Analisi dell’offerta di mercato del settore ambientale: focus sui rifiuti speciali”.

Un momento specifico dedicato alla condivisione dei dati emersi da WaStudy, indagine di mercato annuale commissionata dall’azienda a ‘Cerved Group’ per comprendere in misura approfondita i potenziali approdi del rifiuto industriale italiano. Fra gli interventi più apprezzati, quelli di Francesca Bergonzoni (Cerved), Andrea Prati (Assoreca) e di Daniele Gizzi, Presidente dell’ANGA (Albo Nazionale Gestori Ambientali).

La tavola rotonda è disponibile in streaming sulla piattaforma di Ecomondo e sul canale YouTube del ‘Gruppo Marazzato’.

Cresciamo anche grazie all’appuntamento annuale riminese”, chiosa Alberto Marazzato, Direttore Generale del Gruppo che porta il suo cognome. “Un meeeting in cui fare il punto insieme a tutti i soggetti coinvolti in ogni processo ambientale, in cui approntare anche nuove relazioni funzionali in grado di ampliare l’impatto e la presenza dell’azienda sul territorio, che hanno condotto alla stipula di importanti partnerships: quale, ad esempio, quella nata sotto il nome di Rinascenza Toscana nell’area di Piombino”.

Per poi concludere:Guardando con fiducia al futuro e al contempo con rispetto al passato, grazie alla possibilità che abbiamo voluto offrire ai visitatori di Ecomondo di tuffarsi, con l’ausilio di moderni visori a realtà aumentata, in uno spaccato rurale degli anni ’50 a bordo del numero uno della nostra collezione di mezzi storici aziendali, l’Isotta Fraschini D80”.

Tutte le informazioni sul sito www.gruppomarazzato.com.

#FAIperilclima, gli effetti del cambiamento

In occasione della COP27 sul cambiamento climatico

il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ha rilanciato la campagna di sensibilizzazione e attivazione

 

#FAIperilclima

Visite speciali nei Beni FAI a cura di esperti e guide d’eccezione per conoscere e toccare con mano

gli effetti del cambiamento climatico su ecosistemi, paesaggi e monumenti storici

 

Sabato 19 novembre alle ore 15, al Castello e Parco di Masino, Caravino (TO)
visita speciale su Montagna e sicurezza del territorio, a cura di Michele Freppaz,
docente presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino

ed esperto di neve e suoli d’alta quota

www.faiperilclima.it

Montagna, così il supercaldo logora i ‘giganti bianchi’ della Valle d’Aosta

A luglio nei ghiacciai già di fine estate, la Regione rafforza prevenzione

Aosta – Una tendenza evidente, che non accenna a diminuire e che mette in difficoltà sopratutto la montagna. “Il problema della situazione climatica attuale non è il singolo anno eccezionale, che potrebbe essere presente anche in momenti storici in cui il clima era meno preoccupante”. Lo dice Fabrizio Troilo, geologo e capo glaciologo della Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur, che si occupa delle fragilità della montagna e dei ghiacciai. Troilo aggiunge: “C’è la tendenza ad avere un susseguirsi di annate sempre più calde”. La Valle d’Aosta è una delle “Terre alte” più colpite dai cambiamenti climatici che negli ultimi 15 anni hanno subito una brusca accelerazione. Le quote elevate, la presenza di un paesaggio fragile ed estremo, una quota media superiore ai 2.000 metri

rendono ogni cambiamento più evidente e veloce. La Regione è attrezzata da tempo per affrontare la sfida, che vedrà situazioni sempre più delicate: novità nell’approvvigionamento dell’acqua, nella convivenza con i ghiacciai in via di estinzione, nella fragilità dell’agricoltura eroica, negli eventi meteorologici sempre più difficili da prevedere. Dopo la tragedia della Marmolada, gli occhi di tutti sono finiti sui ghiacciai.

