CIRIO IN VISITA ALLA PARTIGIANA ERMINIA DI 111 ANNI
Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino e la sindaca di Torino, Chiara Appendino criticano l’assenza dei rappresentanti di centrodestra, in particolare leghisti, sulla scia delle decisioni del vicepremier Salvini, alle manifestazioni per il 25 aprile che, dice Chiamparino “dovrebbe essere la festa di tutti quelli che si riconoscono nella Costituzione. Perciò sono stato molto colpito dalle assenze nelle iniziative istituzionali torinesi. Non è tollerabile che forze politiche che rappresentano la nazione, non sentano il dovere di onorare e ricordare chi è morto per la libertà di cui anche loro usufruiscono”. Secondo la sindaca, certe assenze non sono un bel segnale per le istituzioni che hanno il compito di “non perdere pezzi di memoria e di far sì che certi errori non si commettano più”. Replica la parlamentare di Forza Italia Daniela Ruffino: “sbaglia Sergio Chiamparino a dare vita al derby presenti o assenti, la tolleranza di cui parla si deve esplicitare in un messaggio che evidenzi il 25 aprile come festa per la quale migliaia di italiani, di diverso orientamento politico e ideale, hanno combattuto fino al sacrificio supremo della vita. Esattamente 10 anni fa, da Onna, sulle macerie del terremoto, il presidente Berlusconi lanciò il suo appello alla pacificazione chiamando tutti gli italiani, senza distinzione politica, a festeggiare il 25 aprile”. “Oggi è un giorno importante che celebra la Libertà e la Democrazia nel nostro Paese. Valori che per noi sono scontati, ma per i quali dobbiamo dire grazie a tutti coloro che si sono battuti per la loro conquista. Grazie è la sola parola che mi sento di dire in un giorno che dovrebbe restare fuori dalle polemiche”. Così Alberto Cirio, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Piemonte, che ha commemorato il 25 aprile nella sua Alba (Cuneo), Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza ed è andato a fare visita alla partigiana Erminia che , afferma il candidato: “con i suoi 111 anni compiuti il 23 aprile non è solo la più longeva del nostro Piemonte, ma anche una testimonianza viva e reale di quei giorni di guerra”.
.
Tennis, Atp Finals: vince Torino
E’ fatta: le Atp Finals si terranno a Torino dal 2021 al 2025, è di poco fa la decisione dell’associazione giocatori. Si tratta del più importante torneo professionistico di tennis dopo le quattro prove del Grande Slam e si disputerà nel capoluogo piemontese che ha battuto le candidature di Londra, Tokyo, Singapore e Manchester. Si stima tra i 120 e i 150 milioni, ogni anno, il ritorno economico per la città. Negli ultimi nove anni, le Finals hanno portato a Londra oltre due
milioni e 300 mila persone con, ogni anno, presenze sempre superiori alle 250 mila e sono state registrate in media 101,9 milioni di visualizzazioni sui canali social, realizzate 10 milioni di riproduzioni video e sono state 96 milioni le persone che hanno seguito l’evento in televisione. Felice la sindaca Chiara Appendino: “Torino is in”, scrive su Twitter. “La chiave del successo di Torino – aggiunge – risiede nella qualità di una proposta eccellente e innovativa”.
Il senso del 25 aprile
.
