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Strada del Fortino 15, la Città concede il fondo a un organismo di volontariato del Sermig

foto © Sermig

Il terreno di proprietà comunale in strada del Fortino 15 è stato concesso, per la durata di sei anni, all’associazione Centro come noi S. Pertini – organismo di volontariato Sermig per essere destinato a orto urbano.

Questa mattina la Giunta Comunale ha approvato il provvedimento, su proposta della vicesindaca Michela Favaro, di concerto con l’assessore al Welfare Jacopo Rosatelli.

Il fondo di circa 1670 metri quadrati, inizialmente incolto, è stato trasformato in orto urbano dove si sperimentano nuove forme di coltivazione esportabili anche nei Paesi la cui popolazione vive in gravi condizioni di povertà e malnutrizione. In strada del Fortino l’Associazione accoglie anche persone fragili che inserisce in percorsi di apprendimento di nuove tecniche di coltivazione creando occasioni di lavoro.

Un terreno, patrimonio della Città, dove il Sermig potrà continuare i suoi momenti di formazione e di raccolta per i giovani che gravitano all’Arsenale della Pace” ha dichiarato Favaro.

L’area è situata nelle immediate vicinanze dell’ex Arsenale, i cui edifici furono consegnati a Ernesto Olivero, fondatore del Sermig (Servizio missionario giovani), cambiando nome in Arsenale della Pace e di cui ieri sono stati festeggiati i quarant’anni della fondazione.

E proprio ieri il sindaco Stefano Lo Russo, in occasione dell’anniversario, ha proposto alla commissione toponomastica della Città di intitolare una parte di piazza Borgo Dora all’Arsenale della Pace.

 

 

 

 

Agosto salvacibo, a Torino la distribuzione della frutta e verdura non va in vacanza. Tutti i venerdì al Parco Dora

Non si arresta neppure ad agosto l’attività di recupero ecologico e solidale dell’ortofrutta, e in certi casi anche del pane, da parte delle Sentinelle Salvacibo dell’associazione Eco dalle Città, realizzate nell’ambito del progetto RePoPP, che anzi propongono una nuova iniziativa speciale e straordinaria Tutti i venerdì di agosto, attorno alle 16.30, il Parco Dora ospiterà la distribuzione di frutta e verdura recuperata. Come avviene, sempre al venerdì, intorno alle 15.30, in via Montanaro 2.

“Saremo presenti anche lunedì 14 agosto a Porta Palazzo e negli altri mercati in cui vi siano bancarelle – spiegano dall’associazione – e pronti per ogni situazione che si presentasse in una città dove una parte importante delle attività in ferie, ma sono tante le persone che rimangono in città a cui dare la frutta e verdura recuperata”.

Occasioni in cui poter fare la differenza contro lo spreco alimentare, perché recuperare non significa solo non buttare cibo, ma anche non sprecare l’acqua utilizzata per produrlo, il carburante necessario per spostare e stoccare, il lavoro di chi coltiva e raccoglie, il costo dell’inquinamento prodotto e, perché no? anche il nostro denaro.

“Già martedì 1 agosto ci sono stati segnalati da due supermercati altrettanti carichi di eccedenze con cibo buono in scadenza – raccontano -. In un caso abbiamo organizzato una distribuzione straordinaria alle 15 e 30 in via Montanaro 2, nell’altro caso abbiamo incrementato la distribuzione a Porta Palazzo”

Per essere aggiornati sulla lista di luoghi e orari di distribuzione, è possibile consultare i canali social delle Sentinelle Salvacibo, che pubblicano sempre aggiornamento dedicati. Sabato Salvacibo è un progetto di Eco dalle Città realizzato con ARCI Torino, Maìs, Re.Te. ong.

Divieto di transito sul ponte Ferdinando di Savoia per i veicoli con peso superiore alle 30 tonnellate

ponte Ferdinando di Savoia ©MuseoTorino

È in corso il posizionamento della segnaletica per la chiusura al transito del Ponte Ferdinando di Savoia sullo Stura, in corso Giulio Cesare,  di tutti i veicoli di massa complessiva superiore alle 30.

La limitazione, che resterà in vigore fino alla fine dell’anno, si è resa necessaria dopo una delle ispezioni periodiche previste dalla normativa vigente sulle infrastrutture stradali dalla quale è emersa la necessità di eseguire alcuni interventi di consolidamento.

