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Francesco silura Nosiglia e Sergio salva Vaciago nella curiosa epifania sabauda

RICCIARDI  GIANMARIO E REMMERT LUCA

IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Sacchetti di carbonella sono arrivati anche per il sindaco Fassino che si è visto sfilare due voli che collegavano Caselle con la Germania, proprio nell’anno in cui la città celebra il suo gemellaggio con Berlino

 

Befana come da tradizione a Torino… generosa di carbone. E non ci riferiamo tanto ai sacchi recapitati dai No-Tav a coloro che ritengono irriducibili avversari (su tutti Caselli e Chiamparino). Più che un sacco, una vagonata di carbone è arrivata quest’anno nientemeno che da Roma, recapitata direttamente all’arcivescovo Nosiglia che, 48 ore prima della arrivo dei Magi, ha scoperto di aver mancato per la terza volta la nomina a cardinale, quando lo sono diventati i titolari delle diocesi di Ancona e Siracusa, per tacere del finora ignoto vescovo di Tonga.

 

Anche Ghinotto fatica a celiare su argomenti così (scherza coi fanti ma lascia stare i santi) eppure è difficile capire come mai il nostro arcivescovo metropolita, custode della S. Sindone, nell’anno del bicentenario salesiano, in procinto di ricevere la visita del Papa, con il predecessore ormai ultraottantenne (Poletto) e perciò escluso dal Conclave, debba per forza essere il primo a sedere sulla cattedra di San Massimo senza fregiarsi del berretto rosso. Un motivo ci deve essere e per quanto molti commentatori si siano applicati al tema, una risposta soddisfacente non è ancora pervenuta. Ne azzardiamo allora noi una, ed è che Francesco, pur nato in terra argentina, sia ancora così “piemontese dentro” da voler evitare ogni sospetto di favoritismo nel promuovere a cardinale il vescovo della sua regione. Insomma, un rigore “francescano” di matrice sabauda, purtroppo ormai scomparso nella terra degli avi.

 

Come che sia, la perduta dignità cardinalizia si aggiunge al lungo elenco delle cose che Torino si lascia gradualmente portar via, anche se questa volta la colpa non si potrà dare alla solita Milano. E sacchetti di carbonella sono arrivati anche per il sindaco Fassino che si è visto sfilare due voli che collegavano Caselle con la Germania, proprio nell’anno in cui la città celebra il suo gemellaggio con Berlino. Il toro e l’orso, simboli delle due città, che campeggiano sui muri torinesi, avranno più difficoltà a incontrarsi e confrontarsi.

 

Inizio d’anno scoppiettante, invece, per il governatore Chiamparino che, assiso in un aula giudiziaria, nella veste di testimone della difesa, è riandato con la memoria ai bei tempi in cui faceva il sindaco, difendendo l’accusato, l’ex-direttore generale del Comune, definito un dirigente che non dice mai “non si può” e “prova a risolvere i problemi”. L’illustre Cesare Vaciago, ora impegnato nell’organizzazione di Expo 2015, ha da smaltire a Torino una sequela di “casi” di non poco conto. Già processato e prosciolto per le questioni olimpiche, sta aspettando di affrontare il giudizio per i presunti favori ai gestore dei locali dei Murazzi, ma intanto deve rispondere di un concorso per dirigenti che l’accusa sostiene sia stato un po’ manipolato. Insomma, vicende in cui, secondo Chiamparino, il suo ex-braccio destro avrebbe dimostrato una grande propensione al problem-solving. Ma leggendo le cronache viene il dubbio che il motivo per cui il governatore apprezza così tanto Vaciago sia un altro, ovvero la sua capacità di fare, per così dire, da “parafulmine” tenendo la politica fuori dai guai. E’ forse questo il requisito che Chiampa vorrebbe replicare nel nuovo segretario generale della Regione. Da piazza Castello è partito il bando, ma la ricerca di un simile cireneo non pare delle più facili.

 

(Foto: lavocedeltempo.it)

Ghinotto

 

L'orco è in rete, in crescita gli adescamenti sessuali su internet

minori web computer

Con il cyberstalking 76 vittime  perseguitate via sms o attraverso i social network

 

Sono passati da150 a 300 in un anno gli episodi di bullismo online compiuti a Torino e in provincia da minori ai danni di altri minori. I dati resi noti dalla Polizia postale indicano che lo scorso anno nella stessa area territoriale sono state registrate 28 denunce rivolte a. minorenni. Sono pure in crescita gli adescamenti sessuali di minorenni su Internet ( con 229 denunce) e il cyberstalking (con 76 denunce). Questa recente variante “tecnologica” vede la vittima perseguitata via sms o attraverso i social network.

