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“IBRIDO” di Paolo Carlo Borgonovo: le conseguenze di un’ossessione

Per quale motivo un luminare della genetica contatta un vecchio compagno di studi del quale aveva perso le tracce da anni? La domanda troverà risposta solo nelle ultime pagine

“IBRIDO” di Paolo Carlo Borgonovo “Ibrido è la storia di un’ossessione e delle sue conseguenze. Attraverso personaggi ben definiti – calati in una trama che si colloca tra il genere mistery e thriller – l’autore ci condurrà in una stazione di ricerca nascosta in un luogo remoto e ostile. Davide è uno psicologo infantile, protagonista nonchè narratore di una vicenda che inizia come un viaggio di lavoro. Ben presto però, il viaggio si trasformerà in una serie di sinistri eventi e scoperte inquietanti che metteranno a dura prova la sua integrità, imponendogli scelte che trasformeranno per sempre la sua esistenza. Davide è chiamato a sciogliere la fitta nube di mistero che lo avvolge fin dalle primissime pagine, quando un perfetto sconosciuto gli recapita un invito. Il mittente è un uomo che credeva morto da decenni. Per quale motivo un luminare della genetica contatta un vecchio compagno di studi del quale aveva perso le tracce da anni? La domanda troverà risposta solo nelle ultime pagine.”

La trama

Un’amicizia dimenticata irrompe nella vita dello psicologo Davide Ceriani. È un invito tanto inquietante quanto inatteso che lo condurrà in un luogo remoto: una futuristica stazione di ricerca costruita sul paludoso delta di un fiume tropicale. Perché nascondere un istituto scientifico agli occhi del mondo? “L’ossessione porta alla paranoia” si ripete Davide. Eppure ne è sicuro: c’è qualcosa di sinistro che aleggia tra il personale dei laboratori. Davide scoprirà che il suo vecchio compagno di studi, il dottor Ludovico Strati – le cui tracce si erano perse in seguito ad una tragedia personale – è coinvolto in un progetto scientifico all’avanguardia.  Agli albori dell’ingegneria genetica, l’ambizione di un genio porterà Davide a domandarsi se esistano limiti che l’uomo deve porsi per non trasformare il progresso scientifico in un campo da gioco dove ognuno è libero di usare la scienza per inseguire i propri idoli. O per sfuggire ai propri demoni.

disponibile in formato ebook e cartaceo presso i maggiori book-store

https://www.amazon.it/Ibrido-Paolo-Carlo-Borgonovo/dp/B0FHF6MFRJ/ref=sr_1_1?crid=34SWJ0SGAK6XM&dib=eyJ2IjoiMSJ9.K1lq5E6-BpfVPRbwZtVVjhtZzp2bX60EFvU08ymC3RC3D_5FhcYj-AXCIM6U-sKj9B8M1gv9ksyD0CI_Blnbag.beSqWot4CND3xkcp45ry1xpManjC5756VbEK-qyBFi8&dib_tag=se&keywords=paolo+carlo+borgonovo&qid=1759323512&sprefix=paolo+carlo%2Caps%2C103&sr=8-1

L’autore

Paolo Carlo Borgonovo nasce nel 1980 nella provincia di Monza, dove svolge la professione di avvocato. È autore di una trilogia d’avventura: “L’oro di Saddam”, “Il Bastone d’avorio” e “Via da Mogadiscio”; oltre che di un giallo ambientato tra il Lago di Como e la Svizzera: “Le memorie segrete dell’avvocato Raniero Bellini”. “Ibrido” è il suo ultimo romanzo, con il quale esplora il delicato mondo dell’ingegneria genetica nel momento critico in cui questa scienza muoveva i primi passi, ed i potenziali orrori che un suo abuso potrebbe determinare.

Pagina facebook dell’autore https://www.facebook.com/paolocarloborgonovo/

Dai gianduiotti ai bon bon: l’arte del cioccolato firmata Torino

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Piemont Cioccolato

Una storia che nasce alle porte di Torino

Alle porte di Torino, in Borgata Bertolla, c’è un luogo in cui la passione di famiglia incontra l’arte del cioccolato. È Piemont Cioccolato, realtà che da oltre settant’anni rinnova la tradizione torinese, riportando alla ribalta icone di gusto come il celebre Cri Cri. Una pralina croccante e irresistibile: cuore di nocciola Tonda Gentile IGP, avvolto da cioccolato fondente e ricoperto da una pioggia di confettini di zucchero.

Dalla tradizione all’innovazione

La storia moderna dell’azienda prende forma negli anni Settanta, quando la famiglia Fioraso acquisisce ufficialmente il marchio. Da allora è iniziato un percorso fatto di ricerca, creatività e qualità. Le antiche ricette sono state reinterpretate con uno sguardo contemporaneo, senza perdere il legame con la tradizione.