Il provvedimento  è stato assunto per garantire adeguate condizioni di sicurezza sia agli utenti della strada che agli operatori del cantiere che lavoreranno all’interno dell’impalcato.

Nel frattempo è stata avviata la progettazione degli interventi necessari, così da procedere con l’affidamento e l’avvio dei lavori dal prossimo mese di settembre.

Il ponte Ferdinando di Savoia fu costruito tra il 1926 e il 1928. La struttura, in cemento armato, è composta da quattro campate per una misura complessiva di 126 metri di lunghezza e 36 metri di larghezza.

Il Presidente Mattarella al Polo del ‘900

 

“Torino e il Piemonte per tutto il ‘900 sono state la dinamica della vita economica e della lotta del lavoro che le ha caratterizzate in questi decenni, un vero e proprio laboratorio della trasformazione d’Italia”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Polo del ‘900, dove è stato accolto dal Sindaco Stefano Lo Russo e dal presidente della Regione Alberto Cirio.

Intervenuto all’incontro con i giovani organizzato dal Polo, il presidente ha parlato dell’importanza dell’impegno di tenere viva la memoria: “Essere eredi significa sapere che il patrimonio lasciato in Italia dal ‘900, dopo la conquista della libertà, è quello dell’impegno e della partecipazione. Si diviene eredi non nell’inerzia, ma nel momento in cui si realizzano i principi e gli obiettivi contenuti nella prima parte della nostra Carta, che costituiscono il patto fondativo della nostra convivenza civile”.

Il presidente del Polo del ‘900 Alberto Sinigaglia ha ricordato il ruolo fondamentale di luoghi come il Polo, punto di riferimento per la ricerca sulla storia del Novecento, per conservano la memoria: “L’estinguersi dei testimoni – ha dichiarato – ci obbliga a una più urgente necessità di trasmettere alle nuove generazioni la consapevolezza del cammino percorso”.

Subito dopo è intervenuta Felicia Nausicaa, una ragazza di 18 anni impegnata per due anni nel progetto Next Generation U. Un progetto grazie al quale, ha raccontato “oggi siamo in grado di spiegare ad amici e conoscenti perché l’Europa è importante e sentiamo di avere una consapevolezza più profonda, una conoscenza migliore che ci ha portato a una coscienza diversa per le votazioni europee del prossimo anno”.

La mattinata del presidente Mattarella, ripartito subito dopo l’incontro, era cominciata con una visita privata al Sermig.

E proprio oggi arriva la proposta di intitolare  Piazza Borgo Dora all’Arsenale della Pace, in occasione dei suoi 40 anni. La proposta alla Commissione Toponomastica è stata depositata dal Sindaco Stefano Lo Russo: “un gesto simbolico- ha detto- che vuole essere un riconoscimento e un ringraziamento per tutto quello che Ernesto Olivero e l’Arsenale della Pace fanno, hanno fatto e continueranno a fare per chi è più in difficoltà e per la nostra comunità”.



La metropolitana è arrivata a Cascine Vica

Si è concluso oggi lo scavo della galleria del prolungamento Ovest della Metropolitana da Fermi a Cascine Vica. Intorno alle 15.30 è stato fatto cadere l’ultimo diaframma della galleria, lunga 3 kilometri e 400 metri, il cui scavo era iniziato a marzo 2021 e al quale hanno lavorato oltre 200 persone. Un momento celebrato con una cerimonia solenne, alla presenza dei sindaci di Torino, Collegno e Rivoli e gli assessori ai Trasporti di Grugliasco e della Regione Piemonte, durante il quale è risuonato l’inno nazionale e proseguito con una festa nel sotterraneo del cantiere con centinaia di maestranze. Continua a leggere

Restauro del Parco del Valentino, approvato il progetto


La Giunta Comunale, su proposta dell’assessore al Verde e alla Cura della città Francesco Tresso, ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica per gli interventi di restauro del Parco del Valentino, parte della riqualificazione complessiva che riguarderà diverse aree che si affacciano lungo le sponde del fiume Po.

Seguendo le tempistiche previste dai progetti finanziati dal PNRR continua dunque l’iter che porterà alla riqualificazione del parco torinese, con interventi che si propongono di preservarne la naturalità e di recuperare pienamente la sua vocazione storica. La spesa prevista per i lavori, il cui avvio è previsto per la prima metà del 2024, è di 13 milioni di euro.

