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Scherma in Piemonte, un futuro di successo

Dal 7 al 9 febbraio 2020 Torino ospiterà il Grand Prix Fie

La scherma italiana torna a casa in Piemonte. La nostra Regione, infatti, sarà chiamata ad ospitare l’appuntamento internazionale più importante ospitato in Italia sarà il Grand Prix Fie – trofeo “Inalpi” – di fioretto maschile e femminile, in programma al Pala Alpitour Torino dal 7 al 9 febbraio. Si tratta della tappa europea del circuito internazionale di fioretto, che vedrà in pedana nella tre giorni torinese, i maggiori interpreti della specialità, a caccia di punti importanti per la qualificazione ai Giochi Olimpici di Tokyo2020.

Se n’è parlato alla conferenza stampa di presentazione, svoltasi nella sala stampa del Palazzo della Giunta regionale del Piemonte.

La strada verso l’appuntamento a cinque cerchi, passa quindi da Torino e ciò aumenterà il valore tecnico e l’impegno agonistico della tappa torinese che, lo scorso anno, vide per le fasi finali oltre 2mila persone assiepare la tribuna dell’impianto, registrando il plauso convinto della scherma internazionale. La scherma piemontese oggi è una delle realtà più attive del panorama nazionale, capace di portare un numero importante di atleti nelle Nazionali giovanili ed assolute, sia di scherma olimpica e paralimpica. Su tutti, spiccano i nomi di Federica Isola e di Andrea Mogos, scelte quali testimonial dello sport in Piemonte.

«È un onore ospitare eventi del calibro di quelli che presentiamo oggi, competizioni agonistiche che vedranno sulle pedane atleti eccezionali lanciati verso traguardi internazionali di grande prestigio. La scherma, in Piemonte, ha una lunga e radicata storia che volgiamo aiutare a consolidare anche nel futuro – afferma l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca. Saranno migliaia gli schermitori che arriveranno a Torino e vogliamo che la nostra regione rimanga nel loro cuore per le capacità che ha di accogliere e di organizzare grandi eventi».

Il presidente della Federazione Italiana Scherma, Giorgio Scarso, ha rilevato che «il Piemonte continua a rappresentare una terra fertile per la scherma italiana. Non solo per la capacità delle società piemontesi di formare talenti che oggi rappresentano il presente ed il futuro della scherma azzurra, ma anche per la capacità di avviare sinergie istituzionali che permettono di ospitare grandi eventi schermistici Sono due gli appuntamenti più importanti che il Piemonte ospiterà: la Prima prova nazionale del circuito under 14 di spada a Vercelli e, soprattutto il Grand Prix Fie di fioretto maschile e femminile a Torino. Proprio quest’ultimo è un evento che l’Italia ha potuto richiedere, grazie non solo al Comitato organizzatore, ma anche in virtù della disponibilità istituzionale dell’assessorato regionale allo Sport che, oggi, individuando Federica Isola ed Andrea Mogos come testimonial, fa un altro regalo alla scherma italiana. Siamo grati di ciò ed il nostro impegno sarà volto a rinsaldare il rapporto, con quello che è nelle nostre possibilità: risultati ed orgoglio».

Dice Michele Torella, presidente dell’Accademia Scherma Marchesa: «All’apice del calendario sportivo di scherma si posiziona anche per il 2020 la prestigiosa competizione internazionale “Fencing Grand Prix – Trofeo Inalpi” di fioretto maschile e femminile organizzato dall’Accademia Scherma Marchesa di Torino. Ringrazio la Regione Piemonte per la fattiva collaborazione e l’importante partecipazione economica alla realizzazione del Grand Prix che permette alla Città di Torino e alla Regione Piemonte di vantare di essere sede della prima dei tre appuntamenti mondiali del circuito Fencing Grand Prix».

