Sono cinque i rinvii a giudizio decisi oggi a Torino per il crollo della gru nel cantiere di via Genova che il 18 dicembre 2022 uccise tre operai. Il processo inizierà il 4 dicembre. Sono imputati dirigenti e tecnici di aziende che curavano i lavori. Le famiglie delle vittime hanno ottenuto un milione e mezzo di euro in tutto e hanno ritirato la costituzione di parte civile.
Questa la richiesta di una rappresentanza sindacale dei lavoratori di Poste italiane, guidata da Bruno Bartone (Cisl), Nunzia Mastrapasqua (Cgil) ed Evaristo Perrini (Uil), auditi questa mattina in Consiglio regionale a Palazzo Lascaris. Le preoccupazioni dei lavoratori sul futuro dell’azienda riguardano l’intenzione annunciata dal Governo di collocare sul mercato una nuova tranche di azioni, oggi nelle mani del Mef e di Cassa depositi e prestiti. L’operazione, che dovrebbe realizzarsi nel mese di marzo, si inserisce nella scia della cessione del 35% del pacchetto azionario del gruppo, già decisa nell’ottobre 2015 dall’Esecutivo dell’epoca.
Ad ascoltare le richieste della delegazione il presidente del Consiglio Stefano Allasia, con il consigliere segretario Ivano Martinetti e i consiglieri Paolo Ruzzola, Sean Sacco e Mauro Salizzoni.
I sindacalisti hanno sottolineato che, con l’eventuale perdita del controllo pubblico di Poste, verrebbe meno l’universalità del servizio.
“Comprendiamo le vostre preoccupazioni – ha affermato Allasia – questa amministrazione regionale ha cercato di impegnarsi a supporto di chi abita in montagna per garantire i principali servizi ai cittadini, compresi gli anziani, per evitare che i territori periferici si spopolino. Come Ufficio di presidenza ci impegniamo a sottoporre la questione all’intero Consiglio. L’obiettivo è formulare un ordine del giorno al Governo regionale affinché si impegni a convocare l’azienda e, quando sarà disponibile il piano industriale, a valutare di mettere a disposizione risorse per garantire comunque la continuità e capillarità del servizio”.
La causa della morte di Andrea Vincenzi, il 12enne di Castiglione Torinese deceduto mercoledì scorso al Regina Margherita di Torino, è la polmonite. Il ragazzino, che era stato dimesso, alcune ore prima dall’ospedale di Chivasso, sarebbe stato ucciso dalla polmonite. Questo il primo risultato dell’autopsia eseguita dal medico legale su incarico della procura di Ivrea. È stata avviata un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti.
Oggi, alla presenza del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e del Sindaco della Città di Torino, Stefano Lo Russo, Fondazione FORMA ha consegnato ufficialmente al Regina Margherita, il reparto di Pediatria di Urgenza, diretto dalla dottoressa Claudia Bondone,completamente rinnovato e umanizzato, a misura di bambino. La ristrutturazione dei locali è stata avviata la scorsa estate dalla Struttura Pubblica ed è proseguita con l’intervento della Fondazione finalizzato alla dotazione di tutti gli arredi sanitari, della tecnologia per il monitoraggio a distanza dei pazienti e degli interventi di umanizzazione. L’importante lavoro di rinnovo dei locali è frutto di una progettazione condivisa con il personale sanitario che opera nel reparto con l’unico obiettivo di offrire ai piccoli pazienti un reparto migliore, in cui stare bene anche in un momento di difficoltà come è quello del ricovero ospedaliero.
La cerimonia ha rappresentato per la Fondazione il passaggio di testimone tra gli impegni del presente ed i prossimi obiettivi, perseguibili e raggiungibili grazie a tutti i cittadini che durante l’anno sostengono Fondazione FORMA.
L’evento di consegna infatti è stata l’occasione per dare il via formale al nuovo progetto di Ristrutturazione del Reparto di Patologia Neonatale e della Prima Infanzia, che Forma ha deciso di finanziare nei prossimi mesi.
“Siamo orgogliosi di aver completato il reparto di Pediatria d’Urgenza del Regina Margherita, che svolge un ruolo fondamentale per tutta la nostra Regione, essendo il primo accesso al principale ospedale pediatrico piemontese. Ma altrettanto orgogliosi di poter lanciare il prossimo progetto, in continua e proficua collaborazione con l’Ospedale” ha dichiarato il Presidente di FORMA Antonino AIDALA.
