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In Regione i sindacati del comparto auto: “Rischiamo la cessazione industriale”

“Serve un urgente cambio di passo nelle politiche per il settore dell’automotive, a forte rischio di declino per l’impatto delle transizioni ecologica e digitale e del taglio dello specifico fondo”. Lo hanno ribadito le organizzazioni sindacali nel corso dell’audizione in terza Commissione, presidente Claudio Sacchetto, per un approfondimento sulla crisi del settore trainante per l’economia piemontese.

“Il rischio è la cessazione industriale”, è stato detto. “Il comparto dell’automotive in Italia è arrivato a un drammatico livello di criticità, assistiamo al disimpegno di Stellantis e alle difficoltà della Germania: tutto sembra concorrere alla sua scomparsa. È un settore strategico per il Paese, che ancora oggi rappresenta l’undici per cento del Pil nazionale e che nel solo Piemonte conta circa 56 mila occupati, a cui vanno aggiunti anche i lavoratori dell’intera filiera”.

I rappresentanti sindacali – sono intervenuti Valter Vergnano e Edmondo Lazzi (Fiom Cgil),  Gianfranco Verdini e Luigi Paone (Uilm Uil), Rocco Cutrì (Fim Cisl), Tania Basso (Fismic Confsal), Silvia Marchetti (Uglm Ugl), Fabrizio Amante e Marco Massucco (Quadri e capi Fiat), Paolo Parodi (Filctem Cgil), Gabriella Pessione (Felmca Cisl), Alessandro Casellato (Uiltec), Francesco Citraro (Failc Confail Fismic) – hanno spiegato come la situazione italiana s’inserisca in un contesto continentale complicato e come non ci siano garanzie sulle produzioni future, complici le sempre più frequenti delocalizzazioni.

“E anche laddove ci sono annunci, l’avvio delle nuove produzioni è continuamente spostato in avanti, come sull’elettrico. Chiediamo un confronto urgente con il Governo e Stellantis” hanno sollecitato i rappresentanti sindacali.

A preoccupare è soprattutto la situazione dell’ex Fiat, con la produzione nel 2024 in forte calo: l’utilizzo degli ammortizzatori sociali sta crescendo e prosegue la strategia di riduzione del numero di dipendenti attraverso lo strumento degli incentivi all’esodo.

I sindacati chiedono a Stellantis un piano industriale con un pacchetto straordinario di investimenti. Quest’anno, nonostante i 950 milioni di investimenti pubblici nei bonus, c’è il rischio di andare sotto le 300 mila vetture prodotte, malgrado sconti e bonus c’è un calo del venti per cento delle vendite.

Per i sindacati non è pensabile che la transizione energetica si faccia a scapito dei lavoratori, “le transizioni vanno accompagnate da investimenti in innovazione, digitalizzazione, formazione e tutele sociali”.

“La cassa integrazione dimostra ancora una volta la crisi di un settore su cui abbiamo sentito tante chiacchiere, la realtà è che i lavoratori perdono il salario e perdono i posti di lavoro” hanno ribadito.

Dalle sigle sindacali è poi stata manifestata perplessità, soprattutto in riferimento ai dazi, sul recente annuncio di voler attrarre un produttore di auto dalla Cina.

Per delucidazioni sono intervenuti nell’ordine: Monica Canalis (Pd), Alice Ravinale (Avs), Sarah Disabato (M5s), Roberto Ravello (Fdi), Gianna Pentenero (Pd), Alberto Avetta (Pd), Annalisa Beccaria (Fi), Emanuela Verzella (Pd) e Alberto Unia (M5s).

Quelle vecchie stazioni abbandonate sono un patrimonio. Il piano della Regione

A Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale, l’Assessore Regionale al Patrimonio Gian Luca Vignale ha presentato il piano di valorizzazioni dei beni ferroviari dismessi dal Demanio alla Regione, alla presenza dei membri della Prima e Seconda Commissione. L’Assessore ha illustrato le azioni da intraprendere ai Presidenti Roberto Ravello (Prima) e Mauro Fava (Seconda) ed ai rispettivi commissari.

I beni già ferroviari sono stati trasferiti dal Demanio dello Stato, beni che consistono sostanzialmente in due tipologie: i primi di proprietà regionale ma concessi a RFI per necessità ferroviarie e, quindi, di fatto indisponibili al patrimonio, i secondi, invece, beni in disponibilità che constano di stazioni ferroviarie, terreni e altri fabbricati, più materiale vario da poter valorizzare e riqualificare.

A titolo di esempio sulla ferrovia Torino-Ceres, la Regione ha acquisito con la sdemanializzazione le stazioni in disuso di Porta Milano, Stazione Dora e Stazione Madonna di Campagna a Torino, mentre per la tratta Canavesana i locali commerciali e di servizio della stazione di Cuorgnè (TO).

<Si tratta di un consistente patrimonio costituito da importanti beni immobiliari situati lungo le due tratte che si sviluppano a nord di Torino – ha spiegato l’Assessore Vignale alle commissioni  ci sono stazioni ferroviarie, locali commerciali, magazzini, tratti di ferrovia e terreni. La volontà della Regione è di rivitalizzare e riqualificare questi beni per restituirli alla collettività. Molti di questi immobili si prestano a svariati usi e destinazioni. Le loro posizioni sono strategiche, come è il caso di stazione Dora affacciata su piazza Baldissera o Porta Milano le cui potenzialità sono enormi. Dal materiale ferroviario storico contenuto, ma anche per dare nuova linfa a spazi per commercio, co-working, aggregazione e ricettività.

Coinvolgeremo il Comune, le Circoscrizioni, gli enti locali sede di stazione, il terzo settore e soggetti privati per fare di questi luoghi in cui sono transitati milioni di piemontesi luoghi vivi e a servizio del territorio. Questo piano di valorizzazione coinvolgerà presto tutti i comuni attraversati dalle due linee ferroviarie ancora attive.

A favore del piano abbiamo già un milione e ottocentomila euro per una prima attività di valorizzazione riguardante Porta Milano che diventerà il primo intervento con il quale restituire alla collettività un luogo i cui spazi saranno dedicati alla cultura, ad attività associativa e servizi>.

Alluvione ’94, il Piemonte ringrazia i protagonisti della ricostruzione

In occasione della ricorrenza del 30° anniversario della Grande Alluvione del novembre 1994 la Regione Piemonte ha organizzato “La forza di ricostruire”, evento che è svolto oggi ad Alba per ricordare cosa avvenne in quei giorni, fare il punto sul contrasto al dissesto idrogeologico e coinvolgere la cittadinanza sui temi della prevenzione.

