TRIBUNA- Pagina 110

Primarie, Gariglio: “Tutto il Pd con Montagna”

“Apprezzo molto la correttezza dichiarata dal Sindaco uscente e candidata sconfitta alle primarie, Roberta Meo, ricordo però che alla fine del mandato mancano diversi mesi e bisogna continuare ad amministrare la città”

 

Davide-Gariglio“Le primarie sono sempre un bel esempio di partecipazione democratica”: commenta Davide Gariglio, segretario regionale e capogruppo in consiglio regionale del PD, le primarie svolte ieri a Moncalieri in cui si è scelto il candidato sindaco del centro sinistra per le amministrativo del 2015. “Sostengo lo strumento delle primarie da sempre – prosegue Gariglio – bisogna fare attenzione che non si snaturi il senso della partecipazione degli elettori come un nuovo modo di scontro all’interno del partito. Apprezzo molto la correttezza dichiarata dal Sindaco uscente e candidata sconfitta alle primarie, Roberta Meo, – continua – ricordo però che alla fine del mandato mancano diversi mesi e bisogna continuare ad amministrare la città. L’esito del voto – conclude il segretario regionale democratico – è chiaro, da oggi tutto il PD è impegnato a sostenere Paolo Montagna, il candidato del Pd scelto dagli elettori moncalieresi”.

Grimaldi (Sel): “Un milione in più per le borse di studio”

GRIMALDI

Vittoria! Passano i nostri emendamenti all’assestamento di bilancio: un milione in più alle borse di studio per gli studenti universitari e 500mila euro per riaprire la Verdi 15

 

Negli scorsi anni, dall’opposizione, siamo stati al fianco degli studenti universitari nei giorni in cui protestavano contro il progressivo smantellamento del diritto allo studio perseguito dalla Giunta Cota. Fino al 2010/2011 il Piemonte era l’unica Regione, assieme al Trentino Alto Adige, ad avere sempre erogato la borsa di studio a tutti gli idonei. Cota ha fatto piombare la nostra Regione ex virtuosa al 18° posto, sotto la Sardegna e appena sopra Calabria e Campania. I numeri della mattanza che chiamo “delitto allo studio” parlano chiaro: nel 2011/12 erano 3.657 i borsisti, su 11.872 idonei; nel 2012/13 5.025 su 10.039 idonei.

 

Non solo: pensiamo alla chiusura di mense e residenze. La storia della residenza studentesca di via Verdi 15 (quasi 200 posti letto) è esemplare: azzerando i fondi per la legge regionale che ne avrebbe garantito la ristrutturazione, la Giunta Cota ha determinato l‘interruzione dei lavori, a cui sono seguiti l’occupazione della struttura, lo sgombero e la chiusura definitiva, con quasi un centinaio di studenti stranieri idonei senza borsa in cerca di una sistemazione stabile.

 

Per chi come noi ha voluto inaugurare il suo lavoro nel nuovo Consiglio Regionale a partire da quelle ragazze e da quei ragazzi capaci e meritevoli ma privi di mezzi, che la Giunta Cota aveva bloccato al piano terra dell’ascensore sociale, oggi è una giornata storica. La prima vittoria sono i 6 milioni per il diritto allo studio universitario inseriti nell’assestamento di bilancio fin dall’inizio oltre ai 10 già presenti. La seconda, il milione aggiunto oggi per le borse e i 500mila euro per la ristrutturazione della Verdi 15, grazie all’approvazione di due emendamenti presentati da noi. Ora possiamo dire che il primo passo è compiuto davvero,.che abbiamo restituito agli studenti 7,5 milioni che Cota aveva loro sottratto e a cui hanno pieno diritto.

