TRIBUNA- Pagina 84

Valcerrina dopo lo "strappo" di Serralunga

VALCERRINA1“Serralunga di Crea è stato in prima fila sin dal 2002 nelle esperienze associative di enti locali in Valcerrina ed il suo sindaco, Giancarlo Berto, in passato si era sempre espresso per un rafforzamento delle Unioni”

Egregio Direttore,

                                               il recesso unilaterale dall’Unione dei Comuni della Valcerrina il 26 maggio scorso, deliberato dal Consiglio Comunale di Serralunga di Crea non può e non deve passare sotto silenzio.

Serralunga di Crea è stato in prima fila sin dal 2002 nelle esperienze associative di enti locali in Valcerrina ed il suo sindaco, Giancarlo Berto, in passato si era sempre espresso per un rafforzamento delle Unioni.

Quindi una delibera che si limita a dire conclusa l’esperienza in seno all’Unione, è troppo poco. Nell’interpellanza chiedo al sindaco Berto, che è anche assessore dell’Unione (la Valcerrina vanta un primato: su un Consiglio di 11 componenti, due sono espressione delle minoranze di 9 Comuni e gli componenti sono i Sindaci dei Comuni appartenenti, i quali sono allo stesso tempo anche Assessori) di venire in Consiglio e spiegare . meglio se in una seduta aperta e pubblica – quali sono le ragioni di tale passo, consentendo così l’apertura di un dibattito che non deve rimanere soltanto informale.

Per questo sono disponibile a trasformare lo strumento di partecipazione in una mozione che possa essere un momento di rilancio di questo organo associativo di enti locali, il quale non deve limitarsi a fare della politica di gestione di piccolo cabotaggio, ma cercare di guadare da un lato

Alla razionalizzazione dei servizi ai Cittadini nell’ottica della riduzione di costi e della loro efficienza.

A fare Politica con la “P” maiuscola, quindi a prese di posizione ed organizzazione comune di un territorio che, pur facendo parte del Casalese, tuttavia si incunea come una punta di lancia tra due province, Asti e Vercelli e la Città Metropolitana di Torino. E campi come la cultura, il turismo, la sicurezza parecipata, anche se non inseriti nelle funzioni fondamentali possono diventare strategici. Basta volerlo e crederci.

Per fare questo, però, occorre guardare oltre la corte della propria cascina ma rivolgere lo sguardo verso obiettivi più ampi.

Mi auguro di cuore, anche perché la mia storia personale mi lega a Serralunga di Crea, che questo “strappo” sia momentaneo e frutto di una profonda riflessione in seno non solo tra i Sindaci, ma tra tutti i Consigli Comunali, e porti a dei concreti passi avanti, nell’amministrazione sia ordinaria che straordinaria.

Fare finta di niente e girarsi dall’altra parte, invece, andrà ad impedire una volta di più che i problemi vengano DAVVERO affrontati. Con tutte le conseguenze negative per i Comuni e, soprattutto

per i Cittadini.

Villamiroglio/Cerrina, 28 giugno 2016

 

                                                                                       Massimo Iaretti

                                                        Consigliere dell’Unione della Valcerrina

                                                      Consigliere Comunale di Villamiroglio

Lav: "Cosa ci aspettiamo da Appendino"

TORINO, ESITO ELEZIONI AMMINISTRATIVE: LA CADUTA DI UNA GIUNTA TOTALMENTE SORDA ALLE ISTANZE DELLE ASSOCIAZIONI A TUTELA DEGLI ANIMALI. LAV: «ORA DALLA NUOVA AMMINISTRAZIONE CI ATTENDIAMO DA SUBITO UN NETTO CAMBIO DI ROTTA, A PARTIRE DALLO STOP ALL’INSENSATO PROGETTO DEL NUOVO ZOO»

municipio comune

 Riceviamo e pubblichiamo – (foto: il Torinese)

L’esito delle elezioni amministrative torinesi segna la fine di cinque anni caratterizzati dalla totale sordità da parte della vecchia Giunta alle istanze delle associazioni animaliste. Cade così un blocco di potere che, di fronte alle molteplici proposte della LAV e delle altre organizzazioni a tutela degli animali, non ha fatto che rispondere con arroganza, strafottenza e totale disinteresse, senza alcuna considerazione per i tanti volontari e le migliaia di cittadini che li sostengono.

