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Il nuovo ambasciatore Cutillo dal ministro albanese per la tassa trasporti

cutillo tiranatiranese23L’abolizione di questa tassa permetterebbe all’Albania  di sviluppare l’export , considerando che il nostro Paese è il primo come fatturato nell’export con lo stato albanese

 

 

Tirana – Il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Edmond Haxhinasto, ha ricevuto in una riunione il nuovo ambasciatore italiano, Alberto Cutillo. In quest’occasione, il Ministro Haxhinasto ha chiesto la rimozione, il prima possibile, della tassa fissa in vigore dal 1956, e che pesa sui trasportatori albanesi di merci in Italia, costretti a pagare nove volte di più.

 

L’abolizione di questa tassa permetterebbe all’Albania  di sviluppare gli scambi  , considerando che il nostro tirana-4Paese è il primo come fatturato nell’export con lo stato albanese ed è quindi  giusto abolire la tassa in vigore da quasi 60 anni.L’ ambasciatore Italiano  ha sostituito il suo collega Massimo Gaiani dopo il  suo mandato quadriennale  di rappresentanza in Albania.

 

Alberto Cutillo nè ei ranghi diplomatici dal 198, 53 anni originario di Napoli, ha svolto incarichi in Francia, haxhinasto tiranaArabia Saudita, Svizzera e Stati Uniti. Negli ultimi due lustri si è occupato soprattutto di relazioni multilaterali, con particolare riferimento agli affari umanitari, al peacekeeping, al post-conflict e alle questioni migratorie: impegni che lo hanno condotto anche a New York, dove ha collaborato alla preparazione della Conferenza delle Nazioni Unite su migrazione e sviluppo. Ad oggi lavora al Ministero degli Esteri, Direzione generale per l’Unione europea, con il grado di Ministro plenipotenziario. All’attività diplomatica alterna, nelle medesime materie, quella di docente universitario presso la Luiss di Roma.

 

da Tirana

P. Petromilli

Italiani di origine albanese che si sono distinti nei secoli

 Antonio  Gramsci : Gli antenati paterni di Antonio Gramsci erano originari della città di Gramsh in Albania, e potrebbero essere giunti in Italia fin dal XV secolo, durante la diaspora albanese causata dall’invasione turca

 

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 Spulciando su internet ecco un elenco di alcuni tra i molti personaggi italiani di origine albanese, distintisi per la loro attività nelle arti, nelle politica e nella società.

 

 

GRAMSCI

Francesco Crispi  : è stato un patriota e politico italiano.Di famiglia originaria dell’Albania, fu battezzato nella fede greco-ortodossa. Figura di spicco del Risorgimento, fu uno degli organizzatori della Rivoluzione siciliana del 1848 e fu l’ideatore e il massimo sostenitore della spedizione dei Mille, alla quale partecipò.

 

Nicola Barbato  :  è stato un politico e medico italiano di etnia arbëreshë. Militante socialista, operò nell’area della provincia di Palermo, ed in particolare a Piana degli Albanesi e nei comuni limitrofi all’educazione delle classi lavoratrici ed alla conduzione del movimento contadino. Tra i fondatori e dirigente del movimento dei Fasci Siciliani dei Lavoratori, fu tra le figure del socialismo siciliano del secondo Ottocento e i primi del Novecento.

 

Giulio Variboba  : nacque a San Giorgio Albanese nel 1724 e, figlio di sacerdote, in giovane età fu avviato dalla famiglia agli studi ecclesiastici secondo il rito bizantino presso il Collegio Corsini di San Benedetto Ullano, da poco istituito. Terminata la formazione e ordinato sacerdote, in pochi anni, divenne Rettore del Collegio ma, a causa dell’anzianità del padre, arciprete a San Giorgio, ben presto tornò in famiglia, assumendo la funzione di parroco. Per la sua opera catechetica scoprì l’utilità dei canti in lingua arbëreshe perchè più facilmente comprensibili dal popolo, e così, cominciando dal ricordo della nascita di Gesù, si ritrovò a scriverne in diverse occasioni, fino a dare inizio alla composizione della sua opera Gjella e Shën Mërisë Virgjër (La vita della Vergine Maria).