Nel pomeriggio il Teatro Sociale ha ospitato “Il Piemonte ringrazia i protagonisti della ricostruzione”, cerimonia durante la quale sono state ricordate le vittime e sono stati ringraziati i sindaci, gli amministratori locali e i tanti volontari che si adoperarono in prima linea per portare aiuto, salvare tante vite e che lavorarono nei mesi successivi per consentire ai territori colpiti di risollevarsi.

A consegnare i riconoscimenti sono stati il presidente della Regione Alberto Cirio, il Capo Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, e l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi.

Il presidente Cirio ha affermato che l’iniziativa è stata organizzata per ringraziare tutti gli amministratori locali di quel tempo: “In Piemonte abbiamo una Protezione civile di alto livello qualitativo. Oggi vogliamo ricordare chi è stato protagonista di quei tragici momenti di 30 anni fa. Io avevo 22 anni quando ci fu l’alluvione e andai anche io, munito di pala, a spalare il fango alla Ferrero. Insieme a me c’erano gli operai della Ferrero che andarono a ripulire la fabbrica dal fango ancor prima di occuparsi delle loro case. Nel maggio 1995 sono diventato vicesindaco di Alba e così ho seguito gli anni della ricostruzione. La Protezione civile piemontese è costituita da persone che studiano e si preparano. Rimasi molto colpito quando, in Turchia, in una città terremotata di 200 mila abitanti come Antiochia, c’erano soltanto due ospedali da campo: uno degli Stati Uniti d’America e l’altro del Piemonte”. Il presidente ha aggiunto che “quando il Governo ha bisogno, chiama e il Piemonte risponde,‘perché la nostra Regione è sempre a disposizione dei sindaci per tutelare il territorio e soccorrere chi ha bisogno.”.

In mattinata – ha detto l’assessore regionale alla Protezione civile, Marco Gabusi – si è svolto nella Fondazione Ferrero il convegno “La Grande Alluvione e la sua eredità”, dove si è parlato del ruolo della Protezione civile, degli interventi tecnici che dopo l’alluvione hanno contribuito alla messa in sicurezza del territorio, delle prospettive future. Oggi ricordiamo il trentennale della tragica alluvione del 1994, un evento che ha segnato profondamente il nostro territorio e le nostre comunità. Sono trascorsi 30 anni, durante i quali abbiamo acquisito conoscenze fondamentali e messo in campo opere strategiche per la difesa del suolo. Abbiamo sviluppato e rafforzato sistemi di allertamento che ci permettono di essere oggi più sicuri e preparati. Ma ciò che rende unica la nostra regione è il valore umano della nostra Protezione Civile: uomini e donne che, con dedizione e coraggio, garantiscono un impegno costante e instancabile. Grazie a loro lavoro possiamo affrontare il futuro con maggiore serenità e consapevolezza”.

In un video intervento, il ministro della Protezione civile Nello Musumeci ha dichiarato “quanto organizzato dalla Regione Piemonte è importante e significativo perché si renda omaggio non solo alle vittime, ma anche perché venga dato merito a coloro che si adoperarono in uno straordinario slancio di solidarietà per alleviare ferite, dolore e sofferenze di quelle drammatiche giornate. Vi è infatti la necessità e il dovere etico, nonché la responsabilità politica, di trarre da questa esperienza una lezione e acquisire ogni elemento utile affinché la nostra condotta di oggi non ci riporti a quelle tragedie. L’alluvione del Piemonte insegna come si deve operare in condizioni di emergenza, quanto sia importante il coordinamento di ogni soggetto coinvolto ma anche l’importanza della prevenzione. Allora si guardava principalmente alla gestione dell’emergenza mentre oggi, dopo tanti anni abbiamo il dovere di interrogarci su cosa non funzionò. Il Governo ritiene che la prevenzione sia la priorità della Protezione civile, e bisogna lavorare affinché i cittadini abbiano la consapevolezza di vivere in un territorio fragile, che abbiamo il dovere di attrezzare il territorio per renderlo meno esposto e meno vulnerabile all’inclemenza del tempo. Il cambiamento climatico non deve essere un alibi: bisogna fare in modo che tutte le autorità coinvolte ad ogni livello sappiano trarre l’ispirazione per lavorare nell’ottica della prevenzione”.

Videomessaggio anche del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin: “Quei drammatici giorni di 30 anni fa furono una tragedia umana ed ambientale a cui la nostra generosa gente ha saputo reagire: le istituzioni, i volontari, i cittadini si sono prodigati per la ricostruzione.
Questa ricorrenza avviene mentre si susseguono sciagure simili in varie zone del nostro Paese ed in Europa. Non sono più eventi eccezionali, bensì una normalità climatica, che ci impone un cambio di passo assoluto. Occorre attuare tutte le azioni necessarie per mettere in sicurezza i luoghi più fragili, ma anche rendere non vulnerabili i territori considerati sicuri. Per questo scopo, il Pnrr ha previsto lo stanziamento di 2,5 miliardi di euro, di cui 1,5 già assegnati, che si aggiungono ai quasi 2 miliardi di euro messi a disposizione dal ministero dell’Ambiente nel 2024, per Regioni e Comuni. Abbiamo chiesto che la Finanziaria 2025 stanzi ulteriori 2,5 miliardi di euro, il che significa un aumento del 35 per cento rispetto all’anno precedente. Dobbiamo reagire alla nuova realtà climatica, prendendo esempio dalla risposta energica e determinata che i cittadini diedero in occasione dell’alluvione del 1994”.

In sala anche il Capo Dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano: “Quando trent’anni fa il Piemonte fu colpito da quella tremenda alluvione, il Servizio nazionale di Protezione civile era stato istituito solo due anni prima, con la legge 225 del 1992. È su questo evento che il volontariato organizzato ha iniziato a formarsi e da quel momento ha accompagnato e sostenuto il Paese nel superamento di ogni calamità naturale. Da quell’evento ad oggi, abbiamo compiuto tutti insieme un cammino di crescita che ha portato il sistema italiano ad essere un modello in tutto il mondo e nelle tante emergenze che abbiamo dovuto affrontare abbiamo sempre potuto contare sull’eccellenza che ormai rappresenta la Protezione civile della Regione Piemonte”.In mattinata si è svolto nella Fondazione Ferrero il convegno “La Grande Alluvione e la sua eredità”, dove si è parlato del ruolo della Protezione civile, degli interventi tecnici che dopo l’alluvione hanno contribuito alla messa in sicurezza del territorio, delle prospettive future.

