Sembra aprirsi uno spiraglio di luce in questo lungo tunnel oscuro che ha ammantato il mondo del basket torinese dopo la partita con lo Zenit.
Una partita persa, quindi, in teoria (e anche in pratica), non è sicuramente una nota così positiva, ma i segnali di risveglio sembrano essere buoni, e potremmo paragonarlo a quando dopo un’influenza con la febbre a 40° avere solo il raffreddore possa essere sintomo di miglioramento, ma non di piena salute. E così pare essere per la FIAT Torino, e dopo la febbre può cominciare la convalescenza.

E così anche sugli spalti, dove nonostante il poco pubblico, chi c’era “è” un “vero febbrile” tifoso di Torino, chi critico chi ottimista ma comunque pronto a “patire” con la squadra le sensazioni di una serata che si spera possa essere di rinascita. “Finalmente una Torino che lotta, perde contro una squadra forte, ma lotta. La passione, la grinta e la voglia del coach si vedono eccome. I giocatori lo seguono e finalmente si sono tornate a vedere le ginocchia sbucciate per recuperare palloni a terra. Speriamo sia l’inizio della risalita!!!” . Questo è il commento di Simone dei Rude Boys che, tra l’altro, sottolinea ed ha una ragione assoluta, che l’allenatore del basket è il Coach e non il Mister, come nel calcio, e solo il basket ha il Coach ed è sempre stato un piacere per chi allena sentirsi chiamato così e credo che il nostro nuovo Coach Paolo Galbiati, e anche il suo co-head coach Stefano Comazzi (l’unico da sempre con Torino!) se lo meriti, anche solo per il coraggio dimostrato per prendere al volo un’occasione unica, ma comunque molto impegnativa. Da tutta la curva e non solo la sua volontà di fare da “collante” tra i giocatori, da sprone per ciascuno di loro è stata platealmente visibile ed apprezzata. Le emozioni vissute hanno fatto “sperare” nel miracolo sportivo dei primi due quarti dove la Fiat Torino ha rasentato la perfezione tattica, ma, come altre volte anche con squadre meno preparate dello Zenit, il terzo quarto ha presentato “il conto”, e la rimonta russa ha purtroppo avuto corso, e nel finale la stanchezza propria e la fisicità degli avversari hanno avuto la meglio anche se il risultato non è proprio giusto in termini di punteggio. Sicuramente la nostra squadra dovrà rivedere qualcosa in termini di preparazione fisica: visto che molti indizi danno una prova, l’arrivo sempre con difficoltà a fine partita deve
essere un segnale di attenzione in previsione della fine dell’anno con tante partite che saranno “tirate” fino all’ultimo. “Sembra quasi di essere tornati ad inizio anno, anche se abbiamo perso un po’ il sorriso generale della squadra”, il commento da Francesco via mail che ha visto la partita dall’alto del Palaruffini, ed è chiaro che non sarà semplice ripristinare l’entusiasmo generale di poco tempo fa. Però dovrebbe essere chiara una cosa per tutti: gli errori sono commessi da chiunque e le colpe è raro che siano da un lato solo, ma rivangare sempre il passato non conduce altro che alla nostalgia e non porta alcun beneficio. Tutti coloro che si ritengono tifosi di questa squadra difficilmente dimenticheranno quanto successo, ma passare oltre è un dovere per continuare a sperare in un grande basket di livello altissimo nella nostra città. “La dirigenza ha fatto sicuramente qualche errore, così come i giocatori e anche gli allenatori, ma bisogna andare oltre: noi siamo qua per la maglia gialloblu, e non molleremo fino alla fine”; queste sono le parole di Giovanni poco prima della partita e i fatti hanno corrisposto agli intenti. E i tifosi di Torino hanno dimostrato un attaccamento alla maglia che poche altre squadre avrebbero incontrato in situazioni simili. E i giocatori sembrano rispondere. Ora, di giocatori, ne arriveranno altri due nuovi (e credo che meriterebbero di essere accolti con fiducia per sentirsi a “casa” e non sotto esame) e cambiamenti ce ne saranno anche in campo, ma è anche il bello della vita dove le novità creano sempre interessanti emozioni. A Torino ne abbiamo già “viste” tante in questi anni, e crediamo che se solo un po’ di buona sorte e una saggia condotta da adesso in avanti di tutto il “campo” e “fuori campo” ci accompagneranno, il finale di questa stagione potrà essere migliore di quanto oggi si pensi.
Paolo Michieletto