 

In questo quadro poco edificante, hanno rappresentato casi emblematici, tra gli altri: il costante disinteresse dell’Amministrazione nei confronti delle proposte provenienti dal volontariato animalista, le inutili manomissioni al Regolamento n. 320, le assurde concessioni ai circhi con animali, le barricate dell’Assessore allo Sport e al tempo libero contro ogni ipotesi di organizzare fuochi artificiali meno rumorosi, le prese in giro ai danni del Coordinamento No Zoo da parte dell’Assessore all’Ambiente e al verde pubblico e, soprattutto, l’inaccettabile decisione di aprire un nuovo zoo, a trent’anni di distanza dalla chiusura del vecchio parco zoologico comunale.

 

«Nei cinque anni che ci precedono, la LAV e le altre organizzazioni a difesa degli animali hanno ricevuto, dalla maggioranza di Giunta, soltanto porte in faccia, perché considerate come la periferia della periferia della politica dichiara Gualtiero Crovesio, Responsabile della LAV a Torino -. Ora tenteremo di invertire la rotta, portando finalmente al centro dell’agenda della Città i temi della tutela degli animali e dell’ambiente».

 

La LAV si rivolge quindi alla nuova Amministrazione cittadina, chiedendo di aprire quanto prima un tavolo per discutere un pacchetto complessivo di proposte, alcune delle quali giacciono già da anni inascoltate, al fine di inaugurare, nella nostra città, una nuova stagione nel rapporto, non solo tra i cittadini e chi li governa, ma anche tra gli esseri umani in generale e gli animali.

 

In particolare, l’organizzazione animalista propone:
  • di fermare, anzitutto, l’iter di concessione del Parco Michelotti finalizzato alla costruzione del nuovo zoo targato Zoom, dando così risposta alle quasi diecimila sottoscrizioni di torinesi contrari al progetto;
  • di ridare voce alle associazioni di volontariato, rispettando le linee espresse nel Regolamento n. 320;
  • di fare rispettare interamente, senza più negligenze, il Regolamento Tutela Animali, e di prevedere un suo miglioramento, a reale tutela di tutti gli animali;
  • di mettere in campo una seria campagna di adozione dei cani ospiti dei canili cittadini, rivedendo le assai restrittive norme interne che regolano l’accesso dei volontari, e mettendo mano al rapporto esclusivo con l’associazione che in questi anni ha gestito il Canile Municipale;
  • di prevedere finalmente fuochi artificiali a basso impatto sonoro in occasione della festa di San Giovanni, senza più deroghe al Regolamento n. 320, sensibilizzando, nel contempo, i cittadini ad abbandonare l’uso dei botti durante le feste di Capodanno, e facendo quindi rispettare il divieto, rimasto, sino ad ora, solo sulla carta;
  • di effettuare gli opportuni interventi di sterilizzazione dei gatti delle colonie feline, i quali si sono rivelati, negli ultimi anni, del tutto insufficienti;
  • di organizzare i necessari corsi di formazione per la Polizia Municipale sugli obblighi di legge in merito alla tutela degli animali e sui contenuti del Regolamento n. 320;
  • di scegliere spettacoli di intrattenimento che non utilizzano animali, in linea con il Regolamento n. 320, che parla di superamento dei circhi con animali;
  • di favorire la diffusione dell’alimentazione vegana, promuovendo l’immagine di Torino città del cibo «cruelty free» e favorendo la realizzazione di iniziative culturali e commerciali a sostegno di questa tipicità che vede la nostra città tra le capitali mondiali del Veg.

