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“Flint, una città da raccontare”

Ospite di World Press Photo, Francesco Costa

Venerdì 1 novembre, ore 18,30

Proseguono, tutte a ingresso gratuito, le conferenze programmate all’Ex Borsa Valori di via San Francesco da Paola 22 a Torino, nell’ambito di World Press Photo, la mostra di fotogiornalismo più importante al mondo, in corso fino a domenica 17 novembre (dal lunedì al giovedì 10-20; dal venerdì alla domenica 10-22).

Il prossimo appuntamento è fissato per venerdì 1 novembre e vedrà quale ospite Francesco Costa, giornalista e vicedirettore de “Il Post” (quotidiano online edito dal 2010 e diretto da Luca Sofri), chiamato a raccontare la storia incredibile di Flint, città capoluogo della contea di Genesee, nel Michigan, cinquant’anni fa considerata un modello di prosperità e sviluppo – la città del sogno americano – e oggi, secondo una recente statistica di “Forbes”, una delle città da incubo e meno vivibili degli States. Fra le più povere e pericolose d’America, dal 2014 Flint deve anche far fronte a una grave crisi idrica che, per due anni, ha   letteralmente avvelenato la popolazione con l’uso domestico di acqua gravemente contaminata dal piombo.
Alle origini del disastro che ha travolto la città, possono indicarsi cause diverse, fra le quali certamente il fenomeno della deindustrializzazione degli ultimi vent’anni del secolo scorso che ha causato una sensibile flessione demografica e un impressionante aumento della disoccupazione e della criminalità.

A raccontarlo è proprio un documentario a lei dedicato, “Flint is a place, nominato tra i World Press Photo Interactive of the Year.   E a darne diretta testimonianza sarà, il prossimo venerdì, Francesco Costa che a Flint c’è stato, e l’ha raccontata con la sua voce, senza immagini, in una puntata del suo podcast “Da Costa a Costa”.

Origini catanesi, 34 anni e una laurea in Scienze Politiche, Francesco Costa prima di lavorare a “Il Post”, ha scritto per “Il Sole24Ore”, l’“Internazionale”, “L’Unità”, “Il Foglio” e “Liberal”. Ha raccontato le elezioni presidenziali americane del 2016 con una newsletter e un podcast che torneranno per le elezioni presidenziali del 2020.

“Flint, una città da raccontare”

World Press Photo – Ex Borsa Valori, via San Francesco da Paola 22, Torino; tel. 3511459819 o www.worldpressphototorino.it

Venerdì 1 novembre, ore 18,30

g. m.

 

Nella foto
– “Flint is a place”

 

