Trent’anni di carcere per Gabriele Defilippi, il 22enne processato a Ivrea per l’omicidio dell’insegnante Gloria Rosboch. La madre del giovane, Caterina Abbatista, è stata rinviata a giudizio. Per Roberto Obert, 54 anni, presunto complice di Defilippi la pena è di 19 anni di reclusione. In base alla ricostruzione del pm Giuseppe
Ferrando, Gloria Rosboch voleva denunciare Defilippi, suo ex allievo, per una truffa da 187 mila euro. L’insegnante scomparve da Castellamonte il 13 gennaio 2016 e venne ritrovata morta il 19 febbraio nella cisterna di una discarica nelle campagne di Rivara, a pochi chilometri. Scrive l’Ansa: “Per me questa sentenza è falsa, troppo bassa”, sono le parole dell’anziana mamma della vittima. Il legale di parte civile, Stefano Caniglia, ha commentato: “l’ergastolo, così come richiesto dal pm, ci sembrava più adeguato”.
Dopo il disappunto espresso dal presidente della Regione Sergio Chiamparino, per la cancellazione di tutti gli eventi paralleli al G7 in programma a Torino città, il prefetto Renato Saccone comunica che “Torino, come Venaria, resteranno aperte. Non ci saranno divieti né inibizioni. Mi sono incontrato con Chiamparino e Appendino – così l’Ansa riporta le sue parole – e siamo sulla stessa lunghezza d’onda: garantiremo degna ospitalità e adeguata sicurezza a qualsiasi evento venga programmato”, . “La città non si ferma – aggiunge -: gli eventi in programma sono tanti. Non sta a noi decidere quali eventi fare e quali no, siamo invece pronti a gestirli”. La visita ai laboratori del Politecnico di Torino e la cena di gala al Castello del Valentino, in un primo tempo cassati, potrebbero essere “ripristinati” tra le attività proposte a ministri ed esperti provenienti dai Paesi partecipanti. E anche il dissenso “avrà la più ampia libertà di esprimersi”. Saccone dixit.
Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, a proposito dell’abbandono di Torino (per motivi di sicurezza) per quanto riguarda gli eventi paralleli al G7 parla di “divieto inspiegabile, che fa male alla città. Dov’è il rischio nel visitare un ateneo come il Politecnico o un centro di ricerca come quello di General Electric? Di mestiere non faccio l’organizzatore della sicurezza ma non mi sembra una mission impossible garantire che un simile evento vada in porto”. Nell’intervista rilasciata a Repubblica il governatore ed ex sindaco è deluso per l’esclusione della città. Per Chiamparino la prudenza è dovuta a quello che è successo ad Amburgo, con gli incidenti durante il G20: ” Poi certo anche piazza San Carlo ha il suo peso, il ricordo è ancora vivo. Ma niente che possa intimorire più del lecito. La reggia di Venaria non può diventare un bunker. A me non interessa la polemica. Mi interessa che chi organizza il G7 mi spieghi perché non si possono fare alcune delle cose utili al territorio”
Le polemiche sulla sicurezza e i possibili disagi ai cittadini di Torino, in vista dell’imminente G7 del Lavoro e dell’Economia, sembrano non toccare la vera sede che ospiterà il vertice: la città di Venaria. Il Comune a guida pentastellata informa in una nota: “Durante questo evento faremo conoscere mettendoli in mostra i valori della nostra città, che offre un Borgo Antico con tantissimi locali i quali saranno lieti di accogliere i delegati e i partecipanti a vario titolo, all’importante summit internazionale”. Una città aperta a tutti, quella che il Comune vuole proporre a ministri e visitatori, protetta dalle azioni legate alla sicurezza, per tutti i cittadini, e messa in campo dalle Forze dell’Ordine coinvolte, sotto la regia della Questura e della Prefettura di Torino, per tutta la durata del meeting. Venaria Reale è pronta ad offrire, afferma il Comune “anche attraverso la conoscenza della cucina italiana e i brand che ci contraddistinguono nel mondo, la propria cultura e il bagaglio inestimabile del Made in Italy. Negozi e mercati aperti, scuole attive, servizi sanitari e amministrativi a pieno regime, in un’ottica di normalità quotidiana”.
