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Uncem: dov’è la neve del futuro?

Dove è la neve del futuro? L’artificiale o programmata, con o senza acqua, è nel futuro o nel passato? Oltre ogni ideologica resistenza al cambiamento, oltre ogni pseudo-ambientalismo, oltre ogni scontro tra tifoserie, oltre ogni accademica lezioncina alla Politica, esercitare pensiero, analisi, studio, e poi azione e concretezza è necessario. Oggi più che mai. Di fronte ai grandi numeri – almeno quelli raccontati nelle ultime ore dagli Operatori turistici – a conclusione dell’inverno 2022-2023, che si chiude con questo week end lungo pasquale, crescono ancora di più le domande. Belle e virtuose domande. Senza apparenti semplici risposte. Chi le ha, forse non sa andare oltre. Cercarle insieme, comunitariamente è vincente. Dare risposte “in unità” all’oltre della neve, è il vero percorso che ci coinvolge. Tutto il passato non si salva. Cosa ci sia nel futuro richiede tanta tanta intelligenza, anche istituzionale. Comunitaria.

Tanti arrivi e tante presenze, dal mondo sulle Alpi e sugli Appennini, pochissima neve. In questo inverno. Tanta neve, solo neve o quasi prodotta artificialmente, molti fondi pubblici investiti, buone ricadute sull’indotto, sul mercato, sugli hotel, sui ristoranti, sui Maestri, su chi vive e opera nei territori. Resta e può restare perché vi sono economia, servizi, comunità unite, senso del futuro. Ha tutto senso? Cosa non lo ha? Va tutto bene? Oltre tutte (e altre) queste domande, forse anche esse banali e retoriche, che Uncem si pone, prova ad andare il progetto Interreg Spazio Alpino Beyondsnow che vedrà due giorni importanti di riflessione, il 18 e il 19 aprile a Torino, presso la sede della Città Metropolitana, e nelle Valli di Lanzo, ad Ala di Stura e Balme. Ci sarà anche Uncem, per andare oltre i limiti della semplificazione e dello scontro, da bar o da pista. Oltre il limite del senso che “se si è sempre fatto così, va bene così”. Ci proveremo, almeno. Non è detto che sia facile. Ma vale la pena di provarci, insieme. Tutti. Operatori ed Enti locali, lavoratori e Associazioni che credono nelle sfide del cambiamento climatico, che provano ad affrontarle con intelligenza e lucidità. Serve onesta intellettuale, superare disuguaglianze e sperequazioni. Beyondsnow è anche questa volontà. Chi ha la verità in tasca, chi vuole dire tutto, chi sa tutto, chi insegna tutto, chi mostra la via perfetta, sul futuro dello sci, del turismo, della neve, dell’artificiale finanziata da soldi pubblici, potrà stare a casa. Beyondsnow chiama a raccolta chi vuole dialogare e confrontarsi, partendo anche da zero, cambiando anche idea, che è sempre virtuo dei forti. Uncem ci sarà. Buon Sabato Santo. La Luce illumini come andare “oltre”, anche nella neve del futuro.

Più esteso, veloce ed ecologico. Torino investe sul trasporto pubblico: 437 nuovi bus e 70 nuovi tram

Oltre 700 milioni di lavoriprolungamento della metropolitana con altre 4 stazioni2 linee tramviarie e 30 chilometri di binari in più. Sono i numeri del trasporto pubblico torinese dei prossimi anni, presentati in conferenza stampa dal sindaco Stefano Lo Russo, insieme all’assessora ai Trasporti Chiara Foglietta e dall’amministratore delegato di GTT Serena Lancione.

 

Servizio più capillareaffidabilità dei passaggi e comfort dei mezzi sono i pilastri della riorganizzazione che, da qui al 2027, si propone di rendere metro, autobus e tram la scelta più facile, oltre che la più sostenibile,  per andare al lavoro, a scuola o all’università e per muoversi all’interno della città, con tempi di attesa massimi di 8 minuti. Cruciali per raggiungere questo obiettivo sono il prolungamento della linea 1 della metropolitana sino a Cascine Vica, il potenziamento del sistema tramviario con nuovi percorsi, l’introduzione del sistema BRT (Bus Rapid Transit) e l’arrivo di nuovi mezzi  (+70% della flotta rinnovata) con una forte crescita di quelli elettrici, più ecologici e silenziosi.

