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“Orizzonte Montagne – Una vita da guida alpina”. E’ il titolo del primo libro di Alberto Re, storica guida alpina di Bardonecchia, che sarà presentato nel corso di una serata evento, il prossimo 9 dicembre al Palazzo delle Feste di Bardonecchia, alle 20,45.
Il libro, ultimo titolo della prestigiosa collana “I Licheni”, edizioni Priuli & Verlucca, ripercorre la carriera di alpinista di Alberto Re, prima guida alpina a condurre un gruppo di scialpinisti oltre i 7000 metri del Trisul nel 1978 ed a scalare in cordata con due clienti il Gasherbrum II, uno dei 14 Ottomila della Terra.
Attraverso il racconto di episodi tra i più significativi della sua vita alpinistica, è diventato Guida Alpina nel 1974 ed è stato presidente delle Guide Alpine del Piemonte dal 1990 al 2009 e a capo del Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane dal 1997 al 2003, Alberto Re racconta oltre mezzo secolo di avventure, prime ascensioni e viaggi esplorativi, che lo hanno portato un po’ ovunque nel mondo, dal Polo Nord al Sud America, dal Sahara alla Namibia, dalla Spagna alla Russia, dall’India all’Iran, in un percorso che ha scritto importanti pagine dell’alpinismo moderno. Un percorso sempre fatto con “entusiasmo”, la parola che forse ricorre di più nelle oltre 700 pagine del libro, con curiosità ed umanità.
Nel corso della serata al Palazzo delle Feste, Alberto Re sarà intervistato da Pietro Giglio, giornalista professionista, a sua volta guida alpina.
L’evento proseguirà poi con la proiezione del film documentario “Alberto Re – biografia di una guida alpina”, realizzato da Riccardo Topazio.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Mercoledì 30/11, dalle 21 alle 22.30
Presso Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino
corso Francia 8, Torino
Mercoledì 30 novembre alle 21, si terrà l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri “Torino Carbon Free. Per una città libera dal fossile”, organizzato dall’Osservatorio Civico per il Clima e aperti alla cittadinanza, che ha visto per cinque serate esperti ed esperte intervenire sui diversi temi della decarbonizzazione: trasporti, edifici, produzione dell’energia, industria, agricoltura e rifiuti.
L’ultimo appuntamento sarà un incontro – dibattito su decarbonizzare Torino con Chiara Foglietta, Assessora alla Transizione Energetica Comune di Torino, Serena Lancione, Amministratrice Delegata Gtt, Alberto Anfossi, EU Mission Board for Climate-Neutral and Smart Cities Mission, Giuseppe Bergesio, AD di IREN Energia, Gianluca Riu, Amministratore Delegato Amiat
Gli incontri precedenti sono stati registrati e sono disponibili sul canale YouTube dell’Osservatorio: https://www.youtube.com/@osservatorioclimatorino2942
L’Osservatorio Civico per il Clima è composto da oltre 30 organizzazioni della società civile torinese e costituito con l’obiettivo di monitorare, formare e avanzare proposte per decarbonizzare la città, propone il ciclo di Gli incontri si svolgeranno presso l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino (corso Francia 8, Torino), che ha patrocinato l’evento.
1 | In aggiunta alle limitazioni strutturali, fermi dalle 8 alle 19: i veicoli Diesel Euro 5 per il trasporto di persone.
Il dettaglio delle limitazioni nella pagina dedicata che contiene anche tutte le misure per il miglioramento della qualità dell’aria. |
L’assessore regionale all’Energia, Matteo Marnati: «Questo dimostra la grande capacità della nostra Regione di investire in fotovoltaico. Siamo solo all’inizio di un percorso che ci porterà a triplicare questo dato entro il 2030»
Secondo i dati emersi da una ricerca fatta da Aceper (Associazione dei consumatori e produttori di energie rinnovabili) su un campione di oltre 5mila impianti fotovoltaici situati in 17 regioni italiane, il Piemonte risulta al primo posto della classifica per produzione di energia da fotovoltaico, terza per “virtuosità”, ovvero per il rapporto tra energia effettivamente prodotta e energia attesa in termini di produzione.
