Per 11 giorni la struttura si trasformerà in una mini città bavarese
All’Oktoberfest Torino tradizione e innovazione trovano un connubio perfetto. L’Oval di Lingotto Fiere, ex struttura olimpica di 20.000 metri quadri, è uno spazio innovativo, tecnologico e flessibile, da anni palcoscenico d’eccezione per eventi di prestigio internazionale, da Artissima ai concerti dei dj più famosi del mondo. Per 11 giorni, fino al 18 ottobre, la struttura si trasformerà in una mini città bavarese, con fedeli ricostruzioni, caratteristici tavoloni in legno, decorazioni in bianco e blu, camerieri e spillatori vestiti a
tema, per far rivivere sotto la Mole lo spirito dell’Oktoberfest di Monaco. L’Oval verrà occupato per circa 9.000 metri quadri – per avere un termine di paragone, il padiglione Hofbräuhaus a Monaco è di 5.270 mq, quasi la metà – e potrà ospitare fino a 8.000 persone con posti a sedere. A questi si aggiungono gli oltre 2.000 mq di Biergarten esterni, per una capienza totale di oltre 12.000 persone. Numeri che fanno dell’Oktoberfest Torino la festa della birra più grande d’Italia

Il 7 e l’8 ottobre si è svolta a Ibiza la seconda edizione di International Nightlife Congress 2015, appuntamento internazionale dedicato all’industria dell’intrattenimento notturno e del divertimento, che vuole unire i più importanti professionisti del settore, quest’anno oltre 500 ,provenienti da 30 paesi diversi, per migliorare la nightlife di tutto il mondo, condividendo esperienze e network. Fra i temi trattati l’inquinamento acustico, l’alcool e la sicurezza. Nell’occasione si è celebrato l’International Awards Ceremony per i “Migliori 100 Club del Mondo” votati da una giuria di esperti e, tra i premi previsti, anche quello per il personaggio che si è distinto maggiormente nella difesa dei valori legati al divertimento sano e alla tutela dei diritti umani (Most Original action in nightlife prestigi defence”). A rappresentare l’immagine italiana del divertimento sano e responsabile è stata invitata Barbara Del Mastro Meoni, ex modella che ha
posato per fotografi di fama mondiale come Newton e sfilato per Armani, Versace e molti altri famosissimi stilisti, titolare di alcune note discoteche come il Tabata di Sestriere, il Tabata di Porto Cervo, Le Vele di Alassio. Il segretario generale di International Nightlife Joaquim BoadasDe Quintana ha dichiarato di “ sostenere pienamente le iniziative promosse da Barbara Delmastro Meoni, portavoce di un tipo di intrattenimento sano, che da anni nei suoi locali porta avanti la battaglia contro il degrado del mondo della notte. La pubblicazione del fumetto Lady Tabata,creato dall’Anonima Fumetti di Nico Vassallo, di cui è protagonista, è oggi un altro traguardo raggiunto per comunicare e informare riguardo a queste delicate tematiche.” Il fumetto Lady Tabata, che in pochi mesi ha raggiunto oltre 70.000 visualizzazioni, è portatore di importanti messaggi rivolti ai giovani per metterli in guardia nei confronti dei pericoli dell’alcool e della droga , ed anche , e soprattutto, in difesa delle donne, spesso vittime di violenza e sopraffazione. Barbara Meoni si è sempre battuta, sostenendo manifestazioni e iniziative legate a temi sociali (è anche madrina di FORMA, l’associazione benefica legata al Regina Margherita) ed è per questo che l’INTERNATIONAL NIGHTLIFE ha deciso di insignirla di uno speciale riconoscimento. 
Prosegue panoRama, la mostra diffusa in sei gallerie del quartiere Vanchiglia, che vuole indagare l'”eredità inconsapevole” di Carol Rama attraverso i lavori e le ricerche di giovani artisti di generazioni e nazionalità differenti. Il progetto espositivo, a cura di Olga Gambari, è arricchito da panoRama EXTRA, una serie di eventi collaterali che prenderanno vita nel quartiere con cadenza settimanale, fino al termine del periodo espositivo. Dopo N_O_D_I, la performance di Francesca Arri che ha avuto luogo presso la Galleria Moitre il 1° ottobre, giovedì 8 ottobre è la volta di panoRama party, un appuntamento per festeggiare e insieme presentare il
Prende il via martedì 6 ottobre alle 20 al Cinema Romano di Galleria Subalpina la rassegna “Rights on the movie – Diritti al cinema”, realizzata dal Comitato regionale per i diritti umani, presieduto dal presidente dell’Assemblea regionale Mauro Laus, in collaborazione con Aiace. Le pellicole in programma sono otto. Si parte il 6 ottobre con Gabrielle, un amore fuori dal coro di Louise Archambault, in cui la protagonista, affetta da una malattia genetica, fa di tutto per vivere un’esistenza autonoma e indipendente e si prosegue il 13 ottobre con Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, il 20 con il documentario Io sto con la sposa di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Al Nassiry e il 27 con Timbuktu di Abderrahmane Sissako. Il 3 novembre è previsto Selma di Ava Duvernay, seguito il 10 da Non accettare sogni dagli sconosciuti di Roberto Cuzzillo, il 17 da Mateo di Maria Gamboa e il 24 da Difret. Il coraggio di cambiare. Tutte le proiezioni sono gratuite e gli inviti sono in distribuzione presso la sede torinese di Aiace, in Galleria Subalpina 30, a partire dalla settimana precedente il giorno dell’evento.