Uno dei punti principali del progetto prevede la rimozione dell’asfalto dai viali del parco, con una nuova pavimentazione permeabile che ridurrà l’effetto isola di calore. I viali così ridisegnati, completamente pedonalizzati e interdetti al transito delle auto, libereranno nuove superfici a prato. Sempre in ottica di soluzioni per la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’ingente patrimonio arboreo del parco verrà ulteriormente aumentato con la messa a dimora di 555 nuovi alberi.

Altri interventi riguarderanno più specificatamente gli aspetti legati all’accessibilità, con l’eliminazione delle barriere architettoniche e la riqualificazione di alcuni spazi: piazza Rita Levi Montalcini sarà ridisegnata e interdetta al parcheggio delle auto, di fronte alla Fontana dei 12 mesi verrà realizzata una nuova piazza pedonale che valorizzerà ulteriormente il monumento realizzato per l’Esposizione Generale Italiana del 1898. Importanti interventi di riqualificazione riguarderanno infine la collinetta del Roseto, la copertura del Quinto Padiglione e l’ingresso di fronte al Castello del Valentino.

L’assessore Francesco Tresso ha commentato: “Quella di oggi è un’ulteriore tappa di avvicinamento all’avvio del grande cantiere che interesserà il parco del Valentino: uno dei luoghi simbolo della città, che sarà riqualificato con elementi progettuali che ne rafforzeranno la sua vocazione storica e gli elementi naturalistici, esaltando ancora di più lo stretto legame tra parco e fiume. E proprio il Po sarà uno dei protagonisti della trasformazione che riguarderà la città nei prossimi anni – conclude l’assessore – grazie la sua capacità di costruire relazioni e di connettere tra loro luoghi naturali, culturali e turistici”.

Incit-Ev, Torino tra le sedi del progetto europeo per promuovere l’elettromobilità

Piazzale Caio Mario ospiterà un nuovo hub di ricarica per veicoli elettrici in sharing con 10 punti di ricarica a bassa potenza da 3,6 kw : la Giunta Comunale ha approvato ieri lo schema di convenzione per l’uso dell’area.

La realizzazione dell’infrastruttura rientra nel progetto europeo ‘Incet-Ev’ che vede collaborare 33 partner con l’obiettivo di incentivare lo sviluppo dell’elettromobilità nel continente. Tra questi, oltre alla Città di Torino, Fondazione Links, Politecnico di Torino, Iren S.p.A., Prima Electro S.p.A. e Fpt Industrial S.p.A.

Il progetto, finanziato dal programma europeo Horizon 2020, si propone di testare un insieme innovativo di infrastrutture di ricarica, tecnologie e relativi modelli di business connessi ai veicoli elettrici, pronti a migliorare l’esperienza degli utenti, facendo sì che più persone scelgano mezzi più ecologici.

Amsterdam, Parigi, Saragozza, Tallinn, Utrecht, Versailles e Torino le città  dove verranno condotti i test.

Fiume Po, 5 milioni per la messa in sicurezza della sponda nei pressi della piscina Lido

La Giunta comunale, su proposta dell’assessore Francesco Tresso, ha approvato nella seduta odierna il progetto di fattibilità tecnico-economica dell’intervento di rinaturalizzazione e di messa in sicurezza della sponda destra del fiume Po, nel tratto compreso tra corso Moncalieri 310 e la piscina Lido.

Il finanziamento di 5 milioni, che verrà richiesto dalla Città nell’ambito del Pon Metro Plus e a seguito della redazione del progetto esecutivo, prevede la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica che contribuiranno alla messa in sicurezza idraulica della sponda del fiume e alla sua rifunzionalizzazione come area a verde, che tornerà ad essere nuovamente fruibile da parte dei cittadini.

Il tratto di sponda in oggetto è stato interessato in modo rilevante dall’alluvione del novembre 2016, con la piena che ha incrementato i fenomeni di cedimento e di franamento già presenti, in un’area densamente antropizzata. Il progetto approvato oggi in Giunta è stato aggiornato ai sensi della normativa vigente, con la definizione di nuove opere di maggiore importanza che porteranno anche al ripristino della percorribilità ciclo-pedonale sulla sommità spondale.

