MANGIARE CHIARO / Ormai si parla sempre più di “sano stile di vita”, associato ad una sana alimentazione e a del movimento costante. Ed è in effetti fondamentale per mantenersi quanto più possibile in salute e ridurre il rischio di insorgenza di patologie cronico-degenerative.
Ma è altrettanto importante evitare di sfociare nell’ossessione dell’healthy a tutti i costi, con il rischio di privarsi di tasselli fondamentali di quello stesso sano stile di vita che tanto si va ricercando. Tasselli come la convivialità, ad esempio.
E diciamocelo, soprattutto in estate, quanto fa star bene un aperitivo in relax con gli amici?
Forse dovrei dirvi che l’assunzione di alcol dovrebbe essere pari a zero, dato che è classificato come sicuramente cancerogeno (classe 1) dall’IARC, ma siamo onesti: ogni tanto uno spritz in compagnia è indiscussa fonte di gioia. Quindi no, non sono qui per consigliarvi di ordinare un estratto di verdura al prossimo aperitivo che avete in programma.
Ci tengo tuttavia a darvi qualche dritta, perché di fronte ad una bottiglia di rosso e ad un tagliere è davvero facile fare il pieno di calorie.
Drink → 1 birra da 33 cl, 1 bicchiere di prosecco, 1 spritz, 1 calice di vino: una volta ogni tanto ce li si può concedere senza problemi. Se dovessero capitare più aperitivi nella stessa settimana, le altre volte sarebbe preferibile ordinare un analcolico.
Un esempio salutare? Personalmente trovo squisito il succo di pomodoro condito con tabasco, limone e un pizzico di sale!
Food → potendo scegliere, perché non optare per crudités di verdure accompagnate da hummus o da un formaggio spalmabile? Un’idea può essere anche di stuzzicare della frutta secca tostata non salata: mandorle, pistacchi, anacardi, noccioline. Con moderazione però, si tratta sì di alimenti sani, ma pur sempre ad alta densità calorica! Oppure, perché no, delle olive potrebbero essere una valida alternativa. E se ci sono solo arachidi salate e patatine fritte? Basta assaggiarne una piccola manciata, ma senza esagerare per non fare il pieno di sale.
E ancora… che fare davanti ad un buffet con i fiocchi? Non ci si può certamente limitare a guardare! L’aperitivo si trasforma in una cena, cercando di scegliere comunque con criterio e moderazione, et voilà, il gioco è fatto!
L’importante è ricordare sempre che non è l’eccezione a fare la regola, bensì la somma di tutte le nostre scelte quotidiane.
Vittoria Roscigno
Vittoria Roscigno, classe 1995, laureata con lode in Dietistica presso l’Università degli studi di Torino e con il massimo dei voti nella Magistrale in Scienze dell’Alimentazione presso l’Università degli studi di Firenze. Ha conseguito i titoli di “Esperta in nutrizione sportiva” e “Nutrition expert” mediante due corsi annuali e sta attualmente frequentando un Master di II livello in Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Università degli studi di Pavia. Lavora in qualità di dietista presso le strutture Humanitas Gradenigo e Humanitas Cellini, oltre a svolgere attività di libera professione a Torino.
“Che la scienza e la buona forchetta siano sempre con te”.
Sito: vittoriaroscigno.it
Instagram: @dietistavittoriaroscigno
Facebook: Dott.ssa Vittoria Roscigno – Dietista
La coscienza non c’entra nulla e il Pd, che si è convertito di recente al sì al taglio, non può contemporaneamente dirsi per il sì e lasciar liberi i suoi elettori.