Spiega il Sindaco Stefano Lo Russo“Il trasporto pubblico locale è un tassello fondamentale nella nostra strategia di sviluppo della Città. Qualità del servizio, ammodernamento della flotta e una chiara visione della Torino che vogliamo sono state le basi del lungo e impegnativo lavoro di studio e progettazione di questi mesi che oggi viene presentato e che include una pluralità di azioni che si svilupperanno nei prossimi anni. L’obiettivo è dare alle cittadine e ai cittadini un trasporto pubblico economico, efficiente e sostenibile, con particolare attenzione all’innovazione tecnologica e in linea con le politiche ambientali dell’Agenda 2030. Vogliamo un trasporto pubblico che diventi realmente competitivo con i mezzi  privati e sia fortemente interconnesso e intermodale con il Servizio Ferroviario Metropolitano e la mobilità dolce. Pianificare il trasporto pubblico significa infatti pianificare l’intera Città e sarà proprio l’intreccio del nuovo TPL e degli investimenti che stiamo facendo con la pianificazione urbanistica e con il nuovo piano regolatore la sfida che vogliamo cogliere nei prossimi anni.”

La parola chiave è “rete prioritaria estesa”: una spina dorsale, strutturata sulla metropolitana (l’attuale linea 1 e la futura linea 2) insieme alla rinnovata rete tranviaria, servita da veicoli ad alta capienza e ad alta frequenza, permetterà collegamenti più rapidi in e da tutte le zone della città. Verso di essa convergeranno le diverse linee di collegamento creando una rete che verrà co-progettata tenendo conto delle esigenze dei singoli territori.

Dichiara l’Assessora ai Trasporti Chiara Foglietta: “Torino ha già una importante rete tranviaria, non sfruttata in tutte le sue potenzialità. Abbiamo quindi programmato tutte le possibili estensioni, realizzabili entro i prossimi 5 anni e nel frattempo abbiamo chiesto a Gtt di rimettere in esercizio tutti i tratti di rete tranviaria utilizzabile. Quello che presentiamo oggi è lo scheletro della rete di forza attorno al quale nei prossimi mesi andremo a costruire – insieme alle circoscrizioni e ai territori – le reti di adduzione –  Siamo già pronti però per dare risposte certe a richieste che i territori chiedono a gran forza da tempo: il ripristino della gestione tranviaria della linea 13 in orario serale e nei giorni festivi, il ripristino della gestione tranviaria della linea 10 nei giorni festivi e nei periodi di chiusura delle scuole, il potenziamento della linea 74 diretta al Caat, l’ottimizzazione dei percorsi delle linee che servono l’area della stazione Rebaudengo, il miglioramento dei collegamenti fra Villaretto, Falchera e Mappano e nella zona verso San Mauro, Barca, Bertolla, il potenziamento della linea 66, la riorganizzazione del servizio in zona Parella”.

A ridurre i tempi di attesa concorreranno la priorità semaforica per i mezzi pubblici, per i quali lungo alcuni percorsi saranno dedicate corsie preferenziali e l’installazione di telecamere nei tratti più critici della viabilità cittadina, per evitare code causate da auto in transito o in sosta sugli spazi destinati al passaggio di bus e tram. I nuovi bus saranno più rapidi ma anche più ecologici: grazie anche ai fondi del Pnrr quelli elettrici passeranno dall’11 al 63% del totale con considerevoli vantaggi per la qualità dell’aria in città (-61% di Co2 e -95% di particolato nelle emissioni).

Conclude l’Amministratore Delegato di GTT Serena Lancione: “Nei prossimi 4 anni il servizio di trasporto pubblico a Torino sarà completamente rinnovato grazie agli investimenti previsti dal PNRR e da GTT. Siamo orgogliosi di essere in prima linea insieme alla Città di Torino in questa sfida di cambiamento che configurerà un sistema di trasporto cittadino ecologico, più veloce e affidabile. Entro il 2026 con 70 tram e 437 nuovi autobus urbani la nostra Azienda metterà in atto un significativo rinnovamento del parco; l’età media della flotta autobus urbana scenderà al di sotto dei 5 anni. Al termine di questi interventi più di 8 viaggi su 10 a Torino saranno a trazione elettrica, totalmente ecologici e sostenibili. Il servizio sarà  più attrattivo e stimiamo di aumentare i passeggeri di quasi 15 milioni rispetto al 2022. Torino sarà anche una delle prime Città in Italia ad avere una linea “Bus Rapid Transit”, autobus elettrici con ricarica a capolinea che con caratteristiche simili al servizio tranviario offriranno un’elevata capacità di trasporto passeggeri e maggiore velocità negli spostamenti. Efficienza e qualità del Trasporto Pubblico sono ormai considerate un indice primario per dare a una città la patente di grande metropoli europea e non solo.  Credo che anche sotto questo profilo avremo le carte in regola per raggiungere questo obiettivo”.

