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Agenti di commercio in campo per la transizione ecologica. Da Torino l’appello: “Non penalizzateci”

Le istanze di F.N.A.A.R.C. Ascom: eliminazione del tetto per l’acquisto di auto ecologiche, modulazione della transizione ecologica, creazione di Comunità Energetiche

18 marzo 2023Parte da Torino la mobilitazione degli agenti di commercio preoccupati per le notizie di interventi a livello locale, nazionale ed europeo sulla transizione ecologica. In occasione dell’incontro di oggi ‘La transizione ecologica e l’impatto sugli agenti di commercio organizzato dall’Unione Regionale F.N.A.A.R.C. Piemonte e Valle D’Aosta, aderente ad Ascom, per condividere criticità e istanze con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Oltre al Ministro sono intervenuti il presidente della Regione Alberto Cirio, il segretario generale della Camera di commercio di Torino Guido Bolatto, la presidente di Ascom Confcommercio Torino Maria Luisa Coppa, il presidente di F.N.A.A.R.C. Torino Gino Mattiolo e il presidente nazionale F.N.A.A.R.C.Alberto Petranzan. Nutrita la presenza di parlamentari, assessori regionali e comunali e di numerose autorità.

 

Numerosi i temi sul piatto legati dal fil rouge della lotta all’inquinamento, che genera ripercussioni importanti sulla categoria degli agenti di commercio. «Grande allarme hanno suscitato nella categoria degli agenti di commercio le notizie circa il blocco della circolazione delle automobilifino a Euro 5 in tutta la Pianura Padana a partire dal prossimo settembre e per sette mesi» denuncia Gino Mattiolo presidente F.N.A.A.R.C. Piemonte e Valle d‘Aosta e vicepresidente Ascom Torino e provincia.

«Gli agenti di commercio – prosegue Mattiolo – sono sulla strada ogni giorno e sono consapevoli del tasso di inquinamento, ma non possono interrompere le loro attività con inevitabile danno a tutta la filiera produttiva, commerciale e alle proprie imprese».

 

Grande apprensione ha suscitato, inoltre, la notizia secondo la quale la Commissione Europea vorrebbe vietare la vendita delle automobili con motore termico a partire dal 2035 e passare solamente alle automobili elettriche. Al momento la discussione sul punto è stata rinviata, ma il dossier rimane sul tavolo. «Per la categoria sarebbe un aggravio di costi insostenibile – spiega Mattiolole automobili elettriche sono molto costose e agli agenti di commercio non è consentito di portare in detrazione l’intero costo del bene strumentale primario per la categoria, cioè l’automobile. Fino all’anno 2002 gli agenti di commercio potevano portare in detrazione l’80% del costo dell’automobile del valore di 50milioni di lire. Con l’avvento dell’euro questo tetto si è attestato a 25mila euro». È evidente che il tipo di automobile che si poteva acquistare 21 anni fa con 50milioni di lire, non si può acquistare oggi con 25mila euro.

 

«Da oltre 21 anni – sottolinea ancora Gino Mattiolo –  F.N.A.A.R.C. ha reiterato la richiesta, a tutti i Governi che si sono succeduti, di eliminare tale tetto al pari dei taxisti e gli Ncc che possono portare in ammortamento l’intero costo senza alcun vincolo. Purtroppo, tale nostra legittima richiesta è rimasta sempre inascoltata e questo non è più accettabile».

 

Altro tema importante, al quale gli Agenti di commercio sono interessati, è quello della creazione delle “Comunità Energetiche“. Ascom Confcommercio è già pronta a giocare

il proprio ruolo coinvolgendo i negozi e gli stakeholder del territorio per avviare la realizzazione della comunità energetica nei centri cittadini.

 

Tre, in sintesi, le istanze avanzate da F.N.A.A.R.C. e Ascom Confcommercio Torino al Governo: l’eliminazione del tetto per l’acquisto dell’automobile non inquinante; la modulazione nel tempo della transizione ecologica, in modo ordinato evitando danni economici alla categoria e all’intero Paese; la creazione delle “Comunità Energetiche”.

