CANTO ERGO SUM – UNA VOCE NELLO SPAZIO OVVERO NELLO SPAZIO DI UNA VOCE

Sabato 24 marzo, ore 21
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Bip, si fa chiamare così. Il suo nome sarebbe Beatrice Irene Prosperina quest’ultimo in ricordo della nonna che lei neanche ha mai conosciuto.
Ma è un nome troppo lungo da dire, anche lei deve respirare bene per riuscire a dirlo tutto. Non riesce a dire il suo nome tutto d’un fiato così come tante altre cose. Allora Bip decide di non parlare più, di chiudersi nel suo spazio che per la vastità che ha dentro è un iperspazio, lontano anni luce dal pianeta terra con il quale non riesce più a comunicare. Il virtuosismo vocale dell’attrice e cantante viene messo al servizio della narrazione di una tematica delicata e importante. Trovare ed accettare la propria voce, saperla esprimere, vuol dire avere uno “strumento” per comunicare chi siamo, privi di giudizio e lontano dal voler essere come gli altri. Il farsi sentire richiede forza, riuscire a farsi ascoltare necessita di coraggio.
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Sala Grande
Fondazione TRG Onlus
Con Silvia Laniado
Drammaturgia Simona Gambaro
Regia Rita Pelusio
Progetto audio Paolo Casati
Progetto luci Luca De Marinis
Scene e costumi Ilaria Ariemme
Musiche originali Alberto Mompellio
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BIGLIETTERIA CASA del TEATRO RAGAZZI e GIOVANI
c.so Galileo Ferraris, 266 – 10134 Torino
tel. 011/19740280 – biglietteria@casateatroragazzi.it 
Orario di biglietteria: dal lunedì venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 – dalle ore 15.00 alle ore 18.00 sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00
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Informazione commerciale

L’invidia del sorriso

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L’invidia è un vissuto scomodamente inconfessabile. Viviamo in una società di persone invidiose e frustrate, al punto tale da sperare nell’insuccesso dell’altro piuttosto che concentrarsi sul loro, in un vortice di inettitudine e scarsa propensione al sacrifico, talmente alta da essere invidiosi anche di un sorriso. C’è un giudizio in queste parole, un’accusa forte, rumorosa, quasi quanto un’unghia sulla lavagna, come se andasse di moda “sputare” sul trionfo altrui per giustificare il proprio fallimento. L’invidia è il desiderio di possedere qualcosa che appartiene a qualcun altro e di cui si sente intimamente l’assenza.Dal punto di vista psicologico ciò provoca uno stato d’animo tanto angosciante quanto ambivalente. Da una parte coltiviamo rabbia verso chi, secondo i nostri personali standard, sembra apparentemente appagato dal proprio stile di vita, ma dall’altra coviamo desiderio per gli stessi traguardi. Vogliamo essere come la persona che invidiamo, proprio perché ciò che possiede è quello che vorremmo anche noi. Attraverso l’invidia demoliamo l’altro, non avendo potuto raggiungere come lui, o per lo meno non ancora, quel “grappolo d’uva sul ramo più alto”. Aggredire, in questo caso, rappresenta il tentativo di tenere a galla la propria autostima e la fiducia in se stessi. Infatti, svalutando ciò che abbiamo intorno, il nostro vissuto non apparirà più così negativo come sembra. “Sporchiamo” gli altri non riuscendo a “lavare” noi stessi. In questo modo si placa quel senso di insoddisfazione che, evidentemente, si può provare. Sminuire quello che non si riesce ad ottenere diviene dunque una sorta di “stratagemma” per preservare dal dolore di non essere come si vorrebbe. E’ un autoinganno che, nella società attuale, fortemente centrata sul valore della competizione e della rivalità a colpi di “selfie” pubblici, trova terreno fertile.