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Federica Isola, classe 1999, è “l’enfant prodige” della spada femminile italiana. Nella scorsa stagione agonistica ha conquistato il titolo italiano under20 ed il titolo italiano Assoluti, oltre ad essersi laureata campionessa europea under20 e campionessa del Mondo under20.

Ha anche vinto la Coppa del Mondo di specialità, ricevuta proprio sabato scorso (30 novembre) nel corso del Congresso della Federazione Internazionale svoltosi a Losanna.

Nonostante l’età, è entrata in Nazionale e con la squadra azzurra ha conquistato la medaglia di Bronzo ai Mondiali Budapest 2019 ed agli Europei Dusseldorf 2019. Ètuttora impegnata con la squadra azzurra, in cui figura anche l’altra piemontese, Alice Clerici, nella corsa al pass di qualificazione ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020.

Andrea Mogos, classe 1988, d’origine romena ma oramai italiana e torinese d’adozione, è una delle colonne portanti della Nazionale italiana di scherma paralimpica.

Nel suo curriculum spicca la medaglia di bronzo conquistata ai Giochi Paralimpici di Rio 2016 con la squadra di fioretto femminile composta anche da Bebe Vio e Loredana Trigilia.

Le tre azzurre hanno anche inanellato successi in Coppa del Mondo e sono state campionesse del Mondo a Roma2017 e campionesse europee a Strasburgo 2014 e Terni2018. E’ stata anche medaglia d’argento agli Europei Terni2018 nel fioretto femminile.

Al fioretto abbina anche la sciabola con la quale ha conquistato podi in Coppa del Mondo ed è stata vicecampionessa del Mondo a squadre a Roma 2017 e vicecampionessa europea a Terni 2018

La Regata sul Po l’8 e 9 febbraio

Il l’8 febbraio il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia sarà presente all’apertura dei due giorni della manifestazione, che vedrà scendere nelle acque del Po tanti canottieri italiani e stranieri che indosseranno le magliette con il logo del 50esimo della Regione

 

La 37esima regata internazionale di fondo “D’INVERNO SUL PO”, organizzata dalla Società Canottieri Esperia di Torino insieme ad AIRC (Fondazione italiana per la ricerca sul cancro) con il sostegno del Consiglio regionale, è uno degli appuntamenti inseriti nel calendario delle celebrazioni per i 50 anni della Regione: l’8 febbraio il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia sarà presente all’apertura dei due giorni della manifestazione, che vedrà scendere nelle acque del Po tanti canottieri italiani e stranieri che indosseranno le magliette con il logo del 50esimo.

“Un evento che non poteva mancare per festeggiare un anno speciale per il Piemonte – ha detto Allasia – la ricorrenza del 2020 è un’opportunità di bilancio sul ruolo e le attività svolte fino a oggi dalla Regione e permetterà di ripercorrere lungo tutto l’arco dell’anno gli avvenimenti salienti e riscoprire personaggi e tradizioni che fanno parte della storia e della cultura piemontese.

Lo faremo promuovendo numerosi eventi pubblici in cui saranno coinvolti cittadini, amministratori locali, aziende, associazioni, istituzioni universitarie e scolastiche e media – ha sottolineato il presidente -. Abbiamo pensato anche alla trazionale regata sul Po, un bell’esempio di come lo sport, praticato ad ogni livello, sia ambasciatore di valori positivi e di stili di vita corretti. E’ bene che le istituzioni se ne facciamo promotrici,  affinché sempre più giovani apprendano anche dalla pratica sportiva i principi alla base del vivere comune”.

Stadi del Torino: ecco dove hanno giocato i Granata

Stadi del Torino? Il Toro ha spesso cambiato casa, ma dove ha giocato esattamente dal 1907 ad oggi? 

 

Per lungo tempo, Juventus e Torino (in ordine rigorosamente alfabetico, ndr) hanno condiviso gli impianti sportivi cittadini, come nel caso dello Stadio Comunale e dello Stadio delle Alpi. Ma per altrettanti lunghi periodi, i due clubs rivali hanno preferito ospitare le partite casalinghe in un proprio spazio esclusivo, alimentando un forte legame di appartenenza con i propri tifosi, e in un certo senso “marchiando” i quartieri adiacenti.