 

Serèmbe, Giuseppe : Poeta italo-albanese (San Cosmo Albanese 1843 – San Paolo, Brasile, 1891). Spirito irrequieto, lasciò che la sua produzione andasse dispersa. Trentanove componimenti superstiti, raccolti dal nipote Cosmo, furono pubblicati nel 1926 in Viershe (“Versi”): scritti in dialetto italo-albanese, di tono elegiaco, contengono versi di suggestiva musicalità che annoverano S. tra i migliori lirici delle lettere schipetare. I manoscritti di 9 poesie, conservati nella biblioteca reale di Copenhagen, sono stati pubblicati da G. Gradilone in Contributo alla critica del testo dei canti di Giuseppe Serembe (1982).

 

BASTA, Giorgio : Conte d’Huszt (Volpiano 1544 – Praga 1607) :Figlio dell’albanese Demetrio, condottiero imperiale ma nato in Italia (a Volpiano nel Piemonte e non come

erroneamente si è sostenuto, a Roccaforzata presso Taranto ovvero a S. Nicola dell’Alto presso Crotone), fu al servizio di Carlo V e Filippo II,prima sul fronte francese, poi (1590) nelle Fiandre sotto Alessandro Farnese. Passato al servizio di Rodolfo, comandò le forze imperiali in Ungheria contro i turchi e poi contro Báthory (1599), il voivoda Michele (1600) e l’armata polacca (1601) per il possesso della Transilvania, che assoggettò ad un regime sanguinario e tirannico, innescando alla fine una rivolta popolare antiasburgica. Fatto contedi Huszt, Basta fu perciò richiamato a Praga, dove reclamò invano il saldo dei suoi crediti e dove scrisse molri manuali militari, tra cui Il maestro di campo generale… (Venezia 1606) ed Il governo della cavalleria leggera.

 

Girolamo De Rada   : Figlio di un papàs della Chiesa bizantina italo-albanese , nato a Macchia Albanese nelle colline della Sila Greca, in provincia di Cosenza, De Rada frequentò il Collegio Italo-Albanese di Sant’Adriano a San Demetrio Corone. Da giovane, sulla spinta del nuovo movimento culturale romantico, cominciò a riscoprire la sua identità albanese occupandosi della raccolta del ricco folklore presente nell’Arbëria (insieme delle comunità arbëreshe) d’Italia . Nell’ottobre 1834, seguendo i desideri di suo padre, si iscrisse alla Facolta di giurisprudenza dell’Università di Napoli, ma il suo principale interesse era il folklore e la letteratura. Nel 1836 a Napoli De Rada pubblicò la prima edizione del suo poema più conosciuto in lingua albanese, i Canti di Milosao sotto il titolo italiano Poesie albanesi del XV secolo – Canti di Milosao, figlio del despota di Scutari. Dovette però abbandonare presto i suoi studi a causa di un’epidemia di colera a Napoli e ritornò a casa in Calabria.Molte scuole, vie e piazze portano il suo nome nei paesi albanesi in Italia, in Albania, in Kosovo e nei paesi albanesi di Macedonia e Montenegro. Nel cortile del Collegio italo-albanese di San Demetrio Corone si conserva il busto bronzeo del vate, dono della Repubblica Popolare d’Albania agli arbëreshë.La sua opera la più popolare in letteratura è il poema lirico Canti di Milosao, conosciuto in albanese come “Këngët e Milosaos”, una ballata romantica che mette in scena l’amore di Milosao, un immaginario giovane nobile nella Scutari del XIV secolo, che ritorna a casa da Tessalonica. Qui, nella fontana del villaggio, incontra Rina, la figlia del pastore Kollogre, e se ne innamora. La differenza di status sociale tra gli amanti impedisce a lungo la loro unione, finché un terremoto distrugge la città e tutto ciò che distingueva le classi sociali. Dopo il loro matrimonio, nasce un bambino. Ma il matrimonio non dura molto. Il bambino e la moglie di Milosao muoiono, e lui, ferito in battaglia, muore su una riva in vista di Scutari. I Canti di Milosao diedero anche forma ad un sistema alfabetico, incentrato sulla commistione di latino e greco, che, a seguito delle critiche mosse sull’Omnibus da Vincenzo Torelli, fu modificato nel 1839 all’interno dei ricordati Canti di Serafina ThopiaGiuseppe Schirò (Zef Skiroi in albanese; Piana degli Albanesi, 10 agosto 1865 – Napoli, 17 febbraio 1927) è stato un poeta, linguista, pubblicista e storico italiano di etnia arbëreshe/albanese, fra le più importanti figure del movimento culturale e letterario albanese del XIX secolo.