Collaborazione che prosegue e cresce negli anni: con il prossimo completamento del Polo Radiologico da parte dell’Azienda Ospedaliera, il totale dei contributi di FORMA per gli ultimi recenti progetti (Risonanza Magnetica Nucleare, Pediatria d’Urgenza e la prossima Patologia neonatale) ammonta a circa € 2.500.000.
IL REPARTO
La Struttura Complessa di Pediatria d’Urgenza del Regina Margherita è dedicata all’accoglienza e alla cura del paziente pediatrico con patologia acuta. Caratterizza tale struttura l’attività di Pronto Soccorso pediatrico, il più grande del Nord Italia per numero di accessi con una casistica di 40.000 pazienti trattati ogni anno, riferimento per l’urgenza pediatrica multispecialistica della Regione Piemonte e Valle d’Aosta e sede di Trauma Center pediatrico.
Il reparto di ricovero fornisce assistenza a circa 500 bambini ogni anno, con patologia acuta o riacutizzazione di patologie croniche provenienti dal Pronto Soccorso pediatrico. Le patologie acute più trattate sono: insufficienze respiratorie, patologie convulsive o alterazioni dello stato di coscienza, scompensi circolatori secondari a disidratazione o infezioni severe.
La ristrutturazione edilizia, ad opera dell’Azienda Ospedaliera, ha interessato un‘area di circa 500 mq, ubicata al 2° piano sopra il Pronto Soccorso pediatrico. Il nuovo reparto di degenza è dotato di 13 posti letto, suddivisi in 3 stanze singole e 5 doppie, con bagno e zona filtro.
“FORMA si è impegnata a trasformare i locali del nuovo reparto in un posto in cui ci si prende cura, dotandolo delle migliori tecnologie, di arredi sanitari a misura di bambino ed umanizzandolo, come nella tradizione e nella mission della Fondazione” ha dichiarato Antonino AIDALA, Presidente di FORMA.
Allerta gialla per il maltempo in Piemonte
A Torino e sulla regione la pioggia iniziata nelle scorse ore proseguirà fino a mercoledì. Arpa Piemonte ha emesso un bollettino di allerta gialla per alcune zone della regione, confermando il persistere di una forte perturbazione. Allerta gialla, pertanto, su Piemonte meridionale e settentrionale per nevicate a quote collinari con possibili disagi alla viabilità e rischio idrogeologico nelle zone di confine con la Liguria. Neve alta fino a un metro sulle Alpi e possibile innalzamento del livello dei corsi d’acqua.
Lunedì 26 febbraio: questa la data in cui riapre lo sportello del bando “Interventi integrati per l’acquisizione di aziende in crisi, di impianti produttivi chiusi o a rischio di chiusura L.R. 34/04 – Fondo Sviluppo e Coesione 2021/2027″. Senza un sostegno significativo della Regione molte aziende rischiano di chiudere per sempre. Ecco perché la Misura si pone l’obiettivo di agevolare le imprese che intendano acquisire aziende in crisi conclamata, unità produttive (impianti, stabilimenti produttivi e centri di ricerca) a rischio di definitiva chiusura o già chiusi per cessazione dell’attività o dell’impresa. Per questa misura la dotazione di fondi regionali è 4,2 milioni di cui 2,7 destinati alla Linea Investimenti e 1,23 milioni dedicati alla Linea Occupazione. Rispetto alla versione precedente del bando, è stata abbassata la soglia di accesso per le PMI, rispettivamente euro 500.000 per le piccole ed euro 1.000.000 per le medie, mentre resta pari a euro 1.500.000 la soglia per le grandi imprese.
Con questo atto si provvede alla concessione di agevolazioni a imprese acquirenti di qualsiasi dimensione e a Imprese e lavoratori per progetti di investimento iniziale finalizzati a rilevare:
– aziende o rami di aziende localizzate in Piemonte, con i relativi impianti, stabilimenti produttivi e centri di ricerca ed i connessi attivi, materiali ed immateriali, in situazioni di crisi conclamata, a rischio di definitiva chiusura o già chiusi per cessazione dell’attività o dell’impresa.
Possono essere finanziati anche:
– interventi che prevedano l’affitto di aziende o rami d’azienda purché abbiano le caratteristiche identificate dalla misura.
