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DIECI STORIE PROPRIO COSÌ – TERZO ATTO

Concepito inizialmente come opera-dibattito sulla legalità, lo spettacolo ha debuttato al Teatro San Carlo di Napoli nel 2012: da allora il viaggio è proseguito con successo in tutta Italia, sviluppando un progetto in cui la scrittura di scena ha seguito l’evoluzione dello sviluppo narrativo, approfondendolo

Dieci storie proprio così è parte integrante di un progetto sperimentale di collaborazione tra teatri, istituti penitenziari minorili, scuole, università e società civile “Il palcoscenico della legalità”. Dieci storie proprio così è una provocazione “ragionata” contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire. Lo spettacolo racconta di vittime conosciute e sconosciute della criminalità organizzata, storie di impegno civile e riscatto sociale, responsabilità individuali e collettive, connivenze istituzionali e taciti consensi. «Siamo partiti nel 2012 dalla memoria di chi ha combattuto contro la criminalità organizzata – affermano Emanuela Giordano e Giulia Minoli – e dalle esperienze già consolidate di contrasto alle mafie al Sud. Nel 2015 abbiamo parlato del presente, del radicamento delle mafie al centro Italia e di alcuni esempi di lotta all’illegalità. Con questo terzo atto vogliamo riflettere sul futuro, su come l’infiltrazione delle mafie anche al nord stia cambiando il profilo dell’Italia, su come questa ‘malacultura’ «del sopruso ad ogni livello della vita sociale contamini le nostre vite. Vogliamo riflettere sugli strumenti che abbiamo per contrastare questo degrado: il potere di voto, il potere di acquisto, il potere di scegliere chi frequentare, il potere di educare, formare ed informare. Il potere di proporre e di osservare, di fare caso a ciò che ci circonda senza sconti di responsabilità».

Durata: 70 minuti più 50 minuti di dibattito

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Dieci storie proprio così. Terzo atto è parte integrante del progetto Palcoscenico della Legalità ideato e coordinato da Co2 Crisis Opportunity Onlus con la partecipazione di attori, ricercatori, docenti, giornalisti, magistrati, studenti, associazioni e teatri, ed è promosso da Fondazione Pol.i.s., Libera, CROSS Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano, LARCO Laboratorio di Analisi e Ricerca sulla Criminalità Organizzata dell’Università di Torino , Fondazione Falcone, Centro Studi Paolo Borsellino, Fondazione Silvia Ruotolo, Italiachecambia.org e DaSud. Con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ed il Ministero della Giustizia ed il sostegno di Fondazione con il Sud, Eni Spa, SIAE, Poste Italiane.

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Venerdì 4 maggio, ore 21.00
Sabato 5 maggio, ore 21.00
per le scuole
Mercoledì 2 maggio, ore 10.00
Giovedì 3 maggio, ore 10.00
Venerdì 4 maggio, ore 10.00
Lunedì 7 maggio, ore 10.00
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BIGLIETTERIA CASA del TEATRO RAGAZZI e GIOVANI
c.so Galileo Ferraris, 266 – 10134 Torino
tel. 011/19740280 – biglietteria@casateatroragazzi.it 
Orario di biglietteria: dal lunedì venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 – dalle ore 15.00 alle ore 18.00 sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00
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CANTO ERGO SUM – UNA VOCE NELLO SPAZIO OVVERO NELLO SPAZIO DI UNA VOCE

Sabato 24 marzo, ore 21
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Bip, si fa chiamare così. Il suo nome sarebbe Beatrice Irene Prosperina quest’ultimo in ricordo della nonna che lei neanche ha mai conosciuto.
Ma è un nome troppo lungo da dire, anche lei deve respirare bene per riuscire a dirlo tutto. Non riesce a dire il suo nome tutto d’un fiato così come tante altre cose. Allora Bip decide di non parlare più, di chiudersi nel suo spazio che per la vastità che ha dentro è un iperspazio, lontano anni luce dal pianeta terra con il quale non riesce più a comunicare. Il virtuosismo vocale dell’attrice e cantante viene messo al servizio della narrazione di una tematica delicata e importante. Trovare ed accettare la propria voce, saperla esprimere, vuol dire avere uno “strumento” per comunicare chi siamo, privi di giudizio e lontano dal voler essere come gli altri. Il farsi sentire richiede forza, riuscire a farsi ascoltare necessita di coraggio.
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Sala Grande
Fondazione TRG Onlus
Con Silvia Laniado
Drammaturgia Simona Gambaro
Regia Rita Pelusio
Progetto audio Paolo Casati
Progetto luci Luca De Marinis
Scene e costumi Ilaria Ariemme
Musiche originali Alberto Mompellio
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BIGLIETTERIA CASA del TEATRO RAGAZZI e GIOVANI
c.so Galileo Ferraris, 266 – 10134 Torino
tel. 011/19740280 – biglietteria@casateatroragazzi.it 
Orario di biglietteria: dal lunedì venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 – dalle ore 15.00 alle ore 18.00 sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00
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CON IL TEMPO, SAI / AVEC LE TEMPS – LA CANZONE TRA GENOVA E PARIGI