 

In Piemonte e Valle D’Aosta sono oltre 16.000 gli agenti di commercio che percorrono in media 50.000 km all’anno, e pertanto l’autoveicolo viene cambiato ogni 2/3 anni. Tuttavia, a causa della crisi economica e delle imposte e tasse che falcidiano i ricavi, tali tempi si sono via via allungati. Si stima che ogni anno in Piemonte si comprino autoveicoli per un importo di oltre 60 milioni di euro e che gli agenti di commercio acquistino oltre 40  milioni di euro di carburante. Oltre 70% delle vendite di beni e servizi sono promosse dagli agenti di commercio, che risultano quindi essere un pilastro importante dell’economia nazionale e territoriale.

Ogni giorno in Piemonte gli agenti di commerciocontattano mediamente 45.000 imprese. Hanno un’età media è di 45 anni e sono per l’85% uomini e 15% donne,ma la presenza femminile è in crescita.

Semaforo antismog, prosegue il livello 0 (bianco)

Sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti  da Arpa Piemonte è stato confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog. Fino a lunedì 20 marzo 2023 compreso – prossimo giorno di controllo – resteranno pertanto in vigore le sole misure strutturali di limitazione al traffico.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaam

Filierba lancia il patto  per la qualità del cibo e la tutela del territorio

Il futuro dell’allevamento bovino è “green”, all’aperto, e porta benefici
sia agli animali, che sono al pascolo, sia all’ecosistema che – grazie proprio alla presenza dei
ruminanti – migliora in termini di biodiversità e fertilità del terreno. Ma non solo, perché a
beneficiare delle produzioni estensive siamo anche noi umani, quando ci nutriamo di alimenti
prodotti in quel tipo di allevamento, caratterizzati da elevati valori nutrizionali (grassi insaturi,
antiossidanti, vitamine) e da un impatto ambientale molto contenuto.
È quanto emerso venerdì scorso, 10 marzo, in un consesso tecnico-scientifico organizzato a
Tempio Pausania da Università di Sassari, Agris Sardegna e CNR e dedicato agli allevamenti
estensivi. Ospiti dell’evento, Giampiero Lombardi, professore associato dell’Università di
Torino, e Sergio Capaldo, presidente del consorzio La Granda di Genola, nel cuneese, che hanno
presentato l’esperienza maturata con il progetto Filierba (DISAFA UniTO) e un modello di
produzione sostenibile della carne in cui la componente microbica del suolo conferisce
un’identità unica ai foraggi e quindi ai prodotti.
Il progetto Filierba dell’Università di Torino
Nel suo intervento, il Prof. Lombardi ha esposto le prerogative del progetto Filierba, finanziato
dalla Regione Piemonte (PSR 2014-2020) per la creazione di filiere zootecniche basate su
foraggi da prati a elevata biodiversità. E ha poi presentato gli obiettivi, i partner e le innovazioni
con esso introdotte.

Gli obiettivi
«Oltre a sostenere la produzione e la diffusione sui mercati locali di alimenti di origine animale
diversi da quelli convenzionali», ha esordito Lombardi, «Filierba, che è acronimo di “Filiere da
Erba”, opera per promuovere lo sviluppo di filiere di produzione di carne e latte da bovini
alimentati prevalentemente con erba fresca e fieno da praterie a biodiversità elevata e per
introdurre soluzioni innovative per la gestione degli allevamenti, al fine di migliorare
l’organizzazione aziendale dei produttori». Ma anche, ha proseguito Lombardi, per «rafforzare il
legame tra prodotti e territorio, sviluppare produzioni integrative a quelle zootecniche – nella
logica della multifunzionalità e della diversificazione – e favorire l’accesso dei consumatori ad
alimenti dall’elevato valore nutrizionale».

Il contesto operativo
Il progetto Filierba è stato concepito tenendo conto della riduzione di produttività e
competitività delle aziende agricole produttrici di latte e carne registrata negli ultimi dieci anni.
Riduzione maturata in un contesto socio-economico in rapido cambiamento, a seguito della
modificazione delle abitudini alimentari dei consumatori, della crisi economica, dell’instabilità
dell’offerta, e non solo.
Per aiutare le aziende a superare tali difficoltà, i ricercatori impegnati nel progetto sono
intervenuti sia sull’organizzazione della singola realtà che sui processi produttivi, portando le
aziende a ridurre i costi, intervenendo sull’alimentazione degli animali e sulla trasformazione
dei prodotti, differenziando e valorizzando le produzioni, migliorandone le caratteristiche
nutrizionali e salutistiche.
Così facendo hanno creato le condizioni per spuntare prezzi maggiori alla vendita, anche al fine
di ottimizzare la competitività delle aziende sul mercato. Hanno anche lavorato al
miglioramento del benessere animale e alla riduzione dell’impatto dei sistemi d’allevamento
sull’ambiente, minimizzando gli effetti negativi dei prodotti di origine animale sulla salute
umana. Hanno inoltre semplificato l’organizzazione delle filiere, promuovendo quelle corte e
valorizzando i prodotti a livello locale, modificando la ripartizione dei ricavi tra i diversi soggetti
coinvolti.

