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Sono circa 200 i casi di bambini che ogni anno vengono visitati presso il Centro BAMBI dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino per sospetto abuso e maltrattamento, talvolta in situazioni di estrema emergenza, che il personale medico ed infermieristico deve saper affrontare. Per essre sempre pronti in ogni evenienza e per insegnare al personale il miglior approccio anche in questi casi è nato il Centro di simulazione del Regina Margherita, unico in Piemonte ed uno dei pochi in Italia. La dotazione tecnologica del Centro, ideato e fortemente voluto dalla professoressa Franca Fagioli (Direttore Dipartimento Patologia e cura del bambino ospedale Infantile Regina Margherita) è di ultima generazione e dedicata in modo esclusivo al paziente pediatrico, dal neonato prematuro, al piccolo lattante, fino al bambino ed all’adolescente, con manichini che riproducono i pazienti nelle varie fasce di età. Ci sono poi numerosi dispositivi per permettere agli operatori di acquisire manualità nelle manovre più frequenti ed invasive per il bambino, come il prelievo venoso o la puntura lombare. A disposizione anche un simulatore ecografico che riproduce i principali quadri patologici dell’età evolutiva. Il Centro è stato realizzato tramite il contributo fondamentale di Adisco sezione regionale Piemonte ODV e Compagnia di San Paolo, con un impegno di spesa di circa € 400.000. Ma l’unicità di questo Centro deriva dalla casistica trattata in questo ospedale. Tutti gli scenari simulati sono la rielaborazione di casi clinici realmente gestiti e che hanno insegnato qualcosa. Gli istruttori, la dottoressa Manuela Pagano, Barbara Lauria, Irene Tardivo e Virna Carmellino, sono medici ed infermieri che mettono a disposizione la loro lunga esperienza di lavoro presso il pronto soccorso pediatrico del Regina Margherita (diretto dalla dottoressa Claudia Bondone) per coinvolgere i discenti in casi realistici e particolari. Le urgenze nel bambino sono eventi fortunatamente rari, ma ogni pediatra, in ospedale o sul territorio, può trovarsi a dover gestire una situazione di questo tipo. Proprio per questo è fondamentale potersi “allenare” in un ambiente sicuro come quello della simulazione. Il Centro attualmente è sfruttato prevalentemente da medici e specializzandi del Regina Margherita, ma l’obiettivo è poterlo aprire a tutti gli operatori del Piemonte per poter fare scuola ai pediatri di tutta la regione, affinchè siano pronti ad affrontare in urgenza i casi più estremi di emergenza. Il valore della simulazione è enorme. Fin da piccoli giochiamo a “far finta di”, perché la simulazione è una modalità di apprendimento esperienziale innata nell’essere umano. Poi con la scuola l’apprendimento diventa improvvisamente solo teorico, ma medici ed infermieri hanno bisogno di altro. In una simulazione l’allievo si trova a tu per tu con il paziente e deve saper applicare le sue conoscenze per gestire il problema clinico, unendo capacità pratiche ed abilità comunicative per interagire efficacemente con gli altri membri dell’équipe. Al termine dello scenario la fase di debriefing permette di rivivere il caso clinico e focalizzarne gli aspetti salienti in un clima disteso e costruttivo. Questa fase è fondamentale: l’esperienza vissuta sedimenta nella mente dell’allievo e si trasforma in apprendimento. Al di là delle difficoltà cliniche, l’elemento che domina il vissuto di tutti gli operatori che gestiscono un’urgenza pediatrica è l’alto impatto emotivo cui si accompagna. Oltre al bambino in sala rianimazione ci sono i genitori ed anche su questo aspetto si lavora nel Centro di simulazione. Nei vari scenari possibili viene sempre chiesto ad un allievo di interpretare la mamma o il papà del bambino. Durante la fase di debriefing viene data voce al vissuto dell’allievo “genitore” e si esplora quale possa essere di volta in volta la strategia migliore per supportare un papà o una mamma che assistono alla rianimazione del loro bambino. Ovviamente non c’è una ricetta standard, ma anche attraverso questo gioco di ruolo gli allievi affinano la loro capacità di comunicare in modo empatico e prendersi cura di tutto il nucleo famigliare, dote fondamentale per chi si occupa di bambini. Tra i casi più difficili da affrontare ci sono i bambini vittima di abusi e maltrattamenti. Anche questi casi hanno ispirato alcuni scenari che vengono proposti agli allievi. In queste simulazioni il genitore – maltrattante viene spesso interpretato da una delle psicologhe che operano nel servizio Bambi dell’ospedale dedicato al bambino vittima di abuso e maltrattamento, le dottoresse Sara Simona Racalbuto e Elaine Zanini. L’esperienza vissuta dall’allievo è molto coinvolgente e durante il debriefing è frequente che gli allievi condividano casi analoghi già vissuti o che hanno il dubbio di non aver riconosciuto. Aumentare la consapevolezza degli operatori nel riconoscere e trattare nel modo corretto i bambini vittima di abuso e maltrattamento è fondamentale: interrompere il prima possibile la violenza a cui è sottoposto un bambino è l’unica speranza che si ha per salvarlo.