 

Il fenomeno del bullismo e quello 2.0 del cyberbullismo sono tristemente in crescita  anche nel resto d’Italia. Il Centro nazionale di ascolto di Telefono Azzurro, nel biennio 2013-2014, su oltre tremila consulenze su problematiche relative alla salute e alla tutela di minori ha individuato 485 casi connessi al bullismo o al cyberbullismo, circa il 15%del totale.  

 

Fino allo scorso dicembre  Telefono Azzurro Onlus ha promosso una campagna finanziata attraverso Sms, i cui fondi  serviranno per sostenere la linea di ascolto gratuita 1.96.96 – che garantisce  24 ore su 24 assistenza ai ragazzi vittime e per sostenere i lodevoli progetti di prevenzione dell’’associazione  rivolti in particolare alle scuole.

 

 

La strana estate in pieno inverno porta 25 gradi a Torino e 15 a Bardonecchia

caldo super

Sui 15 gradi la temperatura in montagna. Nella seconda metà del mese ci sarà tempo più variabile e  instabile

 

Si è verificato, come da previsioni, un consistente aumento delle temperature in Piemonte tra sabato e domenica. Nelle valli e nelle zone pedemontane. Grazie all’alta pressione subtropicale, si è toccata e superata la soglia dei 20 gradi per le massime, andando  fino  ai 25 gradi nella nostra regione e nel versante tirrenico della Sardegna. Sui 15 gradi la temperatura in montagna.

 

Termometro è arrivato a 26 gradi a Cuneo e tra i 22 e i 25 a Torino. Gli mpianti sono chiusi in molte località di montagna, dove la scarsa neve si sta sciogliendo e si teme il pericolo valanghe. A Bardonecchia, la massima ha superato i 15 gradi.

 

Il vento caldo che accompagna l’arrivo di questa breve estate anticipata cesserà da domenica inoltrata e potrebbe esserci qualche spruzzata di neve sui rilievi. Entro lunedì le temperature scenderanno in picchiata per una momentanea perturbazione, con massime  a 8 gradi. Da martedì i valori  torneranno sopra le medie stagionali. Nella seconda metà del mese ci sarà tempo più variabile e  instabile.

 

 

Chiamparino: "Se siamo in guerra non possiamo più porgere l'altra guancia"

CHHARLIE TORINO3

CHARLIE TORINOLo slogan ‘Je suis Charlie’ ha campeggiato  sui cartelli durante la manifestazione di ieri sera alla quale sono intervenute, senza parlare ma solo con una silenziosa presenza, le autorità cittadine

 

Migliaia di fiaccole e candele anche in piazza Castello a Torino per manifestare in difesa della libertà di stampa e dei valori della democrazia dopo l’azione di guerra al settimanale satirico parigino Charlie Hebdo. Lo slogan ‘Je suis Charlie’ ha campeggiato  durante la manifestazione di ieri sera alla quale sono intervenuti, senza parlare ma solo con una silenziosa presenza,  il sindaco di Torino Piero Fassino accompagnato dal gonfalone del Comune, il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, i segretari del Pd piemontese Davide Gariglio e di quello provinciale Fabrizio Morri, Giampiero Leo per Ncd, tanti consiglieri comunali e regionali,  sindacalisti e soprattutto moltissimi comuni cittadini. Davanti a Palazzo Madama anche il direttore della Stampa, Mario Calabresi, il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia e il segretario dell’Associazione Stampa Subalpina Stefano Tallia.

 

Dichiarazioni piuttosto forti quelle di Chiamparino, riportate dall’Ansa: “Se siamo davvero in guerra dobbiamo capire dove abbiamo sbagliato. Non si può più porgere l’altra guancia. E’ un modo per testimoniare la nostra solidarietà al popolo francese e per rimarcare l’attaccamento a uno dei valori fondamentali della civiltà, la libertà di stampa e di espressione. Siamo vicini alle vittime, alla Francia tutta, a un popolo cugino”.

 

Intanto è polemica anche a Torino per la decisione del Governo di ridurre, nelle 38 città italiane incluse nel progetto “Strade sicure” avviato nel 2008 dal Governo Berlusconi, successivamente i militari in pattugliamento, al fianco degli agenti di polizia e dei carabinieri, lo scorso 31 dicembre. A livello nazionale la riduzione è di1.250 militari. A Torino pattugliavano, in particolare, la zona di Porta Palazzo.