“Come Fondazione Montagna Sicura ci occupiamo dei ghiacciai per quanto riguarda i rischi glaciali- aggiunge Troilo- quest’anno abbiamo visto che le condizioni climatiche di quest’estate unite alle scarse precipitazioni dell’inverno passato hanno portato a una situazione mai vista perlomeno negli ultimi 30 anni”.Una novità da analizzare. “Questo ha destato preoccupazione- prosegue il glaciologo- e abbiamo fatto un sorvolo dell’intero territorio regionale coperto da ghiacciai già a luglio, cosa che di solito si fa a fine stagione, a settembre o ottobre. Ne abbiamo fatto uno straordinario perché le condizioni erano già praticamente di fine estate a luglio. Fortunatamente non abbiamo visto situazioni particolarmente critiche, nuovi laghi effimeri”.

Il confronto tra le immagini di inizio Novecento con le attuali è impietoso. Molti ghiacciai sono scomparsi, altri sono destinati a farlo a breve. Da anni, Regione e Fondazione tengono sotto controllo il ghiacciaio di Planpincieux, nella val Ferret di Courmayeur, la cui fronte rischia di crollare arrivando fino al centro abitato e alla strada comunale. Nella valle di Cogne, si forma quasi ogni anno un lago effimero sul ghiacciaio di Grand-Croux. L’osservato storico è il ghiacciaio della Brenva, che presenta una situazione simile a quello di Planpincieux, ma in una zona non antropizzata. “Per il ghiacciaio di Planpincieux continua il monitoraggio come negli ultimi anni, con gli strumenti che raccolgono dati 24 ore su 24. La dinamica del ghiacciaio è stata più calma rispetto a quella che abbiamo visto nel 2019 e nel 2020 in cui era stato particolarmente attivo” conclude Troilo.La Valle d’Aosta si è attrezzata da tempo per monitorare i suoi “giganti bianchi”. Una presenza che nella sua naturale evoluzione rappresenta un pericolo per le attività umane. Con i cambiamenti climatici, il loro rischio aumenta. “La Valle d’Aosta è una regione con un territorio molto particolare: il 52% della nostra superficie è al di sopra dei 2.000 metri di altezza e noi da soli abbiamo 184 ghiacciai”. Lo spiega Carlo Marzi, assessore al Territorio della Regione Valle d’Aosta. “Di fatto ci troviamo ad accogliere un terzo di tutti quanti I ghiacciai presenti in Italia- prosegue Marzi- e questo naturalmente esiste da tempo, ma il fatto di avere questa presenza così bella nella nostra regione ci ha obbligato quasi 30 anni fa a cominciare a farci delle domande. Perché come sappiamo i ghiacciai sono una sentinella dei cambiamenti climatici. Per cui, di fatto, quello che nel corso di questi 30 anni abbiamo istituito con la collaborazione di tutti è una squadra. Anche la commissione Ambiente del Senato, quando quest’estate è venuta a trovarci, quello che fondamentalmente ha riconosciuto in prima istanza, che è palese, è un sistema Valle d’Aosta che permette di fare che cosa? Di analizzare un pericolo, studiarlo e cercare attraverso tutta una serie di strumenti, di ricerca e amministrativi, di mitigarne le varie rappresentazioni di rischio”.

«Agenzia DIRE»

Fiumi e laghi più sicuri, sostenibili e riqualificati

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Regione Piemonte investe sulla lotta ai cambiamenti climatici e la riduzione del rischio idraulico dei nostri fiumi e laghi

Chiusa la quinta edizione del bando di riqualificazione di fiumi e laghi 2022. Undici i progetti ammessi al finanziamento. Tutto pronto per l’edizione 2023. L’assessore all’Ambiente, Marnati: «I progetti di piccola scala su base regionale sono fondamentali per attuare le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici»

Dalla riqualificazione ambientale dell’ecosistema fluviale alla realizzazione di una scala di risalita dei pesci; dagli interventi di miglioramento delle condizioni idromorfologiche alla conservazione e riqualificazione degli habitat: 11 i progetti selezionati, e ammessi al finanziamento, da parte della Regione, per un importo di 2 milioni e 900mila euro sul bando 2022. Un bando, quello per la riqualificazione dei corpi idrici, che è giunto alla quinta edizione e che ha permesso, finora, di erogare circa 12 milioni di euro per finanziare 56 progetti lungo fiumi e laghi del Piemonte.