 

Giuseppe Schiro’ Zef : Patriota albanese, studioso e attento raccoglitore delle tradizioni poetiche arbëreshë, fu il primo professore universitario in Italia della Cattedra di lingua e letteratura albanese, presso l’Istituto Orientale di Napoli. È il maggior rappresentante della tradizione culturale e letteraria albanese di Sicilia, uno dei più raffinati maestri di stile della letteratura albanese, che lasciò una vasta produzione letteraria[1]. Tra gli iniziatori di una letteratura albanese rinnovata, sensibile ai modelli letterari colti, fu autorevole ispiratore degli intellettuali del suo tempo ed ebbe un ruolo importante nel movimento della Rilindja/Rinascita albanese e nell’indipendenza dell’Albania, a cui partecipò attivamente insieme alle élite intellettuali albanesi.i particolare importanza sono gli studi nel campo della filologia letteraria e della dialettologia e del tutto eccezionali rimangono gli anni trascorsi a Napoli, dove incaricato quale primo docente di Lingua e Letteratura Albanese presso l’Istituto Regio Orientale, insegnò dal 1900 sino alla morte. In questa veste rilanciò presso gli ambienti culturali e politici italiani l’idea nazionale albanese e si fece promotore di iniziative editorial-pubblicistiche, come Arbri i rii e Flamuri i Shqiperisë, nonché di sostegno politico-culturale come l’invito rivolto ad Ismail Qemal Vlora, l’artefice dell’indipendenza albanese, che raggiunse in visita ufficiale le comunità albanesi d’Italia, e prima fra tutte Piana degli Albanesi, nel periodo dell’indipendenza d’Albania.A lui è dedicata la Biblioteca comunale di Piana degli Albanesi.

 

 Tito Schipa : figlio di Luigi e Antonia Vallone, Schipa nacque a Lecce in una famiglia arbëreshë[1][2] negli ultimi giorni del 1888, venne tuttavia registrato all’anagrafe il 2 gennaio 1889, un ritardo finalizzato a posticipare di un anno la leva militare.Il suo talento vocale fu subito notato dal maestro elementare Giovanni Albani. Nel 1902, con l’arrivo da Napoli del vescovo Gennaro Trama, il ragazzo, già soprannominato “Titu” (piccoletto), entrò in seminario, dove ebbe modo di studiare anche composizione. Dopo l’adolescenza, su consiglio del suo maestro di canto, Alceste Gerunda, Tito si recò a Milano per terminare gli studi insieme a Emilio Piccoli. Il 4 febbraio 1909 fece il suo debutto a Vercelli nella Traviata. Dopo una lunga routine di formazione nella compagnia operistica di Giuseppe Borboni, trionfò a Napoli nella stagione del 1914 diretta da Leopoldo Mugnone, dove con una Tosca leggendaria il nome d’arte “Tito Schipa” si impose definitivamente alle cronache artistiche e mondane. Parlerà correntemente quattro lingue e ne canterà undici compreso l’aborigeno australiano più, come ripeteva, il napoletano.Con una Manon del 14 gennaio 1918 al Real di Madrid anche il primo trionfo all’estero fu assicurato.Nel 1919 approdò negli Stati Uniti, invitato dal soprano scozzese Mary Garden e dall’impresario Cleofonte Campanini, che insieme gestivano la Civic Opera di Chicago. Qui sposò la soubrette francese Antoinette Michel d’Ogoy, conosciuta a Montecarlo il 27 marzo 1917 in occasione della prima esecuzione assoluta de La rondine di Giacomo Puccini, dove interpretò il personaggio di Ruggero. Da lei avrà due figlie, Elena e Liana. Il 4 dicembre Schipa debuttò trionfalmente a Chicago con Rigoletto sotto la direzione di Gino Marinuzzi. Fu un trionfo e l’inizio di una permanenza negli Stati Uniti durata oltre quindici anni concessi al pubblico statunitense, curioso di misurare la sua grandezza con quella dell’indimenticabile Caruso.