Ci sono città che hanno mille luci e altre che hanno solo una lanterna, ma le cui musiche si muovono sui medesimi binari, quelli della canzone d’autore. Parigi e Genova sono “una stella nella sera” e “un’idea come un’altra”, solo più bella e con tutte le note del mondo

Avec le temps / Col tempo, sai rilegge, tra musiche e parole, le pagine più belle della chanson e della scuola genovese, attraverso le interpretazioni di Piero Sidoti e i racconti di Massimo Cotto, ma dietro ci sono anche il pensiero, la musica e la sensibilità di Gianmaria Testa. Questo non è un reading come un altro, bisogna dirlo subito, la storia che c’è dietro è complicata, ma bella, ed è una storia di dolore, ma anche d’amore. Ve la raccontiamo. Più o meno tre anni e mezzo fa, prima che Gianmaria si ammalasse, avevamo un progetto che si chiamava appunto COL TEMPO, SAI /AVEC LE TEMPS. Doveva essere un vero e proprio spettacolo teatrale e coinvolgeva Massimo Cotto (giornalista e scrittore); Gianmaria Testa che con la Francia aveva, si sa, un rapporto privilegiato e il pianista jazz Roberto Cipelli che su Ferré aveva molto studiato e lavorato. Il nucleo fondante era dato dal rapporto tra gli chansonnier francesi (Brel, Brassens, Ferré, ecc.) e i cantautori italiani (De Andrè, Bindi, Lauzi, Conte, Tenco, ecc.), tra Parigi e Genova. Il progetto era già in fase molto avanzata c’era il copione, uno studio grafico di locandina, letture a tavolino fatte, squadra di lavoro e prove fissate e molte date già vendute e programmate. Poi Gianmaria si è ammalato improvvisamente e ovviamente si è bloccato tutto e le date le abbiamo annullate senza pensarci un attimo. Mai, neanche per un secondo, si è pensato che il progetto contasse più di chi lo faceva, immaginando una sostituzione.

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Massimo Cotto e Paola Farinetti hanno ripensato tanto, in questi anni, a questo progetto mai nato, e pure con nostalgia e rimpianto. E’ stato chiaro da subito che non avrebbe mai più potuto essere come lo si era immaginato all’inizio, ma al tempo stesso era un peccato lasciare quel copione e quelle storie che continuano a essere così vive in un cassetto. Così è venuta fuori l’idea di un reading, semplice semplice, da presentare una sola volta a Torino, alla Casa del Teatro Ragazzi e  Giovani, anche e soprattutto in omaggio e in ricordo di Gianmaria, e poi mai più. Accanto a Massimo, che come si sa è un giornalista musicale coltissimo e brillante, capace di raccontare come nessun altro e ora star di Virgin Radio, si è aggiunto Piero Sidoti, chitarra e voce, che di Gianmaria è stato amico discreto, e a lui toccherà dar voce sia agli chansonniers sia ai cantautori. Questo terzetto si è quindi incontrato per leggere e adattare il copione a questa nuova, provvisoria vita.  Sidoti ha fatto sentire agli altri come venivano le canzoni di Brel o Montand o De André o Conte, fatte a modo suo, Massimo ha cominciato a leggere, Paola guardava da fuori e ogni tanto interrompeva per piccoli appunti. Ed è successo allora che i tre, a un certo punto, si sono guardati e si sono detti che “quella cosa lì” non era davvero niente male perché le storie che si raccontano sono belle e intriganti e Massimo Cotto le sa raccontare benissimo e perché Piero Sidoti è riuscito a far sue, senza snaturarle, canzoni che fanno parte della storia della musica e fanno tremare le vene ai polsi. Insomma è venuta fuori una “cosa” che non è né vuole essere uno spettacolo teatrale finito, questo no, anzi che è decisamente indefinibile, ma che emoziona e incuriosisce e un po’ anche riscalda perché racconta di un’epoca speciale della musica.