 

 

 Marco Grimaldi

 Capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà

 Consiglio Regionale del Piemonte

UMI: “Riforme utili o inutili da Giolitti ad oggi”

Giolitti

renzi matteo2In Corso Stati Uniti 27 a Torino (Circolo della Stampa), si terrà il convegno organizzato dall’Unione Monarchica Italiana: “Riforme utili, riforme inutili, riforme necessarie: da Giolitti ed Einaudi a Renzi. La proposta dell’Umi”

 

Interverranno all’incontro:  Alessandro Mella, commissario provinciale UMI,  l’Avv. Edoardo Pezzoni Mauri,  il Prof. Aldo A. Mola, storico,  l’On. Prof. Francesco Forte, economista,  l’On Guido Crosetto presidente AIAD,  il Dott. Fabio Fazzari, economista, vice presidente UMI. Concluderà l’Avv. Alessandro Sacchi, presidente nazionale UMI.

 

 Dopo una stagione di governi  non eletti la classe media italiana è oggettivamente più povera. Aggrediti da una tassazione espropriatrice che colpisce i sacrifici di generazioni, i risparmi degli italiani si stanno velocemente consumando senza che, a fronte di ciò,  si verifichi una riduzione del debito pubblico ancora galoppante.

 

Intanto si continua a parlare di patrimoniale e di nuove tasse sulla casa, mascherate da revisione degli estimi. Chi fa opposizione a questa spirale distruttiva in massima parte si lascia sedurre da slogan retorici, di facile presa sul grande pubblico, utili a raccogliere voti ma inutili ad offrire un’alternativa seria, percorribile e compatibile con la posizione che l’Italia ha in seno al contesto internazionale.

 

Muovendo dall’esperienza storica di Giolitti ed Einaudi, giganti politici del XX secolo che seppero far crescere la piccola Italia sino a farne una protagonista dell’integrazione europea,  l’Unione Monarchica Italiana vuole portare il proprio contributo al dibattito sulle riforme economiche in corso nel Paese mettendo a confronto personalità quali il prof. Mola, l’On. Forte e l’On. Crosetto. Concluderà l’Avv. Sacchi, presidente nazionale dell’Unione Monarchica Italiana.

 

Regione, Giampiero Leo: “Direttori giusti al posto giusto”

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REGIONE PALAZZO“Chiamparino ha fatto due volte bene, sia per il metodo seguito, che non è certo né quello partigiano né quello della lottizzazione, ma anche perché, soprattutto in un periodo delicato e complesso e quasi drammatico come l’attuale per l’ente Regione, mettere le persone giuste al posto giusto non è solo importante ma addirittura vitale”

 

La Regione Piemonte ha recentemente nominato i nuovi 8 mega-direttori regionali, accorpando diverse funzioni. Chiediamo a Giampiero Leo, che ha passato 24 anni in Regione, ricoprendo un po’ tutti i ruoli (Consigliere, Presidente di Commissione, Assessore…), e che quindi conosce molto bene la “macchina”, cosa pensa del metodo e delle persone scelte.

In effetti, in ragione di una esperienza certo non breve, sono felice di poter dire che merita un grande apprezzamento tanto il metodo quanto la tipologia di persone prescelte. Il metodo innanzitutto, perché ha tenuto conto delle ricchezze e delle competenze interne all’Ente, e le ha selezionate sulla base del merito. Infatti, passando alle persone fisiche prescelte, si può dire  – senza tema di smentita –  che si tratta di dirigenti che hanno conquistato il credito di cui oggi godono con un lavoro lungo, duro, costante, difficile e importante, mettendoci tutto l’impegno possibile. Ho avuto la fortuna di interagire con diversi di loro, e oltre al fatto che trovo molto bello che ci siano due giovani donne fra i direttori, bisogna dire che entrambe sono lì proprio in ragione del credito meritatamente acquistato nella loro “carriera”. Anche altri due dirigenti conosco molto bene, Gaudenzio De Paoli, che è stato uno dei migliori e più diligenti dirigenti che io abbia avuto nei tanti anni di mio assessorato, e il dottor  Giovanni Lepri, che da sempre, con i precedenti direttori, e vieppiù negli ultimi anni, insieme al dottor Frascisco, ha fatto veri e propri “salti mortali” per garantire il funzionamento della macchina Regione.

 

Nel lungo periodo passato in Regione, in cui si è sempre occupato di Cultura, ben 11 anni li ha trascorsi addirittura come Assessore; cosa pensa della nomina del direttore della cultura, la dottoressa Paola Casagrande?