Proprio in quest’ottica, e per garantire il normale svolgimento delle attività, si rendono necessari i seguenti accorgimenti sulla VIABILITÀ: DAL GIORNO 23/9 AL GIORNO 30/9/2017
VIALE CARLO EMANUELE II / PONTE DI CASTELLAMONTE / VIA AMEDEO DI CASTELLAMONTE:
– Sarà vietata la sosta a TUTTI i veicoli.
– Sarà consentito il transito veicolare, per il solo accesso alle abitazioni, ai residenti di Viale Carlo Emanuele II, di Via Amedeo di Castellamonte, oltre che ai lavoratori delle imprese presenti sul Viale Carlo Emanuele II, per il raggiungimento del posto di lavoro. Per l’accesso sia dei residenti sia dei lavoratori, saranno forniti appositi PASS. Per i soli residenti, il PASS verrà fornito dalla Polizia Municipale di Venaria Reale.
– Sarà vietato il passaggio a TUTTI i pedoni lungo le vie su descritte (ad eccezione dei residenti, nel percorso autorizzato per consentire il raggiungimento dell’abitazione, dal ponte Castellamonte).
PIAZZA DELLA REPUBBLICA:
– Sarà vietata la sosta a TUTTI i veicoli.
– Sarà vietato il transito a TUTTI i veicoli.
– Sarà vietato il passaggio a TUTTI i pedoni.
VIA DON SAPINO (da Via N. Sauro), VIA PRATI, VIA MONTELLO (da Via N. Sauro), VIA MASCIA QUIRINO, VIA XX SETTEMBRE, VIA LAMARMORA:
– Sarà vietata la sosta a TUTTI i veicoli.
VIA MENSA (dalla Via XX Settembre a Piazza della Repubblica):
– Sarà vietata la sosta a TUTTI i veicoli.
– Sarà consentito il transito veicolare per il solo accesso alle abitazioni, limitatamente ai residenti muniti di apposito PASS.
Il PASS verrà fornito dalla Polizia Municipale di Venaria Reale.
Informazioni e ritiro PASS: Polizia Municipale, Via Sciesa 58, telefono 0114593437
Venerdì 22/09/2017 ore 7 – 20
Sabato 23/09/2017 ore 7 – 20
Lunedì 25/09/2017 ore 7 – 20
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Dopo gli ultimi aggiornamenti organizzativi c’è davvero da domandarsi se i G 7 debbano continuare a tenersi nelle città o non debbano essere spostati in zone aperte e sicure in cui l’ordine pubblico possa essere garantito e contemporaneamente tutti i contestatori del mondo possano agitarsi e protestare come meglio desiderano ,senza recare danni. La comparsa di una ghigliottina a Venaria non è un bel segno, indica il furore giacobino e violento che sta già manifestandosi e che dovremo subire durante i giorni del G 7 a Venaria Reale e a Torino. In primis la Reggia resterà chiusa due settimane con grave danno turistico ed economico. In secondo luogo la cittadina e’ già in ansia per quello che potrà succedere, senza che le autorità diano ai cittadini un segno la sicurezza Indispensabile che oggi deve prevalere sul diritto di manifestare di qualche gruppo estremistico che non sa neppure cosa significhi l’avverbio ” pacificamente “. Il diritto costituzionale e’ ben altra cosa dal caos violento generato dai facinorosi. Cio’ che è stato deciso per Torino rasenta la follia. Scegliere un albergo in centro città per ospitare i ministri appare assurdo. Avevano detto che l’accoglienza sarebbe avvenuta in Canavese, in una realtà quindi distante sia da Venaria sia da Torino.