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E allora può anche essere che, al di là di quell’unicum a Torino, se capita, CON IL TEMPO, SAI/AVEC LE TEMPS lo riproporremo anche altre volte. In poco meno di due ore scorrono le immagini in bianco e nero della rive gauche esistenzialista di Saint Germain-des-Pres e del leggendario Tabou, di Juliette Greco che si abbronzava alla luna e di Edit Piaf che cantava come “centodiecimila uccelli dall’ugola insanguinata”, come disse una volta un altro grande di Francia, Leo Ferrè, il maledetto che abitava altre latitudini; del grande Brassens e dell’immenso Brel, belga innamorato di Parigi che andò a morire alle isole Marchesi, dove “per assenza di vento, il tempo s’immobilizza, e si parla della morte come tu parli di un frutto”; di quel Gainsbourg “morto per aver bevuto troppe sigarette”, come scrisse Libération, e di quel Boris Vian che fondeva jazz e letteratura e immortalava la figura del disertore nella canzone di Francia. E poi, le canzoni che indossavano dolcevita neri e occhiali dalla montatura spessa, quelle scritte da Umberto, Luigi e Ginaccio, attorniati da quattro amici al bar e immersi in un mondo da cambiare. E poi, Faber e tutti gli altri, che hanno cantato Genova per noi che stiamo in fondo alla campagna, e la Parigi che non smette di brillare anche quando si addormenta. Uno spettacolo per (ri)scoprire chi erano e ricordarci chi siamo

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Sala Grande 
dedicato a Gianmaria Testa
Produzioni Fuorivia 
di Massimo Cotto
con Piero Sidoti – voce e chitarre
e con Roberto Cipelli –pianoforte
coordinamento scenico – Paola Farinetti
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BIGLIETTERIA CASA del TEATRO RAGAZZI e GIOVANI
c.so Galileo Ferraris, 266 – 10134 Torino
tel. 011/19740280 – biglietteria@casateatroragazzi.it 
Orario di biglietteria: dal lunedì venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 – dalle ore 15.00 alle ore 18.00 sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00
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COLPO DI SCENA

Mercoledì 14, giovedì 15, venerdì 16 e sabato 17 febbraio, ore 21.00

Non la semplice trasposizione teatrale della web serie ma, la storia dei personaggi che ne fanno parte

casateatroragazzi.it

WEB SERIE – 5 puntate, in tutto quasi 40 minuti di racconto.
La storia è tutta ambientata all’interno della Casa del Teatro, così come tutti (o quasi) i volti che vedrete sono di attori, studenti, dipendenti, amici e collaboratori della Casa del Teatro. Sì, possiamo dire che è una storia fatta in Casa. E le storie fatte in casa, come gli agnolotti della nonna insegnano, sono le migliori, anche se l’abbiamo girata in sole otto mezze giornate, sfruttando i pochi spazi liberi del cartellone e degli impegni del teatro.

LIVE
Non la semplice trasposizione teatrale della web serie ma, la storia dei personaggi che ne fanno parte. Riti, trighi, litigi, esaurimenti nervosi e tutti gli ingredienti, che servono per giungere alla folle messa in scena di uno spettacolo, coinvolgeranno il pubblico in un gioco teatrale che vi porterà verso un inevitabile COLPO DI SCENA.
L’unico spettacolo teatrale nel quale sarete obbligati a tenere i cellulari rigorosamente accesi.

Sala Grande

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Fondazione TRG Onlus
Da un’idea di Luca Briatore
Drammaturgia Stefano Dell’Accio e Sante Altizio
Regia Stefano Dell’Accio
Con Claudio Dughera, Giorgia Goldini, Daniel Lascar, Claudia Martore, Alice Piano
Tecnico audio e luci Wally
BIGLIETTERIA

CASA del TEATRO RAGAZZI e GIOVANI
c.so Galileo Ferraris, 266 – 10134 Torino
tel. 011/19740280 – biglietteria@casateatroragazzi.it 
Orario di biglietteria:
dal lunedì venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 – dalle ore 15.00 alle ore 18.00
sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00