Intanto è tutto pronto per l’approvazione dell’edizione del bando 2023 che poggerà su una dotazione finanziaria di 3 milioni di euro e, novità, prevederà punteggi premiali per gli interventi di forestazione, anche urbana, legati alle politiche di diminuzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.

«I progetti di piccola scala su base regionale sono fondamentali per attuare le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici – ha affermato l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – E proprio questo tipo di progetti, che abbiamo avviato 5 anni fa, dimostrano in anticipo che la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta: occorre coinvolgere più enti e non singole realtà».

«Questo è quanto è emerso durante la nostra partecipazione a Cop 27 – la Conferenza delle Nazioni Unite 2022 – aggiunge l’assessore – Chi attua e scarica a terra i progetti sono Regioni, Province, Comuni e su questo stiamo lavorando e riponiamo grande fiducia. A questo si sommano poi i fondi della nuova programmazione dei fondi FESR 21-27 che saranno complementari a queste misure e ci permetteranno di intensificare e moltiplicare queste iniziative».

«Sono orgoglioso di comunicare che nel corso di quattro edizioni, dal 2018 al 2021 – sottolinea l’assessore – grazie a questi bandi abbiamo finanziato la piantumazione di 26mila arbusti e 77mila alberi. Questi importanti numeri certificano che queste misure sono strutturali nel tempo e ci permettono di beneficiare di una grande ricaduta in termini di miglioramento ambientale, di riduzione del rischio idraulico dei fiumi ma anche l’abbattimento degli inquinanti sia nelle acque che nell’aria».

«Questo – conclude Marnati – è il modello cui ci ispiriamo per replicare in futuro tutte le nostre iniziative. Uno degli obiettivi che abbiamo già raggiunto è quello di aver finanziato progetti che ci permettono di essere più resilienti alla luce di una situazione che, ancora oggi, nonostante siamo ad autunno inoltrato, dal punto di vista meteorologico desta ancora preoccupazioni per la scarsità di pioggia e neve».

Durante l’evento è stata presentata anche un’anticipazione delle prossime misure del Fesr dedicate alla realizzazione di infrastrutture verdi e blu. Inoltre sono stati illustrati in modo approfondito dai tre Enti, i tre progetti che, nella rosa degli 11 del bando 2022, hanno ottenuto la migliore valutazione.

– Città Metropolitana di Torino, con il progetto “Scala di risalita dell’ittiofauna nella traversa a valle del ponte della SP18, nel Comune di Ciriè”;

– Provincia di Alessandria, con il progetto “Riqualificazione ambientale dell’ecosistema fluviale lungo i torrenti Orba e Piota nell’alto Monferrato Ovadese (AL)”;

– Provincia del Verbano- Cusio – Ossola, con il progetto “Riqualificazione ecologica e naturalistica del Canale di Fondotoce, emissario del Lago di Mergozzo, compreso nella fascia peri-lacuale del Lago Maggiore”.

Politecnico e Iren, strategia green internazionale

È stato siglato  alla presenza del Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, e del Presidente del Gruppo Iren, Luca Dal Fabbro, l’accordo di partnership tra l’ateneo e la multiutility per l’implementazione e la valorizzazione di progetti green anche in chiave internazionale. Gli obiettivi della collaborazione mirano a porre in evidenza il know how sul tema della transizione energetica all’estero e a diffondere le esperienze ad elevato contenuto tecnologico all’interno del tessuto locale.

L’accordo, dalla durata di tre anni, vuole infatti favorire una collaborazione continuativa, strutturata ed efficace tra le due realtà, puntando su alcune questioni cruciali per la transizione energetica quali la ricerca sull’idrogeno come vettore di energia green, le tecnologie di decarbonizzazione, la mobilità elettrica e il teleriscaldamento.

