IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Non ho voluto commentare a caldo il voto in Senato sul Governo Conte bis che con i suoi 156 voti (tre senatori a vita alcuni ascari e trasformisti vari) non ha la maggioranza assoluta per governare
Non ho voluto farlo perché l’infame e improvviso voltafaccia del socialista Nencini, ad esempio, necessiterebbe di parole che non appartengono al mio linguaggio. Dovrebbe vergognarsi di dirsi socialista: un voltagabbana che Conte ha promosso a “raffinato intellettuale” in Senato. Così come necessiterebbero di parole durissime i voti dei due fuggitivi dà FI (una è amica dell’ ex fidanzata di Berlusconi e riporta necessariamente il discorso sul partito personale fatto da amici e amiche che tanto danno ha provocato, in primis, a se’ stesso); altrettanto si dovrebbe dire per uno dei più nefasti politici recenti, quel Mario Monti che vota disinvoltamente per un governo il cui presidente ha abolito la legge Fornero ed ha delle resposansabilita’ gravissime nell’aver contribuito a distruggere la nostra economia, introducendo leggi come il reddito di cittadinanza. Non commento la trasferta milanese della novantenne senatrice a vita, per rispetto alla sua veneranda età. Sul voto di fiducia dei senatori a vita ho già scritto in un altro recente articolo. La figura più ambigua appare comunque Matteo Renzi che critica con asprezza e coraggio il governo, mettendone in luce tutte le negatività e poi vota per l’astensione, impedendo che si inabissi. Se il governo non si è rivelato all’altezza ne’ nell’affrontare la pandemia, ne’ la crisi economica e in tante occasioni è apparso sgradito a Renzi ( e non solo a lui ), doveva essere mandato a casa o almeno costretto a cambiare i peggiori ministri. Il cambio dei ministri più incapaci resta un dovere civico che forse toccherebbe anche le competenze del Capo dello Stato che ebbe da ridire sulla nomina di un ministro del Conte 1. Anche l’ opposizione, ancora una volta, non si è rivelata all’altezza perché non è andata oltre alla violenza polemica. L’ opposizione manca di una guida capace di creare le condizioni di un cambiamento reale . Non è posssibile pensare di guidare alla veneranda età di 84 anni un partito senza avere collaboratori validi; così, anche in questa occasione, è apparsa la insufficienza politica dei due altri oppositori rampanti, amici di Trump : L’“intelligenza“politica di Bossi con le sue rozzezze intollerabili si rivela incompatibile con il battutismo di Salvini. Anche la leader dei Fratelli d’ Italia si è rivelata inadeguata ad un ruolo che non è il suo . I gregari restano sempre gregari. Solo l’odiato Fini riuscì a traghettare un partito impresentabile al governo con l’aiuto di Tatarella, dell’acqua Fiuggi e di Berlusconi. Questi oppositori non ispirano fiducia, mancano di strategia, sono ripetitivi strafottenti e impacciati, malgrado il governo annaspi .Servono a sollevare polveroni, ma sono privi di intelligenza politica. Al loro confronto Guido Crosetto appare un gigante non solo fisicamente. Raccogliere per due anni un’ Italia distrutta non sarebbe certo un buon affare per l’opposizione odierna. Il paradosso è che sia stato proprio Matteo Renzi, l’unico davvero politicamente intelligente e capace, diabolico inventore di questo pessimo governo giallo -rosso, a portarlo davanti alle Camere, senza poi avere il coraggio di andare fino in fondo per mandare a casa Conte. Renzi avrebbe una sicura capacità, ma è troppo “democristiano” nel senso peggiore, incapace cioè di atti di coraggio, malgrado una presunzione smisurata e spesso indisponente .Quando si tratta di decidere diventa Forlani o Rumor. E non dimentichiamo mai il suo idillio con Verdini. Il dato che emerge è che siamo un’ Italietta con politici di infimo livello. Persino Prodi appare un personaggio importante rispetto a Conte . Questo ,insieme alla pandemia, è il nostro dramma irrisolvibile che ci porterà a fondo. Nessuno può, in buona fede, tessere elogi e dare sostegno a questo “mostro” formato da grillini e democratici. Voglio ricordare che il Pd sarebbe l’erede di due grandi partiti come il pci e la Dc, mentre oggi i resti di quei due partiti storici sono innaturalmente alleati con i grillini. Zingaretti ha riportato al potere un partito battuto alle elezioni, accettando però di essere subordinato ai grillini. E’ un personaggio di transizione che ha preso gusto al potere, trascurando senza resposansabilita’, in tempi terribili, i suoi doveri prioritari di presidente della Regione Lazio . E’un ex dirigente della federazione giovanile comunista che si sarebbe dovuto fermare al ruolo di consigliere comunale di Roma o di presidente della Provincia. Con gente così ,lo ripeto, finiremo a fondo.
Si sono presi alla Camera anche il voto di una ex fascista come la Polverini, costretta a dimettersi da presidente della Regione Lazio per gli scandali clamorosi che oggi nessuno più ricorda.
Bettini,il nuovo vecchio comunista gran pensatore del Pd per conto di Zingarettti ha avuto persino la sfrontatezza di ipotizzare una quarta gamba a sostegno del governo formata da liberali . Sono davvero curioso di che idea possa avere Bettini dei liberali e soprattutto quali sarebbero i liberali disposti a sostenere Conte e il suo governicchio. Non c’ è più da stupirsi di nulla, ma associare i liberali a Conte e ai suoi compagni è una follia .Se ci sono dei liberali in giro, non dovrebbero dimenticare che cent’anni fa al posto di Conte c’era Giovanni Giolitti. Un confronto che fa rabbrividire .
In tempi di pandemia le riunioni di fatto sono vietate , è prescritto il distanziamento sociale .Questo ha conseguenze nefaste anche nella vita dei partiti in cui non si discute più. Quando la discussione cessa, c’è il pericolo che ne risenta anche la libertà. E una certa puzza di conformismo se non di pre -regime si sta già respirando.
Io nutro ancora fiducia nel Presidente della Repubblica come suprema garanzia dello Stato democratico. Spero esca dal suo riserbo e faccia sentire la sua voce ed eserciti i suoi poteri. La crisi di rappresentatività democratica che c’è oggi in Italia, potrebbe portare a conclusioni devastanti e incontrollabili proprio sotto il profilo della sicurezza democratica. Chi non sa o non vuole ricordare, si studi cosa accadde in Italia nel 1922.
Il fascino del Senato del Regno deve aver lasciato un buon ricordo se è vero che ne esiste ancora oggi una imitazione da operetta che si richiama ai fastigi sabaudi senza averne titolo alcuno e senza che nessuno commini sanzioni penali per abusi fin troppo evidenti.
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
La Grandes racconta il clima di paura e silenzi di una nazione oppressa, lo fa attraverso la malattia mentale, la vita negli ospedali psichiatrici e mette in campo 3 voci narranti.
Per chi si appassiona alle saghe familiari ed ha amato “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa, il libro da leggere è questo: seconda opera narrativa della talentuosa 34enne ragusana Costanza DiQuattro, direttrice artistica del teatro di famiglia Donnafugata, che già ci aveva dilettati con “La mia casa di Montalbano” nel 2019.
Jung Chang che abbiamo conosciuto attraverso l’autobiografico “Cigni selvatici” (nel 1991), ha ripetuto la magia con questa storia di donne, intrighi, amori e passioni nella Cina del 900.
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