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C’ERA UNA VOLTA NEL GIARDINO DEL RE FIABE, MITI & MUSICA LIVE

FESTEGGIA IL CARNEVALE CON NOI
Domenica 11 febbraio dalle ore 9.30 alle ore 13 – dalle ore 15 alle ore 18

www.casateatroragazzi.it

Un luogo magico, in cui le strade e le storie dei personaggi di tre fiabe meravigliose vanno a incrociarsi, sovrapporsi, dividersi, per poi tornare a riunirsi, magari per un giro di danza, come nel teatro dell’età barocca. Storie d’amore, incontri, avventure, e al centro di tutto il tema della trasformazione, a simboleggiare il cambiamento, la crescita, la scoperta di se stessi. Tre coppie di attori, accompagnate da tre gruppi di musicisti, mettono in scena tre favole: la storia di Driope, narrata da Ovidio nelle Metamorfosi ne Il giardiniere del Re; quella del Principe Ranocchio, raccontata dai Fratelli Grimm, e quella del Principe Canarino, fiaba piemontese che Italo Calvino ha inserito nella sua raccolta di Fiabe italiane. Un lavoro che coinvolge quattordici artisti tra attori e musicisti, pensato per conquistare i bambini e le famiglie, ma in grado di divertire ed emozionare ogni tipo di pubblico. Lo spettacolo sarà preceduto da LA FESTA IN MASCHERA ALLA CORTE DEL RE Il Carnevale è arrivato ora il divertimento è assicurato!!! Per un giorno all’anno tutto si sconvolge: cani e gatti son padroni, i bambini genitori, tutti sono re di tutto e tutto è folle di follia…”Che alla festa si dia il via!”

Photoset, truccabimbi, laboratori creativi e giochi interattivi trasformeranno ognuno di voi in un RE.Lo spettacolo sarà seguito dalla sfilata delle maschere e dall’imperdibile battaglia di coriandoli

Sala Grande – Per tutti – Teatro Musicale

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Fondazione TRG Onlus 
Regia e drammaturgia Pasquale Buonarota, Luigina Dagostino, Graziano Melano, Alessandro Pisci
Con Pasquale Buonarota, Elena Campanella, Claudio Dughera, Daniel Lascar, Claudia Martore, Alessandro Pisci
Musicisti Dodo & Gianluca Maiorino, Gridelino Ensemble, Le Fou Rire

BIGLIETTERIA

CASA del TEATRO RAGAZZI e GIOVANI
c.so Galileo Ferraris, 266 – 10134 Torino
tel. 011/19740280 – biglietteria@casateatroragazzi.it 
Orario di biglietteria:
dal lunedì venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 – dalle ore 15.00 alle ore 18.00
sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00

 

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L’Avvocato 15 anni dopo, simbolo di una Torino che non c’è più

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di Pier Franco Quaglieni

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Sono passati 15 anni dalla morte di Gianni Agnelli, l’avvocato per antonomasia, simbolo di una Torino che non c’è più . Ai suoi funerali solenni in duomo ci fu una grande folla che, tanto per non farsi mancare nulla , fischiò il presidente del Consiglio Berlusconi mentre entrava in chiesa. Assistetti ai suoi funerali in un banco vicino a Vittorio Chiusano, considerato l’avvocato dell’Avvocato. Si senti’ in quell’occasione che finiva un mondo che Agnelli aveva rappresentato. La Fiat, già in crisi , precipitò  anche per gli errori del suo presidente che aveva ceduto le redini del comando a Cesare Romiti. Il periodo aureo della Fiat fu quello di Vittorio Valletta , il ragioniere che seppe affrontare la ricistruzione e l’urto frontale con i comunisti che subito dopo la liberazione lo avevano estromesso. Agnelli fu per molti anni sotto tutela di Valletta, poi spiccò il volo.Era un personaggio sicuramente eccezionale abituato a vivere nel mondo più che nella Torino provinciale che pure amava. Era stato ufficiale del “Nizza Cavalleria “ durante la guerra in Africa. Seppe godersi avidamente la sua giovinezza senza limiti in rapporto con donne bellissime e anche la cocaina. Amò la Fiat che fu di suo nonno Giovanni, ma non riuscì ad essere un grande imprenditore , fortemente ostacolato da una contestazione operaia violenta che andò molto oltre l’autunno caldo .