Accoglienza e terrore

comunitaislamCon l’invasione di migranti si parla molto di accoglienza e  integrazione.  Ma dopo cosa succederà?  Ci sparano addosso, o ci fanno  saltare in aria?  Visto che quasi tutte le stragi in Europa, e negli USA,  sono state compiute da soggetti islamici ben integrati?  Mi sa  tanto che la profezia di Oriana Fallaci si sta avverando! Con l’islam che conquisterà l’Europa, che diventerà Eurabia! E sono pochi i politici (e clero) che capiscono il nostro triste futuro, fatto da invasione e assedio da parte di soggetti islamici, magari  sponsorizzati da Stati arabi che vivono con i soldi, da noi pagati, per il loro petrolio !

M.B.

VENARIA, APERTO IL NUOVO SPORTELLO PER L’ACCESSO AL MICROCREDITO

PER I SOGGETTI NON BANCABILI. ECCO LE INFORMAZIONI PER PRENDERE APPUNTAMENTO

 

venariaE’ aperto a Venaria Reale  dal 23 giugno 2016 il nuovo sportello per l’accompagnamento all’erogazione del  “Fondo di garanzia per il microcredito a favore di “soggetti non bancabili”: soggetti che non hanno accesso al credito presso banche e altri istituti finanziari regolamentati, in quanto non hanno la possibilità di fornire alle predette istituzioni una garanzia reale né una valida garanzia personale da parte di terzi. L’ufficio è situato presso il Municipio, in piazza Martiri della Libertà 1, aperto il giovedì dalle ore 13,45 alle ore 17,45 solo ed esclusivamente su appuntamento, in questa prima fase aperto ai soli residenti di Venaria Reale. Per prenotare è necessario telefonare allo 0114072445.È uno strumento fondamentale che rappresenta  una opportunità importantissima  per tutti i soggetti esclusi dai circuiti tradizionali del credito, che vogliono avviare un’attività economica o un’attività professionale.Lo sportello fornirà accoglienza, ascolto, accompagnamento e i servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio. Sarà attivo presso il Comune di Venaria Reale a partire dal mese di giugno e sarà esteso, successivamente alla prima fase aperta ai soli residenti di Venaria Reale, a tutti i cittadini dell’area omogenea della Città metropolitana. Lo sportello, voluto fortemente dall’Assessorato alle Politiche Sociali, è gestito dalla “Fondazione Don Mario Operti” capofila del gruppo di lavoro della Regione Piemonte.Le azioni predisposte secondo il Protocollo tra il Comune di Venaria Reale e la Fondazione Don Mario Operti presso lo Sportello sono: l’accompagnamento al Microcredito Regionale di cui alla L.R. 30/2009, destinato alla promozione e al sostegno delle iniziative imprenditoriali di recente costituzione sul territorio. In aggiunta alle azioni legate all’accompagnamento al “microcredito”, la Fondazione Don Mario Operti metterà a disposizione tutte le azioni  che contraddistinguono la sua storia a partire dal “Prestito della Speranza” 3.0, frutto dell’accordo quadro tra la CEI e l’ABI, finalizzato alle famiglie in situazione di transitoria difficoltà economica e ad eventuali nuove iniziative imprenditoriali che potrebbero riattivare e risolvere un momento di crisi temporanea.

Ospedali ieri e oggi

molinetteNegli ospedali di Torino c’erano i reparti in cui si veniva ricoverati e  curati. Poi certi reparti si sono trasformati in Day Hospital per  limitare i costi.  Adesso leggo che i Day Hospital possono essere chiusi  perchè sono saturi di pazienti.  Ma l’ex Presidente della Provincia  abolita, oggi Assessore alla Sanità cosa fa?  E la massa di migranti e  stranieri che arrivano a Torino come vengono curati?  La candidata a  Sindaco del M5S parla di Trasporti Pubblici, ma non dice nulla sulla  Sanità.  Mentre il Sindaco uscente promette la riduzione delle tasse,  come se fino a ieri viveva su un altro pianeta!  Siamo messi male, e con questi politici non si va da nessuna parte!  Anzi, si scende sempre più in basso!

M.B.