 

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L’osservare, lo sbirciare cosa fanno gli altri comporta un confronto continuo ed ossessivo, quanto inutile, con   qualcuno di cui la maggior parte delle volte sappiamo poco. Veniamo completamente assorbiti dal superficiale fattore visivo e lo prendiamo come dato certo: “Se sorride in quella foto vorrà dire che è più felice di me”. Muoviamo le nostre riflessioni su dati apparenti, considerandoli assoluti nel tempo, all’interno del quale l’invidia si espande, presentandosi come un’emozione che danneggia l’autostima, col rischio di cristallizzarsi emotivamente in maniera duratura. Prende vita, così, nel proprio io, uno stato di malessere e inadeguatezza che sfocia nell’avversione nei confronti della persona invidiata. La conseguenza più grave per lo stato d’animo è un danno psicologico in termini di crisi della considerazione che abbiamo di noi, poiché, invece di apprezzare le personali abilità, si tenderà in modo non sano, a confrontarle con quelle degli altri che appaiono migliori, fuori da un ottica di valutazione oggettiva costruttiva. La persona che ha raggiunto il successo non viene considerata un punto di riferimento da cui trarre semmai inspirazione per migliorarsi, ma un nemico da svalutare il più possibile. L’osservazione dell’altro, da eventuale momento di confronto creativo, viene trasformata in occasione di insulto e denigrazione, perdendo qualsiasi funzione vitale alla crescita individuale. Le persone diventano bersagli da colpire. Gli altrui successi, il risultato di comportamenti sicuramente scorretti e di mera fortuna, lontani da una logica di sudata realizzazione ricercata professionalmente. Per liberarsi da questa condizione nociva sia per il proprio benessere psicofisico, sia per la qualità e salute delle relazioni interpersonali, è fondamentale far emergere il coraggio e l’impegno di concentrarsi solo sulla propria frustrazione, piuttosto che disperdere energie in tentativi di denigrazione dell’altro. In questo processo è determinante mantenere come punto di riferimento il proprio “io”, anziché fattori e dettami sociali, riscoprendo il valore positivo nella conquista di un sorriso ricevuto, apparentemente piccola cosa, ma oggi assai rara, invece che perdere il sonno dietro incubi di angosce persecutorie. L’occhio dell’invidia altro non fa che mettere in evidenza il disagio emotivo che si può sperimentare nella vita sociale, e porta ad incamerare un vissuto così indigesto da inquinare una parte profonda dell’individuo, la considerazione di sè. La mancata elaborazione di questo processo mentale può far insorgere serie problematiche di adattamento. Per evitare che questo accada sarebbe opportuno prendersi cura delle proprie imperfezioni ed essere consapevoli dei propri pregi e traguardi raggiunti, donandoci valore, per non venire fagocitati dalla moltitudine di stimoli e vivere in uno stato di insicurezza perenne e di inadeguatezza interiore. Si evita, così, di sprofondare nell’invidia, usandola come “nocivo” meccanismo di difesa. Se avremo la capacità di riconoscere i nostri limiti non sentiremo l’esigenza di confrontarci al di là del nostro cuore.

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Dott. Davide Berardi, Psicologo – Psicoterapeuta

Psicologo, Psicoterapeuta ad Indirizzo Relazionale Sistemico, Docente Corsi di Accompagnamento al parto, Psicologo della riabilitazione e del sostegno nella terapia individuale e familiare, Terapeuta del coraggio emotivo.

