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Terrorismo all'”ultimo miglio”. Mille persone controllate nell’operazione del Ministero

Più di  mille le persone identificate, tra italiane e straniere, alcune già conosciute dalle forze dell’ ordine e 1100 veicoli controllati. Questi i riscontri avuti a Torino, dell’operazione nazionale Alto Impatto ‘Ultimo miglio’. La direttiva, impartita dal Ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha fatto sì che dal 28 al 30 agosto in città numerosi agenti, tra cui quelli dell’Ufficio Prevenzione generale e Prevenzione Crimine, siano stati impegnati nei controlli. Con l’operazione, dopo gli ultimi attentati e le ultime minacce terroristiche, si intende rafforzare sul territorio le misure di prevenzione generale e sicurezza soprattutto nei luoghi considerati più a rischio.

Vaccinazioni, le scadenze previste: 10 settembre da 0 a 6 anni, 31 ottobre da 6 a 16 

Alla ripresa dell’attività scolastica i genitori dei bimbi che frequentano l’asilo nido e la scuola per l’infanzia (nella fascia 0-6 anni) dovranno presentare il 10 settembre, primo giorno di scuola, la lettera di convocazione dell’Asl per la seduta vaccinale oppure l’autocertificazione che attesta le avvenute vaccinazioni obbligatorie. Invece le famiglie dei ragazzi più grandi, dai 6 ai 16 anni, avranno tempo fino al 31 ottobre. La principale innovazione sulla “questione vaccini” è stata spiegata nell’aula del Consiglio regionale dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta , in seguito alla richiesta presentata dal consigliere del Movimento 5 Stelle Davide Bono. Le singole Asl del Piemonte stanno provvedendo in questi giorni ad avvisare le famiglie inviando direttamente a casa la prenotazione della seduta vaccinale per i bambini che non risultano in regola con le 10 vaccinazioni obbligatorie. “In Piemonte abbiamo una buona copertura vaccinale e non è vero che le famiglie siano contrarie. Il meccanismo che abbiamo elaborato ancora prima della conversione in legge del decreto vaccini (il 28 luglio ndr) sta funzionando senza problemi – ha affermato Saitta – continueremo a monitorare i provvedimenti intrapresi attraverso una task force formata dai responsabili dei servizi vaccinali, che si riuniranno ogni 15 giorni per valutare i risultati del lavoro svolto ed affrontare le eventuali difficoltà”.

“Il nostro obiettivo – ha proseguito l’assessore – è quello di ridurre i disagi delle famiglie. Oltre all’introduzione delle autocertificazioni per chi è in regola con gli obblighi vaccinali e all’attivazione del numero verde 800.333.444, abbiamo stabilito che, anziché costringere i genitori a recarsi durante il mese di agosto ai servizi vaccinali, siano le stesse Asl ad avvisare le famiglie inviando direttamente la prenotazione per sottoporre i bambini alle vaccinazioni. L’invio delle lettere alle famiglie è già iniziato, con precedenza alla scuola dell’infanzia, quelle che partiranno da ora in poi avranno la data posticipata al 31 ottobre”.

E’ UFFICIALE: LE BARRIERE ANTITERRORISMO SARANNO “ARTISTICHE”

Palazzo Civico informa attraverso una nota che all’Assessorato alla Cultura della Città di Torino si è tenuto un incontro a cui hanno partecipato, su invito dell’Assessora alla Cultura Francesca Leon, l’Assessore all’Urbanistica Guido Montanari, l’Assessore alle Politiche Giovanili Marco Giusta, un delegato dell’Assessore allo Sport Roberto Finardi che detiene la delega alla sicurezza, l’Assessorato al Commercio, Fiorenzo Alfieri, presidente dell’Accademia Albertina, la Soprintendente Luisa Papotti,  i componenti delle associazioni impegnate nel progetto MurArte e Germano Tagliasacchi per la Fondazione Contrada Onlus.

 

“Renderemo le barriere antiterrorismo degli oggetti di arredo urbano capaci di dialogare con lo spazio cittadino in cui si trovano e rendendoli portatori di significati attraverso l’espressione artistica”. Francesca Leon, Assessora alla Cultura. A seguito del dibattito pubblico degli ultimi giorni, durante l’incontro ci si è confrontati su come conciliare le necessità di sicurezza del posizionamento di jersey ed elementi arborei  in piazza auliche e nelle aree pedonali del centro storico con l’estetica delle aree auliche della città caratterizzanti l’impianto urbano del centro cittadino.