Droni, tra applicazioni, potenzialità e sviluppo: un protocollo tra Città e Enac

Si potranno trasferire velocemente farmaci, campioni biologici, vaccini e sangue senza il rischio di restare bloccati nel traffico. Ma con i voli si potrebbero trasportare pure apparecchiature salvavita e addirittura organi per il trapianto.

C’è anche il ‘delivery sanitario’ tra le sperimentazioni congiunte che la Città di Torino ed Enac, l’Ente nazionale per l’Aviazione civile, si impegnano a promuovere con un protocollo di intesa approvato oggi dalla Giunta comunale su proposta dell’assessora all’Innovazione Chiara Foglietta. Una firma che intende rafforzare l’impegno reciproco per favorire e incentivare lo sviluppo di nuovi servizi innovativi abilitati dai droni che potranno avere un un ruolo centrale per migliorare l’accessibilità e la mobilità delle aree metropolitane e dei territori, con ricadute positive sulla qualità dell’ambiente, della vita e della sicurezza dei cittadini.

Nello specifico la collaborazione potrà riguardare l’identificazione e la realizzazione a Torino di una o più aree tipo ‘sandbox’, sorta di laboratori di prova all’interno dei quali testare processi, prodotti, servizi e nuovi progetti innovativi. L’obiettivo è arrivare, dalle attuali aree come il Parco Dora e il Parco del Valentino, alla definizione e alla realizzazione di un corridoio di volo più esteso, dal Parco del Valentino e lungo il fiume Po, per poi sperimentare un U-space urbano, ovvero uno spazio aereo dove sia possibile far volare i droni in modo ordinato, spedito e sicuro anche oltre la linea di vista visiva attraverso un sistema di controllo automatizzato.

La bozza di protocollo prevede inoltre il supporto e il monitoraggio delle attività già previste o pianificate nell’ambito dei progetti di Torino City Lab e CTE NEXT, quali ad esempio ‘Sumeri 2‘, in collaborazione con Leonardo S.p.A. e la cooperazione con la Regione Piemonte finalizzata alla condivisione e allo sviluppo di soluzioni e servizi di interesse sovralocale.

“Le potenzialità di impiego dei droni sono innumerevoli – spiega l’Assessora all’Innovazione Chiara Foglietta – L’intesa con Enac ci permette di rispondere alle esigenze di sviluppo e progresso di un settore in continua evoluzione con applicazioni che potranno migliorare la qualità della vita dei cittadini e servizi che per le generazioni saranno di uso quotidiano”.

Museo di Scienze Naturali: a dicembre la riapertura

La galleria dei reperti, l’arca con gli animali, lo scheletro di balena, l’elefante Fritz, tornano ad abitare gli spazio del Museo di Scienze naturali di Torino. A dieci anni dall’esplosione che ha reso necessaria la chiusura del palazzo e determinato una lunga serie di interventi strutturali, di ristrutturazione e di messa a norma degli impianti, si è svolto oggi un sopralluogo per verificare l’avanzamento dei lavori in vista dell’apertura degli spazi a dicembre.

«Una meraviglia del Piemonte, di livello nazionale e internazionale – hanno sottolineato il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura, Vittoria Poggio – deve essere fruibile e quindi noi riapriremo questo museo per i torinesi, per i ricercatori, per gli studiosi e per i turisti che verranno a visitare Torino e il Piemonte. La vicenda del Museo di Scienze naturali è una di quelle che abbiamo trovato bloccate quando ci siamo insediati, come la Tav, il grattacielo della regione, l’autostrada Asti-Cuneo: questo museo era chiuso da 10 anni. Abbiamo lavorato duramente per riaprirlo e messo a posto anche questo, nel rispetto dei vincoli della soprintendenza e riapriremo questa perla di Torino, del Piemonte e dell’Italia entro l’anno spendendo 8,3 milioni e stanziandone altri 4 per tutti gli interventi a completamento dell’operazione. Da oggi Torino sarà più forte di ieri grazie a questa nuova meraviglia che riaprirà entro l’anno».