«Un risultato che fotografa una realtà già improntata allo sviluppo delle fonti rinnovabili, che sarà ulteriormente implementato dalle azioni che, come Regione Piemonte, abbiamo avviato per il raggiungimento degli obiettivi europei al 2030 – commenta l’assessore regionale all’Ambiente e Energia Matteo Marnati – A partire dall’approvazione, il 15 marzo scorso, del nostro Piano Energetico Ambientale Regionale articolato su quattro direttrici fondamentali: sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, riduzione dei consumi energetici, sviluppo della green economy e definitiva affermazione di un modello di generazione distribuita, che favorirà in particolare lo sviluppo delle comunità energetiche». «Un modello – aggiunge l’assessore – che consentirà, in parallelo al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030, anche per raggiungere il più possibile l’autonomia energetica».
Proprio le comunità energetiche sono un punto di forza della politica regionale: il Piemonte è stata la prima regione ad avviare questa esperienza, con l’approvazione, prima regione in Italia, di una legge regionale dedicata. Dal dicembre 2020 sono infatti in vigore disposizioni e incentivi per sviluppare i sistemi collettivi di autoconsumo da fonti rinnovabili e attualmente le comunità energetiche sono sperimentate con successo in 4 aree della regione.
«In attesa dell’uscita del decreto per la costituzione delle comunità energetiche – conclude l’assessore – questo dato dimostra dunque la grande capacità della nostra Regione di investire in fotovoltaico: siamo solo all’inizio di un percorso che ci porterà a triplicare questo dato entro il 2030».
Sei milioni in palio: bando aperto dal 28 novembre fino ad esaurimento delle risorse
Poggio: «Sfruttiamo momento della ripresa per guadagnare competitività»
Sei milioni stanziati con un bando dalla Regione serviranno ad albergatori e operatori della ricezione per dotarsi di colonnine di ricarica, biciclette elettriche, impianti a basso consumo e arredi per B&B, ostelli, hotel, e strutture turistiche con contributi a fondo perduto che variano da 30.000 a 50.000 euro. «Risorse determinanti per sostenere le imprese che per guadagnarecompetitività sui mercati possono contare sul sostegno pubblico»ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio, Vittoria Poggio. Il turismo outdoor secondo l’ultimo report di ottobre dell’osservatorio regionale segnala una tendenza in crescita con le attività green e passeggiate tra le più gettonate: chi ha trascorso una vacanza in Piemonte si è dedicato infatti ad attività all’aria aperta e all’enogastronomia più del dato medio italiano.
La seconda linea di intervento è rivolta all’efficientamento energetico, fattore chiave per mantenere inalterati i servizi ma con un minore impatto sulle bollette per imprese e consumatori. In questo caso la Regione finanzierà progetti fino a 45.000 euro per l’efficientamento e 100.000 per le opere di miglioramento dell’accoglienza.
Lunedì 28 novembre 2022 sarà pubblicato l’avviso on–line sul sito istituzionale della Regione nella sezione bandi dove sarannopresenti i termini e le condizioni di partecipazione. La gara resterà aperta fino ad esaurimento delle risorse.
Un progetto per far pace con la Natura
Il progetto sarà presentato e condiviso il 26 novembre alle ore 10 presso la Sala Stemmi del Museo nazionale della Montagna, Piazzale Monte dei Cappuccini 7 – Torino
Sono più di mille i primi firmatari del progetto “Una Montagna Sacra per il Gran Paradiso”, e sono persone di radici e culture molto diverse: alpinisti, escursionisti, naturalisti, giornalisti, scrittori, artisti, montanari, frequentatori rispettosi di ogni vita e di ogni luogo che hanno condiviso con entusiasmo la proposta. Nessun conquistatore.
La filosofia del progetto
Il progetto nato dall’idea di Toni Farina e Antonio Mingozzi per onorare i cent’anni del Parco nazionale Gran Paradiso con un’azione di alto profilo, che si spingesse oltre la mera celebrazione, ha raccolto l’adesione di un qualificato ventaglio di sostenitori, in forma associativa e individuale, tra cui: il Club Alpino Italiano e l’Alpine Club di Londra, gli alpinisti Kurt Diemberger, Fausto De Stefani, Hervé Barmasse, Alessandro Gogna, Manolo, il climatologo Luca Mercalli, l’antropologo Duccio Canestrini, i giornalisti Paolo Rumiz, Michele Serra, Enrico Camanni, il regista Fredo Valla, i saggisti Guido Dalla Casa e Silvia Ronchey, gli scrittori Paolo Cognetti, Matteo Righetto, Tiziano Fratus, Daniela Padoan, Raffaella Romagnolo, gli attori Giuseppe Cederna, Lella Costa, Giovanni Storti.