 

Ecco gli obiettivi: avviare una riflessione più approfondita sul rapporto tra contesto urbano, barriere e sicurezza con lo scopo di riprogettare l’arredo urbano tenendo conto anche di questa nuova necessità. L’incontro ha definito interventi di breve, medio e lungo periodo.Il primo riguarda la verniciatura delle barriere con tinte coerenti con il Piano Colore della Città per ridurne l’effetto visivo. Nel frattempo la Città insieme all’Accademia Albertina e alla Soprintendenza, pubblicherà un bando per coinvolgere gli artisti affinché le barriere siano anche spazio di espressione artistica. La Città istruirà inoltre un Tavolo tecnico con gli assessorati competenti e la Soprintendenza per rivedere le collocazioni e restituire alcune prospettive visive dei percorsi pedonali oggetto di intervento negli ultimi giorni.

 

(foto: il Torinese)

 

Torino riapre piazza San Carlo per il grande concerto di MiTo – Settembre Musica

La sera del 10 settembre Torino riapre piazza San Carlo per l’esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven, in occasione di MiTo Settembre Musica. L’Ansa riporta le parole della sindaca Chiara Appendino: “ci saranno dei varchi molto leggeri presidiati anche con l’ausilio delle forze dell’ordine, ma sarà necessario uno sforzo di tutti i torinesi. Dobbiamo abituarci a vivere gli spazi pubblici in modo diverso”.

 

“Le norme che il pubblico dovrà rispettare – afferma Appendino -saranno presto pubblicate sul sito della manifestazione musicale”. Si tratta del primo  grande evento pubblico nel salotto torinese che fu drammatico teatro dei disordini durante la finale di Champions del 3 giugno. Conclude la prima cittadina:  “La piazza –  sarà piacevole e sicura. La decisione di aprirla per un grande evento coniugherà le nuove normative in materia di sicurezza con la possibilità di godere di uno spazio che sarà piacevole. La piazza non sarà e non deve essere militarizzata”.

 

(foto: il Torinese)

Ex Moi, Profumo: “Sgombero? Parola non contemplata. Serve coesione sociale”

L’iniziativa è finanziata con un milione e 750 mila euro da parte della Compagnia e 500 mila dal Comune

 

“Non ci saranno sgomberi, una  parola che  non è contemplata, E’ prevista la liberazione graduale delle case grazie a soluzioni abitative e a soluzioni formative e lavorative. Nelle palazzine dell’ex villaggio olimpico di Torino 2006 vivono in tutto circa 750 stranieri, 50 dei quali nei sotterranei.  Lo dichiara all’Ansa Francesco Profumo, il presidente della Compagnia San Paolo, che ritiene  un fiore all’occhiello il ‘progetto Moi’ (Migranti Opportunità Integrazione). L’iniziativa è congiunta tra Prefettura, Comune, Regione, Città Metropolitana e Curia torinese. “Si tratta di un modello di sviluppo e coesione sociale e serve pazienza, anche sul fronte della comunicazione bisogna stare attenti”, aggiunge Profumo. L’iniziativa è finanziata con un milione e 750 mila euro da parte della Compagnia e 500 mila dal Comune. E’ prevista la ricerca di posti di lavoro. Ad oggi 20 persone hanno seguito corsi di formazione e sono partite per Veneto, Friuli e Liguria. Le abitazioni libere potranno ospitare alcuni stranieri che vivono negli scantinati.

 

(foto: il Torinese)

Barriere “artistiche”: dibattito superficiale se dalla sicurezza si passa all’estetica

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

C’è chi insiste nel pensare alla bellezza dei blocchi di cemento che dovranno proteggere i torinesi da eventuali attentati. Innanzi tutto andrebbe verificata la effettiva efficienza dei ripari che a volte sembrano più dissuasori di sosta e che blocchi capaci di arrestare la corsa di un un tir. Appare strano che in passato nessuno avesse pensato a dotare la città di opportune difese , neppure quando l’evento dell’esposizione della Sindone poneva Torino nel potenziale mirino dei terroristi. Andò tutto bene e nessuno ci penso ‘ più . L’emozione suscitata a Barcellona in rapporto ai fatti  di piazza San Carlo ha fatto rizzare le antenne. Era ora. Ma ci sembra che lo spostare l’interesse dall’aspetto tecnico- funzionale delle barriere in difesa dal  terrorismo all’aspetto meramente estetico, quasi un colore potesse rasserenare, sia un atto di superficialità assurda. Che senso ha coinvolgere l’Accademia Albertina ? Che senso far sentenziare chi ha imbrattato di rosa le cassette delle lettere di mezza città ?  Questi sono tempi seri, per non dire drammatici. Non ci devono  essere spazio e passerelle mediatiche per chi invece di preoccuparsi della incolumità  dei cittadini, si interessa al colore dei blocchi di cemento. Io da cittadino vorrei sentire parlare  esperti in sicurezza, non artisti che propongono le loro stravaganti ricette . Se il brutto va combattuto, in primis va combattuto nelle periferie degradate .Senza pero’ lasciare la mano sciolta all’eccentricità di certi artisti che non sono proprio il meglio. Chi imbratta i muri e ritiene di essere un artista, andrebbe multato con severità . I muri,anche aulici,di Torino sono pieni di vere porcherie che imbruttiscono la città e la rendono selvaggia perché preda di bombolette scatenate che non hanno rispetto per il bello della Città che ne viene soffocato se non annullato  da gente che, armata di spray, si ritiene padrona della città e rivendica un  estro artistico che non possiede. Sono anche prepotenti e presuntuosi  come certi ciclisti che pedalano contromano o sui marciapiedi e pretendono di aver ragione. 

