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Olimpiadi, si decide il 1° agosto

Cortina, Milano o Torino? Chi  rappresenterà l’Italia nella corsa all’assegnazione delle Olimpiadi invernali del 2026? La decisione si conoscerà tra un paio di settimane. Lo annuncia il presidente del Coni Giovanni Malagò: “Il primo agosto ci sarà una decisione, credo sia giusto e rispettoso della candidatura italiana, perché bisogna lavorarci al meglio e preparala. Così poi daremo più forza anche a livello internazionale”.

Toninelli: “La Tav? E’ nata male”

Per il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli la Tav è un’opera che è stata “ereditata” e  quando è nata “se ci fosse stato il M5s al governo, non sarebbe mai stata concepita in questo modo, così impattante e così costosa”. L’esponente del governo ne ha parlato a Radio1   e ha condannato con fermezza ” le proteste incivili che limitano l’espressione delle proteste civili”. Sul futuro della Torino-Lione ha aggiunto  che è intenzione dell’esecutivo  migliorarla, come previsto nel contratto di governo. Il ministro ha inoltre dichiarato che non vuole nessun tipo di danno economico all’Italia “ma vogliamo migliorare un’opera  nata molto male”. Ma su Facebook aggiunge: “ Rabbia e disgusto per come sono stati sprecati i soldi dei cittadini italiani. E nessuno si azzardi a firmare nulla sull’avanzamento dell’opera”

 

 

Torino e la Fiat da Valletta a Marchionne

Avvicendamento ai vertici della Fiat. Strano, ma nessuno ricorda Vittorio Valletta. Sono tanti gli anni che separano la direzione di Valletta e quella di Marchionne. Diverse le epoche e diversissimi gli stili. Il primo torinese al cento per cento. Fino ad intitolare un intero quartiere di alloggi popolari, molti costruiti direttamente dalla Fiat. Normale,  ai miei tempi, dirsi andiamo a “menar le mani” con quelli delle case Fiat. Per poi correre a gambe levate, visto che quelli erano più tosti di noi. Marchionne cittadino svizzero e  pendolare tra Torino, Svizzera e Detroit. Sempre sull’ aereo. Valletta che al massimo gli aerei li costruiva per l’esercito Italiano. Eppure Valetta coniò la famosa frase: quello che va bene per la Fiat va bene per Torino e per l’Italia. Valletta che raramente si recava a Roma e sempre in vagone letto. Ma una cosa in comune l’hanno avuta. Contavano di più della Famiglia Agnelli nella gestione dell’azienda. Loro, i manager, contavano di più dei ” padroni” della Fiat. E su una cosa erano diametralmente opposti. Valletta viveva l’orizzonte suo oltre Torino, fino a Rivalta.  Marchionne ha dato del tu sia ad Obama  che a Trump. Torino con Valletta aveva a Mirafiori oltre 60 mila operai. Ed oggi gli scarsi 5000 che ogni tanto vanno in produzione. Il rapporto tra Marchionne e la famiglia Agnelli é dunque rapporto tra Marchionne e Torino. Con il suo quasi irriverente pulloverino rigorosamente blu scuro tendente al nero. Ora critiche o esaltanti giudizi. Non prendiamo neppure in considerazione chi quasi gioisce.  Indubbiamente non ha ottenuto grandi risultati occupazionali, ma aveva un compito che ha egregiamente portato a termine. Prima della sua gestione la Fiat era in stato comatoso. Non ha portato i libri in tribunale per puro miracolo.
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Ora l’azienda  è risanata. Del resto Marchionne ha sempre detto: gli azionisti sono i miei “padroni” e punto di riferimento.  E non ha licenziato solo operai. Anzi, ha iniziato dalla dirigenza. La mattina lavorativa cominciava al Lingotto alle 6 del mattino. I  dirigenti convocati a quell’ora erano certi di diventare ex dirigenti Fiat. Chi dalle 9 in poi sperava di rimanere. Un uomo duro che non era lì ” per raccogliere le margherite”. I suoi detrattori hanno due cavalli di battaglia. La Fiat ha ricevuto moltissimi contributi statali e  non é stata conseguente dal punto di vista occupazionale. Ma ecco che Fiat si chiama Fca, tutta un’ altra cosa. Questo doveva fare Sergio Marchionne e questo ha fatto Sergio Marchionne. E gli azionisti gli sono grati. In verità con la sua sostituzione le azioni sono un p0′ scese. Ma per ora tutto sotto controllo. E non bisogna essere geniali nel leggere la scelta di Mike Manley nel segno della continuità.  Fca sempre più americana e sempre meno italiana. E per Torino grosse difficoltà nell’ attuare il piano industriale previsto. Un solo modello non basta a mantenere le linee di produzione a Mirafiori e Grugliasco. Federico Bellomo segretario Fiom è  realisticamente pessimista. Dario Basso segretario Uilm volonterosameente speranzoso. Con un solo punto fermo: per ora gli operai a Mirafiori diminuiscono  mille trasferiti a Grugliasco) non per produrre ma perché possono stare ancora in cassa integrazione. 
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E la politica ed i politici che fanno? Che dicono? Il loro sport preferito negli ultimi 25 anni? Silenzio e latitanza. Da Torino a Roma con la orgogliosa e tragica coerenza. Il solito ed isolato Chiampa tenta di dare la sveglia ad una città come Torino, che assiste impotente alla sua totale deindustrializzazione.  Altri Stati e altri governi sono intervenuti per “salvare” la propria economia.  Persino il tanto vituperato  Donald Trump ci tenta. Magari a modo suo ma ci tenta. Come ha fatto Obama chiamando Sergio Marchionne dopo che era diventato amministratore delegato di Fiat. Politica sospesa tra massimalismo parolaio e sudditanza compiacente. Due facce della stessa medaglia.  Noi torinesi non siamo contenti che chiuderà ( forse) Mirafiori. Non siamo contenti che Tne (proprietaria di un pezzo di Mirafiori) sia stata un flop totale. Tne con tanti soldi pubblici di fatto buttati via perché non hanno prodotto posti di lavoro. Sergio Marchionne può essere simpatico o antipatico. Ma non si può ascrivere a Lui il fallimento o la non esistenza di politiche industriali.  E’ colpa di una politica che si è voltata da una parte sorridendo. E,  almeno storicamente ha avuto torto Vittorio Valetta: ciò che va bene per Fca non é andato bene anche per Torino e l’ Italia.
Patrizio Tosetto

