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Braccati dai carabinieri, come nel film cambiano colore all’auto

Intercettata e fermata vettura  con “scrigno segreto” per nascondere la refurtiva

Ispirandosi al film The Jackal, remake del più noto ‘Il giorno dello sciacallo’,  cambiano colore all’auto perché braccati dai carabinieri

 Nuovi particolari emergono dalle indagini dei carabinieri di Chieri in relazione all’arresto effettuato ieri di 2 sinti, di 40 e 46 anni, residenti a Nichelino, che dopo un lungo e rocambolesco inseguimento, sono andati a sbattere contro una recinzione di un’abitazione a Trofarello. Come nel film The Jackal, i due fuggitivi hanno cambiato il colore originale dell’auto con  una pellicola di colore nero.
Dopo un’accurata ispezione del veicolo i carabinieri hanno scoperto che all’interno dell’abitacolo della vettura in uso ai fuggitivi, sotto la plancia posta di fronte al sedile anteriore del lato passeggero, era stato ricavato un vano nascosto, probabilmente per nascondere la refurtiva o  gli arnesi da scasso
Nel corso della perquisizione i Carabinieri hanno rinvenuto:
–          2 apparati radio  rx/tx con auricolare/microfono;
–          1 flessibile a corrente dotato di nr. 12 dischi per tagliare metalli;
–          2 cacciaviti;
–          2 cappellini con visiera;
–          2 scaldacolli;
–          2 paia di guanti in neoprene di colore nero;
–          1 prolunga elettrica di colore nero,
dei quali i due soggetti arrestati non hanno saputo dare una giustificazione e che pochi dubbi lasciano sulle reali intenzioni dei due pregiudicati arrestati ieri.
Anche il giorno prima sempre i carabinieri di Chieri avevano denunciato per  “uso di atto falso e possesso ingiustificato di grimaldelli” altri 2 sinti 30enni, di Asti e Carmagnola, controllati a bordo di una Fiat Panda che presentava entrambe le targhe modificate ( per la precisione una lettera e un numero), mediante l’applicazione di adesivi, alterando la targa originaria; anche in questo caso la perquisizione effettuata dai Carabinieri  consentiva di rinvenire:
–          2 apparati radio rx/tx con auricolare/microfono;
–          2 paia di guanti;
–         2 fasce elastiche/bandana;
–          1 cacciavite;
–          1 metal detector marca “meet”;
–          1 cappello di colore nero.
l’attività di prevenzione dei furti e le indagini dei Carabinieri continuano massicciamente in tutta la provincia, e si invitano i cittadini a segnalare persone, veicoli o situazioni sospette.

Gli esami non finiscono mai: la storia di Mirella Antonione Casale

Torino e le sue donne

Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce. 

Con la locuzione “sesso debole” si indica il genere femminile. Una differenza di genere quella insita nell’espressione “sesso debole” che presuppone la condizione subalterna della donna bisognosa della protezione del cosiddetto “sesso forte”, uno stereotipo che ne ha sancito l’esclusione sociale e culturale per secoli. Ma le donne hanno saputo via via conquistare importanti diritti, e farsi spazio in una società da sempre prepotentemente maschilista. A questa “categoria” appartengono  figure di rilievo come Giovanna D’arco, Elisabetta I d’Inghilterra, EmmelinePankhurst, colei  che ha combattuto la battaglia più dura in occidente per i diritti delle donne, Amelia Earhart, pioniera del volo e Valentina Tereskova, prima donna a viaggiare nello spazio. Anche Marie Curie, vincitrice del premio Nobel nel 1911 oltre che prima donna a insegnare alla Sorbona a Parigi, cade sotto tale definizione, così come Rita Levi Montalcini o Margherita Hack. Rientrano nell’elenco anche Coco Chanel, l’orfana rivoluzionaria che ha stravolto il concetto di stile ed eleganza e Rosa Parks, figura-simbolo del movimento per i diritti civili, o ancora Patty Smith, indimenticabile cantante rock. Il repertorio è decisamente lungo e fitto di nomi di quel “sesso debole” che “non si è addomesticato”, per dirla alla Alda Merini. Donne che non si sono mai arrese, proprio come hanno fatto alcune iconiche figure cinematografiche quali Sarah Connor o Ellen Ripley o, se pensiamo alle più piccole, Mulan.  Coloro i quali sono soliti utilizzare tale perifrasi per intendere il “gentil sesso” sono invitati a cercare nel dizionario l’etimologia della parola “donna”: “domna”, forma sincopata dal latino “domina” = signora, padrona. Non c’è altro da aggiungere. (ac)

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Gli esami non finiscono mai: la storia di Mirella Antonione Casale

