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La svolta di Ermanno Melatti: piatti pronti di qualità per i più piccoli

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Quando si pensa alla carne di alta qualità, a Torino, il nome di Ermanno Melatti è una certezza.

Da generazioni, la sua macelleria è sinonimo di tradizione, sapienza e rispetto per la materia prima. Oggi, Melatti compie un passo in avanti, lanciando una nuova iniziativa pensata per uno dei pubblici più esigenti: le mamme che desiderano nutrire i propri figli con il meglio, ma che spesso si trovano a fare i conti con il poco tempo a disposizione.

Il cuore dell’offerta: praticità e qualità per i bambini

L’idea nasce dall’ascolto delle esigenze quotidiane. Preparare pasti sani e bilanciati per i bambini, che siano anche gustosi e vari, è una sfida costante. La nuova linea di piatti pronti di Melatti si inserisce proprio in questa lacuna, offrendo una soluzione che coniuga la comodità di un pasto già cucinato con l’assoluta garanzia di una materia prima eccellente. Non si tratta di semplici cibi precotti, ma di vere e proprie creazioni gastronomiche, preparate con lo stesso rigore e la stessa passione che caratterizzano da sempre la macelleria.

15 piatti pronti per ogni esigenza

Quando si pensa alla carne di alta qualità, a Torino, il nome di Ermanno Melatti è una certezza. Da generazioni, la sua macelleria è sinonimo di tradizione, sapienza e rispetto per la materia prima. Oggi, Melatti compie un passo in avanti, lanciando una nuova iniziativa pensata per uno dei pubblici più esigenti: le mamme che desiderano nutrire i propri figli con il meglio, ma che spesso si trovano a fare i conti con il poco tempo a disposizione.

 

Perché la carne è fondamentale nella crescita dei bambini

Educare i bambini a una sana alimentazione significa anche spiegare il ruolo di ogni alimento. La carne, spesso oggetto di dibattiti, è un pilastro nutrizionale essenziale, soprattutto nei primi anni di vita. Fonte preziosa di proteine ad alto valore biologico, è fondamentale per lo sviluppo muscolare e la crescita. Inoltre, è ricca di ferro eme, la forma di ferro più facilmente assorbibile dall’organismo, indispensabile per prevenire l’anemia e favorire lo sviluppo cognitivo. Fornisce anche vitamine del gruppo B, in particolare la B12, cruciale per il sistema nervoso, e minerali come lo zinco, che supporta il sistema immunitario. Scegliere carne di qualità, proveniente da allevamenti certificati e gestiti con cura, è il primo passo per garantire questi benefici.

I requisiti di un’alimentazione di qualità

La macelleria Melatti ha fatto della qualità il suo marchio di fabbrica, e questa filosofia si riflette pienamente nella nuova linea. La carne utilizzata proviene solo da allevamenti che rispettano elevati standard etici e qualitativi, garantendo un prodotto finale non solo gustoso, ma anche sicuro e sostenibile. Ogni piatto è pensato per essere un’abitudine alimentare sana: i condimenti sono bilanciati, l’uso del sale e dei grassi è ridotto al minimo e le ricette sono create per preservare al meglio i nutrienti.

Un’offerta differenziata per ogni età e palato

Con la sua  proposta di piatti pronti, Melatti offre una varietà pensata per stimolare il gusto dei più piccoli, ma anche per adattarsi alle diverse fasi di crescita. Per le mamme, ogni piatto è un suggerimento culinario: si va dai classici intramontabili alle proposte più sfiziose, tutte realizzate per essere sia un pasto completo che una base per ulteriori preparazioni casalinghe. La differenziazione non è solo nel tipo di carne, ma anche nelle consistenze e nei sapori, aiutando così i bambini a scoprire e apprezzare una vasta gamma di alimenti in modo graduale e naturale.

Un’abitudine moderna che non scende a compromessi

La macelleria Melatti ha fatto della qualità il suo marchio di fabbrica, e questa filosofia si riflette pienamente nella nuova linea. La carne utilizzata proviene solo da allevamenti che rispettano elevati standard etici e qualitativi, garantendo un prodotto finale non solo gustoso, ma anche sicuro e sostenibile. Ogni piatto è pensato per essere un’abitudine alimentare sana: i condimenti sono bilanciati, l’uso del sale e dei grassi è ridotto al minimo e le ricette sono create per preservare al meglio i nutrienti. L’obiettivo è offrire la massima praticità senza rinunciare ai principi di una nutrizione sana e di alta qualità.

Corso Filippo Turati 18/b, Turin, Italy

342 716 0270

Emozionante confronto tra ieri e oggi: “Non è un selfie” di Enrico Vergoni

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I quarantenni di oggi, adolescenti negli anni ‘90

In tanti lo conoscono come poeta, per i suoi libri e per i versi che pubblica sui social, dove è popolarissimo. Ma ora Enrico Vergoni di Marotta è entrato nel mondo della narrativa con il suo “Non è un selfie. I quarantenni di oggi, adolescenti negli anni ‘90” (Robin edizioni Torino): un successo immediato, visto che è già entrato nella classifica della nuova narrativa italiana di Amazon Italia.

