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Al via la prima sperimentazione regionale del MaaS – Mobility as a Service

Duecentocinquanta piemontesi saranno protagonisti per 4 mesi della prima sperimentazione in Italia promossa da un’amministrazione regionale del MaaS – Mobility as a Service, Mobility as a Service, l’innovativo sistema che permetterà di trasformare la mobilità in un servizio on demand includendo il trasporto pubblico e quello privato, dai bus ai treni, dai monopattini ai taxi, dal car al bike sharing, alla sosta parcheggi e molto altro.

Da giugno a settembre i partecipanti, che hanno aderito grazie alle call di aziende e atenei o attraverso candidature spontanee, potranno utilizzare a Torino diversi servizi di mobilità tramite l’applicazione BIPforMaaS – disponibile sia per iOS sia per Android – che permette con un’unica app di pianificare, prenotare, utilizzare e pagare direttamente i servizi già pienamente integrati nell’app (monopattini, taxi, servizi ferroviari regionali, sosta), mentre altri (car sharing, car rental e scooter sharing) saranno fruibili tramite l’acquisto di voucher con carta di credito, Satispay e altre forme di pagamento, successivamente spendibili sui servizi dei vari operatori.

Inoltre, viaggiando con la nuova app, i partecipanti potranno ottenere un cashback pari al 50% dell’importo dei propri spostamenti effettuati nel mese precedente, che verrà accreditato direttamente sul wallet dell’app, fino a un massimo di 15€ al mese, da spendere per i viaggi successivi.

La sperimentazione si rivolge a tutti i cittadini piemontesi che vivono, lavorano o studiano in Piemonte, purché maggiorenni, con l’obiettivo di avere tipologie differenti di utenti al fine di intercettare e coprire tutti i bisogni di mobilità con un’offerta integrata e plurale.

Lo scopo della sperimentazione è, da un lato, quello di offrire ai cittadini un’esperienza di mobilità totalmente innovativa, testandola sul campo e in un contesto reale, attraverso uno strumento unico di accesso al sistema di mobilità regionale. Dall’altro lato, si potranno raccogliere informazioni utili per comprendere come si spostano i piemontesi e individuare le leve che possono essere adottate dall’amministrazione regionale e dagli enti locali per incentivare il cambiamento nelle abitudini dei piemontesi verso una mobilità più sostenibile.

La sperimentazione è avviata da Regione Piemonte con il coordinamento della sua società in-house 5T Srl, nell’ambito del progetto strategico BIPforMaaS, e in collaborazione con la Città di Torino, la Città metropolitana di Torino e l’Agenzia per la Mobilità Piemontese, e anche grazie all’adesione di alcune importanti realtà torinesi quali: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Links, Fondazione Torino Wireless, OGR Tech, InfraTO, Torino City Lab, Toolbox Coworking, UltraSpazio e Ithaca.

Il carattere fortemente innovativo della sperimentazione è stato sottolineato dall’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, che ha anche ricordato come il Piemonte sia stata la prima Regione in Italia ad esplorare le opportunità derivanti dalla trasformazione digitale del suo sistema di mobilità grazie alle potenzialità del MaaS, un nuovo concetto di mobilità che prevede l’integrazione di molteplici servizi di trasporto pubblici e privati in un unico servizio, accessibile via smartphone. Il MaaS opera infatti come un livello di aggregazione digitale dei differenti servizi, in grado di trasformare le attuali modalità di fruizione e accesso ai servizi di trasporto da parte dei cittadini in un modello flessibile, digitale e “on demand”, e di offrire più alternative per soddisfare le richieste di mobilità degli utenti rispetto alle opzioni disponibili: dalla più veloce, alla più economica, alla più sostenibile, oppure anche alla soluzione magari più costosa ma preferibile in un certo momento.

Grazie al progetto strategico BIPforMaaS la Regione Piemonte e 5T hanno acquisito un importante bagaglio di conoscenze tecniche, di business, di contesto, di esperienze che hanno posto le condizioni per l’implementazione di una piattaforma regionale MaaS, le cui attività partiranno nei prossimi mesi.