“La maestrina della prima inferiore numero tre, quella giovane col viso color di rosa, che ha due belle pozzette nelle guance, e porta una gran penna rossa sul cappellino, e una crocetta di vetro giallo appesa al collo”, così Enrico, alunno di terza classe di una scuola municipale d’Italia, descrive la maestra, nel diario immaginario, che non è altro che il celebre libro “Cuore” di Edmondo De Amicis. Lo scolaro ricorda la donna “sempre allegra”, che “tien la classe allegra, sorride sempre, grida sempre con la sua voce argentina che par che canti, picchiando la bacchetta sul tavolino e battendo le mani per imporre silenzio; poi quando escono, corre come una bimba dietro all’ uno e all’ altro per rimetterli in fila; e a questo tira su il bavero, a quell’altro abbottona il cappotto perché non infreddino; li segue fin sulla strada perché non s’ accapiglino, supplica i parenti che non li castighino a casa e porta delle pastiglie a quei che han la tosse”. L’autore del libro conosce bene l’ambiente scolastico, soprattutto quello delle elementari di via della Cittadella, che frequentano i suoi due figli, conosce anche per davvero la giovane maestra dalla penna rossa, in realtà Eugenia Barruero, un’insegnante umile e modesta che abitava in Largo Montebello 38, e a cui Edmondo si ispira per il suo personaggio indimenticabile. A Eugenia i vecchi torinesi, del sodalizio “i Ragazzi del ’99”, hanno dedicato una targa a sua memoria apposta sulla facciata della casa in cui visse, con incise poche parole,  come a voler dimostrare che di lei non si sarebbero mai dimenticati. Proprio come avviene nella memoria di tutti per il suo incancellabile alter egoletterario. Nel capolavoro di ambientazione torinese il personaggio della maestrina non solo rappresenta il simbolo della giovinezza, ma è anche l’emblema di ciò che per De Amicis è la missione della scuola, ossia di fare gli italiani una volta fatta l’Italia, (per riprendere d’Azeglio), senza distinzioni di censo e di lingua, e di dialetti. Ed è sempre stato questo il compito della scuola, essere quella solida pietra monolitica che infonde cultura e conoscenza, teatro di crescita civile affinché tutti diventino capaci di affrontare il mondo con coscienza critica e responsabilità, essere quell’Istituzione fondamentale in cui da piccoli nessuno vuole mai entrare e della cui importanza ci si accorge sempre dopo. Ed è così che arriviamo alla storia di oggi, che ha per protagonista un’insegnante torinese, una storia ambientata nella scuola e che tratta del diritto all’istruzione per tutti. La scuola nasce elitaria, destinata e riservata ad una ristretta classe sociale altolocata; quando  il sistema cambia si passa ad una fase di modernizzazione, in cui la scuola ha la specifica funzione di socializzazione etico-culturale, per poi giungere alla fase di industrialismo e all’alfabetizzazione di massa. Anche se può sembrare incredibile, fino a non pochi anni fa non tutti hanno potuto usufruire della scuola pubblica, una parte di bambini e ragazzi è rimasta esclusadalle classi “normali”, quasi confinata in strutture e istituti specializzati: si tratta dei disabili. Con il tempo tuttavia anche questa situazione ha incominciato a sbloccarsi. Il primo passo è rappresentato dalla Legge 118/1971, grazie alla quale i disabili lievi possono frequentare le classi comuni, negli anni successivi vengono prese disposizioni affinché alcuni docenti vengano inseriti a supporto degli insegnanti curricolari.

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La prima vittoria si ha con la Legge 517/1977, che approva l’abolizione delle classi differenziali, la seconda, quella più degna di nota, è l’importante Legge 104/1992, Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e per i diritti delle persone con handicap. Alla 104 segue la Legge 170/2010 in cui si trovano le norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, che sancisce così il diritto per tutti, -abili e diversamente abili-  a partecipare alla vita scolastica ad ogni effetto. Dopo un lungo pellegrinaggio, pare che la scuola sia riuscita ad attuare ciò che l’articolo 34 della Costituzione Italiana proclama già da un bel po’ di anni: “La scuola è aperta a tutti (…) I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Tra le tante personalità che hanno contribuito ai cambiamenti appena citati c’è anche Mirella Antonione Casale, nata a Torino il 12 dicembre del 1925, città in cui vive e lavora fino al pensionamento, nel 1988. Si laurea in Lettere presso l’Università degli Studi di Torino nel 1949, insegna Materie Letterarie presso la  scuola media, e poi all’istituto tecnico, prima in provincia di Vercelli e successivamente, dal 1955,  a Torino, fino alla partecipazione al concorso a preside di scuola media. La lineare vita di Mirella è destinata a stravolgersi, un evento drammaticamente significante porta la donna ad approcciarsi al mondo con altri occhi: il 1 maggio 1957 nasce la figlia Flavia, che all’età di sei mesi contrae l’influenza “asiatica”; la piccola, dopo febbri fortissime e convulsioni, sviluppa una grave encefalite virale, seguita da coma con previsione di certezza di morte. Dopo un ultimo consulto medico e un nuovo farmaco specifico per i lattanti appena arrivato dall’estero, la bimba riesce a sopravvivere, riportando però gravi conseguenze per le numerose lesioni celebrali. E quando la madre vuole iscrivere la bambina – giunta all’età di sei anni –  a scuola, tutti la rifiutano, tranne gli istituti privati e differenziali. Mirella, però, non si lascia abbattere dalle difficoltà e continua nel suo percorso: dal 1960 viene eletta Consigliere d’Amministrazione, nominata dalla Provincia di Torino, dell’Istituto Buon Pastore (istituto rieducativo per le ragazze difficili, e di sostegno per le ragazze madri). Dal 1972 al 1980 ricopre la carica di Giudice Onorario presso il Tribunale dei Minori di Torino e dal 1985 al 1999 è Consigliere di maggioranza al Comune di Torre Pellice, dove vive tutt’ora. Dal 1977 al 1982 è  comandata dal Ministero della Pubblica Istruzione presso il Provveditorato agli Studi di Torino per coordinare e seguire l’integrazione scolastica dei disabili. Mirella aveva frequentato, infatti, tra il 1963 e il 1965, un corso biennale di specializzazione dell’Università in Psicologia-Pedagogia e successivamente corsi reiterati di formazione ministeriale. Nel 1968 vince il concorso a preside a Torino, e ottiene la dirigenza scolastica della scuola media Camillo Olivetti dove, qualche anno dopo, in seguito ad un corso d’aggiornamento, inizia in alcune classi la sperimentazione del tempo pieno (sono sei le scuole medie di Torino a iniziare la sperimentazione).