«Questo – ha detto il Sindaco Stefano Lo Russo – è un luogo straordinario che viene restituito alla città, grazie all’impegno della Regione, con cui stiamo lavorando in sinergia sui grandi progetti di infrastrutturazione culturale. Torino è una città che ha dato tantissimo alle storie delle scienze naturali, grazie a scienziati come Quintino Sella, alle fondazioni mineralogiche, all’attività di ricerca dell’Università degli Studi. La riapertura del Museo di scienze naturali darà il via ad un 2024 di straordinaria grandezza per la cultura torinese con il bicentenario del Museo Egizio, un’altra importante collezione che, come questa, attrae gli appassionati ma abbraccia anche un pubblico più generalista, grazie alla sua capacità di arricchimento culturale e divulgazione».

«L’Università di Torino – ha sottolineato il vicerettore dell’Università di Torino, Cristopher Cepernich – ha accolto con entusiasmo la notizia della riapertura del Museo di Scienze Naturali, che presto tornerà a valorizzare le sue collezioni di straordinario interesse storico e scientifico. Si potenzia così di molto il tessuto museale a tema scientifico che è una grande risorsa per il territorio, dove anche il ricco sistema museale di Ateneo contribuisce alla vocazione di Torino come città della scienza. Nella città centro del Positivismo italiano, nella quale ha lavorato Piero Angela, è d’obbligo fare un passo in più. Costruire quella narrazione unitaria di Torino come città della scienza che incontra più che mai l’interesse di un pubblico numeroso, giovane, fatto di attenti e sensibili osservatori dell’ambiente e della natura».

L’esplosione avvenuta nella notte del 3 agosto del 2013 ha comportato, oltre a una serie di opere di ripristino e messa in sicurezza della zona coinvolta dallo scoppio, anche strutturali interventi di adeguamento complessivo dell’edificio. Opere particolarmente complesse, poiché inserite in un contesto architettonico antico e di particolare pregio. La completa riorganizzazione degli spazi ha convinto il Museo a riunire, in una unica sede, anche i reperti delle collezioni paleontologiche che erano precedentemente conservati a Palazzo Carignano: ora tutto il patrimonio del Museo si trova quindi in un unico luogo che sarà visitabile al pubblico. Qui sono stati puliti e ora sono conservati anche reperti di grandi dimensioni, tra cui alcune zanne di mastodonte lunghe oltre 2 metri.

A dicembre è prevista l’apertura delle sale al piano terreno che riguardano il Museo storico di Zoologia, l’Arca e lo spazio denominato Esposizioni temporanee con la sistemazione del nuovo ingresso da via Accademia Albertina: gli interventi di allestimento delle sale riguarderanno le teche storiche con gli esemplari zoologici di recente restaurati collocati per continente geografico, il radicale rinnovamento dell’Arca con il racconto dei viaggi che nel corso del Settecento e dell’Ottocento hanno portato al Museo torinese reperti di rilevante valore scientifico e delle modalità attuali di arricchimento delle collezioni, la realizzazione di un’esposizione temporanea volta a valorizzare elementi significativi delle collezioni paleontologiche, entomologiche, botaniche e mineralogiche con un significativo focus sul Piemonte.

Gli interventi, avviati a partire dal 2015, sono stati intrapresi dalla Regione Piemonte anche attraverso una serie di convenzioni con la Società di Committenza Regionale, realizzati dal Settore Tecnico e Sicurezza ambienti di lavoro della Direzione Risorse Finanziarie e Patrimonio e dal Settore Museo Regionale di Scienze Naturali della Direzione Cultura e Commercio della Regione Piemonte. Gli interventi hanno riguardato in particolare lavori di ripristino della struttura, di adeguamento degli impianti a servizio dell’edificio (impianto antincendio, elettrico, termico, condizionamento, Evac,..) e per la messa in sicurezza dell’edificio. Oltre ai danni materiali, si è infatti reso necessario acquisire nuovamente l’agibilità dell’intero edificio, attraverso la messa a norma degli impianti ormai non più conformi alle norme vigenti. Sono stati poi realizzati anche interventi edili di abbattimento pareti, spostamento e sostituzione porte antincendio e controsoffitti, oltre al riallestimento delle sale in corso di completamento.

Nel complesso per il ripristino e il restauro di impianti e locali sono stati investiti oltre 8,3 milioni di euro, di cui buona parte a partire dal 2020. in particolare: 2,3 milioni sono stati spesi per la messa a norma degli impianti e l’agibilità dopo l’esplosione tra il 2015 e il 2017. Altri 2 milioni per interventi impiantistici ed edili necessari per il rilascio del certificato di agibilità dei locali dell’Arca, dello Storico Museo di Zoologia, della Crociera Manica Sud piano terreno e dei locali “Esposizione Permanente Paleontologia” tra la fine del 2017 e il 2021: i lavori oggetto di questo finanziamento si sono svolti in piena pandemia su una parte dei locali che saranno visitabili a dicembre.