Penso che, grazie a Dio, abbia veramente proprio tutti i requisiti per svolgere un lavoro che è davvero delicato e complesso, anche se non molti se ne rendono conto. Il comparto di cui andrà a occuparsi è un comparto tanto vitale e fondamentale, quanto in continua evoluzione e delicatissimo. La dottoressa Casagrande assomma in sé esperienza, competenza, pazienza, grande capacità di collaborazione sia verticale che orizzontale, e quella visione “strategica complessiva” che le dà la capacità di tener conto di tutti i pezzi del puzzle complicatissimo che compongono questo settore.

 

Quindi, anche se lei non appartiene all’area politica della maggioranza che governa la Regione, pensa di poter dire che Chiamparino abbia fatto bene?

Direi proprio di sì, anzi, ripeto, ha fatto due volte bene, sia per il metodo seguito, che non è certo né quello partigiano né quello della lottizzazione, ma anche perché, soprattutto in un periodo delicato e complesso e quasi drammatico come l’attuale per l’ente Regione, mettere le persone giuste al posto giusto non è solo importante ma addirittura vitale.

 

 

Claudia Caci

Popolari per l’Italia: “Eternit, odg in tutti i Comuni”

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Perini e Iaretti (PpI) sul processo Eternit: “Si convochino tutti i consigli comunali allo stesso giorno ed alla stessa ora per votare un identico ordine del giorno trasmetterlo a tutte le autorità competenti nonché al domicilio di Schmidheiny

 

“La sentenza Eternit esprime l’ennesimo paradosso del sistema giudiziario italiano, capace, talvolta di esprimersi arrivare in pochi mesi dal primo grado alla Corte di Cassazione, e di impegnare anni per giungere ad una sentenza che sarebbe stata viziata da prescrizione. Per la valutazione giuridica sarà necessario leggere le motivazioni, ma resta il fatto che a Casale Monferrato, come a Cavagnolo, a Rubiera, a Bagnoli si è consumata e si sta consumando una strage in termini di vite umane che non può rimanere impunita per un cavillo giuridico”. Così Alberto Perini, coordinatore piemontese dei Popolari per l’Italia e Massimo Iaretti,  vice coordinatore regionale e coordinatore provinciale di Alessandria commentano la sentenza di mercoledì 19 novembre del processo Eternit. Iaretti, casalese di nascita, è stato in contatto da subito con il senatore Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia che è immediatamente intervenuto presso il Governo, mentre il senatore Tito Di Maggio ha portato il suo contributo in aula a Palazzo Madama  alla discussione seguita alla sentenza.

 

Perini e Iaretti, inoltre, propongono un forte passo istituzionale: “Sarebbe opportuno – dicono – che, oltre alla solidarietà della politica e della società civile, arrivi anche quella delle Istituzioni con un gesto significativo: si concordi con il coordinamento delle associazioni degli enti locali una convocazione simultanea dei consigli comunali con all’ordine del giorno un documento di solidarietà con le famiglie e le comunità colpite di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli, venga approvato all’unanimità e trasmesso, oltre che alle più alte cariche dello Stato, anche al Primo Presidente della Corte di Cassazione, al Procuratore Generale della Corte di Cassazione ed al domicilio elettivo di Stephan Schmidheiny affinché si indichi quanto sia chiara, forte e composta la reazione della società e delle istituzioni di fronte all’inaspettato epilogo giudiziario della vicenda

 

 

 

 

 

Lettera aperta di Lido Riba (Uncem Piemonte)

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Il Museo della Montagna al Monte dei Cappuccini di Torino compie 140 anni

 

Il Museo della Montagna a Torino al Monte dei Cappuccini compie 140 anni. Questa, unitamente alla Conferenza delle Alpi che si è conclusa ieri, venerdì, a Torino (ed è stata ribattezzata il “G8 dei Ministri delle Alpi”) è stata occasione per Lido Riba, presidente di Uncem Piemonte per offrire alcuni spunti di analisi sul rapporto tra Torino e le montagne:

 

Se non si riparte dalle comunità che oggi vivono la montagna, la organizzano, ne determinano una crescita o una arretratezza, uno sviluppo o una stagnazione, difficilmente si può interpretare correttamente la montagna. Ripartire dall’uomo e dalle comunità, ma anche dalle espressioni molteplici con cui queste si organizzano sul territorio. Per restare alle istituzioni, ripartiamo dai Comuni montani, gran parte piccoli e in forte difficoltà a riorientare lo sguardo e a superare i municipalismi figli del campanilismo. Per andare verso l’economia, ripartiamo dall’organizzazione del turismo, dell’agricoltura, dell’artigianato, dei servizi, del terzo settore. A questi piani si deve intrecciare la questione antropologica e l’innovazione di processi, dei sistemi, dello sviluppo socio-economico. Di fatto oggi il rapporto di Torino con le sue Alpi può partire da questi e da altri fronti per definirsi e compiersi, come detto recentemente anche dal sindaco di Torino Piero Fassino. Non può però prescindere da un tema oggi molto attuale in molte altre aree del mondo dove, come qui, il centro incontra la periferia e genera un rapporto sussidiario, in particolare nell’uso delle risorse. In India, in Cile, come a New York viene introdotto il concetto economico-sociale di Pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali. Per la nostra realtà, la città consumatrice deve in sostanza riconoscere – socialmente ed economicamente – il ruolo della montagna produttrice di beni. Si pensi all’acqua, al clima, al paesaggio, alla protezione dal dissesto grazie a una corretta gestione dei versanti e del patrimonio forestale oggi abbandonato. Via la retorica, si lasci lo spazio alla definizione di un nuovo modello di sviluppo, certamente diverso tra aree, ma comunque incardinato sul diritto ad esso che la montagna deve poter esercitare.

 

Diversi temi finora, sui quali il confronto tra città e montagna deve crescere. Ecco perché il Museo della Montagna e più in generale il Club Alpino italiano non dovrebbero tralasciarli. Non ci sono “solo” geografi, Alpinismo e la scalata, nella montagna di oggi. Per Uncem sono tre dimensioni centrali, ma se lasciate sole rischiano di non essere capite dalla comunità e restare buone solo per addetti ai lavori. I fondatori del Cai – va ricordato – guardarono in alto non certo solo per sport o spirito di conquista. Quei territori al margine, quelle vette impenetrate dall’uomo, chiedevano un’azione culturale di conoscenza (va detto che un museo è per definizione conoscenza), che poi si è evoluta con il Novecento, secolo breve dei grandi investimenti – fino ai Sessanta – nelle Alpi. Una dimensione culturale-evolutiva, sociologica, che mi spiace qui sintetizzare troppo, ben messa in evidenza da Annibale Salsa, past president Cai, di fronte agli oltre 300mila soci del Club.

Sinergie tra enti, imprese e istituzioni dai comuni tratti distintivi e dai convergenti obiettivi, sono indispensabili. Come Uncem, abbiamo recentemente coinvolto anche il Cai Piemonte nel delineare le nuove prospettive e possibilità del turismo nelle aree montane piemontesi, “white e green”, 365 giorni l’anno. E allora perché non raccontiamo oggi questi cambiamenti– nell’uso delle risorse, nei nuovi mestieri della montagna, nel turismo e nelle trasformazioni del paesaggio, nell’architettura alpina, nella comunicazione – al Museo della Montagna quale luogo che appunto custodisce 150 anni di storia delle Terre Alte? Perché non facciamo uscire questo luogo dal racconto, anche esaltante e glorioso, dell’alpinismo e dei geografi? Rendiamo utile e fruibile questo Museo a chi vive e opera nelle aree montane piemontesi, ai giovani che lasciamo la città e creano impresa in montagna, alle Unioni montane di Comuni che non vogliono più essere espropriate dei beni collettivi dalla città ricevendo in cambio briciole, ai politici e ai manager del territorio che devono formarsi in un’Accademia alpina che nasce dalle Università, agli albergatori e ai ristoratori della montagna che a diversi livelli – dal ClubMed all’Albergo diffuso, passando per l’hotel che dalla villeggiatura si riconverte ai flussi di Expo2015 – generano posti di lavoro e Pil. Portiamo fuori dal museo collezioni, foto, documenti, video, film, potenzialità. Facciamole viaggiare nelle Alpi e lungo l’Italia, anche se con poche risorse a disposizione. Proviamo insomma a scrivere nuove pagine nella grande storia del Museo della Montagna”