Nel laboratorio convivono due anime: quella tecnologica, con macchinari di ultima generazione, e quella artigianale, rappresentata dalle storiche bassine usate per la lenta e precisa lavorazione delle dragées.

Materie prime d’eccellenza

Fondamentale è la selezione delle materie prime: la pasta di cacao proviene dalle migliori piantagioni del Sud America e dell’Africa occidentale, mentre le nocciole arrivano esclusivamente dai produttori certificati delle Langhe, patria della Tonda Gentile.

Una cura che ha portato Piemont Cioccolato a ottenere importanti riconoscimenti come il titolo di Maestri del Gusto e la certificazione di Eccellenza Artigiana Piemontese.

I protagonisti: gianduiotti, bon bon e tavolette

Tra le specialità spiccano i Gianduiotti, icona torinese per eccellenza, disponibili in tre versioni:

  • Classico, dal gusto vellutato e inconfondibile,
  • Fondente, con il carattere deciso del cacao,
  • Al pistacchio, una variante moderna e intensa.

Accanto a loro, i coloratissimi Bon Bon, piccole delizie che uniscono croccantezza e morbidezza, capaci di conquistare grandi e piccini con la loro allegria.

Completa l’offerta una ricca gamma di tavolette artigianali, che spaziano dal fondente al latte, dal bianco al gianduja, fino alle versioni creative al pistacchio e al caffè. Una collezione che racconta come la tradizione possa dialogare con l’innovazione.

Una boutique del cioccolato

Non una semplice fabbrica, ma una vera boutique del cioccolato, dove ogni pralina, tavoletta o gianduiotto racchiude una storia di famiglia, passione e savoir-faire.

Per saperne di più e scoprire tutte le creazioni: www.piemontecioccolato.it

Il Marchio della Libertà: tra le catene di Roma e il respiro della speranza

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“La libertà è un marchio che nessuna catena può cancellare.”

Con questa frase si apre Il Marchio della Libertà, romanzo in ambientazione storica di Marco Mattiuzzi, un’opera monumentale di 770 pagine nata da oltre due anni di scrittura e ricerca. Un viaggio che conduce dalle nebbie della Britannia ai fasti e agli intrighi di Roma, nel I° secolo d.C., per raccontare non solo la forza dell’Impero, ma soprattutto le voci soffocate dei vinti.

Protagonisti sono tre giovanissimi fratelli celtici – Ciarán, Sean e Saoirse – catturati insieme alla madre durante le campagne di conquista romana. Le loro vite si intrecciano con quelle di patrizi, soldati e schiavi, in una trama segnata da silenzi, perdite e una dignità che resiste persino nell’abisso. Sul versante romano spicca Gnaeus Lepidus, personaggio ambiguo, diviso tra spietatezza e compassione, che incarna l’ambivalenza di un potere tanto implacabile quanto fragile.

Il romanzo si distingue per la ricostruzione storica accurata – usi, costumi, mercati degli schiavi, lupanari, tensioni politiche – intrecciata a una narrazione moderna e coinvolgente. Non è un romanzo storico “classico”, ma un’opera in ambientazione storica: personaggi inventati che vivono in un mondo restituito con fedeltà e vividezza.

Intervista all’autore

Redazione – Marco, il titolo del libro è molto evocativo. Cosa rappresenta?
Marco Mattiuzzi – Racchiude la contraddizione centrale: il marchio è segno di possesso e schiavitù, ma diventa anche simbolo di identità e resistenza. È la ferita che si trasforma in forza.

Redazione – Perché ha scelto il I secolo d.C. come sfondo?
Marco Mattiuzzi – È un’epoca cruciale: Roma al massimo della sua potenza, le province instabili, la Britannia ribelle. Mi interessava raccontare il rapporto tra vincitori e vinti, dominatori e dominati, e mostrare come le grandi forze della Storia si riflettano nelle vite individuali.

Redazione – Quanto è stato importante il lavoro di ricerca?
Marco Mattiuzzi – Fondamentale. Non mi sono limitato alle fonti militari, ma ho studiato la vita quotidiana: come si vestivano, cosa mangiavano, come funzionavano i mercati o i lupanari. Volevo che il lettore si trovasse immerso in un mondo credibile, non in uno sfondo generico.

Redazione – I personaggi sono divisi tra Celti e Romani. A chi si sente più vicino?
Marco Mattiuzzi – Amo i contrasti. I Celti rappresentano il senso di libertà e resistenza, i Romani la disciplina e il potere. Ma anche un patrizio come Gnaeus Lepidus può essere lacerato da conflitti interiori non meno di un ribelle come Ciarán.

Redazione – Quali temi universali emergono dal romanzo?
Marco Mattiuzzi – La libertà, prima di tutto, ma anche la dignità, la speranza e la capacità di scegliere chi essere, persino quando il mondo sembra imporre un destino già scritto.

