AMBIENTE- Pagina 50

Parco e Castello di Masino riaprono al pubblico

Dopo la chiusura invernale, da sabato 25 febbraio 2023 riapre  al pubblico il Castello e Parco di Masino, Bene del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS a Caravino (TO), millenaria e sontuosa dimora di una delle più illustri casate piemontesi, i Valperga, situata su un’altura antistante la suggestiva barriera morenica della Serra di Ivrea, in posizione dominante la vasta piana del Canavese.

Visitare il Castello di Masino non significa soltanto scoprire il suo glorioso passato grazie al percorso tra i saloni affrescati e arredati con cura (come il Salone dei Savoiada poco restaurato), le camere per gli ambasciatori, gli appartamenti privati, i salotti, la preziosa biblioteca con più di 25mila volumi antichi, fino alle terrazze panoramiche e al Belvedere. Venire al Castello di Masino offre anche l’opportunità di trascorrere una bella giornata all’aria aperta, passeggiando nel monumentale parco romantico con uno dei più grandi labirinti di siepi d’Italia, costituito da oltre duemila piante di carpini, un maestoso viale alberato, ampie radure e angoli scenografici che in primavera si riempiono di spettacolari fioriture. Un esempio: indicativamente da metà aprile ai primi di maggio, circa 6000 esemplari di Spirea Vanhouttei, piantati dal FAI nel 2007 su progetto dell’architetto paesaggista Paolo Pejrone, fioriscono creando una “nuvola bianca” che fa da contorno ai grandi prati del giardino all’inglese e fiancheggia il viale che dal parterre superiore scende al grande prato di Eufrasia (nella foto sopra, uno scorcio delle spiree fiorite con il tempietto neogotico sullo sfondo, foto di Dario Fusaro). Attraverso la scelta progettuale di utilizzare tale pianta, un arbusto rustico e molto resistente sia al freddo sia alla siccità, il FAI si fa esempio e promotore “in prima persona” di una pratica di giardinaggio sostenibile: l’oculata selezione della pianta giusta nel posto giusto, infatti, risulta essere ecosostenibile perché si abbattono o eliminano i trattamenti fitosanitari con prodotti di sintesi e le irrigazioni, salvaguardando la salute umana e ambientale.

Nell’ottica di divulgare le buone pratiche da adottare in giardino per contribuire a fronteggiare i gravi effetti della crisi ecologica e climatica, da venerdì 28 aprile a lunedì 1° maggio, proprio nel periodo della candida fioritura delle spiree, il FAI propone la Tre giorni per il giardino, tra le mostre mercato di florovivaismo più rinomate e attese in Italia e la manifestazione più importante della primavera a Masino. Oltre a incontrare i più qualificati vivaisti italiani e stranieri, che esporranno le migliori collezioni, i visitatori e gli appassionati di verde potranno partecipare a interessanti incontri a cura di professionisti ed esperti, dal meteorologo Luca Mercalli al giardiniere di Versailles Giovanni Delù, sul tema della biodiversità e della sua tutela, che condivideranno le proprie ricerche e le proprie preziose esperienze sul campo (in allegato il comunicato stampa con il programma completo della “Tre giorni per il giardino” e dettagli su orari e biglietti e alcune foto).

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Il Castello e Parco di Masino riaprire da sabato 25 febbraio 2023 ed è aperto al pubblico dal mercoledì alla domenica dalle ore 10 alle 18

 

Ingresso castello e parco: intero € 15; ridotto (6-18 anni) € 8; studenti fino ai 25 anni € 8; bambini fino ai 5 anni ingresso gratuito; famiglia (2 adulti e 2 o più bambini) € 38; iscritti FAI e altre convenzioni ingresso gratuito; Carta Musei € 10; persone con disabilità e accompagnatore ingresso gratuito; residenti Comune di Caravino ingresso gratuito

 

Ingresso solo parco: intero € 10; ridotto (6-18 anni) € 3; famiglia € 26; studenti fino ai 25 anni € 3; iscritti FAI e residente Comune di Caravino ingresso gratuito; Carta Musei 7 €

 

www.castellodimasino.itwww.fondoambiente.it

Allarme siccità #emergenzamaifinita

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Nella Penisola fiumi e laghi in sofferenza, già raggiunto uno stato di severità idrica “media” in tre dei sette distretti idrografici

Legambiente: “Se continuiamo di questo passo rincorreremo sempre le emergenze. Il Governo definisca una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare con interventi  di breve, medio e lungo periodo che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione di prelievi e di sprechi d’acqua fin da subito