 

quaglieni@gmail.com

La “zattera-palcoscenico” musicale sul Po saluta la Mole e si trasferisce a Firenze

Le parole di Furio di Castri, direttore e ideatore della rassegna: ” Sono state fatte delle scelte di investimento diverse e a Torino non c’erano più le condizioni per realizzare il festival”

Il Jazz Fringe Festival dice definitivamente addio a Torino. Come anticipato dalle cronache torinesi di Repubblica, gli stessi organizzatori della sezione off del Tjf – ribattezzata Narrazioni Jazz dalla nuova amministrazione comunale- hanno annunciato sulla loro pagina facebook ufficiale, il trasferimento della rassegna nella città di Firenze. Dopo cinque edizioni consecutive in cui trombettisti, sassofonisti e contrabbassisti jazz, si sono esibiti sulle sponde del Po, la rassegna abbandona la Mole e si trasferisce sull’Arno. “E’ con un po’ di emozione – annunciano gli organizzatori – che possiamo finalmente dire che il Fringe Jazz Festival 2017 si terra. Manca pochissimo e sarà in una delle città più belle del mondo: Firenze.” Il format, a cominiciare dalla suggestiva zattera-palcoscenico che inebriava e faceva vibrare con le sue note lo specchio d’acqua davanti alla Mole, sarà lo stesso anche a Firenze. Ci saranno le “Night Towers” e molti concerti sparsi nei numerosi locali del capoluogo toscano. Dopo la mostra di Manet, trasferita a Milano, la perdita della festa per l’anniversario della Lonley Planet, o lo spostamento del G7 a Venaria, Torino sembra perdere un altro pezzo di “vita” lasciando tutti con un po’ di amaro in bocca. A Palazzo civico preferiscono un classico “no comment” sulla questione del trasferimento del Fringe. Dall’assessorato alla cultura sembrano però giungere dichiarazioni consolanti riguardanti la seconda edizione di Narrazioni Jazz, che sembrerebbe essere ricca di novità e di innovazioni. E quest’anno, mentre Firenze saluterà l’estate appena trascorsa danzando su note di musica Jazz (il festival si terrà dal 13 al 17 settembre), i torinesi lasceranno andare un altro pezzo di cuore della loro città.

 

Simona Pili Stella

Piano per i poveri: 300 pasti al giorno in attesa di riaprire la mensa del Cottolengo

Chiude per ristrutturazione la storica mensa del Cottolengo, che  serve quotidianamente oltre 500 ospiti per più di  160mila pasti. In attesa che questo importante presidio sociale riapra dopo i lavori, le istituzioni torinesi si daranno da fare per garantire il servizio ad almeno 300 poveri. E’ stato così predisposto un piano  coordinato dalla Caritas Diocesana con la partecipazione di Curia, Cottolengo, Comune, Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa Risparmio di Torino, Fondazione Specchio dei Tempi,Rsa Principe Oddone, Sermig, Associazione Terza Settimana, Centro Servizi per il Volontariato – Vol.To e cinque mense di carità. L’ arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia ha già messo a disposizione un locale del palazzo arcivescovile che ospiterà per il pranzo 51 persone.