Le innovazioni introdotte
Nella gestione delle risorse foraggere sono stati adottati strumenti di pianificazione noti da
tempo ma poco conosciuti dagli stessi allevatori, se si escludono quelli che praticano l’alpeggio
estivo. Tra questi strumenti merita di essere citato il Piano Pastorale – nato per la montagna e
applicato con Filierba anche in pianura – che definisce criteri e percorso tecnico per la corretta
gestione del pascolo, individuando i momenti ottimali della sua utilizzazione e i più opportuni
spostamenti delle mandrie. Con esso viene anche introdotta la pratica dello sfalcio e sono
integrati il piano delle concimazioni e la gestione dei reflui zootecnici.
I partner del progetto
Nella sua attuazione, Filierba coinvolge un gruppo di operatori piemontesi dei comparti del latte
e della carne bovini, costituito da aziende interessate a diversificare e valorizzare i loro prodotti
e a intervenire sui costi di produzione, attraverso un sistema di alimentazione degli erbivori
basato su foraggi a elevata biodiversità. Gode inoltre del supporto di due dipartimenti
universitari, di aziende di servizi, di un’associazione culturale, di un operatore della
distribuzione commerciale e di un’agenzia di comunicazione.

Orti Generali è il vincitore del Premio Nazionale del Paesaggio

 

Il riconoscimento è stato assegnato dal Ministero della Cultura.
Il progetto torinese rappresenterà l’Italia
al Premio del Paesaggio del Consiglio Europeo

Orti Generali, progetto di orti comunitari urbani nato dalla rigenerazione di un parco nel quartiere Mirafiori Sud a Torino, è il vincitore della quarta edizione del Premio Nazionale del Paesaggio, istituito dal Ministero della Cultura.

Il Premio è stato consegnato a Roma nel corso di una cerimonia che si è tenuta come ogni anno il 14 marzo, in occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio, alla presenza del Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano.

La scelta è avvenuta tra le 73 candidature ricevute dalla commissione presieduta dal Direttore della Direzione Generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio del MiC, Luigi La Rocca e composta da autorevoli personalità e studiosi del paesaggio. Il progetto torinese si è distinto per la capacità di valorizzare il paesaggio attraverso azioni di salvaguardia, gestione o pianificazione, in linea con i quattro criteri indicati dall’Unione europea: esemplarità, sviluppo territoriale sostenibile, partecipazione, sensibilizzazione.
Questa la motivazione del Premio: “Per l’esperienza esemplare di trasformazione e gestione di aree agricole residuali in contesto metropolitano, capace di creare, in pochi anni, a partire da una condizione di abbandono, degrado ed abusivismo, un parco di orti urbani aperto a cittadini e visitatori, recuperando la trama del paesaggio agrario pre-industriale; per la virtuosa sinergia tra gli enti pubblici, le istituzioni accademiche, le scuole, le associazioni, i singoli abitanti, grazie alla quale, attraendo finanziamenti locali ed europei, è stato possibile promuovere innovazione tecnologica con un approccio scientifico e ecologico alla gestione, senza tralasciare gli aspetti legati all’ inclusione e alla solidarietà sociale; per la capacità di divulgare i valori del paesaggio attraverso iniziative di comunicazione e formazione dal forte impatto, e per il rafforzamento identitario di una comunità, che si riconosce come tale grazie al nuovo paesaggio e al lavoro condiviso che ha consentito la sua ridefinizione”.

«Siamo onorati di questo premio», commentano i fondatori di Orti Generali Stefano Olivari e Matteo Baldo: «Ringraziamo i nostri ortolani urbani e tutti i volontari che ogni giorno rendono questo progetto possibile e rendono il paesaggio di Orti Generali un luogo di incontro, uno spazio vivo in cui questa comunità operosa ci insegna a prenderci cura di un bene comune. Ringraziamo la Fondazione Mirafiori, fondazione di comunità che dal 2010 ha creduto in questo nuovo modello di recupero delle periferie e del verde periurbano. E ringraziamo la Città di Torino con cui lo sforzo da più di dieci anni è quello di individuare delle buone pratiche per una gestione pubblico-privata dei parchi cittadini».