 

 

Joseph J. DioGuardi  :  è un politico statunitense, di origini italo-albanesi (arbëreshë). Fu membro nella Camera dei Rappresentanti, attraverso la quale rappresenta il 20º distretto congressuale di New York dal 1985 al 1989. Attualmente è presidente della Lega Civica americana albanese.  fa parte del partito repubblicano ed ha lanciato, senza successo, diversi tentativi di riguadagnare un posto nel Congresso. Recentemente, nel giugno del 2007, il suo nome venne accennato come possibile candidato per il 19º congresso del distretto di New York, cosicché affrontò John Hall nell’elezione del 2008.Al Congresso, Dioguardi ebbe l’incarico di direttore finanziario, il quale affidò vari compiti di un CFO ad ogni reparto e all’agenzia del governo americano. Una successiva versione fu passata dal Congresso e firmata dal presidente George H. W. Bush, nel 1990, due anni dopo che Dioguardi lasciò il suo ufficio. Nel 1986, con il membro del congresso democratico Michael Leland, Dioguardi iniziò una legislazione per conferire la Medaglia d’Onore sulla Prima e sulla Seconda guerra mondiale agli eroi militari. Dioguardi fu sconfitto per la rielezione del 1988, dall’attivista liberale Nita Lowey. Gli anni seguenti, Dioguardi fece una serie di campagne deludenti per ritornare al Congresso. Dioguardi vinse come repubblicano primario nel 1992, ma poi perse nell’elezione generale. Ancor peggio furono le corse del 1994 e del 1996, contro la repubblicana Sue Kelly ed il democratico Hamilton Fish V. Fece ulteriori tentativi anche nelle corse del 1998 e nel 2000, ma alla fine decise di ritirarsi durante la corsa.

 

Regis Francis Xavier Philbin : è un conduttore televisivo, attore e doppiatore statunitense. Figlio unico, ha origini irlandesi e, da parte di madre, arbëreshë. E’  stato sposato dal 1957 al 1968 da cui ha avuto due figli: Amy (1961) e Danny (1967) Dal 1970 è sposato con Bette Joy Senese da cui ha avuto altri due figli: Joanna (1973) e Jennifer Joy (1974). Ha preso parte ad un episodio di How I Met Your Mother, il secondo della quarta stagione, Il miglior hamburger di New York.

 Produzioni come attore : Little Nicky – Un diavolo a Manhattan (2000)

Jack e Jill (Jack and Jill), regia di Dennis Dugan (2011)

produzioni come doppiatoreI : Simpson – serie TV, 1 episodio (1998)

Pinocchio (2002) – voce nella versione inglese Shrek terzo (2007)

Shrek e vissero felici e contenti (2010)

 

 Antonio  Gramsci : Gli antenati paterni di Antonio Gramsci erano originari della città di Gramsh in Albania, e potrebbero essere giunti in Italia fin dal XV secolo, durante la diaspora albanese causata dall’invasione turca. Documenti d’archivio attestano che nel Settecento il trisavolo Gennaro Gramsci, sposato con Domenica Blajotta, possedeva a Plataci, comunità arbëreshë del distretto di Castrovillari, delle terre poi ereditate da Nicola Gramsci (1769-1824). Questi sposò Maria Francesca Fabbricatore, e dal loro matrimonio nacque a Plataci Gennaro Gramsci (1812-1873), che intraprese la carriera militare nella gendarmeria del Regno di Napoli e, quando era di stanza a Gaeta, sposò Teresa Gonzales, figlia di un avvocato napoletano di origini spagnole. Il loro secondo figlio fu Francesco (1860-1937), il padre di Antonio Gramsci.[1][2] Le lontane origini albanesi erano conosciute dallo stesso Antonio Gramsci, che tuttavia le immaginava più recenti, come scriverà alla cognata Tatiana Schucht dal carcere di Turi, il 12 ottobre del 1931:

Nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia e nel 1926 venne incarcerato dal regime fascista nel carcere di Turi. Nel 1934, in seguito al grave deterioramento delle sue condizioni di salute, ottenne la libertà condizionata e fu ricoverato in clinica, dove trascorse gli ultimi anni di vita. È considerato uno dei più importanti pensatori del XX secolo. Nei suoi scritti, tra i più originali della tradizione filosofica marxista, Gramsci analizzò la struttura culturale e politica della società. Elaborò in particolare il concetto di egemonia, secondo il quale le classi dominanti impongono i propri valori politici, intellettuali e morali a tutta la società, con l’obiettivo di saldare e gestire il potere intorno a un senso comune condiviso da tutte le classi sociali, comprese quelle subalterne.

 

Da Tirana

P. Pertomilli

Buon 2016 da Tirana, la Barcellona dei Balcani!