 

(Foto: Essepiesse – il Torinese)

Controlli di polizia rafforzati sui punti sensibili torinesi dopo il terrore di Parigi

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Il Viminale ha alzato il livello di allerta e la polizia di frontiera, a cui sono erano state inviate le foto dei ricercati per l’attentato parigino, ha intensificato i controlli sulle auto provenienti da oltralpe. Particolare attenzione da parte delle forze dell’ordine nei confronti del consolato francese di via Roma, della Sinagoga e delle redazioni dei quotidiani

 

Grande sgomento e dolore anche a Torino per l’attentato al giornale francese Charlie Hebdo . Le già notevoli misure di sicurezza  sugli obiettivi sensibili presenti in città e nel Piemonte sono state intensificate. Aumentano i controlli al Frejus, valico di confine tra Italia e Francia. Infatti, il Viminale ha alzato il livello di allerta e la polizia di frontiera, a cui sono erano state inviate le foto dei ricercati per l’attentato parigino, ha intensificato i controlli sulle auto provenienti da oltralpe. Particolare attenzione da parte delle forze dell’ordine nei confronti del consolato francese di via Roma, della Sinagoga e delle redazioni dei quotidiani. Maggiori controlli anche sui treni alla stazione di Bardonecchia e – con discrezione – nei punti nevralgici del centro cittadino torinese.

 

L’associazione Stampa Subalpina ha aderito alla manifestazione spontanea promossa davanti a Palazzo Madama (nelle foto), in segno di solidarietà con Parigi e a sostegno della libertà di stampa. “L’immagine di uomini incappucciati e armati che fanno irruzione nella redazione di un giornale – dice all’Ansa il segretario, Stefano Tallia – riporta alla memoria le pagine peggiori della storia europea. E’ necessario che i democratici si uniscano in una battaglia a difesa delle libertà”.

 

La condanna del vile atto terroristico e la solidarietà ai parenti delle vittime viene naturalmente espressa anche dal direttore e dalla redazione del Torinese. Contro ogni forma di terrorismo, ma soprattutto contro questo terrorismo.

 

(Foto: Essepiesse – Il Torinese)

Gli anarchici rivendicano l'attentato bolognese del 23 dicembre all'alta velocità

no tav notte

“Ciò che è accaduto parla in modo chiaro e trova una sua precisa collocazione nel tempo, nello spazio e nelle pratiche di un movimento che lotta contro il Tav”

 

L’antivigilia di Natale fu segnata dal blocco di buona parte della rete ferroviaria del nord a causa di un incendio doloso sulla linea ad alta velocità all’altezza della stazione di Bologna. Oggi arriva una rivendicazione per quell’atto che molti, ad incominciare dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi stigmatizzarono riconducendolo alla lotta contro l’alta velocità nel nostro Paese. “Ciò che è accaduto parla in modo chiaro e trova una sua precisa collocazione nel tempo, nello spazio e nelle pratiche di un movimento che lotta contro il Tav”. Così è scritto su un documento firmato dagli  “anarchici e anarchiche bolognesi” che si lega alla battaglia contro la Torino-Lione. Le autorità stanno indagando sull’autenticità della rivendicazione del sabotaggio alla stazione di Bologna Santa Viola dello scorso 23 dicembre. Messaggio che è stato pubblicato su internet anche dai siti vicini al movimento No Tav.

Fassino super-sindaco ma Torino Metropoli nasce tra mille problemi

TORINO INGRESSO

La Legge di stabilità definisce una riduzione dell’organico del 30% nelle realtà metropolitane, e prevede perciò mobilità verso altre amministrazioni locali pubbliche

 

Il logo è bianco su fondo blu, con l’antica croce bianca su sfondo rosso della defunta Provincia. Piero Fassino, da ieri, è il supersindaco della nuova Città metropolitana. il vicepresidente è Alberto Avetta, già numero due dell’ente provinciale disciolto. Fassino ha voluto subito smentire “il sospetto infondato che la nuova Città metropolitana possa sottrarre competenze ai Comuni che la compongono”. Su questo tema molte aree del Torinese erano e sono perplesse.

 

“Nessuno tema di perdere qualcosa – ha dichiarato – perché invece il nuovo assetto istituzionale porterà un valore aggiunto per tutti, a partire dai Comuni più piccoli. Intendo governare la Città metropolitana sulla base del principio della pari dignità di tutti i 315 Comuni che ne fanno parte, quali ne siano la dimensione o il colore politico”. Quella di Torino è la Città metropolitana più grande d’Italia e grandi sono anche i suoi problemi. In primis le risorse: la coperta è troppo corta e mancano i fondi per finanziare anche i servizi essenziali per il funzionamento della baracca.