Tali interventi sono ammissibili solo se finalizzati alla successiva acquisizione a titolo definitivo. Fa parte delle agevolazioni previste dalla Misura la concessione di incentivi per l’assunzione di lavoratori da impiegare nell’azienda o nel ramo di azienda oggetto dell’acquisizione. La linea di incentivazione all’assunzione prevede un contributo alle imprese per inserimenti di personale a tempo indeterminato L’intervento deve consentire di mantenere o di raggiungere, al termine del primo anno solare successivo a quello di conclusione dell’investimento (anno a regime), almeno il 40% dell’occupazione presente nell’azienda o nel ramo d’azienda oggetto di acquisizione.
Riapriamo uno sportello importante per il nostro territorio. Abbiamo il dovere di aiutare il mondo delle imprese e dare un sostegno ad aziende in crisi che grazie all’intervento di investitori possono riemergere da momenti di difficoltà, oppure di favorire il ricambio generazionale – afferma l’Assessore alle attività Produttive Andrea Tronzano. Tale sostegno è volto a contrastare i processi di deindustrializzazione in atto e recuperare a fini produttivi i siti industriali dismessi o a rischio di dismissione, salvaguardando il patrimonio di conoscenze e di specifiche competenze professionali– continua l’Assessore Tronzano – nonché di favorire il mantenimento, il miglioramento e il recupero dei livelli occupazionali.”
“Il patrimonio industriale e professionale presente in Piemonte è unico e noi vogliamo tutelarlo. Questa misura che riproponiamo con convinzione è volta a proteggere il nostro tessuto economico” spiega l’assessore regionale al Lavoro e Formazione Professionale Elena Chiorino. “Sostenere acquisizioni sane e investimenti è doveroso, perché significa difendere le nostre imprese, creare opportunità occupazionali e supportare il Made in Italy” conclude l’assessore.
Gabriella, la ragazza scomparsa ritrovata a Roma
E’ stata ritrovata Gabriella Popescu, la ragazza 27enne residente a Torino scomparsa nei giorni scorsi. Era fuggita dopo il ricovero all’ospedale Amedeo di Savoia, facendo perdere le proprie tracce. Dapprima si pensava fosse nascosta a Torino vicino alla stazione di Porta Nuova, poi è stata rintracciata a Roma. Ora la famiglia andrà a recuperarla.
Il 7 marzo partiranno i lavori di rinnovo dei binari con il ripristino della pavimentazione in lose su via Po.
I lavori dureranno circa 1 anno con una riduzione dei tempi di 2 mesi rispetto a quanto previsto da gara.
L’importo complessivo dei lavori è di 5.086.948,26 euro.
Le attività si svolgeranno in modo progressivo per i primi mesi nel tratto compreso tra Piazza Vittorio e Via Rossini, mentre successivamente interesseranno il tratto compreso tra via Rossini e piazza Castello.
Le fasi di cantierizzazione sono state previste in modo da minimizzare gli impatti sulla viabilità esistente e sull’ambiente circostante.
Le attività inizieranno nel tratto compreso tra Piazza Vittorio (all’altezza di via Giulia di Barolo) e l’inizio di via Po. Successivamente i cantieri si estenderanno nelle seguenti tratte: via Po-via delle Rosine | via delle Rosine-via San Massimo | via San Massimo-via Rossini | via Rossini-via S. Francesco da Paola | via S. Francesco da Paola-via Bogino | via Bogino-piazza Castello.
Il cantiere è stato organizzato per avere un’estensione massima di 4 isolati nel periodo di maggior produzione. Con l’avanzamento del cantiere si libererà la parte finale già completata.
La viabilità su via Po sarà sempre garantita in direzione piazza Castello. La viabilità in direzione piazza Vittorio sarà invece garantita dalle 17.30 alle 8.00 e nei giorni festivi. L’accesso ai passi carrai lungo la via sarà sempre possibile.
Al termine dei lavori verrà restituita alla città una via Po completamente rinnovata con una nuova sede di binari tranviari che garantirà una maggior velocità di marcia dei tram, minori vibrazioni e una ridotta emissione acustica.
Per seguire i lavori è stata creata una pagina dedicata (www.infrato.it/viapo) sul sito www.infrato.it che monitorerà lo stato di avanzamento dell’opera, descrive l’intervento che verrà effettuato e racconta la storia di via Po.