Come vincitore del premio nazionale, Orti Generali rappresenterà ora l’Italia all’ottava edizione del Premio del Paesaggio del Consiglio Europeo.

Più forestali in Piemonte: stanziati 1,5 milioni

Favorire la transizione energetica, l’adattamento e la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico ma anche curare il patrimonio ambientale: questi alcuni degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’assessorato all’Ambiente perseguiti dal Bilancio di previsione 2023-25, illustrato  dall’assessore Matteo Marnati in quinta Commissione, presieduta da Angelo Dago.

Due, invece, le novità previste nel bilancio di previsione annunciate dall’assessore Marco Gabusi per quanto riguarda la difesa del suolo e la Protezione civile. Sono stanziati 500mila per il rinnovamento dei ponti radio del Soccorso alpino, mentre con un incremento di 1,5 milioni sarà possibile aumentare gli organici dei dipendenti forestali da tempo sottodimensionati e affrontare un aumento delle spese del settore. Durante la discussione sono intervenuti i commissari Valter MarinMatteo Gagliasso (Lega) e Sean Sacco (M5s).

Tornando al capitolo Ambiente, Marnati ha ricordato, tra gli stanziamenti più cospicui, il programma sulla qualità dell’aria e la riduzione dell’inquinamento che prevede quasi 53 milioni di euro per il 2023. Si segnalano il progetto Move-In (Monitoraggio dei veicoli inquinanti), l’ammodernamento del trasporto pubblico locale e le misure previste dell’accordo di Programma per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano.

Sempre per il 2023 poco più di 26 milioni sono invece destinati alla tutela e valorizzazione delle risorse idriche, mentre quasi 2,9 milioni andranno alle amministrazioni locali, per il raggiungimento degli obiettivi relativi alla pianificazione regionale in materia di rifiuti e per la compensazione della presenza di discariche o inceneritori sul territorio senza recupero di energia. Circa 9 milioni saranno stanziati per il contrasto al cambiamento climatico e agli interventi di bonifica dell’amianto.

Su richiesta di Sean Sacco (M5s), che chiedeva precisazioni in merito ai bandi per la sostituzione delle auto, Marnati ha spiegato che il bando per la rottamazione e sostituzione dei veicoli aziendali è ancora attivo e comprende anche le auto elettriche, mentre quello rivolto ai privati sarà aperto il prima possibile.

Su sollecitazione di Francesca Frediani (M4o-Up) è invece stato specificato che attualmente i contributi per lo smaltimento di amianto sono indirizzati agli edifici pubblici, ma è in programma l’avvio d’incentivi per i privati.

Mauro Fava (Fi) ha infine chiesto informazioni sulle risorse eventuali per la bonifica della discarica esaurita di Rivara che, secondo l’assessore, potrebbe beneficiare dei fondi previsti dal bando per le comunità energetiche.

Ambiente, Rispetto e Salute: Una Zampa in Famiglia

UNA ZAMPA IN FAMIGLIA 3:

A LEZIONE DI ONE HEALTH CON GLI AMICI A 4 ZAMPE MIMÌ, LILLO E ZAMPA

Ambiente, Multiformità, Rispetto e Salute Unica: questi i temi al centro della nuova edizione del progetto educational promosso da ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) grazie al contributo non condizionato di MSD Animal Health

La Famiglia di Una Zampa racconterà ai più piccoli la centralità di un approccio One Health, che assicura la salute umana, animale e dell’ambiente

 Per il dodicesimo anno consecutivo, MSD Animal Health e ANMVI tornano nelle scuole di tutta Italia con Una Zampa in Famiglia 3 – Con Zampa a lezione di One Health. La nuova edizione del progetto veterinario didattico sensibilizzerà i più piccoli sull’importanza della circolarità del benessere tra mondo animale, umano e ambientale, in due parole: One Health. Nel 2023, da gennaio a giugno, saranno infatti più di 120 le scuole elementari e medie coinvolte nel progetto, che vedrà impegnati 125 medici veterinari in più di 60 città italiane.