Ma ora torniamo indietro nella storia, esplorando tutti gli Stadi del Torino, dai nostri tempi fino alla sua fondazione.

Stadio Comunale (1958-1959, 1963-1990 e dal 2006)

Tra gli stadi del Torino, lo Stadio Comunale, inaugurato come Stadio Mussolini (prima della seconda guerra mondiale) è quello più longevo.  Ribattezzato Olimpico “Grande Torino“, ospita le partite casalinghe del Toro dal 2011.

Situato nel quartiere S. Rita, vide l’inizio dei lavori nel settembre 1932, in pieno ventennio fascista, e in soli 9 mesi venne inaugurato per i Giochi Littoriali della Gioventù. Avendo a disposizione stadio, campo di atletica e piscina olimpica, l’area scelta poteva ospitare una grande varietà di eventi sportivi.

Stadio Mussolini
Stadio Mussolini

Riqualificato integralmente per ospitare i Giochi olimpici invernali del 2006, al progetto degli anni Trenta si aggiunsero la copertura completa degli spalti e un terzo anello di gradinate. La capienza risultò così di soli 26.000 posti seduti, ma decisamente più confortevoli dei precedenti 70.000 spettatori in piedi sulle gradinate.

Stadio Comunale
Stadio Comunale

Vi giocarono simultaneamente Juve e Toro tra gli anni ’60 ed il 1990, per poi farvi ritorno nel 2006. Dal 2011, la Juventus gioca stabilmente allo Stadium, suo nuovo impianto di proprietà.

Stadio Delle Alpi (1990-2006)

Situato nel quartiere Vallette, lo Stadio delle Alpi non fu certamente tra gli stadi del Torino più apprezzati. Casa di Juve e Torino per circa 15 anni, fu progettato allo scopo di ospitare i Campionati del Mondo 1990 ed eventi di Atletica leggera.

Contava su una capienza di quasi 70.000 spettatori, su 3 anelli interamente coperti.

Stadi del Torino - Stadio delle Alpi
Stadi del Torino – Stadio delle Alpi

A cominciare dal preventivo per la sua costruzione, lievitato dai 60 a circa 200 miliardi di lire, lo stadio alternò vari problemi di natura tecnica e di confort, senza citare quello capitale, relativo alla pessima visibilità delle partite di calcio.

Per farsi un’idea, basterebbe ricordare il giudizio tranchant dell’Avvocato Gianni Agnelli: “Al Delle Alpi è come giocare sempre fuori casa“. E così, già nel 1994, la Juventus cominciò a pensare ad un nuovo stadio di proprietà, mentre il Torino covava il sogno di tornare alla sua vera casa, lo stadio Filadelfia.

Se i bianconeri riuscirono a veder nascere il nuovo Stadium sulle ceneri del Delle Alpi, il Torino dovette “accontentarsi” del Comunale opportunamente rinnovato dopo le Olimpiadi.

Stadio Filadelfia (1926-1943, 1945-1958, 1959-1963)

Costruito in soli 5 mesi di lavoro nel 1926, per volere del presidente granata, il conte Enrico Marone Cinzano, lo stadio Filadelfia è, nei cuori del popolo granata, semplicemente “il Fila“, la casa madre, l’anima del Toro.

Stadi del Torino - Il Vecchio Filadelfia
Stadi del Torino – Il Vecchio Filadelfia

Non a caso, qui giocò il Grande Torino, la squadra degli Invincibili, che rivoluzionò il gioco del calcio negli anni ’40 e che fece sognare l’Italia intera, in ginocchio dopo la guerra. Rimasta tragicamente vittima nell’incidente aereo di Superga, quella squadra leggendaria sembra ancora aleggiare sul campo principale, dove sono tornati ad allenarsi i giocatori della prima squadra granata.

