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ImpacTO: Sport Innovazione Futuro

Il 10 Giugno 2021 partirà la seconda edizione di ImpacTO: Sport, Innovazione e Futuro. L’evento, organizzato dall’associazione di promozione sociale Sport Innovation Hub (SIH) presso il J | Hotel di Torino, con il contributo della Camera di commercio di Torino e il patrocinio della Regione Piemonte, saranno due giornate di scambio e confronto per ripensare lo sport come motore di sinergia tra le tecnologie avanzate, i progetti imprenditoriali e un futuro sostenibile per i giovani.

Come in passato, l’evento riunisce attori di vari livelli, col fine di progredire in un lavoro congiunto per rendere lo Sport una filiera forte, coesa, dinamica e di qualità.

La Sfilata

La giornata si concluderà con la Sfilata “Sport e Innovazione”, in cui per la terza edizione consecutiva gli studenti saranno protagonisti. Progetto anche questo di natura formativa. I giovani, infatti sfileranno con capi di abbigliamento e attrezzature sportivi forniti da molte imprese made in Italy operanti nei settori dello Sport e del Benessere nel tempo libero.

Tre i licei sportivi partecipanti: Norberto Bobbio di Carignano, I.I.S Primo Levi e Istituto Sociale di Torino. Quasi una ventina le aziende aderenti: Advanced Distribution, Beaths, Cober, Central Project, Decathlon, Desmotec, Indico Technologies, Ferrino, Mizuno, Northwave, OSBE, Pella, Salice, Snauwaert, Stamperia Alicese, Starvie e Untraced.

Tante le novità di quest’anno, dai nuovi tessuti per garantire isotermia e impermeabilità alle mascherine studiate per gli sportivi; ai prodotti eco-ideati ai caschi forniti di tecnologia bluetooth; dalla leggerezza dei materiali per le racchette da gioco, ai capi confezionati con tessuti tecnicamente avanzati, al design di ispirazione africana. La linea innovativa casual, tutta italiana, ispirata all’Arma dei Carabinieri; il classico che contrasta con le originali divise da gioco per un mercato emergente in forte crescita, quello degli e-Sports.

A conclusione della sfilata saranno consegnati gli “Sport Innovation Awards”, assegnati dall’associazione SIH lo scorso mese di dicembre. Una cerimonia dal vivo posticipata a causa della pandemia.

J | Hotel – Via Traves, 40 – Torino 10 e 11 Giugno 2021

A Torino il turismo post pandemia riparte grazie all’ospitalità diffusa

Il 19 maggio Wonderful Italy mette a confronto i player del settore con “Benvenuti a Torino”

una call aperta e gratuita, dedicata ai piccoli imprenditori e proprietari di locazioni turistiche

Gli organizzatori: “Affitti brevi e case vacanza la chiave per ripartire dopo il crollo degli arrivi”

 

Il rilancio del turismo post Covid-19 a Torino è possibile attraverso l’ospitalità diffusa, caratterizzata da affitti brevi e case vacanza. I principali player del settore dialogano insieme nel tavolo di confronto on-line organizzato da Wonderful Italy mercoledì 19 maggio, dalle ore 16 sulla piattaforma Google Meet. Ripensare Torino e le località piemontesi come destinazione turistica in seguito alla pandemia è l’obiettivo dell’evento virtuale e gratuito dal titolo “Benvenuti a Torino! Ospitalità diffusa per l’accoglienza turistica di qualità”. Tra i relatori a confronto su dati, trend attuali e segnali incoraggianti per il rilancio del settore segnaliamo Turismo Torino e Provincia, Torino Airport, Osservatorio Turismo della Regione Piemonte e Assifero – Associazione Italiana delle Fondazioni ed Enti della Filantropia Istituzionale.

«Torino ha chiuso il 2020 a meno 70 per cento di arrivi e meno 61 per cento di pernottamenti rispetto all’anno precedente. Da qui l’urgenza di puntare su un’offerta di ospitalità diffusa e servizi di qualità per contribuire al rilancio del turismo nella destinazione» raccontano gli organizzatori, commentando i dati dell’Osservatorio Turistico Regionale. Dopo Palermo e Napoli, è Torino la terza tappa dell’incontro dedicato ai proprietari e gestori di case vacanza e locazioni turistiche, promosso dal network italiano Wonderful Italy, lanciata dal fondo Oltre Venture. Società attiva nell’ospitalità con privati e piccoli imprenditori locali per offrire servizi turistici ed esperienze di conoscenza del territorio, valorizzando le comunità locali, Wonderful Italy è nata con l’obiettivo di sviluppare territori Italiani ad alto potenziale attraverso il turismo.

«È il momento di reinventare nuovamente l’offerta e crediamo che Torino e il Piemonte siano un’area che si presta molto bene allo sviluppo turistico, forti della presenza di case di pregio, sia nei centri storici delle principali città sia nell’hinterland, e grazie ai grandi asset come la storia e la cultura, il cibo e le numerose attrazioni naturalistiche e sportive: dal verde della pianura, i laghi, la fascia collinare, fino alla montagna – spiegano Loredana Gazzera, amministratrice delegata e Lavinia Fanari, responsabile sviluppo dell’Hub Piemonte di Wonderful Italy – non secondaria la forte presenza industriale che porta sempre flussi di professionisti che possono apprezzare un tipo di pernottamento meno tradizionale e al contempo più flessibile e indipendente».

I dati dell’Osservatorio Turistico Regionale

Secondo l’Osservatorio Turistico Regionale, gli effetti della pandemia in Piemonte si sono concretizzati in un calo del 53% di pernottamenti e del 57% degli arrivi rispetto al 2019. In particolare si registra una maggiore flessione nei movimenti dall’estero (-67% di arrivi e -63% di pernottamenti) e una flessione seppur leggermente meno marcata nei movimenti nazionali (-51% di arrivi e -46% di pernottamenti). Torino ha subito un duro colpo chiudendo a -70% di arrivi e -61% di pernottamenti, con i soli mesi di agosto, settembre e ottobre che registrano un calo al di sotto del 50%. «Vi sono tuttavia segnali incoraggianti – assicurano gli organizzatori di Benvenuti a Torino – così nasce l’esigenza di puntare su un’offerta di ospitalità diffusa e di alleanze con gli ambiti della cultura e dell’innovazione sociale per contribuire al rilancio del turismo nella destinazione». 