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Fin dal 1971 promuove anche un’altra sperimentazione, che prevede l’inserimento di alunni disabili intellettivi e psicofisici nelle classi comuni del tempo pieno, prima ancora dell’approvazione della Legge istitutiva 517/1977. Dal 1964 è iscritta all’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità) a Torino, ricoprendone nel corso degli anni cariche locali ma anche nazionali. Nel 1988, ormai in pensione, si trasferisce con la famiglia a Torre Pellice, dove pochi mesi dopo fonda con sede locale a Pinerolo l’Associazione ANFFAS-Valli Pinerolesi, nella quale ancora oggi continua a prestare la propria attività come socia, dopo otto anni di presidenza. Nel 1991 scrive “Il bambino handicappato e la scuola” per Bollati Boringhieri, insieme a Pier Angela Peila Castellani e Francesca Saglio. Il libro si basa sull’esperienza e sulla riflessione delle autrici a proposito dell’ambito diagnostico-terapeutico della presa in carico dei bambini con disabilità da parte della scuola, e del loro inserimento all’interno dell’Istituzione. Fino alla primavera 2012 svolge attività di volontariato come componente della Commissione minori e disabili per i piani di zona ed è ancora presente nella Commissione permanente per l‘integrazione scolastica dei disabili. Fa parte della Commissione welfare del comune di Torre Pellice. Per alcuni anni ha partecipato all’accoglienza presso il presidio ospedaliero in aiuto agli utenti, nello specifico degli anziani, per aiutare nel dare informazioni o nella stesura delle domande per esenzioni ticket. Inoltre, con altri volontari di altre associazioni locali, dopo aver frequentato corsi di preparazione, si è occupata del tempo libero degli adulti disabili intellettivi e/o relazionali, organizzando attività teatrali. Ha partecipato, grazie all’AUSER  (Associazione per l’invecchiamento attivo), all’animazione nelle case di riposo per anziani dove tutt’ora si propone come lettrice.

 

Alessia Cagnotto

Treni sicuri, la Polfer assiste i bambini delle scuole

Sempre più numerosi i dirigenti scolastici che nel periodo delle gite scolastiche si rivolgono alla Polfer per avere assistenza nelle delicate fasi di imbarco dei ragazzi sui treni: giovedì 49 tra alunni ed accompagnatori della scuola della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino in viaggio verso Roma, poi due classi della Scuola Primaria Carducci di Alessandria che hanno partecipato alla “Marcia della Pace dei Bambini” nel centro di Torino. La Sezione di Alessandria ne ha curato l’imbarco in sicurezza e personale del Settore Operativo di Porta Nuova è stato pronto ad accoglierli all’arrivo in stazione a Torino.

Questo l’epilogo di un anno scolastico, il 2018/19, che ha visto un incremento dei servizi della Specialità a beneficio delle scuole, con progetti rodati come il Progetto “Train to be cool”, ideato dal Servizio Polizia Ferroviaria per sensibilizzare gli studenti in merito ai comportamenti corretti e improntati alla legalità da tenere in stazione e a bordo treno, magari adattando e sperimentando nuovi format per i bambini delle primarie come ad Alessandria, dove la Sezione Polfer ha tenuto tre giornate di formazione agli alunni di scuole primarie della provincia presso il cineteatro Ambra. Preziosa la collaborazione col Dopo Lavoro Ferroviario che ha messo a disposizione la propria sede e assicurato il trasporto gratuito dei bambini. Varie realtà alessandrine hanno contribuito agli eventi con donazioni di gadget, zainetti, cappellini e dolciumi distribuiti ai più piccoli.
La Polfer alessandrina ha privilegiato un approccio ludico, articolando il percorso formativo in tre moduli: “Sicurezza in ambito ferroviario”, “L’importanza di una mobilità ecosostenibile” e “Sicurezza attraverso conoscenza dei treni e del mondo ferroviario”.
Grande l’interesse nei piccoli sia nel vedere e commentare i video realizzati dal Servizio di Polizia Ferroviaria col contributo della Facoltà di Psicologia dell’Università di Roma, sia nelle escursioni in stazione, sui treni e negli uffici della Sezione di Polfer, dove i bambini hanno potuto vedere da vicino le attrezzature in uso alla Polizia di Stato come la macchina per i rilievi dattiloscopici, i palmari di servizio, i metal detector e le tenute per l’ordine pubblico.