Trapianto di quattro organi su un paziente alle Molinette

Per la prima volta è stato effettuato un intervento  combinato

Per la prima volta in Italia ed in Europa è stato effettuato un trapianto combinato di ben quattro organi (polmoni, fegato e pancreas) su un paziente di 47 anni, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. L’intervento è stato eseguito su un uomo trasferito qualche giorno fa dal Policlinico di Bari nella rianimazione dell’ospedale Molinette (diretta dal professor Luca Brazzi). Il paziente di 47 anni, affetto da una fibrosi cistica grave patologia polmonare (già inserito in lista attiva per un trapianto di polmoni), si era aggravato ed era stato necessario il supporto con la ventilazione meccanica a Bari. Trasferito con un volo di Stato a Torino per eseguire un trapianto di polmone in emergenza, le condizioni cliniche sono ulteriormente peggiorate con l’evidenza di una grave disfunzione del fegato. Valutato collegialmente dal team multidisciplinare del trapianto polmone e fegato delle Molinette, si è deciso di procedere con un trapianto combinato polmoni-fegato-pancreas per trattare in maniera radicale la fibrosi cistica. Nella giornata di lunedì scorso l’uomo è stato iscritto nel Programma Nazionale di Trapianto in Emergenza e dopo poche ore si sono resi disponibili gli organi di un giovane donatore deceduto per trauma cranico in Piemonte. Nella notte tra lunedì e martedì è iniziata una vera e propria maratona chirurgica, coordinata dal Centro Regionale Trapianti diretto dal professor Antonio Amoroso. Due équipe prelievo sono partite da Torino per il prelievo degli organi che hanno permesso l’esecuzione dell’eccezionale trapianto. In sala operatoria si sono succedute in sequenza ed in perfetto sincronismo le équipe chirurgiche ed anestesiologiche del Centro Trapianto di Polmone (diretto dal professor Mauro Rinaldi) e successivamente del Centro Trapianto di Fegato (diretto dal professor Renato Romagnoli). L’intervento è iniziato con il trapianto dei due polmoni eseguito dal professor Massimo Boffini coadiuvato dal dottor Paolo Lausi. Successivamente il professor Romagnoli (reduce da altri due trapianti di fegato effettuati poche ore prima), coadiuvato dal dottor Damiano Patrono e dal dottor Francesco Tandoi, ha eseguito il trapianto di fegato e di pancreas. L’intervento di trapianto, durato oltre 15 ore, è tecnicamente riuscito ed adesso il paziente è ricoverato nella Terapia Intensiva Cardiochirurgica per il decorso postoperatorio. La funzione degli organi trapiantati è ripresa regolarmente e non appena possibile il paziente verrà dimesso dalla rianimazione. L’eccezionalità di quest’ultimo trapianto conferma l’importante vocazione trapiantologica della Città della Salute di Torino ed attesta il ruolo di leadership del Centro Trapianti di Organi Toracici e del Centro Trapianti di Fegato e Pancreas nel panorama nazionale ed internazionale.

 

Torino compie 30 anni di trapianto di fegato

 

Ieri 10 ottobre 2019 è stata una data importante: si tratta del trentesimo anno di attività per il Programma di Trapianto di fegato a Torino, una storia che ha trainato all’eccellenza torinese questa disciplina, una storia ricca di sperimentazioni e successi. Primo Centro in Italia e 5° nel mondo per quantità, qualità e sopravvivenza di interventi. Era il 10 ottobre 1990 quando, presso l’ospedale Molinette, Mauro Salizzoni eseguiva il primo trapianto di fegato durato poi 13 anni; il 10 gennaio 1993 si è concretizzato il primo trapianto pediatrico, esteso poi ai pazienti più piccoli. Dal 1993 ad oggi sono stati trapiantati infatti 183 pazienti pediatrici. Ad oggi il Centro Trapianti di Fegato della Città della Salute di Torino, ora diretto dal professor Renato Romagnoli, che ha proseguito l’opera del suo maestro, ha eseguito 3333 trapianti di fegato, compresi gli ultimi due proprio di oggi.

Dal 1990 il programma ha avuto un importante sviluppo, permettendo trapianti sempre più complessi: di tutti gli interventi, 137 sono trapianti di split epatico (il fegato diviso in due parti da trapiantare su due riceventi), 88 sono trapianti combinati di fegato con altri organi, 14 sono trapianti da donatore vivente, 7 sono i trapianti con la tecnica del domino (riutilizzo del fegato proveniente da un ricevente di trapianto epatico). Parallelamente si è assistito all’utilizzo sempre maggiore di organi provenienti da donatori con età elevata e/o con patologie diverse. Alcuni di questi trapianti sono stati eseguiti su pazienti in condizioni di emergenza nazionale, per i quali è necessario mettere in campo capacità cliniche ed organizzative che permettano di trovare un donatore compatibile in poche ore.

Per l’occasione sabato 12 ottobre 2019, dalle ore 8,30 alle ore 13,30, presso l’Aula Magna A.M. Dogliotti dell’ospedale Molinette di Torino (corso Bramante 88), si terrà il Convegno dal titolo “30 anni di trapianto di fegato a Torino – verso nuove frontiere”.