Le prime novità riguarderanno il potenziamento della linea 74 diretta al Caat, l’ottimizzazione dei percorsi delle linee che servono l’area della stazione Rebaudengo, il miglioramento dei collegamenti fra Villaretto, Falchera e Mappano e nella zona verso San Mauro, Barca, Bertolla, il potenziamento della linea 66, la riorganizzazione del servizio in zona Parella.

Al via sette progetti di mobilità sostenibile tra Stellantis e Politecnico

Oggi al Politecnico di Torino il Chief Technology Officer (CTO) di Stellantis Ned Curic, il Rettore Guido Saracco e il vice rettore per le politiche interne Stefano Corgnati hanno dato ufficialmente il via ai sette progetti finanziati nell’ambito del protocollo d’intesa siglato a fine 2022 con l’obiettivo di rafforzare le attività di ricerca e sviluppo sui temi della mobilità, sostenibilità e dell’economia circolare.

L’accordo per il quadriennio 2022-2026 supporta le attività di ricerca volte ad accelerare lo sviluppo di prodotti per la mobilità sostenibile nel medio e lungo periodo, oltre al Corso di Laurea in Ingegneria dell’Autoveicolo. I sette progetti avviati formalmente oggi riguardano infatti soluzioni per la mobilità a zero emissioni e la riduzione dell’impatto ambientale e vedranno il finanziamento di borse di dottorato e di tesi di laurea magistrale.

I progetti hanno un approccio fortemente interdisciplinare e coinvolgeranno più dipartimenti e Centri Interdipartimentali del Politecnico. In particolare, cinque riguardano lo sviluppo di vetture ibride ed elettriche e si occuperanno di batterie innovative, progettazione di pacchi batterie per nuovi veicoli, semiconduttori di nuova generazione per l’elettronica dei motori, accumulo dell’idrogeno per le vetture che utilizzano questo carburante e soluzioni per aumentare l’efficienza dei piccoli e medi veicoli per il delivery. nell’ambito della riduzione dell’impatto dell’intera filiera produttiva – dalle materie prime allo smaltimento degli scarti – i progetti riguarderanno invece la cattura, l’accumulo e il riutilizzo delle emissioni di CO2 e la definizione del  Life Cycle Assestment (LCA) ottimale.

Il Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, ha ricordato: “La collaborazione con Stellantis si dimostra, come in passato, motore di uno sviluppo tecnologico essenziale per il nostro tessuto economico ed offre preziose opportunità di formazione ai nostri studenti preparandoli per le richieste del mercato. Grazie a questa sinergia i nostri ingegneri saranno formati per affrontare le sfide di una società che cambia sempre più velocemente”.

“Lavorare insieme ci rende più forti e creativi grazie alle eccellenze tecnologiche e umane su cui possono contare Stellantis e il Politecnico di Torino. Affrontare la complessità della mobilità di domani richiede infatti un approccio aperto e basato su un ecosistema collaborativo globale. Questo ci consente di far progredire le nostre conoscenze e trovare risposte innovative alle sfide di domani, a  beneficio dei nostri clienti e della società in genere”, ha sottolineato il Chief Technology Officer di Stellantis Ned Curic.