In un’epoca avida di performance e povera di spirito, in una società segnata dalla competizione e dal dissennato consumo delle risorse naturali, i sostenitori del progetto auspicano che almeno su una cima – identificata con il Monveso di Forzo, l’elegante triangolo a cavallo tra la Valle Soana e la Valle di Cogne – ci si astenga dalla “conquista” per riscoprire il significato del limite. Si tratta ovviamente di un atto simbolico: fermarsi sotto la cima lasciandola ai giochi del vento è scelta rivoluzionaria per una cultura antropocentrica e “padrona”.
Niente di confessionale: il termine “sacro” va inteso in senso laico, nel segno del rispetto e della contemplazione. E niente di costrittivo: la “Montagna Sacra” non sarà mai un luogo di divieti. Il progetto non prevede alcuna interdizione formale e nessuna sanzione pecuniaria. Molto più semplicemente, l’impegno a non salire sul Monveso è una scelta culturale, un libero ammonimento, un vivissimo auspicio, nella speranza che venga compreso e abbracciato dall’intera comunità.
www.sherpa-gate.com/la-montagna-sacra/
https://www.facebook.com/montagnasacra
Programma dell’incontro pubblico
26 novembre 2022, ore 10/13
Sala Stemmi del Museo Nazionale della Montagna
Piazzale Monte dei Cappuccini 7 – Torino
Saluto di Bruno Migliorati (CAI – Presidente Comitato Direttivo Gruppo Regionale Piemonte)
Saluto di Lorenzo Giacomino (Sindaco di Ronco Canavese)
Apertura Antonio Mingozzi e Toni Farina: “Una Montagna Sacra per il Gran Paradiso”
Alessandro Gogna “La libertà del limite”
Guido Dalla Casa “La Montagna Sacra e l’ecologia profonda”
Riccardo Carnovalini “Cercando il Dio delle piccole cose”
Paola Loreto “Lo sguardo e la voce della poesia”
Ettore Champretavy “Corsa e contemplazione in montagna: l’apparente paradosso”
Daniela Padoan “Nello spirito della Laudato Si’”
Giuseppe Cederna “La bellezza, l’invisibile e il Pellegrino”
Conclusioni di Enrico Camanni
Coordina Rosalba Nattero
Sarà proiettato in anteprima il documentario di Alessandro Gogna e Achille Mauri “Montagna Sacra”
L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook “Una Montagna Sacra nel Gran Paradiso”
Rosalba Nattero
Presidente
Per contatti: nattero@inrete.it
SOS Gaia – Piazza Statuto 15, 10122 Torino
www.sos-gaia.org – info@sos-gaia.org
È quanto emerge dal Rapporto “La corsa delle Regioni verso la neutralità climatica” realizzato da Italy for Climate, il centro di ricerca sul clima della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in collaborazione con Ispra, che ha misurato e valutato le performance delle Regioni italiane in termini di impatto sul clima. Il Ranking ha individuato un gruppo di Regioni più virtuose tutte del centro-sud Italia: in testa Campania, Calabria e Lazio. In coda alla classifica il gruppo composto da Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna.
Il Rapporto è stato presentato in occasione del Green&Blue Open Summit 2022.
Edo Ronchi Promotore Italy For Climate: “Le Regioni sono poco coinvolte nelle politiche e nelle misure di decarbonizzazione: è necessario un maggiore coinvolgimento perchè gli obiettivi climatici non possono essere raggiunti senza le amministrazioni locali”.
Durante la Cop 27 di Sharm el-Sheikh in occasione del cosiddetto Solutions Day, è emersa l’esortazione per i governi nazionali e le organizzazioni internazionali a sostenere le autorità locali e regionali assegnando loro un ruolo formale nell’ambito dei negoziati sul clima e dell’attuazione dell’Accordo di Parigi.
Stimolare un forte coinvolgimento delle Regioni rappresenta ad oggi un elemento cruciale per il raggiungimento degli obiettivi climatici: le Regioni e le Amministrazioni regionali hanno importanti competenze in tutti i settori coinvolti dalle politiche climatiche, dalla programmazione energetica a quella dei trasporti, dai processi autorizzativi per le rinnovabili e le altre infrastrutture green all’organizzazione dei servizi pubblici.