Redazione – Ci racconta un momento particolare del suo processo creativo?
Marco Mattiuzzi – Stavo scrivendo un capitolo che non funzionava. Poi, improvvisamente, ho immaginato che fosse un druido a raccontare il passato nel presente. Quel dettaglio ha cambiato tutto: il capitolo ha preso vita e i lettori mi hanno detto di averlo letto d’un fiato. A volte basta un’intuizione, persino sotto la doccia, per trasformare la scrittura.

 

L’autore

Marco Mattiuzzi cammina lungo i confini tra memoria e visione, là dove la Storia sfuma nel racconto e l’immaginazione si fa archivio dell’anima. Scrittore, artista visivo e curatore del progetto estrosfere.it, intreccia da sempre la passione per l’arte, la musica e il mondo antico in un percorso creativo libero, personale e profondamente umano.

Dalla fotografia pittorialista alla digital art, dalle riflessioni sulla memoria collettiva ai silenzi che abitano la Storia, la sua opera attraversa linguaggi diversi mantenendo un filo conduttore costante: dare voce a ciò che sfugge allo sguardo superficiale.

Con Il Marchio della Libertà ha voluto offrire un omaggio ai vinti e ai ribelli, a chi ha conosciuto il peso delle catene ma non ha smesso di sognare. È una scrittura che nasce da ricerca rigorosa e insieme da un’urgenza interiore: restituire dignità a chi, nell’invisibilità della Storia, ha continuato a lottare.

Il romanzo non rappresenta soltanto un’opera di narrativa, ma anche un tassello del suo percorso artistico più ampio, in cui parola e immagine si intrecciano. Nei suoi progetti visivi e letterari, Mattiuzzi cerca costantemente il punto di incontro tra luce e ombra, realtà e finzione, memoria e desiderio.

Con Il Marchio della Libertà ha voluto rendere omaggio ai vinti e ai ribelli, a chi ha camminato nel buio senza spegnere la speranza.

📖 Il Marchio della Libertà è disponibile in formato cartaceo e digitale.

https://www.amazon.it/dp/B0F7J5ZC4K

 

🔗 Per approfondimenti e aggiornamenti:
– Blog: https://www.estrosfere.it
– Opere visive: https://www.invyartgallery.it
– Pubblicazioni: https://www.mattiuzzi.net/books
– Podcast: https://www.cyberspazio.tv
– Facebook: https://www.facebook.com/MarcoMattiuzziScrittore/

 

Curiosità:

I simboli della copertina de Il Marchio della Libertà

Nella copertina del mio romanzo c’è Aisling, con i suoi figli.

Ognuno di loro stringe qualcosa: un rotolo, una coppa, delle erbe.

Non sono dettagli ornamentali, ma segni di un destino che si svelerà pagina dopo pagina.

Attorno a loro compaiono le catene, l’aquila romana e il corvo, emblemi di due mondi che si fronteggiano: l’Impero e gli dèi antichi.

È un’immagine che non illustra, ma allude. Una promessa: dentro la storia ogni simbolo troverà la sua voce.

L’amore, il coraggio e il bisogno di mettersi in gioco. La scrittrice Nadia Lanzi racconta i suoi romanzi

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Nadia Lanzi è una scrittrice milanese che ha fatto dell’amore e delle emozioni autentiche il cuore pulsante dei suoi romanzi. La sua penna ha conquistato sia i lettori adolescenti che il pubblico adulto, grazie a storie capaci di intrecciare sentimenti, crescita personale e il coraggio di affrontare le sfide della vita.


«Scrivo per emozionare e per incoraggiare – racconta Nadia –. Ogni storia nasce da un’intuizione, da un’immagine che mi rimane impressa e che sento il bisogno di trasformare in parole. Mi piace raccontare l’amore in tutte le sue sfumature: romantico, tormentato, talvolta difficile, ma sempre capace di cambiare le persone.»

Il primo romanzo, “Io, Me e l’Altra”, è un viaggio introspettivo che parla di riscoperta di sé, resilienza e rinascita. Una protagonista sensibile, empatica e un po’ introversa, ma determinata, che impara a mettersi al centro della propria vita e a scegliere la propria felicità. Un libro che ha saputo toccare corde profonde in chi lo ha letto, diventando per molti un piccolo “manuale di sopravvivenza”.

Il secondo titolo, “Come Fuoco sul Ghiaccio”, è invece una storia d’amore intensa e appassionata, ambientata nel mondo del pattinaggio artistico e della danza. Elisa, una giovane ballerina con il sogno di emergere, e Christian, un campione dal carattere ribelle e tormentato, si incontrano e si scontrano in un turbine di emozioni, competizioni e scelte difficili. Il romanzo ha conquistato i lettori per la sua capacità di raccontare una relazione che nasce inaspettatamente tra due anime opposte, ma destinata a sopravvivere alle tempeste della vita.

«È una storia che parla di fiducia, di seconde possibilità e del coraggio di lasciarsi andare, anche quando tutto sembra remare contro.»