(Foto: il Torinese)

(Dis)integrazione e accattoni aggressivi: quando l’estorsione entra nel supermercato

AVVISTAMENTI  di EffeVi
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Le mele marce tra le migliaia di “richiedenti asilo” nelle nostre città: siamo all’accattonaggio aggressivo dentro gli esercizi commerciali.
L’annata d’oro dei trafficanti di uomini ha lasciato tracce visibili nelle nostre città: un accattone straniero davanti a ogni negozio nelle città, gruppi di “richiedenti asilo” (ora è di moda chiamarli così), o se preferite di giovani stranieri, che bighellonano in giro nei piccoli centri, si ammassano ai valichi di confine (che siano Ventimiglia, il Brennero, o i passi di montagna che portano in Francia), nella speranza che uno dei Paesi europei confinanti (quelli che di solito predicano sull’accoglienza) allenti per un attimo i blocchi di polizia alla frontiera.
Tra estate 2016 e 2017 sono stati più di 200mila gli sbarchi di stranieri. Le notizie sui cosiddetti “taxi del mare”, sulla convergenza tra lavoro umanitario delle Ong e business dei trafficanti di uomini, con le conseguenti indagini giudiziarie e inchieste giornalistiche, hanno portato a una reazione del governo italiano e a una presa di coscienza – un po’ tardiva – dei governi europei (quelli che predicano di accoglienza e poi bloccano le frontiere). Grazie anche ai rinnovati accordi con il governo libico che controlla la costa orientale, gli sbarchi sono dimezzati: anzi, secondo il Viminale nel mese di agosto 2017 si sono ridotti di quasi il 90% rispetto all’anno scorso.
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Resta da vedere con quali misure si affronteranno i danni di un anno di sbarchi praticamente liberi, se non incentivati. Il Governo riconosce 500 Euro per ogni “richiedente asilo” ai Comuni che aderiscono allo SPRAR, entro un tetto di 2,5 migranti per 1.000 abitanti. Sono numeri dietro i quali si nascondono persone e realtà di non sempre facile gestione. 
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Gli immigrati accolti nel sistema ufficiale, secondo il Governo, erano 40.000 a inizio agosto. Poi ci sono gli irregolari. Abbiamo quindi decine di migliaia di giovani stranieri in circolazione per le nostre città, e si notano: sono in genere giovani, in buone condizioni fisiche, provenienti dall’Africa subsahariana. E’ evidente, in genere, che non sono interessati a trattenersi in Italia alla ricerca dei famosi “lavori che gli italiani non vogliono”. E’ molto raro trovare africani impegnati, per esempio, nella ristorazione o nell’assistenza agli anziani. Non riescono (e forse non vogliono) integrarsi nel tessuto economico, già di suo impoverito e poco adatto ad assorbire questo genere di risorse.
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Sono in genere diretti ad altri paesi europei, ma intanto sono qui e in qualche modo vivono. Molti li vediamo piantati davanti ai negozi e supermercati a chiedere o l’elemosina o un pedaggio. In genere hanno un atteggiamento mite e discreto, ma certo un accattone davanti a ogni esercizio commerciale non è esattamente il massimo, e c’è da augurarsi che governo cittadino e nazionale (leggasi: Vigili e Polizia) facciano rispettare regolamenti e leggi.
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Anche perché, come insegna la piaga dei parcheggiatori abusivi, il confine tra accattonaggio aggressivo ed estorsione è molto fluido e talvolta invisibile. Una lettrice ci racconta di essere stata avvicinata, all’interno di un supermercato di quartiere, da due giovanotti stranieri che le hanno chiesto, in atteggiamento minaccioso, di pagare per i loro acquisti (nel caso, birra e snacks). Non è difficile vedere nell’episodio, consumato ai danni di soggetti vulnerabili (pensiamo a una donna sola e anziana che debba affrontare il ritorno a casa a piedi sotto la minaccia), i tratti dell’estorsione più odiosa. E non c’è sociologismo che giustifichi episodi del genere.

Rapinatori egiziani al Valentino espatriati per “indole violenta e criminale”

Nella capitale egiziana sono stati consegnati alla polizia locale. Il quinto egiziano è stato  invece trasferito in un carcere in quanto colpito da ordine di custodia cautelare per rapina

 

Quattro dei cinque ragazzi egiziani che nei giorni scorsi, al parco del Valentino di Torino, erano stati espulsi dal questore per “indole violenta e criminale” sono stati rimpatriati. Tale misura di prevenzione personale era senza precedenti nel capoluogo piemontese. I giovani  erano stati fermati dalla polizia come artefici di una serie di furti e aggressioni nella zona del parco cittadino. Dopo il nulla osta dell’autorità giudiziaria, hanno lasciato il Cpr e, scortati su due diversi voli da personale specializzato dell’Ufficio Immigrazione e della Polizia di frontiera in servizio all’aeroporto di Caselle hanno raggiunto il Cairo. Nella capitale egiziana sono stati consegnati alla polizia locale. Il quinto egiziano è stato  invece trasferito in un carcere in quanto colpito da ordine di custodia cautelare per rapina. terminate le esigenze penalistiche, tornerà al Cpr e sarà rimpatriato.

 

(foto: il Torinese)