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Ba(to)sta un Sì. Appendino: “La politica colga il segnale”. Chiamparino: “Bisogna ricostruire”

perna foto mole 2Il referendum sulla riforma costituzionale ha registrato anche in Piemonte la vittoria del No, al 56,5%. I Sì sono rimasti fermi al 43,5%. In tutto 2.446.664 i votanti, pari al 72,03% degli aventi diritto. A Torino  l‘affluenza finale è stata del 71.49% (contro il 57.18% delle precedenti amministrative e il 56.85% del referendum costituzionale del 2006). I dati riportano la vittoria del NO con il 53,58% dei voti contro il SI al 46,42%.

I COMMENTI DI APPENDINO E CHIAMPARINO

“La politica colga il segnale delle urne e torni a dare aiappendino tg cittadini le risposte che si attendono, mettendo al centro i valori della partecipazione e della condivisione.  Ci affidiamo al Presidente della Repubblica per  un percorso che consenta alle Istituzioni di tornare a comprendere gli italiani”. E’ il commento che la sindaca di Torino, Chiara Appendino, affida all’Ansa ringraziando i torinesi per una così alta partecipazione al voto.

chiampa lausAmareggiato il presidente della Regione, Sergio Chiamparino: “Ora, come sottolineato da più parti, – dichiara al quotidiano La Stampa –  occorre ricostruire  nel Paese e nel partito un terreno di confronto che non faccia arretrare l’Italia dai passi in avanti compiuti in questi ultimi anni sul piano delle riforme. Un errore personalizzare il referendum? Ne sentiremo di tutti i colori ma difficilmente il referendum poteva essere percepito diversamente da una consultazione pro o contro questo Governo».

(foto: il Torinese)

Referendum, il No vince anche a Torino: 53,6% contro 46,4. Le prime reazioni dei politici

referendum-3Anche a Torino, seppure con un distacco inferiore rispetto al dato nazionale, il No vince sul Sì nella consultazione referendaria del 4 dicembre. Ecco i dati finali dello scrutinio, relativi alla città, pubblicati dal sito del Comune di Torino:

SI 209.906 46,44
NO 242.124 53,56

risultati dello scrutinio dei voti

I PRIMI COMMENTI

Stefano Esposito (Pd, parlamentare):

Gli italiani hanno scelto Presidente @matteorenzi come aveva detto si è dimesso. Discorso perfetto. Ora ci penserà il Presidente Mattarella

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Davide Gariglio (Pd, segretario regionale)

È stata una battaglia difficile, ma siamo orgogliosi di averla combattuta. Lo abbiamo fatto con convinzione, non smetteremo di farlo.

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Sergio Chiamparino (Pd, presidente della Regione) fonte: Ansa

Ora, come sottolineato da più parti, occorre ricostruire sia nel Paese che nel partito un terreno di confronto che non faccia arretrare l’Italia dai passi in avanti compiuti in questi ultimi anni sul piano delle riforme.

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Fabio Versaci (M5S, presidente Consiglio comunale di Torino):

La Costituzione NON si tocca.

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Riccardo Molinari (Lega Nord, segretario regionale):

Ha vinto il Popolo, contro tutto e tutti. Questa notte ripaga di anni di sacrifici e lotte. Questa notte dimostra che la passione e battaglia politica, in questo mondo dominato dai media e dai soldi, ha ancora valore e senso. Grazie a tutti i compagni di viaggio di questa avventura, abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Abbiamo salvato la democrazia e l’autonomismo nel nostro Paese.

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Gilberto Pichetto (Forza Italia, coordinatore regionale):

A proposito di Renzi inutile nascondere che questo è anche un voto con un grande valore politico ed è un voto contro il premier ed il suo governo che da domani dovrà fare i conti con la realtà: governare e cercare di cambiare le regole del gioco senza il consenso popolare porta inevitabilmente a cozzare contro quell’incredibile scudo chiamato democrazia.