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Una volta a cena con Mario Soldati ascoltai da lui una frase che mi è rimasta impressa : “In fondo io sono di sentimenti socialisti”. Mi sembro’ una frase paradossale , forse per compiacere Mario che era sfegatato per la Juve. Con Mario c’era una grande amicizia : Gianni gli metteva a disposizione la macchina targata Torino su cui era solito viaggiare lo scrittore. Un altro grande amico di Gianni fu Jas Gawronski che ,quand’era a Torino, era ospite fisso a casa Agnelli in collina e passava le vacanze con Gianni .  Jas ,quando Gianni mori, si chiuse nel silenzio e non volle scrivere nulla ne’ rilasciare dichiarazioni . Lo stile del principe polacco prevalse su quello del giornalista e in tanti anni di frequentazione non mi parlo’ mai del suo rapporto con Gianni. 

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La Juve fu la vera passione dell’Avvocato. Al liceo d’Azeglio lo ricordammo su mia iniziativa . Tutti resero omaggio avvocato,anche certa sinistra che lo aveva avversato . Dopo 15 anni di lui resta un ricordo sbiadito . Non è certo Evelina Christillin che l’avvocato fece conoscere , la sua erede perché la spocchia non è cosa legata al nome di Gianni. L’amato giornale di famiglia e’ finito nel gruppo De Benedetti che dopo qualche mese Gianni aveva cacciato dalla Fiat in cui era entrato come socio. Senatore a vita , ebbe un rapporto con la politica limpido . Non credo avrebbe speculato in borsa per la telefonata di un presidente del Consiglio. Era un uomo di stile quasi inimitabile non solo perché portava l’orologio sopra il polsino della camicia . Quando ho avuto l’occasione di parlare con lui constatai come fosse un uomo eccezionale, gentile di animo, che sapeva mettere l’interlocutore a suo agio . La tragica morte del figlio suicida e la morte crudele del nipote Giovannino,il vero erede,lo avevano rattristato profondamente . Sembrava un uomo annichilito e spento . Ho letto con disgusto i libri denigratori che un piccolo giornalista che fa dello scandalismo il suo mestiere, ha scritto su di lui e sulla sua famiglia . Forse non è stato un grande imprenditore come il nonno, ma sicuramente è stato un grande uomo e un grande piemontese . I suoi nemici, al suo confronto , erano dei nani. Anche molti suoi collaboratori erano dei nani. E questo spiega molte cose. L’unico Agnelli di alto livello fu Umberto oscurato dal fratello, imprenditore capace e solido, un uomo che va riscoperto .

Cirio, i “pelati” nati a Torino

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cirio1A Torino, a nord-ovest del centro storico,  c’è Porta Palazzo  (Pòrta Palass o Pòrta Pila in piemontese). E’ lì, in piazza della Repubblica, la più estesa della capitale subalpina, che quotidianamente viene ospitato il mercato all’aperto più grande d’Europa. Ed è lì che, davanti al numero 24, s’incontra una lapide dedicata – nel lontano 1910 –  a Francesco Cirio. Le lettere un po’ consunte ci informano come “con una fede iniziatrice, con ardimentosa energia , fra gioie e dolori ,suscitò gloriose fortune per gli agricoltori italiani insegnando nuovi commerci, nuove vie e nuovi mercati”. E’ noto che nel dire Cirio si è sempre pensato al pomodoro e viceversa, parlando dei “pelati” in latta,  veniva naturale associarli alla ditta che porta quel nome. Francesco Cirio, uno dei pionieri dell’industria conserviera, nato a Nizza Monferrato il giorno di Natale del 1836 e trasferitosi a Torino, riuscì con le sue intuizioni a portare i prodotti ortofrutticoli del paese “del sole e del mare” su tutti i mercati del mondo. Sì, perché Il famoso “pelato” Cirio non vide la luce a Napoli, come si potrebbe pensare, ma nella città della Mole, dove Cirio, dall’astigiana valle Belbo, vi arrivò a quattordici anni, squattrinato ma con una grande determinazione e alcune idee geniali. Prima garzone , poi  commerciante in proprio di frutta e verdura a Porta Palazzo, Francesco Cirio – trasportando la merce con un carretto – rivendeva in periferia la verdura che comprava a prezzo di realizzo al mercato durante l’ora di chiusura. Ma come conservare piselli, peperoni, pomodori, cetrioli , carciofi per più giorni o in modo che si potessero consumare fuori cirio2stagione ? Nel 1856, a soli vent’anni, trovò la riposta applicando – per primo in Italia – il metodo inventato nel 1795 dal cuoco e pasticciere francese Nicolas Appert (detto appunto “appertizzazione”) che consisteva nella sterilizzazione di cibi cotti in contenitori chiusi ermeticamente. Fu un successo e di lì a poco Cirio inaugurò la sua prima fabbrica di conserve in scatola, la “Cirio-Società Generale Conserve Alimentari”. Nella prima e nella seconda Esposizione Agraria di Torino, nel 1864 e 1865, gli furono tributati grandi onori mentre la definitiva consacrazione del “re delle conserve” avvenne nel 1867 all’Esposizione Universale di Parigi, a cui fece seguito l’apertura di stabilimenti in altre zone d’Italia. Nel 1880 la produzione di conserve Cirio superava i 10.000 quintali e i 49.000 quintali cirio-3l’esportazione di prodotti ortofrutticoli all’estero (resa possibile grazie alla collaborazione con le Ferrovie Italiane e all’uso di appositi vagoni refrigeranti). Francesco Cirio lavorò alacremente ai suoi progetti , con esiti e fortune alterne. Poco prima della sua morte, a sessantatre  anni da poco compiuti, ai primi di gennaio del 1900, avvenne lo spostamento della “Ditta Cirio-Società Generale Conserve Alimentari “da Torino a San Giovanni a Teduccio, vicino a Napoli e il passaggio del pacchetto azionario di maggioranza nelle mani della famiglia Signorini. Cirio, che riposa al cimitero Monumentale di Torino, legò comunque il suo nome ai celebri “pomodori pelati” e , in fondo, è giusto che sia così se si pensa che la prima capitale d’Italia è la più grande città meridionale del paese dopo Napoli e Palermo,come disse, a suo tempo, il sindaco di Torino Diego Novelli.