Ed è proprio da questa consapevolezza che parte la seconda edizione di “La corsa delle Regioni verso la neutralità climatica”, il Rapporto che ha misurato e valutato le performance delle Regioni italiane in termini di impatto sul clima, realizzato, in collaborazione con Ispra, da I4C – Italy for Climate, l’iniziativa promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con Chiesi, Conou, Davines, Edison, Elettricità Futura, Erg, illy, H+K Strategies, Italian Exhibition Group, Terna, che si pone l’obiettivo di promuovere l’attuazione di una Roadmap climatica per l’Italia, aggregando imprese, associazioni, istituzioni e mondo della ricerca.
Anche questa nuova edizione del ranking conferma che tutte le Regioni devono fare di più: nonostante i cali generalizzati dei consumi e delle emissioni registrati a causa del Covid nel 2020, nessuna Regione può dirsi infatti in linea con gli obiettivi europei al 2030 e con quello della neutralità climatica. Ci sono delle Regioni più virtuose che registrano migliori performance climatiche, tutte appartenenti al centro-sud Italia: Campania, Calabria e Lazio in testa; in coda alla classifica, ancora molto lontane dal target europeo, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna. Nel mezzo troviamo invece il gruppo centrale composto da ben 10 Regioni: Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto.
La classifica ha misurato le performance delle Regioni su tre parametri chiave: le emissioni di CO2, i consumi di energia, e i consumi energetici soddisfatti da fonti rinnovabili. Per ognuno di questi tre parametri sono stati misurati sia i valori assoluti raggiunti nel 2020 (lo stato) sia i miglioramenti (o peggioramenti) registrati nel biennio 2018-2020 (il trend). In particolare, per quest’ultimi bisogna considerare le caratteristiche molto particolari del 2020 che, a causa della pandemia, si sono tradotte in riduzioni generalizzate sia dei consumi energetici che delle emissioni di gas serra, che scendono in 18 Regioni su 20.
“In alcuni casi le Regioni attivano ostacoli alla transizione energetica e solo una minoranza ha attivato un Piano energetico-ambientale regionale con obiettivi almeno al 2030 di riduzione delle emissioni di gas serra e di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. – ha spiegato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – Serve un Legge per il clima anche in Italia per dare certezza e stabilità ai target energetici e sulle emissioni al 2030 e alla via per la neutralità climatica, in linea con i target europei di attuazione dell’Accordo di Parigi, e per fissare una ripartizione vincolante – il c.d. burden sharing – di adeguati obiettivi energetici e climatici tra le Regioni”.
“Per rispondere agli obblighi dettati dalle norme europee e internazionali, ISPRA realizza ogni anno l’inventario nazionale delle emissioni – ha spiegato Stefano Laporta, Presidente Ispra -. Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno fissato per il nostro Paese un target di riduzione del 43.7% al 2030. Il settore su cui occorre lavorare maggiormente è quello dei trasporti, ad oggi il maggior emettitore. Per raggiungere obiettivi così sfidanti, serviranno uno sforzo e una collaborazione molto intensi tra il livello nazionale e quello regionale”.
La natura dell’iniziativa è emersa dalle parole di Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate: “L’Italia non è ancora sulla strada che porta alla neutralità climatica e per rimettersi in carreggiata è necessario un maggiore coinvolgimento dei territori. Le Regioni hanno importanti responsabilità, ad esempio nelle politiche insediative, in quelle della mobilità ma anche dell’energia. Mettendole a confronto sulla crescita delle fonti rinnovabili e la riduzione dei consumi di energia e delle emissioni di gas serra è un modo per stimolare un dibattito sul ruolo che le Regioni devono avere nelle politiche climatiche nazionali”.
La Classifica generale
La classifica finale è stata stilata sulla base del numero di indicatori in cui ciascuna Regione presenta valori migliori della media nazionale.
In testa alla classifica si trova il gruppo costituito dalla Campania, prima, seguita da Calabria e Lazio. Tutte queste Regioni presentano buoni valori sia per le emissioni che per i consumi di energia, mentre la situazione è più articolata per le fonti rinnovabili con la Campania che fa meglio della media nazionale sia in termini di valori assoluti 2020 che di trend, mentre il Lazio, viceversa, presenta per entrambi valori sotto media.
Il gruppo centrale, in cui il numero di indicatori migliori e peggiori della media nazionale si equivale, è il più numeroso composto da ben 10 Regioni: Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto. Ad accomunare questo gruppo le buone performance sulle fonti rinnovabili: 8 Regioni su dieci nel 2020 hanno valori sopra la media e solo una ha fatto registrare una riduzione dei consumi da rinnovabili nell’ultimo biennio.