Centinaia le chiamate arrivate in poche ore alla centrale operativa della polizia locale che ha visto oltre 30 pattuglie impegnate per fronteggiare i rallentamenti del traffico dovuti ad alberi caduti (in corso Belgio, Lungo Dora Voghera, corso Regio Parco, corso Novara, corso Giulio Cesare), allagamenti (il sottopasso Donat Cattin) e alla forte caduta di grandine nella zona nord della città, in modo particolare nell’area di piazza Baldissera. Qui si sono registrati i disagi maggior e gli agenti sono rimasti fino dopo la mezzanotte per coadiuvare il lavoro di protezione civile e spartineve resosi necessario per rimuovere i residui di ghiaccio e liberare le strade.
22 gli uomini e donne della Protezione Civile che si sono concentrati in quest’area e più in generale tra le Circoscrizioni 6 e 7 per rimuovere ghiaccio e grandine.
Quattro squadre da due, per un totale di otto persone, si sono occupate invece del monitoraggio percorsi collinari e fiumi.
Nelle zone interessate da accumuli di ghiaccio e gradine hanno lavorato fino a tarda notte e poi nuovamente dalle prime ore del mattino, anche uomini e mezzi di Amiat. Ieri in serata erano in azione tre mezzi spartineve con lama ed una pala meccanica. Questa mattina sono entrati in azione due spandisale, una pala meccanica e un mezzo con lama sgombera neve insieme a dieci addetti che si sono occupati dello spargimento manuale di sale e della pulizia dei tombini. Due le tonnellate di sale consumate da venerdì.
Cinque infine le squadre di Smat attualmente al lavoro per pulire le caditoie, oltre all’intervento nel sottopasso Donat Cattin.
E’ stato attivato un monitoraggio del suolo nei quartieri maggiormente colpiti per individuare le buche più urgenti da mettere in sicurezza su cui saranno attivate le squadre di intervento.
TORINO CLICK
Il primo weekend di giugno 2024, Torino ospiterà la settima edizione di un evento gratuito che celebra punti di interesse storico locale. Si tratta di Open House Torino, che consente al pubblico di esplorare gratuitamente abitazioni, edifici e siti normalmente chiusi ai visitatori, offrendo la possibilità di immergersi nella varietà architettonica del tessuto urbano cittadino. Si tratta di costruzioni storiche come design di interni e vedute della metropoli. Durante questo weekend annuale si avrà la possibilità di conoscere strutture di rilievo storico, moderno e contemporaneo, residenze private, uffici, aree verdi e spazi comunitari e progetti di restauro urbano di particolare pregio. Al 2017 risale la prima edizione di Open House a Torino, che si è rivelata subito un grande successo, con oltre 38mila visite e circa 15mila visitatori su oltre cento edifici. Nella seconda edizionel’evento è cresciuto, superando le 55mila visite e 18mila visitatori in più di 140 luoghi. La terza edizione, del 2019, ha visto 60mila visite e 25mila visitatori, oltre alla creazione di un sistema di registrazione via web. L’evento è stato annullato nel 2020 a causa della pandemia da Covid 19. La quarta edizione, del 2021, secondo una formula in linea con la situazione pandemia ancora in corso, con prenotazioni e limiti di capienza. La quinta edizione ha proposto un programma di cento luoghi e ha potuto contare su 30mila visite. La sesta edizione ha coinvolto più di 20mila visitatori per oltre 40mila visite, confermando l’interesse e la partecipazione di pubblico a Open House Torino.
Obiettivo dell’evento è quello di conoscere insieme al pubblico un grande patrimonio comune e riflettere sul fatto che una città progettata meglio negli edifici, negli interni e nello spazio pubblico è capace di farci vivere meglio.
Tra le location aperte al pubblico si segnalano Villa Bria, Villa Rey ( sede dell’AutoMoto Club), Castello di Lucento, Casa Dora, Casa Baretti, Casa Flores, Villa D’Agliè, Casa Luzzi, Società Canottieri Armida, Palazzo Biandrate Aldobrandino di San Giorgio, Palazzo Nobile Valfrè, Villino Raby, Casa Crescent, Scala Merci Vallino e Cascina Fossata.
Per partecipare è necessario registrarsi a Open House Torino . Le prenotazioni saranno attive da martedì 28 maggio alle ore 21.
Mara Martellotta
Un temporale molto intenso si è abbattuto su Torino tra le 17 e le 18.