 

Massimo Iaretti

 

Eternit: “Tra giustizia e diritto scelgo giustizia e libertà”

eternit bandiere

 

Il giornalista Massimo Iaretti vive e lavora a casale Monferrato, la città dell’Eternit. “Mi auguro che ci sia la coscienza che nei prossimi mesi la Città dovrà essere unita per combattere una guerra che, alla luce di quanto è successo potrà essere ancora lunga. E solo una volta che sarà vinta mi passerà quel terribile senso di schifo che ora mi prende allo stomaco”

 

Schifo e pietà, sono quanto ho provato nell’apprendere l’esito della sentenza del Supremo Collegio riguardo al processo Eternit.  Pietà nel senso latino di pietas, ovvero di ciò che porta ad amare il tuo prossimo e in questo senso ieri , come oggi e come sempre, mi sono sentito orgogliosamente casalese, monferrino, piemontese, totalmente solidale con i Concittadini che hanno perso la vita in questi anni e con i loro familiari. Schifo perché non è possibile assistere inerti a quanto è successo e domandarsi come mai la prescrizione sia stata sollevata soltanto avanti alla Corte di Cassazione e non prima se era davvero maturata. Riservando ogni ulteriore commento su questo punto al momento in cui verranno depositate le motivazioni della sentenza, mi chiedo se non sia il caso in invitare a Casale il sostituto procuratore ed i giudici della Cassazione che hanno pronunciato la sentenza che non ha annullato soltanto un processo ma ha azzerato una cultura giuridica, e spiegare loro cosa abbia significato (e cosa significherà nel futuro) la vicenda Eternit per città e territorio in termini di vite umane.

 

Bene ha fatto il sindaco Titti Palazzetti, nel suo intervento su Rai Uno a parlare di strage e di epidemia, termini duri ma reali, visti i decessi che non diminuiscono. E proprio partendo da questo aspetto perché, oltre ai nuovi processi del procuratore Guariniello, non cercare di perseguire il multimilionario svizzero (e tutti coloro che gli possano essere stati sodali in passato) per crimini contro l’Umanità, visto che tali sono e che, se riconosciuti, essi sono imprescrittibili. Una volta rientrata a Casale ho telefonato a Romana Blasotti Pavesi e le ho detto con tutto l’affetto che le porto (che non risale a ieri, ma “solo” ad una cinquantina di anni fa, quando andavo a giocare da bambino a casa sua, quasi tutti i pomeriggi, in  via del Carmine) che le ero, le sono e le sarò sempre vicino.

 

E credo che  tutti noi, in ogni modo dobbiamo fare fronte comune e riprendere con forza una battaglia che ormai non è più solo quella degli altri ma è e deve essere la nostra battaglia. Mercoledì 19 novembre Casale, in  nome del diritto, ha avuto un trattamento simile a quello di Bhopal.  Che strana coincidenza della storia: Il 2 dicembre  1984,quasi trent’anni fa, da una fabbrica di fitofarmaci di proprietà della multinazionale statunitense Unione Cardibe, si sviluppo una nube tossica che uccise 3000 persone cul momento (poi salite a circa 15mila contando coloro che morirono nel periodo successivo). E i responsabili, pur individuati e processati, sono stati condannati a pene lievissime, quasi irrisorie, dopo anni di udienze davanti ai magistrati. Mi auguro che ci sia la coscienza che nei prossimi mesi la Città, sotto questo punto di vista, dovrà essere unita per combattere una guerra che, alla luce di quanto è successo potrà essere ancora lunga. E solo una volta che sarà vinta mi passerà quel terribile senso di schifo che ora mi prende allo stomaco.