Le statistiche e i trend di Wonderful Italy

 

«Pre-Covid la nostra utenza era prevalentemente straniera con una percentuale che varia a seconda degli hub tra il 60 e il 70% del totale. Lo scorso anno la situazione si è ribaltata e stimiamo che gli italiani siano stati il 90% – spiega Michele Ridolfo, amministratore delegato e co-fondatore di Wonderful Italy –. La composizione degli ospiti è variegata, però sia per gli italiani sia per gli stranieri, il nocciolo duro è rappresentato da famiglie e coppie. Questi due cluster cubano insieme oltre il 70% del totale e negli anni abbiamo notato la maggiore propensione degli stranieri a viaggiare in gruppo». Ogni Hub si caratterizza per le sue specificità e stagionalità. Il soggiorno medio è di 5 giorni. «Le caratteristiche maggiormente ricercate lo scorso anno dai nostri ospiti sono state in ordine: wi-fi, piscina, giardino, dotazione completa di elettrodomestici e terrazzo mentre le esperienze più votate nel 2020 sono state, in ordine, arte e cultura, enogastronomia, sport, natura» conclude Ridolfo.

L’evento, i temi e i relatori

“Benvenuti a Torino”, dedicato ai proprietari e gestori di case vacanza e locazioni turistiche, ha un duplice obiettivo: condividere dati esclusivi sui trend del turismo 2021 e opportunità per la destinazione Torino (previsione flussi, occupazione e tariffe medie, collegamenti aerei) e offrire opportunità di confronto su esperienze, strategie e innovazioni praticabili a breve e medio termine con attori istituzionali e operatori dell’ecosistema turistico. Un programma fitto di interventi e argomenti centrali nel dibattito della filiera turistica, dagli asset tradizionali fino al Terzo settore. Karin Venneri, presidente Associazione Start up Turismo e direttrice strategia Wonderful Italy parlerà di Trend e Strategia 2021Cristina Bergonzo, responsabile dell’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte analizzerà la ricettività alberghiera e le locazioni turistiche in Piemonte mentre l’intervento di Alessandra Tormena, responsabile Promozione e Sviluppo Mercati Turismo Torino e Provincia, verterà sulle strategie di promozione turistica per Torino post Covid-19. Si parlerà anche degli asset per il rilancio della destinazione come l’aereoporto di Torino, le Fondazioni e il Terzo settorele partnership e gli strumenti per l’extralberghiero e l’abitare temporaneo. Modera Maurizio Giambalvo, Ricerca & Sviluppo Progetti speciali di Wonderful Italy. Al centro del dibattito il ruolo che può giocare nel rilancio del turismo post-Covid un fenomeno in crescita come quello degli affitti brevi e case vacanza e una riflessione sulle alleanze operative e istituzionali necessarie per creare un network di ospitalità diffusa sicura, accogliente e legale.

Per partecipare all’evento è necessario compilare il modulo: www.bit.ly/32FPmVL. Per ulteriori informazioni scrivici qui: progetti.speciali@wonderfulitaly.eu o contatta il 3391697263.

Wonderful Italy lanciata dal fondo di Impact Investing Oltre Venture, è nata con l’obiettivo di sviluppare territori Italiani ad alto potenziale attraverso il turismo. La missione è quella di generare sviluppo locale sostenibile attraverso il turismo. Wonderful Italy è operativa in 8 aree geografiche con oltre 600 case e 250 diverse esperienze turistiche, da circa un anno è attiva anche in Piemonte. Offre ospitalità tramite la gestione, riqualificazione e promozione di abitazioni locali sotto utilizzate. Gestisce professionalmente, per conto dei proprietari, accoglienza degli ospiti, pulizie e manutenzione degli appartamenti attraverso personale e aziende locali altamente selezionate. L’ospitalità in case private è arricchita da servizi complementari ed esperienze per svelare al turista la meraviglia dei territori, la cultura e le tradizioni locali. Wonderful Italy ha l’ambizione di diventare il primo network italiano di ospitalità ed esperienze in luoghi autentici supportando le comunità locali e innescando processi di sviluppo territoriale coinvolgendo le persone del luogo.

Un nuovo modello di housing sociale per ridurre l’emergenza abitativa

Questa mattina a Barriera di Milano è stato consegnato un alloggio a una famiglia egiziana beneficiaria di Homes4All, la startup innovativa che favorisce la rigenerazione urbana attraverso l’intervento di una rete di investitori privati.

Hanno partecipato, tra glia altri, la sindaca Chiara Appendino e la vicesindaca, con delega al welfare, Sonia Schellino.

Con la collaborazione di UniCredit – attraverso il programma di Social impact banking – e dopo le prime acquisizioni immobiliari in aree differenti della città di Torino, tra cui Aurora, Barriera di Milano, Falchera, Madonna di campagna, Homes4All ha accompagnato le prime 3 famiglie beneficiarie negli appartamenti e nel mese di giugno è previsto l’inserimento di altri nuclei familiari.

Il divario crescente tra i valori del mercato immobiliare e i redditi, il cambiamento dei bisogni e le crescenti difficoltà acuite dalla pandemia Covid hanno generato un aggravamento dell’emergenza abitativa a cui le città fanno fatica a dare risposta. I dati evidenziano una situazione in cui nel 2020 il 58% degli italiani ha avuto difficolta economiche (+12% rispetto al 2019, come emerge dai numeri dell’Osservatorio sul bilancio del welfare delle famiglie italiane) e quasi 6 famiglie su 10 hanno difficoltà a pagare le rate del mutuo o i canoni di locazione.

L’impatto che questa situazione genera sul sistema abitativo pubblico è elevato, poichè esercita un’ulteriore pressione da parte dei nuclei sfrattati sulle liste di attesa dell’Edilizia Residenziale Pubblica mentre, paradossalmente, aumenta il numero degli appartamenti vuoti nelle città.

È proprio su questo patrimonio inutilizzato che sta intervenendo Homes4All, un nuovo modello di housing sociale finalizzato a ridurre l’emergenza abitativa generando un forte impatto sociale sul territorio: provvede alla acquisizione e gestione degli immobili, li ristruttura mettendoli a norma e accompagna le famiglie negli alloggi assegnati ad un affitto sostenibile.

La collaborazione con i servizi sociali e il terzo settore permette l’inserimento degli inquilini in un percorso di rafforzamento dell’autonomia economica generando un impatto positivo sulle città e riducendo il peso delle emergenze abitative sui servizi di accoglienza. Il percorso è poi ulteriormente facilitato dalla piattaforma Solidali4All dove si attivano campagne di raccolta beni, tempo o denaro per le famiglie in difficoltà.

Il modello Homes4All si è dimostrato utile e replicabile in altri ecosistemi cittadini, come Genova e sono in corso i lavori per la replicabilità in Lombardia.

Social Innovation Academy: nuove soluzioni per rispondere alle sfide sociali

La Città di Torino e la Camera di commercio di Torino sono partner del progetto europeo ASIS “Alpine Social Innovation Strategy” nell’ambito del programma europeo Interreg Alpine Space. Il progetto, che mira a sviluppare e promuovere una nuova visione dell’innovazione sociale nello Spazio Alpino, aumentandone la capacità di proporre politiche pubbliche a supporto dell’innovazione sociale, ha coinvolto 10 partner da Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia.

