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Il Tar e gli effetti dei cellulari sulla salute

I cellulari danneggiano la salute? I ministeri dell’Ambiente, della Salute e dell’Istruzione, dovranno adottare entro sei mesi una campagna informativa sull’uso corretto  di telefonini e cordless e sui rischi per la salute e per l’ambiente connessi a un loro uso inadeguato. La decisione è del Tar del Lazio, che ha accolto parzialmente un ricorso proposto dall’Associazione per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog, i  cui legali sono i torinesi Stefano Maria Commodo e Renato Ambrosio, dello studio Ambrosio&Commodo. “Da oggi  possiamo lasciare un segno e sperare in un utilizzo migliore dei cellulari, soprattutto per i giovani – dichiarano all’Ansa -. Non vogliamo contrastare la tecnologia e nemmeno  fare una battaglia di retroguardia, ma sollecitare un’industria che rappresenta un’eccellenza, al rispetto della salute delle persone”

Tav, Toninelli: "Spreco di denaro. Ne parlerò con la Lega"

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Il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli intervistato da Omnibus su La7 ha detto a proposito di Tav  che  “M5s è sempre stato contro un’opera che è uno spreco di denaro assoluto. Se l’analisi costi-benefici sarà negativa, ne parleremo con la Francia, la Commissione Ue e  all’interno del Governo, e ne parleremo assolutamente con la Lega, senza alcun pregiudizio”. E ha aggiunto: “è importante per me oggi  gestire bene il portafoglio di denaro pubblico, cosa che prima non è mai stata fatta. L’analisi è arrivata. La stiamo analizzando, ci vorranno pochi giorni per dire se è ok”.

Tav, Toninelli: “Spreco di denaro. Ne parlerò con la Lega”

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Il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli intervistato da Omnibus su La7 ha detto a proposito di Tav  che  “M5s è sempre stato contro un’opera che è uno spreco di denaro assoluto. Se l’analisi costi-benefici sarà negativa, ne parleremo con la Francia, la Commissione Ue e  all’interno del Governo, e ne parleremo assolutamente con la Lega, senza alcun pregiudizio”. E ha aggiunto: “è importante per me oggi  gestire bene il portafoglio di denaro pubblico, cosa che prima non è mai stata fatta. L’analisi è arrivata. La stiamo analizzando, ci vorranno pochi giorni per dire se è ok”.

Dl sicurezza, Regione avanti con il ricorso

Il dibattito sul ricorso che la Giunta regionale presenterà alla Corte Costituzionale contro il “decreto sicurezza” del Governo ha occupato gran parte della seduta di martedì 15 gennaio, con le comunicazioni in apertura dell’assessora alle Politiche Monica Cerutti, chieste dal gruppo Forza Italia, e le conclusioni del presidente Sergio Chiamparino