Durante le edizioni precedenti i più piccoli hanno potuto conoscere e giocare con Zampa, il cane protagonista dell’iniziativa, e con tutta la sua famiglia – umana e a 4 zampe (Mimì la Micia e Lillo il Coniglio), scoprendo che accogliere un cucciolo in famiglia significa fare una scelta ponderata e condivisa, poiché un animale offre infinite possibilità di gioia e crescita, e per questo la famiglia ne è responsabile ogni giorno e in ogni momento.

Una Zampa in Famiglia 3 adatterà i contenuti di pet-relationship ai bisogni formativi dei bambini. Il pet affascina, coinvolge ed emoziona: questo permette agli insegnanti, affiancati dai Medici Veterinari ANMVI, di creare un forte centro di interesse e di fissare maggiormente nei bambini le informazioni trasmesse, aprendo anche a repertori relazionali cognitivi ed emozionali unici. I pet possono rappresentare un valore aggiuntivo nel percorso di crescita formativa dei più piccoli, permettendo loro di sviluppare nuove modalità comunicative e relazionali nonché apprendere l’importanza della multiformità e del rispetto dell’ambiente, temi centrali di questa edizione.

3 divertenti lezioni interattive e totalmente gratuite per le scuole in cui, per la prima volta, Zampa il Cane, Mimì la Micia e Lillo il Coniglio si presenteranno in classe nelle vesti di simpatici docenti per parlare di Salute Unica, “One Health”. Gli adulti di domani potranno imparare, divertendosi, l’importanza di vivere in un ambiente sano, in cui ogni elemento partecipa al gioco della vita e contribuisce alla salute di tutti nel pieno rispetto di tutte le forme di vita.

Nel tempo la cultura ha abituato l’essere umano ad agire come fruitore di animali, oggetti, piante, o come ospite in un ambiente da adattare e modificare in base alle sue esigenze, ma modificare l’ambiente significa modificare se stessi”. – sostiene Silvia Macelloni, coordinatrice del Gruppo di Studio di Metodologia Didattica di ANMVI – Le relazioni con persone, animali e natura sono sempre circolari e per avere un approccio One Health occorrono rispetto, conoscenza, curiosità e vedere il mondo attraverso gli occhi degli altri. Per questo è indispensabile portare il concetto di One Health in classe: occorre introdurre i più piccoli a una cultura della One Health – continua Silvia Macelloni – e farlo con temi che siano piacevoli, divertenti e semplici da comprendere, perché l’emozione può giocare un ruolo determinante nel percorso di formazione dei bambini“.

Grazie a questa iniziativa, il Medico Veterinario è diventato un riferimento professionale consolidato in tante scuole italiane. Possiamo affermare che l’educazione dei più piccoli alla conoscenza e al rispetto dell’alterità animale sta alla base del principio costituzionale di “biodiversità”. In questa parola vanno comprese tutte le forme di vita, anche degli esseri umani. – dichiara Marco Melosi, Medico Veterinario e Presidente dell’Associazione Nazionale del Medici Veterinari Italiani (Anmvi). È sotto gli occhi di tutti come la relazione con gli animali sia sempre più intensa. Si è creato un ecosistema familiare e sociale che richiede accudimento, salute e benessere. Quando si parla di One Health – continua Marco Melosi – si parla di tutto questo: i Medici Veterinari sono al fianco degli insegnanti per diffondere questo approccio fin dall’età scolare. È un investimento sulle future generazioni”.

Una Zampa in Famiglia 3 conferma l’impegno di MSD Animal Health per una corretta informazione sul ruolo del Medico Veterinario come referente imprescindibile per la salute e il benessere degli animali. Infatti, MSD Animal Health sostiene e applica da sempre l’approccio One Health in ogni attività e iniziativa che realizza, impegnandosi a tutelare l’equilibrio uomo-animale-ambiente, affinché il benessere e la salute di tutti vengano garantiti ogni giorno.

Con questa iniziativa, grazie all’aiuto di Medici Veterinari e insegnanti, siamo felici di riuscire a raccontare agli adulti di domani e alle loro famiglie la centralità dell’approccio One Health, soprattutto in un mondo in cui la salute della comunità, quella degli animali e l’equilibrio del clima e degli ecosistemi sono sempre più a rischio. – afferma Paolo Sani, Amministratore delegato MSD Animal Health ItaliaEcco perchè risulta sempre più cruciale impegnarsi affinché bambini e ragazzi conoscano concetti come zoonosi e antibiotico-resistenza, per costruire insieme uno stile di vita sostenibile, in un mondo sano”.