Manley al Lingotto per la riunione dei vertici Fca

Il nuovo ad Mike Manley è già al lavoro in vista della riunione a Torino, al Lingotto, sede storica della Fiat e poi di Fca, lunedì e martedì, del Gec – Group Executive Council, l’organismo decisionale del gruppo automobilistico, composto dai responsabili dei settori operativi guidato dall’amministratore delegato. Intanto il presidente di Fca John Elkann ha scritto una lettera ai dipendenti del gruppo,  dopo la nomina di Mike Manley ad amministratore delegato, in sostituzione di Sergio Marchionne: “Saremo eternamente grati a Sergio per i risultati che è riuscito a raggiungere e per avere reso possibile ciò che sembrava  impossibile. Ci ha insegnato ad avere coraggio e a sfidare lo status quo, a rompere gli schemi e ad andare oltre a quello che già conosciamo. E sono certo che tutti voi fornirete il massimo supporto a Mike, lavorando con lui e con il team di leadership al raggiungimento degli obiettivi del piano industriale 2018-2022 con lo stesso impegno e la stessa integrità che ci hanno guidato fino ad oggi”.

Quelli che non piangono se Torino perde le Olimpiadi

di Rivarol
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Ma davvero vogliamo credere alla favoletta che Torino potrebbe perdere le Olimpiadi per l’opposizione di quattro-cinque consiglieri comunali, peraltro istantaneamente sostituibili con altrettanti dell’opposizione pronti a votare a favore? È possibile per una volta lasciare da parte comode ipocrisie e riconoscere il significato di atteggiamenti tiepidi, posizioni contraddittorie e gesti autolesionisti, apparentemente inspiegabili, intorno alla candidatura della nostra città? Se Torino dovesse perdere le Olimpiadi (esito per il quale ci stiamo apparentemente impegnando molto), molti attori in questa partita non si dispererebbero. Alcuni sarebbero anzi sollevati, altri persino contenti.Partiamo dal Sindaco Appendino: si dica quel che si vuole, ma se ci tenesse davvero, avrebbe mille modi per superare l’opposizione di una piccola minoranza bizzosa. Magari non portandosi il marito alle riunioni, ma facendosi forza del via libera ricevuto sia da Grillo che da Di Maio. Accettando qualche voto dell’opposizione, se necessario, presentandosi come il primo cittadino che mette l’interesse di Torino davanti alle beghe di partito o ai suoi personali problemi di carriera o – come si dice oggi – di “life balance”. Il fatto è che Chiara è la prima, in fondo, a non dispiacersi troppo se Torino perde la corsa. Bisogna capirla: in fatto di eventi non gliene riesce una. Passa dal disastro di piazza San Carlo all’edizione “chiusa” degli ex-fuochi di san Giovanni, da un eccesso all’altro. Con che coraggio se la potrebbe sentire di gestire due mesi intensi di un evento ad alto contenuto tecnico e ad alto rischio, con i riflettori di tutto il mondo puntati sul suo operato?  Quando non riesci a organizzare un maxischermo senza provocare una tragedia o un mercatino di Natale senza dare lavoro alla Guardia di Finanza, alla fine è un fatto di prudenza sottrarsi alle Olimpiadi.Un altro che non piangerebbe è Giovanni Malagò, presidente del Coni: fresco di interrogatorio sulla vicenda dello stadio della Roma, ha una storia di rapporti “complicati” con le sindache grilline e certamente sarebbe più a suo agio a lavorare con un uomo “di sistema” come Beppe Sala, sindaco di Milano. Assecondato, in questo, dai due azionisti del governo: Salvini, perchè la Lega mantiene la testa a Milano e proprio qui il ministro dell’Interno progetta di fare bottino, smantellando l’ultima ridotta di Forza Italia; Di Maio, perché le Olimpiadi sono del tutto estranee agli interessi del suo blocco elettorale meridionale e, anzi, creerebbero attriti con l’ala movimentista, fornendo occasioni ai suoi rivali (Di Battista e