I riconoscimenti

La cerimonia ha previsto la consegna di una targa e di una medaglia di ringraziamento per gli amministratori che nel 1994 registrarono vittime sul proprio territorio, nonché per il sistema di coordinamento della Protezione civile piemontese.

A consegnarli il presidente Cirio, il Capo Dipartimento Ciciliano e l’assessore Gabusi.

Il Presidente della Regione Piemonte nel 1995, Enzo Ghigo.

Il presidente della Provincia di Torino nel 1994, Luigi Ricca, accompagnato dal Vice Sindaco Metropolitano Jacopo Suppo.

Il Presidente della Provincia di Cuneo nel 1994, Giovanni Quaglia, accompagnato del Presidente Luca Robaldo.

Il Presidente della Provincia di Alessandria nel 1994, Massimo Bianchi, accompagnato dal Presidente Luigi Benzi.

Il Presidente della Provincia di Asti nel 1994, Luciano Grasso, ha ritirato la targa il figlio Danilo Grasso, accompagnato dal Presidente Maurizio Rasero.

Il Presidente della Provincia di Vercelli nel 1994, Gilberto Valeri, ha ritira la targa il Presidente Davide Gilardino.

In ricordo del Sindaco del Comune di Alessandria nel 1994, Francesca Calvo, ha ritirato la targa il figlio, Consigliere regionale Davide Buzzilanghi, accompagnato dal Vicesindaco Giovanni Barosini.

In ricordo del Sindaco del Comune di Alba nel 1994, Enzo Demaria, ha ritirato la targa il figlio Claudio De Maria, accompagnato dalSindaco Alberto Gatto

l Sindaco del Comune di Canelli nel 1994, Oscar Bielli, accompagnato dal Vicesindaco Mauro Stroppiana.

In ricordo del Sindaco di Chivasso nel 1994, Francesco Lacelli, ha ritirato la targa la moglie, Sig.a Rita Mosca,, accompagnato dal Sindaco Claudio Castello.

In ricordo del Sindaco di Crescentino nel 1994, Luigi Canonica, ha ritirato la targa la figlia Barbara Canonica, accompagnata dal Sindaco Vittorio Ferrero e dal Vicesindaco Liberato Disposto.

Il Sindaco di Varallo Sesia nel 1994, Pier Angelo Pitto, accompagnato dal Vicesindaco Eraldo Botta.

In ricordo del Ministro dell’Interno nel 1994, Roberto Maroni, hanno ritiratno la targa la Sig.a Emilia Macchi e la Sig.a Enza Maroni.

Per il Coordinamento Regionale del Volontariato di Protezione Civile del Piemonte ha ritirato la targa il Presidente Marco Fasero.

Per Il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Torino ha ritirato la targa il Presidente Leonardo Capuano.

Per Il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Alessandria ha ritirato la targa il Presidente Andrea Morchio.

Per il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Asti ha ritirato la targa il Presidente Gianfranco Castagna.

Per il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Cuneo ha ritirato la targa il Presidente Roberto Gagna.

Per Il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Vercelli ha ritirato la targa il Presidente Dario Colangelo.

Per la Direzione Regionale Piemonte dei Vigili del Fuoco ha ritirato la targa il Direttore Alessandro Paola.

Per la Croce Rossa Italiana, Comitato Regionale Piemonte ha ritirato la targa il Presidente Vittorio Ferrero.

Per il Corpo Volontari Antincendi Boschivi del Piemonte ha ritirato la targa l’Ispettore generale Cav. Corrado Busnelli, accompagnato dagli ispettori regionali Jacopo Caretti e Roberto Badellino.

Per la Protezione Civile Piemonte dell’Associazione Nazionale Carabinieri ha ritirato la targa il Presidente Roberto Zocchi.

Per il Coordinamento delle Sezioni Piemontesi dell’Associazione Nazionale Alpini ha ritirato la targa il Presidente Alessandro Trovant.

Per l’Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori Delegazione Piemonte e Valle d’Aosta ha ritiraro la targa il Sig. Mauro Luigi Rubat Ors.

Per la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia ha ritirato la targa il Presidente delle Misericordie d’Italia Alba Bruno Rustichelli.

Per il Presidente dell’Associazione Commercianti Albesi nel 1994 Giancarlo Drocco ha ritirato la targa il figlio Marcello Drocco, accompagnato dal Direttore Fabrizio Pace e dal Vice Direttore Silvia Anselmo.

Per la Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi ha ritirato la targa Roberto Bellato, Presidente della Fondazione nel 1994.

Targa alla giornalista Paola Scola, autrice di “Eroi nel fango” e “Più forti dell’alluvione, e per aver raccontato e tramandato, in questi anni, la forza e il coraggio di ricostruire di un’intera comunità.

Targa anche per il Soccorso Alpino Speleologico Piemonte, il Dipartimento di Emergenza Sanitaria, l’Associazione Nazionale Bersaglieri Regione Piemonte e l’ANPAS Comitato Regionale Piemonte

IL CONVEGNO DEL MATTINO

In mattinata si è svolto nella Fondazione Ferrero il convegno “La Grande Alluvione e la sua eredità”, dove si è parlato del ruolo della Protezione civile, degli interventi tecnici che dopo l’alluvione hanno contribuito alla messa in sicurezza del territorio, delle prospettive future.

Aprendo i lavori l’assessore Gabusi ha sottolineato che “Oggi ricordiamo un evento che ha segnato profondamente il nostro territorio e le nostre comunità. Sono trascorsi 30 anni, durante i quali abbiamo acquisito conoscenze fondamentali e messo in campo opere strategiche per la difesa del suolo. Abbiamo sviluppato e rafforzato sistemi di allertamento che ci permettono di essere oggi più sicuri e preparati. Ma ciò che rende unico il a la nostra regione è il valore umano della nostra Protezione Civile: uomini e donne che, con dedizione e coraggio, garantiscono un impegno costante e instancabile. Grazie a loro lavoro possiamo affrontare il futuro con maggiore serenità e consapevolezza.”