L’associazione indica otto pilastri per dare gambe a questa
road map idrica non più rimandabile

Laghi e fiumi in forte sofferenza, quasi in secca come la scorsa estate, mentre in montagna è scarsa la neve accumulata. È quanto sta accadendo in Italia, a metà febbraio, complice l’aumento delle temperature superiori ai valori di riferimento, le scarse precipitazioni e a una crisi climatica che non guarda in faccia a nessuno. Il risultato è una nuova ondata di siccità, o meglio un’emergenza siccità in realtà mai finitadenuncia Legambiente, con corsi d’acqua che hanno raggiunto uno stato di severità idrica “media” in tre delle sette autorità di distretto secondo gli ultimi bollettini emanati dalle stesse in questi ultimi mesi. Ossia il distretto idrografico del Fiume Po, quello dell’Appennino settentrionale e quello dell’Appennino centrale. Preoccupante anche la carenza di neve, con il 53% in meno sull’arco alpino, e in particolare il bacino del Po, con un deficit del 61%. (Fonte, CIMA Research Foundation).
Per questo l’associazione ambientalista lancia oggi un appello al Governo Meloni, indicando le priorità da mettere in campo a partire dalla definizione di una strategia nazionale idrica, strutturata in otto punti, che abbia un approccio circolare con interventi di breve, medio e lungo periodo che favoriscano da una parte l’adattamento ai cambiamenti climatici, e dall’altro permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi. Non sono più ammessi ritardi. Bisogna cominciare a prevenire “l’emergenza idrica” che caratterizzerà sempre di più il nostro territorio smettendo di pensarci solo quando il danno è già stato fatto. A partire dai prossimi mesi, infatti, la domanda di acqua per uso agricolo si aggiungerà agli attuali usi civili e industriali che sono già in sofferenza e il fabbisogno idrico nazionale sarà insostenibile rispetto alla reale disponibilità.Otto i pilastri, per Legambiente, che devono stare al centro di questa strategia idrica nazionale per dare gambe ad una road map non più rimandabile che abbia come obiettivo la riduzione dei prelievi e degli usi dell’acqua in tutti i suoi settori. 1) favorire la ricarica controllata della falda facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere velocemente a valle fino al mare; 2) prevederel’obbligo di recupero delle acque piovane con l’installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano; in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini3) servono interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione, 4) implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso le modifiche normative necessarie; 5) occorre riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti; 6) utilizzare i Criteri Minimi Ambientali nel campo dell’edilizia per ridurre gli sprechi; 7) favorire il riutilizzo dell’acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti8) introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti.“Il 2023 è appena iniziato, ma sta mostrando segnali preoccupanti in termini di eventi climatici estremi, livelli di siccità. Bisogna da subito ridurre i prelievi nei diversi settori e per i diversi usi prima di raggiungere il punto di non ritorno. Serve poi adottare una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – e che permetterebbe di rendere più competitiva e meno impattante l’intera filiera. Non dimentichiamo che la transizione ecologica deve passare anche per il comparto idrico, oggi in forte sofferenza a causa soprattutto della crisi climatica. Una siccità prolungata comporta danni diretti derivanti dalla perdita di disponibilità di acqua per usi civili, agricoli e industriali ma anche perdita di biodiversità, minori rese delle colture agrarie e degli allevamenti zootecnici, e perdita di equilibrio degli ecosistemi naturali. Da non sottovalutare, inoltre, il contributo che la neve apporta all’approvvigionamento idrico. La scarsa copertura nevosa unita alla fusione anticipata delle nevi condizioneranno pesantemente le capacità dei bacini idrografici nei prossimi mesi primaverili e estivi. Per questo è fondamentale prevedere più risorse per il settore idrico, a partire da un miglior indirizzamento di quelle del PNRR. Solo così potremmo evitare di rincorrere le emergenze”.

Legambiente ricorda che l’Italia – con oltre 33 miliardi di metri cubi di acqua prelevata per tutti gli usi ogni anno – è nel complesso un Paese a stress idrico medio-alto secondo l’OMS, poiché utilizza il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6% ogni 10 anni. Una tendenza che, unita a urbanizzazione, inquinamento ed effetti dei cambiamenti climatici, come le sempre più frequenti e persistenti siccità, mette a dura prova l’approvvigionamento idrico della Penisola. Secondo i dati diffusi dallo GIEC (Gruppo Intergovernativo degli Esperti sul Cambiamento Climatico), all’aumento di un grado della temperatura terrestre corrisponde una riduzione del 20% della disponibilità delle risorse idriche.