E per i fan c’è una grande notizia: sta per arrivare il seguito, il secondo capitolo di quella che sarà una vera e propria trilogia. Una nuova avventura che promette emozioni ancora più forti, colpi di scena e momenti da batticuore.

Nadia è molto attiva sui social, dove ama dialogare con i suoi lettori, condividere retroscena della scrittura e aggiornamenti sui suoi progetti.
📍 Facebook: https://www.facebook.com/share/14MUKRX8iiZ/
📍 Instagram: https://www.instagram.com/nadia_lanzi?igsh=aGV6M2pxNjZid21w

 

«I miei lettori sono una parte fondamentale del mio lavoro – conclude –. Ogni loro messaggio, ogni emozione che condividono con me è il motore che mi spinge a scrivere ancora.»

Con uno stile che emoziona e personaggi che restano nel cuore, Nadia Lanzi si conferma una delle voci più interessanti del panorama della narrativa romantica contemporanea.

La svolta di Ermanno Melatti: piatti pronti di qualità per i più piccoli

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Quando si pensa alla carne di alta qualità, a Torino, il nome di Ermanno Melatti è una certezza.

Da generazioni, la sua macelleria è sinonimo di tradizione, sapienza e rispetto per la materia prima. Oggi, Melatti compie un passo in avanti, lanciando una nuova iniziativa pensata per uno dei pubblici più esigenti: le mamme che desiderano nutrire i propri figli con il meglio, ma che spesso si trovano a fare i conti con il poco tempo a disposizione.

Il cuore dell’offerta: praticità e qualità per i bambini

L’idea nasce dall’ascolto delle esigenze quotidiane. Preparare pasti sani e bilanciati per i bambini, che siano anche gustosi e vari, è una sfida costante. La nuova linea di piatti pronti di Melatti si inserisce proprio in questa lacuna, offrendo una soluzione che coniuga la comodità di un pasto già cucinato con l’assoluta garanzia di una materia prima eccellente. Non si tratta di semplici cibi precotti, ma di vere e proprie creazioni gastronomiche, preparate con lo stesso rigore e la stessa passione che caratterizzano da sempre la macelleria.

15 piatti pronti per ogni esigenza

Quando si pensa alla carne di alta qualità, a Torino, il nome di Ermanno Melatti è una certezza. Da generazioni, la sua macelleria è sinonimo di tradizione, sapienza e rispetto per la materia prima. Oggi, Melatti compie un passo in avanti, lanciando una nuova iniziativa pensata per uno dei pubblici più esigenti: le mamme che desiderano nutrire i propri figli con il meglio, ma che spesso si trovano a fare i conti con il poco tempo a disposizione.

 

Perché la carne è fondamentale nella crescita dei bambini

Educare i bambini a una sana alimentazione significa anche spiegare il ruolo di ogni alimento. La carne, spesso oggetto di dibattiti, è un pilastro nutrizionale essenziale, soprattutto nei primi anni di vita. Fonte preziosa di proteine ad alto valore biologico, è fondamentale per lo sviluppo muscolare e la crescita. Inoltre, è ricca di ferro eme, la forma di ferro più facilmente assorbibile dall’organismo, indispensabile per prevenire l’anemia e favorire lo sviluppo cognitivo. Fornisce anche vitamine del gruppo B, in particolare la B12, cruciale per il sistema nervoso, e minerali come lo zinco, che supporta il sistema immunitario. Scegliere carne di qualità, proveniente da allevamenti certificati e gestiti con cura, è il primo passo per garantire questi benefici.

I requisiti di un’alimentazione di qualità

La macelleria Melatti ha fatto della qualità il suo marchio di fabbrica, e questa filosofia si riflette pienamente nella nuova linea. La carne utilizzata proviene solo da allevamenti che rispettano elevati standard etici e qualitativi, garantendo un prodotto finale non solo gustoso, ma anche sicuro e sostenibile. Ogni piatto è pensato per essere un’abitudine alimentare sana: i condimenti sono bilanciati, l’uso del sale e dei grassi è ridotto al minimo e le ricette sono create per preservare al meglio i nutrienti.

Un’offerta differenziata per ogni età e palato

Con la sua  proposta di piatti pronti, Melatti offre una varietà pensata per stimolare il gusto dei più piccoli, ma anche per adattarsi alle diverse fasi di crescita. Per le mamme, ogni piatto è un suggerimento culinario: si va dai classici intramontabili alle proposte più sfiziose, tutte realizzate per essere sia un pasto completo che una base per ulteriori preparazioni casalinghe. La differenziazione non è solo nel tipo di carne, ma anche nelle consistenze e nei sapori, aiutando così i bambini a scoprire e apprezzare una vasta gamma di alimenti in modo graduale e naturale.