davide_berardi_78@yahoo.it      

https://www.facebook.com/StudioStressRoma/

San Giuseppe, Casale guarda a Torino

La tradizione sarà rispettata anche quest’anno, per la settantaduesima volta. Alle ore 18 di venerdì 16 marzo, quasi a voler seguire un rituale antico, ma al tempo stesso sempre ricco di novità, ci sarà il taglio del nastro dell’edizione 2018 della Mostra Regionale di San Giuseppe a Casale Monferrato. L’evento, che si svolgerà sino al 25 marzo sarà ancora una volta l’occasione per “mettere in vetrina” Casale, il Monferrato, il suo tessuto socio – economico, le tante peculiarità di un territorio che è a cavallo tra più province e due Regioni, Piemonte e Lombardia, ricche di potenzialità per il futuro e di ricordi del passato. La presentazione ufficiale è avvenuta martedì pomeriggio nella sala consiliare di palazzo San Giorgio alla presenza del vice sindaco ed assessore alle attività economiche Angelo Di Cosmo. Il sindaco Titti Palazzetti e l’assessore alle manifestazioni, non hanno potuto intervenire per altri impegni concomitanti. “Quella del 2018 è un’edizione all’insegna della continuità nella tradizione ma con lo sguardo ben fisso, in prospettiva, verso il domani, E questa continuità, come organizzazione, si rileva dalle presenze degli espositori che la contraddistinguono da sempre con operatori del commercio, dell’artigianato, dell’industria e dell’area agricola” ha sottolineato Carlo Manazza, amministratore, con grande esperienza nel settore fieristico, della D&N Eventi srl, la società di Casale Monferrato, che organizza la Mostra. Manazza ringrazia poi l’Amministrazione comunale di Casale Monferrato, “per aver creduto nella nostra impresa”. L’edizione 2018, infatti, ha il patrocinio del Comune di Casale Monferrato, ed il supporto di due importanti associazioni di categoria, Confartigianato Alessandria (che presenterà in Mostra la sua App, ConfiApp) e la Federazione Coldiretti di Alessandria. Dal canto suo l’assessore Di Cosmo ha evidenziato che: «La Mostra è un importante appuntamento di aggregazione sociale che la città ripropone da ben 72 anni; un’iniziativa nata per valorizzare e promuovere le realtà economiche del territorio. Si tratta di un’occasione per le imprese che hanno la possibilità di presentare le novità, di fare rete e di incrementare i rapporti commerciali, offrendo una considerevole dose di vitalità all’economia locale». Massimo Iaretti, consigliere delegato dell’Unione dei Comuni della Valcerrina, che sarà presente in Mostra con n proprio stand, dopo aver ringraziato Carlo Manazza, ha evidenziato come verrà portata avanti proprio in sede di fiera la proposta di percorsi che vadano, partendo da Crea e viceversa in direzione della Città Metropolitana di Torino, nell’ambito di uno slogan “Tre chiese (Crea e il sistema devozionale della Valle, Santa Fede a Cavagnolo ed il Cristo Pantocratore di San Mauro Torinese), tra tre Unesco (Langhe-Roero e Monferrato, i Sacri Monti e la Collina Po), L’edizione 2018, che si svolgerà sino al 25 marzo, al PalaFiere nel Quartiere Fieristico della Cittadella e vedrà, come negli anni dal 2011 in poi, l’ingresso gratuito per tutti i visitatori ed il percorso obbligato a giorni alterni. Quest’ultimo accorgimento consentirà a tutti i visitatori di prestare la necessaria attenzione a tutte le proposte innovative che verranno presentate dagli espositori nei vari settori merceologici, agricolo, industriale, artigianale, commerciale, terziario. Un punto “catalizzatore” nell’arco del percorso mostra, sarà la Piazzetta del Gusto, attorno alla quale ci saranno un nutrito numero di alimentaristi con un’offerta enogastronomica da tutta Italia.

 

SABATO 3 MARZO SWING FEVER AI DOCKS DORA

Sabato 3 marzo gli ARCA Studios dei Docks Dora (via Valprato 68) si trasformeranno in una ballroom degna della Swing Era grazie al robusto sound degli Harlem Swing Society, sestetto torino/milanese, e al djset di Swing Kitchen e alle sue pillole di puro groove anni ’30 e ’40.  La serata è organizzata dalla scuola torinese Feel Good Swing, specializzata in balli afroamericani delle origini: lindy hop, charleston, jazz roots. Tromba, sax, clarinetto, pianoforte, chitarra, contrabbasso, batteria e voce, gli Harlem Swing Society si ispirano al jazz reso immortale da Louis Armstrong, Duke Ellington, Billie Holiday, Count Basie. Per la gioia dei ballerini di lindy hop (il ballo swing per eccellenza) e degli amanti della buona musica!
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ARCA Studios – Via Valprato 68 – dalle 21.30 – biglietto: 8 euro
Segui l’evento facebook e per maggiori dettagli: info@feelgoodswing.com  349.80.10.889

Over My Eyes, immagini dall’Iraq in mostra a Palazzo Lascaris

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27/01/2015 — Kirkuk, Iraq — Abdullah Hazbar from outside his tent. Abdullah was wounded by Iraqi war planes’ bombing when he left his village with his family.