 

Mi si conceda un’ultima considerazione: il Sostituto Procuratore Generale ha detto nel chiudere la sua requisitoria che tra Giustizia e Diritto sceglieva il Diritto. Il sottoscritto, come credo moltissimi altri invece tra Diritto e Giustizia sceglie la Giustizia (e la Libertà).

 

Massimo Iaretti

      

 

 

Gioventura Piemonteisa e la bandiera che non c’è a Montalto

REGIONE PALAZZObandiera piemonte

Perché il Comune di Montaldo Dora non espone la bandiera del Piemonte?

 

Signor sindaco, perché non espone il drapò del Piemonte ? E’ la domanda che alcuni cittadini di Montalto Dora hanno rivolto al primo cittadino Rita Ippolito. Questa dimenticanza avviene nonostante l’esposizione della bandiera del Piemonte, all’esterno ed all’interno delle sedi degli enti locali e delle scuole è prevista sino dal 2004 da una apposita legge regionale. Poiché i cittadini non hanno dato risposta, è scesa in campo Gioventura Piemonteisa che ha sollecitato l’amministrazione a provvedere con urgenza a tale esposizione.

 

(Foto: il Torinese)

Massimo Iaretti

Fratelli d’Italia: “No alle occupazioni abusive”

“QUARTIERE BLOCCATO DAI PICCHETTI ANARCHICI, TROPPE OCCUPAZIONI ANTAGONISTE USATE COME COVI CONTRO FDO. ESIGIAMO DALLA PREFETTURA SGOMBERI SUBITO!”

aurora poliziaaurora poliz

<< Via Cuneo si è risvegliata bloccata con interruzione del traffico dal dispiegamento di Forze dell’Ordine richiamato dal rischio di mobilitazioni anarchiche  durante l’esecuzione di uno sfratto: prendiamo atto ancora una volta del fatto che interi quartieri stanno cadendo in mano degli antagonisti dei centri sociali>> denunciano Patrizia Alessi e Maurizio Marrone, Capigruppo di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale in Circoscrizione 7 e in Comune di Torino, che spiegano <<l’arroganza degli anarchici aumenta dove si concentrano le loro occupazioni abusive, sempre utilizzate come covi organizzativi per gli assalti alle Forze dell’Ordine: Aurora e’ il tipico esempio con l’Asilo di via Alessandria, L’occupazione recente dei corso Giulio Cesare, la sede del FAI ecc. Abbiamo già più volte sollecitato alla Prefettura gli sgomberi di queste basi delinquenziali, ottenendo garanzie di tempestivi interventi in preparazione, ma il tempo passa e Torino si sta trasformando nel parco giochi dei teppisti della sinistra radicale>>.

Le ricette di Inail su prevenzione, ricerca e riabilitazione

INAILConvegno al Centro incontri della Regione Piemonte

 

Mercoledì 19, dalle ore 9, al Centro incontri della Regione, in corso Stati Uniti 23, a Torino, la Direzione regionale Inail presenterà le attività svolte in Piemonte nel corso del convegno “Inail oggi: prevenzione, ricerca, riabilitazione”. Alessandra  Lanza, direttore regionale dell’Inail, evidenzia le prospettive in materia sanitaria che scaturiscono dal protocollo d’intesa tra la Regione e l’istituto e punta l’attenzione “sulla ricerca in campo medico svolta in collaborazione con il Servizio sovrazonale di epidemiologia dell’Asl TO 3 per la prevenzione dei tumori dei seni e delle fosse nasali”. In occasione del convegno sarà inaugurata anche la mostra fotografica di Stefano Musso “Donne al lavoro nel secolo dell’industria”. Nata nel 2012 da un progetto di Inail Piemonte con il Dipartimento di studi storici dell’Università di Torino, ripercorre le tappe del lavoro femminile dall’inizio del Novecento per testimoniare le condizioni di lavoro, i rischi, gli sforzi istituzionali di prevenzione. L’evento sarà visitabile sino al prossimo 5 dicembre.

 

Massimo Iaretti