Nel 2022 sono state più di 100 le scuole primarie coinvolte nel progetto, che ha visto impegnati oltre 110 Medici Veterinari in diverse città italiane. Nei precedenti progetti più di 13.000 bambini hanno potuto conoscere e giocare con Zampa, la star dell’iniziativa, e con tutta la sua famiglia – umana e a 4 zampe (Mimì la Micia e Lillo il Coniglio). Una Zampa in Famiglia, infatti, si è rivelata un’iniziativa efficace per sensibilizzare adulti e bambini verso tematiche importanti e quanto mai attuali, prima fra tutte l’abbandono degli animali: il progetto non solo insegna ai più piccoli ad accogliere un nuovo pet, ma spiega come questo rappresenti un vero atto di consapevolezza, ricordando che l’adozione è un impegno che non va in vacanza.

Il progetto promosso da ANMVI grazie al contributo non condizionato di MSD Animal Health, è svolto esclusivamente da Medici Veterinari, supportati nella preparazione e nello svolgimento dal Gruppo di Studio di Metodologia Didattica Veterinaria ANMVI.

È possibile scaricare materiali informativi su www.unazampainfamiglia.it, il sito web pensato per amplificare il progetto e raggiungere tutti i bambini d’Italia e le loro famiglie.

A due Comuni piemontesi il premio Plastic Free 2023

 Sono due i Comuni piemontesi che hanno ottenuto il premio Plastic Free 2023. A ricevere l’ambito riconoscimento, durante la cerimonia tenutasi ieri a Palazzo Re Enzo a Bologna, sono stati Piossasco (TO) che ha bissato il risultato dello scorso anno ottenendo una valutazione di due tartarughe nonché Cuneo (1 tartaruga).

Delle oltre 360 città italiane che hanno avanzato la candidatura a “Plastic Free Onlus”, l’associazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica, in 68 hanno superato la valutazione ottenendo l’attestato di virtuosità con 1, 2 o 3 tartarughe, in crescita dai 49 Comuni della prima edizione del 2022.

Il ringraziamento va ai nostri 250.000 volontari, in azione in tutta Italia anche oggi – ha dichiarato Luca De Gaetano, Presidente di Plastic Free – Grazie alla collaborazione tra cittadini e istituzioni, infatti, possiamo premiare quasi 70 Comuni italiani che si sono distinti per il loro operato a tutela dell’ambiente, la lotta contro gli abbandoni illeciti, la sensibilizzazione del territorio, la gestione dei rifiuti urbani e le attività virtuose in sinergia con la nostra onlus. La transizione ecologica – ha aggiunto – è una sfida che possiamo vincere solo con un gioco di squadra tra persone, enti e imprese che ci veda tutti protagonisti“.

In appena tre anni, l’associazione Plastic Free ha realizzato 3.500 appuntamenti di raccolta dove si sono rimossi dall’ambiente ben 3 milioni di chili di plastica e rifiuti che inquinavano coste e territorio italiani. La onlus punta, poi, alla sensibilizzazione dei più giovani grazie ai progetti nelle scuole: sono 118.975 gli studenti sensibilizzati con iniziative dedicate mentre 38 istituti sono divenuti Plastic Free con l’installazione di un depuratore per l’acqua potabile e la donazione di borracce agli alunni. Infine, 165 tartarughe marine sono state salvate da morte certa e oltre 1.000 sono state accompagnate alla nascita. “Risultati che ci riempiono d’orgoglio e che sono il frutto della passione dell’esercito di volontari Plastic Free – conclude il presidente Luca De Gaetano – Il nostro impegno continua al fianco delle Amministrazioni e di tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro Pianeta“.

Alla premiazione hanno partecipato il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana che ha invitato a “moltiplicare le tartarughe affinché si promuova la cultura del valore contro quella dello spreco” e il vicepresidente della Camera e già ministro dell’Ambiente, l’On. Sergio Costa, che ha annunciato che nelle prossime settimane si terrà un evento a Montecitorio con i “Comuni Plastic Free”. La manifestazione ha ottenuto l’alto patrocinio del Parlamento europeo, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Comune di Bologna. 

Smog, livello 0 (bianco). Fino a lunedì 13 marzo in vigore le sole limitazioni strutturali

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Sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti da Arpa Piemonte è stato confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog. Fino a lunedì 13 marzo 2023 – prossimo giorno di controllo – resteranno pertanto in vigore le sole misure strutturali di limitazione al traffico.