Un’abitudine moderna che non scende a compromessi

La macelleria Melatti ha fatto della qualità il suo marchio di fabbrica, e questa filosofia si riflette pienamente nella nuova linea. La carne utilizzata proviene solo da allevamenti che rispettano elevati standard etici e qualitativi, garantendo un prodotto finale non solo gustoso, ma anche sicuro e sostenibile. Ogni piatto è pensato per essere un’abitudine alimentare sana: i condimenti sono bilanciati, l’uso del sale e dei grassi è ridotto al minimo e le ricette sono create per preservare al meglio i nutrienti. L’obiettivo è offrire la massima praticità senza rinunciare ai principi di una nutrizione sana e di alta qualità.

Corso Filippo Turati 18/b, Turin, Italy

342 716 0270

Vintage Boutique, non solo negozio: il sito web porta d’accesso al mondo del vintage torinese

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Vintage Boutique rappresenta un unicum nel panorama torinese: non solo negozio, ma luogo in cui la memoria prende forma e dialoga con il presente.

www.vintageboutique.it

 

I fondatori raccontano come ogni oggetto arrivi in boutique con una sua storia, selezionato con passione e intuito, affinché possa trovare nuova vita in mani capaci di apprezzarne l’unicità.

Integrazione con la realtà torinese

 

Torino vive una stagione di rinascita del vintage, sempre più percepito non solo come moda, ma come forma di sostenibilità, espressione identitaria e tendenza culturale. Vintage Boutique si inserisce perfettamente in questa corrente, diventando punto di riferimento per una comunità attenta al bello, al riuso e al valore della memoria. La boutique non è solo un negozio: è un luogo di incontro, dove la moda diventa racconto e connessione, contribuendo al fermento culturale che caratterizza oggi la città.

A Torino, il vintage non è solo un settore di nicchia: è una tendenza in piena espansione, intrecciata alla sostenibilità ambientale, all’espressione identitaria e all’estetica Generazione Z

Nella città esistono numerosi negozi dedicati al vintage e al second-hand, percorsi di acquisto consapevole e sostenibile sono sempre più presenti nel panorama locale, e il vintage ne è ambasciatore

Aggiornamento quotidiano

Ogni giorno il catalogo si arricchisce di nuove proposte: capi d’abbigliamento, accessori, oggettistica e design. Questo ritmo costante non è solo un segno di attenzione, ma anche una garanzia per i clienti che desiderano vivere un’esperienza sempre nuova.

Servizio di ricerca dedicata

Vintage Boutique offre anche un servizio di ricerca personalizzato: chi ha in mente un pezzo preciso può affidarsi al team, che grazie a competenze ed esperienza individua articoli rari e autentici.

Il sito: strumento di servizio, non esaustivo

Il portale online funge da vetrina dinamica, con sezioni dedicate e uno spazio per le promozioni. Tuttavia, non mostra l’intero assortimento: molti pezzi restano esclusivi dell’esperienza in negozio, rendendo la visita fisica imprescindibile per chi vuole scoprire davvero tutte le novità.

www.vintageboutique.it

Sezione “ultimi arrivi”

Il sito valorizza ulteriormente l’offerta con una sezione dedicata agli ultimi arrivi: strumenti che permettono di scoprire con immediatezza le novità e di cogliere occasioni uniche, mantenendo vivo il desiderio di ritorno.

Promozioni da cogliere al volo

Oltre agli aggiornamenti quotidiani e agli arrivi esclusivi, il sito di Vintage Boutique offre promozioni frequenti, pensate per chi ama unire la ricerca del pezzo unico al piacere dell’occasione. Sono offerte a tempo, legate a particolari selezioni o a momenti speciali dell’anno, che rendono ancora più stimolante visitare regolarmente la piattaforma. Un motivo in più per collegarsi spesso: perché nel mondo del vintage, ogni dettaglio conta, e le opportunità migliori non restano mai a lungo disponibili.

 

Unicità degli articoli

Ogni pezzo ha un’anima irripetibile: non si tratta di semplice second-hand, ma di articoli che diventano testimonianza di epoche e stili. L’acquisto non è mai ripetibile, ed è proprio questa unicità a definire il valore aggiunto di Vintage Boutique.

Dimensione europea

Grazie alle spedizioni internazionali, l’esperienza di acquisto travalica i confini locali e raggiunge tutta Europa. Un segno di apertura che proietta il negozio ben oltre Torino, senza però rinunciare alla sua forte identità territoriale.

Conclusione

Vintage Boutique incarna il meglio della moda vintage torinese: aggiornamento costante, servizi personalizzati, unicità dei capi, dimensione internazionale e un radicamento forte nel tessuto urbano.

Un progetto che guarda all’Europa ma resta profondamente legato a Torino, città in cui il vintage non è soltanto un trend, ma un vero linguaggio della contemporaneità.