 

E’ poi  in corso un negoziato tra ANCI, UPI e Roma sullo spinoso tema del personale. Se aumentano le funzioni delle Città metropolitane, deve anche essere garantita la necessaria dotazione di dipendenti.  La Legge di stabilità definisce una riduzione dell’organico del 30% nelle realtà metropolitane, e prevede perciò mobilità verso altre amministrazioni locali pubbliche. E in tutta Italia ci sono 25.000 persone da spostare. L’ANCI ha stabilito con il Governo la definizione di  una mappa dei posti statali che è possibile occupare attraverso la mobilità e si individueranno i posti disponibili nel sistema degli Enti locali.

 

La ex Provincia di Torino è messa a rischio dalla Legge di Stabilità per  la non rinnovabilità dei contratti a termine attuali, che sono 22. La richiesta di Torino è che non si applichino agli enti nuovi le sanzioni per gli enti disciolti. Fassino ha detto che il problema troverà una risposta nei prossimi giorni.

 

(Foto: Silvia Patti)

   

Emergenza abitativa, Fassino: "Serve una proroga temporanea al blocco degli sfratti"

casa

fassino2Torna alla ribalta il tema spinoso degli sfratti. Alle preoccupazioni espresse dai sindacati degli inquilini si sono aggiunte quelle del presidente Anci e delle città a maggiore densità abitativa: Roma, Milano e Napoli

 

Si sitima siano tra le 30 e le 50mila famiglie, in  Italia, quelle a rischio di sfratto esecutivo per la mancata proroga degli sfratti di fine locazione. Proprio mentre l’arcivescovo Nosiglia chiede attenzione nei confronti dei poveri, dal governo viene attuata una linea dura rispetto all’emergenza abitativa. Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi sostiene che il governo “non è stato a guardare e ha imboccato una strada nuova, cosciente che l’emergenza deve essere affrontata in modo più radicale e non con lo strumento vecchio e logoro della proroga gli sfratti: non è drammatizzando un problema che lo si risolve”.

 

Sul tema interviene il sindaco di Torino e presidente dell’Anci Piero Fassino: “L’emergenza abitativa, che è particolarmente acuta nelle grandi città richiede una valutazione sulla opportunità di una proroga, almeno temporanea, del blocco degli sfratti”: Tema che sarà affrontato nell’incontro dei sindaci delle città metropolitane in cui verranno definite le proposte da avanzare al governo. Torna così alla ribalta il tema spinoso degli sfratti.

 

Alle preoccupazioni espresse dai sindacati degli inquilini si sono aggiunte quelle di Fassino e delle città a maggiore densità abitativa: Roma, Milano e Napoli. Francesca Danese, Daniela Benelli e Alessandro Fucito, assessori alle politiche abitative delle tre metropoli hanno inviato una lettera al governo per chiedere almeno una proroga provvisoria per tamponare una situazione altrimenti ingestibile da un punto di vista sociale e da quello dell’ordine pubblico”.

Caselli: "I No tav violenti sono fuori dalla democrazia, mettono a rischio lavoratori e poliziotti"

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Il giudice: “Sono troppi coloro che, per miopia o peggio, dimenticano queste verità elementari”. Intanto i No Tav pubblicano sul loro sito web gli auguri per un 2015 all’inesgna della lotta contro la Torino-Lione: “Dicevamo che fermarci è impossibile, e lo crediamo sempre di più”

 

In una intervista sul quotidiano online AffariItaliani.it, l’ex procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli dopo tracciato una panoramica sulla situazione politica e della giustizia in Italia, risponde anche ad una domanda sulle vicende giudiziarie legate alla Tav.

 

AFFARI ITALIANI: Nella vicenda No Tav i giudici di Torino hanno cancellato agli imputati l’accusa di “terrorismo”. Che cosa ne pensa?

 

 

CASELLI: Sull’accusa di terrorismo, sostenuta dalla procura di cui io ero capo ma poi anche dalla procura diretta dal mio successore e soprattutto avallata dal gip nel primo e nel secondo caso, quindi da un magistrato giudicante, non è stata confermata da altri magistrati giudicanti. Non si può che prenderne atto nel senso che nel nostro ordinamento l’ultima sentenza è quella che ha ragione anche se magari non sempre è quella giusta. Ma esaurito il discorso tecnico giuridico credo che non si possa dimenticare neanche per un momento che pretendere con la violenza di impedire la realizzazione di un’opera deliberata rispettando tutte le procedure in ogni sede competente, europea e italiana, significa mettersi contro e fuori dalla democrazia (ovviamente mi riferisco solo ai violenti tra i No Tav). Soprattutto quando si aggredisce un cantiere, come quello di Chiomonte, mettendo a rischio la sicurezza di onesti lavoratori, che sono lì per guadagnarsi la pagnotta, e dei poliziotti costretti a vivere asserragliati in quel cantiere per difendere il diritto di lavorare. Sono troppi coloro che, per miopia o peggio, dimenticano queste verità elementari.

