Fabio Liguori ci propone questa suggestiva immagine del colle di Superga
“C’è un villaggio fuori dal tempo alle porte di Torino. Si tratta di un agglomerato operaio edificato a fine ottocento per ospitare costruito da Napoleone Leumann, imprenditore, che spostó l’azienda di famiglia a Torino. Sono ancora visibili, e abitate, le case, la chiesa e l’ufficio postale. Il Villaggio Leuman, questo il nome, si snoda lungo corso Francia a Collegno. Sul lato opposto, si trova anche la caratteristica stazione ferroviaria in legno”.
Testo e foto di Lori Barozzino
La magia del Po e del Monviso
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Destreggiarsi tra gli alimenti per un allergico può essere un vero incubo. Questa ragione ha spinto il Dott. Davide Iozzi, Biologo Nutrizionista, ad approfondire tutto sull’argomento.
L’allergia è ancora un tema poco conosciuto e spesso molti si ritrovano a sottoporsi a svariate visite specialistiche senza raggiungere una soluzione definitiva. Il connubio tra il dott. Iozzi e l’istamina non è arrivato per caso. Lo stesso infatti aveva sofferto per alcuni anni di orticaria cronica idiopatica e grazie alla sua sete di conoscenza e alla continua ricerca, ha ridotto tutti quegli alimenti che contenevano tale molecola. I benefici immediati e visibili, hanno convinto il dott. Iozzi a continuare a cercare, studiare e approfondire per creare diete adatte per tutti i soggetti allergici.
Recentemente il dott. Iozzi ha deciso di raccogliere tutta la sua conoscenza sull’allergia e trasferirla su un libro, “La dieta Ipoistaminica” (https://www.amazon.it/dieta-ipoistaminica-Davide-Iozzi/dp/884814358X/ref=sr_1_1?crid=320IE067F0QW7&keywords=la+dieta+ipoistaminica&qid=1671570964&sprefix=la+dieta+ipoi%2Caps%2C524&sr=8-1) All’interno troverete non solo le classiche nozioni necessarie per capire cosa sia l’istamina, ma anche tutti gli effetti della stessa sull’organismo. Facile da capire e suddiviso in capitoli correlati da menù in modo da fornire, a chi voglia cimentarsi, gli strumenti adatti per poter combattere l’allergia.
Per chi vuole approfondire il tema potete visitare le sue pagine social: Facebook (https://www.facebook.com/dottdavideiozzi) e Instagram (https://www.instagram.com/davideiozzi/) per restare sempre aggiornati sul tema alimentazione e non solo.
Un suggestivo scatto della lettrice Maria Rosa Barbero.
Paesaggi Notturi. Il Monviso visto dal Lago Fiorenza ancora ghiacciato. Fotografare ai confini della notte. Di Giampaolo Gigli.
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Nella mostra aperta fino all’8 aprile presso la galleria Malinpensa by Telaccia
È dedicata a due artisti, Rolando Rovati, e Davide Tornielli, l’esposizione dal titolo “Verso l’infinito”, ospitata dal 28 marzo all’8 aprile prossimo presso la galleria d’arte Malinpensa by Telaccia.
Il percorso espositivo dell’artista Rolando Rovati è espressione di un temperamento molto vivo e di un’autentica maestria interpretativa, che egli realizza con creatività irrefrenabile, unita a una magistrale ricerca ricca di effetti estetici, di simboli costanti e di un’espressione geometrica in cui la sicurezza tecnica è unita aun marchio scenico di affascinante resa scenografica.
Il gioco dei colori caldi si accompagna nelle opere di Rovati a un’interessante originalità.
Vengono raggiunti risultati di sicura maturità artistica, unita alla consapevolezza dei mezzi espressivi utilizzati.
I rossi e i verdi compongono una sinfonia piuttosto suggestiva, in cui il timbro cromatico e l’armonia ritmica raggiungono un notevole punto di equilibrio.
La sua attività artistica, che ha riscosso anche un notevole successo di pubblico e di critica, rivela un linguaggio moderno interpretato alla luce di un sicuro simbolismo, altamente personale, che non passa di certo inosservato.
La capacità di racconto, unita alla dinamica strutturale prospettica e all’espressione della materia mista su tavola, scandiscono l’opera di Rolando Rovati. L’artista compone le sue immagini accompagnandole a un elemento di meditazione che rafforza un’idea progettuale di notevole risonanza.
L’elaborazione costante di nuove progettazioni strutturali e il loro legame si materializzano in un’azione costruttiva di notevole campitura cromatica e di rara comunicazione emotiva. La stesura fluida della materia su tavola di legno attraversa un dialogo incessante, trasformandosi in emozione pura.
L’arte di Davide Tornielli va al di là della resa della tecnica e del piacevole lirismo cromatico, diventando una realtà pittorica più interiore che esteriore, intrisa di contenuti e di valori.
Il suo mondo pittorico rivela una verità di espressione pura, che si trasforma in uno stato d’animo e in una struttura coerente in cui i movimenti cromatici giungono al limite dell’astratto, creando unimpatto visivo e simbolico di notevole effetto.