 

Marco Travaglini

UN VIAGGIO INDEFINITO NELLE PROFONDITA’ DELL’ANIMA

“La mia mente – spiega l’artista Alberto Mussi – nasce da una ricerca introspettiva nelle più remote e profonde ambiguità della nostra anima. Inizialmente, spinto da un forte desiderio di creare, mi diletto nello scrivere poesie ed aforismi, ma il mio cuore ancora vergine, non era appagato e chiedeva qualcosa di più”

 

Alberto Mussi nasce a Pisa il 13 marzo 1981, da Massimo Mussi e Clarissa Gherarducci, e vive a Collesalvetti, residenza della famiglia. Il padre, nativo di Livorno, trasmette al figlio l’amore e l’attaccamento alla città labronica. Vive in un ambiente familiare permeato da cultura, musica e arte. Forte e intenso è il rapporto con il nonno materno, Vito Gherarducci, medico, scrittore, amante dell’arte e appassionato di fotografia. Introdotto dal padre, maestro d’arte in arti grafiche, ma soprattutto adottato come l’allievo prediletto dallo zio paterno, Ernesto Mussi, famoso pittore, ceramista, musicista e poeta, cresce nella sensibilità di un mondo per lui ancora sconosciuto. Situazioni familiari e soprattutto la morte del nonno e la morte del caro zio, provocano ad Alberto, un forte e lungo stato depressivo difficile e tormentato. Da qui la rinascita, l’incredibile, la necessità di esprimere sentimenti, tormenti e passioni, attraverso tutto quel bagaglio intellettuale ricevuto, e come l’eruzione di un vulcano si concretizza in quella vena artistica prigioniera finalmente liberata.

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“La mia mente – spiega Alberto Mussi – nasce da una ricerca introspettiva nelle più remote e profonde ambiguità della nostra anima. Inizialmente, spinto da un forte desiderio di creare, mi diletto nello scrivere poesie ed aforismi, ma il mio cuore ancora vergine, non era appagato e chiedeva qualcosa di più”.

            “La mia mente è nata in un giorno opaco, tra sogno e raziocinio dove la notte incontra il mattino.”

“Ed è proprio in un giorno opaco, – prosegue Mussi – che decido di riprendere il mio percorso artistico, abbandonato anni prima, e come svegliato da un sogno profondo, inizio a far volare la mente in un vortice di sogni ed emozioni.