Fulgido esempio di architettura liberty applicata al calcio, il Filadelfia nacque con due sole tribune, per una capienza di 15.000 persone. Negli anni successivi, furono aggiunte la biglietteria e nuove gradinate che lo portarono ad ospitare 25.000 persone.

Stadi del Torino - Il Nuovo Filadelfia
Stadi del Torino – Il Nuovo Filadelfia

Il nuovo Fila, nonostante i ripetuti tentativi di ricostruzione e la quasi sparizione negli anni Novanta, riapre i cancelli nel maggio 2017, ad opera della Fondazione Stadio Filadelfia.

Motovelodromo Fausto Coppi (1925-1926)

In attesa della costruzione del nuovo Filadelfia, il Torino giocò una sola stagione al “motovelodromo di Corso Casale”. 

Progettato dall’architetto Ballatore di Rosana, eroe del liberty torinese ed esperto di grandi impianti sportivi dell’epoca (lo Stadium 1911, le torri esterne del Filadelfia 1926), il Velodromo ebbe una vita travagliata, determinata da costi di gestione spropositati che lo costrinsero ad ospitare svariate discipline sportive.

Stadi del Torino - MotoVelodromo Coppi
Stadi del Torino – MotoVelodromo Coppi

Circoscritto da due tribune, dotate di copertura in legno, accoglieva circa 7.500 posti. All’interno dell’anello di 393 metri in cemento, troviamo il campo in erba, poi impiegato per attività sportive e spettacoli teatrali e musicali.

Campo Stradale Stupinigi (1913-1925)

Sull’attuale corso Unione Sovietica, nei pressi dell’attuale zona del Combi, il Campo Stupinigi fu inaugurato nel 1913. In grado di ospitare 1500 persone, disponeva di gradinate popolari e una tribuna coperta di 500 posti.

Campo Sebastopoli (1907-1910)

Con il trasferimento della Piazza d’Armi dal centro città, un nuovo quartiere ricco di campi sportivi sorgeva tra la Crocetta e S. Rita. Dapprima venne utilizzato il c.d. “Lato Ferrovia“, dal 26 febbraio 1911 quello chiamato “Lato Crocetta“.

Velodromo Umberto I (1907-1910)

Eretto nel 1895, il velodromo Umberto I (che sorgeva tra corso De Gasperi e Corso Duca degli Abruzzi, all’altezza di via Vespucci) ospitò le prime partite di Torino e Juventus, oltre che le gare ciclistiche.

La prima partita ufficiale nella storia granata, il 13 gennaio 1907, fu proprio un derby contro i cugini juventini, vinto 2-1.

Stadi del Torino - Velodromo Umberto I
Stadi del Torino – Velodromo Umberto I

L’8 maggio 1898 vi si tenne il primo Campionato di calcio italiano, che si tenne in una sola giornata, con tre squadre torinesi ed una genovese, il Genoa Football & Cricket club, che vinse la storica edizione.

 

Toro, via Mazzarri arriva Longo

E’ ormai sicuro  l’esonero di Walter Mazzarri dalla guida dei Granata

Al suo posto come allenatore del Torino ci sarà  Moreno Longo, scelto da Urbano Cairo. Non è ancora ufficiale ma tutti i giornali danno la notizia per certa.  L’ex tecnico della Primavera granata, fautore di uno scudetto e di una Supercoppa di categoria, sta lasciando il Frosinone per tornare al Torino dove giocò in passato.