Sono seguite le relazioni di Secondo Barbero, direttore di Arpa Piemonte, Tommaso Simonelli dell’Autorità di Bacino del Po e di numerosi tecnici della Regione. In particolare Vincenzo Coccolo, direttore della Protezione civile regionale nel 1994, ha ricordato che “l’alluvione venne prevista con un ampio anticipo, di 72 ore dalla nostra struttura. Non servì purtroppo a nulla: era l’epoca dei fax e coincise con un fine settimana. Gli uffici pubblici erano chiusi e i fax vennero letti tardi, il lunedì mattina. Quella tragedia fu una lezione per tutti: venne riconosciuto il ruolo del servizio meteoidrografico nelle procedure di allertamento e fu introdotto un percorso virtuoso per un nuovo approccio nella comprensione dei fenomeni, anche sociologico. Sino ad allora, infatti, l’approccio della Pubblica amministrazione era rivolto principalmente al ripristino dei danni con interventi strutturali ad evento avvenuto, con scarso interesse dell’opinione pubblica, che viveva tali eventi come fatti ineludibili. Dopo il 1994 cominciò a formarsi una coscienza collettiva di protezione civile da parte della popolazione e dei mezzi di comunicazione”.

30 ANNI DOPO. L’alluvione del 1994: un ricordo indelebile e un’opportunità di rinascita

In occasione della ricorrenza del 30° anniversario della Grande Alluvione del novembre 1994 la Regione Piemonte organizza La forza di ricostruire”, evento che si terrà il 6 novembre ad Alba per ricordare cosa avvenne in quei giorni, fare il punto sul contrasto al dissesto idrogeologico e coinvolgere la cittadinanza sui temi della prevenzione.

Il programma è suddiviso in due parti:

dalle ore 9 alle ore 13 alla Fondazione Ferrero, “La Grande Alluvione e la sua eredità”, un convegno sul ruolo della Protezione civile, sugli interventi tecnici che dopo l’alluvione hanno contribuito alla messa in sicurezza del territorio, alle prospettive future;

dalle ore 15 alle ore 17 nel Teatro Sociale “Il Piemonte ringrazia i protagonisti della ricostruzione”, cerimonia per ricordare le vittime e per ringraziare i sindaci, gli amministratori locali e i tanti volontari che si adoperarono in prima linea per portare aiuto, salvare tante vite e che lavorarono nei mesi successivi per consentire ai territori colpiti di risollevarsi.

LA TESTIMONIANZA

L’alluvione del 4 novembre 1994 è stata una delle più gravi mai verificatesi in Piemonte. Quel tragico evento causò 68 vittime e
provocò gravi danni alla popolazione, alle infrastrutture e alle attività economiche. Quello stesso dramma fu anche occasione di
solidarietà pubblica e famigliare che consentì di porre rimedio al disastro e diede un’opportunità di rinascita alla comunità.
Trent’anni fa quel devastante evento colpì anche Santena. In quei giorni, segnati da angoscia e amarezza, la comunità si mobilitò per
ripristinare la normalità. Molti che non si conoscevano si aiutarono reciprocamente e numerosi volontari si offrirono per svolgere
lavori duri e preziosi. Grande fu l’impegno dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Benny Nicotra, affiancato dal
vicesindaco Gianni Ghio, dagli assessori, dai consiglieri e da tutti i dipendenti comunali e fondamentale fu il supporto della Protezione
Civile, della Croce Rossa e di numerose altre organizzazioni pubbliche e private.

Il Rotary Chieri donò tre contributi da un milione di lire a cittadini e attività colpite e, in proposito, merita di essere ricordato il
seguente episodio: fra i beneficiari Tommaso, il cui locale era stato devastato da due metri d’acqua, in lacrime, disse di non poter
accettare l’aiuto. Confidò di aver ricevuto lo sfratto dal proprietario, perciò, dovendo lasciare l’immobile, non avrebbe potuto
continuare la sua attività. L’aiuto gli fu comunque consegnato e il proprietario fu convinto a rinnovare il contratto così Tommaso
poté riprendere il suo lavoro.

Nel dicembre 1994 io fui eletto presidente del Comitato Alluvionati di Santena e successivamente vicepresidente del Coordinamento
Comitati Alluvionati di Asti. Il Coordinamento fu costituito per rappresentare e assistere gli alluvionati dinanzi alle autorità,
favorendo il buon esito delle pratiche, nonostante le complessità del sistema burocratico.

Importantissime furono le consulenze della senatrice Giovanna Briccarello e la sua opera per facilitare i rapporti con i parlamentari
di ogni partito. Anche grazie al suo impegno, il Parlamento pervenne alla stesura di norme a vantaggio del Piemonte, esempio per il
futuro. La senatrice fu cofirmataria della Legge 18/1995, che conteneva “Disposizioni urgenti in materia di risarcimento (…. )
conseguenti a calamità naturali…” e continuò a seguire l’evoluzione normativa, sostenendo le esigenze degli alluvionati.
Per sostenere l’emanazione del provvedimento, nel gennaio 1995 il Coordinamento aveva organizzato una manifestazione ad
Alessandria con la partecipazione di oltre cinquemila alluvionati. Anche grazie ad iniziative del genere la legge 18 venne promulgata,
tuttavia le banche non erogarono i finanziamenti previsti.

Il 21 aprile 1995 il Coordinamento organizzò a Roma una protesta alla quale parteciparono 120 sindaci con la presenza del
sottosegretario alla Protezione Civile il professor Franco Barberi. Un gruppo di rappresentanti incontrò il viceministro Giuseppe
Cardia in sostituzione del primo ministro Lamberto Dini. Dopo qualche tempo, come da richiesta, La riunione si concluse senza
risultati immediati ma prima di uscire evidenziai al viceministro la necessità di concedere alle banche un tasso fisso anziché variabile.
Accolse il suggerimento e modificò la normativa, convincendo così le banche ad erogare 735 miliardi di lire alle imprese alluvionate
con finanziamenti agevolati per 10 anni.

Per conseguire tali risultati intervenne anche la Regione Piemonte, inizialmente con il presidente Brizio e, da aprile ’95, con il
presidente Enzo Ghigo, con gli assessori Gilberto Pichetto Fratin e Ugo Cavallera. Decisivi furono i ripetuti incontri con l’ABI, con il
Mediocredito Centrale e con l’Autorità di Bacino.

Un grosso contributo all’evoluzione normativa venne dai parlamentari Giovanna Briccarello, Angelo Muzio, Enrico Morando, Bruno
Matteja, Oreste Rossi, Nerio Nesi e Carlo Azeglio Ciampi.