Il giardino si fa ecosostenibile: a MyPlant 2023 le novità targate IT Design

PoliLine’ e ‘Cucciolotta: arredare il proprio verde rispettando flora e fauna.

Che l’ambiente sia uno dei trend di maggiore attualità a livello mondiale, è fatto risaputo. Che l’artigianalità e la qualità del made in Italy sia una risposta efficace e producente alle sue esigenze, lo è altrettanto.

Ed è così che, dopo la pandemia, la maggiore richiesta di spazi verdi in cui coniugare una vita più sana in compagnia di flora e fauna si è tradotta in un’ampia gamma di soluzioni in grado di coniugare comfort e rispetto per il pianeta.

Lo sa bene il team di IT Design Srl, primaria realtà italiana attiva nel cosiddetto settore delle Garden Technologies: una start-up nata a Giaveno, nel Torinese, una decina di anni fa oggi divenuta un’impresa consolidata e collaudata nel campo del green e delle sue declinazioni grazie all’esperienza e all’impegno profusi sul campo dai suoi fondatori.

Ed è così che l’azienda fondata e guidata dai Fratelli Francesco, Marco e Salvatore Polito debutta a ‘MyPlant 2023’, evento di riferimento dagli ampi padiglioni che avrà luogo alla Fiera di Milano dal 22 al 24 febbraio prossimi.

Un appuntamento internazionale per fare il punto sull’innovazione e le più recenti acquisizioni per chiunque si confronti quotidianamente con giardini, orti, spazi da coltivare e in cui allevare piccole quantità di animali domestici.

E’ in questo contesto che s’inseriscono armonicamente le linee di prodotti “PoliLine” e “Cucciolotta”: rispettivamente dedicate all’arredo esterno, inclusi balconi e terrazze, e al mondo dei piccoli amici dell’uomo a quattrozampe.

Con “Poliline”, ultimo nato in casa IT Design, abbiamo creato una gamma di prodotti ecosostenibili realizzati interamente in laminato HPL (High Pression Laminate): 70% cellulosa, 30% resina. Una pluralità di sedie, cassapanche, lettini prendisole e tavolini dall’ergonomia moderna e confortevole, di dimensioni variabili adatte a qualsivoglia tipologia di superficie. Con una texture dal design moderno e delicato insieme, di facile integrazione con il resto degli elementi spazialmente presenti. Una linea innovativa di cui andiamo fieri, pensata per incontrare il gusto del pubblico in un’ottica funzionale”, spiegano i Fratelli Polito.

Ma c’è di più. “A Milano presentiamo anche “Cucciolotta”, linea di oggetti pensati per il benessere di cani e gatti: poltroncine, lettini, cucce, portaciotole, e quanto altro si conviene per la loro comodità quotidiana. Poi c’è anche “Cucciolotta Polly”, prima gamma al mondo di pollai ecosostenibili derivati dalla cellulosa: materiale resistente e privo di agenti inquinanti che ben si presta a svariati tipi di applicazioni e lavorazioni. I moduli presentano diverse misure, con porte di accesso antintrusione e rampe per agevolare l’ingresso e l’uscita degli avicoli. Con all’interno scomparti dedicati alla produzione e al ritiro giornaliero di uova in cui far ambientare al meglio i propri volatili”.

Tutte le informazioni su www.cucciolotta.com e su www.polilinegarden.com.

Rivalta: verso la bonifica dei “siti orfani” di Oma e Chimica Industriale

Grazie ai fondi del PNRR e a uno stanziamento di Regione Piemonte e Città di Rivalta salgono a 8 i milioni per la messa in sicurezza