Il volume, edito da Infinito, con la prefazione degli storici Gianni Oliva e Donatella Sasso, verrà presentat
vicenda di tante persone e la storia di un innamoramento, quello dell’autore per la Bosnia, e di un profondo desiderio di capire non solo le ragioni del conflitto, ma anche la forza enorme che permette al popolo bosniaco di non scomparire. “Marco Travaglini ha scritto un taccuino di viaggio pieno di partecipazione emotiva, attento a cogliere i luoghi, i personaggi, le storie individuali e collettive; ma ha anche scritto un libro pieno di spunti per riflettere sul presente, per comprendere che ogni crisi ha le sue specificità e, insieme, i suoi denominatori comuni. Un bel modo – secondo Gianni Oliva, uno dei più autorevoli studiosi del Novecento – per fare ‘storia del passato’ facendo contemporaneamente ‘educazione al presente’”. Anche per Donatella Sasso, scrittrice e storica dell’Istituto Salvemini “questo libro costituisce una narrazione unitaria in grado di raccordare il tempo di guerra con il presente, gettando semi di speranza e rinsaldando frammenti di memoria”. Discorso importante perché la guerra di Bosnia ci ha lasciato tante lezioni ma due, attualissime, vanno ricordate.
La prima riguarda l’atteggiamento della comunità internazionale: la pace non si mantiene inviando truppe di peace enforcing a occupare un Paese in fiamme; la pace si mantiene intervenendo prima dell’irreparabile, aiutando i Paesi in difficoltà a risollevarsi, disinnescando le tensioni che generano conflitti. La seconda lezione è la propaganda. Va prestata grande attenzione alle parole e al loro uso, soprattutto da parte di chi ha responsabilità e visibilità pubblica. Gli odi etnici hanno trovato alimento nell’uso disinvolto delle accuse e delle ingiurie. Ci sono analogie inquietanti con i linguaggi dei nostri giornali. Anche per questo “Bosnia, l’Europa di mezzo” è un libro utile, importante che, oltre a far conoscere e riflettere, aiuta a non dimenticare che vent’anni fa tornavano nel cuore dell’Europa, a qualche chilometro da casa nostra, i campi di concentramento, gli assedi alle città, il genocidio e i profughi. Molte domande sollevate da quelle guerre sono rimaste aperte, e molte lezioni rimangono ancora da capire. Perché le guerre in ex-Jugoslavia non parlavano del loro passato nei Balcani ma del nostro futuro in Europa.
Trecento pezzi, tra fotografie, tempere, manifesti, giornali e cartelloni pubblicitari, per raccontare la Grande Guerra vista da Torino. A cent’anni dall’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale, il Museo nazionale del Risorgimento organizza, insieme all’Archivio Storico della città, nel corridoio monumentale della Camera dei Deputati, la mostra “Torino e la Grande Guerra 1915-1918”. L’esposizione, che descrive in particolare la propaganda bellica e l’assistenza umanitaria ai militari e alle famiglie in difficoltà, è divisa in due sezioni. Da una parte viene illustrata la guerra in trincea e l’eroismo dei nostri soldati al fronte con disegni, litografie, manufatti di profughi, volantini, ex voto, tessere annonarie, lotterie, iniziative benefiche, guazzi di noti artisti e con le tavole di Achille Beltrame per “La Domenica del Corriere”. L’altra sezione racconta invece il volto umano e assistenziale di Torino, la città italiana più neutralista all’inizio del conflitto, la mobilitazione dei torinesi che, nonostante le difficoltà quotidiane per il razionamento dei generi alimentari, il rialzo dei prezzi e il massiccio afflusso di rifugiati, faceva di tutto per assistere i combattenti con le famiglie e per accogliere migliaia di profughi e di feriti giunti dal teatro di guerra. Arricchisce la rassegna una video-installazione che presenta ai visitatori una successione di manifesti che descrivono la mobilitazione dell’ex capitale per l’emergenza guerra e il cambiamento radicale della vita quotidiana dei cittadini a causa del conflitto. I pezzi esposti provengono dal Museo del Risorgimento, dall’Archivio Storico e dal Santuario della Consolata. La mostra, allestita al Museo nazionale del Risorgimento in piazza Carlo Alberto 8 a Torino, rimarrà aperta fino al 22 maggio 2016, dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 18. Il biglietto unico (mostra + museo) costa 10 euro (ridotto 8 euro). 