 

LE IMMAGINI

Foto 1: accendino Cartier placcato oro (les must de Cartier) anni 80

Foto 2: lampada bronzo in stile industriale anni 50

Foto 3: lampada space Age doppia luce anni 70 , barattoli verdi Kartell, lampada stile liberty

Foto 4: giradischi preamplificato a valigetta con altoparlanti Philips anni 70

Foto 5: piatti Ginori fine 800 e scultura stile liberty

 

www.vintageboutique.it, via Alassio 30 TORINO

Bhutan, dove si misura la felicità

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Nel Regno del Dragone, tra vette himalayane e monasteri sospesi, il viaggio diventa meditazione.

Un silenzio che parla

L’aria di Paro è sottile. Non solo per l’altitudine: è l’assenza di rumore a sorprendere. Il vento fa vibrare le bandiere di preghiera, i colori sembrano sussurrare al cielo. Ogni passo in Bhutan è un invito a rallentare, ad ascoltare ciò che di solito sfugge. Qui, l’idea stessa di viaggio assume una dimensione diversa: non spostamento, ma centratura.
Questo piccolo regno himalayano ha scelto di misurare la felicità invece del PIL, di conservare foreste e monasteri più che grattacieli. Non è folklore: è una filosofia di vita. La spiritualità non è relegata ai templi, ma scorre tra i campi di riso, nei mercati, nei sorrisi degli abitanti.

Monasteri sospesi e villaggi lenti

La strada che porta al Taktshang, il celebre “Nido della Tigre”, si arrampica sulla roccia tra foreste di pini e rododendri. Il monastero appare all’improvviso, come sospeso nel vuoto, appoggiato a una parete verticale. È un simbolo potente: per raggiungere l’equilibrio serve salita, fatica, respiro. Dentro, l’odore dell’incenso e il canto sommesso dei monaci creano una dimensione fuori dal tempo.
Nella valle di Punakha, i campi terrazzati riflettono la luce del tramonto. Uomini e donne lavorano insieme, cantando. Non sono solo gesti agricoli, ma rituali quotidiani: prendersi cura della terra è prendersi cura della comunità. Nel villaggio, un bambino gioca con una ruota di preghiera, girandola come fosse un giocattolo. È l’immagine perfetta di una spiritualità che non divide sacro e profano.

Equilibrio come atto quotidiano

Il Bhutan non si mostra con clamore, ma si svela piano. Ogni incontro, ogni luogo ha il ritmo lento dell’acqua che scava la pietra. Nei mercati si scambiano storie insieme alle spezie, nei piccoli dzong (fortezze-monastero) il confine tra religione e vita si dissolve. La felicità, qui, non è un concetto astratto ma un equilibrio che si coltiva: come il riso nelle risaie, gesto dopo gesto.
Al passo di Dochula, i 108 chorten bianchi emergono dalla nebbia come isole di pace. È uno dei luoghi simbolo del paese: memoria, meditazione e sguardo rivolto alle montagne. Ogni bandiera di preghiera che sventola porta nel vento un desiderio di armonia.

La filosofia della Gross National Happiness

Il Bhutan è rimasto per secoli isolato tra le vette himalayane, preservando una cultura intatta. La monarchia ereditaria, istituita nel 1907, ha guidato una modernizzazione lenta e controllata. Ma è con il re Jigme Singye Wangchuck, nel 1972, che nasce la filosofia più famosa del paese: la Gross National Happiness (Felicità Interna Lorda).
Al contrario degli indicatori economici occidentali, questo sistema misura il benessere collettivo su quattro pilastri: sviluppo sostenibile, conservazione dell’ambiente, preservazione culturale e buona governance. Una scelta radicale, che ha fatto del Bhutan un caso unico al mondo: un paese che considera la felicità dei suoi cittadini più importante della crescita economica.

La spiritualità bhutanese

Il Bhutan pratica una forma di buddhismo tantrico chiamato Vajrayana, che unisce meditazione, rituali e simbolismi profondi. I monasteri non sono luoghi separati dalla vita quotidiana, ma centri comunitari, scuole e spazi di meditazione. La figura del lama è guida spirituale e custode della memoria collettiva.
Simboli come le ruote di preghiera e i mandala non sono semplici ornamenti: rappresentano il ciclo della vita e l’interconnessione tra tutti gli esseri. Visitare il Bhutan significa immergersi in un universo dove ogni gesto – dall’accendere una lampada di burro al far sventolare una bandiera di preghiera – diventa meditazione.

Un viaggio interiore

Visitare il Bhutan non significa collezionare tappe, ma attraversare uno spazio interiore. È un viaggio che sottrae più che aggiunge: meno rumore, meno fretta, meno distrazioni. E in quel vuoto controllato, qualcosa si muove. Forse è per questo che chi torna da questo regno lo descrive con parole leggere: equilibrio, ascolto, consapevolezza.

La valigia invisibile

Cosa rimane, quando il volo lascia alle spalle le vette himalayane? Non un souvenir, ma una domanda: che cos’è, davvero, vivere bene? Il Bhutan non impone risposte, ma mostra una via. Una vita semplice, relazioni profonde, un rispetto antico per la natura. È un insegnamento che non pesa, ma si insinua silenzioso, come il vento tra le bandiere colorate.