Rivalta di Torino- Cinque milioni di € per la realizzazione degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei “siti orfani” di Oma e Chimica Industriale. È quanto prevede l’accordo sottoscritto da Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e Regione Piemonte e approvato nei giorni scorsi dall’amministrazione comunale di Rivalta.
Si tratta di fondi PNRR pari a 5.337.000 €, grazie ai quali sarà possibile finalmente avviare i lavori di bonifica della discarica dello stabilimento OMA, 22.350 mq di terreno contaminato a ridosso della scarpata che separa l’area ex industriale dall’alveo del Sangone. Qui, a vent’anni dalla chiusura degli impianti di recupero rifiuti e trattamento oli esausti, si trovano ancora strati di morchie idrocarburiche oleose frammiste a terreno, che raggiungono in alcuni punti una profondità di 6 metri. Resti e scarti di lavorazione che rappresentano ancora oggi per Rivalta una pesante eredità ambientale da gestire.
Le opere di messa in sicurezza finanziate con il PNRR prevedono, oltre alla rimozione delle morchie, il trattamento dell’accumulo delle acque meteoriche, la riprofilatura del corpo della discarica per scongiurare il pericolo di contaminazione delle acque di falda e la copertura superficiale con geo-tessuti e terra agraria.
Una volta completato, sarà l’intervento di risanamento ambientale più significativo dell’intera area dopo la messa in sicurezza di emergenza del 2003 e del 2004 e dopo la bonifica parziale del 2012, interventi costati complessivamente 8 milioni di € per smaltire poco meno di 9.000 tonnellate di melme e rifiuti e procedere alla caratterizzazione completa dell’area.
Per dare un’unità di misura, i quasi 3,5 km quadrati degli impianti e dei relativi terreni equivalgono al 15% dell’intero territorio rivaltese.
«Anche questo intervento, è bene sottolinearlo, è una goccia in un progetto di bonifica complessivo che supera i 40 milioni di euro» spiega Ivana Garrone, assessore ai Lavori pubblici e all’Ambiente. «Occorrerà continuare a lavorare insieme alla Regione e al Ministero per definire un crono programma di finanziamenti e arrivare, nell’arco di qualche anno, alla completa bonifica».
Nelle prossime settimane si passerà alla fase di progettazione di questo intervento, che non sarà comunque l’unico a prendere avvio in tempi brevi. In primavera aprirà infatti il cantiere di un nuovo lotto della bonifica per la realizzazione della scogliera di contenimento lungo il Sangone, a protezione proprio dell’area occupata dalla discarica dell’ex stabilimento OMA.
L’intervento è finanziato grazie a 1,9 milioni di € stanziati nel 2021 dalla giunta regionale del Piemonte nell’ambito dell’Accordo di programma per la realizzazione degli interventi di bonifica sottoscritto da Ministero della Transizione Ecologica, Città Metropolitana di Torino e Città di Rivalta, stanziamento a cui si aggiungono 100.000 € di fondi comunali. La scogliera di contenimento avrà uno sviluppo lineare di 400 metri che seguirà il greto del torrente e verrà costruita con massi e geo-tessuti a strati filtranti e separatori. Questo impedirà fenomeni di erosione e, in caso di episodi di piena del Sangone, la diffusione di contaminanti e idrocarburi. L’opera è a oggi l’intervento più urgente da portare a termine, perché – oltre a mettere in sicurezza un sito potenzialmente pericoloso – è preliminare alle successive fasi di bonifica.
Solo una volta completata la scogliera si potrà procedere alla messa in sicurezza della discarica, così come prevede la “progettazione per fasi” del piano preliminare approvato nel 2015.
«OMA e Chimica Industriale hanno acceso un’ipoteca sul futuro ambientale della nostra città e rappresentano ancora oggi il ricordo di un passato industriale che nessuno si augura di dover rivivere» ha detto Sergio Muro, sindaco di Rvalta. «Dal 2002 non siamo più costretti a convivere con odori sgradevoli e con il fumo delle ciminiere ma – aggiunge ancora Muro – c’è ancora tanto lavoro da fare per restituire alla comunità una fetta importante di territorio cittadino, anche per l’irresponsabilità di chi, negli anni, ha causato il danno e non ha provveduto a riparare».
Intanto, tra i lavori in fase di progettazione già coperti da finanziamenti anche la rimozione di idrocarburi in fase libera surnatante presenti sul sito di OMA. Qui l’impegno finanziario è di 750.000 €.
«Da quando OMA e Chimica Industriale hanno cessato le loro attività le opere di bonifica e messa in sicurezza degli stabilimenti e della discarica sono costate 16 milioni di €, tutti a carico della collettività – aggiunge Ivana Garrone – poco più di un terzo dell’impegno di spesa previsto dal progetto preliminare di bonifica, che ammonta a 43 milioni».
NOTA SU OMA E CHIMICA INDUSTRIALE
La storia della OMA e della Chimica Industriale dura da 60 anni. Una storia fatta di lavoro, di denunce, di assemblee e di manifestazioni. Una storia che ha lasciato a Rivalta inquinamento e una grossa ferita ambientale ancora oggi non sanata.
Era il 1° dicembre 1963 quando il consiglio comunale autorizzò la OMA a svolgere attività di rigenerazione di oli usati, mediante trattamento a caldo con acido solforico. La Chimica Industriale era invece autorizzata a svolgere attività di recupero di rifiuti mediante distillazione di solventi e all’incenerimento degli scarti di lavorazione. Sempre a metà degli anni Sessanta, la stessa amministrazione affittò alla OMA a ridosso del torrente Sangone un terreno di 40.000mq, nel quale vennero depositati tra il 1964 e il 1974 tra i 25.000 e i 30.000 mc di morchie oleose prodotte dall’impianto.
L’attività delle due aziende continuò fino al 2002 e la loro chiusura, con relativo fallimento, arrivò solo dopo una dura battaglia legale tra l’amministrazione comunale e le proprietà dei due impianti.