Le due giornate di Social Innovation Academy, organizzate nella cornice di Torino Social Impact e con la collaborazione di Biennale Democrazia, affronteranno il tema del ruolo del settore pubblico come stimolo per l’attivazione di progetti di innovazione sociale e welfare generativo, oltre alle norme innovative a disposizione per le PA per sperimentare e innovare e alla misurazione dell’impatto sociale come chiave di lettura per la promozione di progetti e di azioni positive per la comunità.

Queste giornate di formazione hanno lo scopo di guidare i partecipanti alla scoperta degli output generati dal progetto e stimolare la discussione, approfondendo le sfide e i temi emersi declinandoli a livello locale.

La SI Academy sarà strutturata in 3 moduli ed organizzata in modalità online.

Mercoledì 24 marzo 2021

Ore 10 – 13 “Il ruolo delle comunità e del settore pubblico nello stimolo e nel supporto a progetti di Innovazione Sociale e Welfare generativo”

Ore 15 – 17.30 “Innovazione Sociale nelle pubbliche amministrazioni. Stato dell’arte degli strumenti normativi e organizzativi”

Giovedì 25 marzo 2021

Ore 10 – 12.30 “Impatto sociale tra metodologie, misurazione e applicazione concreta nelle PA”

Il programma dettagliato è consultabile su Eventbrite, dove sono attive le iscrizioni:

https://www.eventbrite.it/e/142474680605

Sarà possibile anche per i non iscritti poter seguire la diretta sul canale Youtube di Torino Social Impact.

Il progetto Asis chiuderà i lavori il primo Aprile con una ulteriore giornata dedicata all’innovazione sociale, l’Alpine Social Innovation Day. Dopo una sessione plenaria, la giornata si articolerà in 6 workshop, interrogandosi su come l’innovazione sociale cambi la cooperazione e l’azione pubblica, sulla base di testimonianze, sperimentazioni pilota europee e alcuni dei risultati del progetto ASIS. Inoltre, saranno organizzate diverse sessioni di networking, per stimolare le conversazioni e dare ai partecipanti l’opportunità di incontrarsi virtualmente e condividere opportunità.

Il workshop 5 è dedicato all’impatto sociale:  “Impatto sociale, metodologie, misurazioni e applicazioni concrete”.

L’evento conclusivo internazionale – 1 aprile –  è aperto al pubblico.

Programma dettagliato e le iscrizioni:

https://www.to.camcom.it/alpine-space-innovation-day

Ulteriori informazioni sul progetto ASIS e sulla SI Academy

https://www.alpine-space.eu/projects/asis/en/home

www.socialinnovationstrategy.eu

https://socialinnovationstrategy.eu/event/the-social-innovation-academy-italy/

L’UE sceglie Torino come capofila dei Centri di competenza per l’Innovazione Sociale

La Città di Torino attraverso il Settore Fondi Europei e Innovazione, ha vinto, in qualità di capofila, il progetto europeo bandito nella call EaSI, ‘Centri di competenza per l’Innovazione Sociale’.

 

Questo riconoscimento è il risultato degli sforzi fatti nel consolidare a Torino un ecosistema unico nell’ambito dell’Innovazione sociale – afferma Marco Pironti, assessore all’Innovazione della Città di Torino -. Il Centro rappresenterà un fondamentale strumento per un reale impatto di lungo periodo sul territorio, rafforzando il ruolo di sperimentatore di pratiche di innovazione sociale, anche attraverso i fondi del Pon Metro”.

 

È un successo importantissimo che suggella il ruolo di Torino come uno dei più importanti centri al mondo per l’Innovazione Sociale e la finanza a impatto – dichiara Mario Calderini, portavoce di Torino Social Impact -. Non per caso Torino è stata scelta come sede di due eventi internazionali che sono stati inclusi dalla stampa specializzata tra i dieci più importanti al mondo del 2021 e la Commissione Europea ha presentato il caso Torino come uno degli esempi guida nella costruzione del Social Economy Action Plan che lancerà tra qualche mese“.

 

Il programma EaSI (Employment and Social Innovation) è uno strumento finanziario europeo che punta a promuovere un elevato livello di occupazione sostenibile e di qualità, a garantire una protezione sociale adeguata e dignitosa, a combattere l’emarginazione e la povertà e a migliorare le condizioni di lavoro.

 

L’obiettivo del progetto è sostenere la creazione e lo sviluppo di un Centro di Competenza nazionale per l’Innovazione Sociale, con le funzioni di: sviluppo delle capacità dei principali stakeholder dell’innovazione sociale; trasferimento transnazionale di conoscenze; creazione di sinergie tra il programma EaSI e il FSE (Fondo Sociale Europeo), soprattutto nell’ottica di ideare, supportare, monitorare e integrare azioni innovative che potrebbero essere estese e/o replicate usando i fondi del FSE  nei prossimi anni; networking per realizzare una rete e cooperare con altri Centri di competenza selezionati, usando l’apprendimento reciproco e sviluppando, valutando e ottimizzando congiuntamente metodi e strumenti pertinenti anche raccogliendo e disseminando esempi, modelli e pratiche fonte di ispirazione.

 

Con questo progetto – il cui budget complessivo è di circa 900mila euro – si vuole costruire un ponte tra le politiche pubbliche e le pratiche sociali al fine di integrare l’Innovazione Sociale in Italia e nei Paesi partner come approccio all’innovazione incentrato sull’uomo, capace di promuovere lo sviluppo tecnologico e al tempo stesso di affrontare le sfide sociali e societarie più urgenti.

 

La strategia è creare un Centro di Competenza nazionale sull’Innovazione Sociale quale piattaforma per collegare le politiche pubbliche e le comunità di pratica al fine di facilitare la comprensione reciproca, favorire una migliore cooperazione e aumentare la capacità dei decisori politici e dei professionisti di promuovere il tema nel paese (e all’estero).

 

Il Centro mira quindi a facilitare la promozione, il mainstreaming e l’upscaling dell’innovazione sociale sulla base delle caratteristiche specifiche del contesto di ciascun partner coinvolto basandosi su una forte partnership strategica tra autorità pubbliche, università e centri di ricerca, intermediari e professionisti che condividono una visione comune sull’innovazione sociale quale motore chiave per lo sviluppo inclusivo e sostenibile europeo. A tal fine dovrà sostenere e coordinare i nascenti Centri in Grecia, Romania e Slovenia.

 

Sarà attivata una Cabina di regia, a livello italiano, composta da ANPAL, l’Autorità di Gestione del Pon Inclusione e del Pon Metro con funzioni di coordinamento e indirizzo.

 

Il progetto – i cui partner sono Fondazione  Brodolini, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Politecnico di Torino, Euricse, Fondazione Italia Sociale – ha raccolto il sostegno di oltre 30 stakeholders italiani pubblici i privati.