Difficile non identificarsi in quello che il protagonista racconta.

Chi è stato giovane nell’ultimo decennio del ‘900 non faticherà a divertirsi e a commuoversi, ricordando un’epoca che sembra vicina ma che i cambiamenti avvenuti nella società hanno reso ‘antica” se non superata.

Da qui nasce quel confronto tra ieri e oggi che dà modo a Vergoni di esprimere pensieri ed emozioni; lo sguardo all’indietro dell’autore non è solo nostalgia per un tempo più felice, è la voglia di non dimenticare quel ragazzo che grazie all’amore, agli amici, alla musica scopriva la vita.

Quel ragazzo non morirà mai, suggerisce Vergoni.

Presentato in varie parti d’Italia durante l’ultima stagione, il libro sarà, come i precedenti dell’autore, tradotto anche in lingua spagnola.

Si tratta del quarto libro di Vergoni, che ha iniziato la sua carriera con “Tango e Cenere” nel 2011 (ancora oggi uno dei libri di poesia contemporanea italiana più tradotti) fino a “Lettera ad una Figlia” che ha vinto numerosi premi internazionali ed è stato presentato in molte scuole lungo la penisola ed è stato inserito nella biblioteca del Quirinale tra i libri più importanti dell’ultimo decennio.

Questo inverno continuerà l’attività promozionale ed il progetto dei laboratori di scrittura in vari istituti dopo il successo dell’iniziativa presso numerose scuole italiane insieme ai poeti Claudio Pacifici e Stefano Sorcinelli.

 

Apri il link:

Vintage Boutique, non solo negozio: il sito web porta d’accesso al mondo del vintage torinese

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Vintage Boutique rappresenta un unicum nel panorama torinese: non solo negozio, ma luogo in cui la memoria prende forma e dialoga con il presente.

www.vintageboutique.it

 

I fondatori raccontano come ogni oggetto arrivi in boutique con una sua storia, selezionato con passione e intuito, affinché possa trovare nuova vita in mani capaci di apprezzarne l’unicità.

Integrazione con la realtà torinese

 

Torino vive una stagione di rinascita del vintage, sempre più percepito non solo come moda, ma come forma di sostenibilità, espressione identitaria e tendenza culturale. Vintage Boutique si inserisce perfettamente in questa corrente, diventando punto di riferimento per una comunità attenta al bello, al riuso e al valore della memoria. La boutique non è solo un negozio: è un luogo di incontro, dove la moda diventa racconto e connessione, contribuendo al fermento culturale che caratterizza oggi la città.

A Torino, il vintage non è solo un settore di nicchia: è una tendenza in piena espansione, intrecciata alla sostenibilità ambientale, all’espressione identitaria e all’estetica Generazione Z

Nella città esistono numerosi negozi dedicati al vintage e al second-hand, percorsi di acquisto consapevole e sostenibile sono sempre più presenti nel panorama locale, e il vintage ne è ambasciatore

Aggiornamento quotidiano

Ogni giorno il catalogo si arricchisce di nuove proposte: capi d’abbigliamento, accessori, oggettistica e design. Questo ritmo costante non è solo un segno di attenzione, ma anche una garanzia per i clienti che desiderano vivere un’esperienza sempre nuova.

Servizio di ricerca dedicata

Vintage Boutique offre anche un servizio di ricerca personalizzato: chi ha in mente un pezzo preciso può affidarsi al team, che grazie a competenze ed esperienza individua articoli rari e autentici.

Il sito: strumento di servizio, non esaustivo

Il portale online funge da vetrina dinamica, con sezioni dedicate e uno spazio per le promozioni. Tuttavia, non mostra l’intero assortimento: molti pezzi restano esclusivi dell’esperienza in negozio, rendendo la visita fisica imprescindibile per chi vuole scoprire davvero tutte le novità.

www.vintageboutique.it

Sezione “ultimi arrivi”

Il sito valorizza ulteriormente l’offerta con una sezione dedicata agli ultimi arrivi: strumenti che permettono di scoprire con immediatezza le novità e di cogliere occasioni uniche, mantenendo vivo il desiderio di ritorno.

Promozioni da cogliere al volo

Oltre agli aggiornamenti quotidiani e agli arrivi esclusivi, il sito di Vintage Boutique offre promozioni frequenti, pensate per chi ama unire la ricerca del pezzo unico al piacere dell’occasione. Sono offerte a tempo, legate a particolari selezioni o a momenti speciali dell’anno, che rendono ancora più stimolante visitare regolarmente la piattaforma. Un motivo in più per collegarsi spesso: perché nel mondo del vintage, ogni dettaglio conta, e le opportunità migliori non restano mai a lungo disponibili.

 

Unicità degli articoli

Ogni pezzo ha un’anima irripetibile: non si tratta di semplice second-hand, ma di articoli che diventano testimonianza di epoche e stili. L’acquisto non è mai ripetibile, ed è proprio questa unicità a definire il valore aggiunto di Vintage Boutique.