Nel 2020, sempre in piena pandemia, sono stati autorizzati altri 2,2 milioni di lavori, di tipo impiantistico ed edile per il recupero e l’allestimento di spazi e depositi visitabili per la conservazione e la tutela di reperti di particolare valore storico e scientifico presso il Museo: i lavori, consegnati a giugno 2022, e sono tuttora in corso. Oggi, in occasione del sopralluogo, sono stati consegnati ulteriori lavori per 1,7 milioni: si tratta degli interventi di sistemazione dell’ingresso già presente su via Accademia Albertina, realizzato negli anni 30 del Novecento per accedere alla parte del museo dedicata alle collezioni di zoologia. Tale ingresso, non più utilizzato da molto tempo, richiede interventi di tipo edile, impiantistico e di recupero degli spazi, con inserimento di una nuova biglietteria con bookshop, nuovi servizi igienici, nuovo guardaroba, affrontando innanzitutto il tema del superamento delle barriere architettoniche. Questo ingresso, ora necessario per consentire la visita al pubblico dei locali dell’Arca, dello Storico Museo di Zoologia e dell’Esposizione temporanea, manterrà la sua importanza anche quando, nel prossimo futuro, l’ingresso principale tornerà a svolgere la sua funzione, previo completamento di alcuni interventi allestitivi sulla manica di via Giolitti.

Intanto la Regione ha dato incarico a Scr di progettare la ristrutturazione degli altri spazi del Museo, per programmare ulteriori interventi per riaperture progressive a partire dal 2024, per cui la Regione ha già previsto, anche grazie a fondi Fsc, un ulteriore stanziamento di 4 milioni di euro.

Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, situato nel prestigioso edificio progettato nel XVII secolo da Amedeo di Castellamonte, un tempo sede dell’Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e della Città di Torino, è stato istituito nel 1978 dalla Regione Piemonte con lo scopo di salvaguardare e valorizzare un patrimonio scientifico unico in Italia. Si tratta delle collezioni storiche naturalistiche dei Musei universitari torinesi integrate con esemplari e campioni acquisiti dal Museo regionale a partire dagli anni Ottanta del Novecento e confluiti nelle sezioni di Botanica, Entomologia, Mineralogia-Petrografia-Geologia, Paleontologia e Zoologia. Il patrimonio del Museo è di incredibile valore: oltre 5,5 milioni di reperti tra Collezioni Paleontologiche, Zoologiche, Entomologiche, Botaniche, Mineralogiche e Petrografiche.

Il Museo ospita esemplari di particolare valenza estetica come, ad esempio, lo scheletro quasi completo di un rinoceronte rinvenuto presso Roatto (AT), i resti di un sirenide nei dintorni di Nizza Monferrato e importanti raccolte di pesci a Pecetto di Valenza (AL) e a Cherasco (CN). Fuori dai confini regionali sono da citare gli scavi effettuati nel 1993 in Francia nei pressi di Bayeux e di Caen, che hanno arricchito le collezioni del MRSN di oltre 2.000 campioni in particolare di ammoniti.

Le collezioni universitarie si sono formate a partire dalla seconda metà del Settecento e sono andate incrementandosi fino a pochi decenni or sono con campioni di grande importanza, tra cui i crani di bisonti e cervi di Arena Po nel pavese, i resti ossei di mastodonti di varie località dell’astigiano, i vertebrati delle ligniti di Cadibona (SV), oltre a migliaia di invertebrati, in particolare gasteropodi, bivalvi e ammoniti, corrispondenti a circa 50.000 esemplari. Tra tutte, di inestimabile pregio scientifico è la collezione denominata “Bellardi & Sacco” dal nome dei due illustri paleontologi che l’hanno costituita, fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento: si tratta di oltre 21.000 campioni di molluschi del Piemonte e della Liguria, tra i quali sono conservati più di 2.000 “tipi”, cioè i reperti utilizzati per descrivere specie nuove, oggetto di frequente consultazione da parte di specialisti di tutto il mondo.