Il gruppo di coda, infine, è costituito dalle 7 Regioni in cui prevale il numero di indicatori con performance peggiori della media nazionale: Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna. Questo gruppo presenta performance particolarmente negative sulle fonti rinnovabili e, più in generale, andamenti negativi per tutti gli indicatori nel biennio analizzato (con un’unica eccezione, la Lombardia.)
Gli indicatori
L’indicatore delle emissioni di CO2 mostra che nel 2020 si è registrata una riduzione delle emissioni in ben 18 Regioni su 20 (ad eccezione di Valle d’Aosta e Abruzzo). Un dato interessante emerge inoltre se confrontiamo le emissioni pro capite della Campania, che si attestano a 2,1 tCO2eq con le 9 della Sardegna, a fronte di una media nazionale di 4,9 tonnellate.
Consumi di energia: l’indicatore dei consumi energetici è quello che mostra la maggiore polarizzazione geografica, con le Regioni settentrionali (unica eccezione la Liguria) tutte con consumi sopra la media nazionale, influenzati dal clima e anche dalla struttura economica. Si va da 1 tep consumato in un anno da un cittadino campano ai 2,7 di un residente in Emilia-Romagna. Come per le emissioni sull’andamento generale incide la singolarità rappresentata dal 2020: i consumi diminuiscono in tutte le Regioni con la sola eccezione della Basilicata.
Fonti rinnovabili: anche in questo caso si registra una grande differenza di performance: dalla Liguria, con appena l’8% dei consumi coperti da rinnovabili, alla Valle d’Aosta, con addirittura il 105%, che diventa quindi la prima Regione esportatrice netta di energia rinnovabile. La rappresentazione per aree macro-geografiche è eterogenea, con ottimi valori sia per Regioni settentrionali che meridionali.
Per quanto riguarda l’andamento un’Italia quasi divisa in due, con 11 Regioni che fanno segnare un aumento della quota di rinnovabili sui consumi e ben 9 in cui addirittura le rinnovabili diminuiscono (probabilmente sempre a causa del calo generalizzato dei consumi).
I Cluster
Sul fronte dell’utilizzo di fonti rinnovabili, gran parte delle regioni italiane è molto distante dall’obiettivo intermedio al 2030, con l’eccezione del gruppo delle Regioni definite «le rinnovabilissime» (Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Calabria, Molise) con almeno il 40% di consumi coperti da rinnovabili.
Dal rapporto si scopre inoltre che 7 Regioni sono completamente “coal-free” (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Molise, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta) ossia hanno azzerato i loro consumi di carbone, mentre tre Regioni appena (Puglia, Sardegna e Lazio) da sole fanno quasi l’80% del consumo nazionale di carbone.
“Le piccole”: Il Ranking ha evidenziate che ad eccezione dell’Abruzzo, tutte le Regioni con meno di 1,5 milioni di abitanti (Basilicata, Molise, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta) presentano emissioni pro capite di CO2 sopra la media.
“La locomotiva d’Italia”: le 4 Regioni che insieme fanno oltre la metà del PIL nazionale presentano situazioni molto diverse, il Lazio si trova nel gruppo di testa, il Veneto in quello centrale mentre Emilia-Romagna e Lombardia in quello di coda, ma tutte sono bocciate sulle rinnovabili.
“Le auto-dipendenti”: un dato che allarma è quello relativo alla mobilità, l’Italia si conferma infatti uno dei Paesi europei con la più alta concentrazione di automobili, solo 7 Regioni hanno un tasso di motorizzazione sotto la media nazionale (666 autovetture ogni mille abitanti) con la Liguria ferma a 554 e Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta ben oltre un’auto per persona.
“Le solarizzate”: in Italia abbiamo 359 watt di fotovoltaico installato per abitante, ma Marche e Puglia ne hanno più del doppio, mentre la Sardegna è quella che è cresciuta di più nel 2020. Ma se guardiamo al solo fotovoltaico domestico, guidano la classifica Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Sardegna, Umbria e Trentino.
L’iniziativa “Forestiamo insieme l’Italia” è promossa dal Consorzio Nazionale Conad in occasione del sessantesimo anniversario dalla sua fondazione.