Dimensione europea

Grazie alle spedizioni internazionali, l’esperienza di acquisto travalica i confini locali e raggiunge tutta Europa. Un segno di apertura che proietta il negozio ben oltre Torino, senza però rinunciare alla sua forte identità territoriale.

Conclusione

Vintage Boutique incarna il meglio della moda vintage torinese: aggiornamento costante, servizi personalizzati, unicità dei capi, dimensione internazionale e un radicamento forte nel tessuto urbano.

Un progetto che guarda all’Europa ma resta profondamente legato a Torino, città in cui il vintage non è soltanto un trend, ma un vero linguaggio della contemporaneità.

 

LE IMMAGINI

Foto 1: accendino Cartier placcato oro (les must de Cartier) anni 80

Foto 2: lampada bronzo in stile industriale anni 50

Foto 3: lampada space Age doppia luce anni 70 , barattoli verdi Kartell, lampada stile liberty

Foto 4: giradischi preamplificato a valigetta con altoparlanti Philips anni 70

Foto 5: piatti Ginori fine 800 e scultura stile liberty

 

www.vintageboutique.it, via Alassio 30 TORINO

Bhutan, dove si misura la felicità

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Nel Regno del Dragone, tra vette himalayane e monasteri sospesi, il viaggio diventa meditazione.

Un silenzio che parla

L’aria di Paro è sottile. Non solo per l’altitudine: è l’assenza di rumore a sorprendere. Il vento fa vibrare le bandiere di preghiera, i colori sembrano sussurrare al cielo. Ogni passo in Bhutan è un invito a rallentare, ad ascoltare ciò che di solito sfugge. Qui, l’idea stessa di viaggio assume una dimensione diversa: non spostamento, ma centratura.
Questo piccolo regno himalayano ha scelto di misurare la felicità invece del PIL, di conservare foreste e monasteri più che grattacieli. Non è folklore: è una filosofia di vita. La spiritualità non è relegata ai templi, ma scorre tra i campi di riso, nei mercati, nei sorrisi degli abitanti.

Monasteri sospesi e villaggi lenti

La strada che porta al Taktshang, il celebre “Nido della Tigre”, si arrampica sulla roccia tra foreste di pini e rododendri. Il monastero appare all’improvviso, come sospeso nel vuoto, appoggiato a una parete verticale. È un simbolo potente: per raggiungere l’equilibrio serve salita, fatica, respiro. Dentro, l’odore dell’incenso e il canto sommesso dei monaci creano una dimensione fuori dal tempo.
Nella valle di Punakha, i campi terrazzati riflettono la luce del tramonto. Uomini e donne lavorano insieme, cantando. Non sono solo gesti agricoli, ma rituali quotidiani: prendersi cura della terra è prendersi cura della comunità. Nel villaggio, un bambino gioca con una ruota di preghiera, girandola come fosse un giocattolo. È l’immagine perfetta di una spiritualità che non divide sacro e profano.

Equilibrio come atto quotidiano

Il Bhutan non si mostra con clamore, ma si svela piano. Ogni incontro, ogni luogo ha il ritmo lento dell’acqua che scava la pietra. Nei mercati si scambiano storie insieme alle spezie, nei piccoli dzong (fortezze-monastero) il confine tra religione e vita si dissolve. La felicità, qui, non è un concetto astratto ma un equilibrio che si coltiva: come il riso nelle risaie, gesto dopo gesto.
Al passo di Dochula, i 108 chorten bianchi emergono dalla nebbia come isole di pace. È uno dei luoghi simbolo del paese: memoria, meditazione e sguardo rivolto alle montagne. Ogni bandiera di preghiera che sventola porta nel vento un desiderio di armonia.

La filosofia della Gross National Happiness

Il Bhutan è rimasto per secoli isolato tra le vette himalayane, preservando una cultura intatta. La monarchia ereditaria, istituita nel 1907, ha guidato una modernizzazione lenta e controllata. Ma è con il re Jigme Singye Wangchuck, nel 1972, che nasce la filosofia più famosa del paese: la Gross National Happiness (Felicità Interna Lorda).
Al contrario degli indicatori economici occidentali, questo sistema misura il benessere collettivo su quattro pilastri: sviluppo sostenibile, conservazione dell’ambiente, preservazione culturale e buona governance. Una scelta radicale, che ha fatto del Bhutan un caso unico al mondo: un paese che considera la felicità dei suoi cittadini più importante della crescita economica.

La spiritualità bhutanese

Il Bhutan pratica una forma di buddhismo tantrico chiamato Vajrayana, che unisce meditazione, rituali e simbolismi profondi. I monasteri non sono luoghi separati dalla vita quotidiana, ma centri comunitari, scuole e spazi di meditazione. La figura del lama è guida spirituale e custode della memoria collettiva.
Simboli come le ruote di preghiera e i mandala non sono semplici ornamenti: rappresentano il ciclo della vita e l’interconnessione tra tutti gli esseri. Visitare il Bhutan significa immergersi in un universo dove ogni gesto – dall’accendere una lampada di burro al far sventolare una bandiera di preghiera – diventa meditazione.