 

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambi

Successo del bando per idrogeno verde in aree dismesse

Undici i progetti presentati, la graduatoria a fine marzo. Il presidente Cirio e l’assessore Marnati: «Il Piemonte dimostra di essere pronto a far crescere la valle dell’idrogeno verde e diventare un punto di riferimento europeo»

 

Aperto lo scorso 30 dicembre si è chiuso in questi giorni, il bando dedicato alle imprese per la produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse che poggia su una dotazione finanziaria di 19,5 milioni di euro per il Piemonte.

Ben 11 i progetti che sono stati presentati; la graduatoria di quelli ammessi sarà approvata a fine marzo.

Una risposta, quella delle imprese al bando per la produzione di idrogeno verde che rende appieno la misura di come il Piemonte sia pronto e preparato per questa sfida. Obiettivo della misura prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e che poggia su una dotazione finanziaria complessiva di 450 milioni di euro, è quello di creare, sul territorio nazionale, 10 Hydrogen valleys, ovvero aree industriali con economia in parte basata sull’idrogeno.

«Il grande successo di partecipazione al bando per la produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse – commentano il presidente della Regione Alberto Cirio el’assessore all’Ambiente ed Energia Matteo Marnati – dimostra che c’è molta attenzione e volontà a dare vita ad una filiera dell’idrogeno nel nostro Piemonte che mostra così, per l’ennesima volta, di essere pronto a far crescere la valle dell’idrogeno verde e diventare un punto di riferimento europeo». «La nostra Strategia sull’idrogeno – aggiungono – si basa, tra gli altri, su questi principi cardine: promuovere la produzione di un vettore energetico pulito perché prodotto da fonte rinnovabile, il suo utilizzo nell’industria e nel trasporto locale, sfruttare gli spazi industriali inutilizzati e creare occupazione, sia nelle aziende che si occupano della ristrutturazione degli edifici e dell’ammodernamento degli impianti, sia nelle attività previste dall’industria dell’idrogeno».

La misura finanzierà l’installazione di elettrolizzatori su siti industriali dismessi che produrranno idrogeno a partire da energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili di nuova costruzione installati sul sito o connessi, anche tramite la rete, al sistema di produzione di idrogeno.

Energia in Piemonte: diminuiscono i consumi, boom rinnovabili, crollo delle emissioni di CO2

L’assessore all’Ambiente ed Energia Matteo Marnati:«Tutti gli indicatori ci dicono che siamo sulla strada giusta»

L’ultimo rapporto statistico, che riguarda i dati dell’anno 2020 e in parte del 2021, mostra una decisa diminuzione del consumo di energia rispetto agli anni precedenti, confermando così la tendenza, pari al 10% in meno rispetto al 2012.

In estrema sintesi, accanto alla diminuzione dei consumi, le fonti rinnovabili continuano a giocare un ruolo sempre più importante nel bilancio energetico regionale, superando il 20% di tutti i consumi di energia mentre «il dato migliore – sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia Matteo Marnati – è quello relativo alle emissioni in atmosfera che sono calate, in Piemonte, in modo drastico. Rispetto al 1990 è il dato più basso in assoluto che vede il Piemonte migliore della media nazionale e in avvicinamento alla media europea».

Risultati che mostrano aggiunge l’assessore Marnati: «che abbiamo intrapreso un percorso virtuoso che ci porta a raggiungere gli obiettivi ONU fissati dall’Agenda 2030, peraltro già tracciati nel nostro Piano Energetico Ambientale Regionale che, tra i vari obiettivi, punta allo sviluppo delle fonti rinnovabili che, al 2030, arriveranno a contribuire per oltre il 27% sui consumi. Un risultato che sta dando e continuerà a dare un contributo sensibile alla riduzione della dipendenza energetica regionale. In parallelo stiamo lavorando da tempo sull’efficientamento energetico con il bando già pubblicato, che aprirà a fine marzo, da 92 milioni di euro sui fondi Fesr 21-27 (Fondi europei per lo sviluppo regionale) dedicato all’efficientamento energetico delle imprese e alla promozione dell’utilizzo delle energie rinnovabili sempre nelle imprese. Altro capitolo sul quale da tempo stiamo lavorando intensamente è quello della costituzione delle comunità energetiche, modello per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, che vede il Piemonte prima regione ad essersi dotata di una legge specifica».