In particolare sul teleriscaldamento, Iren ed il Politecnico costituiranno un gruppo di lavoro congiunto per sviluppare ed integrare nuove soluzioni tecnologiche per l’integrazione delle fonti rinnovabili termiche nelle reti di distribuzione del calore con l’obiettivo di raggiungere entro il 2050 gli obiettivi di totale decarbonizzazione delle reti.

Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e formazione sono invece i driver della sinergia avviata tra Iren e il Politecnico di Torino. I due partner collaboreranno negli ambiti dell’ingegneria, dell’architettura e del design, con una forte spinta all’internazionalizzazione: tra gli obiettivi dell’intesa, infatti, vi è il potenziamento delle attività congiunte di partecipazione a bandi e programmi di ricerca, oltre che regionali e nazionali, europei e internazionali.

L’impegno per l’alta formazione e la didattica si concretizzerà in diverse iniziative come la realizzazione di tesi e progetti di laurea, l’organizzazione di conferenze, attività di tirocinio e il finanziamento, da parte di Iren, di borse di studio e dottorati di ricerca, oltre alla progettazione di Master universitari.

Favorendo uno scambio continuativo tra la ricerca universitaria promossa dal Politecnico di Torino e l’innovazione tecnologica e di processo realizzata da Iren nell’ambito delle proprie attività, si intende creare una cultura dell’innovazione diffusa che coinvolga studenti, ricercatori, tecnici e manager.

Altro punto qualificante dell’accordo, la conferma dell’insediamento di Iren negli spazi dell’Energy Center del Politecnico: una condivisione di spazi, ma anche di progetti e gruppi di ricerca congiunti.

Le azioni e le strategie verranno implementate da un Comitato Guida costituito dal Rettore e da un rappresentante di Iren e da un Comitato Tecnico di Coordinamento.

Questo accordo nasce dalla volontà di rafforzare il nostro impegno per la decarbonizzazione dei nostri asset e per la transizione e sicurezza energetica, stabilendo un’alleanza significativa e duratura con il mondo accademico e della ricerca, commenta Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren. “Grazie alla sinergia con un’eccellenza come il Politecnico di Torino, con cui consolidiamo una partnership pluriennale, possiamo valorizzare congiuntamente le nostre best practice aziendali e quelle presenti nei dipartimenti dell’ateneo, con l’obiettivo di affiancare al lavoro sul territorio anche una forte spinta all’internazionalizzazione e alla innovazione”.

 

“La collaborazione su tematiche di grande attualità come l’energia, le fonti rinnovabili e la mobilità sostenibile con una grande azienda del settore come Iren rappresenta una ulteriore spinta alla ricerca in questi settori”, commenta il Rettore del Politecnico Guido Saracco. “Inoltre, la condivisione di spazi fisici nel nostro Energy Center garantisce una effettiva collaborazione su iniziative di ricerca e di divulgazione, nelle quali in nostro Ateneo intende essere sempre più punto di riferimento per le realtà del nostro territorio, anche in chiave internazionale”.

 

COP27, Fridays For Future in piazza a Torino

Fridays For Future  annuncia che in data 12 novembre 2022 si terranno a Torino e in altre piazza d’Italia presidi e manifestazioni in contemporanea ai lavori della COP27 in Egitto. Pubblichiamo di seguito l’intervento di FFF

In Egitto da quando Abdel Fattah Al-Sisi ha preso il potere nel 2013 con un colpo di stato militare, vige uno dei regimi più repressivi della storia di questo Paese, in cui ogni forma di dissenso politico è represso con arresti e torture: a oggi ci sono 60.000 attivisti per i diritti e per l’ambiente dietro le sbarre.

Il governo egiziano nella Cop sta inscenando un vero e proprio reality show pagando attrici e attori affinché questi interpretino il ruolo di attivisti per il clima che portano avanti finte istanze preconfezionate dal governo egiziano. Nonostante ciò sarà possibile per alcuni gruppi, selezionati e controllati dallo Stato, manifestare con tanto di cartelloni nel deserto, davanti alle telecamere; in questo modo l’Egitto può apparire come una società libera e democratica e tutelare i propri interessi garantendo gli investimenti stranieri.