I bambini hanno capito che non bisogna mai attraversare i binari e nemmeno i passaggi a livello quando le sbarre sono abbassate oppure in movimento, mai salire sul treno in corsa e mai usare telefoni cellulari, cuffiette o tablet in prossimità dei binari, senza parlare dei selfie estremi. Hanno imparato a rispettare la “linea gialla” e a capirne il significato. E’ stato spiegato loro che il Capotreno è la prima persona a cui rivolgersi quando si ha bisogno o si ha un problema sul treno e che è lì per aiutare i passeggeri e, se serve, per attivare la Polfer.
Le scuole dell’alessandrino coinvolte, divise per le singole giornate e il numero di bambini e insegnanti che hanno partecipato, per un totale di 460, sono:
– 13.03.2019 Plessi Ferrero, Bovio, De Amicis e Rattazzi con 197 partecipanti;
– 27.03.2019 Plessi Zanzi e Carducci con 152 partecipanti;
– 04.04.2019 Plessi Angelo Custode, Villagio Europa e Felizzano con 111 partecipanti.

Empoli-Torino, i precedenti

La partita Empoli-Torino di questa giornata di campionato (ore 15) sarà il confronto numero 9, in Serie A in casa dei toscani, tra gli empolesi e il Toro: il bilancio vede avanti i padroni di casa, con due vittorie a zero (sei, invece, i pareggi)
 
L’Empoli è, ovviamente, in vantaggio anche nel computo delle reti realizzate: 6-3. Il primo “incrocio” tra le due compagini ha luogo nella stagione 1986-’87 (la prima degli empolesi in massima divisione), alla ventesima giornata (1° marzo 1987), concludendosi col successo dei padroni di casa per 2-0, grazie alle realizzazioni di Francesco “Ciccio” Baiano al 5′ e di Corrado Urbano al 15′. Cinque pareggi nei successivi cinque confronti: allo 0-0 della stagione successiva (ventiseiesima giornata, 17 aprile 1988) fanno seguito l’1-1 del 2002-2003 (sedicesima giornata, 11 gennaio 2003) e tre 0-0 consecutivi, nelle stagioni 2006-2007 (trentatreesima giornata, 22 aprile 2007), 2007-2008 (tredicesima, 25 novembre 2007) e 2014-’15 (quindicesima, 15 dicembre 2014). Gli empolesi tornano alla vittoria nel 2015-’16, con un 2-1 alla trentottesima (ultima) giornata (15 maggio 2016, con rete granata opera di Joel Obi al 56′), mentre nel 2016-’17 si registra un nuovo pareggio: 1-1 alla ventitreesima giornata (5 febbraio 2017), col Toro avanti all’11’ con Andrea Belotti, ma raggiunto al 45′ da un guizzo di Manuel Pucciarelli. Le due compagini si sono, inoltre, affrontate in Toscana anche in Serie B (sei volte) e in Coppa Italia (due). Anche il computo delle sfide in Serie B vede i toscani condurre: quattro vittorie a zero, col “contorno” di due pareggi. I successi empolesi sono il 2-0 del 1996-’97 (quarta giornata, 29 settembre 1996), il 2-1 del 2000-2001 (trentacinquesima, 20 maggio 2001), il 3-0 del 2004-2005 (undicesima, 30 ottobre 2004) e l’1-0 del 2011-’12 (trentatreesima, 31 marzo 2012). I due pareggi sono, invece, lo 0-0 del 2009-2010 (ventitreesima, 22 gennaio 2010) e l’1-1 del 2010-’11 (quarantunesima, 20 maggio 2011, con la realizzazione granata opera di Antimo Iunco al 3′). Il conteggio delle reti vede, quindi, i padroni di casa condurre per 9-2. Ed eccoci alla Coppa Italia, manifestazione nella quale si registra l’unico successo granata in casa degli azzurri di Toscana. L’unica vittoria del Toro sul campo degli empolesi risale, infatti, all’edizione 1984-’85 della Coppa nazionale, per la precisione alla quinta giornata del girone eliminatorio: 1-0, datato 9 settembre 1984, con rete di Leo Junior al 56′. Parità, invece, nel successivo confronto, valido quale gara d’andata del secondo turno dell’edizione 2002-2003: il 26 settembre 2002 termina 1-1, coi padroni di casa a segno al 18′ con Massimiliano Cappellini, ma raggiunti al 91′ da Simone Vergassola. I due confronti di Coppa, quindi, vedono il Torino imbattuto, con una vittoria e un pareggio, con due reti realizzate e una sola subita. In totale, tra Serie A, Serie B e Coppa Italia, in quel di Empoli si contano 16 confronti tra azzurri e granata, coi toscani nettamente avanti: 6 vittorie, contro l’unica dei torinisti (9, invece, i pareggi). Gli empolesi conducono largamente anche nel conteggio delle marcature: 16-7.