Para-Archery, titolo assoluto e record del mondo per Elisabetta Mijno

Si sono chiusi  a Palermo i Campionati Italiani Indoor Para-Archery (33esima edizione), primo appuntamento del calendario nazionale FITARCO 2020

In gara tutti i più forti arcieri della nazionale paralimpica, a caccia dei titoli tricolori e con l’attenzione già rivolta ai Giochi di Tokyo 2020. Protagonista del week end di frecce è stata ancora una volta Elisabetta Mijno, che nell’arco olimpico ha confermato il successo della passata stagione e stabilito il nuovo record mondiale sulle 60 frecce, con 590 punti. In una riedizione della finale dell’anno scorso, la 34enne azzurra tesserata per Fiamme Azzurre e Arcieri delle Alpi, ha superato Vincenza Petrilli (Aida) con il punteggio di 6-2 (parziali 26-25 29-29 28-28 29-27). Per Elisabetta Mijno si tratta del terzo titolo italiano assoluto Indoor consecutivo, cui si sommano quelli conquistati tra 2010 e 2015.
Quest’anno la medaglia d’oro è stata impreziosita dal record del mondo stabilito al termine delle qualifiche di ieri. Elisabetta ha migliorato il suo stesso primato mondiale, fissato a quota 577 durante l’Italian Challenge di Rimini nel 2018. Dal 2002 a oggi quello dell’atleta piemontese è il quarto miglior punteggio assoluto realizzato da un’arciera italiana: prima di lei solo Natalia Valeeva, Claudia Mandia e Tatiana Andreoli. L’azzurra ha naturalmente conquistato il titolo di classe, davanti a Vincenza Petrilli (549) e Veronica Floreno (Dyamond Archery Palermo, 535). Quest’ultima ha disputato la finale per il terzo posto cedendo a Kimberly Scudera (Arco Club Gela), a sua volta battuta da Elisabetta Mijno in semifinale.Ha raggiunto la finale per il bronzo – nel compound – anche Matteo Bonacina (Arcieri delle Alpi), fermato di misura da Paolo De Venuto (Frecce Azzurre) con lo score di 143-142. Matteo è comunque tornato a casa con una medaglia, l’argento di classe vinto con 576 punti alle spalle di Paolo De Venuto (Frecce Azzurre, 577) e pari merito con Alberto Simonelli (Fiamme Azzurre).

Nelle prove a squadre sono invece saliti sul gradino più alto del podio compound gli Arcieri delle Alpi (Matteo Bonacina, Gioele Gattuso, Davide Grella), a segno 202-195 in finale contro gli Arcieri DLF Voghera. Posizioni invertite tra le due squadre nella classifica di classe, con il DLF Voghera a 1701 punti e gli Arcieri delle Alpi a 1638.

Foto Corsini Fitarco

Reale Mutua: un confronto importante. L’omaggio a Kobe Bryant

Domenica è in arrivo la seconda della classe al Palaruffini, o Pala Gianni Asti, di Torino. La Reale Mutua Basket Torino deve vincere

IL BASKET VISTO DA VICINO 

Non ci sono se e non ci sono ma. Non ci sono paure, né timori, né valori da visualizzare negli avversari. Torino è più forte, o, per i più pessimisti, è meno debole di tutte le altre. Nascondersi serve solo ad evidenziare eventuali pochezze mentali e poca consapevolezza nei propri mezzi. Se sei in testa, e ritieni che questo non sia un caso, non puoi nasconderti e non puoi e non devi avere paura. Rispetto degli avversari: sì; paura di loro: no!

Torino è reduce da una vittoria soffertissima contro l’ultima del campionato a cui ha concesso di segnare 22 punti negli ultimi quattro minuti circa della scorsa partita, e questo dato è un segnale di resa mentale inaccettabile quando sei il più forte. Probabilmente il salto di qualità vero è nella mente di chi va in campo e di chi governa la nave, però ad imparare dai grandi non si fa mai male. Ataman (coach dell’Efes leader in Eurolega), intervistato prima della partita con il Real Madrid ha dichiarato che era venuto lì per vincere e a dimostrare di essere la squadra più forte, senza dubbi o perplessità. E ha vinto.