Il giorno della Liberazione, che si celebra quest’anno per la 74° volta, è una ricorrenza importante. Ha rappresentato per l’Italia il momento della rinascita. La mia generazione è stata fortunata
Ha potuto apprendere da chi l’aveva vissuto in prima persona lo “spirito del tempo” di quell’epoca drammatica: la tragedia della dittatura fascista, la guerra, l’armistizio dell’8 settembre ’43, l’occupazione tedesca e la Repubblica di Salò, le imprese coraggiose e spesso disperate della Resistenza fino all’arrivo degli alleati e alla Liberazione. Quel 25 aprile rappresentò un momento catartico di rabbia e gioia, di orgoglio, forza e riconquistata dignità. Le testimonianze dirette di coloro che hanno scritto pagine importanti di quel periodo storico, di persone note e meno note che hanno restituito la libertà e la dignità al nostro Paese ci hanno consentito, più dei libri, di conoscere e di assorbire quella grande lezione di speranza e volontà di rinascita. Questa ricorrenza che, negli ultimi anni sembra aver assunto i caratteri ludici di una festa svuotata dai valori veri, ci deve, invece, parlare del sacrificio di tanti uomini e donne, di tanti giovani che ebbero la forza di dire “no” al regime totalitario che stava distruggendo l’Italia, ci deve evocare piccole e grandi storie di persone semplici che diedero la vita per la libertà. La Resistenza si espresse in molti modi. Ne furono protagonisti gli operai che scesero in campo contro la dittatura nel marzo del ’43, astenendosi dal lavoro; i militari che, dopo l’8 settembre si opposero alle forze che volevano sopraffarli e i civili che, in tante città, decisero di unirsi a loro attraverso mille forme di sostegno, solidarietà e appoggio. Fu Resistenza quella di centinaia di migliaia di militari deportati che preferirono una durissima prigionia al ritorno in Italia al servizio della dittatura. Fu Resistenza la spontanea mobilitazione di gran parte della popolazione e, in particolare, di quella femminile, tesa a salvare e proteggere militari e civili alla macchia, prigionieri alleati evasi dai campi di prigionia, ebrei perseguitati e minacciati di sterminio. E fu punta avanzata della Resistenza la lotta armata delle unità partigiane nelle città, nelle pianure, sulle colline e sulle montagne.
.
Il Piemonte racchiude in sé tante di queste storie. Non a caso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito alla Regione Piemonte la medaglia d’oro al Merito civile per gli esempi di solidarietà umana mostrati dalla popolazione piemontese all’epoca della guerra di Liberazione. Una motivazione importante, che rende onore ai piemontesi: “Le comunità dell’attuale Regione Piemonte, nella loro profonda fede in un’Italia libera e democratica, sconvolte dalle feroci rappresaglie dell’oppressione nazi-fascista, con indomito spirito patriottico contribuirono, offrendo numerosi esempi di generoso spirito di solidarietà umana, alle vicende che, in particolare dopo l’8 settembre 1943, portarono alla liberazione e alla ricostruzione di quel territorio. Fulgido esempio di lotta comune, orientata alla conquista della libertà e della democrazia…”. Nelle città e nelle valli del Piemonte molti giovani rifiutarono di arruolarsi nell’esercito della Rsi ed entrarono a far parte delle brigate partigiane. Sarebbe giusto e importante che i nomi di quei ragazzi che persero la vita, di quei militari che non tradirono il giuramento d’onore, di quegli antifascisti che si opposero e che furono deportati non restassero soltanto segni incisi sulle lapidi e venissero ricordati, senza indulgere nella retorica, come un esempio per le generazioni future. Il passato, le nostre radici, le storie delle generazioni che ci hanno preceduto devono rappresentare un punto di partenza per affrontare le difficoltà del presente e le sfide del futuro, devono essere radici profonde che consentiranno ai giovani di continuare a lottare per un mondo più libero, più giusto che non discrimini nessuno e che conceda un’opportunità di riscatto a tutti. Spesso quella storia non viene rappresentata nel giusto modo, relegandola a un ricordo lontano nel tempo, sfocato e sbiadito come una vecchia foto. Eppure festeggiare il 25 aprile equivale a ribadire l’importanza della lotta di Liberazione come atto fondativo dell’Italia contemporanea, ricordando che i protagonisti di allora si batterono perché tutti potessero diventare e restare uomini e donne liberi.
.
Il 25 aprile è un ricordo che può rimanere attuale a patto che si mantengano vivi, presenti e concreti i valori che animarono quella stagione di ribellione e impegno, a partire dai due fondamenti e cioè libertà e giustizia. Cosa sarebbe successo se in Italia non ci fosse stata la Resistenza – di qualsiasi tipo, civile e militare, attiva e passiva – e se la guerra di liberazione fosse stata condotta soltanto dall’esercito vittorioso degli alleati anglo-americani? La fine dell’incubo avrebbe avuto il sapore della disfatta, dell’umiliazione e della vergogna; vergogna della collaborazione, compartecipazione alla sconfitta, corresponsabilità collettiva all’orrore da parte di chi non ebbe il coraggio di opporsi, di protestare, di “scegliersi la parte”, per dirla con Beppe Fenoglio. Non ci sarebbe stato nulla da festeggiare, nessun valore da trasmettere,nessun esempio da mostrare.Invece ricordi e documenti riportano alla mente e agli occhi le immagini di quel 25 aprile del 1945: schiere di giovani, allegri e fieri, che rientravano nelle città convinti di avere riconquistato la patria e il futuro, di essersi riscattati dalla vergogna del regime, di essere tra i protagonisti, sul piano morale e simbolico, della liberazione. L’energia e la speranza caratterizzarono quel periodo, insieme alla voglia di ricostruire e all’orgoglio di potercela fare.