Grazie alla Legge 18, che prevedeva il finanziamento per “il ripristino anche migliorativo dei beni danneggiati”, molte aziende
poterono sostituire vecchi macchinari danneggiati con attrezzature moderne. L’Unione Europea esaminò le normative per assicurarsi
che gli aiuti di Stato non violassero la concorrenza, confermandone la validità.

In occasione del trentennale, rinnovo il pensiero e il ringraziamento a tutti coloro che hanno dato il loro contributo e in particolare
al presidente del Coordinamento Comitati Alluvionati, il geometra Paolo Boccardo.

Santena è stata un punto cruciale per gli avvenimenti del 1994. L’attuale rievocazione avrebbe potuto essere l’occasione per riunire
gli esponenti politici, ministri, sottosegretari, parlamentari, consiglieri, funzionari, nel ricordo di quanto accaduto e nella
commemorazione di coloro che non sono più con noi.

Mario Marocco

Immaginare, Progettare, Capire la Città di domani

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Politecnico di Torino Castello del Valentino, Viale Mattioli, 39  – venerdì 8 e sabato 9 novembre 2024

Come immaginiamo l’ambiente urbano di domani? Per quale progetto di vita? Chi è coinvolto nel progetto delle città del futuro? A chi lasceremo un pianeta largamente urbanizzato, e in quali condizioni? Domande essenziali per l’oltre 50% della popolazione mondiale (4 miliardi di persone) che già vivono in aree urbanizzate. Un numero destinato a crescere nei prossimi anni, tanto che alcuni studi stimano che nel 2030 il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città.

A queste domande si proverà a rispondere venerdì 8 e sabato 9 novembre 2024 nel corso dell’evento URBAN DESIRES – Immaginare, Progettare, Capire la Città che animerà gli spazi del Castello del Valentino, patrimonio UNESCO nell’ambito del sito Residenze Sabaude e sede dell’organizzatore dell’iniziativa, il Dipartimento di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio (DIST) del Politecnico di Torino e dell’Università di Torino.

Una serie di incontri sulla città “desiderabile”, tra criticità del presente e responsabilità del futuro; due giornate di interventi, talk, dialoghi, mostre, living lab e molte altre attività in cui la voce degli esperti e delle esperte del DIST si mescolerà a quella di ospiti nazionali e internazionali di prestigio. Il programma si sviluppa attraverso tre assi tematici, tre lenti di osservazione, tre orientamenti al fare, per ridisegnare il presente immaginando il futuro: Immaginare – Progettare – Capire.

  1. Immaginare: Proviamo a partire da questa domanda: “In quale città del passato, del presente o del futuro vorresti vivere e perché?” e tracciamo delle rotte, insieme a interlocutori e pubblico, sulle ragioni di questa scelta. Immaginare l’urbano può essere un modo per pensare in termini prospettici, propositivi, aperti, utopici e liberati dalla pesantezza del presente o dai fantasmi del passato. Nutrire la capacità immaginativa è un modo per articolare il futuro come se fosse una storia con dei finali aperti e farlo a partire da singolarità e differenze di ciascuno e ciascuna.
  1. Progettare: Pianificare la città, il suo uso, la sua trasformazione e la sua gestione, attraverso competenze diversificate, per operare su diversi aspetti: bilancio e investimenti, sviluppo economico, vitalità culturale e riuso del patrimonio, capacità di accoglienza e inclusione sociale, qualità della vita, sostenibilità urbana, autonomia energetica, trasporti pubblici, accessibilità. Quali figure e quali competenze sono richieste per affrontare simili questioni? Quali strumenti concettuali e operativi possono risultare efficaci?
  1. Capire: Comprendere e valutare la città: in che modo? Per quali esigenze? Partiamo esaminando modelli e metriche esistenti e riflettiamo criticamente su di essi, prestando attenzione agli aspetti dinamici della valutazione nel tempo e nello spazio, alle modalità di coinvolgimento e di partecipazione dei diversi stakeholder e all’impatto della valutazione in termini di politiche urbane e di sviluppo territoriale.

 

Venerdì 8 novembre alle ore 14.00 è previsto l’opening dell’evento. Tra le tematiche affrontate, un focus sul rapporto tra città e università e le molteplici implicazioni che la presenza della popolazione studentesca universitaria ha sulla conformazione dello spazio urbano. A seguire, due interventi sul tema della “città della notte”: a un dialogo volto a stimolare un confronto tra Torino e Londra sui temi della night-time economy e delle politiche di governo della notte, seguirà il talk di Andreina Seijas, consulente internazionale con oltre 15 anni di esperienza nello sviluppo e nelle politiche urbane in America Latina, Europa e Stati Uniti, che illustrerà esempi internazionali di strategie notturne di successo per comprendere se e come poterle adattare alla città di Torino.

A conclusione della giornata, l’evento si sposterà a Spazio Contrada Murazzi, per trascorrere una serata all’insegna di musica elettronica che attinge al corpo e all’intelligenza collettiva del territorio.

Il giorno seguente, sabato 9 novembre, ci ritroveremo nuovamente al Castello del Valentino. In apertura, un intervento di Giovanni Maria Flick sul rapporto conflittuale fra l’esigenza di tutela della natura e del paesaggio e la sperimentazione di innovazioni per la transizione energetica dei territori. Nel pomeriggio, un talk di Marco Te Brömmelstroet, membro del consiglio di amministrazione dell’Urban Cycling Institute e docente presso l’Università di Amsterdam, sulla mobilità ciclabile. Troveranno spazio nel corso della giornata anche due interventi sulle ricadute del cambiamento climatico sulla gestione dell’acqua nelle città e sulla qualità degli spazi di vita urbani e il confronto fra gli esperti e le esperte del Dipartimento e l’assessore all’urbanistica della Città di Torino Paolo Mazzoleni sulle possibili strategie di miglioramento dell’ambiente urbano di Torino Nord. In conclusione, un dialogo di eccellenza tra l’artista Tino Sehgal e gli esperti e le esperte del Dipartimento sui temi dell’immaginazione e della progettazione dello spazio urbano.

Durante le due giornate, parallelamente alle sessioni di talk e dialoghi in plenaria, sono previsti anche un living lab, due attività laboratoriali e l’esposizione di due mostre. Programma completo al link: https://www.urbandesires.it/programma/

L’iniziativa inaugura una vera e propria piattaforma di iniziative di Public Engagement del dipartimento DIST. Da inizio ottobre è attivo Urban Desires www.urbandesires.it/, il sito che raccoglie le attività di disseminazione e divulgazione del DISTUrban Desires è uno spazio progettuale e creativo, tra ricerca e divulgazione, per ragionare insieme sulla complessità delle trasformazioni economiche, sociali e ambientali del territorio e della città.