Un viaggio interiore

Visitare il Bhutan non significa collezionare tappe, ma attraversare uno spazio interiore. È un viaggio che sottrae più che aggiunge: meno rumore, meno fretta, meno distrazioni. E in quel vuoto controllato, qualcosa si muove. Forse è per questo che chi torna da questo regno lo descrive con parole leggere: equilibrio, ascolto, consapevolezza.

La valigia invisibile

Cosa rimane, quando il volo lascia alle spalle le vette himalayane? Non un souvenir, ma una domanda: che cos’è, davvero, vivere bene? Il Bhutan non impone risposte, ma mostra una via. Una vita semplice, relazioni profonde, un rispetto antico per la natura. È un insegnamento che non pesa, ma si insinua silenzioso, come il vento tra le bandiere colorate.

BHUTAN INCANTATO E IL TEMPIO DELL’AMORE DI AGRA

Un viaggio emozionante di 13 giorni tra le valli himalayane del Bhutan per vivere il suggestivo Festival Tshechu, …
 13 GIORNI 12 NOTTI
Bhutan

Bhutan, là dove la felicità è una scelta

“Purché sia femmina”, un romanzo controcorrente di Riccardo Mazzocchio

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Un augurio che raramente sentiamo dire. È invece il titolo del romanzo controcorrente di Riccardo Mazzocchio che affronta con acume e sensibilità il mondo spesso imperscrutabile delle donne. Penna leggera, pensieri profondi, risvolti impensabili. E, al centro della trama inconsueta, la grande sorpresa.”

Giovanna Tatò, giornalista e scrittrice, alla presentazione di “Purché sia Femmina” alla Biblioteca Comunale di Terni il 5 Marzo 2025.

 

LA TRAMA DEL LIBRO

Siamo davvero sicuri di essere artefici delle nostre scelte o sono esse invece il risultato di pulsioni momentanee? Marta, al culmine di una carriera prestigiosa non ci pensa due volte a mettere in atto un piano diabolico pur di vendicarsi di un grave torto subìto, incurante delle conseguenze della sua decisione. La sua vita cambia in modo drastico. Per ridarle un senso, si prefigge di crescere una bambina. L’educazione della piccola Nuru avviene in un contesto sociale insolito. Ispirata dalla sua nuova condizione, Marta trova la forza di reiventarsi e rimettersi in gioco.

La conclusione è che siamo meno pensanti di quanto si creda. Buona parte del nostro agire non è il risultato del libero arbitrio, di una libera scelta ma è influenzato da una serie di condizionamenti sia esterni (sociali) che interni (stati d’animo, emotività, pulsioni). È possibile, infatti, che le nostre azioni siano determinate più dalla fluttuazione probabilistica di circostanze motivanti che dal nostro volere.

 

L’AUTORE

Riccardo Mazzocchio è nato a Trapani nel 1959. Neurologo e Dottore di Ricerca in Neuroscienze, vive a Siena dal 1977. Appassionato di volo libero e a vela, coltiva la scrittura come forma d’arte e introspezione. Nel 2024 ha ricevuto il Premio “Il Medico Scrittore.” Ha pubblicato i romanzi: Il Tempo delle Donne (StreetLib, 2018), Purché sia Femmina (Nulla die, 2023) e Storie di Un Bambino Bizzarro (Nulla die, 2025), una serie di racconti autobiografici.

Puoi trovare il mio libro sul sito dell’editore o sugli altri online stores

https://nulladie.com/shop/narrativa/romanzi/riccardo-mazzocchio-purche-sia-femmina/

Seguimi su Instagram:

https://www.instagram.com/riccardomazzocchio/?hl=en

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Goodreads:

 

https://www.goodreads.com/author/show/19983059.Riccardo_Mazzocchio

 

Semi di Futuro

Rubrica settimanale dedicata a stili di vita sostenibili e buone pratiche d’impresa

iltorinese.it, da sempre voce autorevole e profondamente radicata nel territorio, lancia una nuova iniziativa editoriale al servizio dei lettori:

Grazie a un rapporto solido e fidelizzato con il suo pubblico, iltorinese.it si fa promotore di un progetto che nasce con un obiettivo chiaro: offrire uno spazio di informazione utile, costruttiva e partecipativa. Vogliamo accompagnare i lettori verso una maggiore consapevolezza ambientale e verso scelte quotidiane che favoriscano uno stile di vita più sostenibile.

Semi di futuro si propone come un vero e proprio servizio editoriale, pensato per informare e orientare, ma anche per ispirare.

Ogni settimana racconteremo esperienze concrete, imprese virtuose, idee innovative e percorsi accessibili che rendono possibile vivere in modo più responsabile.

Il progetto nasce in collaborazione con aziende torinesiimpegnate da anni su questi temi: realtà locali che condividono la nostra visione e che pongono nella propria mission il benessere collettivo e il rispetto per l’ambiente, alle quali vogliamo dare voce.