Come ad esempio gli investimenti della compagnia italiana ENI, una delle aziende più inquinanti al mondo, che finanzia numerose estrazioni di gas naturale in Egitto e ha il 20% dei suoi giacimenti di gas lì. Solo nel giugno scorso è stato siglato un accordo tra Roma e Il Cairo per l’approvvigionamento di gas.

Le COP hanno fallito una dietro l’altra, e dopo 27 anni di negoziati stiamo ancora andando nella direzione sbagliata. Non è questo il modo in cui si affronta una crisi globale.” ha detto Ester da Milano.

Le comunità egiziane più colpite dalla crisi climatica non hanno alcuna voce in capitolo e la libertà di informazione è molto scarsa, visto che il governo controlla ogni dato considerato “politico”.

La parola cardine di questa COP deve essere “riparazione” dei Paesi più ricchi e che emettono di più verso i Paesi più colpiti dalla crisi climatica ma che meno l’hanno causata. L’Italia e gli altri paesi storicamente responsabili della maggior parte delle emissioni hanno il dovere di garantire i 100 miliardi di dollari all’anno per garantire ai paesi più vulnerabili di poter effettuare la transizione. E serve anche che vengano garantiti i fondi per le perdite e i danni. Mentre il nuovo governo sembra essere interessato solo a nuove trivellazioni nell’Adriatico per quantità irrisorie di gas e l’impegno finanziario preso in questa COP è un decimo del necessario e ancora una volta perlopiù in forma di prestiti e non a fondo perduto.

Ma non ci può essere nessuna giustizia climatica senza diritti umani. Come possiamo avere azioni reali di protezione del clima e risarcimenti per le persone colpite se le persone che chiedono trasparenza e giustizia vengono incarcerate? Non possiamo, è chiaro. Per questo noi, e chi ha la possibilità di parlare e manifestare liberamente, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità: utilizziamo la nostra libertà nel pieno potenziale. E cambiamo l’idea alla base di tutto questo: l’idea che alcuni luoghi e alcune persone possono essere ignorati e messi in secondo piano in nome di un presunto “progresso” (che sia un progresso nei negoziati climatici o di qualunque altro tipo).

Sono previsti eventi a Roma, Milano, Padova, Torino, Forlì, Verona, altre piazze da confermare.

Ivrea e i suoi dintorni

LA GEMMA DEL CANAVESE TRA DISTESE DI NATURA E BELLEZZE

 

A pochi chilometri da Torino, bagnata dal fiume Dora Baltea e avvolta dal Canavese, si trova Ivrea, un piccolo centro affascinante e suggestivo. Fondata dai Salassi nel quinto secolo A.C. divenne colonia romana dal 100 A.C. con il nome di Eporedia da cui deriva il nome dei suoi abitanti, epoderiesi.

Patrimonio dell’Umanità per Unesco, questa preziosa cittadina è testimone di diverse vicende storiche che l’hanno attraversata e caratterizzata, dalla presa dei Longobardi, ai Franchi, al Regnum Italicum di Re Arduino che la cede alla Chiesa, ai Savoia che la difendono da francesi e spagnoli. Dai primi del ‘900 Ivrea diventa un importante centro industriale grazie alla Olivetti che rappresenta ancora oggi una eredità socio-culturale che la influenza e la contraddistingue.
Considerata il capoluogo del canavese, animata da circa 23.400 abitanti, questa gemma piemontese è ravvivata da locali tipici, negozi, ristoranti e centri culturali raccolti attorno alla strada centrale pedonale, Via Arduino. Il periodo più vivace dell’anno è sicuramente quello del Carnevale Storico, risalente al 1808 quando in città sfilarono diverse persone vestite con abiti medioevali. La Battaglia delle Arance, che si tiene gli ultimi 3 giorni della mascherata, è l’evento più famoso ed atteso con moltissimi turisti che accorrono per assistere alla battaglia delle squadre di aranceri che, dai carri e a piedi scalzi, si affrontano simulando la battaglia del popolo contro la nobiltà.
Molte e di diversa tipologia sono le visite da fare ad Ivrea, tra le più interessanti e legate alla celebre Olivetti sono il MaAM – Museo a cielo aperto di Architettura Moderna – che si articola in un percorso di due chilometri, fatto di vetro acciaio e cemento, che fu la sede della famosa azienda, il Laboratorio Museo Tecnologic@mente dove sono esposti storici dispositivi a tastiera, calcolatori e personal computer e l’Ex Hotel Serra, progettato alla fine degli anni ’60, particolare e stravagante per la sua forma di macchina da scrivere.