 

Renzi: “Bloccare la Tav? Solo propaganda. Una follia continuare a dire sempre no”

RENZI22Il premier Matteo Renzi ha commentato, attraverso i microfoni di Rtl,  la decisione del Comune di Torino di uscire dall’Osservatorio Tav. “Non comprendo la logica se non in termini di  pura propaganda: la Tav è una grande conquista e va allargata a tutto paese. Come si fa a bloccare la Tav o la metro, mi sembra una follia, continuare a dire no non ci porta da nessuna parte”. “Domani – aggiunge il capo del governo –  dovevamo inaugurare il passante di Brescia ma abbiamo deciso di evitare le polemiche, dato che domenica si vota, e lo faremo il 10 dicembre”. Intanto in città sono apparsi manifesti abusivi contro il premier. Dura la replica del Pd roberto-periolo-renzitorinese: “Da ieri, 1 dicembre, sono comparsi dei manifesti affissi sugli alberi di corso Ferrucci, e in altre zone della città, con insulti indirizzati a Matteo Renzi. “A poche ore dal voto – commenta il segretario provinciale del PD, Fabrizio Morri – c’è chi punta a invelenire il clima; l’affissione – rimarca –  è totalmente illegale perché fatta in spazi abusivi e senza alcun riferimento agli autori, oltre a incitare l’odio politico.  “Una situazione – prosegue Davide Gariglio, segretario regionale del PD – che l’amministrazione comunale e il Comando della polizia municipale non può ignorare. Diversi cittadini hanno già segnalato le affissioni abusive, senza ricevere alcuna risposta. “Chiediamo  alla Sindaca Chiara Appendino – concludono Morri e Gariglio – considerato che detiene la delega alla sicurezza urbana, non solo di condannare il vile gesto ma che dia immediatamente indicazioni per la rimozione dei manifesti”.

Maltempo, 300 milioni per ripristinare le opere pubbliche

po111300 milioni di euro: a tanto ammonta la stima dei danni alle opere pubbliche causati in Piemonte dal maltempo dei giorni scorsi. Un’analisi che però non tiene ancora conto dei danni ai privati, e viene ipotizzata dal settore Opere pubbliche della Regione. Entro l’inizio della prossima settimana si completerà la documentazione utile al  governo per ufficializzare lo stato di calamità naturale. Nelle alluvioni del 1994 e del 2000 l’impatto complessivo valutato dagli uffici regionali è di oltre 1 miliardo di euro. Il Consiglio regionale ha destinato i primi 10 milioni di euro per incominciare a coprire le spese delle emergenze.

(foto: il Torinese)

Appendino vuole uscire dall’Osservatorio: “Torino-Lione non è tra le priorità”

tav 222Il Comune di Torino, a trazione grillina, intende  uscire dall’Osservatorio sulla Torino-Lione. La maggioranza M5S ha infatti presentato una mozione che impegna l’amministrazione civica a lasciare l’organismo consultivo per la realizzazione della Tav. Il documento dovrà essere approvato dal Consiglio comunale. “La scelta – dice la sindaca Chiara Appendino – ci aiuta a spiegare perché siamo fortemente contrari alla Tav: è un investimento che anche alla luce dei benefici previsti non consideriamo  necessario e prioritario. Pensiamo che quelle risorse andrebbero investite meglio”.

(Foto: il Torinese)

Assestamento di bilancio da 58 milioni. Dietro front pentastellato sull’area ex Westinghouse

municipio comuneLa manovra vale 58 milioni di euro, con uno stanziamento di 30 milioni in spesa corrente che prospetta un’entrata in conto capitale di19,6 milioni dall’area ex Westinghouse che viene approvata. La cittadella commerciale sull’area di corso Vittorio,  in campagna elettorale era stata osteggiata dai 5 Stelle. Ma il dietro front, sostiene ora la Giunta pentastellata, è inevitabile, per far fronte a un bilancio che prevedeva 32 milioni di entrate inesistenti e 10 milioni di spese extra o non presenti in bilancio. E’ questo il quadro dell’assestamento di bilancio 2016 approvato dalla giunta comunale e illustrato dalla sindaca Chiara Appendino. Una manovra né semplice né indolore, dice la maggioranza in Comune.