Con questa rubrica, iltorinese.it rafforza il proprio ruolo di media di prossimità, attento ai bisogni reali della comunità, e conferma la propria volontà di essere un punto di riferimento per un’informazione attiva, orientata al futuro e alla qualità della vita.

Se sei un’impresa del territorio che crede nei valori dell’ecosostenibilità, del benessere e dell’economia circolare, iltorinese.it ti invita a partecipare a questa iniziativa.

Contattaci per condividere la tua storia: daremo voce al tuo impegno attraverso una narrazione chiara, credibile e di valore all’interno di Semi di futuro  

Scrivici a: redazioneweb@iltorinese.it

Telefona a 366 1197850


Diventa protagonista del cambiamento, insieme a Il Torinese

“Fiori dentro l’anima”: quarto libro e primo romance di Arianna Frappini

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E’ un romance, anzitutto storia d’amore tra Ariel e e il suo corrispettivo maschile, l’orgoglioso ma dolce imprenditore Gabriele Temperelli, che cerca l’amore in grado di ammorbidire i suoi spigoli, ma parla anche di temi importanti come la disabilità, la libertà di scelta, il rispetto e la lotta ai pregiudizi. 

 

L’AUTRICE

Arianna Frappini è nata nel 1997 a Gualdo Tadino, piccola città tra le colline e le montagne dell’Umbria, in provincia di Perugia. Scrive da sempre, da quando ne ha memoria, e questa passione è cresciuta con lei, sviluppandosi lentamente e venendo coltivata, ma se non ci fosse quella scintilla che la collega ad altri mondi e alla dimensione meravigliosa in cui esistono i personaggi dei quali racconta le storie, niente di questo sarebbe possibile. Scrivere per lei è respirare: semplice, naturale, spontaneo, necessario.

E scrive per se stessa, poi se lo legge qualcun altro e arriva alla pubblicazione, ne è felice. Ha pubblicato varie poesie in raccolte collettive con altri autori all’interno di iniziative dell’Aletti Editore e una silloge personale, “Di una vita” nel 2013. Tuttavia, ha sempre sostenuto e ripetuto che la sua vera vocazione è quella di romanziera e allora sono usciti quattro libri: “L’ultimo dono prima di morire” (Albatros, 2020) e “L’eternità per ritrovarsi” (Albatros, 2023), due romanzi storici collegati tra loro, ambientati nel Cinquecento e nel Seicento, tra Spagna, Italia e Impero turco, “Il soldato che amava l’alba” (Zona, 2022) ispirato ai racconti del militare di suo padre e “Fiori dentro l’anima”, (Amazon, 2025), che è quello di cui parleremo oggi, primo romance contemporaneo e prima esperienza in self-publishing. Attualmente gestisce il blog personale “Oltre” in cui parla di libri e di musica e coltiva tutte le sue passioni: scrivere, leggere, ascoltare la musica (soprattutto quella di Ermal Meta), concerti inclusi ovviamente, e seguire il tennis (sta ancora festeggiando e si sta ancora emozionando per la vittoria di Jannik Sinner a Wimbledon).

IL LIBRO

Fiori dentro l’anima” è il suo nuovo romanzo ed è uno dei libri a cui tiene di più e in cui ha messo più di sé. In effetti, le persone che lo hanno letto hanno sottolineato a più riprese la sincerità sentita di queste pagine. La protagonista è Ariel Serenelli, scrittrice, giardiniera, consulente floreale (a ogni fiore un significato, a ogni personalità il suo insieme di fiori), creatrice e sostenitrice dei giardini sensoriali (percorsi da fare a occhi bendati e a piedi nudi). È sincera, determinata, testarda, orgogliosa, dolce con chi vuole, molto selettiva e senza filtri e senza maschere, crede nell’amore, più per i suoi personaggi, ed è convinta che non faccia per lei, temendo che possa ostacolare la sua libertà spirituale. È anche ipovedente, come l’autrice, e vedono entrambe la disabilità come una possibilità e un dono, non come qualcosa verso la quale provare pietà.

Sì, perché “Fiori dentro l’anima” è un romance, anzitutto storia d’amore tra Ariel e e il suo corrispettivo maschile, l’orgoglioso ma dolce imprenditore Gabriele Temperelli, che cerca l’amore in grado di ammorbidire i suoi spigoli, ma parla anche di temi importanti come la disabilità, la libertà di scelta, il rispetto e la lotta ai pregiudizi. A rendere questo libro davvero speciale e possibile non sono solo le discussioni anche divertenti tra i due protagonisti, non solo i loro caratteri forti che non possono far altro che scontrarsi e incontrarsi, non solo la convinzione che l’amore nasca dalle e nelle imperfezioni, ma le amiche. Ariel ha un gruppo di amiche che assomigliano più a sorelle: insieme a lei Amina, Mia e Serena. Sono inseparabili, capaci di esserci, protettive a volte anche troppo, però sono disposte a fidarsi delle altre, pure oltre le proprie convinzioni. Sono quella famiglia che si sceglie e costituiscono un modo per combattere i pregiudizi e conoscere: Ariel è ipovedente e vede la disabilità come una ricchezza e poi è una scrittrice e viene etichettata come strana, come tutti gli artisti; Amina è nata in Italia da genitori tunisini, si sente italiana e viene considerata da troppa gente una straniera senza diritti; Mia ama il sesso e i ragazzi e per la società è una poco di buono, mentre, se fosse un ragazzo, sarebbe ammirata; Serena è lesbica , perfettamente in linea con la sua natura e troppe persone la vedono come contronatura. Ariel, Amina, Mia e Serena esistono e meritano di essere viste e di non doversi nascondere.

