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Nato nel 2008 per volontà dell’artista Pietro Gilardi si trova nel quartiere Filadelfia, nella nostra bella capitale subalpina.
Diretto da Enrico Bonaparte, il Parco Arte Vivente (PAV) è composto da un sito espositivo open air e un museo interattivo dalla vocazione sociale intesa come luogo d’incontro e come laboratorio di esperienze legate al dialogo tra arte e natura, tra biotecnologie ed ecologia, tra artisti e pubblico.
Il Parco occupa uno spazio 23.000 mq, di quella che una volta era un’area industriale, sia con opere permanenti come Trèfle, installazione ambientale dell’artista Dominique Gonzalez-Foerster (2006), il Jardin Mandala, giardino progettato dal paesaggista Gilles Clément (2010), che ospitando mostre temporanee e accogliendo altri interventi negli spazi esterni, immersi nel verde, e nei locali interni.
Il tema originale e dominante che ha dato anche il nome al Parco, ovvero l’Arte Vivente, è “una declinazione delle tendenze contemporanee” come la Bioarte, la Biotech, l’Arte transgenica e l’arte biologica. Le sperimentazioni sono realizzare attraverso materiali organici e inorganici, “ la vita, con le attuali riflessioni bioetiche sull’uso di determinate pratiche, è indotta anche attraverso mezzi biotecnologici”.
Molto interessante è il coinvolgimento del pubblico attraverso workshop e seminari condotti dagli artisti stessi. “Il programma propone itinerari di conoscenza teorica e laboratori in collaborazione con esperti di varie discipline, fornendo mezzi e materiali per vivere un’esperienza personale ricca di stimoli cognitivi, emotivi ed espressivi”.
Torino ancora una volte si distingue per l’avanguardia, per la creatività e per la capacità di trasformarsi. In questo caso un’area abbandonata destinata all’oblio e, probabilmente, anche al degrado, grazie ad una perspicace intuizione, è stata destinata all’arte, alla natura e al coinvolgimento attivo della gente attraverso un piano di diffusione culturale sociale. Questo è un ottimo esempio, un modello da seguire per convertire il decadimento in bellezza, il brutto in armonia, il vecchio in un nuovo promettente e al servizio del sapere.
MARIA LA BARBERA
PAV
Centro sperimentale d’arte contemporanea
via Giordano Bruno 31, Torino
T. +39 011 3182235
info@parcoartevivente.it
HySET – Hydrogen Systems and Enabling Technologies
Con inizio nel settembre 2023, il Master of Science servirà a rispondere alla richiesta di più di un milione di figure professionali di alto profilo con una conoscenza multidisciplinare nel settore entro il 2030
Le tecnologie dell’idrogeno possono giocare un ruolo fondamentale nella riduzione delle emissioni inquinanti entro la metà del secolo e far parte di quel mosaico di soluzioni necessarie per la mitigazione dei cambiamenti climatici. In particolare, l’idrogeno verde può essere l’anello di congiunzione tra le fonti rinnovabili e gli usi finali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione a diversi livelli (conversione energetica, utilizzo industriale, mobilità).
Il progetto HySET – Hydrogen Systems and Enabling Technologies coordinato dal professor Massimo Santarelli del Politecnico di Torino con un partenariato composto da Politecnico di Milano, Eindhoven University of Technology (Olanda), Norwegian University of Science and Technology (Norvegia) e Universitat Politècnica de Catalunya (Spagna) si pone come finalità la progettazione di un percorso di Laurea Magistrale erogato congiuntamente dai diversi partner (joint Master of Science) interamente dedicato alla filiera dell’idrogeno.
Il Master of Science è stato inizialmente promosso da Snam (IT), che ha coinvolto università e partner industriali nel consorzio, ed ora ricopre il ruolo di Partner associato insieme ad altri importanti player operanti nel settore energetico, quali Repsol (ES), Shell (NL) e Sintef (NO), insieme all’azienda esperta in sicurezza e affidabilità Safetec (NO).
La strategia dell’Unione Europea prevede di raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione per il 2050 grazie all’aumento del 24% dell’uso dell’idrogeno, contribuendo così a una riduzione di CO2 pari a 560 Mt e ottenendo movimenti economici pari a 820 miliardi di euro: per raggiungere tale obiettivo haprevisto di creare circa 1 milione di posti di lavoro di alto profilo entro il 2030, con una previsione di 5.4 milioni per il 2050.