Roberto Fico, che accessoriamente ricopre la terza carica dello Stato) per andare all’attacco su ogni minimo scandalo, autentico e presunto. Non piangerebbero, se Torino perdesse le Olimpiadi, alcune associazioni di categoria nazionale che ostentano patriottica neutralità, ma i cui rappresentanti martellano giorno e notte parlamentari ed esponenti del Governo a favore di Milano. E non piangerebbero nemmeno nelle province piemontesi del turismo internazionale (Laghi e Langhe) perché, grazie anche allo snobismo provinciale della classe dirigente torinese (non escluso, in questo caso, neppure Chiamparino), che non ha saputo né voluto fare sistema fuori dall’area metropolitana, ormai gli operatori – inclusi albergatori e ristoratori e relativi indotti, si sono integrati in circuiti consolidati con base a Milano. Non si tratta di un complotto: è che, a differenza del 2006, la candidatura di Torino parte debole, per una varietà di ragioni. Tra tutte, la più importante è che i protagonisti o non ci credono o remano contro. Di fatto, l’unica vera carta che ci resta  è la preferenza del Cio per le città con impianti esistenti e una cultura dei Giochi stabilita. Ecco perchè qualcuno, per eliminare il rischio residuo che il Comitato alla fine scelga Torino (malgrado Coni, governo e categorie), ha pensato bene di sparare sui piedi a un campione già azzoppato.
 

Fca, con Marchionne finisce un’era

Nella sua ultima uscita, il 27 giugno, Sergio Marchionne a Roma, consegna all’Arma dei Carabinieri una Jeep Wrangler. Un’occasione per ricordare le sue origini e i suoi i valori militari. Disse quel giorno: “Mio padre era un maresciallo dei Carabinieri. Sono cresciuto con l’uniforme a bande rosse dell’Arma e ritrovo sempre i valori con cui sono cresciuto e che sono stati alla base della mia educazione: la serietà, l’onestà, il senso del dovere, la disciplina, lo spirito di servizio”. Le condizioni di Marchionne oggi  sono peggiorate a causa di complicazioni inattese durante la convalescenza post-operatoria, aggravatesi ulteriormente nelle ultime ore. E’ Mike Manley il nuovo amministratore delegato di Fca, su decisione del consiglio di amministrazione del gruppo industriale riunitosi a Torino per la successione di Sergio Marchionne. Manley ha 54 anni ed e’ attualmente a capo dei marchi Jeep e Ram. La decisione e’ stata assunta dal cda convocato al Lingotto. Louis Carey Camilleri è il nuovo amministratore delegato di Ferrari, John Elkann  presidente.

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Il nuovo ad Mike Manley è già al lavoro in vista della riunione a Torino, al Lingotto, sede storica della Fiat e poi di Fca, lunedì e martedì, del Gec – Group Executive Council, l’organismo decisionale del gruppo automobilistico, composto dai responsabili dei settori operativi guidato dall’amministratore delegato. Intanto il presidente di Fca John Elkann ha scritto una lettera ai dipendenti del gruppo,  dopo la nomina di Mike Manley ad amministratore delegato, in sostituzione di Sergio Marchionne: “Saremo eternamente grati a Sergio per i risultati che è riuscito a raggiungere e per avere reso possibile ciò che sembrava  impossibile. Ci ha insegnato ad avere coraggio e a sfidare lo status quo, a rompere gli schemi e ad andare oltre a quello che già conosciamo. E sono certo che tutti voi fornirete il massimo supporto a Mike, lavorando con lui e con il team di leadership al raggiungimento degli obiettivi del piano industriale 2018-2022 con lo stesso impegno e la stessa integrità che ci hanno guidato fino ad oggi”.

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Le reazioni

Per tanti Sergio è stato un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile. Per me è stato una persona con cui confrontarsi e di cui fidarsi, un mentore e un amico”. John Elkann.