 

Gesto goliardico da parte di una decina di no tav nei confronti dell’ex procuratore capo. Gli hanno augurato una “buona Befana”, laciando un sacco pieno di carbone davanti all’ingresso della sua abitazione. E’ stato Caselli ad informare dell’episodio lla Digos. Intanto il sito Notav.info pubblica gli auguri di buon anno rivolti al popolo No tav:

 

“Inizia un nuovo anno e come tutti ci auguriamo che sia migliore di quello passato. Essendo degli inguaribili ottimisti e dei montanari testardi, pensiamo al 2015 come ad un anno di nuove lotte, nuove sfide e speriamo nuove soddisfazioni. Ci lasciamo alle spalle un anno difficile del quale ci consoliamo in parte sapendo che Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò sono nelle proprie abitazioni attorniati non da sbarre ma dall’affatto di chi vuol bene loro. Non ci consola invece sapere di Lucio, Graziano e Francesco ancora in carcere, ma sappiamo che tenere duro è l’imperativo per i notav. Ci siamo tolti di dosso quel reato di terrorismo calato sul movimento con tanto ardore dai pm con l’elmetto e ci consoliamo pensando al loro brucior di stomaco mentre mangiano le lenticchie, visto che il fiore all’occhiello della loro crociata è stato bocciato ben bene.

 

E’ stato un anno dove ancora una volta abbiamo saputo mettere in difficoltà il “sistema tav” svelandone gli intrecci, i conti gonfiati e la marea di balle che raccontano, ma sappiamo che non basta. Si sa riciclare bene, modificando leggi e normative per sopravvivere ed è per questo che continueremo ad ostacolarlo con tutti i mezzi di cui disponiamo.

 

Dicevamo che fermarci è impossibile, e lo crediamo sempre di più. Generazioni di notav si alternano in questo movimento, e non si limitano a sperare ad un anno migliore del precedente, s’impegnano con gioia e determinazione perchè questo avvenga”.

 

 

Claviere, tragica morte di un ragazzo di 14 anni: Guariniello apre inchiesta

soccorsO SCI MONTAGNA

Il giovane forse è stato vittima di una sua manovra scorretta, mentre gli amici hanno seguito la pista, lui ha voluto provare quel maledetto salto perdendo l’equilibrio e precipitando su un masso

 

La polizia giudiziaria della procura di Torino ha effettuato un sopralluogo sulle piste di di Claviere dove è morto un ragazzino quattordicenne. Il pm Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo, al momento senza ipotesi di reato e senza indagati.

 

Era un ragazzino di 14 anni, T. M. di Chieri ed è morto sciando. Stava sciando con amici e familiari nella zona  del Colletto Verde quando  è uscito di pista tentando un salto. Ma è finito con la faccia su una roccia. I soccorritori lo hanno trasportato in elicottero all’ospedale di Pinerolo, dove è morto poco dopo l’arrivo, nonostante i medici avessero predisposto uno spostamento a Torino. Il giovane forse è stato vittima di una sua manovra scorretta, mentre gli amici hanno seguito la pista, lui ha voluto provare quel maledetto salto perdendo l’equilibrio e precipitando su un masso. La polizia sta indagando.

 

Altro incidente per un ragazzo di 11 anni, gravemente ferito mentre stava utilizzando una seggiovia. E’ stato soccorso dai volontari della Croce Rossa e dai medici del 118 e trasferito in elicottero  all’Ospedale di Cuneo. Pare sia scivolato durante lo sgancio dalla seggiovia. Non è in pericolo di vita.
   

Infine, un ragazzo di 12 anni della Valle d’Aosta è stato portato all’ospedale Regina Margherita per un altro un incidente sugli sci, sulle piste da fondo di Valsavarenche a Pont. Il giovane ha riportato un politrauma dovuto a una caduta. E’ subito immediatamente soccorso e trasportato all’Ospedale Parini di Aosta con l’elisoccorso e successivamente a Torino.

 

(Foto: archivio il Torinese)