.
Oggi, in Italia come in Europa, servono questi valori. Nessun revisionismo potrà mai cancellare le immagini di ragazzi in festa che hanno riconsegnato a tutti una Repubblica libera, lasciandoci in eredità l’orgoglio della nostra cittadinanza e della nostra carta Costituzionale, entrata in vigore nel gennaio del 1948 e universalmente riconosciuta come uno dei testi più belli e più alti sulla libertà e i diritti dell’individuo. Ai quattro angoli del mondo di oggi continuano a ripetersi episodi di violenza e a consumarsi ingiustizie. Ci sono uomini che perseguitano, torturano, umiliano, uccidono altri uomini e questa è la dimostrazione che non si è imparato nulla dagli orrori e dai lutti del passato. La libertà, la giustizia e la democrazia non sono qualcosa di scontato. Di norma ci si accorge di quanto siano importanti nel momento stesso in cui vengono a mancare. Ecco perchè l’unico vero modo di festeggiare il 25 aprile è quello di ricordare sempre che la nostra possibilità di scegliere, di dire quello che pensiamo, di scrivere quello che sentiamo ci è stata regalata dal sacrificio e dal coraggio di chi seppe scegliere una parte anziché l’altra più di settant’anni fa. Siamo abituati a considerare le nostre libertà quotidiane come qualcosa di scontato, di naturale. In questo giorno denso di significati per il nostro Paese dovremmo fermarci, invece, a riflettere sul destino di coloro ai quali tutto questo è ancora negato, di chi rischia la vita per scrivere il suo “verso”, di chi, umiliato, offeso, schiacciato, ma non vinto, affronta il suo disperato viaggio della speranza per approdare in una terra libera.
Dopo il caso del marocchino che ha accoltellato un uomo col crocifisso alla stazione Termini di Roma,e dopo l’aggressione del giorno di Pasqua a Torino, da parte di un senegalese contro due poliziotti ci saranno più controlli nei luoghi di incontro dei cittadini islamici per prevenire ogni tipo di violenza contro innocenti. La decisione è del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che detto di avere scritto ai prefetti e questori. “Nessuna tolleranza per balordi e violenti che attaccano le forze dell’ordine”, aveva commentato il ministro.
Boom di turisti nel ponte di Pasqua

Dalla sera di Pasquetta e per tutta la giornata di martedì sono previste piogge su Torino e sul Piemonte. Le precipitazioni dovrebbero contenere, secondo gli esperti meteo, una considerevole percentuale di granelli di sabbia rossa di origine sahariana, poichè la perturbazione proviene dal nord Affrica, spinta da forti venti di scirocco. Da mercoledì di nuovo bel tempo e poi nuove precipitazioni il 25 aprile. si prevede un abbassamento delle temperature di 6-7 gradi, con nevicate in montagna.
Un uomo, in via Cuneo, a Torino, ha aggredito due poliziotti colpendoli con una sbarra di ferro, urlando ‘Allah Akbar’. E’stato accompagnato in questura, dove ha gridato insulti contro il presidente Mattarella e il vicepremier Salvini che commenta; “Un poliziotto è stato ferito alla testa, l’altro alla mano. A loro il nostro grazie e il nostro augurio di pronta guarigione. Nessuna tolleranza per balordi e violenti che attaccano le forze dell’ordine”.
Ragazza violentata per pagare gli spacciatori?