BHUTAN INCANTATO E IL TEMPIO DELL’AMORE DI AGRA

Un viaggio emozionante di 13 giorni tra le valli himalayane del Bhutan per vivere il suggestivo Festival Tshechu, …
 13 GIORNI 12 NOTTI
Bhutan

Bhutan, là dove la felicità è una scelta

“Purché sia femmina”, un romanzo controcorrente di Riccardo Mazzocchio

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Un augurio che raramente sentiamo dire. È invece il titolo del romanzo controcorrente di Riccardo Mazzocchio che affronta con acume e sensibilità il mondo spesso imperscrutabile delle donne. Penna leggera, pensieri profondi, risvolti impensabili. E, al centro della trama inconsueta, la grande sorpresa.”

Giovanna Tatò, giornalista e scrittrice, alla presentazione di “Purché sia Femmina” alla Biblioteca Comunale di Terni il 5 Marzo 2025.

 

LA TRAMA DEL LIBRO

Siamo davvero sicuri di essere artefici delle nostre scelte o sono esse invece il risultato di pulsioni momentanee? Marta, al culmine di una carriera prestigiosa non ci pensa due volte a mettere in atto un piano diabolico pur di vendicarsi di un grave torto subìto, incurante delle conseguenze della sua decisione. La sua vita cambia in modo drastico. Per ridarle un senso, si prefigge di crescere una bambina. L’educazione della piccola Nuru avviene in un contesto sociale insolito. Ispirata dalla sua nuova condizione, Marta trova la forza di reiventarsi e rimettersi in gioco.

La conclusione è che siamo meno pensanti di quanto si creda. Buona parte del nostro agire non è il risultato del libero arbitrio, di una libera scelta ma è influenzato da una serie di condizionamenti sia esterni (sociali) che interni (stati d’animo, emotività, pulsioni). È possibile, infatti, che le nostre azioni siano determinate più dalla fluttuazione probabilistica di circostanze motivanti che dal nostro volere.

 

L’AUTORE

Riccardo Mazzocchio è nato a Trapani nel 1959. Neurologo e Dottore di Ricerca in Neuroscienze, vive a Siena dal 1977. Appassionato di volo libero e a vela, coltiva la scrittura come forma d’arte e introspezione. Nel 2024 ha ricevuto il Premio “Il Medico Scrittore.” Ha pubblicato i romanzi: Il Tempo delle Donne (StreetLib, 2018), Purché sia Femmina (Nulla die, 2023) e Storie di Un Bambino Bizzarro (Nulla die, 2025), una serie di racconti autobiografici.

Puoi trovare il mio libro sul sito dell’editore o sugli altri online stores

https://nulladie.com/shop/narrativa/romanzi/riccardo-mazzocchio-purche-sia-femmina/

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Semi di Futuro

Rubrica settimanale dedicata a stili di vita sostenibili e buone pratiche d’impresa

iltorinese.it, da sempre voce autorevole e profondamente radicata nel territorio, lancia una nuova iniziativa editoriale al servizio dei lettori:

Grazie a un rapporto solido e fidelizzato con il suo pubblico, iltorinese.it si fa promotore di un progetto che nasce con un obiettivo chiaro: offrire uno spazio di informazione utile, costruttiva e partecipativa. Vogliamo accompagnare i lettori verso una maggiore consapevolezza ambientale e verso scelte quotidiane che favoriscano uno stile di vita più sostenibile.

Semi di futuro si propone come un vero e proprio servizio editoriale, pensato per informare e orientare, ma anche per ispirare.

Ogni settimana racconteremo esperienze concrete, imprese virtuose, idee innovative e percorsi accessibili che rendono possibile vivere in modo più responsabile.

Il progetto nasce in collaborazione con aziende torinesiimpegnate da anni su questi temi: realtà locali che condividono la nostra visione e che pongono nella propria mission il benessere collettivo e il rispetto per l’ambiente, alle quali vogliamo dare voce.

Con questa rubrica, iltorinese.it rafforza il proprio ruolo di media di prossimità, attento ai bisogni reali della comunità, e conferma la propria volontà di essere un punto di riferimento per un’informazione attiva, orientata al futuro e alla qualità della vita.

Se sei un’impresa del territorio che crede nei valori dell’ecosostenibilità, del benessere e dell’economia circolare, iltorinese.it ti invita a partecipare a questa iniziativa.

Contattaci per condividere la tua storia: daremo voce al tuo impegno attraverso una narrazione chiara, credibile e di valore all’interno di Semi di futuro  

Scrivici a: redazioneweb@iltorinese.it

Telefona a 366 1197850


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“Fiori dentro l’anima”: quarto libro e primo romance di Arianna Frappini

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E’ un romance, anzitutto storia d’amore tra Ariel e e il suo corrispettivo maschile, l’orgoglioso ma dolce imprenditore Gabriele Temperelli, che cerca l’amore in grado di ammorbidire i suoi spigoli, ma parla anche di temi importanti come la disabilità, la libertà di scelta, il rispetto e la lotta ai pregiudizi. 