 

L’UE sceglie Torino come unica sede italiana per il centro di competenza per l’innovazione sociale

La Città di Torino attraverso il Settore Fondi Europei e Innovazione, ha vinto, in qualità di capofila, il progetto europeo bandito nella call EaSI, ‘Centri di competenza per l’Innovazione Sociale’.

Soddisfazione è espressa dalla sindaca Chiara Appendinoper questa assegnazione dell’Unione europea che riconosce a Torino, ancora una volta, il ruolo di città leader nel campo dell’innovazione sociale”. Dalla prima cittadina del capoluogo piemontese anche un “grazie a tutti coloro che hanno lavorato per ottenere questo risultato di rilevanza strategica per una città e un territorio che proprio sulla ricerca e la sperimentazione di tecnologie innovative e ad impatto sociale hanno investito moltissimo in termini di progetti e di risorse”.

“Questo riconoscimento è il risultato degli sforzi fatti nel consolidare a Torino un ecosistema unico nell’ambito dell’Innovazione sociale – afferma Marco Pironti, assessore all’Innovazione della Città di Torino -. Il Centro rappresenterà un fondamentale strumento per un reale impatto di lungo periodo sul territorio, rafforzando il ruolo di sperimentatore di pratiche di innovazione sociale, anche attraverso i fondi del Pon Metro”.

“È un successo importantissimo che suggella il ruolo di Torino come uno dei più importanti centri al mondo per l’Innovazione Sociale e la finanza a impatto – dichiara Mario Calderini, portavoce di Torino Social Impact -. Non per caso Torino è stata scelta come sede di due eventi internazionali che sono stati inclusi dalla stampa specializzata tra i dieci più importanti al mondo del 2021 e la Commissione Europea ha presentato il caso Torino come uno degli esempi guida nella costruzione del Social Economy Action Plan che lancerà tra qualche mese”.

Il programma EaSI (Employment and Social Innovation) è uno strumento finanziario europeo che punta a promuovere un elevato livello di occupazione sostenibile e di qualità, a garantire una protezione sociale adeguata e dignitosa, a combattere l’emarginazione e la povertà e a migliorare le condizioni di lavoro.

L’obiettivo del progetto è sostenere la creazione e lo sviluppo di un Centro di Competenza nazionale per l’Innovazione Sociale, con le funzioni di: sviluppo delle capacità dei principali stakeholder dell’innovazione sociale; trasferimento transnazionale di conoscenze; creazione di sinergie tra il programma EaSI e il FSE (Fondo Sociale Europeo), soprattutto nell’ottica di ideare, supportare, monitorare e integrare azioni innovative che potrebbero essere estese e/o replicate usando i fondi del FSE nei prossimi anni; networking per realizzare una rete e cooperare con altri Centri di competenza selezionati, usando l’apprendimento reciproco e sviluppando, valutando e ottimizzando congiuntamente metodi e strumenti pertinenti anche raccogliendo e disseminando esempi, modelli e pratiche fonte di ispirazione.

Con questo progetto – il cui budget complessivo è di circa 900mila euro – si vuole costruire un ponte tra le politiche pubbliche e le pratiche sociali al fine di integrare l’Innovazione Sociale in Italia e nei Paesi partner come approccio all’innovazione incentrato sull’uomo, capace di promuovere lo sviluppo tecnologico e al tempo stesso di affrontare le sfide sociali e societarie più urgenti.

La strategia è creare un Centro di Competenza nazionale sull’Innovazione Sociale quale piattaforma per collegare le politiche pubbliche e le comunità di pratica al fine di facilitare la comprensione reciproca, favorire una migliore cooperazione e aumentare la capacità dei decisori politici e dei professionisti di promuovere il tema nel paese (e all’estero).

Il Centro mira quindi a facilitare la promozione, il mainstreaming e l’upscaling dell’innovazione sociale sulla base delle caratteristiche specifiche del contesto di ciascun partner coinvolto basandosi su una forte partnership strategica tra autorità pubbliche, università e centri di ricerca, intermediari e professionisti che condividono una visione comune sull’innovazione sociale quale motore chiave per lo sviluppo inclusivo e sostenibile europeo. A tal fine dovrà sostenere e coordinare i nascenti Centri in Grecia, Romania e Slovenia.

Sarà attivata una Cabina di regia, a livello italiano, composta da ANPAL, l’Autorità di Gestione del Pon Inclusione e del Pon Metro con funzioni di coordinamento e indirizzo.

Il progetto – i cui partner sono Fondazione Brodolini, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Politecnico di Torino, Euricse, Fondazione Italia Sociale – ha raccolto il sostegno di oltre 30 stakeholders italiani pubblici i privati.

A scuola di valutazione di impatto sociale

PARTE LA SECONDA EDIZIONE DEL CORSO UNIVERSITARIO PER SOCIAL IMPACT MANAGER, CON 70 ISCRITTI

Dopo il successo della prima edizione, conclusa a maggio, torna il corso
universitario di aggiornamento professionale (Cuap) “Valutazione d’impatto
sociale”, sostenuto dalla Camera di commercio di Torino e proposto
dal Centro di Competenza per la Valutazione d’impatto sociale nell’ambito di TSI
ll Corso universitario, realizzato dal Dipartimento di Management dell’Università degli studi di
Torino con il Politecnico di Torino (membri del Comitato per l’imprenditorialità sociale),
la Fondazione Piccatti Milanese, la Fondazione Cottino, Tiresia, gli enti di formazione delle Centrali
Cooperative (Consorzio Il Nodo per Confcooperative Piemonte Nord e Inforcoop Ecipaa
Piemonte per Legacoop Piemonte) e Fondazione Compagnia di San Paolo, parte oggi con 70 nuovi
iscritti, dopo i 90 della prima edizione.


Obiettivo del corso è formare enti e organizzazioni del Terzo Settore e imprese sociali ad adottare
un approccio strategico alla valutazione e alla gestione dell’impatto sociale generato, in coerenza
con le Linee guida del comitato imprenditorialità sociale della Camera di commercio. La formazione
è destinata ad organizzazioni del territorio che intendano potenziare conoscenze e competenze sul
tema della valutazione di impatto, in particolare ai soggetti che ricoprono ruoli gestionali e
manageriali e a coloro che si occupano di rendicontare l’efficacia ed efficienza delle attività in termini
sia economico-finanziari che sociali o che sono interessati ad integrare i due aspetti.

Attraverso un approccio didattico ibrido e altamente innovativo, il Cuap fonde approcci teorici e
pratici volti all’identificazione delle strategie di Impact Management e alla loro misurazione. Un
business case finale completa la condivisione dell’apprendimento tra i partecipanti stessi. Il corso
affronta la valutazione di impatto sociale declinata sulla progettualità per l’accesso ai finanziamenti
europei, nazionali o locali, sui grandi eventi territoriali, sportivi, culturali, congressuali. Si parte dal
presupposto che ogni evento ed azione sistemica porti un cambiamento che può essere misurato e
valutato con tecniche specifiche, padroneggiate dai valutatori di impatto.