(foto: il Torinese)

Morti da amianto, processo spacchettato. E l’omicidio volontario diventa colposo

amianto2A questo punto Stephan Schmidheiny può davvero brindare sia che si trovi in Svizzera o nella sua casa in Costa Rica. La decisione del gup del Tribunale di Torino, Federica Bompieri, di fatto, sconfessa l’impianto accusatorio della procura di Torino e i procedimenti che erano stati generati a partire dal maxi esposto all’allora procuratore Raffaele Guariniello, presentati dall’Afeva e dalle organizzazioni sindacali. Da un lato è stato modificato il capo d’imputazione da omicidio volontario ad omicidio colposo. Dall’altro non sarà più il Tribunale di Torino ad occuparsene in via esclusiva (tutto era partito perché Cavagnolo apparteneva alla circoscrizione giudiziaria di quell’ufficio e qui c’era uno stabilimento del gurppo Eternit) ma il procedimento sarà spacchettato in quattro sedi: Torino, dove restano solo due casi per cui il processo verrà celebrato a partire dal 14 giugno 2017, Vercelli per i morti dello stabilimento di Casale Monferrato, Napoli per i casi di Bagnoli e Reggio Emilia per quelli di Rubiera. Nel suo provvedimento, oltre alla dichiarazione di prescrizione di un centinaio di casi, il gup ha ordinato la trasmissione degli atti alle rispettive procure. Dunque un divide ed impera che è destinato a spostare ancora in avanti nel tempo la vicenda, con il rischio di ulteriori prescrizioni. E tutto sarebbe generato da un “peccato originale”: “Ci si chiede il motivo per il quale il procuratore Guariniello decise di non contestare il ETERNIT FABBRICAreato di omicidio colposo, nonostante ciò gli sia stato richiesto espressamente da questa difesa – dichiara Ezio Bonanni, avvocato di parte civile di alcuni familiari di vittime e presidente dell’Osservatorio nazionale amianto – è un’altra incredibile decisione, dopo il rinvio alla Corte Costituzionale che ha allungato i tempi del processo di oltre un anno. La derubricazione del capo di imputazione e la prescrizione di questi casi sono una sconfitta per la giustizia”. E mentre Ona annuncia la richiesta alla procura di Torino di impugnare la determinazione del gup, con una nota a firma del presidente Giuliana Busto Afeva, in accordo con Cgil, Cisl e Uil, sottolinea che “dopo due anni di attesa per questo risultato dire che la montagna ha partorito il topolino è riduttivo”, evidenziando che è stata derubricata a colposa una condotta di sconcertante gravità. Afeva e sindacati sono poi decisamente insoddisfatti per il “colpo di spugna” di molti casi dovuto all’attuale disciplina della prescrizione. E da Roma, nell’immediatezza della pronuncia, avvenuta nel pomeriggio del 29 novembre, ha fatto sentire la sua voce il sindaco di Casale, Titti Palazzetti che pur “sconcertata per la soluzione prospettata dal giudice” puntualizza che si continuerà a lottare per avere giustizia “in particolare al Tribunale di Vercelli, dove ci saranno i casi del territorio”. Nella Capitale intanto è stato presentato il Testo unico sull’amianto che prevede l’obbligo di denuncia e di bonifica esteso a tutti a tutti gli edifici, compresi quelli privati, per poter garantire una mappatura affidabile da parte di Regioni e Asl e l’obbligo di trasmissione da parte del medico e dell’Asl ai Centri operativi regionali (Cor) delle informazioni relative ai pazienti, in caso di eternit bandiereaccertamento della malattia, ai fini dell’inserimento nel registro tumori presso l’Inail. In tutto questo la lotta condotta per anni da Afeva e da tutta la cittadinanza casalese ha avuto un ruolo fondamentale. A questo punto, però, visto che i tempi per arrivare ad una sentenza si allontanano, anche per poter ricostruire una memoria storica che supporti il grande lavoro fatto nel primo processo Eternit, e dia il giusto peso al dramma dell’Eternit, ci si domanda se non sia il caso di costituire una Commissione parlamentare di inchiesta che vada a cercare di ricostruire il clima nel quale l’Eternit ha operato, a Casale in particolare ed in Italia in generale, e se vi siano state delle connivenze o delle reticenze nel corso degli anni e quali legami abbia avuto l’impresa con il mondo politico, sindacale, economico. Perché se è vero che Schmidheiny, come pure il barone belga Louis De Cartier De Marchienne erano a capo dell’Eternit, e che hanno agito come hanno agito, non lo hanno fatto sicuramente da soli. Questa ricostruzione, sicuramente non avrà effetti pratici, ma almeno potrà scrivere alcune verità rimaste magari sinora in secondo piano, grazie all’autorevolezza ed ai poteri di una commissione d’indagine del Parlamento, nel tormentato capitolo della giustizia dell’infinita vicenda Eternit.