Scopo principale di HySET è quindi formare professionisti e ricercatori con una conoscenza multidisciplinare nel settore dell’idrogeno e dei relativi sistemi, grazie a un training in ambiente internazionale e multiculturale, allo scopo di stimolare una collaborazione globale capace di rispondere alle complesse sfide derivanti dalla transizione energetica. La cooperazione attiva tra accademia e azienda è uno dei punti di forza del programma, che prevede inoltre il coinvolgimento di ulteriori partner accademici e industriali.
HySET intende coprire l’intera value chain dell’idrogeno: tecnologie di produzione, tecnologie di stoccaggio, trasporto/logistica/infrastrutture per l’idrogeno, usi finali dell’idrogeno (stazionario, trasporti, industria, residenziale e fuel cell), sicurezza, codici e standard, includendo anche quegli aspetti socio economici che possono derivare da una transizione all’uso dell’idrogeno.
La prima edizione del Master of Science HySET sarà varata nel Settembre 2023, proseguirà per 4 edizioni con supporto della Unione Europea (che finanzierà 15 borse di studio ogni annoper un totale di 60) e proseguirà negli anni successivi con fondi a erogazione pubblica e privata.
Il programma è organizzato in 120 crediti: nel primo anno gli studenti selezionati acquisiranno le conoscenze fondamentali e quelle industriali, studiando in uno dei due entry point universitari (POLITO e POLIMI); al secondo anno gli studenti si trasferiranno presso una delle università partner dove seguiranno corsi di specializzazione, per poi procedere con un tirocinio aziendale e la tesi finale in ambito internazionale.
Il progetto è stato finanziato nell’ambito dello storico e importante programma europeo Erasmus+, all’interno della call del 2022 dell’Azione KA2 – EMJM dedicata a percorsi accademici erogati congiuntamente da partenariati di università.
Maggiori dettagli sulle attività Erasmus+ sono disponibili presso: https://erasmus-plus.ec.europa.eu/
Riceviamo e pubblichiamo
Anche in Italia, in tutte le città, Fridays For Future chiama una giornata di mobilitazione per la giustizia climatica.
Fridays For Future lancia per venerdì 3 marzo un nuovo sciopero globale per il clima in tutto il mondo. <la crisi climatica è arrivata nelle nostre città, dobbiamo gridare nelle piazze di tutto il mondo che l’azione per la giustizia climatica non è rimandabile>> spiega il movimento nato nel 2019 e divenuto famoso per gli scioperi oceanici organizzati in questi anni.
Nel 2022 in Italia si sono verificati 310 eventi estremi, per la maggior parte siccità, grandinate, trombe d’aria e alluvioni. Sono morte 29 persone a causa dei disastri ambientali. Quella del 2022 è stata l’estate più calda della storia Europea, che nel sud Italia ha fatto registrare temperature record.
A novembre 2022 la media di CO2 nell’atmosfera si aggirava attorno a 420 ppm (parti per milione). Soli 10 punti sotto il limite indicato dagli esperti (climatewatchdata.org) per mantenere l’aumento della temperatura globale sotto gli 1.5°C.
Mentre nella maggior parte dei comuni italiani aumenta il costo dei trasporti pubblici con nuove tariffe record, le compagnie energetiche vantano miliardi in extra-profitti.
Aumentano anche le bombe climatiche, progetti di esplorazione ed estrazione di combustibili fossili ad alte emissioni che da soli basterebbero a far surriscaldare il pianeta oltre il limite.
Mai come oggi si sente forte la necessità di dare nuova voce alla scienza.
<> denuncia Marco Modugno, portavoce di Fridays For Future Italia: <
Dati scientifici, energia e partecipazione sono le loro sostitute.
Le politiche climatiche italiane sono gravemente insufficienti e si manifestano con totale incoerenza: tempistiche tardive, mancanza di un legame tra visione di lungo periodo e obiettivi di medio termine, scarsa implementazione e monitoraggio degli obiettivi raggiunti e disallineamento delle politiche nei diversi livelli dell’amministrazione pubblica.>>
Nonostante il costo degli impianti rinnovabili diminuisca di anno in anno, l’Italia sceglie di soddisfare l’80% della propria energia primaria con le fonti fossili, creando ostacoli burocratici alle alternative sostenibili e partecipative, come le comunità energetiche.
In un panorama di generale sfiducia verso le istituzioni rispetto alla capacità di affrontare la sfida climatica, Fridays For Future invita chiunque senta l’urgenza di agire a scendere in piazza, per una nuova giornata mondiale di mobilitazione.
<prima che la situazione diventi irreversibile>> afferma Michela Spina, portavoce del movimento: <rinnovare la nostra rabbia ancora e ancora, e manifestare insieme Venerdì 3 marzo. Scenderemo nelle piazze di tutto il mondo per trasformare quella rabbia in proposte concrete verso un mondo decarbonizzato.>>
La nostra rabbia è energia rinnovabile.