I Giardini di Giusiana rappresentano l’area verde della città, una zona di relax ma anche di interesse architettonico grazie alla Torre di Santo Stefano costruita nel 1041 e una volta facente parte di un monastero demolito nel Cinquecento.
Il centro storico è accogliente e gradevole tra palazzi eleganti, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Castello e la romantica la passeggiata sul lungo Dora che porta al suggestivo Ponte Vecchio, il più antico di Ivrea, e al Borghetto, un piccolo centro di edifici stretti tra loro sulla sponda destra del fiume ricco di botteghe e attività artigianali.
Tappa obbligata e gustosa da fare assolutamente è alla pasticceria Balla famosa per la sua torta ‘900.

La Chiesa di San Bernardino, situata in uno scenario moderno e parte di un complesso monastico risalente al 1400, è un meraviglioso esempio di pittura rinascimentale con vivaci affreschi, realizzati da Gian Martino Spanzotti, che ritraggono il ciclo della Vita e Passione di Cristo.
La visita è possibile solo su prenotazione alla Associazione Spille D’oro.

Da Ivrea parte inoltre la tappa numero 07 della Via Francigena che arriva fino a Viverone; con 20 chilometri di percorso di media difficoltà, questo cammino ai piedi della Serra d’Ivrea, la morena più grande d’Europa, offre paesaggi incantevoli, chiesette e ruderi da visitare e il villaggio-strada di Piverone.

A pochi minuti di macchina dalla città invece si sviluppa un’area caratterizzata da boschi che ospita 5 laghi deliziosi, il Sirio il più frequentato grazie alle spiagge, ai locali e ai ristoranti sulle sue rive, il Lago Campagna, e i Laghi Nero e di San Michele collegati da fitti sentieri.
Nelle vicinanze molto belli e caratteristici ci sono anche i Borghi. Montalto Dora con un castello solitario e il Parco Archeologico del Lago Pistono è nel bel mezzo di una torbiera, un lago esaurito sul cui fondo si sono depositati nel corso del tempo vegetali e materiale organico che creano, quando ci si cammina sopra, un effetto morbido e danzante come se fosse un grande materasso, per questo motivo questo luogo è stato soprannominato “terra ballerina”. L’altro borgo è Chiaverano con la sua Bottega del Frer, un’officina di fabbro ferraio risalente ai primi anni del Settecento, e la millenaria Chiesa di Santo Stefano di Sessano.

E’ vero che è finalmente tempo di mare, di relax in spiaggia e bagni marini ma una gita in questa perla piemontese, eletta una tra le più belle “città sul fiume”, vale davvero la pena. Ivrea è una cittadina dalle molte vocazioni come quella artistica, o quella tecnologica, naturale, folcloristica e sicuramente romantica, una meta ideale per passare qualche giorno immersi nella bellezza.