Massimo Iaretti

Richieste di asilo raddoppiate: 6000 contro le 3000 dello scorso anno

profughi 2A Torino e provincia raddoppiano le richieste di asilo, Nel 2015, infatti, erano circa 3mila, oggi si aggirano sulle 6mila. Sono dati emersi dal “XIX Osservatorio Interistituzionale sugli Stranieri”, presentato questa mattina. L’aumento delle richieste di cittadinanza per matrimonio e delle iscrizioni scolastiche dei ragazzi stranieri dimostra che chi arriva intende stabilizzarsi. La Prefettura spiega che ci sono 101 comuni che mettono a disposizioni 300 strutture d’accoglienza, di queste 4 superano i 100 posti. Secondo Monica Cerutti, assessora regionale alle Pari Opportunità “la sicurezza è un tema da separare da quello dell’immigrazione. A proposito del Moi la Regione lavorerà per i percorsi di inclusione e per il superamento di questa situazione”.

Nel Patto Torino-Piemonte sei miliardi di euro per infrastrutture, sviluppo, cultura e turismo

BANDIERE REGIONEUna serie di interventi per un valore di 6.128 milioni di euro, dei quali – spiegano in regione – 605 milioni sono parte dei Fondi di coesione sociale 2014/2020

Sono cinque gli assi strategici per  un totale di sei miliardi da destinare a diversi  interventi, nel Patto tra Governo, Regione Piemonte e Città di Torino, strumento di programmazione e di coordinamento tra le istituzioni  sottoposto all’attenzione della Presidenza del Consiglio. Il documento è stato presentato il 28 novembre in piazza Castello dal presidente e dall’assessore al Bilancio della Regione Piemonte, dalla sindaca di Torino e dagli assessori ai Trasporti delle due amministrazioni. Si tratta di una proposta di impegno comune con il Governo, che oltre a indicare delle priorità, delinea un metodo di lavoro per reperire le risorse. “Il Patto contiene una serie di interventi per un valore di 6.128 milioni di euro, dei quali – spiegano in regione – 605 milioni sono parte dei Fondi di coesione sociale 2014/2020 già attribuiti dal Governo alla Regione, e circa due miliardi provengono da fonti di finanziamento già assegnate, come ad esempio i fondi stanziati al Piemonte dalla Struttura di missione Italia sicura. Da reperire restano ancora 3,6 miliardi di euro, che, come sottolineato dal presidente della Regione, Sergio Chiamparino, sono oggetto dei punti d’intesa previsti dal Patto, e che deriveranno dagli sforzi di coordinamento messi in campo”.

GLI ASSI DI INTERVENTO

Sono cinque: infrastrutture, ambiente, sviluppo economico e produttivo, turismo e cultura, rafforzamento della pubblica amministrazione. In particolare, sul capitolo infrastrutture,le priorità di utilizzo dei Fondi europei, anziché disperdersi in mille rivoli, riguarderanno principalmente la Pedemontana Biella-Romagnano e il completamento di corso Grosseto a TorinoREGIONE PALAZZO (fondi nei quali sono compresi anche quelli dedicati al recupero dell’ex-Moi), e si procederà inoltre a un check up degli edifici scolastici in tutto il Piemonte. Verranno anche attribuite risorse per l’ammodernamento del materiale rotabile (tram, treni e trasporto su gomma), mentre circa 105 milioni di euro serviranno per opere di bonifica (Coiro, Balangero e Serravalle) e per misure contro il dissesto idrogeologico. Le risorse per far fronte ai danni provocati dalla recente ondata di maltempo non faranno invece parte del Patto, e saranno oggetto di specifici interventi. Per quanto riguarda le reti di trasporti, compresi quelle sostenibili, le misure previste nel patto hanno un valore complessivo di circa 4,75 miliardi di euro. L’elenco riguarda progetti su tutto il territorio piemontese, in particolare nelle aree urbane e suburbane di Torino, Alessandria, Novara e Vercelli.