(Figure Danzanti. Olio su tela 50×100)

 

 

L’astrattismo, il surrealismo, sono le correnti artistiche in cui più mi contraddistinguo, ma la mia pittura è in una continua ricerca, cambia, prova e ricambia, fino a trovare qualcosa di mio con l’uso delle spatole. Con le spatole riesco ad esprimermi, a tirare fuori la mia passione, la mia forza, la mia profondità.

(Universi Sovrapposti. Olio su tela 80×80)

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Così la ricerca continua, le profondità sono sempre più infinite, l’anima non ha confini, e le emozioni prendono forma nella mia mente, le vedo, le immagino, le amo e le tele sono parti di esse. I materiali da usare sono sempre più innovativi, come spugne, solventi, oli e le mie mani stesse”.

(La Rabbia e L’odio. Olio su tela 60×70)

 

 

 

 

 

 

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I mercati di Torino

E’ un piacere fare la spesa a Torino, i suoi mercati sono intensi e vivaci, ma anche eleganti e ricercati e ci portano diretti all’interno di una cultura, di un luogo ricco di consuetudini e tradizioni centenarie, di appuntamenti a cui nessuno resiste perché rappresentano l’anima e la storia della città. Il mercato infatti non è solo il luogo dove si compra tutto e a buon prezzo, ma è anche un momento in cui persone diverse si incontrano affluendo all’interno dello stesso spazio, nasce così lo scambio, il più umano di tutti, il più ricco di curiosità.

 

Questi alcuni tra i mercati rionali più caratteristici della città da visitare e vivere:

 

Porta Palazzo

E’ il più grande della città ma anche d’Europa, “Porta Pila” in piemontese, è un tripudio di colori, sapori, profumi provenienti non solo dal nostro paese. Situato a Piazza della Repubblica, tra Borgo Dora e il Quadrilatero, oltre ad essere un frequentatissimo mercato è divenuto una importante meta turistica, una attrazione oramai fissa nei tour dedicati alla capitale sabauda. Nella parte esterna sono centinaia i banchi di prodotti alimentari, frutta, verdura proveniente da ogni parte d’Italia, spezie tipiche del Medioriente, abbigliamento, scarpe e accessori per la casa. Nella parte coperta abbiamo invece: il Mercato Ittico, il Centro Palatino, il Mercato dell’Orologio e il Mercato Alimentare dove i prodotti gastronomici di qualità sono tantissimi.

Quando: dal lunedì al venerdì 7.00-14.00 – sabato 7.00-19.00

 

 

Piazza Benefica

Situato nella sofisticata Cit Turin, il mercato è famoso non solo per i banchi di frutta, verdura, caramelle, dolci e cibo vario ma soprattutto per la vendita di capi di abbigliamento firmato a buon prezzo. L’interesse per questo negozio di importanti brand a cielo aperto è altissimo grazie alla generosa offerta di capi griffati. Vestiti, cappotti, scarpe ma anche chicchissime tute e scarpe da ginnastica lo hanno reso un vero e proprio punto di riferimento modaiolo e di stile.

Quando: dal lunedì al venerdì 7.00-14.30 – sabato 7.00-15.30

 

 

Madama Cristina

Immerso in San Salvario, caratteristico quartiere multietnico di Torino dalla vita notturna vivace e affollata, il mercato di Piazza Madama Cristina seppur non grandissimo è un concentrato di qualità e ricercatezza. Piccoli e grandi banchi ortofrutticoli e gastronomici da una parte, abbigliamento, articoli per la casa e qualche punto vintage dall’altra. Gli acquisti spesso sono accompagnati dal delicato mood balcanico creato dalla musica di violini e fisarmoniche suonata dal vivo da piccole orchestre.

Quando: dal lunedì al venerdì 7.00-14.00 – sabato 7.00-19.00

 

 

Corso Palestro

Vicinissimo al centro storico, a pochi passi da Via Garibaldi, questo mercato situato nella parte centrale del corso é una giornaliera e gradevole passeggiata tra banchi di tutti i tipi: frutta, verdura, pane, gastronomia, dolci, piante, articoli per la casa, abbigliamento, scarpe, profumeria e molto altro. Un emporio per tutti i gusti dove trovare di tutto e di più in poco spazio, in un ambiente meno vivace di altri grandi mercati ma decisamente più rilassante e confortevole.