 

11 aprile: giornata nazionale del mare

Oggi 11 aprile 2023 festeggiamo la sesta edizione della Giornata Nazionale del Mare, istituita dopo l’entrata in vigore del nuovo Decreto sul Codice della Nautica.È un modo bellissimo per riflettere e sensibilizzare sull’importanza del rispetto e della conoscenza del mare, un bene prezioso per noi e il nostro Pianeta.Le parole d’ordine sono
amore e rispetto per questa incredibile e vitale risorsa: sono state decise varie giornate per sensibilizzare in particolar modo i giovani sul tema e per sviluppare la cultura del mare come bene incredibile da difendere a tutti i costi dal punto di vista culturale,vitale,economico e conoscitivo:riepilogando ricordiamo che l’11 aprile di ogni anno si celebra la Giornata nazionale del mare, mentre il 29 settembre si celebra la Giornata mondiale del mare, voluta espressamente dalle Nazioni Unite al fine di promuovere la conoscenza del grande e variegato mondo navale.
L’8 giugno festeggiamo la giornata mondiale degli oceani mentre  la Giornata internazionale del Mar Mediterraneo, la si festeggia l’8 luglio, un’occasione unica per far crescere l’interesse,la tutela e la consapevolezza sullo stato di salute del nostro mare meraviglioso e dei pericoli che lo minacciano.

Enzo Grassano

Uncem: da semi ad alberi, senza alberi

 

Il Corriere della Sera  racconta di un tema che ci sta a cuore come Uncem. Il fallimento e la contestazione della componente PNRR sulla forestazione urbana, coordinata dalle Città Metropolitane. Il tema non è solo semi si, alberi no. Nel senso di “non abbiamo piantato alberi”, l’accusa di Bruxelles. Era scontato non lo potessimo fare, non avendo alberelli, ovvero “materiale di moltiplicazione” (che doveva essere prodotto e consegnato ai vivai forestali – deboli e inesistenti in Italia – come dal 1952, dai Carabinieri Forestali, oggi COFA… con altri Carabinieri che poi hanno fatto i controlli scoprendo il problemi). Il vero punto di sta questa sugli alberi non piantati e finora “seme”, è che da dieci anni almeno, tutti parlano di nuove milionate di alberi da piantare. 10, 100, 1miliardo. Per “assorbire co2”, risolvere le problematiche della crisi climatica, si dice. E giù applausi. Milioni e milioni. E noi, ditino alzato per chiedere la parola, con PEFC, FSC, Legambiente, Alberitalia, Conaf a provare a dire che, in Italia “non abbiamo alberi” da piantare, che non abbiamo vivai forestali, che il “materiale da moltiplicazione” non è mai stato prodotto, che si è investito niente su questo fronte per cinquant’anni, che c’è una legge statale moderna e bellissima sulle foreste da applicare e che di demagogia moriremo. Perché il PNRR doveva avere 1 miliardo di euro per le foreste montane, 12 milioni di ettari di foreste in aumento, saltati nel 2021 per banali scontri politici nel governo di allora. Poi qualcuno ha pensato di dire che saremmo stati bravi come Paese investendo su nuovi alberi. E così è partito il meccanismo e il bando, malscritto, sulle foreste urbane. Da piantare in spazi da ricavare. Facile. Bello, stupendo. Senza alberi da piantare. Dimenticandoci che il bosco in Italia aumenta non poco, invade il prato-pascolo e i paesi ove la popolazione si riduce, e che piantare alberi è solo una parte delle tante cose da fare e finanziare ai sensi della Strategia forestale nazionale. È solo un pezzo, piantare alberi che oggi non abbiamo, di un programma più ampio! Ma si è preferito agire di pancia, con milioni di alberi annunciati che non ci sarebbero mai potuti essere. E Uncem lo aveva detto, scritto, ma serve a poco oggi ribadirlo. Si è agito e scritto il PNRR senza ascoltare Davide, Antonio, Alessandra, Marco…, e quelli bravi, ma davvero bravi (si pensi alla ottima Fondazione Alberitalia) che avevano già messo tutti in guardia. Ora ci ritroviamo i semi. E le paginate dei giornali. Importanti, ma con i semi e senza vivai forestali. Con la necessità di una vera politica forestale, peraltro scritta e solo da attuare con i soggetti giusti.

Uncem

Clima, la Regione investe 22 milioni per la gestione dell’acqua

Dalla Giunta via libera ai bandi per aumentare la resilienza dei territori fluviali. Il presidente Cirio e l’assessore Marnati: «stiamo investendo importanti risorse per aumentare la resilienza del nostro territorio. Con questa misura combattiamo gli effetti negativi causati dal cambiamento climatico»

 

22 milioni di euro per due bandi che poggiano su risorse finanziarie del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) per interventi che consentano di migliorare la capacità degli ecosistemi acquatici presenti in fiumi, torrenti, laghi ed aree umide per superare le criticità climatiche dovute ai cambiamenti in atto, sia in condizioni di portate idriche elevate, sia in condizioni di siccità oggi sempre più ricorrenti, favorendo le infrastrutture verdi e le misure naturali di ritenzione idrica, come ad esempio la rinaturazione delle sponde fluviali, finalizzate a trattenere le acque per favorire gli habitat e ricaricare le falde.