Al termine del corso sarà possibile ottenere la certificazione, emessa da Cepas, ente certificatore di
terza parte, e la relativa iscrizione nel registro nazionale dei Valutatori d’impatto.
“Siamo molto soddisfatti – commenta il professor Paolo Biancone, direttore scientifico del corso –
l’alto numero di adesioni dimostra che i temi affrontati sono di interesse per il territorio. La prima
edizione aveva certificato 84 valutatori di impatto. Novità di questa edizione è la formula
completamente online. Vista l’attuale situazione pandemica l’intero corso è stato progettato a
distanza, cogliendo anche l’opportunità di portare la cultura della valutazione d’impatto oltre i
confini torinesi con una diffusione a livello nazionale”.

“Il Cuap è tra le proposte messe in campo dal Centro di Competenza per la Valutazione d’impatto
sociale, che ha sede presso la Camera di commercio di Torino ed è a disposizione di tutte le realtà del
territorio pubbliche e private, profit e non profit – dichiara Guido Bolatto, Segretario Generale della
Camera di commercio di Torino – Stiamo realizzando un Centro per il rafforzamento della cultura e
delle pratiche valutative, attraverso orientamento, supporto metodologico, formazione,
aggiornamento ed allineamento con le metodologie internazionali”.

La curatorship dell’Hub di Torino dei Global Shapers

Rubrica a cura di ScattoTorino 

Luigi Riccardo, Olga Osuchowska, Fabio Cassanelli rispettivamente Curator, Vice-Curator e Outgoing Curator dell’Hub torinese ci raccontano chi sono i Global Shapers e quali azioni intraprendono. La piattaforma alla quale appartengono, promossa dal celebre World Economic Forum, ha un respiro internazionale ed è composta da quasi 10.000 giovani attivisti tra i 18 e i 30 anni che operano in 148 paesi per un totale di 428 Hubs. Dotati di skill altamente specifiche i tre curator, così come tutti i membri dell’Hub, mettono la loro professionalità e il loro potenziale al servizio del territorio in cui operano. A tal fine ogni sede intraprende progetti ad impatto sociale per migliorare le comunità di appartenenza e in Italia i Global Shapers sono presenti a Torino, Milano, Genova, Firenze, Venezia, Trento, Roma, Palermo e Bari.

Che cos’è il World Economic Forum?

Fabio Cassanelli: “È un’organizzazione senza scopo di lucro nata in Svizzera nel 1971 ad opera dell’economista Klaus Schwab. La sede è a Cologny, vicino a Ginevra, e il suo fondatore immaginava un luogo in cui i capi d’azienda, i leader politici, gli intellettuali e i giornalisti di settore potessero discutere dei principali problemi dell’umanità e trovare accordi attraverso il dialogo. Conosciuto anche come Forum di Davos, il WEF si tiene ogni inverno nella cittadina svizzera e affronta tematiche legate, ad esempio, alla salute e all’ambiente. In passato il meeting è stato anche l’occasione per affrontare crisi e negoziare soluzioni. Qui nel 1989 è avvenuto l’incontro tra i ministri nordcoreani e sudcoreani e nel 1992 Frederik de Kler e Nelson Mandela hanno trattato la questione sudafricana”.

Olga Osuchowska: “Desidero sottolineare che il World Economic Forum è una piattaforma libera da limitazioni che, pur organizzando prestigiosi incontri internazionali, può non sostenere le stesse ideologie dei suoi ospiti. Ricordo poi che nel gennaio di quest’anno a Davos si sono incontrati Donald Trump e Greta Thunberg per parlare di salvaguardia ambientale”.

Luigi Riccardo: “In quasi 50 anni di attività il WEF si è configurato come una comunità che ne contiene altre, come ad esempio Young Global Leaders e Global Shapers”.

Global Shapers Italiani a Ginevra

Ci presentate la Global Shapers Community?

Luigi Riccardo: “Il motto è The power of youth in action ovvero il potere della gioventù in azione. Il network nasce nel 2011, sempre su iniziativa di Klaus Schwab, è diffuso a livello internazionale ed è composto di giovani che vogliono attivarsi per avere un impatto positivo nel mondo. Il nostro pensiero è a livello globale, ma ogni comunità locale mette in campo azioni legate al territorio in cui opera. I partecipanti hanno tra i 18 e i 27 anni, ma si può rimanere nella community fino ai 30 anni. Attualmente ci sono quasi 3.200 alunni nel mondo, cioè ex Global Shapers che continuano a seguire l’attività dell’organizzazione”.

Olga Osuchowska: “Il network è no profit ed è sostenuto dal World Economic Forum. Le nostre attività si suddividono in tre macro filoni: Inclusione sociale (Equity & Inclusion), Sostenibilità (Climate & Environment), Educazione e lavoro (Education & Employment)”.

Fabio Cassanelli: “Ai vertici della struttura ci sono i curator che vengono eletti democraticamente e il loro mandato dura un anno. Ogni persona può essere curator solo due volte nel corso della sua vita. Luigi sarebbe dovuto andare in Canada per un meeting tra tutti i curator, ma a causa del Covid-19 non è partito e per connettersi con gli altri membri ha utilizzato Zoom; i collegamenti per seguire le diverse sessioni curate dal team centrale, che ha sede a Ginevra, sono durati 5 giorni con orario 10.00-22.00. In questo modo c’è stata l’opportunità di interagire in piccoli gruppi per conoscersi meglio. Inoltre nella community dei Global Shapers ci sono eventi ufficiali e regionali e Torino era stata designata come città in cui ospitare il retreat italiano. Il lockdown ha bloccato tutto, ma proveremo ad organizzare l’evento nel mese di ottobre”.

Parliamo dell’hub torinese?

Olga Osuchowska: “Nato nel 2012, l’Hub di Torino dei Global Shapers è stato da subito sostenuto dal quotidiano La Stampa. Nella prima fase di vita l’Hub si è concentrato su temi come l’imprenditorialità, poi sull’inclusione sociale. Attualmente a Torino ci sono 32 giovani, più diversi candidati”.

Luigi Riccardo: “Tra i membri abbiamo anche degli stranieri e degli studenti fuori sede. L’Hub di Torino è un gruppo eterogeneo composto da ingegneri, ricercatori, economisti, architetti, giovani imprenditori, artisti ed altri. Sono persone che non hanno apparentemente nulla in comune, se non la passione e la volontà di costruire il futuro agendo attivamente per migliorare la propria città e le possibilità che essa offre alle persone”.