E’ scesa una grande quantità di pioggia e una violenta grandinata ha ricoperto le strade di diversi centimetri di chicchi, quasi fosse neve.
Si registrano oltre 60mm di pioggia con disagi per il traffico e allagamenti in zona Vallette, Lungodora Napoli e Borgo Vittoria.
Sottopasso allagato in corso Mortara, traffico intasato in piazza Baldissera e in altre zone di Torino.
Foto Lori Barozzino
Leggi l’articolo di Patrizia Corgnati su lineaitaliapiemonte.it ⤵️
https://www.lineaitaliapiemonte.it/2024/05/24/leggi-notizia/argomenti/lineaitaliapiemonteit/articolo/salta-la-preghiera-islamica-al-politecnico-di-torino-il-portavoce-della-moschea-accusa-oggi-la.html
Nella grande area dei Musei Reali, lungo il corso Regina Margherita, là dove sino a pochi mesi fa trovava spazio il Museo di Antichità, da un paio d’anni collocato presso la Manica Nuova di Palazzo Reale, esiste un nuovo cantiere. Una nuova veste per quella linea delle Serre suddivisa in tre padiglioni, nata nel 1921 sotto la direzione dell’ing. Aurelio Mastrogiacomo e rivolta alla visione delle settecentesche Orangery dei Kew Gardens londinesi. Non soltanto: “punto d’arrivo delle grandi trasformazioni che avevano interessato nel secolo precedente il territorio compreso tra il centro antico e il corso della Dora”, zona altresì salvaguardata dalle demolizioni degli antichi bastioni, su ordine di Napoleone nell’anno 1800, zona ancora oggi unica nella quale si può ammirare quell’antico ricordo che rimane il bastione di San Maurizio. Il cantiere delle Serre Reali, “oggetto del più importante tra gli interventi strategici dei Musei Reali torinesi”, vedrà un finanziamento con un fondo da 12 milioni di euro – a cui vanno aggiunti altre cinque per i bastioni – messo a disposizione dal CIPE – Piano Cultura e Turismo, un progetto che vede il proprio sviluppo suddiviso tra i Musei Reali e la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino, coinvolto un prezioso team di professionisti, guidati dallo studio torinese Isolarchitetti con l’architetto Giovanni Durbiano. Responsabile del progetto l’arch. Filippo Masino, dallo scorso lunedì nuovo direttore delle Residenze Reali Sabaude – Direzione regionale Musei Piemonte, 45enne torinese, già a lui si deve il restauro del Teatro Romano e delle basiliche paleocristiane nella zona inferiore del Duomo nonché l’ideazione del riallestimento della Galleria archeologica.
Mentre Mario Turetta, Segretario generale del Ministero della Cultura e Direttore avocante dei Musei Reali di Torino, parla di un progetto “strategico, straordinario e ambizioso” ovvero “nuovi servizi museali avanzati, integrazione museo-città, reti per le istituzioni del territorio, l’Università, l’associazionismo e i portatori di interessi, giovani e public engagement: sono queste le coordinate sulle quali i “Musei Reali di Torino intendono mettersi in gioco per il futuro, scommettendo sulle Serre Reali in chiave di sostenibilità ambientale, innovazione, condivisione dell’eredità culturale e valorizzazione di quello straordinario insieme di arte e natura che sono i Giardini Reali”, guardando alla seconda parte del 2026 per il fine lavori (ma può darsi che la data debba essere corretta, anticipandola), Filippo Masino parla di “progressiva restituzione alla comunità”, guardando a quella nuova e saggia apertura su corso Regina come ad un punto ravvicinato, “un ponte”, che facilmente potrà mettere in contatto il centro della città con i musei e i giardini con i quartieri di Porta Palazzo e Aurora, definiti con un entusiasmo senza confini, forse un po’ troppo facili e comodi, “veri laboratori di buone pratiche, di istituzioni virtuose, caleidoscopio di culture del mondo e luogo di formazione di nuovi cittadini”.
“Gli edifici del complesso verranno rinnovati sia nell’architettura, a cui sarà restituita l’ariosa spazialità originaria – sottolineano nei loro interventi, ad una sola voce, i vari responsabili -, sia nelle componenti tecnologiche, che consentiranno di installare nuove funzioni e attività allineate ai moderni standard museali. Il programma di rifunzionalizzazione prevede spazi espositivi e depositi climatizzati, un laboratorio di restauro, sale per i servizi educativi del museo, per conferenze ed eventi, spazi per il ricovero delle piante e le attività nel verde.” Quest’ultima ambientata nel padiglione di levante – sottolinea ancora Masino -, mentre ancora una parte superiore ad un auditorium sotterraneo concepirà un tetto-giardino guardato come un tutt’uno con il resto dei Giardini.