Nella piazza è stato allestito un palco dove a suon di musica migliaia di persone (tra la folla anche molti connazionali ) sono stati accompagnati sino allo scoccare della mezzanotte del nuovo anno. Al concerto hanno partecipato i migliori cantanti e gruppi di musica albanese moderrna , come Bushpepaj Eugene, Marsela Çibukaj, Kamela Islamaj

Tirana ha festeggiato l’arrivo del 2016 con uno spettacolo pirotecnico straordinario ,degno di un festival dei fuochi d’artificio . La nuova piazza dedicata a Madre Teresa di Calcutta ( la santa di origine Albanese ) era illuminata con luci e addobbi natalizi , Il nuovo sindaco non ha badato a spese come amministrazione e ha reso Tirana degna di essere tra le capitali europee emergenti.

Nella piazza è stato allestito un palco dove a suon di musica migliaia di persone (tra la folla anche molti connazionali ) sono stati accompagnati sino allo scoccare della mezzanotte del nuovo anno. Al concerto hanno partecipato i migliori cantanti e gruppi di musica albanese moderrna , come Bushpepaj Eugene, Marsela Çibukaj, Kamela Islamaj.

Il concerto ha avuto inizio alle 22.30, da subito l’atmofestera si e’ riscaldata a festa grazie alle musiche ritmate balcaniche , quasi le stesse che in contemporanea rissuonavano a Torino tra via Roma e piazza Castello nel concerto organizzato dalla municipalita’ torinese. In modo casuale la musica ha unito due citta lontane e con culture diverse ,Torino e Tirana.

Anche quest’anno molti Italiani hanno passato il capodanno a Tirana ,sempre piu’ giovani vengono attirati in questo paese ,che sta facendo passi da gigante per entrare in Europa. La grande accoglienza degli albanesi , la convenienza degli hotel e dei ristoranti , la voglia di fare di piu’ , anche quest’anno hanno reso Tirana appetibile per passarvi il capodanno. Il divertimento a Tirana è paragonabile al clima festoso di Barcellona , tutto merito della globalizzazione.

Da Tirana

P. Petromilli

GÜNTHER MANIA O GÜNTHER MAGIA: IL MISTERO DEL GALLO IMMAGINARIO

tiranese23E’ un gallo immaginario, immortalato in un dipinto ad olio di Erina Alushi, che da mesi impressiona e ipnotizza chiunque fissi il quadro dal vivo o anche solo la sua foto. Günther trasmette una magia inspiegabile mescolando il mistero della Torino cupa nascosta in profondità con il sole e i colori di una Tirana post Komunista

 

gunter eriNon si tratta dello scrittore, nemmeno del cantante con lo stesso nome e tanto meno di un essere umano. “Günther” è un gallo immaginario, immortalato in un dipinto ad olio di Erina Alushi, che da mesi impressiona e ipnotizza chiunque fissi il quadro dal vivo o anche solo la sua foto. Günther trasmette una magia inspiegabile mescolando il mistero della Torino cupa nascosta in profondità con il sole e i colori di una Tirana post Komunista che si scatena dalle piume cangianti di un gallo che ormai tutti chiamano “Günther”.

 

“Günther ci ha ispirati, esercitando un potere strano e ha svegliato in noi emozioni positive, tanto da iniziare un corso di pittura”– si esprime Dr. Fernando Espì, psichiatra al Department of Psychiatry al Memorial Sloan Kettering di New York, e capo redattore del “The Journal of Humanistic Psichiatry” di Chicago, dove fu pubblicato proprio un articolo sul fenomeno di “Günther”, la scorsa primavera.

 

Pare proprio che i medici siano collegati alla pittura, così come Erina, che di professione ha scelto quella del medico ma senza accantonare il suo talento innato per la pittura, pur non avendo mai seguito un corso.

 

“Ho sempre voluto rimanere una naïf in questo ambito”– dice Erina.

 

Ma nessuno ha mai avuto dubbi sulla connessione tra medicina e pittura, basta ricordare il grande chirurgo New Yorkese e padre del più celebre atlante di anatomia, Frank Netter i cui disegni anatomici sono utilizzati da generazioni di studenti di medicina.

 

“Medicina è l’arte della vita con cui si inizia a dipingere un quadro partendo dalla cellula, l’unità funzionale e strutturale base della vita, la più semplice, ma allo stesso tempo la più complicata. Nel corso degli anni quell’ immagine si arricchisce di dettagli in cui il fisiologico e patologico viaggiano insieme, intrecciandosi e sfidandosi, dipingendo la vita stessa. I dipinti ricreano attraverso i colori, le interne percezioni e sensazioni umane. Quello che la psicoterapia mira a fare con l’anima è focalizzare la luce verso il lato oscuro della psiche. L’arte della pittura lo fa attraverso le pennellate, penetrando nel lato buio dell’anima ed elevandolo verso la luce tramite i colori” si esprime Erina per “The Journal of Humanistic Psichiatry di Chicago”.