 

Per acquistare Fiori dentro l’anima, copertina flessibile, Kindle e anche Kindle Unlimited:

https://amzn.eu/d/9PU5zGb

 

Per visitare il blog dell’autrice:

https://oltreblogdiariannafrappini.wordpress.com/

Ettore Pacetti: “Il sigillo di Parsifal”, un giallo storico avvincente

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Il Sigillo di Parsifal è un romanzo che parla di storia, di legami che intercorrono fra periodi lontani, di cambiamenti intervenuti nel concetto di cultura, il tutto senza abbandonare un passo narrativo stringente e spesso anche ironico e le coordinate tipiche del plot di un classico giallo

 

IL LIBRO

Il sigillo di Parsifal è un giallo storico il cui fulcro è costituito da due documenti sonori immaginari: la registrazione del Parsifal, l’ultimo capolavoro operistico di Richard Wagner, eseguito nel 1951 al Teatro alla Scala di Milano dal grande direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler, uno dei numi dell’interpretazione musicale del Novecento, la cui fortuna era stata spesso associata al momento culminate della dittatura nazista, e quella di un colloquio riservato tra Mussolini e Hitler carpito di nascosto nel corso della visita del primo a Roma nel 1938 durante un ricevimento in onore del capo di Stato tedesco a Palazzo Venezia. Si svolge quindi tra gli anni Trenta del secolo scorso e i nostri giorni, passando per il primo dopoguerra, fra Milano, Torino e Roma. Vi si mescolano varie componenti: la ricostruzione dei momenti storici in cui vennero realizzate le due registrazioni, la mancata risoluzione di molti conflitti del passato, dovuti al non aver fatto i conti con la propria storia, la diversa percezione del ruolo della musica nella società odierna oltre all’intreccio più propriamente da “thriller” riguardante le vicende che accompagnano i documenti in questione, inclusa la scia di delitti che si lasciano dietro.

La vicenda ha origine nel ventennio fascista e attraversa quasi un secolo per arrivare all’epoca odierna e coinvolge i possessori dei due documenti sonori, dalla creazione del più antico, con la ripresa nascosta della conversazione segreta fra i due dittatori fatta da uno di due gemelli adottivi di una nobile famiglia romana apertamente schierata col regime fascista, all’altro documento, contenente la registrazione del Parsifal di Wagner diretto da Furtwängler da parte di un appassionato collezionista, segnato anch’esso da un torbido passato nella Repubblica Sociale Italiana.

Nel dopoguerra, i due documenti vengono riversati su un unico supporto e passano per varie mani finché la loro casuale scoperta nei magazzini di una importante fonoteca a Roma, dove giacevano dimenticati da tempo, provoca una sequela di misteriosi delitti. Sarà un giornalista a tempo perso e dongiovanni impenitente, Corrado della Nera, a indagare sul fatto. Dopo esserne venuto incidentalmente a conoscenza, si appresterà fare luce su di esso, squarciando il velo di silenzi e di mistero che vi aleggia intorno. Nel corso dell’indagine, gli si para di fronte una nutrita galleria di inquietanti personaggi viventi o defunti: aristocratiche ciniche e viziose, collezionisti dai torbidi trascorsi, che cercano di occultare i loro vecchi misfatti dietro una facciata di rispettabilità, dirigenti pubblici e professionisti dell’informazione corrotti e senza scrupoli, la cui sola molla è l’ambizione personale, criminali neofascisti dalle perverse inclinazioni e dal sordido passato familiare. Gli saranno d’aiuto una enigmatica e affascinante rossa e una sua vecchia conquista dal temperamento irruente.

Il Sigillo di Parsifal è un romanzo che parla di storia, di legami che intercorrono fra periodi lontani, di cambiamenti intervenuti nel concetto di cultura, il tutto senza abbandonare un passo narrativo stringente e spesso anche ironico e le coordinate tipiche del plot di un classico giallo.

L’AUTORE

Ettore Pacetti è nato a Roma dove ha compiuto gli studi classici e musicali.

Nel 1984 è assunto in Rai, dove si è specializzato nell’archiviazione dei documenti musicali e poi di tutti i documenti radiofonici, divenendo nel 2006 funzionario di RAI Teche per la catalogazione e gestione degli archivi sonori, carica che esercita fino al congedo per pensionamento.

Nel 2002 pubblica per RAI ERI insieme a Paolo Donati il saggio C’erano una volta nove oscillatori, dedicato alla storia dello Studio di Fonologia di Milano della RAI.