Conad Nord Ovest partecipa attivamente all’iniziativa “Forestiamo insieme l’Italia” attraverso un progetto di tutela ambientale nel comune di Torino, in collaborazione con Rete Clima, ente non profit che promuove azioni di Corporate Social Responsibility (CSR), di sostenibilità e di decarbonizzazione.
L’area oggetto della forestazione è il Parco Pietro Colletta, un parco periurbano della città di Torino di quasi 500.000 metri quadri. Il parco attuale è stato realizzato alla fine degli anni ottanta, recuperando una vasta area abbandonata e molto degradata. Il parco oggi copre la zona lungo il corso occidentale del fiume Po, tra la confluenza della Dora Riparia, a sud, e della Stura di Lanzo, a nord, dove inoltre confina con il parco della Confluenza.
La forestazione delle 1.000 specie avrà luogo in un grande prato, che ospiterà specie tipiche del querco-carpineto planizale, la formazione forestale della pianura pre-collinare. Tra gli esemplari arborei la farnia, il carpino bianco, l’acero campestre, il tiglio, il frassino maggiore, il pioppo, mentre tra gli arbusti la rosa canina, il ligustro, il corniolo, il biancospino. Ad assistere all’attività di piantagione Gianmichele Cirulli, responsabile unità operativa alberate della Città di Torino.
“È con piacere che, dopo le tappe di Aosta e Roma, Conad Nord Ovest, insieme a Rete Clima, continua il suo impegno anche a Torino. – Afferma Adamo Ascari, Amministratore delegato di Conad Nord Ovest – Sono per noi da sempre obiettivi importanti, quelli di tutelare la naturalità del territorio locale e la diffusione di una cultura sostenibile. Poter contribuire a rinaturalizzare il territorio italiano, grazie all’impegno di tutta la Cooperativa, col coinvolgimento diretto di Soci e collaboratori, ci fa sentire ancora di più parte del grande progetto, Sosteniamo il Futuro Conad, per noi così importante.”
“Siamo orgogliosi di poter fare questo bellissimo regalo al nostro territorio. Una dimostrazione concreta del nostro impegno per la crescita e il benessere della Comunità in cui operiamo. Noi Soci per primi conosciamo infatti molto bene l’importanza di ogni azione quotidiana per il domani e per questo vogliamo fare la nostra parte partecipando a questo progetto virtuoso. – Afferma Stefano Giallombardo Socio e Consigliere di Amministrazione Conad Nord Ovest, insieme ai Soci del territorio – Naturalmente ci preme ringraziare tutti i nostri clienti che hanno partecipato attivamente all’iniziativa presso i nostri punti di vendita contribuendo in maniera diretta ed efficace a questo progetto, attraverso l’acquisto di prodotti a marchio Conad. Poter prendere parte a questa iniziativa direttamente, con le nostre mani, è per noi motivo di grande orgoglio e senso di responsabilità.”
Francesco Tresso, Assessore al Verde della Città di Torino ha commentato: “Ringrazio Conad e tutti i suoi clienti per questa importante iniziativa, attraverso cui verranno messi a dimora 1000 alberi nel Parco Colletta, una delle aree verdi fluviali presenti in città. Interventi come questo sono un vero e proprio investimento sul futuro dei centri urbani. I servizi ecosistemici generati dalle foreste urbane, infatti, hanno importanti benefici per l’ambiente e la salute dei cittadini, mitigando l’inquinamento atmosferico, contrastando gli effetti dei cambiamenti climatici e contribuendo a mantenere e ad aumentare la biodiversità.”
“Le attività di forestazione Rete Clima – afferma Andrea Pellegatta, co-fondatore e responsabile dei progetti forestali di Rete Clima – prevedono la piantagione e la cura post impianto di piante autoctone, appartenenti a diverse specie arboree ed arbustive, tipiche dell’Ecoregione della Pianura Padana. Le piante sono coltivate nei vivai locali perché lo scopo dei progetti è anche quello di valorizzare la filiera florovivaistica italiana. Tutte le piante sono inoltre accompagnate da Passaporto fitosanitario, che garantisce il controllo, la tracciabilità e l’assenza di malattie, la cui diffusione potrebbe causare gravi danni economici ed ambientali”, conclude Pellegatta.