 

È stata condivisa con pochi la vera storia di questo gallo immaginario che parte fra amicizie e culture differenti, in una nuova Europa ormai senza confini che porta dentro storie e vissuti tanto diversi ma altrettanto capaci di esprimere uguaglianza e accettazione, come non potranno mai fare le politiche. Günther racchiude amicizie tra giovani dal Belgio, Albania, Germania, Romania, Spagna, Francia, Messico, in una Torino sempre più aperta, e le trasforma in colori e armonia. In fondo le emozioni sono soggettive, le ispirazioni anche, ma una cosa è certa, “Günther” piace moltissimo, i sui colori, il suo mistero, il magnetismo e il potere ispirante, stanno facendo il giro tra Europa e Stati Uniti facendo sempre rivalutare la potenza dell’arte nell’unire i popoli. Il gallo suggerisce un inizio promettente, che sarà portato avanti con energia. Speriamo che possa trasferire il suo incantesimo al mondo attuale.

 

 Gianluca Teat

 

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Alì Paşë Tepelena, una storia albanese

ali pascia albania

Conquistò l’Albania, l’Epiro e parte della Tessaglia, creando un regno semi-indipendente da quello turco. Nel 1819 dichiarò unilateralmente la sua totale indipendenza dall’Impero Ottomano, dopo che quest’ultimo gli aveva dichiarato guerra

 

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Alì Paşë Tepelena, conosciuto anche come Alì Pascià di Tepeleni, (in turco Ali Paşe Tepedelenli) (Tepeleni, 1741 – Giannina, 24 gennaio 1822), fu governatore di gran parte dei territori europei dell’Impero Ottomano. Noto anche come Il Leone di Giannina, è celebre per la spinta autonomista che diede all’Albania e alla Grecia, allora vissuta principalmente da popoli sempre di origine albanese, ma anche per esser stato un despota crudele e sanguinario. Ancora oggi si cerca il suo immenso tesoro nalla zona di Tepelena in Albania , che sottrasse agli ottomani e per questo motivo fu decapitato e prima non svelo’ mai dove fosse sepolto.

 

Alì Pascià agì per contrastare il potere ottomano in Albania, intrecciò alleanze prima con i Francesi ed in seguito con gli Inglesi, arrivando alla conquista della città più florida dell’Albania meridionale nel 1788: Giannina. Conquistò l’Albania, l’Epiro e parte della Tessaglia, creando un regno semi-indipendente da quello turco. Nel 1819 dichiarò unilateralmente la sua totale indipendenza dall’Impero Ottomano, dopo che quest’ultimo gli aveva dichiarato guerra, costringendolo ad asserragliarsi nella città di Giannina, che fu comunque espugnata dalle truppe ottomane, sotto il comando del sultano Mahmud II, dopo due anni di assedio (1821). Alì Pascià venne qui giustiziato e la sua testa, insieme a quelle dei suoi figli, fu portata a Costantinopoli ed esposta all’ingresso del Serraglio.

 

Lord Byron fece visita ad Alì Pascià nel 1809 a Giannina e scrisse le sue memorie dell’incontro nell’opera Childe Harold’s Pilgrimage (Il pellegrinaggio del giovane Aroldo), mostrando sentimenti contrastati nei confronti del tiranno: da un lato l’ammirazione per lo splendore della corte, e per l’aver incoraggiato il risveglio della cultura albanese a Giannina, dall’altro il biasimo per la sua crudeltà. Nel libro Il conte di Montecristo Dumas descrive in modo estremamente romanzato la fine di Ali Pascià per bocca di uno dei personaggi del romanzo, che sarebbe una delle sue figlie.

P. Mastropaolo

 

La comunità albanese a Torino e in Piemonte è molto forte e integrata pienamente da anni. Inizia sul TORINESE – attraverso il nuovo link IL TIRANESE – la pubblicazione di notizie, opinioni e servizi giornalistici incentrati sui rapporti tra il Piemonte e il Paese delle Aquile, nello spirito di amicizia e interscambio culturale e sociale.