Fabio Cassanelli: “L’Hub torinese è composto da esperti che lavorano in grandi aziende e multinazionali con sede in città, liberi professionisti e startupper che hanno trasformato le loro passioni in professioni, ricercatori e attivisti impegnati a promuovere la sostenibilità ambientale e sociale e altri giovani industriosi che incarnano lo spirito della cittadinanza globale. I progetti di volontariato che portiamo avanti sono organizzati in stretta collaborazione con partner del territorio, stakeholders locali e altri hub della comunità dei Global Shapers. Gli interventi dell’Hub nell’ambito di progetti più grandi di solito prendono la forma di conferenze, presentazioni, workshop, panel, pubblicazioni e campagne sui social media”.

Quali iniziative promuove Global Shapers Torino?

Fabio Cassanelli: “Nel 2019 abbiamo organizzato un incontro per creare maggiore consapevolezza nei giovani sulle sfide che attendono l’Unione Europea nei prossimi anni, tenendo conto che le scelte che verranno effettuate a livello europeo impatteranno in modo significativo sulla vita di ognuno di noi. L’Hub di Torino partecipa anche al progetto Powercoders che si occupa della formazione dei migranti e dei richiedenti asilo in modo da fornire loro le skill informatiche utili per trovare più facilmente lavoro ed integrarsi nella società”.

Global shapers italiani

Cos’è Heroes Never Sleep?

Luigi Riccardo: “Il claim del progetto è Ordinary peolpe extraordinary impact ed ha tre obiettivi: dare voce agli eroi locali che si impegnano ogni giorno per portare un impatto positivo nelle loro comunità di riferimento attraverso innovative iniziative locali, ispirare con esempi concreti le giovani generazioni ad abbracciare stili di vita sostenibili per diventare promotori di comportamenti virtuosi, creare consapevolezza intorno ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030”.

Fabio Cassanelli: “Heroes Never Sleep è un’iniziativa Global Shapers Italia supportata dal Gruppo Lavazza che ha sottoscritto l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ed ha elaborato le proprie strategie aziendali basandole sui 17 Sustainable Development Goals”.

Olga Osuchowska: “Un eroe torinese è Abdullahi Ahmed, ex rifugiato somalo che è arrivato a Lampedusa nel 2008 per poi approdare a Settimo Torinese, dove è diventato cittadino onorario nel 2014 e cittadino italiano nel 2016. Grazie al suo forte senso civico, nel 2018 Abdullahi ha fondato GenerAzione Ponte insieme ad altri cittadini rifugiati, seconde generazioni e italiani accomunati dal desiderio di realizzare azioni concrete capaci di essere un ponte, appunto, tra generazioni e culture differenti. Abdullahi è un esempio di umanità e di speranza per una società futura capace di abbattere il muro dell’indifferenza e della paura”.

Un altro progetto vi vede impegnati con il FAI Giovani di Torino. Di cosa si tratta?

Fabio Cassanelli: “Con il Gruppo FAI Giovani di Torino abbiamo promosso la seconda edizione del corso FAI ponte tra culture, indirizzato prevalentemente a cittadini di origine straniera e a tutte le persone interessate alle materie e che operano a vario titolo con associazioni di stranieri”.

Luigi Riccardo: “Il progetto intende coinvolgere i cittadini di origine straniera che vivono a Torino nella fruizione del patrimonio artistico e culturale della città e favorire la creazione di un gruppo di volontari che possano operare con la Delegazione FAI di Torino in occasione delle iniziative culturali promosse”.

Olga Osuchowska: “Il corso si è tenuto tra gennaio e marzo, ma per via del Covid-19 è stata rimandata l’ultima lezione presso il Castello di Masino. Si è articolato in sei lezioni in classe, delle quali quattro presso la sede della Delegazione FAI di Via Giolitti 19 a Torino, e due in altra sede”.

Torino per voi è?

Olga Osuchowska: “Pochi giorni fa abbiamo lanciato un sondaggio che chiedeva ai membri della community cosa significhi per loro Torino e molti hanno detto casa, altri sobrietà, altri ancora capitale della cultura. Io ho risposto realtà perché ho vissuto a Milano, ma la vita mi ha portata qui da tre anni e secondo me Torino è il luogo in cui fare concretamente le cose. Unisce i sogni con la realtà, proprio come il nostro Hub”.

Luigi Riccardo: “Per me Torino è il luogo in cui ci sono opportunità, culturali e scientifiche. È una piattaforma di connessione dove si possono trovare nuove tecnologie, sperimentare nuovi modelli di business e lavori con un possibile impatto positivo nel mondo”.

Fabio Cassanelli: “Torino è una città che offre grandi possibilità, ma bisogna combattere contro la retorica della città in declino fine a sé stessa. Con azioni concrete occorre fare qualcosa, anche perché storicamente il nostro capoluogo è stato derubato di molte eccellenze. Bisogna contrastare questa retorica con progetti che riportino innovazione ed eventi al centro dell’agenda politica cittadina”.

Un ricordo legato alla città?

Olga Osuchowska: “A maggio 2019 sono rientrata a Torino dopo un mese passato fra New York, Ginevra e il mio Paese di origine (Polonia). Sono arrivata in Porta Susa verso mezzanotte e ho deciso di tornare a casa a piedi, passeggiando sotto i portici. In quel momento ho deciso di non allontanarmi da Torino per almeno un mese. Mi mancava troppo”.

Luigi Riccardo: “Torino per me è sorpresa. Il ricordo più forte è legato alla prima volta che entrai nel Santuario della Consolata. Un’architettura interna davvero sorprendente, mozzafiato, scoperta per caso passeggiando lì vicino”.

Fabio Cassanelli: “Ricordo l’emozione di prendere la metropolitana per la prima volta durante le Olimpiadi di Torino 2006. Il motto dei Giochi Olimpici 2006 era Torino non sta mai ferma. Ora l’impressione è che si sia un po’ fermata. Sta anche a noi aiutare la città a ripartire”.

Coordinamento: Carole Allamandi
Intervista: Barbara Odetto

A Torino i primi Valutatori di Impatto certificati

 Grazie al Corso Universitario di Aggiornamento Professionale promosso dal Centro di Competenze di Torino Social Impact

Si conclude con successo oggi il Cuap – Corso Universitario di Aggiornamento Professionale per la Valutazione d’Impatto Sociale realizzato dall’Università degli Studi di Torino nell’ambito del piano strategico di Torino Social Impact come prima azione del Centro di Competenze per la Valutazione di Impatto nato a novembre.

91 partecipanti e 42 enti del terzo settore coinvolti, 125 ore di didattica per oltre 20 docenti e 15 progetti sviluppati, 84 valutatori di impatto certificati. Sono questi i numeri del primo corso, che confermano la grande attenzione del territorio per nuovi modelli di business in grado di coniugare obiettivi di rendimento economico e obiettivi di impatto sociale.