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera sarebbe stata chiusa in uno scantinato, alla periferia di Torino, e violentata per diverse ore da due uomini in cambio di alcune dosi di droga. Lo ha denunciato alla polizia una ragazza italiana, riuscita a liberarsi e a chiedere aiuto. E’ stata fermata una donna, marocchina, dagli agenti della Squadra Mobile. La marocchina avrebbe bloccato la giovane per strada minacciandola con un taglierino. Poi si sarebbe fatta consegnare il bancomat e avrebbe utilizzato la ragazza come merce di scambio con alcuni spacciatori. La ragazza avrebbe avuto rapporti sessuali con due marocchini per pagare le dosi alla donna. La giovane avrebbe convinto la marocchina a farla uscire, ma una volta in strada ha dato l’allarme.
Con Pasqua ed i ponti che la seguiranno tra la fine di aprile ed inizio maggio, è previsto un incremento notevole dei viaggiatori anche nelle stazioni e sui treni
La Polizia Ferroviaria sarà ancora più presente negli scali ferroviari e a bordo treno con un rafforzamento di tutti i servizi, compresi quelli di prevenzione e repressione dei reati che verranno svolti da personale delle Squadre di P.G..
Anche il Compartimento Polfer Piemonte e Valle d’Aosta ha intensificato i dispositivi di questo lungo periodo di festività e ricorrenze; già da ieri sono stati potenziati i servizi nelle stazioni di competenza che, per quanto riguarda quelle di Torino Porta Nuova e Torino Porta Susa, vedranno il concorso di contingenti dei Reparti Mobili e delle unità cinofile messi a disposizione dalla Questura, soprattutto in concomitanza delle giornate di partenza e di rientro con maggior flusso di passeggeri.
Negli altri scali delle due regioni, gli uffici della Specialità dislocati sul territorio effettueranno vigilanza mirata e controlli a campione negli scali presidiati e non.Particolare attenzione sarà rivolta ai treni a lunga percorrenza sia nazionali (Freccia Rossa e Italo) sia internazionali (TGV) con verifiche alla salita e discesa dei passeggeri con l’utilizzo del metal detector portatile.
Intensificate anche le scorte sui treni regionali, in particolare quelli percorrenti la Torino-Milano, la Torino-Bardonecchia, la Torino-Cuneo e la Torino-Fossano-Ventimiglia. Per quest’ultima tratta, già da alcuni fine settimana sono in atto servizi mirati presso la stazione di Fossano, scalo nevralgico per i treni provenienti dalle località di mare, sui quali, con l’approssimarsi della bella stagione è maggiore l’afflusso di passeggeri e di comitive di giovani. I dispositivi approntati proseguiranno per tutta la stagione estiva, sino alla riapertura delle scuole, con l’ausilio , per la parte di competenza, degli organi FS.
Le attività di vigilanza e controllo saranno supportate da strumenti tecnologici ad altissima definizione quali i palmari, smartphone di ultima generazione in dotazione alle pattuglie della Polfer che consentono la lettura ottica dei documenti elettronici e l’interrogazione nell’immediatezza delle banche dati.
Un ruolo fondamentale nell’ambito di tutto il dispositivo di sicurezza approntato è svolto dal Centro Operativo Compartimentale che garantisce un efficace controllo del territorio attraverso la visualizzazione in tempo reale, mediante videowall, delle immagini trasmesse dalle telecamere presenti in stazione che vengono anche registrate. Non solo; il Centro Operativo riceve, sempre in tempo reale, le immagini trasmesse dai palmari degli operatori di Specialità ed ha la possibilità di coordinare gli interventi sul territorio, disponendo di sistemi di geolocalizzazione delle pattuglie.
Insomma, un sistema di prevenzione per garantire viaggi sicuri a tutti coloro che si sposteranno in treno, ai quali, però, vanno rammentati semplici accorgimenti per non incorrere in spiacevoli inconvenienti; evitare di lasciare incustoditi i propri bagagli, sia in stazione che quando si è in treno, per evitare di esporsi al rischio di furti e borseggi; fare attenzione alle persone che con stratagemmi, ad esempio, vicino alle emettitrici automatiche, cercano di avvicinare i passeggeri e non consentire di farsi aiutare da facchini abusivi. Consigli che possono fare la differenza, così come quelli utili per la propria incolumità; quando si è sulle banchine in attesa del treno, non oltrepassare mai la linea gialla, servirsi sempre dei sottopassaggi e non tentare in alcun modo di scendere o salire quando il treno è in movimento.
I servizi straordinari del Compartimento Piemonte e Valle d’Aosta proseguiranno sino ai primi giorni di maggio.