La relazione del Garante dei detenuti

MELLANOSanità, lavoro e formazione professionale: sono i temi toccati dal Garante dei detenuti nella relazione annuale

“Si tratta di un’attività ad ampio raggio d’intervento. Noi siamo una società aperta che deve confrontarsi con una parte di società ristretta, e l’obiettivo è quello di riuscire a trasmettere al Consiglio regionale l’urgenza e l’importanza di un’attenzione rivolta a quella parte di cittadini che oggi sono detenuti nei vari istituti di reclusione o che scontano la pena attraverso le misure alternative”. È stato questo l’incipit di Bruno Mellano, il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nell’ambito del territorio della Regione, in occasione della relazione annuale dell’attività 2015-2016 illustrata, martedì 21 giugno, all’Assemblea regionale.
Contesto, cornice e situazione attuale sono i tre punti che sono stati approfonditi. L’attività si è inserita nell’ambito nazionale con l’inclusione negli Stati generali dell’esecuzione penale voluti dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. Si tratta di un lavoro importantissimo – ha sottolineato Mellano –  che servirà a riformare l’ordinamento, a cambiare le prassi, a costruire un modello di esecuzione della pena europeo. Ma anche una vera e propria banca dati di progetti, di idee e di riflessioni che potrà essere utile sia al legislatore, sia all’Amministrazione penitenziaria, sia alla società. In Piemonte si sta procedendo a completare la rete dei Garanti territoriali o comunali, all’appello manca solo più Novara. Si tratta di una risorsa importante per la piena operatività del Garante regionale, che a livello italiano finalmente può anche confrontarsi con il Garante nazionale.
Tre – sempre secondo Mellano – sono le competenze specifiche che richiedono l’impegno della Regione: la sanità (è stato definito il percorso per garantire la rete in carcere), il lavoro (a livello nazionale meno di un terzo dei detenuti lavora, mentre in Piemonte coloro che hanno contratto un regolare rapporto professionale con l’esterno sono appena 161 uomini e 7 donne) e la formazione CARCERE SBARREprofessionale (la Regione Piemonte ha una tradizione positiva degli Enti di formazione in carcere).  Si è poi passati alla fotografia delle problematiche, prima fra tutte ancora quella del sovraffollamento (la media nazionale è del 108%), dove in Piemonte spicca la realtà di Asti, che ospita una casa di reclusione ad alta sicurezza: a fronte di una capienza di 207 posti, attualmente ci sono 290 reclusi(140%); seguono Ivrea (192-236), Torino (1033-1164) e Vercelli (208-223). A migliorare la ricezione, dovrebbe a breve entrare in funzione il nuovo padiglione del carcere di Saluzzo.
Per quanto riguarda la presenza di stranieri all’interno della popolazione carceraria, a livello nazionale su 52.846 detenuti, sono 17.679 (33%), in Piemonte su un totale di 3612 ce ne sono 1545 (44%); nello specifico a Fossano sono il 60%, al “Don Soria” di Alessandria e a Vercelli il 59%, a Biella il 53%, a Verbania il 52% e a Cuneo il 51%.
Infine, il Garante ha fatto cenno alla detenzione minorile, citando il caso del “Ferrante Aporti” di Torino giudicato un’eccellenza a livello nazionale (oggi ospita una quarantina di detenuti che non sono ammessi all’esecuzione penale in comunità); ai Centri di identificazione ed espulsione Cie (quello del capoluogo piemontese ha una capienza di 180 persone, e oggi ne ospita una novantina) e sulla detenzione psichiatrica, un tema molto complesso, che ha visto la Regione Piemonte commissariata per non aver rispettato le direttive e i tempi imposti dal Governo sul superamento degli Ospedali giudiziari, sostituiti dalle Rems, le residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria.
Nel dibattito sono poi intervenuti, per la maggioranza Domenico Rossi e Andrea Appiano del Pd, che  hanno sollecitato la rimozione del pregiudizio culturale che ancora esiste parlando di queste problematiche, e la risoluzione delle criticità sanitarie all’interno delle carceri; e Marco Grimaldi di Sel, che ha richiesto in commissione Sanità un incontro tra i direttori delle Asl e degli istituti di pena piemontesi.
Per i gruppi di opposizione, sono intervenuti i consiglieri del M5S Stefania BatzellaGianpaolo Andrissi Mauro Campo, che si sono soffermati anche loro sulla situazione sanitaria, per poi allargare l’analisi alla remunerazione del lavoro per i detenuti, alle donne incarcerate e alla tutela dei pazienti ex Opg; Gilberto Pichetto (Fi), che si è soffermato sul commissariamento della Regione Piemonte per quanto riguarda il superamento degli stessi Opg; e Maurizio Marrone (Fdi), che ha messo in guardia dal fenomeno della radicalizzazione all’interno della comunità islamica detenuta.