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Chi aveva progettato una cena al Castello del Valentino e una visita al Politecnico, forse ,vive fuori dalla realtà e infatti i due incontri sono stati cancellati. Forse non dovevano neppure essere messi in calendario perché le ragioni di ordine pubblico oggi sono una priorità , specie a Torino. Mettere a rischio l ‘incolumità delle persone a Torino, dopo piazza San Carlo , non è più consentito. I cosiddetti antagonisti devono essere messi in condizioni di non nuocere. A Milano per l’inaugurazione dell’Expo hanno fatto disastri, per non ricordare Genova messa a ferro e fuoco. Gli italiani sono stanchi di violenze inutili e rifiutano questi sfaccendati che sbarcano il lunario facendo i professionisti della violenza di piazza. Come diceva Flaiano ,questi vogliono fare le rivoluzioni e le barricate con i mobili degli altri. Se lo Stato non è in grado di difenderci, e’ meglio evitare di rincorrere la grandeur dei G7. Le zone militarizzate avranno un grave danno e la città nel suo insieme ne trarrà solo disagi. Quali saranno i vantaggi? Credo nessuno. I ministri possono vedersi con calma da altre parti, evitando le parate, le cene, le cerimonie che, in tempi come questi, risultato, oltre che costosi, del tutto inutili anche sul piano politico.
quaglieni@gmail.com
Il museo italiano più apprezzato dai viaggiatori di tutto il mondo è il nostro Museo Egizio. Lo ha stabilito una speciale classifica del portale web TripAdvisor, secondo la quale l’esposizione dedicata alla cultura e all’arte dell’antico Egitto – la più importante al mondo dopo quella del Cairo – ha superato tutti nel gradimento dei viaggiatori, compresi gli Uffizi di Firenze, classificatisi secondi. Grazie all’Egizio, afferma TripAdvisor, l’Italia entra nella top ten della classifica europea dei musei, guidata dal Musee d’Orsay di Parigi e dall’Hermitage di San
Pietroburgo, piazzandosi al nono posto. Torino è ai primi posti della classifica nazionale anche con il Museo del Cinema arrivato settimo e dell’Automobile in nona posizione. Firenze conquista anche il terzo posto con la Galleria dell’Accademia, e Roma occupa il 4/o e il 6/o posto con Galleria Borghese e Castel Sant’Angelo. I Musei Vaticani quinti, il Guggenheim di Venezia ottavo. Al decimo posto una new entry, il Museo Archeologico di Napoli.
(foto: il Torinese)
La sindaca Chiara Appendino è intervenuta in Sala Rossa al termine del dibattito sugli incidenti di piazza San Carlo dello scorso 3 giugno in occasione della finale Champions tra Juve e Real Madrid, quando morì una donna e ci furono oltre 1500 feriti. “La verità deve essere consegnata ai torinesi, ne hanno diritto. Come amministrazione stiamo lavorando e
abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura”, ha detto la prima cittadina. “E non è vero che a Torino non ci sono eventi – ha aggiunto – ma è certo che dopo piazza San Carlo il tema sicurezza e dell’organizzazione degli eventi è cambiato. Tutti dobbiamo fare un passaggio culturale: noi come Città dobbiamo trovare il modo di stare vicino a chi vuole organizzare un evento, mentre i cittadini devono fare uno sforzo per abituarsi”. Ha poi aggiunto: “Se noi come amministrazione continuiamo a puntare sulla paura, non facciamo capire che le cose sono cambiate, dobbiamo lavorare tutti in questo senso e qualunque contributo costruttivo è benvenuto”.
(foto: il Torinese)
Il processo, se non ci saranno proposte di riti alternativi da parte della difesa, è previsto a gennaio.La procura di Torino ha infatti ottenuto il giudizio immediato per Mouner El Aoual, il marocchino 29enne arrestato lo scorso aprile nel quadro di un’inchiesta contro il terrorismo internazionale. Il giovane, insospettabile, ospite di una famiglia italiana del tutto estranea agli episodi contestati, è accusato di avere svolto una significativa attività di proselitismo attraverso internet. Le indagini dei carabinieri del Ros, con il coordinamento del pm Enrico Arnaldi di Balme, sono ancora in corso con accertamenti per verificare se il marocchino abbia avuto un ruolo nella pianificazione di attacchi al di fuori dall’Italia.