 

Debutta a Roma “Albania casa mia”

tiranaTesto dell’esordiente Aleksandros Memetaj

 

Debutta in prima assoluta all’Argot Studio di Roma, dal 1° al 13 dicembre, il testo d’esordio del giovane autore albanese Aleksandros Memetaj, “Albania casa mia”, per la regia di Giampiero Rappa. Memetaj è arrivato in Italia con la famiglia nel 1991, su uno dei famosi pescherecci partiti dai porti albanesi alla volta dell’Italia: aveva solo sei mesi. “Albania casa mia” è la storia di un figlio lontano dalla terra natia, che si trova a crescere in Veneto, territorio che non gli darà mai un pieno senso di appartenenza; ma è anche la storia di un padre, dei sacrifici che ha fatto e dei pericoli che ha corso per evitare di crescere il figlio nella miseria di uno Stato che si è dissolto. Mercoledì 2 dicembre alle ore 19.30 si terrà presso l’Argot Studio un dibattito aperto al pubblico sul tema dell’immigrazione, organizzato in collaborazione con l’Ambasciata Albanese. Vi prenderanno parte Shqiponja Dosti, economista, esperta in migrazione e sviluppo; Gerarta Zheji Ballo, Responsabile Cultura dell’Ambasciata di Albania, Fioralba Duma, operatrice di Gus Albania, oltre all’autore Aleksandros Memetaj e al regista Giampiero Rappa.

 

Epique, Piano Recital di Red Radoja

albania pianotiranese23Le sue composizioni sono spesso ispirate alla musica popolare, in particolare quella della sua terra di origine. I suoi concerti sono stati presentati con grande successo in diverse città europee. Il concerto viene proposto in occasione della Festa Nazionale dell’Albania, con il Patrocinio dell’Ambasciata d’Albania in Italia

 

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Il Centro di Cultura Albanese è lieto di presentare, per la prima volta in Italia, lo straordinario Piano Recital ‘Epique’ del brillante pianista e compositore Red Radoja, lunedì 23 novembre, ore 21.00, presso il Teatro Vittoria a Torino. L’autore accompagnerà il pubblico torinese alla scoperta del suo peculiare universo popolato da figure mitiche e leggendarie, le cui gesta vengono raccontate nel suo nuovo album ‘Epique’

 

Tra le opere proposte il nocturno ‘La forza del prode’ e la suite per pianoforte ‘Il canto di Garria’, entrambe ispirate alle misteriose leggende della terra natia dell’autore, l’Albania. E’ l’epica medievale, invece, a fare da sfondo alla ‘Rapsodia Scanderbeg’ e alla suite per pianoforte ‘A caccia nella terra dei Duchi di Lorena’, opera ispirata all’epopea dei mille cavalieri albanesi che si sono stabiliti nella Francia nord-orientale nel corso del XVI° secolo.L’autore introdurrà il concerto con un suo intervento per descrivere il particolare contesto storico e culturale che alimenta la sua arte e costituisce lo sfondo del suo universo creativo.

 

Red Radoja ha iniziato a studiare pianoforte all’età di soli 6 anni, nella sua natale Albania, dove si è laureato in Interpretazione Pianistica presso l’Università di Belle Arti di Tirana. La specializzazione in pianistica di concerto l’ha conseguita presso il Conservatorio di Strasburgo in Francia, città dove ha completato anche il Master in Ricerca Musicologica. Laureato Direttore dʼOrchestra al Conservatorio di Dijon e Professore di Pianoforte a Metz, dal 2005 conduce l’insegnamento del pianoforte classico allʼEcole de Musique di Lunéville (Francia).

 

Considerato dalla critica un’autore raffinato e originale di opere armoniose e dai contrappunti intelligenti, Radoja ha dedicato una particolare attenzione allo studio dei canti epici della tradizione orale. Le sue composizioni, che utilizzano con maestria ed ecclettismo una miscela di stili musicali sono spesso ispirate alla musica popolare, in particolare quella della sua terra di origine. I suoi concerti sono stati presentati con grande successo in diverse città europee, dove la sua opera è stata accolta molto calorosamente. Il concerto viene proposto in occasione della Festa Nazionale dell’Albania, con il Patrocinio dell’Ambasciata d’Albania in Italia.

 

Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti. Gradite le prenotazioni.