Quando: dal lunedì al venerdì 7.00-15.00 – sabato 7.00-19.00

 

 

 

Piazza Foroni

Dedicato principalmente ai prodotti tipici del sud Italia è conosciuto anche come mercato di “Piazza Cerignola”. La Madonna di Ripalta portata a metà del 1900 è un richiamo alla Puglia e viene festeggiata dai suoi devoti la seconda domenica di giugno. I prodotti sono principalmente pugliesi e ci fanno rivivere una meravigliosa tradizione culinaria ricercata ma semplice: cime di rapa, taralli, olive, formaggi e spezie, un viaggio di sapori e profumi in una delle terre dove la cucina è la regina delle usanze.

Quando: dal lunedì al venerdì 7.00-14.00 – sabato 7.00-19.00

 

 

Crocetta

In questo quartiere elegante caratterizzato da ricche e sontuose residenze si trovano bancarelle alla moda, scarpe delle ultime collezioni, accessori, casalinghi, profumazioni, oggetti vari. Questo mercato che parte da Largo Cassini e arriva fino a Via Marco Polo è un ritrovo signorile, un appuntamento mondano dove fare acquisti di un certo livello è un rito. Trovare capi di marche importanti e ricercate, sia per uomo che per donna, a prezzi convenienti è una certezza, perdersi tra i brand più in voga del momento e gli outfit più richiesti un piacevole passatempo.

Quando: dal lunedì al venerdì 7.00-14.00 – sabato 7.00-19.00

Crocetta + : seconda domenica del mese dalle 8.30 alle 18.45

Esiste un vero proprio portale dei mercati torinesi che contiene davvero tutte le informazioni utili per orientarsi, trovare i mercati che ci interessano e magari più vicini a casa: mercati.comune.torino.it

 

Maria La Barbera

 

 

 

 

Giuliana Cusino canta le sue donne, tra fantasia e leggende

 

All’interno di quel piccolo gioiello dell’architettura medievale, posto al centro della val di Susa, che è la chiesa di San Rocco a Condove – un’antica parrocchiale, inizialmente dedicata a Santa Maria de Prato, costruita probabilmente verso il XII secolo e ricca di una sua storia che parte dalle prime notizie scritte datanti al 1290, “girata” nella propria struttura con l’abbattimento dell’abside originaria e la costruzione di quella che noi oggi vediamo, lasciandoci l’operazione scoprire parte dell’affresco dell’arco trionfale, considerato da alcuni studiosi il più antico della valle – è visitabile (fino al 3 dicembre, il mercoledì dalle 10 alle 12, il venerdì dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19) in questi giorni la

personale di Giuliana Cusino “Donne vi voglio cantare”, ceramiche raku su tavola. La mostra è organizzata dall’associazione culturale “Arte per voi” ed è curata da Luigi Castagna, Valter Vesco e dalla stessa Cusino. Salta all’occhio come il contenuto ottimamente si addica alle linee e alle atmosfere del contenitore, come quell’antica e piccola chiesa possa ospitare di diritto, con un bel salto di tempo, i visi e le forme femminili che Cusino ha creato, le acconciature, le cuffie, gli abiti, gli strumenti musicali e gli animali, tutto dentro formale eleganza e una pregevole tavolozza di spiccati colori, gli azzurri, i verdi, gli effetti bronzei e dorati, i rossi vivaci. Con la fantasia, certo questa c’è, ma fino a un certo punto, semmai felicemente saccheggiando – e rivisitando – dentro sguardi antichi, andando a scovare particolari preziosi, ricordando affreschi, rimmaginando certi visi che la memoria si

porta appresso. Sono le tracce delle donne idealizzate, cantate un tempo da qualche bella voce di trovatore, ricompaiono come dame dei vecchi poemi cavallereschi, delle leggenda, di una Storia a tratti offuscata da una narrazione impropria o lacunosa. Cusino ne inventa i nomi, ma ti pare di averle frequentate da sempre, tra novelle, stampe e memorie di pittura. Ammiriamo tra tutte il sentimento che corre tra Isotta e il suo cavallo, Griselda con l’ampio copricapo turrito con quei cavallini bardati di stoffe e colori, Fiammetta che con la sua mandola, tra rossi papaveri e altri fiori, sembra incantare un gruppo di oche, Isadora mascherata e bellissima in quell’intarsio di stoffe e ricami, Violante con la sua importante acconciatura suddivisa in una doppia conchiglia e affettuosa con una piccola volpe, l’incedere elegante di Adelaide. Dieci immagini che si fanno altrettanti personaggi, a tutto tondo.

 

Elio Rabbione