Giuseppe Livraghi

Rapina e sequestro di persona: due arresti

Sono stati intensificati i controlli dei Carabinieri di Torino in tutto il territorio della Città Metropolitana, con finalità sia di prevenzione che di contrasto ad ogni forma di illegalità, durante il primo ponte delle festività pasquali che si concluderanno mercoledì primo maggio”
L’attività dei militari dell’Arma ha già consentito, nelle ultime ore, di arrestare due stranieri (1 serbo e 1 croato), di 37 e 57 anni,  in Italia senza fissa dimora, per rapina con sequestro di persona. È accaduto nel capoluogo piemontese, in via Buniva nei confronti del custode della Scuola Elementare “Leone Fontana”. I due rapinatori stranieri, con i volti coperti da sciarpa e cappellini, dopo essersi introdotti nell’abitazione del complesso scolastico, hanno minacciato il custode per poi immobilizzarlo a letto con delle fascette e rubargli un orologio, una radio portatile, denaro contante e telefoni cellulari custoditi in casa. La moglie del custode, prima che i malviventi si accorgessero della sua presenza nell’appartamento, è riuscita a scappare in strada e a chiedere aiuto a una pattuglia in transito della Compagnia Torino San Carlo, attirata dalle grida della donna. I due stranieri si sono dati ad una inutile fuga, perché sono stati subito rintracciati e bloccati dai carabinieri. Recuperata parte della refurtiva. A poche ore di distanza, nel quartiere Mirafiori, un albanese di 31 anni è stato invece arrestato dai carabinieri della locale Compagnia per detenzione illegale di armi e munizioni, nonché per ricettazione. Nelle sua abitazione i militari hanno trovato una pistola SIG Sauer cal. 7,65, di fabbricazione clandestina, completa di 3 caricatori e 28 pallottole. L’arma sarà inviata al Ris di Parma per verificarne l’utilizzo in recenti episodi delittuosi occorsi nell’hinterland. Infine, tre giovanissimi pusher ghanesi arrestati sono il bilancio di un blitz antidroga operato in borghese dai carabinieri della Compagnia di Torino Oltre Dora tra via Montanaro e via Scarlatti. Decine le dosi di eroina e cocaina sequestrate.

M.iar.

Anarchici, otto denunciati. Sequestrati coltelli, passamontagna, caschi

In occasione della manifestazione anarchica internazionale che si sta tenendo a Torino, nella mattinata sono state denunciate altre 8 persone
In via Cimarosa, 4 cittadini francesi di 32, 31, 29 e 25 anni sono stati denunciati in stato di libertà per porto di armi o oggetti atti a offendere. Per lo stesso reato, sono stati anche denunciati una cittadina olandese di 34 anni e un cittadino belga di 28 anni, entrambi fermati in piazza Sofia. In via Tollegno, invece, è stata fermata una cittadina italiana di 25 anni, denunciata poi per resistenza aggravata e porto di armi o oggetti atti a offendere. In via Pavia angolo via Alessandria è stato, invece, fermato e denunciato un cittadino italiano di 30 anni sempre per il porto di armi o oggetti atti a offendere.
Nel corso dell’attività è stato acquisito e sequestrato il seguente materiale:
2 coltelli;
2 occhiali da piscina;
2 passamontagna;
3 k-way;
2 parastinchi;
4 paio di guanti;
1 sciarpa;
2 lampadina frontale;
1 confezione di gastroprotettore;
11 barattoli di smalto;
1 cuffia da piscina di colore nero;
25 bombolette di vernice spray;
14 fialette di vetro di solfato di ammonio utilizzato per alleviare gli effetti dei lacrimogeni;
3 fiale di plastica da 5 ml contenenti cloruro di sodio;
1 paio di occhiali da sole;
2 pantalone in nylon;
1 scaldacollo in pile nero;
1 casco;
4 maschere da sci/sub;
1 maschera da snowboard;
1 paio di occhialini in plastica;

24 bende mediche; 5 rotoli di garza elastica; 2 mascherine in tessuto; 26 soluzioni fisiologiche; 1 bomboletta di ghiaccio spray; 1 flacone di soluzione cutanea contro bruciature; varie garze mediche; 1 flacone di acqua ossigenata; 1 confezione di antidolorifici; 5 paia di guanti in lattice;
1 pantalone da moto nero;
1 paio di guanti da moto;
1 tuta blu;
1 maglia da lavoro;
1 paracollo;
2 cappellini.
Il Questore di Torino ha emesso altri tre fogli di via dal capoluogo piemontese. Complessivamente, sono 4 le persone arrestate, 9 quelle denunciate in stato di libertà e 8 i fogli di via emessi.
 

Ferocia inaudita da parte di ragazzini per rubare 5 euro

DALLA LOMBARDIA 
Ferocia e violenza solo per rubare, come è successo, un cappellino o  5 euro. Il giudice: “Le modalità con le quali sono stati compiuti i reati denotano una particolare ferocia del gruppo, che ha agito come un vero e proprio branco”. Il gip dei minorenni di Milano  ha disposto il carcere  per ragazzini e per quattro  la misura cautelare del collocamento in comunità, per diversi episodi di percosse,  minacce, rapine nella zona di Abbiategrasso.

A CRESTA ALTA CONTRO IL BULLISMO: “CHI DONA, VOLA!”

TORNA LA TERZA EDIZIONE DELL’EVENTO ORGANIZZATO DA GIRARROSTI SANTA RITA CONTRO IL BULLISMO. OBIETTIVO: DIVERTIRSI E RACCOGLIERE FONDI A FAVORE DI FONDAZIONE FORMA ONLUS

 

Con il patrocinio della città di Torino, quest’anno anche con il supporto di Just Eat con un simulatore di realtà virtuale per “volare” di generosità, e insieme all’iniziativa Ristorante Solidale per donare le eccedenze alimentari dell’evento contro lo spreco! Torna anche quest’anno il Generosity Day (G-Day), la giornata di festa e divertimento, che dal 2016 a Torino, raccoglie fondi a supporto di Fondazione Forma Onlus e sostiene la lotta contro il fenomeno del bullismo. Organizzata da Girarrosti Santa Rita – da oltre 50 anni un punto di riferimento della rosticceria all’italiana nel panorama torinese – la giornata all’insegna della generosità vede quest’anno anche la partecipazione di ragazzi e bambini che hanno preso parte al progetto A Cresta Alta contro il Bullismo, con l’obiettivo di dare un contributo importante in termini di formazione sul fenomeno del bullismo e avere un ruolo attivo vicino ai giovani per fare education in modo concreto, divertendosi e facendo anche del bene, tra musica, buon cibo e una camminata “a cresta alta”, ma anche integrando attività nelle scuole elementari e medie. Domenica 14 ottobre, Piazza Castello si animerà dalle 9.00 del mattino fino a sera, invitando tutti a partecipare alla grande raccolta fondi e a tutte le attività dedicate ai bambini, ma anche ai più grandi!