Il corso, sostenuto dalla Camera di commercio di Torino tramite il Comitato Imprenditorialità Sociale, è stato reso possibile grazie alla sinergia con l’Università degli Studi di Torino, ed alla collaborazione del Centro di Ricerca Internazionale Tiresia Politecnico di Milano, del Cottino Social Impact Campus e delle agenzie di formazione del sistema cooperativo.
Il Cuap sulla valutazione di impatto rientra nell’offerta formativa del Dipartimento di Management dell’Università di Torino.

Iniziato a gennaio di quest’anno, il percorso formativo ha visto la frequentazione di oltre 90 partecipanti appartenenti ad Enti del Terzo Settore, Cooperative sociali, Ordine dei Dottori Commercialisti, Volontariato Sociale. Più di 20 docenti, esperti della valutazione d’impatto in ogni ambito, hanno preso parte al progetto. Per citarne alcuni, oltre a Paolo Biancone direttore del Cuap: Mario Calderini, Giuseppe Chiappero, Flavia Coda Moscarola, Emiliano Giovine, Gabriele Guzzetti, Federico Mento, Filippo Montesi,  Roberto Randazzo, Elisa Ricciuti, Silvana Secinaro, Valentina Tosi, Paolo Venturi, Flaviano Zandonai. Il corso ha dovuto fare i conti con il Covid-19, virando sulla modalità online senza perdere il suo carattere partecipativo. I gruppi in cui sono stati divisi i partecipanti hanno preparato e presentato ai colleghi d’aula 15 project work su altrettante esperienze di valutazione d’impatto, 15 casi pratici che hanno rappresentato la voglia di mettersi in gioco e sperimentare quanto appreso durante le lezioni. A seguito di un esame, dal corso escono 84 valutatori di impatto/chief value officer certificati, titolati all’accompagnamento esterno o interno delle imprese nel percorso di valutazione d’impatto sociale.

Giunti al termine del percorso, la volontà di tutte le parti coinvolte è quella che ha spinto la creazione del corso stesso: diffondere la cultura dell’impatto sociale e la sua valutazione, dando vita sul territorio torinese ad una community di esperti disposti a confrontarsi e continuare ad accrescere le loro esperienze e competenze.

Tutto questo fermento ha, inoltre, portato alla pubblicazione di un volume scientifico “La Valutazione d’impatto sociale. Aspetti metodologici e applicativi” che ha tra gli autori, oltre al prof. Biancone e la prof.ssa Secinaro, alcuni dei tutor che hanno lavorato al fianco dei gruppi nella creazione dei project work, e alla nascita di una rivista scientifica, lo European Journal of Social Impact and Circular Economy, edito dall’Università di Torino, che ha come Editor-in-chief il prof. Biancone e nel comitato scientifico professori tra cui: Mario Calderini, Angelo Miglietta, Marco Pironti, Patrick O Sullivan e Marios Trigkas. Scopo della rivista scientifica, rivista online Open Access, è quello di contribuire allo sviluppo del metodo di ricerca teorico e pratico legato ai campi dell’impatto sociale e dell’economia circolare.

Dato il successo, è stata prevista una seconda edizione del corso in partenza entro la fine di quest’anno.

I Dati del Corso:

Ente Erogatore Dipartimento di Mangement – Università di Torino
Direttore del Corso Prof. Paolo Pietro Biancone
Coordinamento Torino Social Impact
Main Sponsor Camera di commercio di Torino – Comitato Imprenditorialità Sociale
Ore di didattica 125 di cui 40 frontali
Partecipanti 91
Docenti e relatori 20
Enti del terzo settore coinvolti 42
Project work presentati 15
Prossima edizione Dicembre 2020

Chi è Cristina Di Bari, imprenditrice e attenta al sociale

Rubrica a cura di ScattoTorino

Cristina Di Bari è un’imprenditrice di successo che sa unire testa e cuore. La passione per il lavoro, trasmessa prima dal papà Nicola e poi dallo zio Giovanni Cottino, unita alla costanza e all’impegno in qualsiasi progetto la veda protagonista, sono il leit motiv della sua vita. Dopo gli studi, a 25 anni subentra al padre nella conduzione dell’azienda che operava nel settore del commercio e nel 1994 è chiamata dallo zio a creare e dirigere un’altra azienda di famiglia, la TRA.SMA Spa che si occupa di produzione di fili di rame trafilati, della quale oggi è Socio e Amministratore Unico.

Infaticabile ed entusiasta, ricopre con successo altri ruoli apicali: è infatti Vice Presidente della Fondazione Giovanni ed Annamaria Cottino, del Cottino Social Impact Campus e di Unionchimica Torino, è Membro del Comitato di indirizzo della Fondazione CRT, Consigliere di Amministrazione di Corep e Confapifidi oltre che Membro della Commissione Finanza di Confapi nazionale. Imprenditrice, donna sensibile e attenta al sociale. Cristina Di Bari agisce con etica e savoir-faire in tutti i settori e crede fermamente che il futuro si costruisca oggi.

TRA.SMA S.p.A., della quale è Amministratore Unico, opera ponendo attenzione alle politiche ambientali e sociali. In che modo?

“Io appartengo alla seconda generazione di questa azienda, che è un’eccellenza nel suo settore. È infatti una delle prime tre in Italia e una delle prime cinque in Europa. Nella gestione della società ho avuto la fortuna di poter esprimere non solo attenzione al profitto economico, essenziale per ogni impresa, ma anche alle politiche ambientali e sociali. Da 20 anni abbiamo ottenuto la certificazione ambientale e in azienda ormai è una prassi collaudata per tutti operare nel rispetto di tali norme.

Cristina Di Bari Imprenditrice

Abbiamo poi installato due cogeneratori per l’autoproduzione di energia elettrica da gas metano ottenendo efficienze energetiche anche per il riscaldamento ed il raffrescamento dello stabilimento e degli uffici, ma siamo orgogliosi di poter attuare anche una significativa politica di inclusione sociale. Collaborando con il Sermig di Torino, e grazie alla sensibilità sviluppata all’interno del team, abbiamo oggi presenti in azienda lavoratori di tante etnie diverse– filippini, rumeni, africani, italiani – e abbiamo sperimentato anche l’inclusione di detenuti in semilibertà. È una bella soddisfazione offrire l’opportunità a noi e ai nostri dipendenti di convivere con persone di altre culture e diversi stati sociali”.

Ci presenta la Fondazione Cottino, della quale è Vice Presidente?

La Fondazione nasce nel 2002 per volontà dei miei zii Annamaria Di Bari e Giovanni Cottino per realizzare l’ideale di restituzione rispondendo ai bisogni semplici del territorio in termini di assistenza ai più deboli. E’ stato poi avviato un percorso evolutivo verso la così detta filantropia strategica che, ispirandosi a modelli imprenditoriali a noi cari, mira a essere propulsore di sviluppo. Questo tipo di filantropia opera in tre diverse aree: Formazione Trasformativa, Charity e Territorio, Ricerca & Innovazione.