Il Presidente di 5T Srl ha infatti evidenziato come sarà fondamentale il feedback dei cittadini partecipanti alla conclusione del pilot, per indirizzare le prossime progettualità sul MaaS. Aggiunge inoltre che 5T è orgogliosa di coordinare la sperimentazione perché è il risultato di un percorso condiviso tra gli Enti Soci di 5T: Regione Piemonte, Città di Torino e Città metropolitana di Torino, augurandosi pertanto che possa essere di riferimento anche a livello nazionale.

Il progetto ha anche attivamente coinvolto gli stakeholders locali con la firma di un protocollo di intesa tra la Regione Piemonte, la Città di Torino, la Città metropolitana di Torino e l’Agenzia della Mobilità Piemontese tramite il quale gli Enti firmatari hanno identificato una visione comune per cogliere le opportunità offerte dalla trasformazione MaaS con l’obiettivo di armonizzare le proprie politiche nel settore attraverso un confronto e dialogo continuo.

Per l’Assessora alla Transizione ecologica e digitale della Città di Torino, la mobilità integrata è centrale per la mobilità sostenibile. Queste sperimentazioni permettono di compiere degli importanti passi in avanti nel rendere più facile e rapido spostarsi, utilizzando il trasporto pubblico e i mezzi in sharing, a seconda delle necessità, senza doversi destreggiare tra troppe app e metodi differenti di pagamento. Per raggiungere gli obiettivi che la Città si è posta, nel solco della transizione ecologica, della candidatura alle 100 città climate neutral entro il 2030, e del miglioramento della qualità della vita della cittadinanza, quanto oggi sperimentato dovrà diventare sempre più realtà per tutte e tutti. L’Assessora si dichiara contenta che Città di Torino, Città metropolitana e Regione Piemonte vogliano affrontare insieme questa sfida.

Il Consigliere delegato ai Trasporti della Città metropolitana di Torino fa notare che questa sperimentazione si inserisce perfettamente nelle strategie del Piano della mobilità sostenibile (Pums) adottato lo scorso anno attraverso un percorso partecipato con il territorio. Non solo, ma una volta che BIPforMaaS sarà a disposizione di tutti, costituirà uno strumento prezioso anche per i Mobility manager aziendali e delle istituzioni che devono elaborare i Piani di spostamento casa-scuola-lavoro: in un territorio vasto come quello metropolitano, con 312 Comuni che spaziano dalla pianura all’alta montagna, facilitare la mobilità nella logica del Maas è indispensabile.

La Presidente di Agenzia della Mobilità Piemontese ha sottolineato come per la prima volta, finalmente, tutte le forme che concorrono al modo di spostarsi delle persone si uniscono in un solo e innovativo servizio. Un traguardo importante che giunge nelle mani di cittadini e cittadine, ha aggiunto la Presidente, che è anche frutto di una lunga condivisione e del coordinamento tra enti, aziende e stakeholders svolto da Agenzia con passione e cura.

Per maggiori informazioni sul progetto BIPforMaaS

‘Forze dell’Ordine e violenza di genere’, riflessioni a chiusura del percorso formativo per gli operatori di Torino

Sviluppare sensibilità e competenze sulla tematica della violenza sessuale e di genere, partendo dalle diverse esperienze professionali e di formazione dei partecipanti: con questo obiettivo è stato realizzato il percorso formativo per le operatrici e gli operatori delle Forze dell’Ordine di Torino (Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Municipale) che operano in front line ed entrano direttamente in contatto con le donne maltrattate. I risultati del progetto sono stati presentati e discussi questa mattina nell’incontro ‘Forze dell’ordine e violenza di genere’ ospitato nella sala Bobbio, via Corte d’Appello 16.