Dal 1° marzo a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte (via Alfieri 15 a Torino), la mostra fotografica “Over My Eyes: una mappa di sfollamento”.

Dal 2014 in Iraq la guerra contro l’ISIS (Islamic State in Iraq and Syria) ha costretto alla fuga più di tre milioni di persone. La metà ha trovato rifugio nel Kurdistan iracheno, una regione autonoma nel nord del Paese abitata da circa cinque milioni di curdi e amministrata dal Governo Regionale del Kurdistan.

La mostra Over My Eyes presenta quaranta immagini di diverso formato, alcuni testi e due video. Attraverso lo sguardo di una giovane generazione di fotografi locali presenta frammenti della realtà quotidiana  degli Iracheni che spesso non sono documentati: dalle vaste montagne ai confini settentrionali del Paese, alle più disparate situazioni in ogni angolo dell’Iraq che raccontano le vite e le storie di chi vive da anni nei campi profughi, mentre la guerra continua a devastare la nazione.

Le fotografie sono il risultato di un anno di collaborazione tra un gruppo di fotografi iracheni e un team di editor, curatori e scrittori internazionali.

Le immagini esposte fanno parte di Darst Projects e sono state realizzate dai fotografi: Rawsht Twana, Bnar Sardar, Seivan M. Salim, Aram Karim, Hawre Khalid, Twana Abdullah, Sebastian Meyer e Ali Arkady.

Intervengono alla presentazione:

Francesca Cirilli, rappresentante Associazione Jest

Stefano Carini, fotografo ideatore del progetto

Rawsht Twana, fotografo del progetto

Younis Tawfik, giornalista e scrittore iracheno

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La mostra “Over My Eyes: una mappa di sfollamento” sarà aperta al pubblico a Palazzo Lascaris

dal 2 al 30 marzo 2018.

Orari: dal lunedì al venerdì 9 – 17

Ingresso gratuito

Linee e frammenti. Fotografia, spirito e immanenza

Un lavoro prezioso, quasi intimista, che ci pone, tutti, davanti alla necessità di rallentare e ricostruire, così, una nuova consapevolezza

Giovedì 15 è stata inaugurata “Linee e frammenti. Fotografia, spirito e immanenza”, del giovane fotografo Samuele Mollo. Numeroso e partecipe il pubblico che ha riempito le sale della Burning Giraffe Art Gallery. Anche noi ci siamo lasciati ispirare dal particolare lavoro di ricerca di Mollo: un viaggio rigorosamente a passo d’uomo, una metafora dell’uomo e del tempo, che aiuta a rendere visibile l’invisibile, dentro ciascuno di noi. Ben riuscita l’evocazione pittorica dell’allestimento, così come la scelta dei supporti.  Un lavoro prezioso, quasi intimista, che ci pone, tutti, davanti alla necessità di rallentare e ricostruire, così, una nuova consapevolezza.

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La mostra è visitabile fino al 17 marzo. 

Via Bava 8/a, Torino. Dal martedì al sabato, 14:30 – 19:30 (o su appuntamento, tel. 0115832745, 3477975704)

 

Sulle colline del Monferrato torna la Fiera dei Fiori

Torna in Fiera il Festival canoro San Giuseppe per giovani talenti. L’evento collaterale si terrà domenica 18 marzo a partire dalle ore 16

 

Nell’ambito della edizione numero 72 della Mostra Regionale di San Giuseppe, manifesttazione che si terrà al Quartiere Fieristico della Cittadella di Casale Monferrato, da venerdì 16 a domenica 25 marzo, a cura di D&N Eventi Srl, c’è anche quest’anno un gradito ritorno.

Domenica 18 marzo, a partire dalle ore 16, si svolgerà, infatti, la settima edizione del Festival San Giuseppe, manifestazione canora che è riservata ai piccoli artisti dai 7 ai 13 anni, suddivisi per categoria. Ad organizzarla è il Gruppo Artisti Canori che, anche quest’anno, ripetendo un’esperienza degli anni precedenti, sarà presente con un stand per tutta la durata della Mostra, con un banco di beneficenza, al quale potranno iscriversi coloro che vorranno prendere parte al Festival canoro.