Analogamente, sul sito www.gtt.to.it saranno disponibili le variazioni delle linee del trasporto pubblico che verranno deviate da via Po su percorsi alternativi.
Le linee 13, 15, 24, 55, 56, 61, 93B, Venaria Express e Night Buster saranno deviate sui seguenti percorsi:
– Linea 13 direzione Gran Madre: da via XX Settembre per corso Regina Margherita, corso San Maurizio, via Bava, piazza Vittorio Veneto, percorso normale;
– Linea 15 direzione Coriolano prosegue deviazione da via XX Settembre per corso Regina Margherita, percorso regolare:
– Linee 55 direzione corso Farini: piazza Castello, viale 1° Maggio, Giardini Reali, viale Partigiani, corso San Maurizio, via Napione, percorso regolare;
– Linee 56 direzione largo Tabacchi – Rete Night Buster direzione piazza Vittorio Veneto: piazza Castello, viale 1° Maggio, Giardini Reali, viale Partigiani, corso San Maurizio, via Bava, Piazza Vittorio Veneto, percorsi regolari;
– Linee 24 – 93B direzioni Strada Cascinette – piazza Mochino (San Mauro): da corso Vittorio Emanuele II/via Accademia per corso Vittorio Emanuele II, ponte Umberto I, corso Moncalieri, Ponte Vittorio Emanuele I, lungo Po Cadorna, percorsi normali.
– La Linea 61 direzione San Mauro: via Rossini, corso San Maurizio, via Bava, piazza Vittorio Veneto, percorso normale.
Night Buster direzione piazza Vittorio Veneto:
– Linee N4 – S4 – N10 – W1 – W15 – W60, piazza Castello, viale 1° Maggio, Giardini Reali, viale Partigiani, corso San Maurizio, via Bava, Piazza Vittorio Veneto.
– Linee S05 – S18, corso Vittorio Emanuele II/via Accademia per corso Vittorio Emanuele II, ponte Umberto I, corso Moncalieri, Ponte Vittorio Emanuele I, piazza Vittorio Veneto.
(foto Fabio Liguori)
La Polizia di Stato di Torino ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino a carico di due soggetti che, nell’ipotesi investigativa, si sono resi responsabili a vario titolo di stalking nei confronti di una vittima che sui social aveva esternato la propria esperienza nel delicato percorso di cambio di sesso.
La persona offesa aveva infatti denunciato, in diverse occasioni, agli operatori della Polizia Postale del COSC Piemonte-Valle d’Aosta, di essere vittima di ripetute offese, minacce e pubblicazioni di dati personali su diversi canali attivati presso una nota piattaforma di streaming, mediante registrazioni e dirette in cui veniva in particolare attaccata con manifestazioni di odio transfobico, con l’obiettivo di indurla ad interrompere il proprio iter di transizione di genere o comunque di farla tacere circa la propria condizione emotiva.
All’hate-speech erano seguiti anche episodi di pedinamento fisico ai suoi danni, diffusione dei dati anagrafici, ricatti rivolti alla vittima in privato sui profili social, rinforzati anche dalla prospettazione del particolare ruolo lavorativo dell’interlocutore, che si spacciava quale “funzionario del ministero dell’interno”, in grado di conoscere in ogni momento spostamenti e dettagli della vita personale del proprio “target”, fino ad arrivare a minacce di morte.
Di più, erano stati anche creati illecitamente numerosi account collegati a siti erotici o di incontro, contenenti alcuni dati personali della vittima, che avevano al pari contribuito a ingenerare ansie e timori di rimanere vittima di altri attacchi virtuali, o peggio di aggressioni fisiche ad opera di malintenzionati che potessero facilmente rintracciarla nell’ambiente urbano. Nel complesso lo stalking sarebbe durato più di un anno.
Gli accertamenti svolti dalla Polizia Postale, sotto la direzione della Procura di Torino, hanno consentito di incrociare una serie di tracce informatiche e dati di interesse investigativo, consentendo di risalire ai due indagati: in particolare uno dei due era autore delle dirette streaming di carattere denigratorio; l’altro, in possesso di credenziali di accesso a banche dati contenenti dati personali in ragione della propria attività lavorativa, era riuscito a carpire illecitamente i dati anagrafici successivamente diffusi, motivo per cui si ipotizza nei suoi confronti anche il delitto di accesso abusivo a sistema informatico o telematico.