We run for women, corriamo per fermare i femminicidi. Un percorso di 5 km accessibile a tutti

Iniziative per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Domenica 24 novembre è possibile compiere un gesto concreto per dire “no” ai femminicidi e alle diverse forme di violenza nei confronti delle donne. Un percorso di 5 km accessibile a tutti oppure di 10 km (competitive non); si potrà correre o camminaresi svolgerà per le vie del centro di Torino con partenza da Piazza Solferino alle ore 9.

We Run For Women, questo il nome dell’iniziativa giunta alla terza edizione, è voluta dalla Questura di Torino, sostenuta dal Consiglio regionale, dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino e organizzata dal CUS Torino, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale -Ambito Territoriale di Torino Ufficio V.

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne che ricorre il 25 novembre, l’obiettivo è quello di coinvolgere quanto più possibile la cittadinanza sensibilizzandola su un tema di triste e crescente attualità.

Il ricavato della manifestazione sarà devoluto al Progetto S.O.S. – Sostegno Orfani Speciali, selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini e finanziato nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Centri Antiviolenza E.M.M.A. Onlus è capofila del progetto, attivo in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, dove sta già sostenendo più di 20 beneficiari. A Torino, in via Nota n.5, gestisce il Centro S.O.S., primo spazio in Italia dedicato agli orfani e alle orfane di femminicidio

In base ai dati della Questura di Torino i reati spia in materia di violenza di genere commessi nella provincia di Torino fra il 1° novembre 2023 e il 31 ottobre 2024 sono stati 1.936, in calo dell’11,36% rispetto ai 2.184 del corrispondente periodo 2022/2023. Il reato maggiormente interessato della categoria è quello dei maltrattamenti contro familiari e conviventi (957), in diminuzione rispetto all’anno precedente (1.091). A seguire il reato di atti persecutori (686 reati) in calo rispetto al 2022/2023 (804). Le violenze sessuali, pari a 293 reati, segnano invece un aumento dell’1,38% in rapporto all’anno precedente (289). Se infine si considera l’andamento pluriennale complessivo dei reati spia, dal 2020 al 2024, si rileva un incremento del 7,56%.

La volontà di diffondere la cultura del rispetto e la prevenzione di ogni forma di violenza contro le donne ha spinto inoltre la Polizia di Stato, insieme con il Consiglio regionale e l’Ufficio scolastico regionale, a organizzare un incontro, Voci di coraggio, rivolto ai ragazzi e alle ragazze delle scuole medie superiori. Si terrà giovedì 21 novembre al Palazzo della Luce di Torino (via Bertola 40) alle ore 10 e avrà un approccio dinamico e interattivo, per favorire il dialogo e la partecipazione dei giovani. Oltre all’intervento di vari esperti sarà ospitata la testimonianza di un giovane, vittima di violenza assistita.

Dichiarazioni

Davide Nicco, Presidente del Consiglio regionale del Piemonte: ” ‘We Run For Women – Corriamo per fermare i femminicidi’, è un evento che unisce sport, solidarietà e consapevolezza sociale.
Vittime sono senza dubbio le donne che ingiustificatamente e con una frequenza drammatica vengono uccise. Ma vittime di queste sconvolgenti tragedie sono anche i figli che restano orfani.
Compito della società e delle istituzioni è non lasciarli soli e ascoltare le loro voci.
Con questa manifestazione che vuole essere un segnale concreto contro ogni forma di violenza di genere, il Consiglio vuole anche contribuire a supportare e proteggere gli orfani di femminicidi, coloro che hanno subito la più tragica delle perdite.
Consapevoli dell’importanza della prevenzione, siamo al fianco della Polizia di Stato anche per l’incontro formativo dedicato alle scuole, per sensibilizzare i più giovani al rispetto e al rifiuto di ogni forma di violenza.
“.

Valentina Cera, Consigliera regionale segretaria: “Mettersi in cammino, correre per lottare contro la violenza di genere è il percorso giusto da intraprendere. L’invito è quello di percorrere la strada della parità di genere insieme e di farlo il 24 novembre in occasione della corsa We Run For Women. Vi aspettiamo numerosi, corriamo per le donne, contro la violenza”.

Paolo Sirna, Questore di Torino: L’esigenza di prevenire e contrastare il fenomeno della violenza di genere costituisce un dovere civile e collettivo che attraversa ogni strato della società contemporanea. L’impegno di enti, istituzioni e associazioni in tale direzione è sicuramente crescente e si concretizza in variegate attività di sensibilizzazione, sostegno e di analisi, poste in essere a salvaguardia di interessi preminenti. Grazie alle misure adottate dalla Polizia di Stato nella provincia di Torino sono stati raggiunti risultati significativi. Infatti, nell’ultimo anno, i reati di maltrattamenti in famiglia e di stalking sono diminuiti rispetto a quello precedente, mentre sono aumentati gli ammonimenti, strumenti diretti ad impedire che gli atti di violenza vengano ripetuti in ambito domestico o nella relazione affettiva. Permangono, tuttavia, ancora dei margini di miglioramento, soprattutto per arginare il crescente numero di episodi di violenza sessuale. Occorre, pertanto, una risposta corale. L’appello che rivolgiamo ai cittadini è “aiutateci ad aiutare”, che significa impegnarsi in prima persona verso azioni mirate volte a sostenere la dignità e la sicurezza della donna, i suoi diritti e il suo ruolo sia nel privato delle relazioni sentimentali e di famiglia, che nell’ambito della comunità. In un’epoca in cui vi è uno smisurato bisogno di compartecipazione e solidarietà, l’invito è di abbandonare gli atteggiamenti timorosi e omertosi, per segnalare invece, pure nell’anonimato, gli episodi di violenza, le umiliazioni e i soprusi subiti dalle donne e di cui si è testimoni anche indiretti”.