“Il decreto sicurezza rischia di rappresentare un danno per il nostro territorio – ha spiegato Cerutti – e mette in discussione il sistema finora costruito. Prevediamo un aumento esponenziale degli irregolari, che per potersi mantenere rischiano di essere impiegati nel lavoro nero o di essere assoldati dalla criminalità. Il nostro ricorso alla Consulta è il naturale approdo dopo un lungo lavoro. Il decreto porterà allo smantellamento degli Sprar con la perdita di 350 posti di lavoro, graverà sul sistema sanitario regionale e, secondo l’Anci, le spese sociali aggiuntive saranno di 22 milioni di euro”. Il capogruppo di Forza Italia Andrea Fluttero ha lamentato “la mancanza di un confronto prima della scelta. Nel merito mi pare che l’unico elemento che presenta rilievi significativi sia quello della revoca della cittadinanza. Gli altri sono argomenti politici che non giustificano un ricorso alla Corte su un provvedimento che è stato già controfirmato dal Capo dello Stato. Molti presidenti di Regione non hanno scelto tale via. Abbiamo il 7,6% di Pil da recuperare rispetto alle regioni del nord, siamo al quarto posto. Chiamparino usi gli ultimi mesi della legislatura per risolvere i problemi dei piemontesi e ritiri il ricorso”. Per il Partito Democratico sono intervenuti i consiglieri Domenico RavettiPaolo AllemanoAndrea AppianoVittorio BarazzottoLuca CassianiNadia ConticelliAntonio FerrentinoGabriele Molinari sottolineando che “noi dovremmo comprendere le percezioni di cittadini e allinearle alla realtà, non fomentare la rabbia. Questo ricorso è un’azione per incidere davvero, in Italia molti sarebbero d’accordo e in questi giorni si è già sentita la voce di chi considera  questo governo il peggiore della nostra storia. Ieri l’Anci ha spiegato che ci sarà bisogno di circolari interpretative, che magari saranno diverse a seconda della prefettura. Siamo di fronte a una legge scritta male, che incide sui diritti fondamentali. Il ministro degli Interni dovrebbe fare un giro nei pronto soccorso delle periferie: mettere in discussione il sistema di accoglienza è frutto della volontà ideologica di cavalcare il tema, bisognava invece snellire le pratiche e garantire servizi adeguati”. Per Giorgio BertolaDavide Bono e Federico Valetti (M5S) “la realtà dei fatti è che c’è grande e grave disagio nei nostri territori. Chi abita in piazza vittorio come Chiamparino forse non ha contezza di quello che accade nelle periferie delle città. Non dobbiamo né cavalcare né ignorare il disagio. Questo governo sta cambiando l’immagine e l’autorevolezza dell’Italia in Europa, tutti devono essere parte della soluzione e non scaricare su qualcuno i problemi. a forza di retorica buonista e terzomondista, ci si dimentica delle persone che soffrono. Ci siamo preoccupati delle condizioni dei paesi da cui si parte e non di quelle in cui si arriva e accogliamo queste persone per permetterci di mantenere i nostri stili di vita con manodopera a basso costo”. Secondo Marco Grimaldi (Leu) “il decreto sicurezza minerà gli sforzi regionali per una distribuzione su tutto il territorio dell’accoglienza e smantellerà gli Sprar gestiti dai Comuni, che hanno favorito percorsi di integrazione e relazione, ingolfando i Centri di Permanenza per Rimpatri (ex Cie). Con questa legge odiosa si vuole negare in modo discriminatorio ad alcuni il diritto fondamentale alla salute, la possibilità di cercare o mantenere un contratto di lavoro, l’accesso ai servizi del territorio (i centri per l’impiego, un conto in banca, gli asili nido e le scuole dell’infanzia) e creare un esercito di invisibili Per questo in Piemonte dobbiamo proseguire lungo la strada dell’accoglienza diffusa, continuare a fornire cure e servizi e impugnare il decreto”. “Troviamo stucchevole – ha dichiarato il capogruppo Fdi Roberto Ravello – il solito spettacolo di soggetti che si arrogano senza alcun titolo il diritto di distribuire patenti di legittimità su chi è titolato ad esprimersi su certi temi, a partire dall’immigrazione. Ma soprattutto, registriamo l’ennesimo segnale di distacco della maggioranza di centrosinistra dalla realtà: da un lato abbiamo chi ha ridotto in modo consistente il numero degli sbarchi e dall’altra una Giunta regionale che lamenta la diminuzione dei richiedenti asilo nel circuito degli Sprar, invece che occuparsi dei problemi dei piemontesi”. Sulla stessa linea Gianluca Vignale (Mns): “voglio dire a Cerutti che dal 2014 al 2017 in Italia sono entrate 250 mila persone di cui abbiamo perso le tracce, di questi 40 mila sono minori non accompagnati. Questi sono dei clandestini che girano per l’Europa ospitale per cercare di avere sussidio economico e futuro. Per cui il vostro timore di mancanza di controlli è tardivo. In questa regione solo l’8-9% ha diritto d’asilo e sul fronte dell’emergenza sanitaria si spendono troppe risorse, garantendo un numero elevato di servizi ai clandestini con corsie preferenziali rispetto ai normali cittadini. L’idea universale di accoglienza è portata avanti da chi da troppo tempo non si confronta con la povertà che c’è in Piemonte”. Per Benito Sinatora (Lega Nord) “promuoviamo un ricorso come se il decreto avesse già prodotto effetti. Le leggi buoniste sono fallite, la Giunta vive una realtà diversa da quella dei cittadini comuni che subiscono gli effetti di un’immigrazione selvaggia e incontrollata. Queste politiche sono state bocciate dal popolo italiano che il 4 marzo ha dato un messaggio chiarissimo e oggi sperate che la magistratura si schieri contro il governo democraticamente eletto”. “Non ci devono essere cittadini di serie A e di serie B – è stato l’invito di Stefania Batzella (Mli) – ho apprezzato il ricorso della Regione, dobbiamo difendere e tutelare i diritti umani e i diritti delle persone. Sembra che la storia, con le sue tragedie non ci abbia insegnato nulla. L’immigrazione va controllata e gestita, ma non si possono lasciare morire le persone in mare”. “Nell’avanzare questo ricorso ci siamo avvalsi di una prerogativa della Giunta, senza invadere alcuna competenza del Consiglio regionale”, ha concluso Chiamparino. “Il nostro ricorso non è sui principi costituzionali, anche se mi auguro che questi principi siano oggetto di altri ricorsi, ma è sul conflitto di attribuzione dei poteri perché il decreto ha effetto sulle politiche di cui siamo titolari, come la sanità e i servizi sociali”.