Nel dettaglio

 

Consumi energetici

 

Il 2020 segna una marcata decrescita rispetto agli anni precedenti sia del consumo finale lordo (ovvero l’energia che viene consumata direttamente dagli utenti finali – abitazioni, automezzi e industrie) sia del consumo interno lordo. Nel complesso, nel 2020, i consumi scendono a circa 9,2 Mtep, ben il 10,3% in meno rispetto al 2012 e quasi il 15% in meno del picco di consumo registrato nel 2016.

A ridursi sono proprio i consumi da fonti fossili che passano da 8.650 Ktep (ovvero migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio) del 2012 ai 7.338 Ktep del 2020.

In questo panorama il settore civile (somma di domestico e terziario) continua a rappresentare circa la metà complessiva dei consumi, mentre la restante quota si ripartisce tra trasporti (23,7%) e industria (24,5%).

Il 2020 è il primo anno, dal 2011, in cui il settore dei trasporti registra un consumo inferiore a quello industriale, con una contrazione dei consumi particolarmente significativa. E anche il settore civile mostra, per il secondo anno consecutivo, un calo con una riduzione di circa 500 ktep dal 2018. Un andamento che, visto che non sembra collegato in modo significativo a fenomeni di stagionalità climatica, risulta essere interpretabile come effetto delle politiche di efficienza energetica messe in campo dalla Regione.

 

 

Produzione di energia elettrica – Capacità produttiva

 

Sul fronte della produzione di energia elettrica netta il Piemonte registra ancora un eccesso di produzione rispetto alla domanda interna. Il 36,5% di tutta la potenza è installata in impianti idroelettrici mentre ben il 16,8% della capacità afferisce agli impianti fotovoltaici. Osservando i dati degli ultimi anni emerge che dal 2011 in poi le installazioni sono prevalentemente rinnovabili. Inoltre, a partire dal 2016 in Piemonte si installano prevalentemente impianti idroelettrici o fotovoltaici.

Un ruolo importante è ricoperto dalle fonti rinnovabili che, nel 2021, la cui produzione è stata superiore del 32% del totale. Si consolida poi ulteriormente, nel corso del 2021, il ruolo del fotovoltaico che segna un costante aumento negli ultimi cinque anni e che risulta seconda fonte rinnovabile regionale

 

Fonti rinnovabili termiche ed elettriche

 

Per quanto riguarda i consumi finali, nel bilancio energetico regionale continua a crescere il peso delle fonti rinnovabili, superando il 20% di tutti i consumi finali di energia. È questo il principale dato che emerge dalla lettura degli aggiornamenti pubblicati dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) segnando il passaggio dal 16% del 2012 all’attuale 20,6%.  In estrema sintesi: un quinto dell’energia che viene consumata deriva dalle fonti rinnovabili.

 

A trainare sono le rinnovabili elettriche che nel 2020 mostrano una crescita del 3% circa rispetto all’anno precedente e superiore del 22% rispetto al 2012. Di queste più del 66% proviene dall’idroelettrico e più del 16% dal contributo dell’energia fotovoltaica, che nel corso del 2021 consolida il proprio peso risultando come seconda fonte rinnovabile.

 

Prodotti petroliferi

L’uso prevalente di prodotti petroliferi, esaminati nel loro insieme (gasolio, GPL, olio combustibile e benzina) è legato all’autotrazione, settore nel quale confluisce circa l’85% delle vendite complessive. In questo quadro il Gpl sta acquisendo sempre più importanza: nel 2021 le vendite hanno rappresentato una quota superiore al 9%.

In generale le vendite di prodotti petroliferi sono state costanti a partire dal 2013; nel 2020 le vendite sono calate di circa 600 ktep nell’ultimo quinquennio con una riduzione del 19% rispetto all’anno precedente.

In Piemonte, dal 2010 al 2021, le vendite di prodotti petroliferi sono diminuite significativamente passando da un totale di 3446 ktep del 2010 ai 2605 del 2021.

 

 

Emissioni di CO2

Per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica (CO2), nel 2020, sono risultate inferiori del 7,4% rispetto all’anno precedente. E’ un trend in continua decrescita da circa 5 anni; nel 2016 le emissioni erano pari a 25,5 milioni di tonnellate, nel 2017 erano 25 milioni, scese a 24,8 nel 2018, ulteriormente in calo, 24,2 nel 2019, fino ad arrivare ai 22,4 milioni di tonnellate nel 2020.