Cosa succede a Torino: informazioni per chi arriva in città
What’s on in Turin: events and attractions for tourists, occasional visitors and expats
What do you do if summer arrives with a bang all of a sudden? Easy: you try to save as much energy as you can before sunset and then enjoy a drink in the many areas outside restaurants and cafeterias that pinpoint our beautiful city. Or you decide to wear sunglasses, sunscreen (always protect yourself), hat and visit a museum, a fair or attend a festival. Yes, fairs and festivals are back starting from those interrupted last autumn due to the pandemic lockdown.
Art
From 18 to 25 June, ARTiglieria hosts Paratissima Art Station, which will include art projects dedicated to emerging art and photography. Check the website for tickets as we still have Covid restrictions.
From 18 to 20 June, in the 3rd Pavillion of Torino Esposizioni, you will find The Phair a Photography Fair. Located inside the Valentino Park, you can also decide to take a walk along the Po river, snap a picture on the Isabella Bridge or visit the nearby Medieval village.
The Raffaella De Chirico Art Gallery will take part in The Phair with the works of artists Nico Mingozzi and Eugenia Martinez, and will also join Boosta, musician based in Turin, by representing him as a visual artist with an exhibition open from 24 June to 30 July, from 3pm to 7pm. Where? In a new art space here, in the most spiritual district of the city. Which leads us to the next section.
Food for the soul
If you are familiar with the Italian language, from 17 to 20 June, Turin hosts a festival dedicated to spirituality: Torino Spiritualità. The program includes conferences with international authors, experts of psychology, religion, yoga and anything related to mental wellbeing.
Museo Diocesano hosts an exhibitions where the history of the city is explained through documents coming from San Rocco Church.
And all that jazz!
On the contrary, for the Torino Jazz Festival you do not need to know our language. All you need is a reservation as many concerts sold out quite fast.
June is also the Pride month…
…and Turin hosts the Lovers Film Festival from 17 to 20 June. On the opening day at Museo del Cinema, you have the possibility to meet Fellini’s muse Sandra Milo.
Markets
Vinokilo is a touring event for vintage lovers. From 17 to 20 June you will find second-hand clothing at Bunker. The event is free but remember to book on their website due to Covid restrictions.
If you love plants and flowers Flor will transform the city centre in a garden from 18 to 20 June.
June 24 is the Patronal Feast dedicated to San Giovanni. Turin stops for a day but the day before a huge bonfire will be lit in Piazza Castello. On top of the pyre there will be the shape of a bull. Tradition has it that if the bull falls in the direction of Porta Nuova Station, the months which follow will be lucky and prosperous. But if the bull falls in the opposite direction, towards the Royal Palace, then unhappy days will follow.
And for a moment of pure pleasure…
A hot day can be compensated only with a fresh ice-cream. One of my favorite is that of Marchetti. But you cannot leave the city without trying the Gianduja flavor of Fiorio, or Pepino’s Pinguino.
Lori Barozzino
Lori is an interpreter and translator who lives in Turin. You can also find her on www.theitalianblog.net.
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In televisione mi ha costantemente divertito ed io sono di gusti molto difficili: farmi ridere è impresa ardua, a meno dell’ilarità involontaria che suscitano certe persone che non intendono affatto provocare il riso ed invece ci riescono come se fossero dei collaudati comici professionisti. Faletti mi piaceva da morire e non perdevo una puntata. Faletti con i suoi personaggi mi è rimasto nel cuore, ben oltre il divertimento che mi ha regalato. Sullo scrittore Faletti non sono così convinto, anche se nel 2013 come presidente del premio letterario “Albingaunum“ gli conferii quell’ambito riconoscimento che tocco’ anche a Gramellini. In quell’occasione nacque un rapporto molto cordiale e nel suo intervento fu molto gentile con me, con una definizione affettuosa ed ironica che mi lusingo’ molto e che non oso ripetere perché troppo generosa. E’ immaginabile il forte dolore e l’impressione emotiva che suscitò in me la notizia della sua morte neppure un anno dopo. Promossi già nel luglio 2014 un ricordo nella piazza San
Michele, la più importante di Albenga, che si riempì di gente partecipe e commossa. Io stesso ero così toccato dalla sua morte immatura e crudele che non riuscii a pronunciare il discorso che avrei voluto dedicargli. Mi limitai a poche parole del tutto inadeguate. Asti ,la sua città, per cui Faletti ha fatto molto, gli ha dedicato la Biblioteca diretta allora da sua moglie. Ma fuori Asti si è fatto poco per ricordarlo. Il Lions di un paese astigiano gli ha dedicato un ricordo legato alla canzone “Minchia, signor tenente”, come si può leggere su internet, ma si trattò di un’iniziativa locale.