L’iniziativa è stata promossa dall’assessorato ai Diritti e alle Pari opportunità della Città di Torino raccogliendo le sollecitazioni del Coordinamento contro la violenza sulle donne (CCVD) – rete di soggetti pubblici e privati che lavora per promuovere una cultura del rispetto e della parità, per tutelare i diritti fondamentali delle donne e offrire loro sostegno e aiuto in ambito sanitario, psicologico, socio-assistenziale e legale – e realizzata dal Dipartimento di Culture Politica e Società e dal Centro Interdisciplinare di Ricerca e Studi delle Donne e di Genere (CIRSDe) dell’Università di Torino, sotto la direzione scientifica delle professoresse Norma De Piccoli e Paola Maria Torrioni.

Percorsi formativi sulla violenza di genere sono importantissimi, soprattutto per gli operatori che accompagnano le donne nella raccolta di segnalazioni e denunce, sottolinea l’assessore ai Diritti e alle Pari opportunità della Città di Torino. La partecipazione numerosa delle operatrici e degli operatori è una testimonianza tangibile della collaborazione e dell’impegno tra le istituzioni. Il raccordo tra Comune, Università e Forze dell’Ordine ha messo in rete saperi, esperienze e buone pratiche che fanno di Torino una città all’avanguardia sui questi temi.

Tra il mese di novembre 2021 e il mese di maggio 2022, 9 gruppi (3 per ciascun corpo delle Forze dell’Ordine) hanno seguito un percorso formativo sul tema della durata di 12 ore, condotto da esperte ed esperti, secondo una modalità partecipata. Alla formazione hanno preso parte complessivamente 207 operatrici e operatori e sono state erogate oltre 100 ore di formazione.

Partendo dallo studio di casi concreti, dalla narrazione e condivisione delle esperienze e dalle esercitazioni pratiche role playing il percorso formativo è stato mirato a destrutturare gli stereotipi sulle donne, sulla violenza di genere e sulle rappresentazioni negative e squalificanti. A riconoscere il maltrattamento e la violenza di genere, fornendo strumenti per accogliere ed ascoltare le donne; a saper valutare i rischi che la donna corre e a valutare le conseguenze della violenza sui minori. E ancora: ad aumentare la consapevolezza del proprio ruolo e della propria responsabilità e ad apprendere le modalità con cui entrare in rete con i servizi dedicati.

La valutazione generale degli incontri da parte dei partecipanti è stata molto positiva: la maggior parte si è dichiarato soddisfatto dei contenuti proposti e ha segnalato la necessità di rendere periodici gli incontri di aggiornamento. Su alcune tematiche è stato richiesto un maggiore approfondimento: le dinamiche psicologiche nel rapporto con la vittima, la violenza su minori, la violenza su donne straniere, gli aspetti giuridici e legislativi, la violenza nelle coppie same-sex.

Oltre all’attività di formazione sono stati inoltre raccolti 703 questionari (39% donne e 61% uomini) per rilevare la frequenza con cui i/le partecipanti svolgono attività di contrasto alla violenza, la presenza di stereotipi e pregiudizi di genere e le rappresentazioni della violenza. Il 24% di coloro che hanno risposto si è occupato frequentemente, almeno una volta al mese, di casi di violenza di genere (segnalazioni, interventi a domicilio, denunce o tentativi di denunce, telefonate) e il 28% ha seguito almeno un caso analogo nel corso degli ultimi dodici mesi. Nove interventi su dieci hanno riguardato donne vittime di partner o ex partner, mentre in un caso su tre si è trattato di uomini nella stessa situazione. Circa la metà del campione ha frequentato almeno una volta, in qualità di partecipante, a iniziative di informazione o formazione sulle procedure di intervento nei casi di violenza di genere contro le donne, con una quota ampia di personale che, invece, non ha avuto finora occasione di partecipare a eventi dedicati.

Per quanto riguarda stereotipi e pregiudizi di genere, le risposte sono in linea con quanto emerge da altre ricerche condotte su popolazioni differenti, a conferma del permanere degli stereotipi di genere nella nostra società e di come sia complesso coglierne le diverse sfumature. Su questo fronte le donne che hanno risposto hanno posizioni più marcate e nette nel prendere le distanze da modelli tradizionali e asimmetrici di concepire il rapporto tra uomini e donne.