 

Da una panoramica su chi attende l’organo si vede come, al 30 settembre 2019, siano in lista di attesa per il trapianto di fegato presso il Centro di Torino 51 candidati, con un tempo mediano di attesa pari a 9 mesi. Chi è in lista di attesa è affetto da varie patologie: 74% cirrosi epatica (su base virale, alcolica o colestatica) complicata o meno da epatocarcinoma, 4% altre neoplasie epatiche, 4% atresia delle vie biliari, 18% altre epatopatie. Sono in riduzione le patologie legate all’infezione da HCV e HBV, essendo disponibile una terapia antivirale ed essendo obbligatoria la vaccinazione per epatite B. I riceventi sono equamente suddivisi tra maschi e femmine; la maggior quota di pazienti è nella fascia di età < 30 anni e in quella 51-65 anni. La lista di attesa si compone anche di numerosi riceventi over 60.

 

In questi 30 anni la sopravvivenza del fegato trapiantato si è assestata intorno al 72% a 5 anni, ma migliora ancora all’83% se si analizza la coorte più recente degli ultimi 8 anni di attività, perché sono migliorate le abilità chirurgiche, le procedure anestesiologiche ed intensivistiche, le terapie pre e post trapianto, la terapia antirigetto, le tecniche di studio immunologico dei riceventi. Ancora migliore è la sopravvivenza del fegato trapiantato nei pazienti pediatrici: 88% a 5 anni.

I nostri donatori provengono in larga misura dal territorio piemontese (più del 70%), ma molti sono di altre regioni italiane ed in alcuni casi di Centri esteri (Inghilterra, Spagna, Grecia, Malta, Francia, Svizzera). È evidente che, per permettere l’utilizzo di organi distanti dalla sede di trapianto, vengono coinvolti Enti di trasporto anche aerei e personale con capacità organizzative di rilievo.

 

Il Centro di Torino è allineato con i migliori centri internazionali per quantità, qualità e sopravvivenza del trapianto. Secondo i dati raccolti dal Collaborative Transplant Study (CTS) – Heidelberg, il Centro si colloca al primo posto in Italia e 5° mondiale. Lo precedono quelli di Cambridge, Dallas, Birmingham e del London King’s College.

Anche sul territorio italiano, Torino da diversi anni è al vertice per numero di trapianti di fegato effettuati: dagli anni 2000 si eseguono ogni anno circa 150 trapianti.

I successi ottenuti dal Centro Trapianti hanno alle spalle una rete di persone e professionisti: i donatori con le famiglie, i Centri Regionali di Prelievo e di Trapianto, i Coordinatori ospedalieri, i Servizi di supporto (trasporti, laboratori, servizi) ed ovviamente tutto il personale medico ed infermieristico.

 

Le imprese piemontesi sono al palo ma vogliono investire

  • Secondo l’indagine trimestrale di Confindustria, il cui esito è stato reso noto oggi le attese delle imprese manifatturiere sono improntate al pessimismo  anche se non è ancora fase di recessione. Sono infatti negativi gli  indicatori si produzione, ordini, occupazione ed export che peggiorano di 5-7 punti rispetto a marzo e comunque il tasso di utilizzo degli impianti è fermo al 75%, livello elevato. Non  peggiorano le previsioni sull’occupazione, stabile o in lieve aumento, ed è stazionaria la cassa integrazione. In ogni caso un’azienda su quattro programma investimenti.

Salone del Libro, Fassino verso il processo

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Tra i destinatari anche l’ex sindaco e gli ex presidenti della Fondazione

La procura della Repubblica  di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio di 26 persone alla fine dell’inchiesta sulla precedente gestione del Salone del Libro. Tra i destinatari anche l’ex sindaco di Torino,  Piero Fassino, gli ex presidenti della Fondazione del libro  Rolando Picchioni e Giovanna Milella, l’ex assessore regionale alla Cultura della giunta Chiamparino,  Antonella Parigi. Le ipotesi di reato variano dal peculato alla turbativa d’asta.  Verso l’archiviazione l’ex assessore regionale alla Cultura Michele Coppola.

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