Al Valentino erano decine le buche piene di marijuana, hashish, eroina e cocaina. Sono state arrestate 16 persone, tutte di origine africana, nel blitz antidroga dei carabinieri che ieri hanno inoltre sequestrato mille dosi di droga tra eroina, cocaina, hashish e marijuana. La droga era nascosta sotto le zolle di erba, tra le fessure dei muretti lungo i sentieri, ai piedi degli alberi, sui binari del tram, sotto i tombini e nei cestini dei rifiuti. I militari dell’Arma sono arrivati su un tram o travestiti da corridori per sorprendere i pusher. Le indagini, partite nel 2016 e coordinate dalla Procura di Torino, hanno smantellato una vasta rete costituita anche da altre attività a supporto dello spaccio. C’era persino una sorta di catering per gli spacciatori: quotidianamente alcune donne portavano in carrelli della spesa panini e bevande che gli spacciatori acquistavano e consumavano lì per non perdere eventuali clienti.
“Da Roma è arrivata la notizia che Torino, insieme alla Città Metropolitana con la quale intendiamo collaborare in modo sinergico, si è aggiudicata i fondi del bando di finanziamento del Ministero dell’Ambiente denominato ‘Collegato Ambientale'”. La buona novella giunge da Maria Lapietra, assessora a Viabilità, Infrastrutture e Trasporti del Comune.
Un milione di euro dal ministero dell’Ambiente nell’ambito del ‘Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa – scuola e casa – lavoro’ va al progetto ‘Torino Mobility Lab’ che ha come obiettivo la riduzione del traffico privato negli spostamenti quotidiani nel quartiere San Salvario favorendo la mobilità alternativa nell’area tra via Nizza e i corsi Vittorio Emanuele II, Massimo d’Azeglio e Bramante.
Il progetto, spiega una nota di Palazzo Civico, è parte integrante del piano previsto per il nodo intermodale di trasporto di Porta Nuova, ha tra suoi cardini la realizzazione della pista ciclabile di via Nizza, già inserita nel progetto del PON METRO, insieme all’allestimento di una ‘velostazione’ all’interno della stazione ferroviaria, da realizzarsi in collaborazione con Grandi Stazioni Rail e al posizionamento di nuovi stalli per il parcheggio delle biciclette in prossimità o all’interno delle scuole, delle sedi universitarie, del polo ospedaliero e delle sedi degli uffici comunali.
“Pedonalità, ciclabilità, trasporto pubblico e intermodalità – spiega l’assessora Lapietra – rappresentano i pilastri di un sistema integrato che prevede l’istituzione della figura del mobility manager scolastico, ma anche processi di progettazione partecipata con i portatori di interesse dell’area e l’ente circoscrizionale al fine di realizzare interventi di modifica della viabilità e di moderazione del traffico, con l’obiettivo di incentivare le forme di mobilità dolce, stimolando così un uso condiviso e sostenibile di strade e corsi. Tra le azioni contemplate – prosegue l’assessora – anche l’acquisto di buoni di mobilità, nuove biciclette per il servizio di Bike Sharing e per progetti con le scuole, e di altre, appositamente realizzate per i cittadini a mobilità ridotta, da utilizzare ‘on demand'”.
Un elemento innovativo è infine il sistema di rilevamento ex ante ed ex post per la verifica delle azioni implementate, per monitorare con dati oggettivi e quantificati la riduzione delle emissioni di Co2, ma soprattutto la riduzione della velocità media degli autoveicoli, dell’incidentalità stradale e delle auto circolanti e transitanti nell’area interessata a fronte di un incremento delle altre forme di mobilità: una modalità operativa che potrà essere replicata anche in altre zone della città.
www.comune.torino.it
(foto: il Torinese)