I goliardici Gem Boy cantavano –E tutti si faceva il coretto- “Ma in Holly e Benji tutto è normale anche il Giappone vince il mondiale”, ridendo sia per la non eccessiva bravura della nazionale nipponica, sia perché “cosa c’entra il calcio con il Paese del Sol Levante?” Ed ecco l’errore: nell’ XI sec. a.C, proprio in Giappone si praticava il “Kemari”, simile al “cuju” cinese, un gioco militare che fungeva da addestramento e il cui scopo era quello di mandare un pallone ripieno di capelli e piume in una zona definita da due canne di bambù, utilizzando solamente i piedi. Un manoscritto del 50 a.C. attesta le dispute tra Cina e Giappone giocate attraverso lo “Ts’u-Chu”, (altro nome per “Cuju”).
È arrivato il momento di gongolare: il Rinascimento italiano “docet” anche in questa situazione. Nella Firenze medicea si praticava il “calcio fiorentino”, attività ludica decisamente prediletta dalla comunità toscana. Si tenevano, infatti, incontri ufficiali tra i partiti dei Verdi e dei Bianchi, nel campo prestabilito della Piazza di Santa Croce, al termine dello “scontro” i vincitori si appropriavano delle insegne avversarie. Ogni squadra era formata da 27 giocatori: coloro che stavano sulla linea degli “innanzi” avevano il compito di attaccare, vi erano poi gli “sconciatori”, i “datori innanzi” e, infine i “datori indietro”. Questa la definizione della Crusca risalente al XVIII secolo: “È calcio anche nome di gioco, proprio e antico della città di Firenze, a guisa di battaglia ordinata con una palla a vento, somigliante alla sferomachia, passata dai Greci ai Latini e dai Latini a noi.” Ogni anno la città di Firenze ricorda quelle partite antiche attraverso una fedele ricostruzione storica in costume. Ho finito la mia premessa e ora , come si suol dire, “per me sono dolori”, perché già so che i lettori granata chiuderanno la pagina immantinente. L’excursus storico mi è servito come larga scusa per invitarvi allo Juventus Museum di Torino.
I risultati delle primarie torinesi di ieri sono deludenti con una partecipazione di presenza e on line di poco più di 11 mila persone, sedicenni compresi, che da’ il senso della crisi profonda di quel partito, dei suoi leader locali, delle loro clientele. E’ evidente una disaffezione profonda degli elettori e lo stesso sistema delle primarie si è rivelato logorato. Occorrerà’ il risultato elettorale della elezione del Sindaco per capire quali ripercussioni avrà il flop di domenica dove il candidato più qualificato Lo Russo
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
La madre, alla quale era molto legata, è morta da poco; con il padre non ha più contatti dalla quarta superiore; il suo unico fratello vive a 5000 chilometri di distanza ed è di fatto la sua unica famiglia.
Gli ultimi anni li ha trascorsi tra New York e Capri (di cui ha ricevuto la cittadinanza onoraria nel 2000) ed è morta nel 2016 a 85 anni.
Sempre di Shirley Hazzard è “Il grande fuoco” (Einaudi), storia del 32enne soldato inglese Aldred Leith, decorato per atti eroici, che si trasferisce in Cina per scrivere un libro. Poi nel 1947 si stabilisce in Giappone per effettuare rilievi e studi che documentino i tragici effetti psicologici della bomba atomica che ha polverizzato Nagasaki e Hiroshima.
A mandare avanti la baracca è la madre Antonia: capelli rossi e pelo sullo stomaco, testarda, non scende mai a compromessi, combatte per una soluzione abitativa un po’ più dignitosa e mantiene tutti col suo lavoro di colf. E’ una che non si arrende, lavora nelle case dei ricchi che le affidano la gestione di tutto e hanno in lei totale fiducia.
Questo è un piacevolissimo romanzo poliziesco vecchio stampo ed è il primo capitolo di una serie di 6 gialli ambientati nell’entroterra della Costa Azzurra, tra distese di lavanda e ritmi di vita tranquilli. E’ scritto da un autore tedesco che pubblica sotto pseudonimo di Pierre Martin, ed ha due protagonisti, il commissario Isabelle Bonnet e il suo assistente Jacobert Apollinaire Eustache.