Tornielli traduce l’emozione con una manualità tecnica particolare e l’immagine della natura coglie una fantasia che si accende di una chiarezza cromatica unica e irripetibile. La magistrale stesura dell’olio a spatola su tela, la valenza materica e l’armonia compositiva avvolgono l’opera di una carica volumetrica graduale, capace di accrescere sempre più il senso di interpretazione, l’immediatezza pulsante del colore, il segno del tratto dinamico e il rigore assoluto della tecnica.
L’immagine della natura che si coglie sulla tela di Davide Tornielli si carica di riflessività e di vitalità, i bagliori intensi della foglia in oro e argento sono capaci di cogliere diversi toni chiaroscurali, ottenendo un’unità di sintesi formale e un equilibrio esatto nella scansione degli spazi.
Il suo linguaggio è condotto alla luce di una dinamica compositiva in costante equilibrio, con un’atmosfera cromatica pregnante di stile e di un significato che esplora in profondità l’animo umano.
MARA MARTELLOTTA
Galleria d’arte Malinpensa by Telaccia, corso Inghilterra 51, Torino
Orario 10.30- 12.30; 16-19.
Chiusura lunedì e festivi.
Tel 0115628220
Una nuova serie tv targata Groenlandia ha scalato le classifiche italiane, arrivando quasi al livello della tanto amata “Mare fuori”. Dalla sua uscita infatti ha conquistato il badge delle “più viste” dagli utenti della piattaforma di streaming, riscuotendo un enorme consenso. Si tratta de “La legge di Lidia Poet“, ambientata a Torino. La ricetta del suo successo è facilmente giustificabile dato che racchiude in sé tutti gli ingredienti per affascinare il grande pubblico: il recupero di una figura poco conosciuta, la fiction storica e una componente noir. La storia della prima donna ammessa all’esercizio dell’avvocatura viene dunque ripresa in una versione più pop e contemporanea che però non ha mancato di far storcere il naso ad alcuni.

La storia fra realtà e finzione
Nella finzione la protagonista (Matilda De Angelis) non segue in toto le azioni del personaggio storico. L’unico segmento della trama che si attiene alla realtà è quello che la vede laurearsi in Legge presso l’Università di Torino, svolgere regolarmente il praticantato e superare l’esame per avvocati. Dopo l’iscrizione all’albo arriva però una contestazione che le vieta di praticare l’attività in quanto donna. Il motore narrativo della vicenda consiste nel suo desiderio di presentare un ricorso, mentre collabora con il fratello in qualità di sua assistente legale.
I dettagli però cambiano vertiginosamente. Nello sceneggiato la donna continua a lavorare, occultandosi dietro ad Enrico Poet e accettando i clienti al posto suo. Difende dei casi disperati, caratterizzati da condizioni sociali difficilmente riscattabili e da scarse possibilità economiche con un solo intento: svelare la verità. Con l’aiuto di suo cognato, il giornalista Jacopo Barberis (Eduardo Scarpetta), riesce a indagare sul campo e a ottenere delle informazioni decisive per la difesa dei propri imputati. Finge infatti di essere una sua collega e così riesce ad interrogare i sospettati ed esaminare i luoghi del delitto. L’estrema vicinanza dei due porterà allo sviluppo di un interesse amoroso e a un inaspettato risvolto politico. I sei episodi si esauriscono sulla scia di diversi casi risolti dall’avvocata-detective, che alla fine riuscirà a raggiungere i propri scopi.
Lidia Poet e Torino
La maggior parte delle scene all’interno del tribunale sono state girate presso l’Ex Curia Maxima di Via Corte d’Appello e Palazzo Falletti Barolo. Invece la redazione della testata giornalistica in cui Barberis scrive è situata a Palazzo dei Cavalieri. Inoltre le riprese dall’alto della città presentano una chicca che gli spettatori più attenti sicuramente avranno notato: una versione incompleta della Mole Antonelliana, priva della cosiddetta “Lanterna”. Infatti la serie è ambientata nel 1883, momento in cui la guglia non era ancora presente.
Le voci fuori dal coro
Questo adattamento però non ha mancato di scatenare delle polemiche, soprattutto dagli eredi di Lidia Poet stessa. La pronipote infatti ha dichiarato di non avere apprezzato questa rappresentazione della propria antenata e di non capire come mai non si sia dato più credito alla vicenda reale. Altri parenti invece sono rimasti infastiditi dal modo in cui la protagonista è stata resa una caricatura, inappropriata per le limitazioni imposte all’epoca. Inoltre pare che fosse una donna seria e schiva, molto diversa dal carattere che dimostra lungo il corso di tutta la narrazione.
Non è poi tardata ad arrivare una precisazione: la prima avvocata d’Italia è databile a ben quattro secoli prima e corrisponde al nome di Giustina Rocca. Ciò non toglie la rilevanza di Lidia Poet e delle sue battaglie per il suffragio universale femminile e per la difesa delle fasce di popolazione più emarginate e indigenti. La sua caparbietà e la sua fermezza la porteranno a rientrare nell’ordine degli avvocati nel 1920, all’età di sessantacinque anni.
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Francesca Pozzo
Oggi vi proponiamo una suggestiva immagine di Torino inviataci dal lettore Gianluca Pannuccio.