Maria La Barbera

Legambiente: “Povertà energetica: come il terzo settore può rispondere alla sfida”

 

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Forum Terzo Settore Piemonte per sopravvivere al caro bollette 
Nei giorni scorsi si è tenuto presso Piazza dei Mestieri, in Via Durandi 15 a Torino, l’evento “Povertà energetica: come il terzo settore può rispondere alla sfida, organizzato da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Forum del Terzo Settore Piemonte.
L’evento si è svolto nell’ambito della campagna #UnPannelloInPiù, promossa da Legambiente e da Enel x, dedicata alla lotta contro la povertà energetica e all’impatto sociale ed economico che può avere il pannello solare da appartamento.
Nel primo appuntamento torinese della campagna itinerante, realizzatosi a giugno 2022, sono stati donati i primi pannelli fotovoltaici da appartamento a due famiglie in povertà sociale ed energetica, grazie alla stretta collaborazione con l’Ufficio servizi sociali del Comune di Torino e con l’Associazione Articolo 47.La campagna ha il duplice obiettivo di informare i cittadini su tutti gli strumenti per ridurre la bolletta energetica, tra cui il solare fotovoltaico, ma anche risparmio ed efficienza, comunità energetiche e bonus sociali. Obiettivi condivisi con il progetto Life ClimAction. Durante l’evento sono state presentate le attività del progetto, promosso da Legambiente e finanziato dalla Commissione Europea per informare studenti e insegnanti, giovani, cittadini, imprese e amministrazioni locali sui temi e gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, del Patto Europeo per il Clima e il Green New Deal. Nell’ambito del progetto, è stato realizzato uno sportello energia presso la sede di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta in Via Maria Ausiliatrice 45 Torino, aperto il lunedì dalle 14.00 alle 15.30 online all’email sportelloenergia@legambientepiemonte.it, mercoledì dalle 10.00 alle 13.00 in presenza e il giovedì dalle 15.00 alle 18.00 in presenza.

Secondo le stime dell’Istat contenute nel rapporto Oipe 2021 (Osservatorio italiano sulla povertà) e rielaborati dall’ufficio studi della Cgia (Associazione artigiani e piccole imprese) di Mestre, in Italia circa 4 milioni delle famiglie vivono nell’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici. Tra le 101.730 e 174.394 solo in Piemonte.
Ad affrontare l’attuale crisi energetica, e relativo caro bollette, sono anche le realtà del terzo settore. L’evento “Povertà energetica: come il terzo settore può rispondere alla sfida”, organizzato da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Forum del Terzo Settore Piemonte, nasce con l’obiettivo di dotare il terzo settore con degli strumenti per fronteggiare sia come ente individuale sia come supporto alla cittadinanza che il terzo settore copta nelle sue attività a vario titolo.

All’evento, moderato da Rubina Pinto, referente dello Sportello Energia ClimAction Piemonte, hanno partecipato: Anna Di Mascio, portavoce del Forum del Terzo Settore Piemonte, Alice De Marco, direttrice Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Antonio Cajelli, educatore economico-finanziario di Associazione Articolo 47, Stefano Bertuzzi, gruppo di lavoro Cura del creato della Diaconia Valdese.

La crisi energetica che stiamo vivendo oggi ha effetto su tutti gli aspetti della vita ed è figlia del modello energetico che il nostro Paese ha adottato sempre: la dipendenza dalle fonti fossili. La politica deve adottare misure stringenti per raggiungere la giusta transizione ecologica. Le associazioni devono tenere alta l’attenzione e cercare di trovare soluzioni che vadano incontro alle esigenze dei cittadini. Il nostro ruolo, insieme al Forum del Terzo Settore, deve essere proprio quello di accompagnare, informare e supportare.” dichiara Alice De Marco, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.

Un momento necessario di confronto tra le reti coinvolte nel Forum del Terzo Settore, che, come dichiarato da Anna di Mascio, portavoce del Forum, ha il compito e le capacità di costruire cultura, consapevolezza e coscienza del cambiamento climatico in tutti i suoi risvolti, non solo su quelli energetici.