Nella programmazione dei fondi FESR 21-27 del Piemonte, alla transizione ecologica è destinata la somma di 475 milioni di euro, di cui 22 milioni sono destinati a fiumi e laghi.

Per la prima volta fondi europei di investimento sono messi a disposizione dell’ambiente e della riqualificazione fluviale a sottolineare l’importanza che questi temi hanno ormai assunto nelle politiche europee e della Regione Piemonte.

Quella approvata dalla Giunta è la prima misura sul FESR dedicata nello specifico all’adattamento dei territori ai cambiamenti climatici.

«Alla luce della situazione siccitosa in cui versa la nostra regione – commentano il presidente della Regione Alberto Cirio l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati – stiamo investendo importanti risorse per aumentare la resilienza del nostro territorio con l’obiettivo di favorire la prevenzione e la mitigazione del rischio idraulico, la capacità di adattamento ai rischi naturali e l’aumento del sequestro dell’anidride carbonica. Con questa misura combattiamo gli effetti negativi causati dal cambiamento climatico»

I bandi, che si apriranno prima dell’estate e che vedranno quali beneficiari Città Metropolitana di Torino, le Province, i Comuni in forma semplice o associata, gli Enti Parco ed i gestori delle aree della Rete Natura 2000 del territorio piemontese, prevedono, sul biennio, due linee: una, con dotazione di 10 milioni e 423mila euro, destinata ad aree in cui sia attivo un Contatto di Fiume, Lago o Zona Umida e l’altra, con dotazione di 11 milioni e 475mila euro, dove questi non siano presenti.

Tra gli interventi previsti quelli che puntano alla riqualificazione della vegetazione delle sponde e delle aree prossime ai corsi d’acqua e ai laghi anche con la realizzazione di fasce tampone o la creazione di corridoi ecologici, la riattivazione di risorgive, la ricostruzione di ambienti naturali idonei alla riproduzione delle specie acquatiche autoctone, il miglioramento delle caratteristiche morfologiche dei corsi d’acqua.

Questa iniziativa si affianca ai finanziamenti regionali che dal 2018 sono disponibili annualmente per interventi di riqualificazione fluviale: il 4 maggio è la data di scadenza per la presentazione delle domande relative al bando 2023 per il quale sono stati stanziati ulteriori 3 milioni, sempre a beneficio degli Enti Locali. Si tratta di un bando complementare con i bandi FESR e gli Uffici del Settore Tutela Acque offrono un servizio di sportello informativo per supportare le Amministrazioni interessate alla partecipazione.

Iren Startup Award: premiate le aziende innovative


Antifemo (IT) e Ambri (USA)

Oltre 100 le start up e le PMI innovative che hanno partecipato al contest di Iren dedicato all’economia circolare

Più di 100 tra start up e PMI innovative hanno preso parte alla III edizione di Iren Startup Award, il contest organizzato dal Gruppo Iren dedicato all’innovazione per la promozione di un modello di economia circolare e sostenibile, che si è volto oggi a Torino presso il Museo Nazionale del Risorgimento.

Il premio è stato assegnato ad Antifemo, startup italiana che ha sviluppato un processo di compostaggio rapido avanzato per la trasformazione di fanghi e scarti organici in fertilizzanti o combustibile solido secondario, e la statunitense Ambri, che ha presentato innovative batterie a metallo liquido per lo stoccaggio di energia.

I due progetti vincitori riceveranno 15 mila euro di premio e la possibilità di avviare una collaborazione con il Gruppo Iren sul piano della sperimentazione, industriale o commerciale, del concept.

La premiazione fa seguito alla realizzazione di una Call4Circular, promossa da Iren insieme al Circular Economy Lab, partnership tra Intesa Sanpaolo Innovation Center e Cariplo Factory: la call, il cui scouting è durato circa due mesi, si è concentrata in particolare nell’individuare quei progetti che potessero efficientare e ottimizzare il meccanismo di riciclo di flussi di materia, contribuire allo sviluppo delle nuove filiere (come terre rare, RAEE, metalli preziosi), o valorizzare i sistemi di gestione delle acque reflue e dei fanghi di depurazione. L’idrogeno e le tecnologie di accumulo sono altre due tematiche al centro di tantissimi idee e progetti aderenti.