Per maggiori informazioni sullo sciopero, le rivendicazioni e le richieste contattare l’ufficio stampa di Fridays For Future Italia
Un suggestivo tramonto nel cielo torinese. La foto ci è stata inviata da Fulvio Martinetto
I dati previsionali forniti da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.
Si ricorda che le limitazioni riguardanti la circolazione veicolare sono automaticamente sospese nei giorni 25, 26 dicembre e 1 gennaio, giornate durante le quali il servizio di TPL è ridotto.
L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambienta
L’area centro-orientale segna un bilancio idrologico a 12 mesi che può essere considerato ancora di siccità estrema. Le condizioni del fiume Po restano drammatiche con portate che rimangono “largamente deficitarie a monte e che peggiorano man mano che ci si sposta verso il delta” si legge nel report, dimezzate rispetto alla media del periodo. I valori sono inferiori all’anno scorso.
In Piemonte la situazione è più compromessa compromessa nei bacini idrografici sud-occidentali. Nei laghi i livelli del Maggiore rimangono inferiori di circa mezzo metro rispetto alla media storica.
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Giovedì 2 febbraio 2023 alle 17.00 Toolbox CoworkingVia Agostino da Montefeltro 2, Torino |
La Clean Cities Campaign, campagna europea per la transizione delle città verso le Zero Emissions, di cui Legambiente è partner, inizia il suo viaggio a Torino. Durante l’evento, si presenteranno i dati del Dossier “Mal’Aria 2023”, redatto annualmente da Legambiente per denunciare l’emergenza smog nelle città italiane. A seguire, ci sarà una Tavola Rotonda con amministrazioni locali, associazioni e sindacati per capire come la città di Torino sta rispondendo all’obiettivo di raggiungimento di neutralità climatica entro la fine del 2030. L’evento si terrà a Torino giovedì 2 febbraio 2023 alle ore 17.00 presso Toolbox Coworking, in Via Agostino da Montefeltro 2. Programma: – Introduzione istituzionale di Alice De Marco, Direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Presentazione del Dossier Mal’Aria 2023 da parte di Andrea Minutolo, Responsabile dell’ufficio scientifico di Legambiente Nazionale – Tavola Rotonda, facilitata da Sergio Capelli, di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, con: · Chiara Foglietta, Assessora all’ambiente del Comune di Torino · Gianfranco Guerrini, Consigliere Delegato all’ambiente della Città Metropolitana di Torino · Roberto Mezzalama, Rappresentante dell’Osservatorio Civico per il Clima di Torino · Angelo Robotto, Direttore generale di ARPA Piemonte · Claudio Magliulo, Responsabile italiano di Clean Cities Campaign · Andrea Poggio, Responsabile Mobilità Sostenibile di Legambiente Onlus |
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con la Città di Torino, vuole stimolare i cittadini nell’adottare comportamenti corretti nella gestione dei rifiuti, con un messaggio chiaro: gettare i materiali separati negli appositi contenitori permette di realizzare una raccolta differenziata migliore, evitando la creazione di “mostri” di rifiuti che non è possibile differenziare.
La campagna è declinata su tre soggetti rappresentativi di errori comuni nella separazione dei rifiuti, dal cartone della pizza gettato sporco nella raccolta carta alla ceramica conferita erroneamente nel vetro.
La campagna, che verrà diffusa dal 30 gennaio 2023, verrà declinata su molteplici canali: affissioni statiche e dinamiche in vari formati, advertising e contenuti digitali.
“Gli sforzi che la Città e AMIAT hanno fatto e faranno per aumentare la raccolta differenziata sono inutili senza la fattiva collaborazione dei Cittadini, – commenta Paola Bragantini, Presidente Amiat Gruppo Iren – per questo è importante non dare per scontato nulla, e tornare a spiegare che i cattivi comportamenti generano mostri. La raccolta differenziata fatta bene aiuta la Città ad essere più bella e sostenibile”.
“Rafforzare la coscienza civica e l’attenzione all’ambiente è un tassello indispensabile nel percorso intrapreso verso una città più sostenibile – commenta l’assessora alle Politiche per l’Ambiente Chiara Foglietta –. Per questo è importante continuare a creare occasioni per sensibilizzare la cittadinanza su questi temi e insieme lavorare d’intesa con AMIAT, come stiamo facendo, per migliorare l’efficienza del servizio. Una raccolta di qualità – conclude l’Assessora – è imprescindibile per il recupero, il riciclo e il futuro reimpiego dei materiali, che ne estenda il ciclo di vita”.