Autotreno con tachigrafo alterato. Multa e ritiro della patente per il conducente che viaggiava risultando a riposo

Ieri pomeriggio, all’uscita della tangenziale nord, durante un controllo di polizia stradale, gli uomini del Reparto Radiomobile della Polizia Municipale hanno fermato un autotreno di nazionalità polacca che stava effettuando un trasporto internazionale di merce sulla tratta Polonia-Italia.

Durante il controllo gli agenti, specializzati nel controllo dei mezzi pesanti, dall’esame dei dati immagazzinati nel tachigrafo digitale (strumento installato obbligatoriamente su tutti i mezzi pesanti per la verifica dei tempi di guida, di riposo e di velocità dei conducenti professionali) hanno riscontrato numerose anomalie riconducibili a una probabile manomissione del sensore di movimento che consentirebbe al conducente di continuare l’attività di guida risultando a riposo, esponendo in tal modo la sicurezza stradale a un grave rischio.

Per fugare ogni dubbio, i vigili hanno deciso di accompagnare il mezzo pesante in un’officina autorizzata per verificare la presenza delle manomissioni ipotizzate. Il consulente tecnico della Polizia Municipale, dopo numerose operazioni di controllo, ha rinvenuto, all’interno della cabina, il dispositivo di alterazione – il cosiddetto “doppio bulbo” – che permette di simulare una diversa attività del veicolo.

Al conducente, un uomo di nazionalità polacca, oltre al ritiro della patente di guida, è stata comminata una sanzione di 1.732 euro ai sensi dell’articolo 179 commi 2 e 9 del Codice della Strada per aver circolato con tachigrafo alterato.

L’accortezza investigativa degli specialisti del Reparto Radiomobile emerge dal fatto che, come evidenziato dai dati registrati dalla scatola del cronotachigrafo, circa un mese fa l’autotreno era stato fermato dalla Gendarmeria Francese, che però non si era accorta della sofisticata manipolazione degli strumenti di bordo che, con tutta probabilità, venivano controllati con un telefono cellulare.

Gli agenti hanno posto sotto sequestro il dispositivo di alterazione e l’officina ha provveduto a ripristinare regolarmente l’impianto a spese del contravvenuto.

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