La Call4Circular ha permesso inoltre di individuare il vincitore del Circular Economy Award, un premio CE messo a disposizione dal CE Lab/Intesa Sanpaolo Innovation Center, assegnato a InSensus Project, startup italiana che ha sviluppato un set di sensori per numerose applicazioni, tra i quali SuperMicron, sensore brevettato per analizzare in tempo reale urti, deformazioni, anomalie e variazioni di pressione nelle tubature. Il premio, grazie alla forte storica partnership strategica di Intesa Sanpaolo con la Ellen MacArthur Foundation, permetterà al vincitore di unirsi alla community e al Circular Startup Index della Fondazione.

L’Iren Startup Award ha raggiunto già alla III edizione un respiro internazionale: solamente il 55% delle start up e PMI aderenti è italiano. Hanno partecipato infatti realtà da tutta Europa (Gran Bretagna, la Germania, Lussemburgo, Olanda e Svezia) e anche dal resto del mondo. Il 5% dei progetti proviene da realtà israeliane, il 10% dall’Asia e Oceania.

UniTo e SCT Centre: progetto Green Ethics con 18 partner europei

Social Community Theatre | Università di Torino capofila di un grande progetto europeo di teatro sociale di comunità per sensibilizzare al cambiamento climatico

 

Ieri presso l’Aula Magna dell’Università di Torino alla Cavallerizza Reale è stato presentato il progetto Europeo Green Ethics – Green Experience through Theatre Inspiring Community.

Un grande progetto di Teatro Sociale di Comunità, vincitore del bando Creative Europe Large Scale 2021 e che svilupperà  innovative iniziative culturali e di teatro sociale di comunità per creare consapevolezza nei cittadini sulle tematiche e le problematiche del cambiamento climatico promuovendo in loro il pensiero critico e la proattività rispetto al Green Deal.

 

Green Ethics nasce dalla collaborazione interdisciplinare di 18 partner co-organizzatori e 64 partner associati (tra cui compagnie teatrali, università e centri di ricerca, grandi poli culturali, enti sociali, istituzioni pubbliche) in 12 paesi europei. Capofila di progetto è l’Italia con Social Community Theatre Centre | Università di Torino.

 

Sul palco dell’Aula Magna della Cavellerizza di Torino si sono alternati la Professoressa Barbara Bruschi (Vice-Rettrice per la didattica Università degli Studi di Torino), Alessandro Pontremoli (PI Green E.Th.I.Cs ), Alessandra Rossi Ghiglione (Direttrice di SCT Centre|Unito), Matteo Negrin (Fondazione Piemonte dal Vivo), Jutta Kastner (Direzione Generale Commissione Europea Istruzione, gioventù, cultura e sport), Paola Sabbione (Fondazione Compagnia di San Paolo) Alberto Pagliarino (PM Green Ethics), Emiliano Paoletti (Polo del ‘900),  Daniele Ronco (Mulino ad Arte), Gimmi Basilotta (Compagnia Il Melarancio), Oliviero Ponte di Pino, Giulia Alonzo (TrovaFestival), Lorenzo Barello (Teatro Stabile di Torino), Carlotta Salerno (Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Rigenerazione Urbana Città di Torino)

 “Grazie a Green Ethics, portiamo in Europa due best practice Italiane e piemontesi” ha dichiarato Alberto Pagliarino, PM Green Ethics, “la versione del gioco dell’oca interattivo ideato da SCT Centre insieme al Polo del 900  e il teatro a pedali progettato dall’Associazione culturale Mulino ad Arte. È il nostro terzo progetto nell’ambito Creative Europe e ancora una volta affrontiamo una nuova sfida, quella della sensibilizzazione dei cittadini europei al cambiamento climatico. Siamo impazienti di iniziare a lavorare con i 12 partner europei con i quali creeremo un nuovo Protocollo Green, che ci porterà a cambiare le nostre abitudini verso una vita più sostenibile.”