Cogliendo infine qua e là tra i tanti e più importanti lavori che saranno messi in cantiere, si procederà con il restauro conservativo delle facciate, i padiglioni saranno liberati dalle ingombranti strutture inserite negli anni Settanta, riconsegnando loro l’antica e suggestiva spazialità, l’offerta al padiglione di Ponente di arredi leggeri in unione con la trasparenza delle vetrate pronte a illuminare una vetrina a tutta altezza dove saranno conservati segmenti delle collezioni mentre quello di Levante sarà nuovamente impiegato quale ricovero delle piante, coinvolte con le attività dedicate al verde. Interessante, dopo l’abbattimento del vecchio padiglione, sarà la costruzione di un nuovo volume vetrato ad alta tecnologia, dalle linee essenziali, che ospiterà una hall di accoglienza per il nuovo ingresso sul corso, un auditorium da 120 posti e alcune sale polivalenti attrezzate per convegni, mostre, restauri visibili, attività culturali ed eventi. La rivoluzione dei giardini, insomma; mentre a poche centinaia di metri di distanze sta prendendo consistenza un altro progetto, quello della Cavallerizza, dove si concretizza il permesso per costruire.
Elio Rabbione
Nelle immagini: le Serre Reali e rendering di future ambientazioni
Nelle immagini del video apparso sui social si vede l’imam Brahim Baya che a Palazzo Nuovo, sede dell’Università torinese occupata da giorni nell’ambito dell’intifada studentesca, recita la preghiera islamica. La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, venuta a conoscenza dell’episodio avvenuto venerdì scorso ha telefonato al rettore, Stefano Geuna. “Il fatto è avvenuto in una situazione di occupazione da parte di studenti – ha detto il rettore – e quindi sotto la piena responsabilità degli occupanti”. Il rettore e il ministro hanno “condiviso un sentimento di piena condanna sull’accaduto”. La preghiera è stata recitata nell’atrio del palazzo di fronte ad alcune decine di studenti e fedeli. Molti docenti hanno condannato l’episodio definendolo un “inno alla Jihad”. L’imam filopalestinese è responsabile della moschea di Via Chivasso a Torino. Nel sermone ha inneggiato al “Jihad nel senso più alto del termine come sforzo per difendere i propri diritti, per difendere la vita umana, per difendere la pace”.
Con le Aggregazioni funzionali territoriali copertura assistenziale più capillare e continuativa
La Regione Piemonte ed i sindacati dei medici di medicina generale (Fimmg, Smi, Snami) hanno siglato l’accordo integrativo regionale che “realizza, dopo quasi 20 anni, un vero e proprio cambio di paradigma per la sanità territoriale”, afferma una nota della Regione.
L’accordo prevede l’istituzione delle Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) che garantiranno una copertura assistenziale più capillare e continuativa rispetto a oggi, dalle 8 alle 20 tutti giorni, 7 giorni su 7, attraverso l’integrazione in rete ed il lavoro di equipe tra i medici di medicina generale e i medici della ex guardia medica.
Le AFT saranno operative per la prevenzione, le vaccinazioni, la presa in carico della cronicità, la diagnostica di primo livello e lo sviluppo delle cure domiciliari. Attraverso il cosiddetto ruolo unico, inoltre, i medici che fino ad oggi erano destinati ad esclusiva attività di guardia medica notturna e festiva, svolgeranno attività anche di giorno, durante la settimana, a supporto dei medici di famiglia per integrare la continuità dell’assistenza e le attività di prevenzione e presa in carico della cronicità.
In questo modo sarà consentito ai medici di medicina generale di organizzare meglio la propria attività, ottimizzando e riducendo i carichi di lavoro.
L’accordo integrativo sarà lo strumento per dare l’avvio nei prossimi mesi agli accordi specifici già discussi per i medici del 118, i medici delle carceri e per trovare soluzioni ai pazienti che rimangono senza medico.
A partire dalla prossima settimana il tratto di corso Regina Margherita tra corso Potenza e fino al confine del territorio comunale sarà interessato da lavori di rifacimento di porzioni del manto stradale.
Le diffuse precipitazioni delle ultime settimane hanno infatti aggravato il degrado della pavimentazione portando alla formazione di buche e avvallamenti.
Gli interventi, condizioni meteorologiche permettendo, proseguiranno sino alla metà del mese di giugno e riguarderanno, con parziali riasfaltature, all’incirca una ventina di tratti stradali ammalorati distribuiti su tutta l’arteria viaria su entrambe le carreggiate.
Per garantire la sicurezza dei veicoli in transito e il successivo svolgimento dei lavori, a partire da venerdì 24 maggio e per tutta la durata degli interventi, lungo il tratto indicato sarà istituito un limite di velocità di 30 chilometri orari.
TORINO CLICK