 

Programma:

EPIQUE

“La forza del prode”
(nocturno)

“A caccia nelle terre dei duchi di Lorena”
(suite per pianoforte)

Vigilia

Fino Amor

La caccia al cervo

 

“Rapsodia Scanderbeg”

“Il canto di Garria”
(suite per pianoforte)

Lamentazione

Cavalcata

Festa

Ninnananna

Adii

Ritorno

Campane dell’alba

 

 

L’Italia alla Fiera del Libro di Tirana

 Fino al 15 novembre al palazzo dei Congressi

 

tirana-4L’Italia protagonista alla Fiera del Libro di Tirana. Nel corso della diciottesima edizione, che sarà ospitata fino al 15 novembre al palazzo dei Congressi, l’Istituto italiano di Cultura presenta una serie di appuntamenti. Ad aprire il cartellone di appuntamenti sarà l’omaggio ad Alberto Moravia con la presentazione di due volumi, “La Noia” e “Il Conformista”. Giovedì 12 novembre, invece, saranno presentati al pubblico due libri Urat e Arberit di Francesco Altimari. Venerdì 13 sarà la volta della conferenza Ricerche sull’Albania di Lucia Nadin, mentre il giorno successivo sarà presentata la nuova guida della Polaris “Albania – Un piccolo mondo antico tra Balcani e Mediterraneo” di Rosita Ferrato. Infine, un appuntamento tutto dedicato ai bambini si terrà domenica pomeriggio.

 

 

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La nuova Albania corre verso l'Europa

albania elezaj

tiranese 22

albania elezajjNel Paese delle Aquile sono pieni di voglia di vivere e assaporano la liberta’, che sanno bene cosa vuol dire dopo 50 anni di durissima dittatura comunista

 

 

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Guardate il video        https://www.youtube.com/watch?v=X7GZgV-q-aQ  che sfata tutti gli stereotipi sull’ Albania, un paese che corre verso l’Europa alla velocita’ della luce, che fa invidia a noi Italiani impantanati nella nostra decrescente economia. Nel Paese delle Aquile sono pieni di voglia di vivere e assaporano la liberta’, che sanno bene cosa vuol dire dopo 50 anni di durissima dittatura comunista .Un popolo di giovani pieni di energia con tanta voglia di emergere. Dopo la visione di queste immagini come non puo’ venire la voglia di prendere il volo e dopo 1 ora e 30 fiondarsi nella festa loca albanese che vive 7 giorni su 7 tutto l’anno?  Da Tirana a Durazzo a  Saranda centinaia di discoteche, pub,bar con musica ovunque e occasione per fare festa, sempre.  E che musica live, tantissimi sono i gruppi musicali molti anche ribaltati nella scena internazionale con la loro musica: uno degli ultimi artisti nelle top ten al mondo  è Kristine Elezaj – cantante – (nelle foto)  celebre negli Stati Uniti.

 

 

De Biasi da Torino a Tirana e l'Albania sogna

Il popolo albanese, che vuole entrare in Europa, lo farà anche attraverso il calcio, con l’orgoglio che gli è tipico

 

ALBANI ITALIALa comunità albanese a Torino e in Piemonte è molto forte e integrata pienamente da anni. Inizia da oggi – attraverso il nuovo link del Torinese, IL TIRANESE – la pubblicazione di notizie, opinioni e servizi giornalistici incentrati sui rapporti tra il Piemonte e il Paese delle Aquile, nello spirito di amicizia e interscambio culturale e sociale.

 

 

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de biasiTutto il Paese delle Aquile ha festeggiato da Saranda a Scutari: per la prima volta nella sua storia l’Albania giocherà  infatti la fase finale di un Europeo di calcio. La nazionale guidata da Gianni De Biasi- già allenatore, tra l’altro, del Torino di Urbano Cairo – ha conquistato l’ambito traguardo col 3-0 all’Armenia, valido per il secondo posto nel girone I, con la Danimarca agli spareggi. «Nella mia carriera di soddisfazioni ne ho avute tante, ma questa le supera tutte perché dietro abbiamo un popolo intero», ha detto il ct a Sky Sport. Ed è proprio così. Il popolo albanese, che vuole entrare in Europa, lo farà anche attraverso il calcio, con l’orgoglio che gli è tipico. «Prima della partita ai ragazzi ho detto che tre anni e mezzo fa c’erano pochissime persone con noi, al debutto in Georgia. Ho detto che se mi avessero seguito e che se ci avessero creduto avremmo avuto grandi possibilità. Qualcuno – dice De Biasi – ha sorriso, oggi anche chi ha sorriso si aggrega, ma va bene così. Dietro questo successo c’è il lavoro di un team: Tramezzani, Bellè, tutti coloro che hanno partecipato, tutti hanno contributo a raggiungere questo sogno». un nuovo sogno italo-albanese.