“Domenica 18 marzo – anticipa Federico Marchese, direttore artistico dell’evento canoro e presentatore dello stesso – con me sarà a presentare la casalese Emanuela Capretto che è anche una collaboratrice del Gruppo e ci sarà la cantante Noemi Colombini, proveniente da Milano. E davvero una grande gioia poter dire che avremo due cantanti, una del territorio ed una che arriva da lontano”.

La Mostra, invece, continuerà a proporre i due ingredienti vincenti degli ultimi anni, l’ingresso gratuito e il percorso a giorni alterni, che tanta accoglienza positiva hanno sempre avuto da pubblico ed espositori e non mancheranno altri ritorni ormai classici, dall’Area Giochi riservata ai giovanissimi, alla “Piazzetta del Gusto”, con l’enogastronomia di diverse regioni italiane abbinata a quella del territorio, o “Arteinfiera”, ideata a curata dall’artista e critico d’arte Piergiorgio Panelli, quest’anno alla sua ventiquattresima edizione.

Ma l’offerta fieristica dell’edizione 2018 non si ferma qui: “Stiamo anche lavorando, in continuità con le edizioni precedenti – dice ancora Carlo Manazza – ad un programma di eventi collaterali, musicali, artistici, dibattiti, che vadano, da un lato a realizzare realtà del territorio, dall’altro a costituire un elemento di attrazione e di aggregazione”

 

Questi gli orari di apertura della Mostra

Feriali: dalle ore 18 alle ore 23

Sabato: dalle ore 15 alle ore 23

Domenica 18: dalle ore 11 alle ore 23

Domenica 25: dalle ore 11 alle ore 21

 

 

 

 

 

 

 

 

CON IL TEMPO, SAI / AVEC LE TEMPS – LA CANZONE TRA GENOVA E PARIGI

Ci sono città che hanno mille luci e altre che hanno solo una lanterna, ma le cui musiche si muovono sui medesimi binari, quelli della canzone d’autore. Parigi e Genova sono “una stella nella sera” e “un’idea come un’altra”, solo più bella e con tutte le note del mondo

Avec le temps / Col tempo, sai rilegge, tra musiche e parole, le pagine più belle della chanson e della scuola genovese, attraverso le interpretazioni di Piero Sidoti e i racconti di Massimo Cotto, ma dietro ci sono anche il pensiero, la musica e la sensibilità di Gianmaria Testa. Questo non è un reading come un altro, bisogna dirlo subito, la storia che c’è dietro è complicata, ma bella, ed è una storia di dolore, ma anche d’amore. Ve la raccontiamo. Più o meno tre anni e mezzo fa, prima che Gianmaria si ammalasse, avevamo un progetto che si chiamava appunto COL TEMPO, SAI /AVEC LE TEMPS. Doveva essere un vero e proprio spettacolo teatrale e coinvolgeva Massimo Cotto (giornalista e scrittore); Gianmaria Testa che con la Francia aveva, si sa, un rapporto privilegiato e il pianista jazz Roberto Cipelli che su Ferré aveva molto studiato e lavorato. Il nucleo fondante era dato dal rapporto tra gli chansonnier francesi (Brel, Brassens, Ferré, ecc.) e i cantautori italiani (De Andrè, Bindi, Lauzi, Conte, Tenco, ecc.), tra Parigi e Genova. Il progetto era già in fase molto avanzata c’era il copione, uno studio grafico di locandina, letture a tavolino fatte, squadra di lavoro e prove fissate e molte date già vendute e programmate. Poi Gianmaria si è ammalato improvvisamente e ovviamente si è bloccato tutto e le date le abbiamo annullate senza pensarci un attimo. Mai, neanche per un secondo, si è pensato che il progetto contasse più di chi lo faceva, immaginando una sostituzione.