Marina Chiarelli, Assessore regionale alle Pari opportunità: “La violenza contro le donne si nasconde spesso all’interno delle mura domestiche o nelle relazioni più intime, quei luoghi che dovrebbero essere rifugio e sicurezza ma che spesso diventano prigioni. Iniziative come queste servono a riflettere e ricordare ogni vittima di maltrattamenti, abusi e femminicidi, ma anche a ribadire l’impegno contro ogni forma di discriminazione e disuguaglianza di genere. Desidero ringraziare le Forze dell’Ordine, il Consiglio regionale, il MIUR e tutti i soggetti coinvolti per il loro contributo concreto e costante, perché senza un’alleanza forte tra istituzioni e società civile, non è possibile contrastare un fenomeno tanto complesso e insidioso“.

Michela Favaro, Vicesindaca della Città di Torino: Il contrasto alla violenza di genere e ai femminicidi devono essere una priorità permanente delle istituzioni e della società. La violenza contro le donne purtroppo continua ad essere uno dei grandi temi della nostra società. Dobbiamo essere vicini alle donne vittime di violenza e sostenerle sia dal punto di vista psicologico che materiale, ma la vera sfida è quella culturale. Bisogna rafforzare il lavoro sulla prevenzione, tramite il sostegno ai centri anti-violenza, il reinserimento lavorativo e la pratica della parità di genere”.

Riccardo D’Elicio, Presidente CUS Torino: “Per il CUS Torino è un onore organizzare questo evento voluto dalla Questura di Torino e sostenutdal Consiglio regionale, da sempre sensibile e fortemente legato a queste tematiche. È strettamente legato ai valori di Just The Woman I Am, infatti doneremo parte delle sacche a chi si iscriverà a We Run For Women. Lo sport da sempre ha come principi che lo caratterizzano la formazione dei giovani e la prevenzione. Inoltre ufficializzo oggi che dal 25 novembre daremo continuità al progetto aprendo le iscrizioni all’edizione 2025 di JTWIA, l’evento che dal 2014, attraverso una corsa-camminata di 5 chilometri aperta a tutte e a tutti, raccoglie i fondi per la ricerca universitaria sulla salute e sul cancro, promuove la prevenzione, i corretti stili di vita, l’inclusione e la parità di genere e coinvolge la cittadinanza”.

Tecla Riverso, Dirigente Ufficio scolastico regionale – Ambito Territoriale di Torino Ufficio V: Ringrazio per il coinvolgimento all’evento, Voci di coraggio, in quanto questo Ufficio ha intrapreso, già da qualche anno, un percorso di progettualità sul tema della violenza di genere in particolare nei confronti delle donne toccando temi, a volte poco conosciuti, come quello della violenza economica in modo da diffondere tra le studentesse e gli studenti un diverso sentire nella relazione con l’altro. Di qui la partecipazione a questo evento così importante di cinque istituti scolastici di Torino con 170 studenti e studentesse coinvolti che ringraziamo per la sensibilità”.

Anna Maria Zucca, Responsabile del progetto SOS – Sostegno orfani speciali e presidente Centri Antiviolenza E.M.M.A. Onlus: “I Centri Antiviolenza E.M.M.A. Onlus da più di 25 anni sostengono donne che subiscono violenza. Le operatrici antiviolenza le seguono nel loro percorso: dalla riconquista della propria autostima fino all’indipendenza economica. Abbiamo portato questa esperienza nel Progetto S.O.S. – Sostegno Orfani Speciali, di cui siamo capofila. A chi ha perso la madre per femminicidio e alle loro nuove famiglie offriamo un aiuto definito in base ai singoli bisogni, come il percorso con l’operatrice antiviolenza, il supporto psicologico, educativo, legale, l’orientamento formativo o lavorativo, ma anche l’attivazione di doti educative (come il pagamento dell’abbonamento in piscina, la gita scolastica, i buoni spesa e così via)”.

Voucher scuola: la Regione finanzia tutte le domande di iscrizione e frequenza

Finanziate dalla Regione tutte le 4.516 domande ammesse sul Voucher A. Il contributo regionale sui due Voucher sale a 21,5 milioni di euro. Chiorino: “Garantiamo la libera scelta educativa”

 

Con le variazioni al bilancio regionale, su indicazione del vicepresidente della Regione Piemonte e assessore con deleghe a Istruzione e Merito Elena Chiorino, la Regione ha attribuito 2,3 milioni di euro in più ai Voucher scuola, permettendo così di soddisfare tutte le 4.516 domande per il Voucher A “iscrizione e frequenza” e lo scorrimento delle graduatorie per il Voucher B “libri-pof-trasporti”, con il finanziamento di 43.922 domande.

Voucher scuola, stanziati 21,5 milioni di euro

I Voucher scuola sono uno strumento per sostenere chi ha figli in età tra i 6 e i 21 anni che devono ancora conseguire un titolo di studio. Grazie all’impegno dell’assessorato all’Istruzione e Merito, il contributo regionale per le famiglie è arrivato quest’anno a 21,5 milioni di euro a fronte di uno stanziamento iniziale di circa 19 milioni di euro. Un risultato concreto, che vede aumentare l’indice del valore ISEE famigliare raggiunto e che va così a garantire l’applicazione del diritto allo studio e della libertà dii scelta educativa.

Chiorino: “Garantiamo la libera scelta educativa”

Come Regione Piemonte abbiamo il dovete di garantire la libera scelta educativa, che ritengo sia un valore fondamentale. Ecco perché è importantissimo sostenere il Voucher Iscrizione e Frequenza, perché è una misura che va nella direzione di non lasciare indietro nessun bambino: ogni famiglia beneficiaria vede garantito il diritto allo studio, è un risultato di cui l’amministrazione regionale può definirsi orgogliosa” ha commentato il vicepresidente e assessore con delega a Istruzione e Merito Elena Chiorino.

Voucher, i dati

Delle 4.516 domande Voucher A finanziate, ben 1.295 appartengono a famiglie con una fascia ISEE sotto i 10.000 euro. Sono invece 1.981 quelle nella fascia compresa tra 10.000 e 20.000 euro e 1.240 quelle tra i 20.000 e i 26.000 euro: dati che evidenziano come il contributi sia fondamentale per tutte le famiglie.  Se, come detto, anche quest’anno la Regione è riuscita a finanziare il 100% delle domande ammesse rispetto al “Voucher iscrizione e frequenza”, passi avanti si registrano anche sul “Voucher Libri, POF e Trasporti”: i 15,2 milioni di euro stanziati rappresentano infatti la terza cifra più alta destinata al Voucher B negli ultimi 15 anni. Un altro dato da sottolineare è la soglia Isee raggiunta dal Voucher B: le domande finanziate a oggi hanno permesso di arrivare a toccare la cifra di 7.585 euro, ottenendo così il miglior risultato dal 2020 (primo anno di Giunta Cirio) in avanti.