Come presentato da Antonio Cajelli, è necessario, però, consumare meno ma, soprattutto, imparare a spendere meno attraverso l’informazione sugli strumenti che lo Stato mette a disposizione della cittadinanza attraverso il portale Arera.
Nel contesto in cui viviamo, di emergenza sociale e climatica, il fotovoltaico da appartamento rappresenta una soluzione – concreta, economica e di facile utilizzo – per ridurre la povertà energetica e produrre energia sostenibile. Nello specifico, ogni pannello fotovoltaico “da balcone” consentirebbe un risparmio in bolletta fino al 25% l’anno per i prossimi 20 anni ed eviterebbe l’immissione in atmosfera di 145Kg di CO2 all’anno, equivalenti alla quantità di CO2 assorbita da circa 10 alberi.
Grazie alla raccolta fondi avvenuta con #UnPannelloInPiù, Legambiente ha potuto acquistare ulteriori pannelli fotovoltaici. A Torino ne verranno donati altri 20 alle famiglie in difficoltà energetica e sociale, individuate in collaborazione con i servizi sociali del Comune di Torino e alla rete di associazioni locali inserite nel Forum del Terzo Settore.

Dissesto idrogeologico, in arrivo i fondi Pnrr per prevenire le calamità naturali

STANZIATI OLTRE 59,3 MILIONI DI EURO PER GLI INTERVENTI

Sono 87 le opere finanziate attraverso il PNRR

«Abbiamo lavorato e ci siamo confrontati fin dal primo giorno in cui il Governo ha iniziato a parlare di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – ripercorrono il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore ai Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte Marco Gabusi -. Era fondamentale che per la nostra Regione ci fosse una parte consistente legata agli interventi contro il dissesto idrogeologico. Il Piemonte negli ultimi tre anni, soprattutto in alcuni territori, è stato fortemente colpito da questo tipo di calamità, creando ingenti danni, sia da un punto di vista ambientale che per le colture e le imprese».

L’elenco presentato dalla Regione Piemonte prevede 87 interventi per un ammontare complessivo di 59,3 milioni di euro. Di questi oltre 7,6 milioni per opere nel Vercellese e 7.155.000 nel Biellese, più di 5 milioni stanziati nella provincia di Torino, oltre 15,8 milioni i fondi che arriveranno nel Cuneese, 13,7 milioni andranno per progetti nell’Alessandrino e più di 5 milioni di euro nella provincia di Asti; infine quasi 4,8 milioni di euro nel Verbano-Cusio-Ossola.

Gli interventi sono realizzati nel rispetto delle disposizioni contenute nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 agosto 2022. Le eventuali rimodulazioni dell’elenco degli interventi sono sottoposte all’approvazione del Capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio. Inoltre, si provvederà all’individuazione degli obblighi delle parti, con cui saranno regolamentate le modalità per l’attuazione, il monitoraggio, la rendicontazione e il controllo degli interventi.

Proseguono Cirio e Gabusi: «Questo dialogo costante con Roma ci ha portato a uno stanziamento rilevante che oggi diventa realtà e possiamo finalmente comunicare che ci sono stati assegnati 59,3 milioni di euro per 87 interventi sul territorio piemontese a favore di Comuni, Province, Agenzia interregionale per il fiume Po, che andranno a migliorare notevolmente le condizioni di sicurezza idraulica e anche la viabilità dei nostri territori».

Gli interventi passano dai lavori di adeguamento del sistema arginale di fiumi e torrenti fino al rifacimento di ponti accesso tra aree di pertinenza e consolidamenti spondali: «Sicuramente tra le opere più importanti che sono rientrate nel PNRR c’è il ponte sul Tanaro di Garessio in provincia di Cuneo – illustrano il Presidente e l’Assessore – e le opere in Valle Strona a Omegna, nel Verbano-Cusio-Ossola. Nella provincia di Torino ci sono gli interventi di consolidamento del corpo stradale in Valle di Susa a Pragelato e Sestriere. Se ci spostiamo nell’Astigiano e Alessandrino c’è l’adeguamento sezioni di deflusso fossi colatori del torrente Grue a Bubbio, in Valle Bormida e nel comune di Sarezzano. Infine tra gli altri importanti investimenti ci sono la messa in sicurezza del fiume Sesia a Borgo Vercelli e il ripristino del corpo stradale, messa in sicurezza versanti ed attraversamenti stradali nel Biellese».