Nel 2009 esordisce nella narrativa col romanzo Segreti concerti, al quale fanno seguito i romanzi Gli stratagemmi della notte (Calibano Editore, 2023), I cerchi delle tenebre (Bertoni Editore, 2024) e Il sigillo di Parsifal (Bertoni Editore, 2025).

IL SIGILLO DI PARSIFAL

Bertoni Editore, 2025

https://www.ettorepacetti.com/

https://www.bertonieditore.com/shop/it/home/1436-il-sigillo-di-parsifal.html

https://www.amazon.it/sigillo-Parsifal-Ettore-Pacetti/dp/8855359061/

https://www.ibs.it/sigillo-di-parsifal-libro-ettore-pacetti/e/9788855359061

“L’ultimo profeta” di Luciano Lavarra. Una corsa contro il tempo per salvare il mondo

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Quello che sembrava solo un viaggio di lavoro si trasformerà in una corsa contro il tempo, perché dalla pubblicazione di quel romanzo non dipende solo il destino della casa editrice, ma anche quello dell’intera umanità.

IL LIBRO
“Se quello che ho scritto è giusto che non si avveri, sarà la storia a farsi trovare”
Stella è una giovane editor che si ritrova per le mani un potenziale best seller che potrebbe rilanciare la casa editrice per cui lavora, sull’orlo del fallimento dopo un passato prestigioso.
È il gennaio 2020 e il romanzo, scritto tre anni prima, racconta l’estinzione dell’umanità a causa di un virus che diventa pandemico proprio in quell’anno. Che si tratti del virus che sta mietendo vittime in Cina? L’occasione è ghiotta, così Stella e due colleghe si mettono alla ricerca dell’autore, svanito nel nulla.
Un viaggio che da Milano le porterà in Puglia, dove leggende di accabadore in grado di donare la morte ai moribondi con la sola forza del pensiero si intrecciano a quelle delle guaritrici di paese, capaci di sistemare slogature e togliere il malocchio. La ricerca proseguirà poi a Londra, e quello che sembrava solo un viaggio di lavoro si trasformerà in una corsa contro il tempo, perché dalla pubblicazione di quel romanzo non dipende solo il destino della casa editrice, ma anche quello dell’intera umanità.
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L’AUTORE
Luciano Lavarra è un autore e artista poliedrico che da oltre vent’anni dedica la sua vita al teatro e alla narrazione. Nel 2003 fonda la compagnia teatrale Figli di Farinella. Da allora scrive, dirige, interpreta e produce commedie e spettacoli. Tra le sue opere più acclamate spicca L’ultimo profeta, da cui nasce l’omonimo romanzo, che ottiene una menzione speciale al prestigioso concorso nazionale Fitautori e che gli ha permesso di aprire un nuovo capitolo della sua carriera. Oltre al teatro, recita in vari film e produzioni televisive. Dal 29 giugno partecipa alla trasmissione “Facci Ridere” su Rai 2 in qualità di comico.
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Titolo: L’ultimo Profeta
Autore: Luciano Lavarra
Casa editrice: Bookabook ( Milano )
Distributore: Messaggerie Libri
Note:
Questo libro è stato pubblicato il 15 maggio 2025 e in 10 giorni ha venduto 200 copie
Contatti:
Cell. 3339499579
Si può ordinare in tutte le librerie in Italia
Oppure su tutte le piattaforme di librerie online
SU AMAZON
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SU BOOKABOOK

FitHome: Fuori dagli schemi, dentro le persone

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“Fuori dagli schemi, dentro le persone”. Un percorso nato all’aperto, tra fatica e sorrisi, che oggi unisce corpi in movimento e relazioni vere. FitHome è il progetto di Giuseppe Leo diventato realtà condivisa: un luogo dove allenarsi significa sentirsi parte di qualcosa.

Torino – C’è chi costruisce il proprio futuro tra i muri di una palestra, e chi invece sceglie di partire da un parco.

È la storia di Giuseppe Leo, personal trainer e imprenditore torinese, che dopo anni di esperienza nel settore del fitness ha trasformato un’intuizione nata quasi per caso in un progetto solido, innovativo e umano: FitHome.Appena terminati gli studi universitari, Giuseppe sapeva già che avrebbe voluto creare qualcosa di suo. Ma c’era anche la consapevolezza di dover crescere. Così ha scelto di aspettare, lavorando per cinque anni in diverse palestre torinesi, osservando, ascoltando, imparando. Non solo l’aspetto tecnico, ma soprattutto quello umano: le reali esigenze delle persone, il bisogno di sentirsi seguite, comprese, motivate.