"Stop alla tav? E' come uscire dall'Euro"

Gallina: “Credo che il premier Conte possa arrivare a una soluzione ragionevole guardando le evidenze”
Secondo il presidente dell’Unione Industriale, Dario Gallina “sospendere oggi la Torino-Lione sarebbe come uscire dall’euro”. L’Ansa riporta le sue parole dette a margine della presentazione della Fiera A&T.  “Da vent’anni – ha aggiunto –  si discute: ora non è più il tempo della discussione. A chi ha combattuto l’opera in modo ideologico dico che ci sono le ragioni per cambiare idea. Credo che il premier Conte possa arrivare a una soluzione ragionevole guardando le evidenze”. Per il capo di Confindustria di Torino sospendere il tunnel di base oltre ad avere risvolti legali “costerebbe più che portare avanti l’opera, con ricadute incalcolabili sul territorio nei prossimi decenni”.
 
(foto: il Torinese)

“Stop alla tav? E’ come uscire dall’Euro”

Gallina: “Credo che il premier Conte possa arrivare a una soluzione ragionevole guardando le evidenze”

Secondo il presidente dell’Unione Industriale, Dario Gallina “sospendere oggi la Torino-Lione sarebbe come uscire dall’euro”. L’Ansa riporta le sue parole dette a margine della presentazione della Fiera A&T.  “Da vent’anni – ha aggiunto –  si discute: ora non è più il tempo della discussione. A chi ha combattuto l’opera in modo ideologico dico che ci sono le ragioni per cambiare idea. Credo che il premier Conte possa arrivare a una soluzione ragionevole guardando le evidenze”. Per il capo di Confindustria di Torino sospendere il tunnel di base oltre ad avere risvolti legali “costerebbe più che portare avanti l’opera, con ricadute incalcolabili sul territorio nei prossimi decenni”.

 

(foto: il Torinese)

Con il vento tornano gli incendi in montagna

Sono una settantina gli incendi boschivi divampati in Piemonte dal 30 dicembre, quando dalla Regione è stato dichiarato lo stato di massima pericolosità. In tutto 180 i mezzi del sistema antincendi e 507 i volontari del corpo Aib impiegati. Il  vento di foehn di queste ore nelle vallate alpine e il rialzo delle temperature ha favorito il propagarsi delle fiamme. Nel Torinese incendi estesi a a Corio e Coazze, che da ieri stanno impegnando Aib e Vigili del Fuoco. La Protezione civile regionale monitora  la situazione e ha  attivato il proprio servizio di elicotteri e la Sala Operativa Unificata Permanente presso la direzione regionale dei Vigili del fuoco.