 

L’AUTRICE

Arianna Frappini è nata nel 1997 a Gualdo Tadino, piccola città tra le colline e le montagne dell’Umbria, in provincia di Perugia. Scrive da sempre, da quando ne ha memoria, e questa passione è cresciuta con lei, sviluppandosi lentamente e venendo coltivata, ma se non ci fosse quella scintilla che la collega ad altri mondi e alla dimensione meravigliosa in cui esistono i personaggi dei quali racconta le storie, niente di questo sarebbe possibile. Scrivere per lei è respirare: semplice, naturale, spontaneo, necessario.

E scrive per se stessa, poi se lo legge qualcun altro e arriva alla pubblicazione, ne è felice. Ha pubblicato varie poesie in raccolte collettive con altri autori all’interno di iniziative dell’Aletti Editore e una silloge personale, “Di una vita” nel 2013. Tuttavia, ha sempre sostenuto e ripetuto che la sua vera vocazione è quella di romanziera e allora sono usciti quattro libri: “L’ultimo dono prima di morire” (Albatros, 2020) e “L’eternità per ritrovarsi” (Albatros, 2023), due romanzi storici collegati tra loro, ambientati nel Cinquecento e nel Seicento, tra Spagna, Italia e Impero turco, “Il soldato che amava l’alba” (Zona, 2022) ispirato ai racconti del militare di suo padre e “Fiori dentro l’anima”, (Amazon, 2025), che è quello di cui parleremo oggi, primo romance contemporaneo e prima esperienza in self-publishing. Attualmente gestisce il blog personale “Oltre” in cui parla di libri e di musica e coltiva tutte le sue passioni: scrivere, leggere, ascoltare la musica (soprattutto quella di Ermal Meta), concerti inclusi ovviamente, e seguire il tennis (sta ancora festeggiando e si sta ancora emozionando per la vittoria di Jannik Sinner a Wimbledon).

IL LIBRO

Fiori dentro l’anima” è il suo nuovo romanzo ed è uno dei libri a cui tiene di più e in cui ha messo più di sé. In effetti, le persone che lo hanno letto hanno sottolineato a più riprese la sincerità sentita di queste pagine. La protagonista è Ariel Serenelli, scrittrice, giardiniera, consulente floreale (a ogni fiore un significato, a ogni personalità il suo insieme di fiori), creatrice e sostenitrice dei giardini sensoriali (percorsi da fare a occhi bendati e a piedi nudi). È sincera, determinata, testarda, orgogliosa, dolce con chi vuole, molto selettiva e senza filtri e senza maschere, crede nell’amore, più per i suoi personaggi, ed è convinta che non faccia per lei, temendo che possa ostacolare la sua libertà spirituale. È anche ipovedente, come l’autrice, e vedono entrambe la disabilità come una possibilità e un dono, non come qualcosa verso la quale provare pietà.

Sì, perché “Fiori dentro l’anima” è un romance, anzitutto storia d’amore tra Ariel e e il suo corrispettivo maschile, l’orgoglioso ma dolce imprenditore Gabriele Temperelli, che cerca l’amore in grado di ammorbidire i suoi spigoli, ma parla anche di temi importanti come la disabilità, la libertà di scelta, il rispetto e la lotta ai pregiudizi. A rendere questo libro davvero speciale e possibile non sono solo le discussioni anche divertenti tra i due protagonisti, non solo i loro caratteri forti che non possono far altro che scontrarsi e incontrarsi, non solo la convinzione che l’amore nasca dalle e nelle imperfezioni, ma le amiche. Ariel ha un gruppo di amiche che assomigliano più a sorelle: insieme a lei Amina, Mia e Serena. Sono inseparabili, capaci di esserci, protettive a volte anche troppo, però sono disposte a fidarsi delle altre, pure oltre le proprie convinzioni. Sono quella famiglia che si sceglie e costituiscono un modo per combattere i pregiudizi e conoscere: Ariel è ipovedente e vede la disabilità come una ricchezza e poi è una scrittrice e viene etichettata come strana, come tutti gli artisti; Amina è nata in Italia da genitori tunisini, si sente italiana e viene considerata da troppa gente una straniera senza diritti; Mia ama il sesso e i ragazzi e per la società è una poco di buono, mentre, se fosse un ragazzo, sarebbe ammirata; Serena è lesbica , perfettamente in linea con la sua natura e troppe persone la vedono come contronatura. Ariel, Amina, Mia e Serena esistono e meritano di essere viste e di non doversi nascondere.

 

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Per visitare il blog dell’autrice:

https://oltreblogdiariannafrappini.wordpress.com/