Intervista a Giuseppe Leo – Fondatore di FitHome

1. Com’è nato il progetto FitHomeless?
Tutto è iniziato in un modo che non avrei mai potuto pianificare. Era l’estate del 2016, stavo lavorando in palestra da diversi anni e coltivavo il sogno di creare un progetto mio. Un giorno, una ragazza mi chiese: “Mi alleni al parco?”.
Accettai, senza immaginare che quel semplice incontro avrebbe cambiato tutto. Iniziammo ad allenarci due, tre volte a settimana, anche in pieno inverno. Neve, pioggia, fango: niente ci fermava. Ma soprattutto, mi resi conto che quel modo di allenarsi – libero, essenziale, umano – aveva qualcosa di unico.
Poi arrivò un viaggio in California. Lì vidi gruppi ovunque: sulle spiagge, nei parchi, sotto il sole. Fitness all’aperto vissuto con energia e spontaneità. In quel momento tutto si è acceso: avevo in mano un’idea autentica, diversa, e volevo portarla a Torino.
Prima ancora di rientrare ho iniziato a pensare al nome, al format, al sito. Così nel 2017 è nato FitHomeless: non solo un progetto di allenamento outdoor, ma una vera e propria comunità senza muri, dove le persone si incontrano, si allenano e stanno bene insieme.
Da lì è nato tutto il resto: nel 2019 ho aperto FitHome Studio, uno spazio dedicato al personal training e ai percorsi individuali; e poi, nel 2024, è arrivato FitHome Crew, dedicato all’energia del gruppo e alle attività collettive.
Tutte queste realtà sono diverse, ma hanno un’anima comune: rimettere al centro la persona, creare relazione, e far vivere il movimento come qualcosa che arricchisce, dentro e fuori.

 

2. Quali sono i valori guida del progetto?
Il valore principale è mettere la persona al centro, sempre. Che si tratti di un allenamento individuale o di gruppo, l’idea è costruire percorsi su misura, rispettando i tempi, i limiti e gli obiettivi di ognuno.
Poi c’è l’inclusività: chiunque può avvicinarsi al nostro mondo, indipendentemente dall’età, dal livello di preparazione o dal punto di partenza. E naturalmente la relazione: crediamo molto nel creare un ambiente in cui ci si senta accolti, ascoltati, parte di qualcosa.
Infine, la libertà. Il movimento non deve essere una costrizione, ma un piacere: che tu lo faccia in un parco, in una sala attrezzata o in una lezione collettiva, l’importante è che ti faccia stare bene.

3. A chi è rivolto?
A tutti. Davvero. Non ci rivolgiamo solo a chi ha già un’esperienza sportiva, ma anche – e forse soprattutto – a chi ha voglia di iniziare, ma non si è mai sentito a proprio agio nei contesti classici.
Ogni persona trova il suo spazio: chi cerca una guida personale, chi preferisce l’energia del gruppo, chi ha bisogno di recuperare dopo un infortunio o semplicemente vuole rimettersi in movimento. Abbiamo costruito FitHome proprio per rispondere a queste esigenze diverse, ma tutte reali.

4. Quali sono i servizi di FitHome Studio?
FitHome Studio è il nostro spazio dedicato al personal training. Qui seguiamo le persone in modo mirato, sia individualmente sia in mini-gruppi, ma sempre con un programma personalizzato.
Chi si allena con noi può scegliere quando allenarsi, senza vincoli rigidi di orario, e viene seguito passo dopo passo.
Un grande valore aggiunto è la presenza di Edoardo, fisioterapista e personal trainer, che lavora fianco a fianco con i clienti, integrando il lavoro posturale, il recupero e la prevenzione.
Questo ci permette di offrire un approccio completo, attento e sostenibile nel tempo.

5. Quali sono le attività di FitHome Crew?
FitHome Crew è il nostro spazio dedicato alle lezioni di gruppo, nato nel 2024 per offrire ancora più varietà e coinvolgimento. L’idea era creare un luogo dove le persone potessero allenarsi insieme, condividendo fatica, motivazione ed energia.
Le attività sono suddivise tra due sale e comprendono calisthenics, hyrox, HIIT, yoga e pilates. Ogni lezione è pensata per gruppi di circa 15 persone, con livelli adattabili e un approccio inclusivo.
A guidarle ci sono professionisti appassionati e preparati: come Marco, il nostro istruttore specializzato in calisthenics, che porta una grande competenza tecnica e un’energia contagiosa nelle sue classi. E poi c’è Rossella, la nostra insegnante di yoga, che lavora con noi tutto l’anno e cura anche le pratiche outdoor nei mesi estivi. FitHome Crew è un ambiente dinamico, stimolante e accogliente, dove ognuno può trovare la disciplina giusta per sé e sentirsi parte di un gruppo che si muove, cresce e si sostiene insieme.

6. Cosa significa entrare a far parte della community?

Significa non sentirsi un numero. Significa allenarsi in un luogo dove vieni riconosciuto, dove ti salutano per nome, dove i tuoi progressi contano.
Che tu sia in studio, in una classe o su un prato, sei parte di qualcosa.
C’è uno scambio continuo: tra clienti e trainer, tra i membri del team, tra chi ha appena iniziato e chi è con noi da anni. Questo spirito è nato nei parchi e non ci ha mai abbandonati.
È questo che rende FitHome speciale: non solo il modo in cui ci si allena, ma le relazioni che nascono e crescono lungo il percorso.

https://fithomecrew.carrd.co/

Sito Web Fithomeless – FITHOMELESS

Telefono 3405335106

Corso Raffaello , 21/ a

Via Belfiore, 43