L’iniziativa “Forestiamo insieme l’Italia” è parte della campagna “Foresta Italia”, patrocinata dal Ministero della Transizione Ecologica e dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e prevede entro il 2023 la piantagione di 20.000 alberi su tutto il territorio nazionale – mille in ciascuna regione – grazie al prezioso aiuto delle Cooperative, dei Soci e dei clienti i quali hanno partecipato alla campagna di forestazione nei punti vendita lungo tutto il territorio nazionale attraverso l’acquisto di prodotti a marchio Conad.
Le attività di forestazione rientrano nella strategia concreta di sostenibilità di Conad “Sosteniamo il Futuro”, basata su tre dimensioni: Ambiente e Risorse, Persone e Comunità, Imprese e Territorio.
Conad Nord Ovest – Conad Nord Ovest è una delle maggiori imprese italiane della distribuzione associata, con un giro di affari di 4,35 miliardi di euro. I territori in cui opera con 381 soci imprenditori e oltre 18 mila addetti sono Piemonte e Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna (province di Modena, Bologna e Ferrara), Toscana, Lazio (province di Roma, Viterbo), Lombardia (provincia di Mantova) e Sardegna. Conad Nord Ovest conta 600 punti di vendita, in cui sono presenti tutti gli attuali format distributivi.
Rete Clima I.S. – ente non profit, da oltre 10 anni realizza progetti di nuova forestazione urbana nazionale, con finalità di rinaturalizzazione territoriale e come strategia di concreta attuazione della responsabilità ambientale delle Aziende. Questi progetti forestali, che prevedono la piantagione e la cura post impianto di alberi in Italia, generano molteplici benefici a livello ambientale, climatico, sociale e di salute pubblica.
La misura, che aprirà a breve, prevede il cofinanziamento regionale per l’acquisto di abbonamenti annuali, è rivolta a enti e imprese con sede sul territorio regionale, dotate di mobility manager e di un Piano spostamenti casa-lavoro. Marnati: «Incentivare la mobilità sostenibile per migliorare l’impatto sulla qualità dell’ambiente». Gabusi: «L’uso dei mezzi pubblici ha impatto positivo anche sulla viabilità e la sicurezza nel trasporto»
Incentivare l’uso dei mezzi pubblici per migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute: questi gli obiettivi principali del secondo bando, che sarà pubblicato a breve, che conterà su una dotazione finanziaria complessiva di 3 milioni e 224mila euro, per dipendenti di enti e imprese.
«Si tratta di iniziative che vanno nella direzione dell’incentivazione della mobilità sostenibile con un miglior impatto sulla qualità dell’ambiente e della riduzione delle emissioni in atmosfera – commenta l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – Mi auguro che queste misure possano avere un ottimo riscontro da parte delle aziende e dei loro dipendenti in quanto considero l’incentivo particolarmente utile per spingere nella direzione dell’utilizzo dei mezzi pubblici che, considerando anche l’aumento dei costi del carburante, in un momento in cui l’inflazione è ormai arrivata a tassi a doppia cifra, rappresenta un’opportunità da sfruttare».
«Siamo consci che la Regione ha un ruolo chiave nei processi verso macro-cambiamenti – aggiunge l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Marco Gabusi – L’uso dei mezzi pubblici ha un impatto positivo su più livelli: ambiente, viabilità, sicurezza nel trasporto, oltre a incentivare uno stile di vita meno sedentario. È nostro obiettivo promuovere con continuità queste iniziative, con un dialogo continuo con aziende e pendolari»
La misura, sulla falsa riga di quella avviata a maggio del 2022 e chiusa nel luglio successivo, è rivolta a enti e imprese che hanno sede sul territorio regionale, che siano dotate di mobility manager e di un piano spostamenti casa-lavoro.
Nella sostanza, per il dipendente di imprese o enti che rispondano ai requisiti citati e che aderiranno alla nuova misura che sarà messa in campo dalla Regione, la scelta di usufruire di un mezzo pubblico per recarsi al lavoro comporterà un risparmio di almeno il 50% sul costo dell’abbonamento annuale, derivato dal cofinanziamento regionale, nella misura del 30% e di almeno del 20% dell’impresa o dell’ente.
Si tratta di una misura che si inquadra nell’ambito delle azioni per il miglioramento della qualità dell’aria e delle politiche per la mobilità sostenibile e che si assomma a quelle già messe in atto, con la finalità di disincentivare l’utilizzo dell’auto privata specialmente nei mesi invernali quando le condizioni meteorologiche sono più favorevoli all’accumulo di inquinanti.