 

Teatro e gaming per una cittadinanza attiva e consapevole

Nell’arco dei prossimi 4 anni Green Ethics svilupperà format culturali e artistici innovativi che avranno lo scopo di coinvolgere attivamente ed emotivamente i cittadini nel processo creativo di trasformazione in una società più consapevole e sostenibile:

 

  • “The Green Ethics Live Game”, uno spettacolo teatrale interattivo che si ispira a “OCA, l’arte che allena il pensiero” il format realizzato da Social Community Theatre Centre e Polo del 900 con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del “Bando CivICa”. Una performance teatrale e insieme un gioco partecipativo nella forma del gioco dell’oca che diverte, fa riflettere e crea competenze attraverso i linguaggi del teatro e del gaming. Uno spettacolo altamente innovativo che verrà proposto in tre formati (live, da tavolo e on line) incentrato sui temi ambientali e che avrà lo scopo di coinvolgere il pubblico nella creazione di contenuti, rendendolo parte attiva di un’azione civica.

 

  • E il format “Teatro a pedali”, best practice piemontese dell’Associazione Culturale Mulino ad Arte, un dispositivo a basso impatto in grado di alimentare un palcoscenico con un sistema di cogenerazione azionato da biciclette che sensibilizza il pubblico all’ecosostenibilità attraverso un approccio esperienziale.

 

Dal 2023 al 2026: performance, workshop, attività teatrali per coinvolgere 45 mila cittadini in Europa.

Entro il 2026, il progetto realizzerà 110 performance live in piazza, 1.200 attività teatrali con le scuole e piccole comunità attraverso l’utilizzo della versione del gioco in scatola, una sorta di Gioco dell’Oca interattivo sui temi dell’ambiente e 50 workshop in 10 città europee coinvolgendo più di 100 professionisti e circa 45.000 cittadini (principalmente appartenenti a gruppi svantaggiati), di cui 1000 andranno in scena insieme agli artisti,  verranno inoltre prodotti 1 pubblicazione scientifica e 1 fotolibro.

 

PARTNER E LUOGHI

Il progetto si sviluppa in 110 città dell’Unione Europea su 12 nazioni: Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Olanda, Germania, Svezia, Ungheria, Polonia, Lettonia, Bulgaria, Serbia.

Principali Partner Italiani SCT Unito; Polo del 900; Il Melarancio, Mulino ad Arte

Partner italiani associati principali: Comune di Torino, Comune di Cuneo, Teatro Stabile di Torino, ATeatro.

Tutti i partner:

University Of Turin – Sct Centre (Italy); Theatre Zid (The Netherlands); Theatre Brama (Poland); Teatro  Il Melarancio (Italy) – Centro culturale Nepker (Serbia); biblioteca pubblica Njegos (Serbia); Teatro Studio 7 (Germany) Teatro Asta (Portugal); Teatro Residui Teatro (Spain); Teatro Omma (Greece); Politecnico di Creta Tuc (Greece); Universidade De Evora (Portugal); Fondazione Polo Del ‘900 (Italy); Associazione Culturale Mulino Ad Arte (Italy), Ente no profit Pro Progressione (Hungary) Fondazione culturale Fece (Bulgaria); Centro di divulgazione scientifica – Zip (Latvia); Associazione di arti visive Caprifolen (Sweden).

Il Piemonte punta sull’idrogeno verde con tre impianti di produzione

Tre i progetti finanziati in Piemonte con il fondi del Pnrr

Sono tre i progetti finanziati con le risorse del Pnrr per la produzione di idrogeno verde su aree industriali dismesse in Piemonte. La Regione ha completato la procedura di selezione delle candidature arrivate per il bando lanciato dal ministero dell’Ambiente a fine dicembre, sulla missione 2 del Pnrr, e ha approvato la graduatoria. Sette progetti sono idonei, tre saranno immediatamente finanziati per un importo complessivo di 19,5 milioni di euro. I tre progetti finanziati prevedono la produzione di idrogeno ad uso industriale.

Rf-Idra, in raggruppamento con Rf-40, riceverà 1,2 milioni per un impianto di idrogeno verde a Gattinara nel Vercellese per alimentare un’attività di produzione di laterizi a elevata tecnologia.

La raffineria Sarpom S.p.A. di Trecate nel Novarese si aggiudica 16,8 milioni di euro per la realizzazione di un impianto per la produzione di idrogeno green.

Il terzo progetto, proposto dalla società Films S.p.A. di Premosello-Chiovenda, nel Verbano, che realizza leghe metalliche, è finanziato con 1,5 milioni di euro.