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Massimo Cotto e Paola Farinetti hanno ripensato tanto, in questi anni, a questo progetto mai nato, e pure con nostalgia e rimpianto. E’ stato chiaro da subito che non avrebbe mai più potuto essere come lo si era immaginato all’inizio, ma al tempo stesso era un peccato lasciare quel copione e quelle storie che continuano a essere così vive in un cassetto. Così è venuta fuori l’idea di un reading, semplice semplice, da presentare una sola volta a Torino, alla Casa del Teatro Ragazzi e  Giovani, anche e soprattutto in omaggio e in ricordo di Gianmaria, e poi mai più. Accanto a Massimo, che come si sa è un giornalista musicale coltissimo e brillante, capace di raccontare come nessun altro e ora star di Virgin Radio, si è aggiunto Piero Sidoti, chitarra e voce, che di Gianmaria è stato amico discreto, e a lui toccherà dar voce sia agli chansonniers sia ai cantautori. Questo terzetto si è quindi incontrato per leggere e adattare il copione a questa nuova, provvisoria vita.  Sidoti ha fatto sentire agli altri come venivano le canzoni di Brel o Montand o De André o Conte, fatte a modo suo, Massimo ha cominciato a leggere, Paola guardava da fuori e ogni tanto interrompeva per piccoli appunti. Ed è successo allora che i tre, a un certo punto, si sono guardati e si sono detti che “quella cosa lì” non era davvero niente male perché le storie che si raccontano sono belle e intriganti e Massimo Cotto le sa raccontare benissimo e perché Piero Sidoti è riuscito a far sue, senza snaturarle, canzoni che fanno parte della storia della musica e fanno tremare le vene ai polsi. Insomma è venuta fuori una “cosa” che non è né vuole essere uno spettacolo teatrale finito, questo no, anzi che è decisamente indefinibile, ma che emoziona e incuriosisce e un po’ anche riscalda perché racconta di un’epoca speciale della musica.

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E allora può anche essere che, al di là di quell’unicum a Torino, se capita, CON IL TEMPO, SAI/AVEC LE TEMPS lo riproporremo anche altre volte. In poco meno di due ore scorrono le immagini in bianco e nero della rive gauche esistenzialista di Saint Germain-des-Pres e del leggendario Tabou, di Juliette Greco che si abbronzava alla luna e di Edit Piaf che cantava come “centodiecimila uccelli dall’ugola insanguinata”, come disse una volta un altro grande di Francia, Leo Ferrè, il maledetto che abitava altre latitudini; del grande Brassens e dell’immenso Brel, belga innamorato di Parigi che andò a morire alle isole Marchesi, dove “per assenza di vento, il tempo s’immobilizza, e si parla della morte come tu parli di un frutto”; di quel Gainsbourg “morto per aver bevuto troppe sigarette”, come scrisse Libération, e di quel Boris Vian che fondeva jazz e letteratura e immortalava la figura del disertore nella canzone di Francia. E poi, le canzoni che indossavano dolcevita neri e occhiali dalla montatura spessa, quelle scritte da Umberto, Luigi e Ginaccio, attorniati da quattro amici al bar e immersi in un mondo da cambiare. E poi, Faber e tutti gli altri, che hanno cantato Genova per noi che stiamo in fondo alla campagna, e la Parigi che non smette di brillare anche quando si addormenta. Uno spettacolo per (ri)scoprire chi erano e ricordarci chi siamo

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Sala Grande 
dedicato a Gianmaria Testa
Produzioni Fuorivia 
di Massimo Cotto
con Piero Sidoti – voce e chitarre
e con Roberto Cipelli –pianoforte
coordinamento scenico – Paola Farinetti
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BIGLIETTERIA CASA del TEATRO RAGAZZI e GIOVANI
c.so Galileo Ferraris, 266 – 10134 Torino
tel. 011/19740280 – biglietteria@casateatroragazzi.it 
Orario di biglietteria: dal lunedì venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 – dalle ore 15.00 alle ore 18.00 sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00
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Il questore di Fiume nel Giorno del Ricordo

Martedì 20 febbraio 2018 presso la Sala Didattica del Polo del ‘900,  alle ore 17 in via del Carmine 14 a Torino si terrà il  Convegno “Giovanni Palatucci, Questore di Fiume”. Intervento di Silva Bon (Presidente Istituto Regionale per la Cultura Ebraica di Trieste e del Friuli Venezia Giulia) e di Pier Franco Quaglieni (Centro Pannunzio). L’incontro si svolge in occasione delle iniziative per il Giorno del Ricordo.