Sono oltre 12mila gli studenti universitari iscritti agli atenei piemontesi che nell’anno accademico in corso beneficiano della borsa di studio, il 100 per cento degli aventi diritto. Dal 1997/98 e fino al 2010/11 il Piemonte è stato, insieme al Trentino Alto Adige, l’unica Regione ad aver erogato la borsa a tutti gli idonei, un trend che è cambiato nel 2011/12, toccando la percentuale di copertura più bassa, poi tornata al 100 per cento dal 2015/16. Sono alcuni dei dati forniti alla sesta Commissione e al Comitato per la qualità della normazione, presieduti rispettivamente da Daniele Valle e Marco Grimaldi, dall’Osservatorio regionale per l’Università e il diritto allo studio universitario, che all’interno di Ires Piemonte si occupa di raccogliere ed elaborare analisi sul sistema universitario piemontese, sugli sbocchi professionali dei laureati e sugli interventi per il diritto allo studio. La ricerca riporta anche le cifre dei trasferimenti regionali a Edisu Piemonte e la quota statale integrativa ricevuta dal 2006, che per il 2017 ammontano rispettivamente a 26,4 milioni e 10,2 milioni di euro: il 2014 è stato l’anno che ha registrato la quota più bassa di riparto statale (5 milioni), mentre il 2016 è stato un anno unico nel panorama nazionale, che per il Piemonte si è tradotto in quasi 13 milioni di compartecipazione e la borsa di studio garantita a tutti gli idonei.
Riguardo ai posti letto Edisu, nell’arco di dodici anni c’è stato un incremento dell’8,6 per cento: oggi la disponibilità è di 3.268 posti letto nelle residenze universitarie, a fronte di circa 5mila idonei fuori sede e 37mila iscritti residenti fuori regione. Il Piemonte è la sesta regione per numero di posti letto e ottava per grado di soddisfacimento della domanda: se tutti i progetti degli enti che hanno partecipato al nuovo bando sulla legge 338/00 fossero ammessi a cofinanziamento, nei prossimi sei/otto anni potrebbero essere disponibili ulteriori 486 posti letto.
Un focus sugli studenti universitari rileva che gli immatricolati 2017/18 sono oltre 22mila e che il Piemonte cresce più di tutte le altre regioni, con un incremento particolarmente accentuato nell’ultimo triennio: sempre più studenti residenti in altre regioni o all’estero scelgono di studiare nei nostri atenei (nel biennio magistrale sono quasi il 50 per cento). Ciò si traduce – come hanno spiegato i ricercatori dell’Osservatorio – in maggiori entrate per gli atenei e ricadute positive sul tessuto socio-economico. Per quanto riguarda la mobilità in uscita riguarda il 18 per cento degli immatricolati residenti in Piemonte, con percentuali nettamente più elevate per le province del Verbano-Cusio-Ossola, Novara e Alessandria. Il saldo degli immatricolati in entrata e in uscita si è invertito nell’ultimo decennio, registrando una differenza positiva per oltre 2000 studenti nel 2016/17. Infine la ricerca ha evidenziato che a tre anni dalla laurea 80 laureati su 100 dichiarano di essere occupati. Sono intervenuti i consiglieri Francesca Frediani, Davide Bono (M5S) e Raffaele Gallo (Pd).
LM – www.cr.piemonte.it
foto: il Torinese