A fronte di queste riflessioni, e anche in considerazione di quanto è stato riportato da coloro che hanno partecipato al percorso formativo, si valuterà la possibilità di ulteriori percorsi, sia per sensibilizzare coloro che non hanno preso parte alle edizioni che si sono concluse, sia per coloro che, pur avendo acquisito un’esperienza professionale di lungo corso, ritengono necessario poter disporre di momenti di confronto e condivisione.

‘In silenzio per gli altri’, il premio che dà voce al mondo del volontariato

Ogni anno la Città di Torino conferisce un riconoscimento alle persone che si sono distinte in vari ambiti del volontariato. La ventesima edizione del premio “In silenzio per gli altri” si sarebbe dovuta celebrare nel 2021, ma fu cancellata a causa della pandemia. Quest’anno la cerimonia, organizzata dal Consiglio dei Seniores presso la Sala Rossa di Palazzo Civico, si è tenuta regolarmente e ha premiato 9 volontari segnalati da associazioni di diversa ispirazione, alla presenza dell’Assessore al Welfare e della Presidente del Consiglio Comunale.

C’è Antonio Casarin, volontariato da 40 anni con 107 donazioni di sangue all’attivo, e c’è Carlo Ronco, che da anni cucina per malati, poveri e anziani nelle strutture del Cottolengo, senza tirarsi indietro quando bisogna fare animazione. Fiorinella Covello si era già distinta nel 1977 per la sua attività di volontariato all’ospedale di Rivoli e oggi, dopo più di 40 anni, le si riconosce il suo costante impegno nel supporto alle persone in difficoltà. Traspare una grande emozione sui visi di Emilia Pirra, volontaria dal 1986 prima all’Ospedale Infantile Regina Margherita e poi all’Associazione Volontari Ospedalieri, di Ivana Facelli, volontaria dal 1987 nell’Associazione Seniores d’Azienda del Gruppo Generali, e di Maria Adelaide Fornaca, socia fondatrice dell’Associazione Amici Parkinsoniani Piemonte.

“Il volontariato non appartiene ad alcuno specifico credo, politico o religioso, ad alcuna generazione o estrazione sociale”, dichiara l’Assessore al Welfare, “Il volontariato appartiene a tutte e a tutti coloro che sentono il dovere civico di offrire il loro servizio, gratuitamente, alla comunità.” Ha ricordato poi che “una larga parte di volontariato è fatta da persone anziane, che continuano a partecipare alla vita della collettività, mettendo in pratica l’importante concetto di invecchiamento attivo, che permette di sentirsi realizzati e motivati e di rimanere più a lungo in salute.”

Sono molte infatti le persone che si avvicinano al volontariato al raggiungimento della pensione. Mario Botto Mica, tra i premiati di oggi, ha lavorato 40 anni in aziende multinazionali e una volta arrivato alla pensione ha fondato un’associazione di manager ed ex-manager e continua a mettere a disposizione la sua esperienza assistendo gli enti del terzo settore. Vincenzo Burlò è andato in pensione nel 1992 e da allora organizza e presta mutuo soccorso agli operai ammalati o disoccupati. Roberto Rossetti, invece, entra nel mondo del volontariato in occasione delle Olimpiadi e Paraolimpiadi del 2006, durante le quali incontra i volontari della Consulta Persone in Difficoltà e da allora non ha mai smesso di prestare il suo instancabile aiuto per accompagnare le persone anziane o con disabilità motorie ai luoghi di cura.

“Il capitale umano è il bene più prezioso per una comunità”, dichiara la Presidente del Consiglio Comunale, “e questo valore è stato ancora più evidente nel difficile contesto degli ultimi due anni. Spesso sono state proprio le persone che il Covid-19 ha messo maggiormente a rischio a schierarsi in prima linea. Il loro contributo, costante e gratuito, è stato una delle migliori risposte alla pandemia.”

Parco Dora, lavori su copertura ex Strippaggio. Skatepark chiuso fino al 9 giugno

Dal 30 maggio al 9 giugno verranno eseguiti alcuni lavori di manutenzione urgenti sulle capriate metalliche della copertura dell’ex capannone strippaggio di Parco Dora.