Noi rispettiamo tutti, ma temere alcuni giocatori di cui leggo i nomi con stupore ogni volta è inaccettabile. E’ chiaro che non sto parlando del lato umano, ovvio, ma dal punto di vista tecnico Torino non deve temere proprio nessuno! E la mentalità per il salto in più non porterebbe più punti in classifica, forse, visto che si è comunque in testa, ma magari più pubblico, più entusiasmo, più carica energetica e maggiore coinvolgimento emotivo di media e interesse generale.

Basket Torino vince ma non entusiasma, e questo non va bene. Ci vuole forza, tecnica e lucidità per divertire il pubblico. Isterie o mancanza di serenità conducono a poco. E ci vuole spettacolo: il terzo tempo appoggiato al tabellone va bene nelle categorie minori; i ragazzi e il pubblico esperto vede in tv Eurolega e NBA. Non si può pretendere nulla di tutto ciò, Larkin e James non ci sono nel nostro campionato, ma ci sono fior fiore di atleti che se ben spronati possono dare di più. E l’emozione è spettacolo, non solo risultato.

Si arriva alla partita dopo una settimana tragica per diverse famiglie di oltreoceano che si legano alla morte di Kobe Bryant. Tanto è stato scritto e detto, sia da parte di chi lo conosceva e sia di chi ha voluto prendere parte al momento emotivo solo per propria pubblicità. Kobe Bryant ha segnato pagine di storia del basket e non verranno cancellate. Se posso contribuire anch’io con il mio pensiero , vorrei dire che Kobe è stato in maniera innegabile apprezzato per la sua squisita qualità come uomo del basket. Nell’anno del suo abbandono ha riscosso il premio per la sua carriera in ogni campo in cui ha giocato con celebrazioni del pubblico e ha chiuso l’ultima partita segnando 60 punti.

Ha lasciato il mondo del basket intriso della sua immagine perenne di giocatore vincente e positivo. Un uomo a 360° con pregi e difetti come tutti ma che ha saputo ogni volta risalire e vincere. La sua frase “se non credi in te stesso, chi ti aiuterà” è un mantra da scrivere nello spirito di ognuno di noi. Ora, come disse lui alla fine dell’intervento a fine partita a Los Angeles, …Mamba Out… ma non per noi.

E domani alla partita, ognuno sarà lì a celebrarlo. Sarebbe bello che ognuno di noi pensasse di lasciare dietro di sé qualcosa di bello e che viva nel cuore della gente. Lavorare per il bene di tutti è una fatica molto più alta che criticare gli altri.  E allora, Forza Basket Torino: siamo pronti a tifare per te.

Paolo Michieletto

Nuoto sincronizzato, 2020 ricco di appuntamenti

I risultati del Campionato Regionale Junior e Assolute
In Piemonte il 2020 sarà un anno particolare per il nuoto sincronizzato; un anno che culminerà tra il 4 e il 7 giugno con i Campionati Italiani Assoluti Estivi di Cuneo. Molto più vicino è però il primo appuntamento nazionale della stagione, cioè gli Assoluti Invernali in programma dal 6 al 9 febbraio a Riccione. Vi parteciperanno diverse atlete piemontesi, che nei giorni scorsi si sono ritrovate alla piscina comunale di Leinì per il Campionato Regionale Junior e Assolute. L’articolo completo a questo link.

Torna a marzo la Trino-Santuario di Crea

Dal Piemonte / Leggermente in ritardo sul suo solito calendario (nelle prime due edizioni era stata programmata a gennaio) torna il prossimo 15 marzo la Trino-Santuario di Crea, prova podistica di 18,5 km inserita nella Corri Piemonte, nel Criterium Podistico Piemonte e nel Campionato Provinciale Aics di Alessandria

E’ una gara molto particolare, considerando che per la sua gran parte è in salita, con un dislivello di 420 metri. Il cambio di periodo fa della prova piemontese un ottimo test sia per chi ambisce a risultati importanti nelle principali classiche su strada della primavera, sia per gli appassionati della corsa in montagna, per verificare le proprie condizioni prima dell’apertura della stagione.