medaglia d’argento alle spalle della Kostner ai Campionati di Milano 2018, è pronta e determinata a farsi valere nella sua prima esperienza olimpica. “E’ un grande onore rappresentare l’Italia davanti a tutto il mondo nella competizione più importante della mia carriera e ne avverto anche tutta la responsabilità”, ha dichiarato Giada Russo. I programmi di gara che presenterà alle Olimpiadi sono stati preparati e coreografati da Edoardo De Bernardis e Andrea Vaturi. Nel corto Giada Russo pattinerà sulle note della colonna sonora del film di Stanley Kubrick “Eyes Wide Shut”, mentre nel lungo, volteggerà sul ghiaccio sulle musiche di un film di Pedro Almodovar “Parla con lei”. A noi non resta che augurare a Giada Russo un grande “in bocca al lupo”!
STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
motivato. E allora ripetiamo la domanda: perché imbarcarsi in quest avventura? Forse la “mancanza dell’odore del parquet”, l’adrenalina delle scelte dei cambi. Insomma il governo di una squadra, una squadra fatta da campioni. Vero, come si dice, panchina corta ed infortuni hanno complicato. Ma si aspettavano i rinforzi.Non sembrava tutto compromesso…e forse tutto non é compromesso. Il campionato é ancora lungo.Ma mi sa che il problema non è solo la prima squadra. Mi senbra che sia la società che va a tentoni, senza un progetto – come si diceva una volta – di lungo respiro. Cambiano allenatori come i giocatori con troppa frequenza. Sintomo di instabilità. Qualcosa che fa acqua da tutte le parti .E ora i tifosi si stanno trasformando in nemici della società. Le vittorie
sportive unificano. Le sconfitte disgregano. La promozione del vice allenatore , scelta interna, ha l’indubbio pregio di risparmiare non aggiungendo costi. E tutto passa dai futuri risultati delle partite.Almeno per ora. Poi la differenza, sia in positivo che in negativo, dipenderà dalle capacità di gestione societaria. Vi assicuro che non desidero essere un uccello del malaugurio.Come tutti i torinesi sono contento se una squadra di Torino si afferma e viene conosciuta in tutta Europa. Purtroppo continuo ad essere pessimista sperando però che la realtà mi dia torto.
per la partita di andata con il Tottenham. Se in più si considera le pesanti assenze pesanti di Dybala, Douglas Costa e Cuadrado la situazione, pur non grave, comincia ad essere un po’ al limite.
Per la cronaca chiudo ricordando i gol, oltre alle tre marcature del Pipita, la doppietta di Khedira e i gol di Alex Sandro e Pjanic, con una gran botta da fuori area.
SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Lirola, Lemos, Acerbi, Peluso; Missiroli, Magnanelli, Duncan; Berardi (59’ Matri), Babacar (81’ Ragusa), Politano (64’Biondini). All. Iachini


Venite a iscrivervi in Uisp per ritirare la “Carta” e la maglietta personalizzata con il logo UISP o della vostra società o comitato o sda: basta raggiungere i 20 iscritti
“Penso che la vittoria della medaglia d’argento alle spalle di Carolina Kostner mi abbia consentito di ricevere la convocazione da parte della Federazione italiana Sport Ghiaccio”


Lunedì 29 gennaio, nel prestigioso trofeo internazionale Bavarian Open ISU di Oberstdorf, la coppia junior di pattinaggio artistico, formata da Sara Carli e Marco Pauletti, ha conquistato la medaglia d’argento
Fabiana Di Natale, ha presentato un programma corto pattinato sulle musiche del film “Alexander” e un programma lungo nel quale ha interpretato la colonna sonora del “Mago di Oz”. Le coreografie sono state curate da Matteo Zanni e Andrea Vaturi. Sara Carli e Marco Pauletti pattinano insieme soltanto dal maggio 2017, ma, in questi mesi, si sono messi in evidenza per l’affiatamento e per l’esecuzione di elementi tecnici come i salti lanciati, i sollevamenti e i doppi axel in parallelo.