Per questo motivo da oggi e fino al termine dei lavori lo skatepark sarà interdetto al pubblico, mentre la restante area del parco presente sotto la copertura (comprese le passerelle) potrà essere soggetta a restrizioni d’uso temporanee.

Acqua, a Torino il tour anti spreco H2ORoad

Una risorsa preziosa, irrinunciabile ed insostituibile per la vita, ma sempre più scarsa a causa dei cambiamenti climatici e dell’attività umana. L’acqua è stata la protagonista di un workshop ospitato nella sala Colonne di Palazzo civico nell’ambito del tour H2O Road, la campagna di sensibilizzazione al risparmio idrico promossa dal Ministero della Transizione Ecologica.

Al seminario, che aveva l’obiettivo di fare rete e confrontarsi sulle azioni di sensibilizzazione da intraprendere per favorire un uso più consapevole della risorsa idrica ed era riservato ai portatori di interesse istituzionali, ai gestori del servizio idrico locale e alle associazioni dei consumatori, hanno partecipato gli assessori alla Transizione ecologica e alla Cura del Verde della Città di Torino.

E’ stata l’occasione da parte dell’assessora alla Transizione Ecologica per illustrare alcune delle azioni intraprese dal Comune di Torino, anche attraverso la sua partecipata Smat come la costruzione del collettore mediano, iniziata a marzo. 140 milioni di euro per costruire una galleria di 14 chilometri che attraverserà la città e consentirà la raccolta delle acque usate e delle acque meteoriche per restituirle più pulite all’ambiente. Oppure l’approvazione nei mesi scorsi da parte della Giunta comunale del piano strategico e del piano di d’azione per la gestione sostenibile delle acque in ambito urbano. L’ obiettivo, ha sottolineato l’assessora, è quello di contrastare i rischi idrologici indotti dai cambiamenti climatici e poter così continuare a disporre in futuro di acqua pulita e per tutti. Ha poi ancora ricordato l’impegno per implementare la rete dei punti acqua a disposizione dei cittadini nei vari quartieri così da promuovere un utilizzo più responsabile dell’acqua e insieme ridurre il consumo di plastica.

Il tour di H2O che nelle prossime settimane proseguirà in altre città italiane oggi e domani, dalle 10 alle 19, stazionera in piazza San Giovanni, dove sarà presente un infopoint presso il quale i cittadini potranno recarsi per approfondire il tema del risparmio dell’acqua, ricevere materiale informativo e gadget.




All’ ospedale Mauriziano due nuove colonnine di ricarica per veicoli elettrici

Due nuove colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici sono state inaugurate questa mattina a Torino. Collocate nell’area di uscita dal Pronto soccorso dell’ospedale Mauriziano sono state donate dalla multinazionale famaceutica Novo Nordisk che ha provveduto alla loro installazione e ne garantirà la manutenzione.

L’azienda danese con il nuovo progetto Electric Path , che porterà le infrastrutture di ricarica in prossimità delle principali strutture ospedaliere italiane, intende stimolare una transizione più rapida verso modelli di mobilità sostenibili e contribuire così alla riduzione delle emissioni di CO2, con conseguente miglioramento del benessere delle persone

Nato dalla convinzione che gli ambienti urbani siano un’opportunità per vincere la lotta contro il cambiamento climatico ma anche contro malattie non trasmissibili come il diabete, Electric Path va a sommarsi alle numerose iniziative dell’azienda danese già in atto per migliorare la salute dei cittadini come Cities Changing Diabetes, il programma globale nato per rispondere al drammatico incremento del diabete nelle città. Secondo un’ampia ricerca condotta negli Stati Uniti agli agenti inquinanti sono riconducibili 3 milioni di nuovi casi della malattia ogni anno, ma l’inquinamento atmosferico è causa dello sviluppo di numerose malattie

Una sfida che vede fortemente impegnata l’Amministrazione comunale di Torino che con i fondi del PNRR vuole trasformare la Città e proiettarla verso un futuro sostenibile. L’obiettivo è il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2030. La Città si è infatti aggiudicata, nelle scorse settimane la call europea “100 Climate-neutral Cities by 2030 – by and for Citizens”, che ha ufficialmente fatto di Torino una delle 100 città europee impegnate a diminuire le emissioni entro il 2030, diventando al tempo stesso una “Mission City”, ovvero un hub di sperimentazione e innovazione in ambito climatico, esempio virtuoso per tutte le altre città europee che seguiranno.