Motore Sanità. Cibo, ambiente, salute: il successo della Winter School

RIFLETTORI PUNTATI SULLA SALUTE GLOBALE, INDISPENSABILE PER ASSICURARE LA SALUTE E LA CRESCITA ECONOMICA DEL PAESE

La salute dell’uomo e quella del pianeta viaggiano a braccetto anche a tavola. È quanto emerso dalla due giorni della Winter School 2023 di Motore Sanità, appena conclusasi a Pollenzo (CN), con il patrocinio dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche.

I 10 principali punti emersi:

  1. Nuove infezioni aggravate dai rischi climatici minacciano la nostra salute. Per cercare di dare risposte a questa impellente emergenza, l’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità scende in campo coinvolgendo specialisti e aziende sanitarie.

  1. Le diete malsane causano più di 950mila decessi in Europa e il 40% della popolazione abbandona la dieta mediterranea. È necessaria un’inversione di rotta, contro gli alti tassi di sovrappeso e obesità causati dal cibo spazzatura responsabile di gravi patologie (dal diabete al cancro).

  1. Quando il consumatore diventa paziente, mangiare in molti casi diventa preoccupazione, fino a sfociare nel rifiuto del cibo che impatta negativamente sul benessere psicofisico e rende difficile la cura. La cura della ristorazione durante la degenza attuata con pietanze semplici, di stagione, con aspetti riconducibili alla tradizione, gustosi ma non salati, che usano condimenti e spezie per esaltare i sapori, può essere un elemento di educazione alimentare che abitua il paziente a comprendere che cambiare le proprie abitudini alimentari non vuol dire privarsi del piacere del cibo.

  1. L’etichettatura racconta la storia del prodotto che portiamo sulle tavole, per questo è importante associarla alla promozione della dieta mediterranea, incoraggiando i produttori a realizzare alimenti più sani e sostenibili. È il senso del Med Index, sistema di etichettatura dei prodotti alimentari concepita come una etichettatura completa e basata su criteri misurabili. Uno strumento per imparare ad acquistare alimenti sani per l’uomo e per il pianeta.

  1. Il nostro Servizio sanitario ha di fronte importanti sfide per continuare a garantire la migliore presa in carico del paziente e il miglior percorso di cura e di assistenza e la gestione delle risorse del PNRR sarà decisiva per lo sviluppo di grandi opportunità offerte dalla tecnologia digitale.

  1. L’evoluzione digitale soffre l’ansia dei tempi che incombono per realizzare la rivoluzione tecnologica. Non possiamo improvvisare, ma progettare e programmare per rispondere alla necessità di digitalizzare la sanità nel nostro Paese.

 

  1. Quattro italiani su 10 soffrono di almeno una malattia cronica e 2 su 10 di due o più malattie croniche. Il paradigma scientifico di riferimento è quello della one-health, un modello di analisi della correlazione tra esposizione ambientale e salute perché nel binomio cibo-salute c’è la chiave di lettura dei territori e, di conseguenza, un patrimonio scientifico sul quale costruire soluzioni per la garanzia e la tutela dei cittadini.

  1. 12,4 milioni di fumatori in Italia sono la prova che il proibizionismo non paga. Fermo restando che la proposta numero uno è smettere di fumare, i professionisti e gli esperti di settore ritengono che occorra intraprendere una strada basata sulla riduzione del rischio attraverso tutti gli strumenti disponibili e le alternative messe in campo.

 

  1. Salute mentale: aumentano casi di autolesionismo, depressione, anoressia, poliabuso di sostanze e atti di violenza soprattutto tra gli adolescenti. L’allarme arriva da chi ha in cura ogni giorno i pazienti presso i Centri di salute mentale. Servono almeno 2miliardi di euro per rispondere ai nuovi bisogni e riportare la salute mentale al centro dell’agenda politica. Inoltre è importante continuare a combattere lo stigma, favorire l’inclusione e integrare i servizi sociali e sanitari soprattutto per i pazienti psichiatrici per una gestione del paziente a 360 gradi.