Articolo 10:
Nel trambusto un sacerdote alzò il calice verso l’ostia, e questa si inserì al suo interno, il calice venne portato in processione nella cattedrale di S. Giovanni. Ben undici persone confermarono l’accaduto, firmando un documento ufficiale andato ovviamente perduto. Sul luogo in cui accadde il miracolo venne dapprima eretta una colonna, poi un’intera chiesa, denominata Corpus Domini. Anche l’unica prova tangibile dell’avvenimento è andata distrutta, l’ostia, venerata per anni, fu consumata per ordine della Santa Sede, “per non obbligare Dio a fare un continuo miracolo, conservandola intatta”. Pare che l’avvenimento divino abbia ispirato molti uomini a dedicarsi a Dio e all’aiuto del prossimo; se sia stato per questo motivo o meno, è indubbio che nel XIX secolo il Piemonte abbia dato i natali a religiosi illustri e magnanimi, come Don Bosco, Cottolengo o Cafasso. Proprio a Torino si tenne, nel 1953, il Congresso Eucaristico Nazionale, in cui intervenne colui che in futuro sarebbe stato Papa Giovanni XXIII. Certo queste storie appartengono ad un tempo in cui nessuno avrebbe messo in discussione la veridicità di tali avvenimenti, quando fede e magia impregnavano la quotidianità e davano rapide ed esaustive risposte per quasi ogni cosa, e c’era una frase, un ritornello, un’esclamazione adatta a chiedere aiuti divini o per scongiurare il malocchio.
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria /
ha lasciato 20 romanzi e 85 racconti, più alcuni testi per il grande schermo. La sua vita fu attraversata anche da difficoltà economiche dovute soprattutto allo stile di vita dispendioso suo e della moglie. Nel 1932 cercò di risolvere la situazione finanziaria lavorando per circa un decennio come sceneggiatore a Hollywood. La sua vita oscillò tra alti e bassi, alcol che gli distrusse il fisico e relazioni con donne più giovani che bruciarono il suo matrimonio.
Il racconto che dà il titolo alla raccolta fa riferimento a una mossa di scacchi e l’autore lo scrisse nel 49, quasi in concomitanza con il conferimento del Nobel per letteratura. Un’ incursione nel genere poliziesco attraverso sei storie ambientate nell’immaginaria contea di Yoknapatawpha, con protagonista dilettante (sulla falsa riga di Sherlok Holmes) l’avvocato di mezza età Gavin Stevens, procuratore di contea, alle prese con disperata gente comune, miserie, misfatti e misteri. Nella provincia tormentata e bigotta, Stevens attraversa sconfinate lande dove si trova alle prese con crimini locali. Li affronta caparbio e cerca di risolverli attraverso il percorso deduttivo, armato dell’ inseparabile pipa (proprio come Faulkner stesso). Sei vicende in cui scendono in campo famiglie tragiche e disfunzionali, solitudini e rancori, illusionisti e misteriose scomparse e ricomparse, confessioni e sotterfugi.
“L’urlo e il furore” -Einaudi- euro 11,50
centrale elettrica e di notte creava. Ambientato nell’immaginaria contea di Yoknapatawpha è un coro polifonico intorno alla vita, alla morte e al funerale di Addie Bundren, madre di 5 figli e moglie di Anse. E’ il marito che, per rispettarne le volontà, fa costruire la migliore cassa possibile e intraprende un viaggio, tra il folle e il grottesco, su un carretto sgangherato per andare a seppellirla a Jefferson, lontano da casa. Il romanzo scivola nei racconti di 15 voci narranti che hanno fatto parte della vita di Addie, povera donna poco amata. Così com’è vissuta -in solitudine e con il suo orgoglio- rischia di morire senza il conforto dei suoi cari. Persino il figlio prediletto diserta il suo capezzale: l’unica ad assisterla è la compaesana Cora che non vuole farle “…affrontare il Grande Ignoto senza un viso familiare lì a farle coraggio”. Un libro che traccia tanti profili psicologici sullo sfondo dell’ambiente rurale con i suoi usi e le sue chiusure.
“Luce d’agosto” -Adelphi- euro 13,00
sulla sua identità razziale. Apre scorci di vita sulle piantagioni di cotone e sulla brutalità con cui venivano fustigati i lavoratori neri. E’ la storia del contadino Thomas Stupen che diventa proprietario della piantagione in cui lavora, e di Bon, il probabile figlio. Anche in queste pagine Faulkner sciorina una narrazione multipla per mettere a fuoco una realtà che conosceva molto bene: il modo miope in cui i bianchi degli Stati del Sud consideravano il passato storico e la loro incapacità di fare i conti con la spietata piaga della schiavitù. Una curiosità: tra gli affetti più solidi di Faulkner ci fu quello che lo legò alla sua governante di colore, Callie Bar.