Tema centrale, il Volo. Perché? Perché chi prende parte alla grande crociata in favore di Forma Onlus, ha il merito di elevarsi sopra gli altri! Grazie a Just Eat infatti, l’app per ordinare online pranzo e cena a domicilio in tutta Italia e nel mondo, che quest’anno partecipa al G-Day per supportare la raccolta fondi, sarà possibile calarsi un’area esperienziale con simulatori virtuali VR, per provare il brivido del volo e superare i propri limiti in totale sicurezza, dimostrando davvero che chi dona vola!La giornata del 14 ottobre sarà quindi protagonista di questo impegno attraverso un programma di eventi, iniziative ed esperienze coinvolgenti che animeranno la piazza: una divertente battaglia dei cuscini, un’esposizione di lavori artistici dei piccoli, lanci con il paracadute, la distribuzione gratuita di prodotti tipici di Girarrosti Santa Rita, musica e una camminata veloce di 3km per le vie del centro città – senza vincitori si intende: sarà un momento di puro divertimento, per un riscatto collettivo contro il bullismo e per valicare i confini del pregiudizio. Disponibile per tutti, con una piccola donazione di 5 euro, ci sarà il “kit del generoso”: t-shirt, sacca e braccialetto ufficiale dell’evento, ma soprattutto il mitico cappellino con la cresta. Girarrosti Santa Rita e Just Eat puntano quindi con il Generosity Day, a una giornata di collaborazione e generosità dedicata ai bambini, con i bambini e soprattutto per i bambini dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino a cui sarà donato tutto il ricavato grazie a Forma Onlus.

 

Ristorante Solidale, no allo spreco

Se si parla di cibo, anche non sprecare diventa fondamentale! Con Just Eat, infatti, Generosity Day partecipa all’iniziativa Ristorante Solidale, il primo progetto di food delivery solidale contro lo spreco alimentare, attivo a Torino dal 2017 con 15 ristoranti partner di Just Eat che ogni mese mettono a disposizione le proprie eccedenze alimentari in favore delle comunità e case accoglienza di Caritas Diocesana Torino. Al termine del G-Day le eventuali eccedenze alimentari di arancini e specialità di rosticceria saranno infatti raccolte e consegnate, grazie anche alla collaborazione di Pony Zero, a due comunità e centri di accoglienza per i senza tetto della Caritas in città, come vere e proprie consegne di food delivery pronte da consumare. Ma non solo: Just Eat raddoppierà il numero di piatti derivanti dalle eccedenze della giornata, al fine di distribuire più piatti possibili e generare inclusione sociale, grazie alle bontà di Girarrosti Santa Rita, e all’insegna della generosità e della condivisione.

Il programma del G-Day nel dettaglio:

  • H. 9.00 ultime iscrizioni
  • H. 10.30 – 12.30 apertura giornata, inizio della distribuzione di vivande al pubblico: somministrazione gratuita con offerta libera di prodotti Girarrosti Santa Rita e delle attività di raccolta fondi in piazza: distribuzione gadget e materiale promozionale
  • H. 12.30 – 13.00 da Piazza Castello partenza e arrivo della camminata; battaglia di cuscini per bambini e adulti; simulatore virtuale di volo (per i maggiori di 12 anni), per adulti e bambini con Just Eat simulatori VR (unici in Italia) per esperienze da brivido con realtà aumentata;
  • H. 13.00 – 14.00 pranzo con prodotti Girarrosti Santa Rita
  • H. 14.00 – 15.00 prosecuzione delle attività promozionali e raccolta fondi, animazione bambini, spettacolo: presentazione e dichiarazione d’intenti, introduzione della raccolta fondi per Forma ONLUS ed esposizione dei lavori artistici dei bambini
  • H. 16.30 – 17.30 lancio da paracadute da parte di professionisti
  • H. 17.30 – 19.00 attività ricreative per i bambini, prosecuzione della raccolta fondi a beneficio della Fondazione Forma ONLUS. Musica live con gruppi emergenti del panorama torinese

La camminata A Cresta Alta contro il Bullismo, che ha avuto molto successo già alla sua prima edizione, raccoglierà il 14 ottobre alle ore 12:30 tutti coloro che stanno sostenendo il progetto, dai ragazzi ai genitori, dagli psicologi agli atleti professionisti, dal comitato scientifico al tavolo di lavoro, per camminare fianco a fianco e portare un messaggio di unione e amicizia, seguendo questo percorso: partenza da piazza Castello, Via P. Micca, Via Cernaia, P.zza XVIII Dicembre, C.so San Martino, P.zza Statuto, Via Garibaldi, arrivo di nuovo in P.zza Castello. Con A Cresta Alta il Gruppo Santa Rita ha raccolto nel 2017 ben 11.000 euro, che ha devoluto interamente a Forma Onlus, l’associazione dei bambini dell’ospedale Regina Margherita di Torino.