GIORNATA MONDIALE PER LA LOTTA ALLA DROGA

DROGA NO 2“PORTE APERTE” ALLA PREVENZIONE

Riceviamo e pubblichiamo

Il  26 giugno ricorre la Giornata Internazionale per la lotta alla droga e al narcotraffico indetta dalle Nazioni Unite.   Per celebrare la Giornata, la sezione torinese della Fondazione per Un Mondo Libero dalla Droga organizza un “Porte Aperte”. I volontari mostreranno alcuni programmi dedicati alla prevenzione ispirati al lavoro filantropico dell’educatore L. Ron Hubbard e le numerose attività di volontariato svolte sul territorio incontrando cittadinanza, educatori, membri di altre associazioni ed enti attivi.  Appuntamento alle 11.00 in via Villar, 2. Ingresso libero.
Per confermare la partecipazione 011 85 30 12

Ferruccio Martinotti è il nuovo direttore del Museo del Risorgimento

martinotti risorgimentoRiceviamo e pubblichiamo

Ferruccio Martinotti è il nuovo direttore del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino. Lo ha nominato mercoledì 8 giugno 2016 il Consiglio di Gestione del Museo, dopo aver acquisito la relazione presentata dalla Commissione valutatrice esterna sui candidati che hanno risposto al bando, pubblicato il 1° marzo 2016 e scaduto l’11 aprile. Il dott. Martinotti succede al dott. Roberto Sandri Giachino, al quale il Museo esprime profonda gratitudine per l’impegno e la dedizione profusi in quindici anni di direzione, con il rammarico di non poter continuare ad avvalersi della sua collaborazione alla scadenza del contratto in essere, per la normativa introdotta dalla legge Madia relativa ai pensionati e agli enti di diritto privato. Il nuovo direttore si insedierà il 4 luglio 2016. Cinquantadue anni, torinese, laureato in giurisprudenza, Ferruccio Martinotti proviene dal mondo dell’impresa privata nel quale ha ricoperto ruoli di alto profilo. Un’esperienza professionale maturata all’interno di aziende internazionali, come Burgo Group oppure Dytech/Sumitomo Riko, della quale è stato Direttore Generale. “Sono molto onorato dell’incarico che andrò a ricoprire – dichiara il dott. Martinotti – Sarà per me l’occasione per occuparmi di un settore del tutto nuovo, il mondo culturale torinese, in un ente di grande prestigio come il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, a servizio del quale metterò tutte le mie competenze in uno spirito di restituzione rispetto a quanto la città mi ha finora offerto”. Il Consiglio di Gestione del Museo formula al dott. Martinotti i più calorosi auguri di buon lavoro, nella tradizione di una stretta collaborazione tra tutti quanti dedicano, a vario titolo, la propria attività al Museo.

SAITTA: "SULLE MOLINETTE QUALCUNO FA SCIACALLAGGIO"

molinetteIn questi giorni qualcuno sta cercando di spaventare gli abitanti della zona delle Molinette diffondendo una grande falsità: dicono che con la realizzazione del Parco della Salute, le Molinette e gli altri ospedali (S. Anna, Regina Margherita, CTO), verranno chiusi.