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Novo Nordisk è una multinazionale farmaceutica danese attiva da più di 90 anni nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni innovative per sconfiggere il diabete e altre gravi malattie croniche.

Electric Path rientra nel progetto internazionale Circular for Zero, la strategia di Novo Nordisk per azzerare l’impatto ambientale entro il 2030, grazie alla riduzione dei consumi, al riciclo dei rifiuti, allo studio ed allo sviluppo di prodotti riutilizzabili, in un ciclo virtuoso ‘circolare’ della catena di fornitura.

Ulteriori approfondimenti sul progetto Circular for Zero al seguente link 

 

‘Ho rispetto per l’acqua’, il 26 e 27 maggio a Torino la seconda tappa della campagna MiTe

Arriva a Torino il tour H2ORoad, la campagna di sensibilizzazione al risparmio idrico promossa dal Ministero della Transizione Ecologica (https://www.horispettoperlacqua.it/h2oroad/ ): sia domani che venerdì, in Piazza San Giovanni, sarà presente dalle 10 alle 19 un infopoint presso il quale i cittadini potranno recarsi per approfondire il tema del risparmio dell’acqua, ricevere materiale informativo e gadget.

Dopo Torino H2ORoad proseguirà il suo viaggio lungo lo stivale toccando città come Venezia, Bologna, Firenze, Pescara,  Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo e Cagliari.

Ognuna delle tappe si pone come obiettivo il fornire informazioni, strumenti e proporre azioni concrete, per una partecipazione attiva alla costruzione di un modello di sviluppo sostenibile nazionale. Infatti oltre alla presenza dell’Infopoint H2ORoad è in programma un workshop tecnico riservato agli stakeholder istituzionali, ai gestori del servizio idrico locale e alle associazioni dei consumatori, con l’obiettivo di fare rete e confrontarsi sulle azioni di sensibilizzazione da intraprendere per favorire un uso più consapevole della risorsa idrica.

L’assessore al verde della Città eletto Presidente della Riserva di Biosfera Collina Po


L’assessore al Verde e alle sponde fluviali della Città di Torino è il nuovo presidente della Riserva di Biosfera Collina Po, sito riconosciuto dall’UNESCO Territorio MaB (Uomo e Biosfera) per la sua rilevanza naturalistica.

La Riserva coinvolge 86 comuni lungo l’asse fluviale del Po, appartenenti a quattro diverse province, con due elementi di estremo interesse dal punto di vista ambientale e paesaggistico, il fiume e la collina, che convivono in un tessuto antropizzato di rilevanza economica e turistica che motiva l’appartenenza del sito al Programma MaB UNESCO.

Un sito naturale che assume un ruolo di estrema importanza per la conservazione della biodiversità, grazie ad una vera e propria rete ecologica che assolve all’importante funzione di tutela e conservazione delle specie animali e vegetali, delle comunità e degli ecosistemi.

Nel commentare la sua nomina, l’Assessore ha sottolineato come si tratti di un importante ruolo che comporterà una grande impegno nell’attività di tutela, e allo stesso tempo di sviluppo, di un patrimonio naturalistico da declinarsi sotto vari aspetti, dalla cura e valorizzazione della rete dei sentieri alla cultura gastronomica. L’Assessore ha evidenziato inoltre come siano pochi i grandi centri urbani che – come Torino, prima “Urban Mab” in Italia – possono vantare il riconoscimento UNESCO, e come questo titolo offra alla città l’occasione di dialogare con il territorio circostante.