 

La sindone e la sua immagine. Storia, arte e devozione

FINO AL 21 GENNAIO 2019

Una piazza Castello affollata all’inverosimile. Membri del clero, militari, borghesi, nobiluomini e nobildonne con abiti ampi e lussuosi, cappelli e cappellini, popolani e popolane, gente d’ogni età ed estrazione sociale

Tutta la città sembra esser lì. In tanti sono ammassati ai balconi e sui tetti delle case. In piazza, in primo piano, ci sono perfino cagnolini che s’aggirano spaesati o s’accucciano inquieti in attesa che cessi il gran clamore. Sullo sfondo il Palazzo Reale, allora Palazzo Ducale. L’occasione è di festa e di solenne richiamo. 1684: siamo a Torino, nel cuore (già allora) della città e l’occasione è l’Ostensione della Sindone per il matrimonio di Vittorio Amedeo II con Anna d’Orléans. Si apre con questo grandioso dipinto di Pieter Bolckmann (pittore di origini olandesi, operante a Torino dal 1679) la mostra “La Sindone e la sua immagine. Storia, arte e devozione”, inaugurata il 28 settembre scorso nel Museo Civico di Arte Antica di Palazzo Madama a Torino, per celebrare la riapertura (dopo quasi trent’anni di lavori seguiti al devastante incendio dell’11 aprile 1997) della restaurata Cappella della Sindone, opera di Guarino Guarini. Curata da Clelia Arnaldi di Balme, conservatore del Museo, con la consulenza scientifica di Gian Maria Zaccone, direttore del Centro Internazionale di Sindonologia, e allestita sotto la saggia regia di Loredana Iacopino nella Corte Medievale del Palazzo, dove sulla parete di fondo era già ben visibile un affresco raffigurante l’Ostensione del 1642 (che doveva celebrare la fine delle ostilità fra Cristina di Francia, la Madama Reale, e i cognati Principe Tommaso e Cardinale Maurizio), la rassegna mette insieme un’ottantina di pezzi, in cui si riflette la storia della Sindone e le diverse funzioni delle immagini che l’hanno riprodotta, nel corso di cinque secoli, dal 1578, quando il Sacro Lino per volere di Emanuele Filiberto di Savoia fu trasferito da Chambéry a Torino (nella chiesa di Santa Maria del Presepe, dove oggi sorge la chiesa di San Lorenzo), fino ad oggi. Un suggestivo “racconto storico attraverso le arti decorative”: questo vuole essere, per i curatori, la mostra organizzata in collaborazione con il Polo Museale del Piemonte e che s’avvale di opere provenienti dal Castello di Racconigi, dalla Fondazione Umberto II e Maria José di Savoia che ha sede a Ginevra, oltreché dal Museo della Sindone di Torino e dalle stesse collezioni di Palazzo Madama. Fra i quadri esposti, molti erano già presenti nel 1931 a Palazzo Madama, in occasione del matrimonio di Umberto di Savoia con la principessa Maria del Belgio. Incisioni, disegni e dipinti su carta, su seta o pergamena, ricami, ghirlande fiorite e insegne processionali: davvero varie le tecniche asservite, nel corso dei secoli, a raffigurazioni realizzate con altrettanto varie finalità. Si va infatti da immagini celebrative dinastiche (che legano a stretto filo la Sindone e i Savoia per i quali il Sacro Lino diventa e si mantiene nel tempo strumento di legittimazione del potere) a lavori – alcuni di alto livello esecutivo, altri più modesti e improvvisati – dagli evidenti scopi devozionali. Dalle opere di pregevole manifattura (vedasi:“La Vergine, il beato Amedeo di Savoia e San Giovanni Battista sorreggono la Sindone” affresco del 1650 attribuito all’astigiano, pittore di corte, Giovanni Grattapaglia o la tempera su pergamena “Sindone presentata da angeli, la Veronica e i simboli della Passione” del bresciano Antonio Parentani, attivo in Piemonte dal 1599 al 1622) ai toccanti e popolari ex-voto. Come la placca d’argento, messa a disposizione dai Musei Reali, rappresentante la Città e realizzata in ringraziamento alla Sindone per aver limitato i danni della peste del 1632, quella di manzoniana memoria, e per un caso salvatasi dall’incendio della cappella del Guarini, dov’era stata “incassata” fino alla metà degli anni Novanta nell’altare del Bertola. Autentico capolavoro, il “Crocifisso” in legno e avorio di Pietro Piffetti, accanto alle raffigurazioni della “Veronica”, personaggio femminile ricordato nei Vangeli Apocrifi (prima guarita da Gesù e poi identificata con la donna che durante l’ascesa al Calvario asciugò il sudore dal volto del Cristo, la cui immagine rimase impressa sul velo così impiegato) e l’incisione di Giovanni Francesco Testa, per la “Prima ostensione della Sindone a Torino alla presenza di Carlo Borromeo” (1578). E poi ancora chicche e documenti storici di notevole rilievo. Fra tutti, provenienti entrambi dal Museo della Sindone: il Cofanetto in legno del XV secolo con decoro in madreperla (che servì a trasportare la reliquia a Torino il 5 settembre del 1578 e in cui il Sacro Lino restò racchiuso fino al 1606) e la macchina fotografica da campo utilizzata dall’avvocato-fotografo astigiano Secondo Pia, il primo a documentare fotograficamente la Sindone nel 1898, con immagini straordinarie che rivelarono per la prima volta la natura di negativo fotografico del Sacro Lino, aprendo di fatto la strada – lunga e ancora oggi incompiuta – alla “storia scientifica” del Sudario.