Renzi al Lingotto: “Se puntassimo solo ai nostri voti saremmo spacciati, ma tanti vogliono cambiare”

renzi-pdIl premier Matteo Renzi è tornato a Torino, dove era stato già l’altro ieri, per  l’iniziativa a favore del sì al referendum, promossa al Lingotto. “in base ai numeri dei partiti saremmo spacciati, visto che il Pd ha il 35% e  qualcuno del Pd neppure vota… saremmo 35% a 65%. La partita  è difficile, ma ci sono tanti non del Pd che hanno voglia di un Paese più semplice, più tranquillo: ragioniamo con le persone.  Questa è una grande occasione per semplificare il sistema e non dipende dai partiti, ma dai cittadini”. Poi il capo del governo raccoglie l’invito del presidente della Regione, Sergio Chiamparino, invito che definisce “serio, di buonsenso e giusto” a ‘mettere mano al Pd’ dopo il voto. “Su questo aspetto dovremo iniziare dal 5 dicembre. Da qui a domenica prossima dobbiamo raccontare casa per casa che questo referendum non è il congresso del Pd. Faremo il kit anti bufale. Le abbiamo raccolte tutte e le diffonderemo una per una sui social network, dove spesso ci sono falsi profili. Dicono che Renzi si è fatto l’aereo’, ma non è mio: lo usano gli imprenditori per fare le missioni all’estero”.

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GLI APPUNTAMENTI DEL FRONTE DEL NO SOTTO LA MOLE

tronzano-comitronzano-2Più di 300 persone si sono trovate presso la sala Atc, nei giorni scorsi, dove il centrodestra ha illustrato le ragioni del No alla riforma costituzionale, nell’incontro organizzato da Andrea Tronzano, l’attivissimo ex capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale.Tra i partecipanti Fabrizio Ricca – Lega Nord, Maurizio Marrone-Fratelli d’Italia,  Enzo Liardo – Ncd e il  Procuratore Capo di Torino Armando Spataro.  Tronzano ha anche organizzato una altro appuntamento (nelle foto) con l’europarlamentare Lara Comi, al Principi di Piemonte, con oltre 400 presenti. “Oggi il  centrodestra è un’alternativa credibile –  ha commentato  Andrea Tronzano – e dopo Renzi  esiste una soluzione credibile: non si tratta dei 5Stelle, ma di un  centrodestra propositivo.  Per quanto riguarda le nostre ragioni del No, per prima cosa non vogliamo  un parlamento di nominati, ma rappresentanti eletti dal popolo. Inoltre  nella riforma manca il vincolo di mandato che non permetta i cambi di casacca troppo diffusi”

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no-refereUniti per il no, Uniti per l’Italia‘  è stato invece l’incontro tenutosi stamane presso la Sala Conferenze GAM,  organizzato dal Comitato piemontese per il No alla riforma del Governo Renzi.Invitati a partecipare esponenti nazionali di diverse forze politiche:  Maria Stella Gelmini,Gaetano Quagliariello, il senatore Mario Mauro, l’onorevole Gianni Alemanno.  Insieme a loro, l’europarlamentare Alberto Cirio, Stefano Allasia,  Lucio Malan e  la senatrice Maria Rizzotti. Oltre a  Maurizio Marrone, Riccardo Molinari, Gilberto Pichetto Fratin e numerosi numerosi altri rappresentanti territoriali e amministratori locali piemontesi. Apertura affidata al presidente  del  Comitato piemontese per il No alla riforma del Governo Renzi, Claudia Porchietto.