Il favonio porta via lo smog, blocco traffico ordinario

Grazie al forte vento di queste ultime ore  le micropolveri  sono scese sotto la soglia di allerta.  Stop alle misure anti-smog d’emergenza e, da martedì restano in vigore  solo quelle a carattere permanente. Circoleranno così auto e furgoni diesel Euro 4 ed Euro 5 e benzina Euro 1. Il blocco comprende gli Euro 0 di ogni tipo  h24, sette giorni su sette  e i diesel Euro 1, 2 e 3 dalle 8 alle 19 – dalle  8.30 alle  14 e dalle 16 alle 19 per i mezzi commerciali e per  trasporto di persone ad otto posti – dal lunedì al venerdì.

La Lega nell'angolo, Di Maio in difficoltà

di Ibis
Il referendum a questo punto si impone , ed è meglio di un accordo al ribasso fra Lega e 5 stelle che snaturi il progetto di alta velocità, con nuovi tagli agli investimenti
 
La nuova grande manifestazione Sì Tav ( forse addirittura più partecipata della prima) è stato un segnale definitivo alle forze politiche: Ora non si può più far finta di nulla. La novità è che sono scesi in campo direttamente sindaci e amministratori locali e si sa che questi contano molto elettoralmente. Il referendum a questo punto si impone , ed è meglio di un accordo al ribasso fra Lega e 5 stelle che snaturi il progetto di alta velocità, con nuovi tagli agli investimenti. Questi sì sarebbero soldi buttati senza un significativo miglioramento dei collegamenti internazionali, e darebbero all’opinione pubblica l’impressione di essere spesi per salvare le poltrone di chi sta governando. E’ significativo , in questo senso, che il direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio si lasci andare ad insulti e sarcasmo contro la manifestazione torinese e i suoi promotori: l’ultimo baluardo del ” radicalismo ” a 5 stelle, perdendo le staffe , conferma le paure dei puri e duri , cioè che Di Maio sia costretto a scendere a patti se non vuole perdere il governo. Poi si sa che chi non ha più argomenti ricorre agli insulti. Anche Salvini sa che La Tav, molto più dei problemi degli ormai pochi disperati che tentano di raggiungere le nostre coste e dietro i quali si nasconde per parlar d’altro , è la vera pietra di inciampo del governo. Il Nord produttivo vuole una linea vera ad alta velocità-capacità e sa ,per esperienza diretta, quanto possa servire: questo dicono le 33 associazioni di imprenditori, cooperative, artigiani commercianti , gli ordini professionali , le categorie sindacali scesi di nuovo in piazza ( quelli che Travaglio chiama i ” poteri marci”). E vogliono investimenti che possano far ripartire l’economia. Il messaggio è chiaro anche alla Lega: non si devono sprecare soldi in assistenzialismi vari, dice il mondo del lavoro, perchè mancheranno per le infrastrutture, come mancano nella legge di bilancio appena varata. Perchè si dovranno aumentare inevitabilmente le tasse che invece andrebbero ridotte, tagliare le pensioni in varie forme ( come già si è deciso). Intanto aumenterà la disoccupazione. A meno che quota 100 e il reddito di cittadinanza siano avviluppati in tali cavilli burocratici e norme da diventare solo fumo negli occhi degli elettori in vista delle europee. Così pensano le categorie produttive e gli amministratori delle più importanti regioni d’Italia ( dal punto di vista economico, naturalmente). Lo squadrismo giornalistico del Fatto quotidiano, il richiamo alla radicalizzazione da parte di Grillo e Di Battista deriva dal rendersi conto di essere ormai minoranza: basta che la Lega stacchi la spina e si vada a votare. Visto che tutti citano i sondaggi, allora i sondaggi ci dicono che il Movimento 5 Stelle sarebbe al 26%, a questo si aggiungerebbe un 2-3% della sinistra radicale e poco altro. Tutti i sondaggi, da sempre, sono univoci nell’assegnare al centro-destra la maggioranza in una ipotetica elezione anticipata. Persino Forza Italia e il Pd danno timidi segnali di ripresa. Anche Travaglio lo sa, e allora pensa che è meglio ritornare all’estremismo dell’opposizione. Salvini corre sul filo del rasoio: ma fino a quando tutti i suoi lo seguiranno dopo che viene abbandonato dalle categorie di riferimento al Nord e avanza la crisi economica?