Occorre essere molto chiari: il Parco della Salute che sorgerà nell’are ex Fiat Avio (quindi a poca distanza dalle attuali Molinette e in una zona ben servita dai mezzi pubblici), ospiterà un nuovo e moderno ospedale con 1.040 posti letto dove si concentreranno le alte complessità oggi presenti alle Molinette, Regina Margherita S. Anna e CTO, ma non solo: il nuovo Parco della Salute diventerà polo universitario, della ricerca e della didattica ed incubatore d’impresa per il settore collegato alla medicina.

L’edificio dell’attuale CTO, ristrutturato e ammodernato, sarà un importante ospedale con più 500 posti letto e garantirà tutti i servizi ospedalieri: medicina, chirurgia, anestesia, rianimazione, ortopedia, ostetricia, pediatria, cardiologia, terapia intensiva, neurologia, psichiatria, oncologia, oculistica, otorinolaringoiatria, urologia, e naturalmente il Pronto Soccorso, oltre ai servizi come radiologia, ecografia, laboratori, ecc.

Quindi il territorio intorno alle attuali Molinette non sarà certo abbandonato, ma potrà contare su una grande struttura ospedaliera all’avanguardia in grado di offrire all’utenza migliori servizi sanitari rispetto a quelli che oggi sono dislocati nei diversi ospedali.

Grazie a Piero Fassino, che sin dall’inizio ha sostenuto il progetto della Regione, nei prossimi anni sarà avviata un’importante riqualificazione della struttura delle Molinette, il che vorrà dire rendere migliore il quartiere e tutta l’area intorno a piazza Carducci e il lungo Po.

È grave, quindi, che qualcuno strumentalizzi le preoccupazioni dei cittadini e diffonda allarmi infondati utilizzando i giorni della campagna  elettorale per eleggere il Sindaco della città.

È bene aver chiaro invece che non realizzare il Parco della Salute metterebbe a rischio il futuro delle Molinette: lo ha ricordato bene in questi giorni un luminare come il prof. Salizzoni. Le Molinette oggi sono un ospedale vecchio e non fare niente vorrebbe dire condannarlo a un ineluttabile declino, alla chiusura di reparti e servizi, alla fuga dei professionisti più qualificati e dei pazienti. E aumenterebbe ancor di più il numero dei piemontesi, che non trovando risposte sanitarie adeguate, si andrebbero a far curare altrove, in Lombardia come in Veneto, mentre noi vogliamo che i nostri pazienti possano essere curati bene qui da noi. Ecco perché lavoriamo per collocare le eccellenze in una nuova struttura moderna e tecnologicamente avanzata e per riqualificare l’offerta sanitaria alla popolazione.

Con Sergio Chiamparino e Piero Fassino abbiamo deciso di affrontare con determinazione questa sfida, per realizzare a Torino una grande infrastruttura sanitaria e non solo, in grado di reggere il passo con quella che sorgerà a Milano nell’area dell’Expo. L’edilizia sanitaria è materia di competenza della Regione e non ci faremo bloccare da chi non vuole fare nulla o da chi si illude di tornare a progetti vecchi, superati e che ci farebbero perdere i finanziamenti nazionali. 

Antonio Saitta

Assessore regionale alla sanità

(foto: il Torinese)

La lentezza della giustizia è un male da debellare

PALAZZO DI GIUSTIZIAIn un Paese “normale” quando un Ministro della Giustizia vede i reati  prescritti per causa della lentezza dei tribunali dovrebbe arrossire e  dare le dimissioni.  Ma visto che parliamo di un Paese “anomalo” tutto  viene fatto per mortificare le vittime, e favorire i balordi che magari   ripetono gli stessi reati.  Se la Giustizia Italiana non funziona, o  funziona male, di chi è la colpa?  Dei Giudici o dei Politici che fanno  le Leggi per tutelarsi senza pensare alle conseguenze?  E mentre i reati  vengo prescritti anche delinquenti stranieri stanno aumentando forse  perchè hanno capito che l’Italia è la nuova frontiera dove si può fare  di tutto senza il pericolo di finire il galera!

Marbert