“Una Mole di opportunità” per rispondere ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie

Rispondere con più efficacia ai bisogni delle bambine, dei bambini e delle famiglie che vivono in condizioni di povertà educativa e materiale. E’ questo l’obiettivo principale del programma triennale ‘Opportunità educative per una città più equa’, la cui restituzione dei risultati si è svolta durante un evento martedì 25 maggio negli spazi di Open 011.

In particolare è stato ampliato e facilitato l’accesso ai servizi di cura ed educazione dei bambini, promuovendo condizioni favorevoli, potenziando i servizi esistenti e completando l’offerta attraverso nuove attività e nuovi strumenti, in coerenza con i bisogni reali dei bambini e delle loro famiglie, in un’ottica di comunità.

Il progetto era stato selezionato da ‘Con i bambini’ nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ed è finalizzato all’inclusione sociale, educativa e culturale dei bambini e delle loro famiglie. Finanziato per un totale di 1.2 milioni di euro, con un contributo di 800mila euro delle fondazioni, nella sua realizzazione ha coinvolto i servizi educativi e i servizi Sociali della Città di Torino in un percorso di coprogettazione con il terzo settore (cooperative Il Margine, Progetto Tenda, Stranaidea, Consorzio La Valdocco e Associazione Disincanto, Gruppo Abele, Mamre e Ulaop) oltre alla collaborazione con l’Università di Torino per la realizzazione del progetto Fenix, programma di potenziamento cognitivo e motivazionale dei bambini in affido, e l’ASL attraverso il Centro famiglie dei Servizi sociali.

La Città di Torino ha coordinato lo svolgimento delle attività attraverso un’azione di governance locale ispirata al principio di sussidiarietà orizzontale: promuovendo, cioè, gli interventi condivisi con gli attori del territorio senza sovrapporsi ad essi, ma supportandoli durante lo svolgimento del progetto. Un esempio di welfare generativo, sia per la ricchezza dei contenuti frutto della somma delle esperienze dei partner, sia per la capacità di reperire, condividere e ottimizzare le risorse disponibili.
‘Opportunità educative per una città più equa’ non si è mai fermato, neanche durante la pandemia: dopo una prima fase di difficoltà gli interventi sono stati realizzati da remoto garantendo opportunità educative e di sostegno ai bambini e alle famiglie, con situazioni di fragilità rese ancora più evidenti dal periodo particolare che si è vissuto.

I nuclei familiari italiani e stranieri che hanno partecipato ai percorsi educativi e formativi proposti (circa 1700 famiglie, 3300 bambini di cui 467 stranieri) sono stati individuati dagli assistenti sociali e dagli educatori o hanno scelto i centri spontaneamente. Sono stati coinvolti in 30 attività con lo scopo di intercettare e di prevenire situazioni di fragilità sociale, contenere il disagio e sviluppare opportunità di arricchimento sociale e culturale. Sono stati 315 gli educatori e gli insegnanti che vi hanno preso parte. A livello territoriale è stata riservata particolare attenzione alla periferia nord della città, dove sono maggiormente presenti situazioni di deprivazione sociale e di fragilità educativa.

Sono state sperimentate sia azioni “di sistema”, sia interventi mirati e personalizzati (332 i minori con bisogni educativi speciali e disturbi specifici dell’apprendimento) con l’obiettivo di incidere efficacemente sull’accesso ai servizi socioeducativi e di migliorare i processi di inclusione attiva dei nuclei con minori che si trovano in condizioni di vulnerabilità.

Il percorso di coprogettazione ha portato all’attivazione di reti sul territorio – ne sono state create 122 anche dai genitori -, generando un patrimonio di buone pratiche indispensabile per costruire il futuro dei Servizi Educativi 0-6.

Il progetto sta dimostrando inoltre esiti duraturi in quanto è stato il punto di partenza per la costituzione dell’attuale commissione cittadina che sta elaborando il progetto 0-3 anni e che ha visto il progressivo allargamento della partnership sulle basi del modello realizzato. Inoltre la riscoperta delle attività formali e informali potrebbe diventare un modello di particolare rilevanza per i poli 0/6 in fase di realizzazione.