Gianni Milani

“La Sindone e la sua immagine. Storia, arte e devozione”

Palazzo Madama – Corte Medievale, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 – www.palazzomadamatorino.it

Fino al 21 gennaio 2019 – Orari: lun. – dom. 10/18, chiuso il martedì.

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Foto:

– Pieter Bolckmann: “Veduta di Piazza Castello in occasione dell’ostensione della SS. Sindone”, olio su tela, 1684
– Giovanni Grattapaglia (?): “La Vergine, il beato Amedeo di Savoia e San Giovanni Battista sorreggono la Sindone”, affresco, 1650 – ph. Paolo Robino
– Antonio Parentani: “Sindone presentata da angeli”, tempera su pergamena, ph. Giorgio Olivero
– Cofanetto XV sec. usato per trasportare la Sindone a Torino, ph.Paolo Robino
– Macchina fotografica portatile appartenente a Secondo Pia, ph. Giorgio Perottino

 

A Mondojuve Fiat Torino Auxilium inaugura un’estate di sport

Sabato 2 giugno alle ore 17 a Mondojuve sono attesi due ospiti d’eccezione della Fiat Torino Auxilium, il numero 23 gialloblù Mohamed Touré e l’assistente allenatore Stefano Comazzi, che inaugureranno una stagione estiva allo Shopping Center di Nichelino/Vinovo ricca di eventi dedicati allo sport e al divertimento per tutti gli sportivi e appassionati in particolare di calcio, basket e Formula 1Fino a domenica 29 luglio i visitatori di Mondojuve potranno infatti provare tre esperienze interattive gratuite dedicate allo sportil Basket Cube, il Soccer Cube e il simulatore di guida F1 Gran Premio VR-1.


 

Nella galleria Diana gli appassionati di pallacanestro potranno cimentarsi con il Basket Cube, un’area di gioco tecnologica in collaborazione con Fiat Torino Auxilium che presenta canestri sospesi e sensori interattivi sul pavimento per mettere alla prova le abilità dei giocatori nel realizzare il maggior numero di canestri in un minuto. Per i migliori classificati in palio maglie, sciarpe e cappellini ufficiali Fiat Torino Auxilium.

 

E tutti i supporter potranno fotografarsi con Ax il Toro, la mascotte ufficiale della squadra nelle giornate del 2, 23 giugno e 7 luglio, e potranno vedere esposta per tutto il periodo di giugno e luglio la Coppa Italia conquistata lo scorso febbraio dalla formazione gialloblù.

 

Nella galleria Artemisia si avrà l’opportunità di vivere il calcio in un modo tutto nuovo con il Soccer Cube dove otto porte si illumineranno casualmente per offrire un’esperienza di gioco sempre diversa e imprevedibile con premi in palio per i primi, secondi e terzi classificati tra cui maglie, sciarpe e mini-palloni.

 

Grande attesa a partire dal mese di luglio in galleria Diana per Gran Premio VR-1, un simulatore di guida di Formula 1 altamente all’avanguardia che permetterà di provare le emozioni della guida in pista, grazie ad un visore di realtà virtuale che immergerà il visitatore al centro dell’azione. Tutte le esperienze saranno accessibili attraverso la Game Pass, una speciale card gratuita richiedibile direttamente presso le postazioni gioco dello Shopping Center che prevede anche la registrazione e la pubblicazione online dei risultati di gioco sul sitowww.mondojuve.it

 

Il Basket Cube e il Soccer Cube saranno aperti tutti i giorni da sabato 2 giugno a domenica 29 luglio dalle ore 16 alle 20 dal lunedì al venerdì e dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 20 nei fine settimana, il Simulatore di Formula 1 sarà disponibile da sabato 30 giugno a domenica 29 luglio dalle ore 16 alle 20 dal lunedì al venerdì e dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 20 nei fine settimana.

 

Inoltre, sabato 16 giugno si potranno scoprire in anteprima gli eventi e le attività in programma nella stagione estiva sulle montagne olimpiche del Consorzio Turistico Via Lattea. Nell’area esterna verrà allestita una gimcana con ostacoli realizzata dalla Iron Tibi Mtb School con un percorso che i giovani potranno provare gratuitamente alla presenza del Nazionale Azzurro di MTB Andrea Tiberi.

 

Nell’ambito dell’attività di dog kart del Centro Sleddog Sestriere, i clienti potranno fotografarsi insieme a una muta di splendidi Siberian husky e vivere l’esperienza del Parco avventura Chaberton che permette ai più giovani di imparare ad arrampicarsi su una piccola parete. In esposizione per l’Alpi Motor Resort si potrà ammirare anche una Honda Africa Twin e in collaborazione con Nital Nikon Italia i clienti potranno scattare una foto in sella alla moto e ricevere una stampa fotografica celebrativa.