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“Posso parlare per la squadra corse qui in pista ad Hockenheim. Gli dedichiamo la pole di oggi, visto che per la gara di domani non c’è certezza. Siamo vicini a lui e alla sua famiglia”, dice a  Sky il team principal della Ferrari, Maurizio Arrivabene, amico personale di Sergio Marchionne.

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“Lo avevo sentito qualche tempo fa, dopo l’intervento, sembrava fosse andato tutto bene. Il comunicato di Elkann sul suo stato di salute mi ha scioccato. Sono molto addolorato” commenta  Dieter Zetsche, ad di Daimler

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Fca sostituisce Marchionne con Manley

AGGIORNAMENTO

E’ Mike Manley il nuovo amministratore delegato di Fca, su decisione del consiglio di amministrazione del gruppo industriale riunitosi a Torino per la successione di Sergio Marchionne. Manley ha 54 anni ed e’ attualmente a capo dei marchi Jeep e Ram. La decisione e’ stata assunta a causa del peggioramento delle condizioni di salute di Marchionne, a seguito di un intervento chirurgico subito a fine giugno.

Convocati oggi d’urgenza i Cda di Fca, Ferrari e Cnh industrial, all’ordine del giorno la possibile successione all’amministratore delegato Sergio Marchionne, ancora in degenza per l’intervento chirurgico subito. Il  sito specializzato Automotive News ha scritto indiscrezioni a tale proposito, ma dal gruppo industriale rispondono con un “no comment”. Potrebbe essere Louis Carey Camilleri, membro del board Ferrari, il prossimo amministratore delegato di Ferrari e John Elkann il presidente.

Ozono alto, ecco gli accorgimenti per la salute

La Città di Torino informa che a causa dell’elevata temperatura, “si è verificato in questi giorni un superamento del livello di informazione per l’ozono”.

Perdurando le condizioni di forte irraggiamento solare e le alte temperature, altri sforamenti potrebbero verificarsi nei prossimi giorni. Gli alti tassi di ozono e il protrarsi dello stato di allarme per le ondate di calore richiedono di osservare precauzioni. Una nota dell’ufficio stampa di Palazzo Civico raccomanda “di non svolgere attività ricreative con esercizio fisico intenso all’aperto, nei luoghi soleggiati. Si consiglia di evitare – per i lavori fatti all’aperto – le attività faticose nelle ore di maggior soleggiamento (indicativamente tra le 11 e le 17) e di effettuare pause frequenti in zone o strutture ombreggiate. Ai soggetti più sensibili (bambini, anziani, cardiopatici, asmatici o persone affette da malattie dell’apparato respiratorio) si ricorda inoltre di non permanere nei luoghi soleggiati”.Il suggerimento per tutti è di integrare la dieta con cibi contenenti sostanze antiossidanti, come frutta e ortaggi freschi. Fortunatamente le previsioni meteo dicono pioggia.

(FOTO: IL TORINESE)

I conti della Regione migliorano. Critiche su Finpiemonte

La situazione finanziaria della Regione Piemonte al termine dell’anno 2017 è migliorata rispetto a quella degli esercizi precedenti. Così afferma la Corte dei Conti nel Giudizio di Parificazione del rendiconto generale 2017. Il disavanzo complessivo passa da 7.562.571.136,50 euro dell’esercizio 2016 a 6.930.540.919,68 euro risultanti dal rendiconto dello scorso anno. L’assessore al Bilancio Aldo Reschigna commenta:  “è un dato positivo, pur nelle oggettive difficoltà.  Siamo in anticipo sul piano di risanamento dei conti che prevedeva per lo scorso anno di arrivare a circa 7 miliardi e 100 milioni di disavanzo, partendo dagli 8 miliardi e 250 milioni trovati all’inizio del mandato nel 2014”. Criticità per quanto riguarda la voce di spesa maggiore, la Sanità. La Corte dei Conti ha “bacchettato” la Regione in relazione ai controlli su Finpiemonte, la partecipata sulla quale è stata aperta un’inchiesta per la “sparizione” di 6 milioni di euro. Nella vicenda è stato coinvolto l’ex presidente della società, Fabrizio Gatti, arrestato e di recente rimesso in libertà.  Per il governatore Sergio Chiamparino  l’obiettivo è “far tornare i conti continuando a essere utili alla comunità piemontese”.

Blitz al Valentino, arrestati nove pusher

Nuovo blitz antidroga dei carabinieri della compagnia San Carlo, ieri al parco del Valentino. In tutto una quarantina di militari impegnati nell’operazione  iniziata fin dal mattino da pattuglie in borghese, in divisa e alle unità cinofile, che hanno presidiato l’area per individuare i nascondigli degli spacciatori. Sono state arrestate persone per droga e sequestrati 700 grammi di hashish. Cinque i denunciati e 15 tossicodipendenti segnalati alla Prefettura. I militari dell’Arma nel corso dei controlli settimanali al Valentino, avevano già arrestato nove pusher.