(foto: il Torinese)
 

La Lega nell’angolo, Di Maio in difficoltà

di Ibis

Il referendum a questo punto si impone , ed è meglio di un accordo al ribasso fra Lega e 5 stelle che snaturi il progetto di alta velocità, con nuovi tagli agli investimenti

 

La nuova grande manifestazione Sì Tav ( forse addirittura più partecipata della prima) è stato un segnale definitivo alle forze politiche: Ora non si può più far finta di nulla. La novità è che sono scesi in campo direttamente sindaci e amministratori locali e si sa che questi contano molto elettoralmente. Il referendum a questo punto si impone , ed è meglio di un accordo al ribasso fra Lega e 5 stelle che snaturi il progetto di alta velocità, con nuovi tagli agli investimenti. Questi sì sarebbero soldi buttati senza un significativo miglioramento dei collegamenti internazionali, e darebbero all’opinione pubblica l’impressione di essere spesi per salvare le poltrone di chi sta governando. E’ significativo , in questo senso, che il direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio si lasci andare ad insulti e sarcasmo contro la manifestazione torinese e i suoi promotori: l’ultimo baluardo del ” radicalismo ” a 5 stelle, perdendo le staffe , conferma le paure dei puri e duri , cioè che Di Maio sia costretto a scendere a patti se non vuole perdere il governo. Poi si sa che chi non ha più argomenti ricorre agli insulti. Anche Salvini sa che La Tav, molto più dei problemi degli ormai pochi disperati che tentano di raggiungere le nostre coste e dietro i quali si nasconde per parlar d’altro , è la vera pietra di inciampo del governo. Il Nord produttivo vuole una linea vera ad alta velocità-capacità e sa ,per esperienza diretta, quanto possa servire: questo dicono le 33 associazioni di imprenditori, cooperative, artigiani commercianti , gli ordini professionali , le categorie sindacali scesi di nuovo in piazza ( quelli che Travaglio chiama i ” poteri marci”). E vogliono investimenti che possano far ripartire l’economia. Il messaggio è chiaro anche alla Lega: non si devono sprecare soldi in assistenzialismi vari, dice il mondo del lavoro, perchè mancheranno per le infrastrutture, come mancano nella legge di bilancio appena varata. Perchè si dovranno aumentare inevitabilmente le tasse che invece andrebbero ridotte, tagliare le pensioni in varie forme ( come già si è deciso). Intanto aumenterà la disoccupazione. A meno che quota 100 e il reddito di cittadinanza siano avviluppati in tali cavilli burocratici e norme da diventare solo fumo negli occhi degli elettori in vista delle europee. Così pensano le categorie produttive e gli amministratori delle più importanti regioni d’Italia ( dal punto di vista economico, naturalmente). Lo squadrismo giornalistico del Fatto quotidiano, il richiamo alla radicalizzazione da parte di Grillo e Di Battista deriva dal rendersi conto di essere ormai minoranza: basta che la Lega stacchi la spina e si vada a votare. Visto che tutti citano i sondaggi, allora i sondaggi ci dicono che il Movimento 5 Stelle sarebbe al 26%, a questo si aggiungerebbe un 2-3% della sinistra radicale e poco altro. Tutti i sondaggi, da sempre, sono univoci nell’assegnare al centro-destra la maggioranza in una ipotetica elezione anticipata. Persino Forza Italia e il Pd danno timidi segnali di ripresa. Anche Travaglio lo sa, e allora pensa che è meglio ritornare all’estremismo dell’opposizione. Salvini corre sul filo del rasoio: ma fino a quando tutti i suoi lo seguiranno dopo che viene abbandonato dalle categorie di riferimento al Nord e avanza la crisi economica?

(foto: il Torinese)