Magliano: “Regione alleata delle famiglie nella scelta educativa”

Sono felice che 4.516 famiglie piemontesi possano riconoscere nella Regione Piemonte un’alleata nella loro scelta educativa: da sostenitore della libera scelta in materia di educazione mi sono sempre impegnato perché tutte le famiglie in possesso dei requisiti previsti possano avere la Regione al loro fianco con un contributo economico e a questo proposito avevo presentato un Ordine del Giorno in Consiglio Regionale. Ringrazio il vicepresidente Chiorino che ha più volte confermato la sua intenzione di sostenere le famiglie nella libertà di scegliere quale educazione impartire ai propri figli, una scelta garantita dalla Legge dello Stato che definisce la scuola pubblica composta da quella statale e quella paritaria” ha affermato Silvio Magliano, presidente del gruppo consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale.

Gli esercizi commerciali torinesi non sono accessibili: cabina di regia in Prefettura

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Si è riunita nei giorni scorsi in Prefettura a Torino la cabina di regia per la sicurezza degli esercizi commerciali alla presenza di Claudio Naldi, Capo di Gabinetto del Prefetto di Torino, di Paolo Chiavarino, Assessore al Commercio della Città di Torino, di Claudio Marocco, responsabile commercio e terziario, tutela dei consumatori della Regione Piemonte insieme ai rappresentati di Polizia LocaleCamera di Commercio di TorinoAscomConfcommercioConfesercentiCPD e dell’arch. Eugenia Monzeglio. L’oggetto dell’incontro è stato la discussione della problematica relativa alla accessibilità degli esercizi commerciali torinesi, sollevata dalla CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà a seguito della mappatura svolta in accordo con la Prefettura stessa nel 2024.
Il lavoro di rilevazione effettuato con il Collaudo Civico reso possibile grazie al contributo “Disabilità in rete 2024” sostenuta da Fondazione Compagnia di San Paolo, ha interessato le principali vie commerciali delle 8 Circoscrizioni della Città di Torino ed è stato svolto da un gruppo di persone con disabilità e non.
In totale sono state rilevate 271 attività commerciali su 8 vie commerciali cittadine, suddivise nelle 8 circoscrizioni della città di Torino, delle quali sono risultate 68 accessibili (ovvero possiedono l’ingresso in piano, la rampa fissa o la rampa mobile) e 203 non accessibili.
Da questi numeri è emerso un dato allarmante secondo cui il 75% delle attività commerciali mappate non sono accessibili alle persone con disabilità.
La CPD nel corso degli anni ha denunciato – oltre alla totale disapplicazione del PEBA – Piano Eliminazione Barriere Architettoniche che da oltre trent’anni dovrebbe essere un obbligo di legge – la situazione relativa all’accessibilità delle attività commerciali già nel 2004 quando, in collaborazione con le istituzioni del territorio, era stata lanciata l’iniziativa “Via il Gradino” per sensibilizzare i commercianti sull’importanza della rimozione delle barriere architettoniche.
 A 20 anni esatti di distanza nulla è cambiato, per cui oggi più che mai si impone l’urgenza di collaborare di nuovo con tutti i principali attori coinvolti per rendere la città più accessibile, non solo per i cittadini con disabilità, ma anche per persone anziane, persone con passeggini o deambulatori e persone con difficoltà di deambulazione in generale.
Tutti i partecipanti del tavolo hanno concordato sull’importanza di coordinarsi su una linea comune e dell’importanza di sensibilizzare la categoria dei commercianti su questa tematica e sulle esigenze specifiche di persone che sono dei potenziali clienti.
La seduta si è così conclusa con una serie di proposte da condividere tra tutte le parti coinvolte per poi essere presentate al prossimo incontro al tavolo della Prefettura.
In particolare, la proposta di Giovanni Ferrero, direttore della CPD, è quella di riproporre l’esperienza positiva di Via Po, nella quale su iniziativa del Presidente di Via era stato organizzato un gruppo d’acquisto per permettere a tutti i commercianti della via di acquistare delle pedane amovibili per rendersi accessibili.
Inoltre, i commercianti erano stati sensibilizzati sull’importanza del tema e accompagnati nel dotarsi di questi strumenti oltre ad aver messo una vetrofania per segnalare la presenza di una rampa amovibile che i cittadini in carrozzina potevano richiedere in ingresso, nel caso in cui non fosse immediatamente evidente.
Si potrebbe quindi replicare questa esperienza nelle principali vie commerciali della città, coinvolgendo gli altri Presidenti di Via e accompagnando i commercianti in questo percorso di sensibilizzazione.
Si è poi proposto realizzare un vademecum informativo per comunicare in modo chiaro ai commercianti gli obblighi di legge riguardo l’abbattimento delle barriere architettoniche nell’accesso agli esercizi commerciali. Oltre a questo, il vademecum esporrà le possibili soluzioni per adeguarsi alla normativa in base alla propria situazione e con l’indicazione puntuale dell’investimento economico necessario (sarà sempre ricercata la soluzione più economica e verranno fornite indicazioni precise sul dove trovare le diverse tipologie di ausili e pedane).
Infine, sarebbe auspicabile vincolare sempre di più le risorse pubbliche (es. finanziamenti della Città di Torino) all’adeguamento delle strutture in modo che siano accessibili e indicando questo criterio tra le priorità per la concessione delle risorse.
È davvero giunto il momento di dire basta – dichiara Giovanni Ferrero – ai cartelli fuori dagli esercizi commerciali dove c’è scritto che è precluso l’ingresso alle persone con disabilità. Ormai è finito il tempo dei buoni propositi. A parole, troppo spesso, siamo tutti sensibili, siamo tutte persone che vogliono l’inclusione, ma poi la realtà delle cose peggiora sempre di più, specialmente per chi vive in condizioni di fragilità. L’inclusione non può essere un concetto astratto, ma deve essere un impegno quotidiano per tutti, a qualunque livello e in qualunque condizione. È assolutamente necessario uscire dalla retorica e dai concetti che diventano un mantra sociale, svuotati di significato, ed iniziare ad attuare un reale cambiamento. Sono le nostre comunità, le nostre società, a chiederlo per arrivare a migliorare concretamente la qualità della vita di tutti e non solo di chi è in difficoltà. Se si può, si deve fare!