Il tracciato è tutto su asfalto e porta i concorrenti da Piazza Comazzi a Trino (VC), borgo ormai considerato uno dei capisaldi dell’attività podistica regionale, al piazzale antistante il Santuario di Crea. Come avvenuto nelle edizioni precedenti, è previsto anche un tracciato corto, con partenza da La Madonnina, che ripercorre gli ultimi 5 km della gara lunga. Lo start della prova lunga è fissato per le ore 9:30 mentre la 5 km scatterà alle 10:00 dal campo sportivo de La Madonnina.

Il costo delle iscrizioni è di 16 euro se si provvede entro il 15 febbraio, altrimenti sono previsti aumenti fino a 25 euro il giorno della gara. A tutti gli iscritti un telo in microfibra 90×170 cm. Lo scorso anno il numero degli arrivati fu 240, ma gli organizzatori contano di andare ben oltre, soprattutto se il tempo darà, come si spera, una mano.

Softball, Alice Midiri debutta in Texas

Giovedì 30 gennaio, a Snyder in Texas  Alice Midiri debutta con la maglia numero 3 delle “Indians”

E’ la squadra di softball del McCook Community College, Nebraska, dove da matricola la ragazza classe 2000 di Condove, tesserata con l’Avigliana Rebels, ha iniziato quest’anno il proprio percorso di studi universitari negli States.

60 sono i match in programma della regular season, la squadra nonostante sia formata da 13 “freshman” come Alice, punta a migliorare lo score dello scorso anno (29 W-33L) che l’ha comunque consentito di prendere parte alla post-season 2019, fino a disputare le finali regionali.

Cambiato interamente lo staff tecnico guidato dal manager Kevin Kaalberg, ex Iowa, che ha come assistente sua figlia Madison.

Il Piemonte vuole inserirsi nei Giochi olimpici 2026

“La Regione Piemonte si attiverà per inserire le nostre montagne tra i siti di gara delle Olimpiadi invernali del 2026”

È questa la risposta fornita dall’assessore allo Sport Fabrizio Ricca all’interrogazione presentata dalla consigliera Francesca Frediani (M5s) che chiedeva delucidazioni sul Dossier Olimpiadi 2026.

“Crediamo fortemente che i Giochi Olimpici, assegnati a Milano e Cortina, possano essere un valore aggiunto per il Piemonte. Subito dopo l’insediamento della nuova Amministrazione regionale, abbiamo sviluppato un lavoro comune con la Città di Torino per valorizzare il nostro patrimonio olimpico, che è stato inserito all’interno del dossier consegnato all’allora sottosegretario Giancarlo Giorgetti lo scorso agosto” ha spiegato l’assessore.

“In collaborazione con la Fondazione Olympic Park verrà fatta una ricognizione completa degli impianti olimpici, con indicazione dei relativi costi di costruzione, delle infrastrutture esistenti sia a Torino sia nei Comuni olimpici montani, da poter mettere a disposizione del Governo. In linea con le linee guida del Comitato olimpico internazionale in tema di sostenibilità ed eredità olimpica, il Piemonte potrebbe contribuire con le Regioni coinvolte alla promozione di un modello virtuoso, innovativo, efficace ed attento al riuso degli impianti già esistenti, riducendo il costo totale del dossier.  La Regione Piemonte, oltre ad essere custode di un eccellente patrimonio di infrastrutture sportive ed olimpiche, avendo già ospitato sul proprio territorio una macchina complessa come l’evento olimpico e paraolimpico invernale 2006, possiede infatti un’esperienza unica che può mettere a disposizione di Lombardia e Veneto”, ha aggiunto.

“L’Amministrazione regionale, favorevole alla partecipazione, si è fatta avanti per ospitare anche discipline sperimentali e senza medagliere quali, ad esempio, lo sci di alpinismo e chilometro lanciato” ha concluso Ricca.