 

  1. Ipercolesterolemia e diabete sono killer silenziosi. Vengono in aiuto alimentazione, prevenzione, nuovi farmaci, ma c’è anche attenzione rispetto all’utilizzo di rimedi naturali, come integratori e nutraceutici, messi a punto sull’evidenza clinica di alcuni frutti dalle straordinarie proprietà. Le strategie dietetiche che ad oggi si sono rivelate più efficaci sono la riduzione di acidi grassi saturi, l’introduzione di fitosteroli e una elevata aderenza alla Dieta Mediterranea.

Evento di punta della sanità nazionale, la Winter School di Motore Sanità rappresenta da sempre un appuntamento fondamentale per il confronto tra esperti, clinici, rappresentanti delle Istituzioni, politici, associazioni di pazienti e di categoria e addetti ai lavori della Sanità italiana. Oltre 100 i relatori intervenuti nelle 20 tavole di lavoro che si sono tenute nella sede congressuale di Pollenzo.

Extinction Rebellion: “Bye bye neve, la crisi climatica è già qui”

Questa mattina, le Red Rebels di Extinction Rebellion sono tornate sulle piste da sci piemontesi, srotolando uno striscione con scritto “Bye bye neve, la crisi climatica è già qui”.

Partendo dalla linea di confine italo-francese che attraversa le piste da fondo, sono scese verso il centro abitato di Claviere costeggiando gli impianti di risalita. Hanno scelto questa volta un luogo simbolico, dicono, “di frontiera, turismo montano, grossi flussi migratori e sofferenze umane”

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Change To: cambia il clima, cambia la città

Una foglia stilizzata che con le sue venature ricorda la mappa di una città che diventa via via sempre più verde, ma anche una goccia d’acqua, con riferimento all’impegno della Città di Torino nella ricerca di strategie e politiche per ottimizzare l’uso e la gestione delle risorse idriche a livello urbano: richiama il concetto di sostenibilità ambientale l’immagine scelta dall’Assessorato alla Transizione ecologica per la nuova campagna di comunicazione “ChangeTO: cambia il clima, cambia la città”.

Già apparsa sui cartelloni luminosi ‘mupi’ in tutta la città, nei negozi in forma di ‘cartolona’ e nei ristoranti sulle tovagliette di carta Sugonews, la campagna – che rimanda agli interventi che un’amministrazione attenta e responsabile sul tema del cambiamento climatico è chiamata a implementare – nei prossimi giorni sarà diffusa anche negli spazi di affissione del Comune e visibile sui bus del trasporto pubblico.


Scopo della campagna è informare i cittadini sugli “Interventi di adattamento per una città più vivibile” avviati dall’Assessorato alla Transizione ecologica, importante progetto di adattamento del tessuto urbano in risposta alle esigenze dettate dai cambiamenti climatici, che porterà sul territorio un investimento di un milione di euro derivanti dai fondi europei del programma PON METRO 2014-2020 REACT-EU.


“Insieme agli interventi fisici abbiamo pensato di lanciare una diffusa campagna di sensibilizzazione alla cittadinanza” dichiara l’assessora alla Transizione ecologica Chiara Foglietta. “Il claim ‘Cambia il clima, cambia la città’ sta a indicare la traiettoria entro cui ci muoviamo. Torino vuole diventare una città resiliente e climaticamente neutra, obiettivi che possiamo raggiungere solo se tutti siamo consapevoli e lavoriamo nella stessa direzione”.

Un cantiere è già stato avviato in via Stradella, dove all’interno di un parcheggio saranno piantumati 82 nuovi alberi e sostituiti 1400 mq di asfalto con una pavimentazione in grado di riflettere la radiazione solare. Nei prossimi mesi 15 fermate del trasporto pubblico e un tratto di binari della linea 4 rinverdiranno, contribuendo a contrastare il fenomeno delle isole di calore e degli allagamenti e ad aumentare il numero di piante di Torino, che può già vantare 340mila alberi di proprietà pubblica.

I benefici ambientali a lungo termine derivanti da questo e altri interventi sono mostrati attraverso immagini e dati dalla campagna ChangeTO. Il cittadino troverà ulteriori dati e approfondimenti visitando il sito internet www.torinovivibile.it indicato nei manifesti, accessibile in pochi click anche tramite QR code.

Semaforo antismog: prosegue fino a lunedì 20 febbraio il livello 1 (arancio)

Fino a lunedì 20 febbraio 2023 compreso (prossimo giorno di controllo) resterà in vigore il livello 1 (arancio) delle limitazioni emergenziali.

I dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

Gli atenei e la Regione insieme per un Piemonte sostenibile

Nel Palazzo della Regione in piazza Castello a Torino , Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino, e Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, hanno firmato l’Accordo della Rete delle Università Piemontesi per lo Sviluppo Sostenibile – RUS Piemonte, con cui le quattro Università confermano di essere allineate agli obiettivi della Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile (SRSvS) e di essere disponibili per un lavoro a fianco della Regione per portare il Piemonte sul percorso di transizione verso un nuovo modello di sviluppo. Era presente Matteo Marnati, Assessore della Regione Piemonte, con specifica delega ad Ambiente, Energia e Ricerca, con i connessi rapporti con Atenei.

Negli anni 2020-2022, le Università piemontesi sono state impegnate congiuntamente nel progetto PASS – Piemonte e Accademia per lo Sviluppo Sostenibile, finanziato dal Ministero per la Transizione Ecologica. I quattro atenei piemontesi fanno parte della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), che si propone la diffusione della cultura e delle buone pratiche di sostenibilità, sia all’interno che all’esterno degli atenei italiani (a livello urbano, regionale, nazionale, internazionale). A conclusione del progetto PASS, le quattro Università piemontesi hanno voluto definire un coordinamento delle attività svolte su scala regionale nell’ambito della RUS nazionale, dando così vita alla RUS Piemonte.

I quattro Atenei piemontesi, unendo le forze nella RUS Piemonte, avranno la possibilità di realizzare azioni congiunte di coinvolgimento della popolazione (la cosiddetta terza missione delle Università), che potranno impattare su una comunità di oltre 140.000 persone, considerando l’insieme di studenti, collaboratori, staff tecnico-amministrativo e docenti. Queste azioni saranno rivolte a far crescere la “conoscenza, formazione e coinvolgimento” delle nuove generazioni, in un’ampia riflessione sullo sviluppo sostenibile del territorio.

Le sfide poste al 2030 e 2050 dall’Agenda Globale e dalla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile impongono sistemi di governance collaborativi e transdisciplinari, che creino le condizioni per significativi salti di qualità nell’implementazione di politiche per la sostenibilità. Attraverso il progetto PASS e sul modello della RUS nazionale è stata definita e avviata una modalità operativa innovativa, nel contesto regionale, fondata sulla collaborazione tra le quattro Università piemontesi – Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Università del Piemonte Orientale, Politecnico di Torino e Università di Torino – e la Regione Piemonte, volta alla condivisione, all’elaborazione e all’attuazione delle politiche regionali per la SRSvS.

Attraverso il perseguimento degli obiettivi prefissati, il progetto PASS ha facilitato le condizioni per la promozione di una governance collaborativa, innovativa e duratura, tra Regione Piemonte e Atenei piemontesi, volta a valorizzare le sinergie del territorio e accelerare i tempi della transizione allo sviluppo sostenibile. È stato così possibile procedere all’individuazione di un sistema di collaborazione Regione-Atenei, attraverso la definizione delle modalità di cooperazione e di coinvolgimento del personale, unitamente all’attivazione di un primo nucleo di cooperazione tra RUS Piemonte e Regione Piemonte. L’esperienza del progetto PASS rappresenta il punto di partenza per la creazione di un rapporto strutturato fra la Regione e gli Atenei, tale da diffondere la cultura e le buone pratiche di sostenibilità, sia all’interno che all’esterno delle Università piemontesi, e promuovere lo sviluppo sostenibile delle comunità locali.

Parallelamente, valorizzando i rapporti di collaborazione tra Università e Regione nell’ambito di progetti di ricerca finanziati dalla Regione stessa, si è costituito un quadro delle competenze universitarie piemontesi in materia di sviluppo sostenibile, definendo gli strumenti per orientare la ricerca sui temi prioritari e potenziando gli stimoli per la diffusione degli studi di natura transdisciplinare sul tema.

Sotto il profilo del governo del territorio, attraverso l‘individuazione e il rafforzamento delle sinergie tra ambiti di pianificazione regionali e tra questi e le Università, si è poi attivato un processo di revisione concertato degli strumenti regionali unitamente alla co-definizione di una visione collaborativa della pianificazione, capace di identificare elementi di innovazione. Tutte queste azioni sono state improntate ad un’ottica evolutiva pluriennale, ovvero volta ad una collaborazione duratura tra Atenei e Regione oltre il termine progettuale stesso, proponendosi di estendere tale collaborazione a tutti i campi della sostenibilità (i.e. istituzionale, sociale, economica e ambientale).