I tre progetti prevedono l’installazione di elettrolizzatori per complessivi 6 megawatt e utilizzeranno impianti fotovoltaici di nuova realizzazione, per una potenza complessiva di circa 9 megawatt per produrre l’idrogeno rinnovabile che sarà utilizzato in processi industriali di realtà produttive piemontesi, ma in prospettiva l’utilizzo potrà essere esteso ad altri settori in cui il vettore green sarà richiesto, ad esempio per i trasporti.

Per il presidente della Regione, con l’approvazione della graduatoria e l’avvio dei progetti, entra nel vivo la realizzazione della Hydrogen Valley del Piemonte. I tre progetti di produzione di idrogeno verde ad uso industriale, prosegue il presidente, si aggiungono infatti a quelli per la realizzazione delle cinque stazioni di rifornimento per i veicoli che si sono aggiudicati un finanziamento sul bando nazionale. Il Piemonte conferma, secondo il Presidente, una vivacità imprenditoriale capace di raccogliere le sfide della transizione energetica.

Per l’assessore all’ambiente c’è ancora spazio per intercettare nuove risorse perché la Regione ha già chiesto al governo ulteriori fondi per poter ulteriormente potenziare la strategia del Piemonte sull’idrogeno in cui la Regione crede molto. L’assessore ricorda poi che è attivo da ieri lo sportello per il bando Fesr sull’efficientamento dei sistemi produttivi, che include anche l’alimentazione a idrogeno, con oltre 92 milioni di euro di dotazione che rappresenta un’ulteriore occasione di finanziamento di chi ha già i progetti pronti.

Soddisfatto anche l’assessore alle attività produttive per il quale questa notizia è la dimostrazione che il tessuto industriale del Piemonte è vivo e sa cogliere opportunità di sviluppo e di impresa che guardano al futuro.

Cambiamenti climatici, la Regione e le misure in difesa dell’ambiente

Via libera dalla Giunta al bando, da 12 milioni e mezzo di euro, che aprirà a fine aprile, destinato ad Enti di Gestione delle Aree Protette e Unioni Montane, per prevenire il rischio idrogeologico e promuovere la resilienza e la difesa del territorio.

Prevenire il rischio idrogeologico con la realizzazione di opere finalizzate al consolidamento dei versanti caratterizzati da instabilità (frane), al contrasto dell’erosione delle sponde dei torrenti, con interventi di manutenzione e gestione della vegetazione lungo le stesse, e messa in sicurezza della viabilità, sia locale che sentieristica. Il tutto nell’ottica, sia della resilienza ma anche del rispetto degli habitat e degli ecosistemi; gli interventi, infatti, dovranno prevedere opere a basso o nullo impatto ambientale che si avvalgano soprattutto di tecniche di ingegneria naturalistica e che siano da realizzare in siti di particolare interesse ecologico e naturalistico caratterizzati da fragilità ambientale.

Il bando, che poggia su una dotazione di 12 milioni e 500mila euro del Fesr (Fondi europei per lo sviluppo regionale) 21-27 aprirà a fine aprile ed è destinato agli Enti Gestori delle Aree naturali protette, Enti parco Nazionali, Unioni Montane presenti sul territorio regionale ed ente di gestione dei Sacri Monti.

Un’altra misura, messa in campo da Regione Piemonte sui Fondi Regionali per lo Sviluppo Regionale, per favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici. Nella programmazione dei fondi FESR 21-27 del Piemonte, alla transizione ecologica è destinata la somma di 475 milioni di euro e, per la prima volta, fondi europei di investimento sono messi a disposizione dell’ambiente e per la resilienza dei territori delle aree protette.

Per il vicepresidente e assessore regionale ai Parchi si tratta di interventi coerenti con l’attenzione che la Regione pone ai parchi ed alle aree protette, che per loro natura richiedono interventi a basso impatto. Il recupero e la difesa del territorio nel rispetto degli habitat e degli ecosistemi sono una priorità assoluta

Per l’assessore regionale all’Ambiente la tempestività di approvazione di questa misura, che si somma a quelle recentemente presentate dalla giunta, a soli tre mesi dall’avvio della programmazione europea piemontese dimostra la grande attenzione della Regione Piemonte alla prevenzione del rischio di catastrofi naturali e la capacità a gestire al meglio le misure europee, con l’obiettivo di permettere agli enti beneficiari di aver accesso alle risorse con molta velocità.