Altro esito promettente è il nuovo interesse interno all’amministrazione comunale che potrebbe sfociare nella proposta di modificare i criteri di collaborazione istituzionale tra pubblico e privato, istituendo un sistema di accreditamento non solo delle strutture, ma anche delle attività.

Dalle testimonianze dei partecipanti al progetto, raccolte nel video realizzato dalla cooperativa il Margine e presentato durante il seminario, si evince come, per incidere sulla povertà educativa, occorra progettare gli interventi rivolti ai bambini e alle bambine nella fascia d’età 0-6 e alle loro famiglie, seguendo quattro punti cardinali: dare valore al tempo di progettazione programmando la continuità degli interventi; investire in empowerment e partecipazione; presidiare la realizzazione, i risultati e lo sviluppo dei singoli interventi; prendersi cura “di chi si prende cura” (insegnanti, formatori, operatori e genitori). I quattro cardini, che hanno consentito di ri-leggere e ri-significare le esperienze, sono contenuti anche nel documento ‘Orientamenti per azioni sulla prima infanzia’ frutto del percorso di accompagnamento promosso da Fondazione Compagnia di San Paolo in collaborazione con l’impresa sociale Con i Bambini.

Secondo l’assessora all’Istruzione del Comune di Torino il progetto è stato un importante banco di prova per il sistema integrato dei servizi educativi. Sperimentazioni di questo tipo sono davvero significative sottolinea l’Assessora, soprattutto nell’ottica di garantire una continuità nelle progettualità e assicurare alle famiglie con disagio economico e/o sociale un servizio attento e coerente ai bisogni reali.

‘Opportunità educative per una città più equa’ ha ricordato l’assessore al Welfare della Città ha messo in atto attività in grado di disegnare un percorso di costruzione di welfare generativo e comunitario che, partendo dalle competenze genitoriali ed educative, ha intercettato in termini preventivi le situazioni di fragilità sociale. Un approccio che si vuole rafforzare nell’ottica di promuovere progettualità innovative per rispondere ai bisogni emergenti delle famiglie.

Il materiale su ‘Una mole di opportunità’ è consultabile alla pagina web:

Una mole di opportunità – home page

onato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org

I Presidenti di Circoscrizione si incontrano nelle sale di Palazzo Madama

La riunione dei Presidenti di Circoscrizione della Città di Torino si svolge per la prima volta a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica.

L’iniziativa, promossa dall’assessore con delega al Decentramento della Città di Torino in collaborazione con il direttore di Palazzo Madama Giovanni Carlo Federico Villa, nasce non solo per far conoscere ai Presidenti di Circoscrizione il loro patrimonio comune, ma è fondamentale per ricucire i fili invisibili che legano i quartieri di Torino e per individuare tutte le possibili linee di lavoro tra i Musei Civici di Torino e il territorio, cui restituire una memoria del passato che sia chiave di interpretazione del presente e innesco di progettualità future.

L’assessore al Decentramento della Città di Torino ha sottolineato come questo sia solo il primo di una serie di incontri che saranno sviluppati in futuro, con la volontà di creare un dialogo attivo e progettuale con le Circoscrizioni valorizzando le reciproche risorse e rimettendo il tema del decentramento al centro dell’agenda.

La riunione dei Presidenti sarà seguita da una presentazione – condotta dal direttore del museo – del palazzo, un luogo unico al mondo, che racchiude duemila anni di storia, e delle sue ricche collezioni di pittura, scultura e arti decorative, dal periodo bizantino all’Ottocento.

Per Palazzo Madama sarà l’occasione per apprendere, attraverso i loro rappresentanti, le specificità, i bisogni culturali ed economici e le necessità educative dei diversi quartieri, così da pianificare insieme ai Presidenti di Circoscrizione progetti condivisi, che consentano alle cittadine e ai cittadini di riappropriarsi del loro museo coinvolgendo accanto a essi le scuole, le biblioteche, le Case del Quartiere e le diverse realtà presenti sul territorio.