“La decisione del Piemonte di puntare allo sviluppo sostenibile del territorio è una scelta fondamentale che può dare buoni frutti solo se condiviso e realizzato con tutti i soggetti istituzionali che presidiano le frontiere del cambiamento e di cui le Università sono senz’altro alfieri imprescindibili – dichiara il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio -. “L’accordo che viene siglato oggi conferma l’alto livello di sintonia e di collaborazione che esiste e che ha l’obiettivo di garantire al Piemonte di poter crescere e di farlo in equilibrio con il suo prezioso patrimonio di risorse naturali”.

Legambiente manifesta con le maschere antigas

“Respiriamo grazie a loro. Non soffochiamole” 

Questo il messaggio dei volontari di Legambiente che sono scesi in strada con maschera antigas per informare la cittadinanza sugli impatti dell’inquinamento atmosferico.

Il progetto LIFE MODERn (NEC) ha l’obiettivo di svolgere un monitoraggio della qualità dell’aria finalizzato allo studio del suo impatto sugli ecosistemi forestali e di acqua dolce.

Bari, Bergamo, Firenze, Genova, Milano, Padova, Perugia e Torino. Da queste città arrivano gli scatti dei volontari di Legambiente che sono scesi in strada muniti di maschera antigas collegata ad una piccola teca contenente una piantina. “Respiriamo grazie a loro. Non soffochiamole” è il messaggio che gli attivisti hanno voluto lanciare in occasione dei flash mob realizzati nell’ambito del progetto LIFE MODERn (NEC).

L’inquinamento atmosferico prodotto in città dalle attività antropiche genera un impatto negativo anche negli ecosistemi remoti come le foreste e le acque dolci. Per monitorare al meglio gli effetti degli inquinanti sugli ecosistemi fondamentali per la vita sul Pianeta, questo progetto europeo guidato dall’Arma dei Carabinieri – Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari CUFAA, e supportato da CNR, CREA, ENEA, Legambiente, TerraData srl environmetrics e le Università di Camerino e di Firenze, ha l’obiettivo di raddoppiare i siti attualmente monitorati attraverso la Rete Nec e incrementare il numero degli indicatori considerati.

 

Secondo l’ultimo rapporto Mal’aria di Legambiente, che ha monitorato la qualità dell’aria nell’anno 2022, i livelli di inquinamento atmosferico in molte città sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi, più stringenti, previsti per il 2030. Rispetto a questi nuovi target europei, infatti, ad oggi sarebbero fuorilegge il 76% delle città per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 61% per l’NO2. Tra queste, dati preoccupanti sono stati registrati in alcune località in cui i volontari dell’associazione hanno realizzato un piccolo flashmob in strada con le maschere antigas collegate alle piantine: a Milano e Torino (media annuale di 35 microgrammi/metro cubo) e Padova (32 microgrammi/metro cubo) le situazioni più difficili per il PM10; per l’NO2 valori più alti riscontrati a Firenze (30 microgrammi/metro cubo) e Bergamo (28 microgrammi/metro cubo).

 

L’inquinamento atmosferico che danneggia pesantemente la nostra salute e compromette la qualità della nostra vita, influisce anche sulla biodiversità, ma, mentre un quadro delle emissioni di inquinanti atmosferici a livello nazionale è ormai sufficientemente strutturato e basato su una solida rete di siti di monitoraggio, lo studio degli impatti dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi necessita di maggiori studi e strumenti come un’adeguata rappresentatività dei diversi ecosistemi e una sinergica integrazione tra i metodi e i risultati ottenuti da diversi istituti di ricerca.

 

Ad oggi la Rete NEC conta 10 siti, 6 forestali e 4 di acqua dolce. Tra i parametri attualmente considerati negli ecosistemi forestali ci sono lo stato di salute e la vitalità degli alberi, le deposizioni atmosferiche, la chimica delle soluzioni circolanti nei suoli, la chimica fogliare e la biodiversità di piante e licheni. Nei siti di acqua dolce sono invece considerati i parametri chimici dell’acqua come i livelli di acidità, il solfato, i nitrati, oltre alle comunità a macroinvertebrati e diatomee. Grazie al progetto, saranno considerati ulteriori 18 indicatori, attualmente al vaglio dei partner del progetto, tra cui la diversità della fauna del suolo, di pipistrelli e uccelli e il DNA ambientale, la trasparenza e la qualità dell’aria e una serie di indicatori legati alla diversità funzionale delle comunità.