Rispetto alla prima area, l’iniziativa più recente e rilevante è l’istituzione del Cottino Social Impact Campus che è il primo campus in Europa dedicato ad un’offerta formativa innovativa per la creazione di worldmakers for social impact. L’area Charity & Territorio è quella che costituisce da sempre il DNA del nostro ente. Operiamo direttamente e sosteniamo organizzazioni che agiscono sul territorio a favore dei più fragili per il bene delle famiglie, dei bambini e degli anziani. È l’area di tanti interventi tra i quali quelli della ricostruzione, dopo il sisma del 2016, della scuola dell’infanzia del Comune di Loro Piceno e della costruzione, nel 2018, del nuovo oratorio Onda Giovane Salus di Torino. Innovazione e Ricerca, infine, è l’area di focus che vede la Fondazione Cottino direttamente coinvolta nel percorso di sviluppo: dall’idea all’impresa. Attraverso molteplici strumenti e forme di intervento, l’obiettivo è quello di promuovere e sostenere progetti imprenditoriali che con l’innovazione tecnologica e la ricerca siano in grado di valorizzare il capitale umano, la sostenibilità e l’impatto sociale. È l’area del fare e del fare impresa, del Premio Applico, di H4O (Hackathon for Ophthalmology) e dell’Ospedalizzazione a Domicilio (OAD)”.

Il Cottino Social Impact Campus è un progetto nuovo: di cosa si tratta?

“Sono due le anime innovative in gioco ed entrambe hanno in comune il modello di intervento di stampo imprenditoriale. Una è relativa alla costruzione del futuro Cottino Learning Center del Politecnico di Torino, un centro di quasi 4.000 mq che verrà realizzato all’interno della Cittadella politecnica con un esempio innovativo di progettazione e realizzazione condivisa pubblico-privato e l’altra è relativa alla realizzazione di un Social Impact Campus che sarà il primo centro in Europa ad occuparsi di Impact Education”.

La filosofia del Campus si basa sulla cultura trasformativa. Approfondiamo il tema?

“Si tratta di un progetto attraverso il quale generare un cambiamento sistemico attraverso la cultura. Vogliamo contribuire a formare giovani, imprenditori, manager, professionisti e organizzazioni in grado di rispondere alle sfide sociali contemporanee e immaginare nuove soluzioni. Vogliamo portare una cultura – oggi di nicchia – ad essere di massa per generare un vero cambiamento. Attraverso un percorso di apprendimento e sperimentazione unico ed altamente distintivo, il Campus Cottino formerà queste figure dotandole di nuovi strumenti, metodologie e prospettive perché sappiano produrre nei rispettivi ambiti di lavoro un impatto sociale positivo.

Vogliamo offrire una visione che coniughi la redditività economica alla sostenibilità economica, ambientale e soprattutto sociale. Non si tratta di classiche lezioni in aula, ma di reali esperienze dove la teoria si integra alla pratica con progetti concreti su cui docenti e studenti si confrontano. Grazie alle partnership strategiche con il Politecnico di Torino, l’Opera Torinese del Murialdo, Social Fare e anche con Torino Social Impact, Assifero, EVPA, ESCP Business School – realtà tutte eccezionali e di esposizione internazionale per una proposta ben oltre i confini locali – svilupperemo veri e propri Impact Leader”.

Da imprenditrice, qual è il suo ruolo nel direttivo di APID?

“Sono molti i miei impegni associativi sia a livello locale che nazionale. Per più di 8 anni sono stata Vice Presidente Vicario di Api Torino e oggi sono parte della governance a livello nazionale. Apid è il luogo dove ho mosso i primi passi associativi e dove ho sperimentato l’importanza ed il valore del dialogo, del confronto e della rete tra imprenditori condividendo le parole della past President Giovanna Boschis: “da soli siamo invisibili, insieme siamo invincibili”.

Noi donne abbiamo un’incredibile innata capacità di fare le cose bene e velocemente e più di altri abbiamo la sensibilità, il coraggio e la resilienza per affrontare i cambiamenti e gestire la rivalità. Il mio ruolo è fare squadra ed essere complementare per lo studio e la realizzazione dei progetti, ma anche fare squadra per condividere momenti di socialità e divertimento”.

Quali sono le parole chiave per la Torino di domani?

Cristina Di Bari ImprenditriceInnovazione tecnologica e sociale, formazione, investimenti. Torino deve diventare un laboratorio di innovazione grazie ai nuovi progetti creati in sinergia sul territorio tra università, imprese e fondazioni. Abbiamo delle eccellenze rappresentate dalle Università e dal Politecnico di Torino che devono essere implementate per offrire una formazione nuova come la making school e come gli Itis professionali, perché oggi c’è bisogno di nuove figure. Occorre anche attrarre nuovi investimenti per far sì che la città possa offrire lavoro, e quindi residenza, ai tanti che popolano le nostri eccellenti università in modo che possano restare, mettere su famiglia e vivere in un contesto ottimale dal punto di vista sociale e ambientale. Come imprenditrice credo che occorra creare una Torino nuova che punti sulla cultura e sul rilancio attraverso grandi eventi che attraggano il turismo”.

Torino per lei è?

È la mia casa. Qui c’è la mia grande famiglia. Ci sono mio marito Nicola, mio figlio Edoardo, mia mamma, i miei nipoti, i cugini e i diversi parenti. Qui ho mosso i primi passi imprenditoriali seguendo le orme di mio padre prima e di mio zio successivamente. Ho avuto modo, grazie ai miei impegni istituzionali, di vedere Torino sotto tanti aspetti: imprenditoriale, culturale, politico, sociale. Questa è una città che ha radici solide nei suoi cittadini e un potenziale di sviluppo e di crescita enorme. È sempre stata un grande incubatore di innovazione: basta pensare alle tante cose che sono nate a Torino e a quelle che ancora oggi stanno nascendo. Infine è la città ideale per vivere e per lavorare e può diventare un modello per il futuro”.

Un ricordo legato alla città?

“Ho la fortuna di abitare in una posizione dove posso godere di tre viste ogni mattina: la collina, le montagne e la città. Ognuno di questi panorami suscita in me dei ricordi passati e presenti. La bellezza delle passeggiate in bici o a piedi nel verde della collina o in riva al fiume sin da quando ero bambina, la forza che mi ispira ogni giorno il Monviso con le sue cime innevate e il cielo azzurro e la città, con i suoi palazzi storici, i suoi portici e i grattacieli e poi la bellezza delle persone, il valore degli amici in una dimensione tutt’altro che da bugia nen”.

 

Coordinamento: Carole Allamandi
Intervista: Barbara Odetto
Foto Cristina Di Bari e Campus – Ph: MybossWas e Nicola Gaudiomonte